Tecniche di redazione
degli atti amministrativi
negli Enti Locali
Annabella Paone
Manuale pratico
per la preparazione ai concorsi
di Collaboratore professionale
e Istruttore Area amministrativa
Categorie B e C
Settore
Amministrativo
1
e-Book libro stampato
TECNICHE DI REDAZIONE DEGLI ATTI AMMINISTRATIVI
NEGLI ENTI LOCALI
Edizioni Concorsipubblici.com
Via Castellabate, 30
http://www.librieconcorsi.com
ISBN 9788885570191
TECNICHE DI REDAZIONE
DEGLI ATTI AMMINISTRATIVI
NEGLI ENTI LOCALI
Manuale pratico
per la preparazione ai concorsi di
Collaboratore professionale e
Istruttore Area amministrativa
Categorie B e C
3
INDICE
4
Capitolo III La motivazione del provvedimento amministrativo
1. La motivazione come strumento di garanzia del privato 46
2. La motivazione prima della legge sul procedimento amministrativo 48
3. La motivazione dopo l’avvento della legge n° 241 del 1990 50
4. Provvedimento amministrativo soggetto a motivazione 52
5. Deroghe espresse e tacite all’obbligo di motivazione 53
5.1 La motivazione e le sue diverse intensità
5.2 La motivazione semplificata
5.3 La motivazione per relationem.
5.4 La motivazione implicita.
5.5 La motivazione anomala
5.6 La motivazione postuma e l’integrazione in giudizio
5
Capitolo II Modulistica Atti degli Organi Collegiali
1. Atti del Consiglio Comunale. 79
1.1 Esame delle parti che compongono lo schema di delibera del
Regolamento del Consiglio comunale.
1.2 Approvazione di modifiche allo Statuto comunale
1.3 Esame e approvazione del regolamento degli uffici e dei servizi
1.4 Esame e approvazione del regolamento comunale per servizio di
economato
1.5 Esame e approvazione del regolamento comunale di polizia
mortuaria
1.6 Esame e approvazione del regolamento di contabilità
1.7 Approvazione Regolamento attuativo per la protezione dati
personali
1.8 Approvazione programma per l’affidamento degli incarichi di
collaboratori
1.9 Comunicazione nomina dei componenti della Giunta
1.10 Costituzione dei gruppi consiliari e designazione dei capogruppo
1.11 Elezione del presidente e vicepresidente
1.12 Convalida dei consiglieri elettorali nella consultazione elettorale
1.13 Surroga per dimissione del consigliere e subentro
1.14 Mozione di sfiducia nei confronti del sindaco
1.15 Convocazione del consiglio comunale
1.16 Riconoscimento della legittimità di debiti fuori bilancio
2. Atti della Giunta comunale. 178
2.1 Costituzione staff sindaco
2.2 Verifica dello schedario elettorale
2.3 Approvazione dell’organigramma del personale
2.4 Approvazione schema di convenzione
2.5 Delibera di transazione
2.6 Costituzione in giudizio
2.7 Delibera di affidamento in comodato d’uso gratuito di impianto
sportivo.
2.8 Intitolazione di vie e piazze
6
Capitolo III Atti del Sindaco e della Presidente della
Provincia
1. Organi monocratici degli enti locali: il Sindaco e il Presidente 218
della Provincia.
2. Atti amministrativi del Sindaco e del Presidente della Provincia 220
3. Il procedimento per adozione di un’ordinanza. 220
4. Decreti del Sindaco e del Presidente della Provincia 224
Capitolo IV Modulistica
1. Le ordinanze del Sindaco. 225
1.1. Ordinanza normale – tipo
1.2. Ordinanza di limitazione della circolazione dei veicoli ai sensi
dell’art. 50, comma 3, del t.u.e.l.
1.3. Ordinanza trattamento sanitario obbligatorio
1.4.Ordinanza di inagibilità di immobile privato a seguito di
fenomeni naturali
1.5 .Ordinanza che dispone la chiusura di ponti
2. I decreti del Sindaco 257
2.1. Decreto di nomina di Assessore
2.2. Decreto di revoca di Assessore
2.3. Decreto di nomina del Responsabile della prevenzione della
corruzione
2.4. Decreto di autorizzazione al Segretario a svolgere incarico extra
ufficio
7
Capitolo V Atti dei Dirigenti
1. Atti amministrativi dei dirigenti 272
2. Determinazioni come atto amministrativo. 276
2.1. Soggetto
2.2. Oggetto
2.3. Contenuto
2.4. Elemento della volontà
2.5. Finalità
2.6. Forma
Capitolo VI Modulistica
1. La struttura delle determinazioni. 282
2. Impegno di spesa per l’acquisto di materiale di cancelleria per 292
affidamento di importo inferiore ai 40.000 euro, ai sensi dell’art.
36, comma 2, lett. a) del D.lgs. n. 50 del 2016.
3. Liquidazione della spesa relativa alla fornitura di beni/servizi. 297
4. Prenotazione di impegno di spesa. 304
5. Liquidazione delle spese in economato. 308
6. Liquidazione rimborso spese di trasferta del personale. 312
7. Accordi procedimentali ai sensi dell’art. 11 legge n° 241 del 1990. 316
8. Aspettative per motivi personali. 320
9. Autorizzazione al dipendente a far parte della commissione di 323
concorso.
10. Contestazione di sanzioni disciplinari. 327
11. Contestazione di addebito disciplinare, per le contestazioni che 330
possono portare a sanzioni fino a 10 giorni di sospensione
8
Prima parte
La teoria degli atti amministrativi
Capitolo I
Gli atti amministrativi
9
te sono l’art. 7 del c.p.a. il quale dispone che “sono devolute al
giudice amministrativo le controversie …. riguardanti provvedimenti,
atti, accordi o comportamenti riconducibile all’esercizio di tali poteri
posti in essere dalla p.a.” e l’art. 1 della legge n° 241 del 1990 il
quale disciplina che l’azione amministrativa persegue i fini pre-
determinati dalla legge ed è retta da criteri di economicità, di
efficacia, di pubblicità e di trasparenza rivolta a perseguire scopi
pubblicistici.
Le norme così segnalate delineano il ruolo di supremazia rico-
nosciuto all’Amministrazione sui cittadini identificato come ex
lege ma, nel contempo, la dottrina ne esalta la vincolatività dei
fini, che si pone come presidio di garanzia per l’amministrato
verso il potere autoritativo.
L’assenza di definizione legislativa ha condotto a un proli-
ferare di teorie sul punto. Giova passare in rassegna alcune
delle teorie più seguite sull’atto amministrativo al fine di co-
glierne l’essenza.
La prima nota teoria prospettata in tema di caratteristiche strut-
turali della nozione di atto amministrativo risale alla metà del
secolo scorso e ruota attorno all’assunto che sono atti ammini-
strativi tutti quegli atti emanati in forza di un potere esecutivo.
La teoria formalista conduceva a un ampliamento della nozione
di atto di natura pubblicistica, finendo per ricomprendervi an-
che i decreti legislativi delegati, i decreti legge e gli atti di natura
giurisdizionale adottati dagli organi del potere esecutivo.
La dottrina successiva, al fine circoscrivere la nozione di atto
amministrativo, introduce un correttivo alla precedente teoria,
10
affermando che l’atto può considerarsi amministrativo solo in
presenza di due elementi: uno di tipo formale, costituito dalla
riferibilità dello stesso a un’autorità amministrativa che lo adot-
ta; l’altro di carattere sostanziale, ossia il fine pubblicistico che
l’atto sottende.
La teoria formale-sostanziale ha ceduto ben presto il passo alla
teoria negoziale, la quale riconduce l’atto amministrativo al mo-
dello del negozio giuridico di diritto privato, operando un paral-
lelismo tra discrezionalità amministrativa e autonomia privata.
Detta teoria non ha riscosso successo poiché la discrezionali-
tà della P.A. opera solo nella comparazione tra interesse pub-
blico primario e secondario ed è vincolata rispetto alla causa
attributiva del potere. Diversamente il privato, nell’esercizio
dell’autonomia negoziale, è libero nella scelta dei fini da per-
seguire.
La teoria funzionale procedimentale, oggi prevalente, offre un
agevole criterio di distinzione tra atto amministrativo e prov-
vedimento amministrativo. In particolare, la teoria, partendo
dall’analisi dell’operato della P.A., distingue la procedimenta-
lizzazione dalla funzione dell’attività amministrativa, per cui
solo il provvedimento amministrativo, quale atto conclusivo di
un procedimento amministrativo può qualificarsi come mani-
festazione esterna della volontà dell’Amministrazione e, come
tale, idonea ad incidere unilateralmente nella sfera giuridica del
destinatario potendo essere portato in esecuzione anche contro
la volontà di questi.
Diversamente, i meri atti amministrativi (o atti amministrativi
11
non provvedimentali) rappresentano semplici momenti di un
procedimento preordinati all’emanazione del provvedimento
amministrativo conclusivo.
Gli atti amministrativi caratterizzano, pertanto, per l’assenza
di requisiti tipici del provvedimento amministrativo quale l’ese-
cutorietà e l’autoritatività, con conseguente inidoneità a modi-
ficare unilateralmente la sfera giuridica dei destinatari. Per tal
motivo, essi sono impugnabili solo unitamente al provvedimen-
to amministrativo conclusivo, pena l’inammissibilità del ricorso
per carenza di interesse a ricorrere.
Nel contempo, gli atti amministrativi si connotano per la ca-
renza della tipicità giustificata dalla minor necessità di garanzia
della sfera giuridica dei terzi.
Oggi, la categoria in parola trova espresso riconoscimento
nell’art. 1, comma 1 bis della legge sul procedimento ammini-
strativo (legge n° 241 del 1990), la quale riconosce cittadinanza
giuridica agli atti di natura non autoritativa.
Per tal motivo, l’autorevole dottrina (ZANOBINI) definisce gli
atti amministrativi non provvedimentali come mera espressione
della volontà di un soggetto della P.A. nell’esercizio della pode-
stà amministrativa.
Nell’ambito di tale categoria sono riconducibili gli atti interni,
i cui effetti si esauriscono all’interno dell’organizzazione am-
ministrativa, e gli atti endoprocedimentali che sono finalizzati
all’adozione del provvedimento amministrativo finale.
Non rientrano nella categoria, invece, gli atti materiali, in quan-
to privi di autonoma rilevanza giuridica, e gli atti di diritto pri-
12
vato, poiché espressione di autonomia negoziale della P.A. e,
pertanto, disciplinati dal diritto privato.
13
guere tra atti di amministrazione attiva (ossia il provvedimento
amministrativo), atti di amministrazione di controllo e, infine,
atti di amministrazione consultiva.
Sempre in relazione alla natura dell’attività amministrativa gli
atti possono distinguersi in provvedimenti di primo grado e
provvedimenti di secondo grado, frutto, quest’ultimi di un pote-
re di autotutela della P.A.
La distinzione degli atti amministrativi, inoltre, può avvenire
sotto in relazione all’efficacia, distinguendo tra atti che costi-
tuiscono un rapporto giuridico, nel senso che lo istituiscono o
lo modificano, e atti che estinguono un rapporto giuridico. In
quest’ultima categoria sono annoverabili i provvedimenti abla-
tori a carattere reale (come ad esempio, espropriazione), a ca-
rattere personali (come ad esempio gli ordini amministrativi) e
quelli a carattere obbligatori (come ad esempio il pagamento
d’imposte).
Gli atti amministrativi si distinguono anche per la natura discre-
zionale o vincolata del potere di cui sono espressione.
Sotto il profilo del rapporto, gli atti si suddividono in compo-
sti o contestuali. Alla prima categoria appartengono gli atti che
rappresentano diverse manifestazioni di volontà imputabili a più
organi diversi.
Al contrario, gli atti contestuali contengono manifestazione di
volontà distinte e autonome ma riunite in un unico atto.
La differenza è sostanziale in quanto mentre per la prima cate-
goria il vizio inficiante la manifestazione di volontà si estende
all’intero atto, questo non avviene per la seconda tipologia.
14
Dal punto di vista soggettivo, si distinguono in atti monostrut-
turati e atti pluristrutturati, a seconda se essi sono imputabili ad
uno o più organi.
In riferimento ai destinatari, gli atti si differenziano a seconda
se sono rivolti ad un unico destinatario o ad una pluralità di
destinatari.
Il distinguo non è di poco conto in quanto, mentre gli atti con
un unico destinatario sono comunicati individualmente, gli atti
con pluralità di soggetti destinatari pongono una serie di proble-
matiche.
Il medesimo provvedimento amministrativo con destinatari plu-
rimi, infatti, può produrre effetti omogenei o eterogenei a secon-
da dei destinatari a cui essi sono rivolti. Nella seconda ipotesi,
pertanto, siamo in presenza di un atto amministrativo unico ma
scindibile in tanti atti quanti sono i soggetti.
Vi sono, inoltre, i cosiddetti atti amministrativi generali, ossia
quei atti i cui destinatari non sono determinati al momento
dell’emanazione del provvedimento amministrativo, ma deter-
minabili ex post (si pensi, a titolo esemplificativo, al bando di
gara).
15
L’Amministrazione pubblica, mediante autorizzazione, provve-
de alla rimozione di un limite legale posto all’esercizio di un di-
ritto soggettivo o di una podestà pubblica che devono preesistere
in capo al destinatario.
Va precisato, tuttavia, che le recenti tendenze comunitarie e na-
zionali hanno inciso sull’articolazione dei procedimenti auto-
rizzativi. In particolare, va rilevato che grazie all’influenza del
diritto europeo, volto a garantire la piena libertà di concorrenza,
si assiste ad una sostituzione dei provvedimenti concessori con
quelli autorizzatori, specie nelle materie attinenti all’attività im-
prenditoriale.
Nella stessa direzione procede anche il Legislatore nazionale, il
quale con il palese intento di snellimento delle procedure am-
ministrative, ha introdotto di vari strumenti di semplificazione e
liberalizzazione dell’attività amministrativa, come ad esempio la
denuncia e la segnalazione di inizio attività (art. 19 della legge
n° 241 del 1990) e il silenzio assenso (art. 20 della legge n° 241
del 1990).
Alla luce delle recenti tendenze, ne deriva che, i procedimenti
ad autorizzazione espressa riguardano per lo più le autorizza-
zioni cosiddette costitutive, ossia quelle ipotesi in cui la P.A.
deve procedere ad una ponderazione tra interessi confliggenti e
che devono necessariamente concludersi con un provvedimento
amministrativo espresso.
Nel novero dei provvedimenti autorizzativi rientrano anche le
abilitazioni e licenze, le quali si caratterizzano per l’assenza di
discrezionalità amministrativa avendo detti atti un contenuto
16
vincolato. L’Amministrazione, infatti, procede esclusivamente
all’accertamento degli elementi richiesti dalla legge per il rila-
scio dell’autorizzazione, potendosi al più caratterizzare per la
presenza di una mera discrezionalità tecnica nell’accertamento
dei requisiti.
Al contrario, con il nulla- osta, pur rientrando nella tipologia
dei provvedimenti autorizzativi, la P.A. non accerta l’esistenza
delle condizioni prescritte dalla legge, ma si limita a dichiarare
di non avere osservazioni da rilasciare in merito al provvedi-
mento amministrativo che altra Amministrazione è in procinto
di rilasciare.
17
stabile da parte dei soggetti privati qualora ricorrono i requisiti
prescritti ex lege.
Si tratta di attribuzioni di situazioni giuridiche del tutto nuove
di cui neppure la P.A. ne è titolare.
Esse possono distinguersi anche in merito all’oggetto in conces-
sioni di beni, di servizi, di lavori pubblici.
Per lungo tempo centro del dibattito dottrinale e giurispruden-
ziale è stato occupato dalla qualificazione della natura giuridica
delle concessioni.
Fino a metà dell’Ottocento, la giurisprudenza attribuiva natura
privatistica ai provvedimenti concessori, poiché attributivi di di-
ritto soggettivi e pertanto conosciuti dal giudice ordinario.
A fine Ottocento l’orientamento giurisprudenziale muta quali-
ficando la concessione costitutiva come un provvedimento am-
ministrativo attributivo di un diritto soggettivo avente natura
pubblicistica.
La teoria pubblicistica, tuttavia, non soddisfa a pieno le aspetta-
tive tanto da condurre la giurisprudenziale, agli inizi del Nove-
cento, all’elaborazione della teoria della concessione-contratto
in cui il rapporto tra Amministrazione e concessionario si colo-
ra di aspetti pubblicistici e privatistici.
In particolare, si affermava che il privato godeva di un interesse
pretensivo al riconoscimento della situazione giuridica median-
te il rilascio del provvedimento amministrativo, costituente, al
contempo, fonte di obblighi per il privato, il cui inadempimento
seguiva la revoca o decadenza dei benefici.
Successivamente al rilascio della concessione, invece, il privato
18
era titolare di un vero e proprio diritto soggettivo opponibile ai
terzi.
Il provvedimento concessorio si articolava, dunque, in due fasi
distinte ma funzionalmente connesse: la prima assoggettata alle
norme pubblicistiche e la seconda regolata dal contratto acces-
sorio.
L’intervento della normativa europea e, in particolare, l’art. 1,
lett.d), della Direttiva 93/3/CE, ha però rivoluzionato il quadro
normativo allora vigente, conducendo ad un sostanziale ritorno
alla natura contrattuale delle concessioni di lavori e di servizi
pubblici.
L’art. 3 del D.Lgs. 12 aprile 2006, n° 163, qualificava, infatti, i
contratti pubblici come contratti di appalti o concessioni aventi
per oggetto l’acquisizione di servizio o forniture nonché l’esecu-
zione di opere o lavori, posti in essere dalla stazione appaltante,
dagli enti aggiudicatori o dai soggetti aggiudicatori.
Per tal motivo, la dottrina oggi prevalente, tende a qualificare le
concessioni come contratti di diritto pubblico, ossia manifesta-
zione della volontà di impero dell’Amministrazione in materie
avente natura pubblica.
Per quanto concerne le modalità di rilascio della concessione le
recenti novità legislative di matrice europea hanno innovato il
sistema normativo apportando una profondo ridimensionamen-
to della disciplina.
In attuazione dei principi comunitari in materia di concorrenza,
per cui è riservato ai poteri pubblici esclusivamente le funzioni
pubbliche, di proprietà o di attività economiche in settori ec-
19
cezionali, le concessioni possono trovare giustificazioni solo in
presenza di leggi che ammettono riserve, purché esse siano in
linea con la normativa europea.
La normativa comunitaria, inoltre, non solo ha ristretto le maglie
dell’applicazione dell’istituto ma ne ha anche dettato i principi
guida nella scelta dei concessionari, imponendo l’individuazione
solo mediante l’indizione della procedura di evidenza pubblica.
Detta procedura, infatti, garantisce il pieno rispetto dei principi
di libera concorrenza e non discriminazione, attuati per il viati-
co della trasparenza ed adeguatezza della motivazione.
L’istituto, inoltre, si caratterizza per il peculiare rilievo del di-
ritto di devoluzione riconosciuto alla P.A., ossia il diritto di ac-
quistare gli impianti e le pertinenze esistenti sul bene oggetto
della concessione alla scadenza di quest’ultimo, salvo congruo
indennizzo al concessionario.
Il legittimo esercizio del potere di riscatto, a fronte del quale il
concessionario vanta un indennizzo, a ben vedere, presuppone
un’espressa convenzione o di norme di legge.
Detto riscatto, pertanto, conduce ad un duplice effetto: da un
lato, il trasferimento degli impianti al concedente e, dall’altro, la
risoluzione del rapporto concessorio.
Il rapporto concessorio può estinguersi in modo automatico,
come ad esempio per scadenza del termine, a seguito della mor-
te del concessionario (per le concessioni ad intuiti personae), non-
ché per il venir meno dell’oggetto della concessione, oppure me-
diante risoluzione unilaterale del rapporto ad opera della P.A.
In quest’ultime ipotesi rientrano la decadenza e il venir meno
20
dei requisiti soggettivi del concessionario oppure al verificarsi di
gravi inadempimenti colposi e reiterati del privato.
Nel novero dei provvedimenti concessori sono rinvenibili le sov-
venzioni e le ammissioni.
Le sovvenzioni sono provvedimenti amministrativi attributivi di
vantaggi economici, oggi disciplinati dall’art. 12 della legge n°
241 del 1990, nel cui novero rientrano anche i contributi, ausili
finanziari, sussidi e ogni altro vantaggio economico erogato da
enti pubblici.
Anche la scelta del beneficiario dei sussidi impone alla P.A. il
rispetto dei principi di non discriminazione e imparzialità, con il
conseguente obbligo di predeterminare e pubblicare, nelle forme
previste dalla legge, i criteri, i requisiti e le modalità di conces-
sione dei vantaggi.
In riferimento alla seconda tipologia, invece, vanno ricomprese
gli atti attributivi del diritto alle prestazioni o godimenti del ser-
vizio offerto dalla P.A.
Nella generalità dei casi, siamo in presenza di provvedimen-
ti attributivi a carattere vincolato per cui l’attribuzione di una
prestazione è subordinata al previo accertamento del ricorrere
dei requisiti prescritti ex lege. (si pensi a titolo esemplificativo
all’iscrizione nelle liste elettorali o di beni nelle liste dei beni
pubblici).
21
ritti e facoltà in vista del perseguimento di un interesse pubblico
primario.
Essi si connotano per la presenza di un duplice effetto: quello
di natura privata, inteso come la privazione delle facoltà o di un
diritto soggettivo, e quello di natura pubblicistica che consiste
nell’acquisizione del bene o della facoltà ad opera dell’autorità
pubblica.
La posizione giuridica dei privati destinatari degli effetti dei
provvedimenti ablativi trova espressa tutela nelle norme della
Costituzione, per cui si prevede una garanzia rafforzata sia in
punto sostanziale che procedimentale.
In primis, in ossequio al principio di legalità, sono adottabili
solo provvedimenti ablativi espressamente contemplati dalla leg-
ge, i quali devono essere adeguatamente motivati in merito alle
scelte e all’assenza di soluzione alternativa.
Ne deriva che il procedimento amministrativo si presenta parti-
colarmente complesso e, spesso, si richiede la partecipazione del
destinatario al fine di individuare la scelta idonea.
La legge, inoltre, contempla anche la forma di ristoro per i sog-
getti incisi dal provvedimento.
La dottrina è solita raggruppare i provvedimenti ablatori a se-
conda del carattere reale, personale o obbligatorio desumibile
da essi.
I provvedimenti ablatori a carattere reale si caratterizzano per
la realizzazione di un duplice effetto: la sottrazione coattiva dei
diritti reali ai cittadini e la coeva acquisizione del diritto di pro-
prietà in capo all’Amministrazione pubblica. Il duplice effetto,
22
privativo e acquisitivo, è riscontrabile nell’espropriazioni, occu-
pazioni, requisizioni, confische e sequestri.
Per l’effetto invalidante che il provvedimento espropriativo pro-
duce, ad esempio, la carta Costituzionale all’art. 42, comma 3,
richiede che siano osservati i seguenti principi:
a) i casi di espropriazione dei beni devono essere tassativamente
individuati dalla legge, cosiddetto principio di riserva di legge.
b) all’acquisizione del diritto reale ad opera della P.A. faccia
seguito l’indennizzo per la perdita subita dal privato.
c) l’espropriazione può essere legittima solo in presenza di mo-
tivazione di interesse generale, con conseguenza che l’espropria-
zione di beni può avvenire sia per la realizzazione di opere pub-
bliche ma anche di opere private di interesse pubblico.
I provvedimenti ablatori personali, invece, prescrivono un obbli-
go di fare o di astenersi rivolto al privato, comportando la pri-
vazione o la limitazione del diritto individuale o di una libertà
personale.
Trattandosi di provvedimenti limitativi della sfera giuridica del
destinatario, devono essere prescritti dalla legge, come la stessa
Costituzione prevede all’art. 23.
Detti provvedimenti hanno carattere esecutorio, in quanto pos-
sono essere portati in esecuzione anche in assenza delle colla-
borazioni del destinatario, e recettizio poiché sono produttivi di
effetti solo qualora siano resi noti al privato (ex art. 21 bis della
legge n° 241 del 1990).
Con riguardo al loro contenuto possono essere distinti in due
gruppi: i comandi, intesi come obbligo di fare, e i divieti che
23
contengono un obbligo di astenersi dal compimento di determi-
nate condotte.
I provvedimenti ablatori a carattere obbligatorio, invece, impon-
gono al destinatario di adempiere agli obblighi in esso prescritti.
Essi possono disporre il pagamento di tributi o la realizzazione
di un’attività.
Tale tipologia di provvedimenti amministrativi rientrano, a ben
vedere, nei provvedimenti ablativi per il loro effetto privativo di
beni o attività e acquisitivo per la P.A.
Nel contempo, essi non rientrano nelle categorie dei provvedi-
menti ablatori a carattere reale in quanto non hanno ad oggetto
la proprietà o altro diritto reale né tanto meno prevedono un
indennizzo.
Inoltre, in quanto produttivi di effetti limitativi dei diritti del
destinatario del provvedimento, devono risultare, anch’essi, dal
dato normativo.
24
P.A. nella sfera giuridica del privato cittadino prende il nome di
autoritatività o imperatività, da sempre, tipica caratteristica del
provvedimento amministrativo
L’autoritatività e imperatività rivengono la loro forza legittiman-
te nella norma attributiva del potere, la quale conferendo all’Au-
torità amministrativa la cura dell’interesse pubblico, ne ammette
la facoltà di modificare la sfera giuridica altrui prescindendo dal
consenso dell’interessato.
Le recenti riforme legislative, volte a distinguere tra atti di natu-
ra autoritativa e non autoritativa, confermano quanto esposto.
In particolare, l’art. 1 comma 1 della legge n° 241 del 1990,
come modificata dalla legge n° 15 del 2005, nel riconoscere
all’Amministrazione un potere di negoziazione secondo le nor-
me privatistiche, riserva agli atti di diritto pubblico il carattere di
autoritatività in coerenza con il principio di legalità.
Nella categoria degli atti di natura non autoritativa vanno con-
templati gli atti di esecuzione dei contratti nonché quelli di ge-
stione del personale dipendete, eccezion fatta per il conferimen-
to di incarichi dirigenziali. La non uniformità di vedute, invece,
è rinvenibile in punto di non autoritatività degli accordi conclusi
ex art. 11 della legge n° 241 del 1990.
Il potere autoritativo della P.A. si distingue a seconda se siamo
in presenza di un provvedimento amministrativo positivo o ne-
gativo. Nella prima ipotesi, infatti, il consenso dell’interessato
non rileva ai fini di costituzione, modifica o estinzione dei rap-
porti giuridici.
Diversamente avviene con i provvedimenti amministrativi a ca-
25
rattere negativo, in cui la P.A. nel decidere la non spettanza del
bene della vita agognato dal privato non adotta il provvedimen-
to amministrativo di attribuzione in ossequio al potere autorita-
tivo di cui dispone.
3.2 L’esecutorietà.
Tradizionalmente il fondamento giuridico dell’esecutorietà del
provvedimento amministrativo era ravvisato nella presunzione
di legittimità del potere amministrativo. Tale teoria si scontrava
con la permanenza del carattere esecutorio del potere pubblico
anche a seguito della declaratoria di illegittimità del provvedi-
mento ad opera dell’Autorità giurisdizionale.
Del resto, il concetto di esecutorietà è del tutto slegato dalla
presunzione di legittimità del provvedimento amministrativo
poiché l’atto può essere produttivo di effetti giuridici anche se
illegittimo.
Diversamente, la concezione di esecutorietà si presenta stretta-
mente connessa all’efficacia e ed esecutività del provvedimento.
Solo un provvedimento esecutivo ed efficace, infatti, può essere
portato ad esecuzione in assenza della volontà del destinatario
e, nel contempo, non tutti i provvedimenti amministrativi hanno
carattere esecutorio ma solo quelli che pongono obblighi a cari-
co dei privati (come ad esempio i provvedimenti ablativi reali).
Gli strumenti che l’ordinamento giuridico individua per garan-
tire l’esecutorietà del provvedimento amministrativo in assen-
za di collaborazione del destinatario possono essere desumibili
dall’art. 21 ter della legge n° 241 del 1990, introdotto dalla legge
26
n° 15 del 2005.
Al primo comma, il citato articolo, infatti, dispone che << nei
casi e con le modalità stabilite dalla legge, le Pubbliche Amministrazioni
possono imporre coattivamente l’adempimento degli obblighi nei loro
confronti>>. Si può dunque concludere che se da un lato alla
P.A. la legge riconosce piena discrezionalità circa la possibilità
di imporre l’adempimento, dall’altro, tale facoltà non è rinveni-
bile anche negli strumenti di attuazione, come desumibile dal
dettato normativo (<<nei casi e con le modalità>>).
Si può pertanto, concludere che l’esecutorietà non è caratteristi-
ca principale e ricorrente di tutti i provvedimenti, bensì eccezio-
nale poiché rinvenibile solo nei casi espressamente indicati dal
dato normativo.
L’aggressione della sfera patrimoniale del privato destinatario
del provvedimento amministrativo trova tutela nella preventiva
comunicazione dell’atto da cui discendono gli obblighi a suo
carico.
Ne deriva, pertanto, che la comunicazione delle forme e termini
per l’esecuzione è conditio necessaria per l’esecutività del prov-
vedimento.
A fronte dell’inottemperanza del privato all’obbligo nei termi-
ni indicati nell’atto, la P.A. potrà portare in esecuzione il prov-
vedimento solo successivamente alla diffida dell’interessato ad
adempiere.
L’onere di previa diffida ad adempiere, a ben vedere, si atteggia
come strumento di garanzia del privato dal potere unilaterale
dell’Amministrazione e, nel contempo, come occasione per in-
27
staurare un contraddittorio con la P.A.
Le principali ipotesi applicative dell’esecutorietà rinvenibili nel
nostro ordinamento giuridico sono:
1. L’ art. 7 della legge n° 2248 del 1865 prevede la possibili-
tà per l’Amministrazione di requisire la proprietà privata ogni
qualvolta si manifesti un evento eccezionale e imprevedibile con
affrontabile con le ordinarie misure amministrative. Ai fini di
legittimità dell’azione amministrativa è, tuttavia, necessario che
l’impossibilità di far fronte all’evento non sia imputabile alla ne-
gligenza dell’Amministrazione Pubblica, non essendo la mera la
necessità e urgenza da sole sufficienti.
2. l’art. 40 del T.u. sull’edilizia, n° 380 del 2001, attribuisce alla
Regione il potere di ordinare la demolizione di opere edilizie
abusive a spese del proprietario entro termini prescritti. A fronte
dell’inottemperanza del responsabile dell’abuso la Regione po-
trà disporre dell’esecuzione dei lavori di demolizione, a spese
del proprietario.
3. l’art. 54, comma 1 e 2, del D.lgs. n° 267 del 2000, in materia
degli enti locali, contempla il potere del Sindaco di emanare
ordinanze contingibili e urgenti al fine di prevenire o eliminare
pericoli che minano all’incolumità della collettività.
Detto potere sindacale ha natura extra ordinem per far fronte a
concrete minacce della pubblica incolumità, per le quali i mez-
zi ordinari apprestati dall’ordinamento giuridico risulterebbero
inidonei.
28
3.3 L’esecutività
Altra caratteristica del provvedimento amministrativo è l’esecu-
tività che rinviene la sua ratio giuridica nel portare ad esecuzio-
ne l’atto amministrativo senza previa presunzione della legitti-
mità dello stesso.
Il provvedimento amministrativo, diversamente dal passato, è
definito esecutivo di diritto, in quanto non necessita di una pre-
ventiva pronuncia del pretore, figura che oggi, peraltro, è stata
abolita per effetto del D.lgs. n° 51/98.
L’immediata esecutività del provvedimento amministrativo è
contemplato all’art. 21 quater della legge n° 241 del 1990, la
quale è oggi regola generale, con conseguente esecuzione imme-
diata della determina amministrativa.
Va, tuttavia, osservato che i termini efficacia, esecutività ed ese-
guibilità non vanno intesi come sinonimi, nonostante lo stesso
Legislatore, frequentemente, li utilizzi indifferentemente.
Mentre l’efficacia del provvedimento amministrativo va intesa
come l’idoneità dell’atto a produrre effetti giuridici, l’esecutività
indica, invece, la capacità del provvedimento ad essere portato
in esecuzione.
Per quanto concerne il concetto di eseguibilità, non espressamen-
te menzionato dall’art. 21 quater della legge n° 241 del 1990, ma
da esso indirettamente desumibile, la dottrina, tradizionalmente,
intende l’assenza di impedimenti materiali e giuridici che osta-
colino l’esecuzione del provvedimento amministrativo.
La distinzione appena esposta viene in rilievo con riguardo ai
provvedimenti non autoesecutivi, la cui l’acquisizione di effica-
29
cia passa necessariamente per un’ulteriore attività amministrativa.
La legge, tuttavia, riconosce alla P.A. la facoltà di differire l’at-
tuazione dell’esecuzione della statuizione provvedimentale per
gli atti a carattere discrezionale; facoltà che non è, invece, rico-
nosciuta per gli atti ad emanazione vincolata, salvo il ricorrere
di una disposizione legislativa che disponga in tal senso.
Va, inoltre, osservato che il differimento dell’esecuzione dell’at-
to necessita di un’adeguata motivazione al fine di vagliarne la
legittimità delle scelte di procrastinazione degli effetti.
3.4 L’inoppugnabilità.
Gli effetti giuridici prodotti dall’atto amministrativo si consoli-
dano nell’ipotesi in cui non intervenga una pronuncia giurisdi-
zionale che ne dichiari l’illegittimità, con conseguente cristalliz-
zazione dell’assetto delineato dal provvedimento.
A bene vedere, l’inoppugnabilità della determina amministrativa
non è qualificabile come carattere imminente del provvedimento
ma, al più, come requisito derivato dalla mancata esperibilità
del rimedio legislativamente previsto.
L’inoppugnabilità, inoltre, non è un requisito a carattere asso-
luto come dimostra la possibilità di essere suscettibile di impu-
gnazione, fuori i termini ordinari, da altri soggetti che non siano
venuti a conoscenza dello stesso.
L’inoppugnabilità, pertanto, non si realizza in modo oggettivo e
assoluto, ma ha carattere soggettivo e relativo poiché si realizza
in tempi diversi a seconda dei destinatari.
La mancata caducazione del provvedimento amministrativo me-
30
diante nei modi e termini prescritti dalla legge conduce all’i-
noppugnabilità del provvedimento medesimo, il quale, tuttavia,
resta soggetto ai poteri di ritiro d’ufficio o di annullamento in
autotutela dell’Amministrazione pubblica, ai sensi degli artt. 21
quinquies e 21 nonies della legge n° 241 del 1990 o disapplica-
bile dal giudice ordinario.
Tuttavia, secondo la consolidata giurisprudenza comunitaria,
un provvedimento contrastante con le norme sovranazionali è
sempre oggetto di disapplicazione ad opera di qualsiasi giudice.
3.5 La tipicità.
La capacità della P.A. di incidere unilateralmente nella sfera
giuridica del destinatario è, da sempre, il requisito fondante del
diritto amministrativo che lo colora e lo contraddistingue dalle
altre branche dell’ordinamento giuridico.
L’attribuzione del potere d’impero, tuttavia, non è uniforme,
variando d’intensità a seconda degli interessi pubblici da tutela-
re. Ad un potere autoritativo più incisivo, infatti, l’ordinamento
contrappone un principio di legalità più stringente, fino ad indi-
viduare tassativamente i casi di intervento pubblicistico.
Il principio di tassatività, unitamente al principio di legalità, è
dunque posto a presidio delle posizioni giuridiche dei privati e
rappresenta la legittimazione democratica del potere autoritati-
vo. L’amministrazione nel perseguimento della cura degli inte-
ressi pubblici adotta provvedimenti tipici.
La tipicità implica, infatti, la necessità di preventiva determina-
zione ex lege dei contenuti e della funzione che l’atto è destinato
31
a produrre.
Parte della dottrina, attingendo dalla teoria negoziale, afferma
che il provvedimento amministrativo deve necessariamente ave-
re una causa tipica, da intendere come estrinsecazione di un
potere che la legge attribuisce all’Amministrazione per la cura
dell’interesse pubblico.
Parte della dottrina, inoltre, parla di nominatività dell’atto am-
ministrativo ritenendo che l’Amministrazione nel perseguimen-
to dello scopo pubblicistico deve agire solo seguendo schemi
prestabiliti a monte dal Legislatore.
Ne consegue che la tipicità attiene alla definizione a monte delle
tipologie di vicende giuridiche che possono essere prodotte me-
diante azione amministrativa. La nominatività, invece, va intesa
come la prefigurazione degli schemi adoperabili per la produzio-
ne di determinati effetti giuridici.
Entrambi i principi in parola costituiscono l’estrinsecazione del
principio di legalità come contemplato da numerosissime norme
di rango costituzionale.
32
Capitolo II
Gli elementi dell’atto amministrativo
33
L’individuazione di detti soggetti, tuttavia, è oggi un compito
non semplice per l’interprete, a causa della notevole estensione
dell’ambito di applicazione del diritto amministrativo, che stra-
volge i tradizionali schemi.
Le recenti riforme legislative, infatti, hanno equiparato la P.A. ai
soggetti privati esercenti di funzioni e servizi pubblici, gli organi-
smi di diritto privato nonché i soggetti solo formalmente privati
ma sostanzialmente pubblici, secondo i criteri enunciati dalla
giurisprudenza comunitaria.
Detti soggetti, di fatto, sono assoggettati al rispetto delle pro-
cedure di evidenza pubblica nel settore degli appalti e, nel con-
tempo, al rispetto delle norme sul procedimento amministrativo
nello svolgimento di attività a carattere pubblicistico.
Si reputano, invece, privi di elemento essenziale sotto il profilo
soggettivo, gli atti emanati dall’organo pubblico sia nelle ipotesi
in cui opera al pari di un privato cittadino, sia quando gli atti
posti in essere dal dipendente pubblico il cui rapporto organico
con l’ente di appartenenza è viziato.
Occorre, pertanto, che il funzionario abbia conseguito una rego-
lare investitura affinché l’atto amministrativo possa essere rife-
rito all’Amministrazione pubblica e che non abbia travalicato i
limiti di tempo e luogo dell’investitura stessa.
Si pensi a titolo esemplificativo al provvedimento amministra-
tivo adottato oltre i termini di durata della carica dell’organo
pubblico competente, salvo formale proroga nei casi tassativa-
mente tipizzati.
Qualora, invece, manchi una regolare investitura la giurispru-
34
denza ritiene che l’atto amministrativo, espressione di un eserci-
zio essenziale e indifferibile, adottato dal funzionario (c.d. fun-
zionario di fatto) sia, in ogni caso, valido ed efficacie e, pertanto,
formalmente imputati al soggetto pubblico.
La necessità di considerare valido il provvedimento ammini-
strativo adottato dal funzionario di fatto è da rinvenirsi nell’esi-
genza, secondo la giurisprudenza amministrativa, di garantire i
diritti dei terzi che vengono a contatto con la P.A..
L’ammissibilità degli effetti del provvedimento amministrativo
è, tuttavia, ammissibile purché dallo stesso discendano effetti fa-
vorevoli per il privato destinatario.
1.2 L’oggetto
L’oggetto del provvedimento amministrativo è il termine passivo
su cui nei confronti del quale l’atto produce i suoi effetti, ossia
la situazione giuridica destinata ad essere modificata unilateral-
mente.
Gli atti amministrativi possono incidere su beni materiali (ad
esempio, l’immobile oggetto di occupazione), persone fisiche
(es. l’individuazione del destinatario di un contributo economi-
co) oppure fatti (es. fatto che forma l’oggetto di una certificazio-
ne) ma anche un’attività o un comportamento.
Al pari dell’oggetto del negozio giuridico, anche l’oggetto dell’at-
to amministrativo dovrà essere determinato o determinabile,
non contrario a norme imperative e, in ultimo, possibile; pena
l’inesistenza dello stesso (art. 1346 c.c.).
L’oggetto del provvedimento amministrativo è un elemento es-
35
senziale in quanto è in grado di costituire, modificare o estin-
guere posizioni giuridiche (diritti e obblighi) nonché qualità giu-
ridiche.
Ne rappresenta un esempio il provvedimento di concessione co-
munale con cui si permette all’esercente di un’attività commer-
ciale l’utilizzo di una porzione di suolo pubblico.
1.3 Il contenuto
Il contenuto del provvedimento amministrativo è considerato
parte fondamentale per il suo carattere precettivo da cui è pos-
sibile desumere gli effetti che lo stesso produrrà. In ossequio al
principio di legalità e di effettività della tutela in giudizio, l’or-
dinamento giuridico impone la tipicità degli atti amministrativi,
necessaria al fine di individuare la tipologia di atto del potere
esercitato dall’Amministrazione. Difatti, l’individuazione del
provvedimento amministrativo avviene non in forza del nomen
iuris attribuito dal soggetto pubblico, bensì sulla base del conte-
nuto della determinazione.
Il contenuto, al pari dell’oggetto, deve essere lecito, possibile,
determinato o almeno determinabile (ex art. 1346 c.c.).
1.4 La forma
La dottrina unanime, da sempre, qualifica la forma del provve-
dimento amministrativo come un ulteriore requisito essenziale,
al pari del soggetto agente, dell’oggetto e del contenuto.
La forma consiste nella veste con cui l’atto amministrativo si
manifesta all’esterno e raggiunge il destinatario.
36
La forma del provvedimento amministrativo, tuttavia, non deve
essere necessariamente scritta, potendo essa rivestire le forme
più disparate, quale segnaletica stradale o meri fatti concludenti,
idonei ad esteriorizzare la volontà della P.A.
Non vi è dubbio che la forma scritta del provvedimento ammi-
nistrativo ricopre la gran parte dell’attività amministrativa, ciò
nonostante, nel diritto amministrativo si rinvengono anche ti-
pologie di atti non formali, dove all’organo agente è rimessa la
piena facoltà di scelta della veste più idonea.
A richiedere la forma scritta dell’atto amministrativo è la leg-
ge sul procedimento amministrativo (legge n° 241 del 1990), la
quale dispone che il procedimento deve concludersi obbligato-
riamente con un provvedimento espresso e motivato qualora
l’atto di impulso del procedimento sia un atto a istanza di parte
oppure avvenga per iniziativa dell’Ufficio procedente.
La disposizione, che ha carattere generale, tende a ridurre dra-
sticamente l’operatività del principio della libertà delle forme
di manifestazione dell’attività amministrativa, la quale troverà
applicazione nelle ipotesi residue in cui la forma ad substantiam
non sia richiesta ex lege.
Attengono alle condizioni di forma dell’atto amministrativo la
sottoscrizione, l’indicazione della data e luogo, numero di pro-
tocollo, indicazione dell’autorità a cui poter indirizzare un even-
tuale ricorso, l’intestazione, il preambolo, il dispositivo, la moti-
vazione, la sottoscrizione.
37
1.5 La volontà
Elemento imprescindibile di tutti gli atti giuridici, a cui il prov-
vedimento amministrativo non fa eccezione, è la volontà.
Anche nell’ordinamento pubblico, come nel diritto privato, vige
il principio secondo cui nessun atto può considerarsi riferibile
all’autore se da questi non consapevolmente voluto (Virga).
Mentre nel diritto civile la volontà ricopre una funzione impre-
scindibile, in quanto libera espressione dell’autonomia negoziale
delle parti, nel diritto amministrativo si assiste ad una tenden-
ziale svalutazione dell’elemento volontaristico.
Gli atti amministrativi, infatti, sono vincolati nel fine poiché
l’interesse pubblico da curare è predeterminato a monte dal Le-
gislatore, non residuando sul punto alcuna ambito di scelta alle
Pubbliche Amministrazioni.
I provvedimenti amministrativi, pur essendo atti volontari, per-
tanto, non possono discostarsi dallo schema tipico normativo
previsto per gli stessi, rientrando per lo più nella categoria di
atti vincolati.
38
non potendosi mai configurare libera nel fine.
Tale affermazione ha una rilevanza di non poco conto poiché,
secondo la giurisprudenza costante, dalla carenza della causa
del provvedimento non deriverebbe la nullità (per altro struttu-
rale), bensì la mera annullabilità dell’atto.
La fattispecie di deviazione finalistica del potere amministrativo,
infatti, rinvia alle figure sintomatiche di eccesso di potere.
Va sottolineato, in ultimo, che l’assenza dell’indicazione dell’au-
torità a cui ricorrere e il termine di impugnazione, pur essendo
prevista all’art. 3, comma 4, della legge n° 241 del 1990, non
costituisce requisito costitutivo di validità del provvedimento
amministrativo.
L’omessa indicazione del termine e l’autorità competente a cui
proporre eventuale ricorso, secondo l’orientamento unitario del-
la giurisprudenza amministrativo, non inficia l’atto, integrando
al più, un’ipotesi di errore scusabile, con conseguenza remissio-
ne dei termini di impugnazione.
39
dono sulla validità del provvedimento, tuttavia, una volta intro-
dotti non potranno essere più rimossi.
Tra gli elementi accidentali, mutuato dalla sistematica civilisti-
ca, ritroviamo la condizione apponibile agli atti di amministra-
zione attiva e di controllo, volta a subordinare, al verificarsi di
un evento incerto e futuro, l’inizio o la cessazione dell’efficacia
del provvedimento.
Altro elemento accidentale è il termine volto a individuare il
momento di produzione dell’efficacia del provvedimento (c.d.
termine iniziale) oppure a determinare il momento conclusivo
dell’efficacia dell’atto (c.d. termine finale).
A completamento della categoria va richiamato l’onere che può
essere apposto alle concessioni, licenze, autorizzazioni e, più in
generale, a tutti gli atti che determinano un ampliamento delle
sfere giuridica dei destinatari del provvedimento.
40
stente, sia anche valido (cioè legittimo), i secondi sono le condi-
zioni affinché l’atto perfetto divenga efficacie.
41
larità dell’atto, la mancanza del della motivazione o del pream-
bolo produce illegittimità.
42
4. L’interpretazione del provvedimento amministrativo.
L’attività interpretativa può avere ad oggetto, normalmente, tre
atti: la legge, il provvedimento e il contratto. L’ordinamento ita-
liano, tuttavia, prevede regole interpretative solo con riguardo
alla legge e al contratto, tacendo con riguardo al provvedimento
amministrativo.
Il regolamento, ad esempio, pur essendo un atto formalmente
amministrativo, ma sostanzialmente normativo, si interpreta
guardando pacificamente alle norme dell’interpretazione della
legge (art. 12 Disposizioni sulla legge in generale), non creando
particolari problemi interpretativi.
Anche gli accordi adottati in conformità alla legge del proce-
dimento amministrativo (cd. provvedimenti concordati), non
pongono particolari querelle, in quanto sono pacificamente ri-
conducibili al negozio giuridico, con conseguente applicazione
della disciplina privatistica.
Del resto, il provvedimento concordato replica gli schemi dell’ac-
cordo, possedendo un’“anima” contrattuale, alla quale sembra
coerente applicare le norme del codice civile.
Il vero problema residua, dunque, in capo al provvedimento
amministrativo unilaterale e autoritativo.
Come già precisato, esso è privo di criteri interpretativi ad hoc,
con conseguenza che sarà opportuno partire dall’analisi che re-
quisiti che caratterizzano il provvedimento.
Il provvedimento, in primis, presenta caratteri comuni sia alla
legge, di cui ne rappresenta l’applicazione, che sia al contratto,
in quanto atto concreto, frutto di un procedimento di osmosi tra
43
gli interessi pubblici e quelli privati.
La traslazione dei criteri di interpretazione dettati in materia
contrattualistica non è, tuttavia, scevra da critiche, poiché la
loro applicazione potrebbe conculcare la discrezionalità di cui
la Pubblica Amministrazione gode.
La giurisprudenza amministrativa sembra, allora, propendere
per il criterio letterale, con il quale cerca di ricostruire l’intento
dell’Amministrazione.
Ne deriva, pertanto, che l’interpretazione del provvedimento
muta sensibilmente rispetto a quanto avviene nel diritto civile.
Il criterio che viene valorizzato è quello letterale, che prevale su
quello su quello sistematico e teleologico.
Altro problema che l’interpretazione del provvedimento am-
ministrativo pone è la possibilità di applicazione delle norme
di integrazione del contratto all’atto amministrativo, il quale è
espressione di un’attività autoritativa e unilaterale. La questio-
ne non di poco conto poiché l’integrazione del provvedimento
ad opera del giudice, se da un lato è espressione del principio
di conservazione del provvedimento amministrativo, dall’altro
potrebbe comportare la lesione del principio di separazione dei
poteri delineata dalla Carta Costituzione, con conseguente an-
nientamento della discrezionalità della P.A.
Approdando a tale conclusione, parte della dottrina ritiene che
l’integrazione, suppletiva e cogente, non operi in relazione al
provvedimento amministrativo.
Pare più corretto, tuttavia, distinguere le due ipotesi. In relazio-
ne all’integrazione suppletiva, che rappresenta l’attuazione della
44
volontà delle parti e, quindi, della P.A. nel provvedimento am-
ministrativo, si potrebbe ammettere un’integrazione automatica
del diritto amministrativo in sede processuale, poiché l’operato-
re giuridico non fa nient’altro che dare applicazione alla legge
senza in alcun modo sostituirsi all’Amministrazione.
Diversa, invece, è la soluzione a cui si perviene per l’integrazio-
ne cogente la quale, soverchiando il volere della P.A., sia pur
per intendimento del legislatore, potrebbe condurre l’interprete a
modificare il contenuto del provvedimento amministrativo, com-
primendo così la discrezionalità dell’Amministrazione stessa.
Tale effetto ha condotto la giurisprudenza amministrativa a ri-
tenere non ammissibile l’integrazione cogente del provvedimen-
to amministrativo poiché in netta antitesi con i principi cardini
dell’ordinamento giuridico, primo fra tutti il canone della sepa-
razione dei poteri.
45
Capitolo III
La motivazione del provvedimento amministrativo
46
tra situazioni di fatto e situazioni giuridica diviene notevolmente
complessa e l’indagine della motivazione assolve un ruolo prin-
cipe.
Nella motivazione, infatti, sono rinvenibili l’iter logico- giuridico
seguito dalla P.A. nell’esercizio del potere pubblico, composto
dalle giustificazioni, quale elencazione di presupposti di fatto e
norme giuridiche richiamate, e dai motivi, intesi come la spiega-
zione concreta della soluzione adoperata dalla Amministrazione
con adozione del provvedimento.
In conclusione, la motivazione dell’atto amministrativo è l’espo-
sizione dell’attività compiuta nella fase istruttoria attraverso la
quale è garantita la tutela delle posizioni giuridiche dei soggetti
incisi dal provvedimento.
Ne consegue che la motivazione dell’atto è posto a presidio dei
destinatari assolvendo sia una funzione persuasiva, ovverosia di
convincimento della legittimità del provvedimento, sia una fun-
zione pre-giurisdizionale, volta a fornire all’interessato le cono-
scenze necessarie per attivare i rimedi giurisdizionali.
La motivazione del provvedimento rinviene un espresso rico-
noscimento nell’art. 3 della legge n° 241 del 1990, in cui il Le-
gislatore statuisce un obbligo generale della P.A. di indicare al
destinatario dell’atto le ragioni giuridiche e i presupposti di fatto
posti a fondamento della decisione.
L’obbligo di motivazione ha ad oggetto tutti i provvedimenti
amministrativi, salvo le ipotesi tassativamente previste dalla leg-
ge, pena la caducazione dello stesso per violazione di legge, ex
art. 21 octies, legge n° 241 del 1990.
47
2. La motivazione prima della legge sul procedimento am-
ministrativo
Precedentemente alla legge n° 241 del 1990, la motivazione non
apparteneva all’universo amministrativo, ma quasi esclusiva-
mente a quello giurisdizionale o giudiziale, nelle sue molteplici
manifestazioni.
Del resto dal dettato costituzionale, non si configura alcun ob-
bligo di motivazione per la Pubblica Amministrazione e il suo
operato, contrariamente a quanto disposto per i provvedimenti
giurisdizionali. L’art. 111 della Costituzione, infatti, enuncia un
obbligo di motivazione solo con riguardo ai provvedimenti giu-
risdizionali, senza menzionare i provvedimenti amministrativi.
La loro netta diversità di funzione impedisce l’estensione ana-
logica dell’obbligo di motivazione imposto dalla disposizione
Costituzionale.
La necessità, tuttavia, di garantire piena tutela al consociato
contro i provvedimenti privi di motivazione, ha spinto la dottrina e
giurisprudenza a ricercarne un fondamento indiretto dell’obbli-
go di motivazione, come dimostra il lungo dibattito registrato
sul punto.
La prima pronuncia sul punto si registra agli inizi dello scorso
secolo e, in particolare, con la sentenza n° 178 del 17 maggio del
1907 con cui il Consiglio di Stato definisce la motivazione del
provvedimento come ragione del giudizio della P.A., per il tra-
mite della quale si comprende le scelte adoperate nella gestione
degli interessi pubblici.
Dalla motivazione, infatti, deve desumersi un iter logico seguito
48
dall’Amministrazione nonché la conformità della determinazio-
ne allo spirito della legge. La motivazione del provvedimento,
pertanto, deve fondarsi sul principio di ragionevolezza.
Nonostante si inizi a qualificare la motivazione come requisito
costitutivo per la legittimità del provvedimento, grazie al qua-
le si esclude l’arbitrio dell’esercizio del potere autoritativo, esso
viene richiesto solo per i meri provvedimenti a carattere restrit-
tivo, ovverosia gli atti che limitano o estinguono la situazione
giuridica dell’individuo. Tale prassi era dettata da particolari
esigenze che scaturivano dalla tipologia di provvedimento o dal
contenuto dello stesso, idoneo a stravolgere la sfera del destina-
tario in via unilaterale e negativa. In tale ipotesi, la mancante o
insufficiente motivazione del provvedimento amministrativo era
sintomatico di vizio di eccesso di potere capace di caducare il
provvedimento amministrativo.
Al di fuori di tale ipotesi di creazione giurisprudenziale, l’obbli-
go di motivazione del provvedimento amministrativo non trova
alcun fondamento nel testo normativo, con conseguente avvio
della pratica di ricorsi interruttivi al buio, onde evitare che il
provvedimento divenisse inoppugnabile.
Divennero, difatti, frequenti i ricorsi al buio intentati dall’interes-
sato per evitare lo spirare dei termini di impugnazione, senza
aver preventivamente verificato la legittimità del provvedimento
a causa della carenza di motivazione dell’atto.
Il diritto di difesa, tuttavia, era recuperato mediante l’espediente
processuale dei motivi aggiunti i quali permettevano al ricorrente di
integrare il ricorso di elementi conosciuti solo in seguito.
49
Secondo un diverso orientamento minoritario, invece, il termine
per impugnare il provvedimento amministrativo decorreva solo
a seguito della piena conoscenza estesa a tutti i suoi elementi
essenziali, possibile solo a seguito della comunicazione del prov-
vedimento completo di motivazione, con conseguenza che non
sorgeva per il destinatario alcun onere di impugnare il provve-
dimento.
50
i principi e i dettami che l’amministrazione ha applicato al caso
concreto. Secondo la giurisprudenza maggioritaria, tuttavia, la
mera enunciazione dei referenti normativi non è idonea a garan-
tire la legittimità del provvedimento.
A ben vedere, però, dalla distinzione sancita dalla legge sul pro-
cedimento amministrativo si rinviene una prospettiva funzionale
della nozione di motivazione, con conseguenza che lo squilibrio
delle due parti che la compongono non è in grado di inficiarla,
qualora quest’ultima si presenti sufficiente per garantire un’ef-
fettiva tutela per il consociato destinatario del provvedimento.
Pertanto, quando il destinatario del provvedimento è in grado di
comprendere il percorso logico e l’iter probatorio seguito dalla
pubblica amministrazione nel giungere alla scelta del provve-
dimento e, nel contempo, il giudice è in grado di trarre dalla
giustificazione tutti gli strumenti idonei per sindacare l’opera-
to dall’amministrazione, la lacuna motivazionale non intacca il
provvedimento amministrativo.
La motivazione, pertanto, è definita sufficiente quando le argo-
mentazioni sono idonee a far desumere con chiarezza elementi
di fatto posti alla base dell’atto e il percorso logico - giuridico
seguito dalla P.A.
Va, però, puntualizzato che la chiarezza e la completezza della
motivazione sono inversamente proporzionali alla complessità
del procedimento amministrativo, dipendendo, pertanto, dalla
complessità dell’istruttoria, il carattere ampliativo o restrittivo
del provvedimento e il livello di incidenza del potere nella sfera
giuridica del destinatario.
51
Ne deriva, dunque, che l’ordinamento giuridico recepisce un
principio di flessibilità in punto di motivazione del provvedi-
mento amministrativo.
52
Per quanto concerne, invece, i provvedimenti afferenti l’area dei
concorsi pubblici, la norma è stata estesa non solo ai concorsi
nel pubblico impiego, ma anche alle gare per la stipula dei con-
tratti pubblici.
A diverse conclusioni, invece, giunge la giurisprudenza con ri-
guardo ai concorsi interni i quali, comportando un mero passag-
gio di qualifica, esulano dall’area di concorsi pubblici.
Gli atti dei concorsi interni sono finalizzati, secondo l’interpre-
tazione ermeneutica dominante, alla gestione di un rapporto di
lavoro già instaurato e, pertanto, la loro natura privatistica sfug-
ge all’applicazione della disciplina prevista dalla legge n° 241
del 1990.
L’adeguata motivazione, inoltre, deve sorreggere anche gli atti
relativi al rapporto con il dipendente pubblico.
Tuttavia, per quanto concerne la sospensione cautelare del servi-
zio pubblico del pubblico impiegato, l’Amministrazione il prov-
vedimento adottato ex art. 91, comma 1, del T.U. n° 3 del 1957,
prevede che la sospensione fino alla pronuncia della sentenza
penale definitiva, è già di per sé idonea a motivare adeguata-
mente il provvedimento.
53
la posizione giuridica dei privati.
Gli atti normativi presentano caratteristiche strutturali di astrat-
tezza e generalità che le rendono non idonee a ledere immedia-
tamente i destinatari. Detta conferma perviene anche dall’ana-
lisi della loro funzione di creazione di norme di diritto, essendo
espressione del potere politico.
L’orientamento comunitario è, tuttavia, di diverso avviso in
quanto richiede la motivazione anche per gli atti normativi al
fine di vagliarne il rispetto del principio di sussidiarietà.
L’art. 3 che esclude dall’obbligo di motivazione anche gli atti a
contenuto generale va però letta in combinato disposto con l’art.
13 del medesimo testo normativo, prevedendo un’eccezione alla
disciplina in tema di partecipazione agli atti a contenuto gene-
rale.
54
provvedimenti a carattere discrezionale, procedendo verso una
progressiva attenuazione nei provvedimenti amministrativi a
contenuto vincolante.
Il contenuto vincolante della determinazione assunta, tuttavia,
non esonera la l’Amministrazione dall’indicazione dei presup-
posti di fatto e ragioni giuridiche che hanno condotto la stessa a
provvedere in tal senso.
Applicando dette coordinate ermeneutiche emerge, pertanto,
che gli atti di autotutela devono essere sorretti da motivazione
ampia e particolareggiata, stante il carattere fortemente discre-
zionale che le connota.
Di medesimo avviso è il Consiglio di Stato (Adunanza Plenaria
sentenza n° 8 del 2017), il quale ha ritenuto che il ritiro del per-
messo edilizio in sanatoria, illegittimamente rilasciato, è sempre
soggetto a motivazione non potendo rinvenire nella teoria della
sussistenza dell’interesse pubblico in re ipsa la condizione per
l’esonero della motivazione.
Il Supremo Collegio, infatti, sottolinea che la tutela dell’interesse
pubblico al ripristino della legalità violata non può mai elevarsi
a ragione dell’omissione dell’onere motivazionale incombente
sull’Amministrazione.
A ben vedere, le tipologie di atti a motivazione rafforzata sono
accomunate dal carattere altamente discrezionale i cui effetti si
ripercuotono sulle posizioni giuridiche soggettive dei privati o
sulle finanze pubbliche.
La motivazione della reiterazione dei vincoli preordinati all’e-
sproprio, ad esempio, richiede un’adeguata motivazione sorretta
55
da idonea istruttoria, al fine di dissolvere dubbi circa il contenu-
to vessatorio o l’ingiustizia del provvedimento.
Altro esempio di motivazione particolarmente atteggiata è rinve-
nibile nell’occupazione provvedimentale disciplinata all’art. 42 bis,
comma 4, del d.p.r. n° 327 del 2001, la quale richiede ai fini di
legittimità del provvedimento una particolare attenzione alle esi-
genze pubbliche attuali e all’eccezionalità delle ragioni di interesse
pubblico, tali da giustificare l’assenza di valide alternative.
Restando in tema di urbanistica, altra ipotesi di motivazione raf-
forzata è rinvenibile nelle varianti ai piani urbanistici qualora
essi sacrifichino le legittime aspettative dei proprietari.
In netta contrapposizione alle ipotesi appena annoverate si sca-
glia la proprietà di ripetizione delle somme indebitamente versate
al pubblico dipendente che, secondo giurisprudenza costante, non
necessità di motivazione in ordine all’interesse attuale specifico e
concreto della rimozione degli effetti dallo stesso prodotto.
56
La riforma ha introdotto, nel nostro ordinamento, un’ipotesi ge-
nerale di semplificazione provvedimentale, alleggerendo le pub-
bliche amministrazioni dal gravoso onere motivazionale.
La semplificazione provvedimentale, tuttavia, non va letta come
il decadere dell’obbligo di motivazione del soggetto pubblico,
poiché è sempre necessario consentire al privato di comprendere
i motivi del diniego dell’istanza.
La norma, pur salutata con favore dalla dottrina poiché garanti-
sce lo snellimento del procedimento amministrativo in presenza
di domande irragionevoli del privato, non è immune da censure,
soprattutto in punto di sanzione derivante in caso di adozio-
ne del provvedimento semplificato in assenza dei presupposti
richiesti dall’art. 2 della legge n° 241 del 1990.
Non è chiaro, infatti, quali siano le conseguenze scaturenti dalla
violazione dei requisiti accertato in giudizio. Parte della dottri-
na, propende per un’integrazione postuma della motivazione,
al fine di scongiurare l’annullamento dell’atto amministrativo,
ponendo non pochi problemi per in ordine al principio di parità
delle armi processuali tra parti.
Rinviando al paragrafo successivo l’ammissibilità dell’integra-
zione in giudizio della motivazione, si può anticipare che la
giurisprudenza maggioritaria ammette l’integrazione postuma
del provvedimento erroneamente adottato in forma semplificata
solo per le ipotesi di attività vincolata.
Qualora, infatti, residuino margini di discrezionalità, il provvedi-
mento sarà caducato ed oggetto di riedizione ad opere dell’Am-
ministrazione soccombente.
57
5.3 La motivazione per relationem.
Affinché la motivazione del provvedimento amministrativo pos-
sa considerarsi adeguata è necessario che contempli le oltre ai
presupposti di fatto e le ragioni giuridiche, anche i criteri utiliz-
zati e l’iter logico seguito per giungere alla scelta conclusiva.
La mancanza di detti elementi, infatti, non consente al privato
di comprendere le scelte della P.A. né al giudice di esercitare il
suo sindacato sulla legittimità della scelta pubblica.
Qualora la norma d’azione impone ai soggetti pubblici la scelta
da compiere, senza riconoscere loro alcun margine di discrezio-
nalità, la motivazione può essere redatta in modo semplificato.
Infatti, la giurisprudenza amministrativa ritiene sufficiente, in
tale ipotesi, la mera indicazione dei presupposti di fatto legisla-
tivamente tipizzate al fine di giustificare l’adozione della deci-
sione.
Queste ipotesi sono ricorrenti nella prassi, infatti, l’iter logico se-
guito dalla P.A. risulta agevolmente ricostruibile dall’interessato
o dal giudice in sede processuale.
Quanto esposto è oggi positivizzato dall’art. 3, comma 3 della
legge n° 241 del 1990 come emerge dalla stretta connessione tra
la motivazione e sviluppo dell’iter procedimentale.
La P.A., infatti, ben potrebbe argomentare le scelte assunte ri-
chiamando gli atti endoprocedimentali (pareri, documenti, nulla
osta, rapporti tecnici ecc.…) intervenuti nel corso dell’istrutto-
ria, purché essi siano resi disponibili al momento al soggetto
destinatario al momento della relativa comunicazione.
Tale modalità, a ben vedere, pone non pochi dubbi interpretati-
58
vi, il primo fra tutti in ordine all’esatto significato della “dispo-
nibilità dell’atto”.
Secondo la giurisprudenza maggioritaria non conduca all’illegit-
timità dell’atto amministrativo qualora essa si risolva nella man-
cata allegazione del documento citato in motivazione.
A conclusione differenti, ossia alla caducazione del provvedi-
mento amministrativo per violazione di legge, si giungerà, inve-
ce, nelle ipotesi in cui il documento richiamato dal soggetto pub-
blico sia del tutto assente o indisponibile al privato destinatario
degli effetti giuridici dell’atto.
Sembra registrarsi una tendenza a circoscrivere e limitare le ipo-
tesi di annullamento del provvedimento mediante l’esaltazione
del principio di conservazione del provvedimento amministrati-
vo, purché essa non impedisca al privato di conoscere le ragioni
della scelta pubblica.
59
Secondo la costante giurisprudenza, l’obbligo di motivazione
del provvedimento amministrativo non potrà ritenersi violato
qualora, prescindendo dal tenore letterale dell’atto finale, i do-
cumenti dell’istruttoria offrano elementi sufficienti e univoci da
cui desumere l’iter motivazionale posto a sostegno della deter-
minazione amministrativa (Consiglio di Stato, sez. VI, sentenza
n° 1907 del 31 marzo 2012).
In tale ottica, dunque, quando le ragioni delle scelte della P.A.
siano agevolmente rinvenibili dalla lettura degli atti afferenti le
varie fasi procedimentali, dunque, risultano osservati i principi
di trasparenza e lealtà declinati dell’art. 97 Cost.
60
Frequenti, infatti, sono le pronunce del Consiglio di Stato che
qualificano la motivazione anomala come sintomatiche di un
vizio diverso, intrinseco nella decisione del provvedimento am-
ministrativo. Del resto il requisito formale della motivazione
prescritta ex lege è da ritenersi rispettato, diversamente dalla
congruità logica delle ragioni giustificative.
61
A tal proposito, la dottrina tradizionale e la giurisprudenza mag-
gioritaria, da sempre, negano la possibilità di introdurre, per la
prima volta, in giudizio di elementi non riscontrabili nel provve-
dimento amministrativo.
Detto orientamento ermeneutico, espressione del principio pro-
cessualistico di effettività della tutela, trova conferma nel tenore
letterale dell’art. 3 della legge n° 241 del 1990, dal quale emerge
la necessità della contestualità tra motivazione e dispositivo del-
la determinazione amministrativa.
L’onere di motivare le scelte assunte dalla P.A., del resto, si pone
come contropartita al potere esecutorio che caratterizza il prov-
vedimento amministrativo, come la stessa lettera della norma
conferma (“hanno determinato la decisione amministrativa”).
L’integrazione postuma della motivazione contrasta, inoltre,
anche con la natura del processo amministrativo che vincola il
giudice non potendo ampliare il thema decidendum.
La modifica in corso di causa del provvedimento amministrati-
vo comporterebbe, infatti, la violazione della funzione principe
della motivazione, ossia la tutela delle posizioni giuridiche dei
privati cittadini quali destinatari degli effetti giuridici dell’atto.
Il privato si troverebbe, allora, ad impugnare un provvedimento
senza comprendere le ragioni della scelta pubblica, nonché sen-
za la possibilità di progettare un’idonea linea difensiva.
Di diverso avviso, invece, è un filone minoritario della giurispru-
denza amministrativa che muovendosi dal principio di inesauri-
bilità del potere autoritativo, ammettono forme progressive di inte-
grazione della motivazione.
62
Secondo tale orientamento dottrinale nulla vieta l’introduzione
in giudizio di nuovi atti contenenti le ragioni della scelta pubbli-
ca per il tramite degli scritti difensivi neppure il dettato dell’art.
3 della legge n° 241 del 1990.
Il filone ermeneutico, con una forte impronta sostanziale, pren-
de le mosse dalla valorizzazione delle disposizioni costituzionali
e, in particolare, dagli artt. 24, 111 e 113 Cost.
Infatti, l’accoglimento della teoria formale della motivazione
apporterebbe ad una mera vittoria processuale per il ricorrente,
potendo la P.A. riadottare, successivamente, il provvedimento
sfavorevole, motivandolo.
Diversamente, solo l’ammissione della motivazione postuma
comporterebbe una concentrazione dei giudizi aventi ad oggetto
tutte le questioni di illegittimità potenziale del provvedimento,
garantendo, in questo modo, la cessazione definitiva della mate-
ria del contendere.
L’integrazione della motivazione in sede processuale non si con-
figurerebbe, allora, come ipotesi di violazione della parità delle
armi processuali, poiché al privato, grazie al ricorso per motivi
aggiunti, è garantita la possibilità di ampliare la domanda pro-
cessuale alla luce dei nuovi documenti introdotti dall’Ammini-
strazione resistente.
La teoria della formazione progressiva della motivazione, che
ammette l’integrazione di nuovi elementi motivazionali nel cor-
so del processo, non è, tuttavia, immune da critiche.
La tesi, infatti, comporterebbe la “dequotazione della motivazione”,
la quale da elemento principale, diventerebbe un mero elemento
63
accidentale, la cui carenza determinerebbe la mera irregolarità
del provvedimento sanabile in giudizio.
Inoltre, il ruolo ancillare che la motivazione andrebbe ad assol-
vere, è in netta antitesi con lo spirito dell’art. 3 della legge n°
241 del 1990, che sembra, invece, affermare la regola dell’annul-
lamento del provvedimento immotivato.
Margini di ammissibilità per la motivazione postuma sembrano,
oggi, possibili solo in ipotesi di attività vincolate della P.A.
64
Seconda Parte
L’attività amministrativa dell’Ente Locale
Capitolo I
Atti degli organi collegiali
65
mento degli scopi prefissati.
Il Consiglio ha competenza limitata potendo adottare solo i se-
guenti atti fondamentali:
• Lo Statuto del Comune e lo Statuto delle aziende speciali,
disciplinate rispettivamente dagli artt. 6 e 114 del D.lgs. n.
267/2000;
• I programmi, le relazioni previsionali e programmatiche, i
programmi di opere pubbliche, i piani economico-finanzia-
rio, i bilanci annuali e pluriennali nonché le loro variazioni;
• Il rendiconto di gestione, con la relazione della Giunta e del
Collegio dei Revisori ai sensi degli artt. 227 e 239, comma 1
lett.d), del D.lgs. n. 267/2000;
• Le convenzioni tra Comuni e Provincia, ex artt. 30 e 31 del
D.lgs. n. 267/2000;
• La costituzione e modifica delle forme associative ex artt. 31
– 32 – 34 del D.lgs. n. 267/2000;
• La costituzione di aziende speciali ex art. 114 del D.lgs. n.
267/2000;
• La concessione dei pubblici servizi e l’affidamento di attività
o servizi mediante convenzione;
• la partecipazione a società di capitali;
• La negoziazione di mutui, aperture di crediti presso istituiti
bancari nonché prestiti obbligazionari;
• Gli acquisti e la vendita di beni immobili e relative permute;
• Gli appalti e concessioni che non rappresentino mere esecu-
zioni e, in ogni caso, che non rientrino nell’ordinaria ammini-
strazione di funzioni di competenza del Segretario comunale
66
o altri funzionari;
• La definizione di indirizzo per la nomina, ad opera del Sin-
daco, di rappresentanti del Comune presso Enti, aziende ed
istituzioni;
• I piani urbanistici e territoriali;
Per quanto concerne le materie di competenza della Giunta co-
munale, l’intervento della legge n. 142 del 1990 e il successivo
Testo Unico degli Enti Locali hanno innovato la disciplina, so-
stituendo al generale criterio residuale ante riforma - in cui si at-
tribuiva alla Giunta le funzioni non svolte dal Sindaco, dal Con-
siglio o dal Segretario comunale- a un criterio di collaborazione
volto ad attuare gli indirizzi generali stabiliti dal Consiglio.
Accanto alla funzione propositiva di attuazione degli indirizzi
dettati dalla Consiglio, non mancano poi le competenze che la
legge attribuisce alla Giunta. Tra le competenze più significati-
ve sono annoverabili:
• Approvazione, variazione e opposizione alle modifiche del
Piano Esecutivo di Gestione, ai sensi degli artt. 169 e 172,
comma 2, del D.lgs. n. 267/2000;
• L’approvazione dei progetti preliminari e definitivo delle ope-
re pubbliche;
• L’adozione dello schema del piano triennale dei lavori pub-
blici;
• La relazione illustrativa del rendiconto annuale prevista ai
sensi dell’art. 151, comma 6, del D.lgs. n. 267/2000;
• Predisposizione dello schema di bilancio annuale e previsione
pluriennale del documento unico di programmazione;
67
• Liquidazione dei debiti in caso di dissesto economico;
• Utilizzo del fondo di riserva ex art. 166 del D.lgs. n. 267/2000;
• Le anticipazioni della tesoreria prevista a norma dell’art. 222
del D.lgs. n. 267/2000;
• Le destinazioni delle sanzioni amministrative pecuniarie, ex
art. 208 del D.lgs. n. 285 del 1992;
• L’approvazione dei regolamenti sull’ordinamento degli uffi-
ci e dei servizi prevista dall’art. 48, comma 3, del D.lgs. n.
267/2000;
• Verifica dello schedario elettorale;
• Intitolazione della Piazze, vie ecc.…
In definitiva, le competenze della Giunta Comunale sono di gover-
no e si sostanzia in un’attività di programmazione intermedia.
Dette attività sono, inoltre, riservate poiché non delegabili
68
La proposta è individuata come l’atto di impulso del procedi-
mento deliberativo, che può avvenire su iniziativa di parte o
dell’Ufficio.
La proposta, inoltre, si configura anche come un atto che, oltre a
sollecitare l’attività di un organo, ne esprime anche un giudizio
sul contenuto del provvedimento amministrativo finale.
Pertanto, la proposta è definibile come atto propulsivo del pro-
cedimento deliberativo a contenuto misto in cui coesiste volontà
e opinione del soggetto istante o dell’Ufficio predisponente.
La proposta, tuttavia, non deve essere confusa con l’avvio del
procedimento amministrativo, il quale è configurabile come
l’affidamento materiale della pratica al funzionario responsabile
dell’unità preposta per l’apertura della fase istruttoria. L’atto di
proposta, pertanto, è successivo all’avvio del procedimento am-
ministrativo ed è redatto, generalmente, da un organo tecnico.
La proposta, inoltre, non va confusa con il parere tecnico pur
essendo adottato dal medesimo organo, in quanto sono atti che
attengono a fasi distinte del procedimento amministrativo.
Essa è un elemento fondamentale del procedimento deliberativo
la cui omissione formale conduce all’illegittimità della delibera
per violazione di legge e, in particolare, per omissione del suo
antecedente logico.
69
3. I pareri
Il parere è una manifestazione di giudizio emesso dall’organo
tecnico in ausilio degli organi deputati a decidere.
È una valutazione degli elementi di carattere amministrativo o
tecnico espressa da un organo, monocratico o collegiale, com-
petente.
Salvo i casi espressamente previsti dalla legge, il parere non ha
carattere vincolante, pertanto, la valutazione non è idonea a far
venir meno il potere discrezionale dell’organo deliberante.
In quanto elaborazioni di dati ed espressione di valutazioni, il
parere interviene nella fase istruttoria del procedimento ammi-
nistrativo.
Il parere, pertanto, si configura come collante tra la fase istrut-
toria e la fase provvedimentale in quanto consiglia e illustra le
soluzioni più opportune guidando l’azione amministrativa.
I pareri possono essere obbligatori o facoltativi a seconda se l’ac-
quisizione è imposta per legge oppure è mera facoltà dell’Am-
ministrazione procedente.
Nel caso di pareri facoltativi, tuttavia, l’Amministrazione opera
una sorta di autolimitazione poiché, successivamente all’istanza
di parere, la P.A. non può procedere alla delibera fin a quando
l’organo tecnico non abbia manifestato il suo giudizio.
In ogni caso sia i pareri obbligatori che quelli facoltativi non
vincolavano l’Amministrazione procedente la quale può adot-
tare un provvedimento con contenuto contrario alla valutazione
espressa dall’organo tecnico, purché adeguatamente motivato.
70
4. Il parere del responsabile del servizio.
L’art. 49 del D.lgs. n. 267/2000, recante la disciplina la materia
dei pareri obbligatori del responsabile del servizio, dispone che
“Su ogni proposta di deliberazione sottoposta alla Giunta e al Consiglio
che non sia mero atto di indirizzo deve essere richiesto il parere, in or-
dine alla sola regolarità tecnica, del responsabile del servizio interessato
e, qualora comporti riflessi diretti o indiretti sulla situazione economi-
co-finanziaria o sul patrimonio dell’ente, del responsabile di ragioneria
in ordine alla regolarità contabile. I pareri sono inseriti nella delibera-
zione”.
Dalla disposizione perviene che il responsabile del servizio è
tenuto a rendere parere obbligatorio, con funzione consultiva,
ogni volta che la delibera della Giunta o del Consiglio non abbia
ad oggetto un mero atto di indirizzo, oppure nelle ipotesi in cui
la delibera pur non configurandosi come atto di indirizzo non
sortisca alcun effetto, diretto o mediato, sulla situazione econo-
mico-finanziaria o sul patrimonio dell’Ente.
In quest’ultimo caso, infatti è richiesto un mero parere di rego-
larità tecnica ma non anche di regolarità contabile.
Mentre in caso di delibera con effetti diretti sulla situazione eco-
nomico-finanziaria non si pongono problemi, in quanto dette
ipotesi ricorrono con l’adozione di atti di impegno di spesa, di-
minuzione di entrate, oppure, più in generale, nei casi di delibe-
ra avente ad oggetto la variazione economiche del patrimonio
dell’Ente, notevoli problemi, invece, si pongono nell’individua-
zione delle delibere aventi effetti indiretti sulla situazione econo-
mica e patrimoniale dell’Ente.
71
La complessa enunciazione di un criterio generale in grado di
individuare i provvedimenti aventi riflessi mediati sulla situazio-
ne finanziaria dell’Ente ha condotto la dottrina ad ipotizzare
svariate soluzioni.
Tuttavia, il criterio oggi più adoperato nella prassi per indivi-
duare l’ambito di applicazione della normativa è, senza dubbio,
il rispetto dell’equilibrio di bilancio che trova la sua copertura
costituzionale nell’art. 119, comma 1.
72
berazione ed apposto il visto di regolarità contabile sulle determinazioni
dei soggetti abilitati. Il responsabile del servizio finanziario effettua le at-
testazioni di copertura della spesa in relazione alle disponibilità effettive
esistenti negli stanziamenti di spesa e, quando occorre, in relazione allo
stato di realizzazione degli accertamenti di entrata vincolata secondo
quanto previsto dal regolamento di contabilità”.
Ne deriva, dunque, che il parere di regolarità contabile, reso dal
responsabile del servizio finanziario, dovrà fondarsi sulle nor-
mative legislative e regolamentari attinenti alla materia di con-
tabilità pubblica, finanziaria e fiscale.
Il responsabile del servizio, pertanto, dovrà valutare gli effetti so-
stanziali, di carattere economico e patrimoniale, che discendono
dalle delibere adottate dall’organo decidente.
Il responsabile del servizio finanziario è preposto, dunque, alla
verifica di veridicità delle previsioni di entrata e di compatibilità
delle previsioni di spesa da iscriversi nel bilancio di previsione
ed alla verifica periodica dello stato di accertamento delle entra-
te e di impegno delle spese, alla regolare tenuta della contabili-
tà economico-patrimoniale, ai sensi dell’art. 153, comma 4, del
D.lgs. n. 267/2000.
Il parere è, quindi, una verifica diretta a garantire che non sia
compromesso l’equilibrio finanziari e del rispetto dei vincoli di
finanza pubblica.
73
I Consigli comunali, provinciali e delle città metropolitane eleg-
gono con voto limitato a due componenti, un collegio di revisori
composto da tre membri. Ai sensi del D.lgs. n. 138 del 2011 essi
sono scelti:
• uno tra gli iscritti al registro dei revisori contabili, il quale
svolge le funzioni di presidente del collegio;
• uno tra gli iscritti nell’albo dei dottori commercialisti;
• uno tra gli iscritti nell’albo dei ragionieri.
L’organo di revisione contabile dura in carica tre anni a decor-
rere dalla data di esecutività della delibera o dalla data di im-
mediata eseguibilità nell’ipotesi di cui all’articolo 134, comma
3, del D.lgs. n. 267/2000 ed è revocabile solo per inadempienza,
ossia, per la mancata presentazione della relazione alla proposta
di deliberazione consiliare del rendiconto entro il termine pre-
visto dall’articolo 239, comma 1, lettera d). del medesimo testo
unico.
Ai sensi dell’art. 239, comma 1, del t.u.e.l. l’organo di revisione
deve rendere obbligatoriamente il proprio parere per le seguenti
deliberazioni:
a. strumenti di programmazione economico-finanziaria;
b. proposta di bilancio di previsione, verifica degli equilibri e
variazioni di bilancio;
c. modalità di gestione dei servizi e proposte di costituzione
o di partecipazione ad organismi esterni;
d. proposte di ricorso all’indebitamento;
e. proposte di utilizzo di strumenti di finanza innovativa, nel
rispetto della disciplina statale vigente in materia;
74
f. proposte di riconoscimento di debiti fuori bilancio e tran-
sazioni;
g. proposte di regolamento di contabilità, economato-prov-
veditorato, patrimonio e di applicazione dei tributi locali;
h. vigilanza sulla regolarità contabile, finanziaria ed econo-
mica della gestione relativamente all’acquisizione delle en-
trate, all’effettuazione delle spese, all’attività contrattuale,
all’amministrazione dei beni, alla completezza della docu-
mentazione, agli adempimenti fiscali ed alla tenuta della
contabilità;
i. relazione sulla proposta di deliberazione consiliare di ap-
provazione del rendiconto della gestione e sullo schema
di rendiconto entro il termine, previsto dal regolamento
di contabilità e comunque non inferiore a 20 giorni, de-
corrente dalla trasmissione della stessa proposta approvata
dall’organo esecutivo.
j. referto all’organo consiliare su gravi irregolarità di gestio-
ne, con contestuale denuncia ai competenti organi giuri-
sdizionali ove si configurino ipotesi di responsabilità;
k. verifiche di cassa di cui all’articolo 223 del D.lgs. n.
267/2000.
Detti pareri devono essere resi dall’organo di revisione mediante
un giudizio che si attenga ai principi di congruità, di coeren-
za e di attendibilità contabile come declinato dal comma 1 bis
dell’art. 239 del D.lgs. n. 267/2000 introdotto ad opera del D.L.
10 ottobre 2012, n. 174, convertito, con modificazioni, dalla L.
7 dicembre 2012, n. 213.
75
8. Attestazione di copertura finanziaria.
Le delibere che hanno ad oggetto un impegno di spesa e che
comportano riflessi sulla situazione economica patrimoniale
dell’Ente, necessitano di un parere di regolarità contabile ad
opera del responsabile del settore finanziario.
Tuttavia, elemento necessario della fase integrativa dell’efficacia
degli atti aventi carattere economico è rappresentato dall’attesta-
zione di copertura finanziaria.
Detto elemento è l’accertamento dell’esistenza delle risorse e in-
dividuazione del capitolo di bilancio assegnato con il PEG, a cui
imputare la spesa.
La carenza dell’attestazione di copertura contabile impedisce
l’esecuzione dell’atto di impegno, rendendolo inefficace.
L’attestazione di copertura finanziaria, pertanto, rientra in
un’attività di controllo successiva sui provvedimenti di gestione,
necessaria ai fini di efficacia dell’impegno di spesa; il parere di
regolarità contabile, diversamente, è una valutazione di giudizio
che attiene ad un’attività consultiva antecedente l’adozione del
provvedimento.
Qualora l’attestazione di copertura avvenga antecedentemente
l’assunzione dell’atto di impegno si converte in una mera pre-
notazione di impegno.
9. Verbale
Il verbale rappresenta l’estrinsecazione attraverso il quale si ma-
nifesta la deliberazione, in altre parole, la veste del provvedi-
mento.
76
Le deliberazioni, infatti, vengono trasfuse in un verbale di sedu-
ta la cui redazione spetta al Segretario, quale pubblico ufficiale
deputato a redigere la verbalizzazione delle delibere dell’organo
collegiale.
Il verbale si configura come un processo verbale in cui sono
riportate, secondo un criterio cronologico, tutte le operazioni
compiute dal collegio oltre a rivestire la forma scritta delle deli-
berazioni collegiali.
Tuttavia, mentre la deliberazione rappresenta la dichiarazione di
volontà esternata dall’organo deliberante, il verbale costituisce
la veste della stessa con funzione di garantire la veridicità della
volontà.
Nonostante l’attività di verbalizzazione e di deliberazione sono
assolte con la compilazione di un unico documento coinciden-
do, pertanto, sotto l’aspetto formale, esse restano ontologica-
mente distinte.
Si distinguono anche sotto il profilo soggettivo in quanto, mentre
l’attività di deliberazione è imputabile esclusivamente al collegio
deliberante, l’attività di verbalizzazione è compiuta dal Segreta-
rio che assiste alle sedute.
La distinzione tra la delibera e il verbale viene in rilievo anche
con riguardo al profilo della rettificabilità, in quanto mentre la
prima è sempre soggetta a rettifiche ad opera dell’organo deli-
berante, la verbalizzazione, successivamente alla lettura e appro-
vazione, non può essere in alcun modo soggetto ad integrazioni
o rettifiche.
L’attività di verbalizzazione deve essere contestuale all’attività
77
dell’organo deliberante, per cui il verbale, oltre a contenere le
indicazioni formali di luogo e di tempo, deve essere redatto du-
rante la seduta collegiale.
A pena di nullità il verbale deve contenere il nome del Presiden-
te che apre e dirige i lavori, il numero dei membri presenti alla
votazione e il numero dei voti favorevoli o contrari alla proposta
di deliberazione.
78
Capitolo II
Modulistica
79
L’atto, pertanto, si apre sempre con l’intestazione, volto a spe-
cificare la competenza dell’organo. Si tratta di formule standard
che possono essere, a titolo esemplificativo, così riprodotte:
COMUNE DI …..
PROVINCIA DI …..
80
Sessione……….. ( ordinaria o straordinaria)
Seduta …………. (pubblica o segreta)
………………… (1° o 2°) convocazione
Segue poi l’indicazione della data e del luogo della seduta uni-
tamente all’indicazione della tempestiva comunicazione ai Con-
siglieri dell’avviso della convocazione del Consiglio, disposto
dal Sindaco, secondo un linguaggio burocratico, come di sotto
riportato:
81
………………….. che procede all’appello nominale dei Consiglieri;
All’appello risultano:
1 - ……………………………….
2 - ……………………………….
3 - …………………………….....
4 - ………………………………..
5 - ………………………………..
6 - ……………………………….
Totale presenti n. ………..
Totale assenti n. ………..
82
Segue, solo a questo punto, l’atto deliberativo in senso stretto,
espressione della volontà del Consiglio Comunale.
Nell’intestazione , pertanto, troveremo indicato l’organo com-
petente ad adottare l’atto.
IL CONSIGLIO COMUNALE
83
visione per l’esercizio finanziario 20….., della relazione previsionale e
programmatica e del bilancio pluriennale …..-…...”;
84
e non hanno effetto prima del 1° gennaio dell’anno successivo. I regola-
menti sulle entrate tributarie sono comunicati, unitamente alla relativa
delibera comunale o provinciale al Ministero delle finanze, entro trenta
giorni dalla data in cui sono divenuti esecutivi e sono resi pubblici me-
diante avviso nella Gazzetta Ufficiale. Con decreto dei Ministeri delle
finanze e della giustizia è definito il modello al quale i comuni devono
attenersi per la trasmissione, anche in via telematica, dei dati occorrenti
alla pubblicazione, per estratto, nella Gazzetta Ufficiale dei regolamenti
sulle entrate tributarie, nonché di ogni altra deliberazione concernente le
variazioni delle aliquote e delle tariffe di tributi.
3. … ommiss…
4. (Comma così modificato dall’art. 1 del D.lgs. 30 dicembre 1999, n.
506) Il Ministero delle finanze può impugnare i regolamenti sulle entra-
te tributarie per vizi di legittimità avanti gli organi di giustizia ammi-
nistrativa.
5. … ommiss
6. (Comma abrogato dall’art. 1, comma 224.b, della legge 24 dicembre
2007, n. 244).
7. (Comma abrogato dall’art. 10, comma 5.a, della legge 28 dicembre
2001, n. 448.
Considerato che l’articolo 14 del decreto legge n. 201 del 6 dicembre
2011, sopra richiamato, prevede una serie di riduzioni ed agevolazioni
ed ulteriori spazi per la potestà regolamentare comunale”;
85
su proposta del Ministro dell’economia e delle Finanze e del Ministro
dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, sentita la conferen-
za Stato-città ed autonomie locali;
VISTO , altresì, l’art. 13, comma 15, del decreto legge 6 dicembre 2011,
n. 201 che testualmente dispone:
“15. A decorrere dall’anno d’imposta 2012, tutte le deliberazioni regola-
mentari e tariffarie relative alle entrate tributarie degli enti locali devono
essere inviate al Ministero dell’economia e delle finanze, Dipartimento
delle finanze, entro il termine di cui all’articolo 52, comma 2, del de-
creto legislativo n. 446 del 1997, e comunque entro trenta giorni dalla
data di scadenza del termine previsto per l’approvazione del bilancio
di previsione. Il mancato invio delle predette deliberazioni nei termi-
ni previsti dal primo periodo è sanzionato, previa diffida da parte del
Ministero dell’interno, con il blocco, sino all’adempimento dell’obbligo
dell’invio, delle risorse a qualsiasi titolo dovute agli enti inadempienti.
Con decreto del Ministero dell’economia e delle finanze, di concerto con
il Ministero dell’interno, di natura non regolamentare sono stabilite le
modalità di attuazione, anche graduale, delle disposizioni di cui ai pri-
mi due periodi del presente comma. Il Ministero dell’economia e delle
finanze pubblica, sul proprio sito informatico, le deliberazioni inviate
dai comuni. Tale pubblicazione sostituisce l’avviso in Gazzetta Ufficiale
previsto dall’articolo 52, comma 2, terzo periodo, del decreto legislativo
n. 446 del 1997.”;
86
soppressione di tutti i vigenti prelievi relativi alla gestione dei rifiuti ur-
bani, sia di natura patrimoniale sia di natura tributaria, compresa l’ad-
dizionale per l’integrazione dei bilanci degli enti comunali di assistenza;
VISTO il D.lgs. 18 agosto 2000, n. 267, recante: «Testo unico delle leggi
sull’ordinamento degli enti locali», e successive modificazioni;
87
Può accadere che prima della votazione si apra una discussione
sull’oggetto da deliberare, pertanto, sarà necessario darne atto.
DELIBERA
1) di approvare il «Regolamento comunale per l’applicazione del tributo
comunale sui rifiuti e sui servizi», composto da n. 48 articoli con allegati
A e B all’interno, ed allegato al presente provvedimento quale parte in-
tegrante e sostanziale, ai sensi del combinato disposto delle norme citate
in premessa;
2) di dare atto che, con decorrenza ……….., sono soppressi tutti i vigen-
ti prelievi relativi alla gestione dei rifiuti urbani, sia di natura patrimo-
88
niale sia di natura tributaria, compresa l’addizionale per l’integrazione
dei bilanci degli enti comunali;
3) dare atto che le tariffe in sede di prima applicazione, adeguate alla
nuova normativa ed alle spese da sostenere nel ……., verranno appro-
vate in sede di approvazione del bilancio di previsione ……
89
REFERTO DI PUBBLICAZIONE
Il sottoscritto responsabile del servizio pubblicazioni aventi effetto di
pubblicità legale attesta che la presente deliberazione viene pubblicata
a partire dal ………. al …………….. all’albo pretorio per 15 giorni
consecutivi ai sensi dell’art.124, comma 1° del T.U. 267/2000 e nel
sito web istituzionale di questo Comune accessibile al pubblico ai sensi
dell’art.32, comma 1° della legge 18 giugno 2009, n. 69.
Lì,…………………..
IL SEGRETARIO COMUNALE
_______________________
CERTIFICATO DI ESECUTIVITA’
Si certifica che questa deliberazione, ai sensi dell’art. 3, comma 18 e 54,
Legge 244/2007 e dell’art. 32, comma 1 della Legge 18 giugno 2009
n. 69, è stata pubblicata sul sito WEB il giorno 19.02.2013 e rimarrà
pubblicata per 15 giorni consecutivi.
Addì, ……………………………
IL SEGRETARIO COMUNALE
________________________
90
1.2 Approvazione di modifiche allo Statuto comunale
L’iter di approvazione dello statuto e delle sue modifiche richie-
de che in sede di prima votazione la delibera sia approvata con
il voto favorevole dei due terzi dei consiglieri assegnati ivi com-
preso il sindaco, in quanto componente del consiglio comunale
ai sensi dell’art. 37 del T.U.O.E.L. n. 267/2000.
Nell’ipotesi di mancato raggiungimento del predetto quorum
deliberativo, si apre un’ulteriore fase procedimentale. Essa , per-
tanto, del tutto eventuale richiede per l’approvazione dello Sta-
tuto “per due volte il voto favorevole dalla maggioranza assoluta dei
consiglieri assegnati”.
Le due votazioni per le quali la legge richiede la maggioranza
assoluta devono tenersi entro trenta giorni.
Il termine prescritto dalla norma , tuttavia, non è considerato
perentorio con conseguenza che le votazioni possono anche
non essere consecutive.
Il procedimento aggravato per l’approvazione delle norme sta-
tutarie, così descritto, attesta la natura di atto normativo “fon-
damentale” comportando, pertanto, che su di esso converga il
più elevato numero di consensi attraverso un’ampia discussione
e comparazione d’interessi da parte della maggioranza e dell’op-
posizione consiliare.
Quanto esposto è valido anche per le modifiche delle norme
statutarie.
91
Testo
COMUNE DI …..
PROVINCIA DI …..
N. …………. REG. delle delibere del Consiglio Comunale
seduta del …/…/…
IL CONSIGLIO COMUNALE
PREMESSO CHE:
92
locali e nei consigli regionali” pubblicato in Gazzetta Ufficiale n.
288b del’11 dicembre 2012 ed in vigore dal 26 dicembre 2012, ha
novellato l’art. 6, comma 3, del t.u.e.l. prevedendo che lo statuto
debba garantire la presenza di entrambi i sessi nella giunta e negli
organi collegiali non elettivi del comune e della provincia, nonché
degli enti, aziende ed istituzioni da essi dipendenti;
93
dovrà essere ripetuta in successive due sedute da tenersi entro
trenta giorni ottenendo il voto favorevole della maggioranza as-
soluta dei componenti. Le disposizioni, appena esposte, si appli-
cano anche alle modifiche statutarie.
PRESO ATTO dei pareri di cui all’art. 49 del t.u.e.l. come risul-
tano dall’allegato A) alla presente deliberazione;
94
generale;
--Di dare atto che, a seguito dell’approvazione della modifica
ed integrazione, si procederà alla pubblicazione dello Statuto
sul BOLLETTINO Ufficiale della Regione , affisso all’albo
online nella sezione Amministrazione Trasparente del sito
Comunale e inviato al Ministro dell’Interno per essere inseri-
to nella raccolta ufficiali degli statuti;
--Di dare atto che la modifica ed integrazione entrerà in vigore
decorsi trenta giorni dall’affissione all’Albo pretorio;
Allegato n.1
(omissis)
Art. …… (omissis)
COMUNE DI …………..
PROVINCIA DI …………………..
95
DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA COMUNALE
96
Il Sindaco espone,
--PREMESSO CHE sulla presente proposta di delibera hanno
espresso parere favorevole:
1. Il Responsabile del servizio interessato in conformità a quan-
to previsto dall’art. 49, comma 1, del D.lgs. n. 267 del 2000;
2. Il Responsabile di Ragioneria per quanto concerne la com-
patibilità finanziaria e regolarità contabile della proposta di
delibera ex art. 49, comma 1 del D.lgs. 267/2000;
3. Il Segretario Comunale per quanto concerne la regolarità
tecnica come previsto dagli artt. 49 ,comma 2, e 97 , comma
4, del D.lgs. n. 267/2000;
97
professionalità ed economicità;
--VISTO l’art. 89, comma 3 , del D.lgs. n. 267/200 secondo
cui il regolamento sull’ordinamento degli uffici e dei servizi,
nella definizione delle procedure di assunzioni, deve far ri-
ferimento ai principi delineati negli artt. 35- 36 del D.lgs. n.
165/2001 e successive modifiche e integrazioni;
--CONSIDERANDO CHE l’art. 107 del D.Lgs 267/2000
prevede che spetta ai dirigenti la direzione degli uffici e dei
servizi secondo i criteri e le norme dettati dagli statuti e dai
regolamenti.
--CONSIDERANDO CHE nei Comuni privi di dirigenti le
funzioni vengono attribuite dal Sindaco mediante decreto
sindacale mediante il quale il funzionario diviene posizione
organizzativa a capo di una unità produttiva ed organizzativa
con autonomo potere di spesa nei limiti degli stanziamenti
previsti dal bilancio di previsione e dal Piano Esecutivo di
gestione;
-- CONSIDERANDO CHE spettano alle posizioni organizza-
tive tutti i compiti, compresa l’adozione degli atti e provvedi-
menti amministrativi che impegnano l’amministrazione verso
l’esterno, non ricompresi espressamente dalla legge o dallo
statuto tra le funzioni di indirizzo e controllo politico-ammi-
nistrativo degli organi di governo dell’ente;
--CONSIDERANDO CHE spettano alle posizioni organizzati-
ve tutti i compiti di attuazione degli obiettivi e dei programmi
definiti con gli atti di indirizzo adottati dai medesimi organi,
tra i quali in particolare, secondo le modalità stabilite dallo
98
statuto o dai regolamenti dell’ente:
1. la presidenza delle commissioni di gara e di concorso;
2. la responsabilità delle procedure d’appalto e di concorso;
3. la stipulazione dei contratti;
4. gli atti di gestione finanziaria, ivi compresa l’assunzione di
impegni di spesa;
5. gli atti di amministrazione e gestione del personale;
6. i provvedimenti di autorizzazione, concessione o analoghi,
il cui rilascio presupponga accertamenti e valutazioni, anche
di natura discrezionale, nel rispetto di criteri predeterminati
dalla legge, dai regolamenti, da atti generali di indirizzo, ivi
comprese le autorizzazioni e le concessioni edilizie;
7. tutti i provvedimenti di sospensione dei lavori, abbattimen-
to e riduzione in pristino di competenza comunale, nonché
i poteri di vigilanza edilizia e di irrogazione delle sanzioni
amministrative previsti dalla vigente legislazione statale e
regionale in materia di prevenzione e repressione dell’abu-
sivismo edilizio e paesaggistico-ambientale, le attestazioni,
certificazioni, comunicazioni, diffide, verbali, autenticazioni,
legalizzazioni ed ogni altro atto costituente manifestazione
di giudizio e di conoscenza;
8. gli atti ad essi attribuiti dallo statuto e dai regolamenti o, in
base a questi, delegati dal sindaco;
9. nonché la gestione del personale con i poteri e gli strumenti
del datore di lavoro.
--CONSIDERATO CHE L’ART. 2 DEL D.Lgs 81/2008 pre-
vede che il datore di lavoro sia il soggetto titolare del rappor-
99
to di lavoro con il lavoratore o, comunque, il soggetto che,
secondo il tipo e l’assetto dell’organizzazione nel cui ambi-
to il lavoratore presta la propria attività, ha la responsabilità
dell’organizzazione stessa o dell’unità produttiva in quanto
esercita i poteri decisionali e di spesa;
--CONSIDERATO CHE sempre L’ART. 2 DEL D.Lgs 81/2008
prevede che nelle pubbliche amministrazioni di cui all’articolo
1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, per
datore di lavoro si intende il dirigente al quale spettano i poteri
di gestione, ovvero il funzionario non avente qualifica dirigen-
ziale, nei soli casi in cui quest’ultimo sia preposto ad un ufficio
avente autonomia gestionale, individuato dall’organo di vertice
delle singole amministrazioni tenendo conto dell’ubicazione e
dell’ambito funzionale degli uffici nei quali viene svolta l’attività,
e dotato di autonomi poteri decisionali e di spesa;
--E presa visione dell’elenco dei servizi che questo Ente inten-
de assicurare nel rispetto della normativa vigente;
--VISTA la delibera consiliare n. …….. del ………………… ,
esecutiva, avente ad oggetto “Indirizzi generali per l’adozione del
regolamento sull’ordinamento degli uffici e dei servizi” e allegato al
presente atto costituito da numero ……. articoli, e ritenuto
lo stesso pienamente conforme alle esigenze di questa ammi-
nistrazione;
--RITENUTO lo schema di regolamento meritevole di appro-
vazione , in quanto conforme alle esigenze dell’Ente;
--TUTTO CIO’ CONSIDERATO
100
PROPONE
LA GIUNTA COMUNALE
DELIBERA
1. Di approvare il REGOLAMENTO DEGLI UFFICI E DEI
SERVIZI allegato al presente atto costituito da numero ven-
tinove articoli;
2. Di allegare al regolamento l’attuale dotazione organica del
comune suddivisa per area;
3. Di inviare via posta elettronica copia del regolamento a cia-
scuna posizione organizzativa;
4. Di dare atto che con l’entrata in vigore del presente rego-
lamento ogni altra disposizione regolamentare in contrasto
con il presente regolamento è abrogata;
5. Di dichiarare il provvedimento immediatamente eseguibile,
101
con separata ed unanime votazione.
6. Di pubblicare tempestivamente il testo del regolamento nella
sezione dedicata di “AMMINISTRAZIONE TRASPAREN-
TE”
Del che si è redatto il presente verbale come segue.
Addì,…………………………….
REFERTO DI PUBBLICAZIONE
n. ………………. Registro Pubblicazioni
Il sottoscritto responsabile del servizio pubblicazioni aventi ef-
fetto di pubblicità legale attesta che la presente deliberazione
viene pubblicata a partire dal ………. al …………….. all’albo
pretorio per 15 giorni consecutivi ai sensi dell’art.124, comma
1° del T.U. 267/2000 e nel sito web istituzionale di questo Co-
mune accessibile al pubblico ai sensi dell’art.32, comma 1° della
legge 18 giugno 2009, n. 69.
Lì,…………………..
IL SEGRETARIO COMUNALE
_______________________
102
CERTIFICATO DI ESECUTIVITA’
Si certifica che questa deliberazione, ai sensi dell’art. 3, comma
18 e 54, Legge 244/2007 e dell’art. 32, comma 1 della Legge
18 giugno 2009 n. 69, è stata pubblicata sul sito WEB il giorno
19.02.2013 e rimarrà pubblicata per 15 giorni consecutivi.
Addì, ……………………………
IL SEGRETARIO COMUNALE
____________________
COMUNE DI ………
PROVINCIA DI …………
D E L I B E R A DEL CONSIGLIO COMUNALE
Reg. n. …………
Data………….
103
persone dei Signori:
Cognome e Nome Presente
1. ……………………………………………….. - Sindaco
2. …………………………………………..…….
3. ………………………………………………….
4. ………………………….………………………
5. ……………………………..………………….
Totale Presenti n. ………..
Totale Assenti n. ………..
IL CONSIGLIO COMUNALE
104
2000, n. 267, il quale demanda al regolamento di
contabilità l’istituzione di un servizio economato per la gestione
di cassa delle spese di ufficio di non rilevante
ammontare;
VISTO il D.P.R. 4 settembre 2002, n. 254, concernente le ge-
stioni dei consegnatari e dei cassieri delle amministrazioni dello
Stato;
VISTO altresì l’articolo 3 della legge 13 agosto 2010, n. 136 (
Piano straordinario contro le mafie, nonché delega al Gover-
no in materia di normativa antimafia) ad oggetto: “Tracciabilità
dei flussi finanziari” con il quale sono state introdotte nuove
disposizioni in materia di pagamenti da parte delle pubbliche
amministrazioni a favore degli appaltatori nell’ambito dei con-
tratti pubblici per l’acquisizione dei beni, servizi e forniture che
prevedono:
a. l’obbligo di effettuare pagamenti esclusivamente su conti
correnti dedicati alle commesse pubbliche con strumenti
tracciabili (bonifico bancario o postale, ecc.) e di riportare
sugli stessi il numero di GIC e di CUP;
b. l’obbligo di inserire in tutti i contratti pubblici per l’ac-
quisizione dei beni, servizi e forniture, a pena di nullità
assoluta, una clausola con la quale l’appaltatore si assume
gli obblighi connessi alla tracciabilità dei flussi finanziari
di cui all’articolo 3 della L. n. 136/2010;
105
10 del 22 dicembre 2010, contenenti le linee guida per l’appli-
cazione della normativa sulla tracciabilità dei flussi finanziari,
con le quali è stato precisato che l’utilizzo del fondo economale
da parte delle pubbliche amministrazioni esula dall’ambito di
applicazione delle disposizioni sulla tracciabilità;
106
stazione appaltante procedente”;
TENUTO CONTO che, coerentemente con le indicazioni for-
nite dall’AVCP sopra citate, l’economo comunale, nella gestio-
ne delle spese d’ufficio di non rilevante ammontare, agisce in
piena autonomia e sotto la propria responsabilità, applicando
le disposizioni del codice civile e ponendo in essere contratti di
diritto privato, per i quali non trovano applicazione le specifiche
disposizioni contenute nel D.Lgs. n. 50/2016;
107
VISTO il Decreto del Ministro dell’Economia e Finanze del 23
gennaio 2015;
VISTO lo schema di regolamento, costituito da n. 16 articoli,
predisposto dal competente ufficio comunale che è parte inte-
grante e sostanziale della presente proposta di deliberazione;
RITENUTO di provvedere in merito;
VISTO il D.lgs. 18/08/2000, n. 267;
VISTO il D.lgs. 23/06/2011, n. 118;
VISTO il D.lgs. 12/04/2006, n. 163;
VISTO lo Statuto Comunale;
VISTO il Regolamento comunale di contabilità;
VISTO il parere favorevole rilasciato dall’organo di revisione
economico-finanziaria ai sensi dell’articolo 239,comma 1, del
D.Lgs. n. 267/2000, allegato al presente atto;
108
DELIBERA
Addì,…………………………….
REFERTO DI PUBBLICAZIONE
109
Il sottoscritto responsabile del servizio pubblicazioni aventi ef-
fetto di pubblicità legale attesta che la presente deliberazione
viene pubblicata a partire dal ………. al …………….. all’albo
pretorio per 15 giorni consecutivi ai sensi dell’art.124, comma
1° del T.U. 267/2000 e nel sito web istituzionale di questo Co-
mune accessibile al pubblico ai sensi dell’art.32, comma 1° della
legge 18 giugno 2009, n. 69.
Lì,…………………..
IL SEGRETARIO COMUNALE
_______________________
CERTIFICATO DI ESECUTIVITA’
Si certifica che questa deliberazione, ai sensi dell’art. 3, comma
18 e 54, Legge 244/2007 e dell’art. 32, comma 1 della Legge
18 giugno 2009 n. 69, è stata pubblicata sul sito WEB il giorno
19.02.2013 e rimarrà pubblicata per 15 giorni consecutivi.
Addì, ……………………………
IL SEGRETARIO COMUNALE
____________________
110
1.5 Esame e approvazione del regolamento comunale di
polizia mortuaria
COMUNE DI…………..
PROVINCIA DI……………..
VERBALE DI DELIBERAZIONE DEL CONSIGLIO
COMUNALE
111
CONSIGLIERI PRES. CONSIGLIERI PRES.
Si/No Si/No
Si/No Si/No
Si/No Si/No
Si/No Si/No
Si/No Si/No
Si/No Si/No
Si/No Si/No
Si/No Si/No
Si/No Si/No
Consiglieri Presenti N.
Consiglieri Assenti N.
Partecipa il SEGRETARIO COMUNALE ……………….., che
cura e sovrintende alla redazione del presente verbale.
Il Presidente del Consiglio Comunale constatato che gli interve-
nuti sono in numero legale, dichiara aperta la riunione ed invita
i convocati a deliberare sull’oggetto sopraindicato.
IL CONSIGLIO COMUNALE
112
UDITI gli interventi;
Consiglieri in carica n. ……
Consiglieri presenti n. …..
Consiglieri votanti n. …..
Voti favorevoli n. ……
DELIBERA
113
Infine, con successiva votazione espressa in forma palese, il cui
esito è:
Dato atto che occorre procedere alla redazione del nuovo rego-
lamento comunale di Polizia Mortuaria e delle attività funebri
e cimiteriali, sulla scorta delle nuove norme intervenute in detta
materia;
114
Vista la bozza del Regolamento, redatta dal Comando di Polizia
Locale di questo Ente composto n. …………… articoli;
Visti:
il vigente Statuto dell’Ente;
il Decreto Legislativo 18 agosto 2000, n. 267, Testo unico delle
Leggi sull’ordinamento degli enti locali;
il parere favorevole di regolarità tecnica reso dal Responsabile
preposto, ai sensi dell’art. 49 del D.Lgs.267/2000;
115
DELIBERAZIONE
Con la quale si stabilisce
REFERTO DI PUBBLICAZIONE
116
viene pubblicata a partire dal ………. al …………….. all’albo
pretorio per 15 giorni consecutivi ai sensi dell’art.124, comma
1° del T.U. 267/2000 e nel sito web istituzionale di questo Co-
mune accessibile al pubblico ai sensi dell’art.32, comma 1° della
legge 18 giugno 2009, n. 69.
Lì,…………………..
IL SEGRETARIO COMUNALE
_______________________
CERTIFICATO DI ESECUTIVITA’
Addì, ……………………………
IL SEGRETARIO COMUNALE
__________________________
117
1.6 Esame e approvazione del regolamento di contabilità
COMUNE DI …..
PROVINCIA DI …..
Cognome e Nome
1. ………………………….. - Sindaco
2. ……………………………………….
3. ……………………………………….
4. ……………………………………….
5. ……………………………………….
118
Totale Presenti n. ………..
Totale Assenti n. ………..
Partecipa l’adunanza il Segretario Comunale Signor
Dr………………, il quale provvede alla redazione del presente
verbale.
Essendo legale il numero degli intervenuti il Signor ………………..
nella sua qualità di Sindaco assume la presidenza e dichiara
aperta la seduta.
IL CONSIGLIO COMUNALE
VISTI:
- il D.lgs. n. 118/2011 recante “Disposizioni in materia di
armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di Bilancio
delle regioni, degli Enti Locali e dei loro organismi”;
- il D.lgs. n. 126/2014 recante disposizioni integrative e
correttive del suddetto Decreto n. 118/2011;
DATO ATTO che l’armonizzazione dei sistemi e degli schemi con-
tabili modifica in maniera radicale e profonda tutti gli aspetti della
gestione contabile, imponendo l’adeguamento del sistema informa-
tivo, contabile ed organizzativo ai nuovi assetti;
ATTESO che si rende necessario adeguare il Regolamento comu-
nale di contabilità ai principi della riforma ed alle norme della parte
II^ del TUEL, ampiamente modificate dal D.lgs. n. 126/2014;
RICHIAMATI l’art. 7 e l’art. 152 del D.lgs. n. 267/2000;
VISTO lo schema del nuovo Regolamento contabile predisposto
dal Segretario Comunale;
RITENUTO lo stesso meritevole di approvazione in quanto ri-
119
sulta aggiornato con il recente quadro normativo e tiene conto
delle specifiche caratteristiche e peculiarità di questo Ente;
VISTO il parere favorevole rilasciato dall’organo di revisione
economico-finanziario ai sensi dell’art. 239, comma 1, del D.l-
gs. n. 267/2000;
VISTO il T.U. sull’ordinamento degli Enti locali, approvato con
D.lgs. 18/08/2000, n. 267;
Con voti unanimi favorevoli resi in forma di legge,
DELIBERA
COMUNE DI …………….
CITTA’ METROPOLITANA DI……
Si/No Si/No
121
Si/No Si/No
Si/No Si/No
Si/No Si/No
Si/No Si/No
Si/No Si/No
Si/No Si/No
Si/No Si/No
Si/No Si/No
Con la presenza del SEGRETARIO COMUNALE Sig.
………………………………….;
Gli assessori esterni Sig. ……………………… .
Il Presidente constatato che gli intervenuti sono in numero lega-
le, dichiara aperta la riunione ed invita i convocati a deliberare
sull’oggetto sopraindicato.
IL CONSIGLIO COMUNALE
Preso atto
• Che il Parlamento europeo ed il Consiglio in data ………….
hanno approvato il Regolamento UE 679/2016 (GDPR-General
Data Protection Regulation) relativo alla protezione delle perso-
ne fisiche con riguardo al trattamento dei dati personali, non-
ché alla libera circolazione di tali dati, che abroga la direttiva
95/46/CE e che mira a garantire una disciplina uniforme ed
omogenea in tutto il territorio dell’Unione europea;
• Che il testo, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione
122
Europea (GUUE) il 4 maggio 2016, è diventato definitivamente
applicabile in via diretta in tutti i Paesi UE a partire dal 25 mag-
gio 2018, dopo un periodo di transizione di due anni, in quanto
non richiede alcuna forma di legislazione applicativa o attuativa
da parte degli stati membri;
• Che ai sensi dell’art.13 della Legge n.163/2017 il Governo è
stato delegato ad adottare, entro sei mesi dalla sua entrata in
vigore, uno o più decreti legislativi al fine di adeguare il quadro
normativo nazionale alle disposizioni del Regolamento (UE)
2016/679 del 27 aprile 2016 di che trattasi;
Rilevato
• Che le norme introdotte dal Regolamento UE 2016/679 si tra-
ducono in obblighi organizzativi, documentali e tecnici che tutti
i Titolari del trattamento dei dati personali devono, fin da subi-
to, considerare e tenere presenti per consentire la piena e consa-
pevole applicazione del nuovo quadro normativo in materia di
privacy già dal 25 maggio 2018;
• Che appare necessario ed opportuno stabilire modalità orga-
nizzative, misure procedimentali e regole di dettaglio, finalizzate
anche ad omogeneizzare questioni interpretative, che permetta-
no a questo Ente di poter agire con adeguata funzionalità ed
efficacia nell’attuazione delle disposizioni introdotte dal nuovo
Regolamento UE;
Atteso che in ordine alla figure individuate dal Regolamento
Ue, in attesa di normativa attuativa nazionale, si ritiene di pote-
re effettuare le seguenti considerazioni:
123
--riguardo al “Titolare” tale figura, per gli Enti pubblici, non
si differenzia molto da quella individuata in base all’attuale
normativa (definito “la persona fisica o giuridica, l’autorità
pubblica, il servizio o altro organismo che, singolarmente o
insieme ad altri, determina le finalità e i mezzi del trattamen-
to di dati personali” e quindi corrispondente all’Ente nel suo
complesso);
--diverso è il discorso su Responsabile ed Incaricati. Il “Re-
sponsabile del trattamento” per il D.lgs. 30 giugno 2003,
n. 196 è infatti “la persona fisica, la persona giuridica, la
pubblica amministrazione e qualsiasi altro ente, associazio-
ne od organismo preposti dal titolare al trattamento di dati
personali”. Il riferimento alla preposizione ha sempre fatto
ritenere che il Responsabile fosse un soggetto interno all’or-
ganizzazione, dotato di particolari competenze ed un ruolo
tale da poter svolgere le funzioni ed i compiti previsti dalla
normativa. Normalmente esso coincideva con il Dirigente (o
altro soggetto di vertice) della specifica unità organizzativa.
La definizione del GDPR è diversa e il responsabile è “la per-
sona fisica o giuridica, l’autorità pubblica, il servizio o altro
organismo che tratta dati personali per conto del titolare del
trattamento”. Dalla lettura del complesso normativo (com-
presi i considerando) emerge una terzietà del responsabile ri-
spetto alla struttura di cui fa parte il titolare, tanto che taluno
propende per ritenere detto soggetto come necessariamente
un esterno all’organizzazione di cui fa parte il titolare. Sul
punto il Decreto Legislativo di adeguamento dell’ordinamen-
124
to nazionale alle nuove norme potrebbe apportare i dovuti
chiarimenti.
125
Il Sindaco constatato che non ci sono altri interventi, pone in
votazione la proposta di deliberazione;
DELIBERA
126
IL SINDACO IL Segretario COMUNALE
_______________ ____________________
REFERTO DI PUBBLICAZIONE
Lì,…………………..
IL SEGRETARIO COMUNALE
_______________________
CERTIFICATO DI ESECUTIVITA’
IL SEGRETARIO COMUNALE
____________________
127
1.8 Approvazione del programma per l’affidamento degli
incarichi di collaboratori
(Intestazione)
COMUNE DI …………..
PROVINCIA DI ……………..
128
Organo sotto indicati:
1 - ……………………………….
2 - ……………………………….
3 - …………………………….....
4 - ………………………………..
5 - ………………………………..
6 - ……………………………….
Totale presenti n. ………..
Totale assenti n. ………..
129
vero di consulenza, a soggetti estranei all’amministrazione,
può avvenire solo nell’ambito di un programma approvato
dal consiglio ai sensi dell’art. 42, comma 2, lettera b), del te-
sto unico di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267”;
-- all’articolo 3, comma 56, ha demandato al regolamento di
organizzazione dell’ente l’individuazione di limiti, criteri e
modalità per l’affidamento di incarichi di collaborazione, di
studio o di ricerca, ovvero di consulenze, a soggetti estranei
all’amministrazione nonché del relativo limite di spesa;
VISTO il decreto legge 25 giugno 2008, n. 112, recante “Dispo-
sizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la
competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la pere-
quazione tributaria”, convertito con modificazioni dalla legge 6
agosto 2008, n. 133, il quale:
-- all’articolo 46, comma 2, mediante la sostituzione integrale
dell’articolo 3, comma 55, della legge 24/12/2007, n. 244, ha
previsto che l’affidamento degli incarichi di collaborazione da
parte degli enti locali possa avvenire solo per attività istituzio-
nali stabilite dalla legge o previste nel programma approvato
dal consiglio comunale;
-- all’articolo 46, comma 3, mediante la sostituzione integrale
dell’articolo 3, comma 56, della legge 24/12/2007, n. 244,
ha demandato al bilancio di previsione dell’ente la fissazione
del limite di spesa per l’affidamento degli incarichi di collabo-
razione, lasciando al regolamento sull’ordinamento generale
degli uffici e dei servizi l’individuazione dei criteri e delle mo-
dalità per l’affidamento degli incarichi;
130
ATTESO che la nuova disciplina dell’affidamento degli inca-
richi di collaborazione da parte degli enti locali contenuta nel
decreto legge n. 112/2008 ha rafforzato il ruolo della program-
mazione consiliare, estendendo l’ambito del programma a tutte
le tipologie di incarichi e non più solamente agli incarichi di
studio, ricerca e consulenza;
131
la rappresentanza in giudizio dell’ente, qualora non vi siano
strutture od uffici a ciò deputati;
RITENUTO quindi necessario, con il presente provvedimento,
approvare il programma per l’affidamento degli incarichi di col-
laborazione relativo all’anno 2016;
Visto l’allegato programma per l’affidamento degli incarichi di
collaborazione, redatto ai sensi dell’articolo 3, comma 55, della
legge 24 dicembre 2007, n. 244, come sostituito dall’articolo 46,
comma 2, del decreto legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito
con modificazioni dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, e ritenutolo
conforme ai programmi e progetti per il raggiungimento degli
obiettivi strategici dell’ente;
Visto il D.lgs. n. 267/2000;
Visto il D.lgs. n. 165/2001;
Visto lo statuto comunale;
Visto il regolamento comunale sull’ordinamento generale degli
uffici e dei servizi;
Visto il regolamento comunale di contabilità;
Dopo ampia ed esauriente discussione;
Ritenuto di provvedere in merito;
132
3, comma 55, della legge 24 dicembre 2007, n. 244, come so-
stituito dall’articolo 46, comma 2, del decreto legge 25 giugno
2008, n. 112, convertito con modificazioni dalla legge 6 agosto
2008, n. 133, che si allega al presente provvedimento quale parte
integrante e sostanziale;
2) di dare atto che:
--potranno comunque essere affidati incarichi non previsti nel
presente programma, qualora siano necessari per l’acquisizio-
ne di servizi o adempimenti obbligatori per legge ovvero per
il patrocinio o la rappresentanza in giudizio dell’ente, previo
accertamento dell’assenza di strutture o uffici a ciò deputati;
-- sono esclusi dal presente programma gli incarichi connes-
si alla realizzazione delle opere pubbliche (progettazione,
direzione lavori, collaudo, ecc.) appositamente previste nel
programma triennale approvato ai sensi dell’articolo 128 del
decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163 ed i cui oneri sono
allocati al Titolo II della spesa nell’ambito del QTE dell’ope-
ra da realizzare;
-- l’affidamento degli incarichi indicati nel programma compe-
te agli organi gestionali, i quali vi provvederanno nel rispetto
della disciplina generale nonché delle specifiche disposizioni
contenute nel regolamento sull’ordinamento generale degli
uffici e dei servizi.
1. di trasmettere il presente atto ai responsabili dei servizi per i
successivi provvedimenti.
2. Di pubblicare tempestivamente il testo del regolamento nella se-
zione dedicata di “AMMINISTRAZIONE TRASPARENTE”
133
Letto, confermato e sottoscritto
Data…………………..
CERTIFICATO DI ESECUTIVITA’
La presente deliberazione E’ DIVENUTA ESECUTIVA il gior-
no ………….. per decorrenza dei termini di cui al D.lgs. 18 ago-
sto 2000 n. 267:
134
art. 134 comma 3, per scadenza del termine di 10 giorni dalla
data di inizio pubblicazione
IL Segretario Comunale
__________________
COMUNE DI …………..
PROVINCIA DI ………………..
135
4 - ………………………………..
5 - ………………………………..
6 - ……………………………….
IL CONSIGLIO COMUNALE
Vista la propria precedente deliberazione n. 16, in data
06.06.2014, avente per oggetto: «Insediamento del Consiglio co-
munale - Esame delle condizioni di candidabilità, di eleggibilità
e di compatibilità degli eletti»;
Visto l’art. 46 del D.lgs. 18 agosto 2000, n. 267, che testualmen-
te recita:
136
“Art. 46 - Elezione del sindaco e del presidente della provincia - Nomina
della giunta.
1. Il sindaco e il presidente della provincia sono eletti dai cittadini a
suffragio universale e diretto secondo le disposizioni dettate dalla legge e
sono membri dei rispettivi consigli.
2. Il sindaco e il presidente della provincia nominano, nel rispetto del
principio di pari opportunità tra donne e uomini, garantendo la presen-
za di entrambi i sessi i componenti della Giunta, tra cui un vicesindaco
e un vicepresidente, e ne danno comunicazione al consiglio nella prima
seduta successiva alla elezione.
3. Entro il termine fissato dallo statuto, il sindaco o il presidente della
provincia, sentita la Giunta, presenta al consiglio le linee programmati-
che relative alle azioni e ai progetti da realizzare nel corso del mandato.
4. Il sindaco e il presidente della provincia possono revocare uno o più
assessori, dandone motivata comunicazione al consiglio”
Visto che il Sindaco eletto direttamente dai cittadini ha comu-
nicato a questo
consiglio:
A) La nomina dei componenti della Giunta comunale;
B) La nomina del Vicesindaco;
Avuta lettura del detto documento;
--Visto il D.P.R. 16 maggio 1960, n. 570, e successive modifi-
cazioni;
--Visto il D.lgs. 18 agosto 2000, n. 267;
--Visto lo Statuto comunale;
ATTESO che sulla proposta della presente deliberazione il se-
gretario comunale ha espresso il parere di seguito riportato;
137
PRENDE ATTO
1) Che la giunta comunale è così composta:
N. COGNOME E NOME ATTRIBUZIONI DELEGATE
______________________ _________________________
______________________ _________________________
______________________ _________________________
Che all’Assessore Sig._________, è stata conferita la carica di
Vicesindaco.
Infine,
IL CONSIGLIO COMUNALE
DELIBERA
138
Di pubblicare tempestivamente il testo del regolamento nella se-
zione dedicata di “AMMINISTRAZIONE TRASPARENTE”
Approvato e sottoscritto.
REFERTO DI PUBBLICAZIONE
Il sottoscritto Segretario, attesto che copia del presente verbale
viene pubblicato all’Albo Pretorio online di questo Comune ac-
cessibile al pubblico dal sito www……………………………….
it (art. 32 L.69/2009) dal …………………….. per rimanervi per
15 giorni consecutivi decorrenti dal giorno successivo a quello
di pubblicazione.
lì, …………………….
IL Segretario Comunale
_____________________
______________________________________________________
CERTIFICATO DI ESECUTIVITA’
139
art. 134 comma 3, per scadenza del termine di 10 giorni dalla
data di inizio pubblicazione
IL Segretario Comunale
____________________
1.10 Costituzione dei gruppi consiliari e designazione dei
capogruppo
COMUNE DI …..
PROVINCIA DI …..
Si/No Si/No
Si/No Si/No
Si/No Si/No
140
Si/No Si/No
Si/No Si/No
Si/No Si/No
Si/No Si/No
Si/No Si/No
Si/No Si/No
Consiglieri Presenti N.
Consiglieri Assenti N.
IL CONSIGLIO COMUNALE
141
“Capogruppo Consiliare”, sia opportuno e necessario individuare
i Gruppi Consiliari ai sensi dell’art. …… dello Statuto Comunale;
142
dal Consigliere comunale per la trasmissione dell’avviso di con-
vocazione e l’ordine del giorno del Consiglio comunale;
UDITO l’intervento del SINDACO che dà comunicazione dei
nominativi pervenuti, specificando che per la lista:
“IERI, OGGI, DOMANI” viene individuato in qualità di capo-
gruppo il Consigliere Comunale Dr………………, fino ad eventua-
le designazione, così come stabilito ai sensi dell’articolo ………….
dello Statuto Comunale il quale dispone testualmente che:
“Qualora non si eserciti tale facoltà o nelle more della designazione, i
Capigruppo sono individuati nei Consiglieri, non componenti la Giun-
ta, che abbiano riportato il maggior numero di voti per ogni lista.”
PRENDE ATTO
che nell’ambito di questo Consiglio vengono costituiti i Gruppi Con-
siliari e designati i rispettivi Capigruppo, come dal seguente prospetto:
GRUPPO CAPOGRUPPO
“Lega nord” _________________
“Ieri, Oggi, Domani” _________________
“D.P” _________________
Letto, confermato e sottoscritto.
Addì,_________
143
REFERTO DI PUBBLICAZIONE
n. ………………. Registro Pubblicazioni
Il sottoscritto responsabile del servizio pubblicazioni aventi ef-
fetto di pubblicità legale attesta che la presente deliberazione
viene pubblicata a partire dal ………. al …………….. all’albo
pretorio per 15 giorni consecutivi ai sensi dell’art.124, comma
1° del T.U. 267/2000 e nel sito web istituzionale di questo Co-
mune accessibile al pubblico ai sensi dell’art.32, comma 1° della
legge 18 giugno 2009, n. 69.
Lì,…………………..
IL SEGRETARIO COMUNALE
_______________________
CERTIFICATO DI ESECUTIVITA’
IL SEGRETARIO COMUNALE
____________________
144
1.11 Elezione del Presidente e Vicepresidente
COMUNE DI …..
PROVINCIA DI …..
Si/No Si/No
Si/No Si/No
Si/No Si/No
Si/No Si/No
Si/No Si/No
Si/No Si/No
Si/No Si/No
Si/No Si/No
Si/No Si/No
145
Consiglieri Presenti N.
Consiglieri Assenti N.
IL CONSIGLIO COMUNALE
Premesso che con deliberazione consiliare n. ……. in data
odierna, dichiarata immediatamente eseguibile, si è provveduto
alla convalida degli eletti alla carica di Sindaco e di Consiglie-
re Comunale e che con deliberazione n. 3 in data odierna si è
preso atto, altresì, del giuramento prestato dal Sindaco ai sensi
dell’art. 50, comma 11, del D.lgs. 267/2000,
Visto l’art. 40, comma 2, del D.lgs. 267/2000; che così recita:
“Nei comuni con popolazione superiore ai 15.000 abitanti, la prima
seduta è convocata dal Sindaco ed è presieduta dal Consigliere anziano
fino alla elezione del Presidente del Consiglio. La seduta prosegue poi
146
sotto la presidenza del presidente del consiglio per la comunicazione dei
componenti della giunta e per gli ulteriori adempimenti. E’ consiglie-
re anziano colui che ha ottenuto la maggior cifra individuale ai sensi
dell’articolo 73 con esclusione del sindaco neoeletto e dei candidati alla
carica di sindaco, proclamati consiglieri ai sensi del comma 11 del me-
desimo articolo 73.”;
Visto il comma 6 del medesimo articolo 40, che così recita:
“Le disposizioni di cui ai commi 2, 3, 4, 5 si applicano salvo diversa
previsione
regolamentare nel quadro dei principi stabiliti dallo statuto”.
Visto, altresì, il vigente Statuto Comunale che stabilisce che la
prima seduta consiliare venga presieduta dal Consigliere anzia-
no fino alla elezione del Presidente dell’assemblea;
Atteso che il Presidente è eletto, secondo detto Statuto, a mag-
gioranza dei due terzi dei componenti assegnati e se, dopo due
scrutini, nessun candidato ottiene la maggioranza prevista, nella
terza votazione, da tenersi entro 15 giorni, è sufficiente la mag-
gioranza dei voti dei componenti assegnati e, in caso di parità di
voti, viene eletto il più anziano di età;
Atteso, altresì, che il Vice Presidente viene eletto a maggioranza
dei componenti assegnati. In caso di parità di voti viene eletto
il più anziano di età;
Ritenuto pertanto di procedere prima all’elezione del Presidente
e, con separata e
successiva votazione, all’elezione del Vice Presidente;
Acquisito il parere favorevole, firmato digitalmente, espresso
sulla proposta di deliberazione n. ……………., dal Segretario
147
Generale, dott.…………….., in ordine alla regolarità tecnica, ai
sensi dell’art. 49, comma 1, del D.lgs. n. 267/2000;
148
DELIBERA
In base al risultato della votazione sopra riportato:
Di eleggere, quale Presidente del Consiglio, il Consigliere
…………………..;
149
- la consigliera……………….del gruppo “………………..” la
quale propone il
consigliere …………………….;
(…..)
DELIBERA
In base al risultato della votazione sopra riportato:
1) Di eleggere, quale Vice Presidente del Consiglio Comunale, il
Consigliere ………………;
Attesa l’urgenza di provvedere in merito, la presente delibera-
zione, con voti favorevoli n. …………….. astenuti n…………
espressi in forma palese, PRESENTI E VOTANTI N. …….
COMPONENTI, viene dichiarata immediatamente eseguibile
ai sensi dell’art. 134, 4°comma del Decreto Legislativo 267/00.
Il presente verbale viene letto, approvato e sottoscritto come segue.
IL PRESIDENTE IL SEGRETARIO COMUNALE
_____________ __________________________
REFERTO DI PUBBLICAZIONE
n. ………………. Registro Pubblicazioni
Il sottoscritto responsabile del servizio pubblicazioni aventi ef-
150
fetto di pubblicità legale attesta che la presente deliberazione
viene pubblicata a partire dal ………. al …………….. all’albo
pretorio per 15 giorni consecutivi ai sensi dell’art.124, comma
1° del T.U. 267/2000 e nel sito web istituzionale di questo Co-
mune accessibile al pubblico ai sensi dell’art.32, comma 1° della
legge 18 giugno 2009, n. 69.
Lì,…………………..
IL SEGRETARIO COMUNALE
_______________________
CERTIFICATO DI ESECUTIVITA’
Addì, ……………………………
IL SEGRETARIO COMUNALE
___________________________
151
1.12 Convalida dei consiglieri elettorali nella consultazione
elettorale
COMUNE DI ………
PROVINCIA DI …………
D E L I B E R A DEL CONSIGLIO COMUNALE
Reg. n. …………
Data………….
OGGETTO: Convalida dei consiglieri elettorali nella consulta-
zione elettorale
152
te verbale. Essendo legale il numero degli intervenuti il Signor
……………….. nella sua qualità di Sindaco assume la presiden-
za e dichiara aperta la seduta.
IL CONSIGLIO COMUNALE
Premesso che, a seguito dei risultati delle elezioni comunali
del…………. , come
Primo adempimento il Consiglio è chiamato ad esaminare la
condizione degli eletti e a convalidarne l’elezione, ovvero a con-
testare motivi di ineleggibilità o di incompatibilità, qualora ne
sussistessero;
Richiamate, in proposito, le disposizioni di cui al Capo II del
Titolo III della Parte I del D.Lgs.n.267/2000,alD.Lgs.31-12-
2012,n.235ealD.Lgs.8-4-2013,n.39;
RICHIAMATI, in particolare,
•l’articolo 41, comma1, del decreto legislativo 18 agosto 2000
numero 267 (TUEL) e s.m.i., per il quale “nella prima seduta il
consiglio comunale e provinciale, prima di Deliberare su qual-
siasi altro oggetto, ancorché non sia stato prodotto alcun recla-
mo, deve esaminare la condizione degli eletti a norma del capo
II, titolo III, e dichiarare le ineleggibilità di essi quando sussista
alcuna delle cause ivi previste(...)”
•l’articolo 10 della legge 31 dicembre 2012 numero 235 rubri-
cato “Incandidabilità alle elezioni provinciali, comunali e circo-
scrizionali” ;
•l’articolo 69 del TUEL, che disciplina lo speciale procedimento
di contestazione e verifica delle eventuali cause di ineleggibilità
e di incompatibilità sopravvenute all’elezione;
153
-il Verbale dell’Adunanza dei Presidenti di sezione, in
data……………., con il quale l’Adunanza ha provveduto alla
proclamazione degli eletti;
Dato atto che:
– i risultati dell’elezione sono stati resi noti mediante pubbli-
cazione di apposito manifesto in data 11giugno2018, affisso
all’Albo Online e in altri luoghi pubblici, ai sensi dell’art.61 del
T.U.16-5-1960, n.570;
– agli eletti è stata notificata detta elezione, come risulta dalle
relative notifiche in atti;
– né in sede di compimento delle operazioni della Adunanza dei
Presidenti di sezione né successivamente alla proclamazione,
sono pervenuti reclami, opposizioni, segnalazioni circa la sus-
sistenza di taluna delle cause di ineleggibilità e incompatibilità,
previste dal TUEL e di incandidabilità dettate dall’art.10 della
legge n. 235/2012 in capo ai Consiglieri comunali appena eletti;
Precisato che la verifica dei requisiti di eleggibilità va operata,
oltre che nei confronti dei Consiglieri, anche nei confronti del
Sindaco, risultato eletto nell’elezione di cui trattasi;
Ricordato che i Consiglieri entrano in carica all’atto della pro-
clamazione degli eletti ai sensi dell’articolo 38 comma4, del
T.U.E.L., ovvero, in caso di surrogazione, non appena adottata
dal Consiglio la relativa deliberazione;
154
ventuale presenza di motivi determinanti l’illegittimità dell’ele-
zione, ai sensi delle disposizioni recate dal Decreto Legislativo
N.235/2012 T.U. in materia di incandidabilità e di divieto a ri-
coprire cariche elettive in capo ai proclamati eletti e dà atto che
nessuno ha rilevato la presenza di tali condizioni ostative;
Previa formale sollecitazione a cura del Segretario comunale,
nessuno dei Consiglieri presenti ha sollevato reclami ,opposizio-
ni, segnalazioni circa la sussistenza di taluna delle cause di in-
candidabilità, in eleggibilità e incompatibilità in capo agli eletti;
Visto l’art.41 del D.Lgs.n.267/2000;
Rilevato che dal verbale delle operazioni dell’adunanza dei Pre-
sidenti delle sezioni risultano proclamati eletti i signori:
alla carica di Sindaco: dott.………………….;
alla carica di Consiglieri comunali:
155
Esaminata, pertanto, con esito positivo la condizione degli eletti
a norma del Titolo III, Capo II del TUEL e dell’articolo 10 del-
la legge N. 235/2012;
DELIBERA
1. DI CONVALIDARE i proclamati eletti alle cariche di Sin-
daco e di Consigliere comunale, elencati nella sotto riportata
tabella, ai sensi dell’art.41, comma1, dando atto che non sono
state denunziate o documentate nei confronti dei medesimi
condizioni di ineleggibilità, incompatibilità alle rispettive cari-
che o motivi determinanti l’illegittimità dell’elezione, ai sensi
delle disposizioni recate dal Decreto Legislativo N.235/2012:
GENERALITA’ LISTA
_____________ __________
_____________ __________
_____________ __________
REFERTO DI PUBBLICAZIONE
156
n. ………………. Registro Pubblicazioni
Lì,…………………..
IL SEGRETARIO COMUNALE
_______________________
CERTIFICATO DI ESECUTIVITA’
Addì, ……………………………
IL SEGRETARIO COMUNALE
____________________
157
COMUNE DI ………
PROVINCIA DI …………
DELIBERA DEL CONSIGLIO COMUNALE
Reg. n. …………
Data………….
158
DATO ATTO che ……………. si è svolta la consultazione elet-
torale per l’elezione diretta del Sindaco e del Consiglio comu-
nale di ………….;
DATO ATTO che, così come riportato nel Verbale delle opera-
zioni dell’Ufficio Centrale Elettorale del …………, dopo il se-
condo turno elettorale, è risultato eletto alla carica di Sindaco di
………….. il Sig. ……… ed è stata effettuata l’attribuzione dei
seggi alle liste;
PRESO ATTO che, con Delibera n…. del ……….., il Consiglio
comunale ha convalidato alla carica di Sindaco il Sig. ………….
ed ha convalidato alla carica di Consigliere comunale i seguenti
Consiglieri:
___________________
___________________
___________________
___________________
___________________
___________________
159
tazione (…) esse sono irrevocabili, non necessitano di presa d’atto e sono
immediatamente efficaci. Il Consiglio, entro e non oltre dieci giorni,
deve procedere alla surroga dei Consiglieri dimissionari, con separate
deliberazioni, seguendo l’ordine di presentazione delle dimissioni quale
risulta dal protocollo (…)”;
VISTO il comma 4 dell’art. 38 del D. Lgs. n. 267/2000 s.m.i.
per il quale “i Consiglieri entrano in carica all’atto della proclamazio-
ne ovvero, in caso di surrogazione, non appena adottata dal Consiglio
la relativa Deliberazione”;
160
n. 267/2000;
UDITI gli interventi del ……………. e del Consigliere
…………………, così come risulta da resoconto verbale della
seduta;
DELIBERA
ED IL CONSIGLIO COMUNALE
VISTO l’art. 134, comma quarto, del D.lgs. 267/2000;
VISTO l’esito della successiva e separata votazione in forma palese:
- Consiglieri presenti n. …….
- Consiglieri votanti n. …….
- Voti favorevoli n. ……………
161
DICHIARA
la presente deliberazione immediatamente eseguibile.
Lì,……………..
IL SEGRETARIO COMUNALE
_______________________
CERTIFICATO DI ESECUTIVITA’
162
18 giugno 2009 n. 69, è stata pubblicata sul sito WEB il giorno
19.02.2013 e rimarrà pubblicata per 15 giorni consecutivi.
Addì, ……………………………
IL SEGRETARIO COMUNALE
____________________
COMUNE DI …..
PROVINCIA DI …..
163
all’appello nominale i Consiglieri Comunali:
Si/No Si/No
Si/No Si/No
Si/No Si/No
Si/No Si/No
Si/No Si/No
Si/No Si/No
Si/No Si/No
Si/No Si/No
Si/No Si/No
Consiglieri Presenti N.
Consiglieri Assenti N.
Partecipa con funzioni consultive, referenti e di assistenza
e ne cura la verbalizzazione (ai sensi dell’art. 97, comma 4 ,
del D.lgs. n. 267/2000) il SEGRETARIO COMUNALE Dr.
…………………. .
Essendo legale il numero degli intervenuti il Signor ………………..
nella sua qualità di:
--Sindaco (per i Comuni con popolazione inferiore ai 15.000
abitanti) oppure
--Consigliere più anziano (per i Comuni con popolazione su-
periore ai 15.000 abitanti) fino all’elezione del Presidente ai
sensi dell’art. 40 del D.lgs. n. 267/2000
164
accerta il numero legale degli intervenuti, dichiara aperta la se-
duta , designando a scrutatori i tre Consiglieri
1)……………………… 2) ……………………
3).……………………..
ed invita il Consiglio Comunale a trattare la seguente proposta
di deliberazione
IL CONSIGLIO COMUNALE
Premesso che:
Con nota del ……………….. acquisita al prot. N…………… in
data …………………, è stata presentata mozione di sfiducia nei
confronti del Sindaco ………….., ai sensi dell’art.
52 del D.Lgs 267/2000 e art. 38 dello Statuto;
Visto che ai sensi dell’art. 52 del D.Lgs 267/2000 recita : “1.
Il voto del consiglio comunale o del consiglio provinciale contrario ad
una proposta del sindaco, del presidente della provincia o delle rispettive
giunte non comporta le dimissioni degli stessi.2. Il sindaco, il presiden-
te della provincia e le rispettive giunte cessano dalla carica in caso di
approvazione di una mozione di sfiducia votata per appello nominale
dalla maggioranza assoluta dei componenti il consiglio. La mozione di
sfiducia deve essere motivata e sottoscritta da almeno due quinti dei
consiglieri assegnati, senza computare a tal fine il sindaco e il presidente
della provincia, e viene messa in discussione non prima di dieci giorni
e non oltre trenta giorni dalla sua presentazione. Se la mozione viene
approvata, si procede allo scioglimento del consiglio e alla nomina di un
commissario ai sensi dell’articolo 141.”
Ciò premesso,
Vista la mozione di sfiducia nei confronti del Sindaco presentata
165
da n…….Consiglieri
comunali, acquisita al prot. n. …… in data ……………, conte-
nente la motivazione della scelta;
Dato atto che il Consiglio comunale si compone di n. …….. con-
siglieri (oltre al Sindaco), di cui n. …… appartenenti alla lista
“………………”, n. …… appartenenti alla lista “………………”,
n. ……. appartenente alla lista “………….” ;
Rilevato che la suddetta mozione è sottoscritta da oltre i due
quinti dei consiglieri assegnati a questo Ente;
Preso atto che la seduta di Consiglio Comunale per la discussio-
ne della mozione è stata convocata per il giorno …………., nel
rispetto dei termini prescritti dall’art. 52 D.Lgs 267/2000 e art.
38 dello Statuto;
Visto il vigente Statuto Comunale;
Visto il D.lgs. 267/2000;
Effettuata la discussione connessa alla mozione di sfiducia nei
confronti del Sindaco ………………., che si riporta nella regi-
strazione della seduta e conservata in file audio presso gli Uffici
di Segreteria Comunale ;
Preso atto che la votazione deve essere resa per appello nomi-
nale, così come previsto dalle disposizioni di legge in materia, si
procede all’appello nominale in ordine
alfabetico;
I membri del Consiglio Comunale rispondono, votando ad alta
voce, come segue:
166
_____________ _____________ __________ ___________
_____________ _____________ __________ ___________
_____________ _____________ __________ ___________
_____________ _____________ __________ ___________
_____________ _____________ __________ ___________
_____________ _____________ __________ ___________
Accertato l’esito della votazione, proclamato dal Presidente con
l’assistenza degli
scrutatori, che si sostanzia come segue:
consiglieri presenti …….
consiglieri votanti …….
voti favorevoli ……
voti contrari …..
astenuti …….
DELIBERA
di non approvare la proposta di mozione di sfiducia nei con-
fronti del Sindaco …………..presentata dai Consiglieri
…………………… con Prot. n. …………..Del …….., di cui
viene allegata copia al presente atto.
Il Responsabile del Settore
167
__________________
REFERTO DI PUBBLICAZIONE
n. ………………. Registro Pubblicazioni
Il sottoscritto responsabile del servizio pubblicazioni aventi ef-
fetto di pubblicità legale attesta che la presente deliberazione
viene pubblicata a partire dal ………. al …………….. all’albo
pretorio per 15 giorni consecutivi ai sensi dell’art.124, comma
1° del T.U. 267/2000 e nel sito web istituzionale di questo Co-
mune accessibile al pubblico ai sensi dell’art.32, comma 1° della
legge 18 giugno 2009, n. 69.
Lì,…………………..
IL SEGRETARIO COMUNALE
_______________________
CERTIFICATO DI ESECUTIVITA’
168
19.02.2013 e rimarrà pubblicata per 15 giorni consecutivi.
Addì, ……………………………
IL SEGRETARIO COMUNALE
____________________
COMUNE DI ………
PROVINCIA DI …………
Ai Consiglieri comunali
Agli Assessori Comunali
Ai Responsabili di settore
Al Presidente dei Revisori
Al Segretario Generale
p.c. Alla Prefettura di ……………
LORO SEDI
Data………….
Prot. n. ………..
169
ORDINE DEL GIORNO
1. Comunicazioni;
2. Question Time (art. ……… del Regolamento del Consiglio
Comunale);
3. Lettura ed approvazione verbali seduta precedente;
4. Art. 175 , comma 4 , del D.lgs. 267/2000- ratifica variazione
bilancio di previsione finanziaria del triennio …………-…
……., adottato in via d’urgenza dalla Giunta comunale con
atto n. …….. del ……….. ;
5. Verifica delle quantità e qualità delle aree e dei fabbricati da
destinarsi alla residenza, alle attività produttive e terziarie –
anno ……. ;
6. Approvazione del piano delle alienazioni e valorizzazioni
immobiliari – anno ……. ;
7. Approvazione del programma per l’affidamento di incarichi
di collaborazione, studi e consulenza – anno ………….. ;
8. Nomina della Commissione per la formazione degli elenchi
dei giudici popolari;
170
cio.
COMUNE DI …..
PROVINCIA DI …..
Si/No Si/No
Si/No Si/No
Si/No Si/No
Si/No Si/No
171
Si/No Si/No
Si/No Si/No
Si/No Si/No
Si/No Si/No
Si/No Si/No
Consiglieri Presenti N.
Consiglieri Assenti N.
172
Su proposta dell’Assessore al Bilancio …………..
173
tenze esecutive, secondo la giurisprudenza contabile maggiori-
taria, l’ente territoriale non ha alcun margine discrezionale per
decidere se attivare la procedura di riconoscimento o meno del
debito e , pertanto, l’Ente è tenuto a pagare, posto che in caso
contrario il creditore può ricorrere a misure esecutive per recu-
perare il suo credito, con un pregiudizio ancora maggiore per
l’ente territoriale.
174
……………….;
Considerato che per la copertura del debito sopra citato si prov-
vederà………………………. (indicare una o più voci da cui attin-
gere per adempiere al pagamento del debito, ad esempi, variazione di
bilancio, fondi appositamente accantonati in avanzo per contenziosi in
corso, fondi ordinari di bilanci, fondo di riserva effettuato con apposita
deliberazione della Giunta Comunale);
175
quanto previsto dagli artt. di cui agli artt. 49 e 147-bis del D.Lvo
18.8.2000 n. 267 e s.m.i..
allegati …..
176
nica della presente proposta di deliberazione.
Addì,………..
IL Responsabile del servizio
_____________________
Lì,……………………
177
Passiamo in rassegna la struttura delle delibere della Giunta
comunale con particolare attenzione al contenuto del provvedi-
mento.
COMUNE DI …..
PROVINCIA DI …..
178
tire dalle ore ………………… si è riunita nella Residenza Municipale
la
LA GIUNTA COMUNALE
Risultano presenti ed assenti al momento dell’adozione del presente atto
i signori:
___________________
___________________
___________________
___________________
___________________
Richiamate:
--la deliberazione della Giunta Comunale n. 310 del 29/12/2014 di
approvazione del vigente “Regolamento sull’ordinamento degli uffici
e dei servizi”;
--la Deliberazione di Giunta Comunale n. ……. del …………, rela-
tiva alla modifica della nuova macrostruttura organizzativa dell’Am-
ministrazione Comunale e relativo funzionigramma;
--la Deliberazione del Consiglio Comunale n. ….. del …………,
179
con la quale è stato approvato il Bilancio di previsione
…………../………..;
--Deliberazione di Giunta Comunale n. ………. del ………….., è
stato approvato il Piano Esecutivo di Gestione ……….. (Piano della
Performance);
Premesso che:
--l’art. 90, del D.lgs. n. 267/2000 e s.m.i., così recita: “1. Il rego-
lamento sull’ordinamento degli uffici e dei servizi può prevedere la
costituzione di uffici posti alle dirette dipendenze del sindaco, del pre-
sidente della provincia, della giunta o degli assessori, per l’esercizio
delle funzioni di indirizzo e di controllo loro attribuite dalla legge, co-
stituiti da dipendenti dell’ente, ovvero, salvo che per gli enti dissestati
o strutturalmente deficitari, da collaboratori assunti con contratto a
tempo determinato, i quali, se dipendenti da una pubblica ammini-
strazione, sono collocati in aspettativa senza assegni. 2. Al personale
assunto con contratto di lavoro subordinato a tempo determinato si
applica il contratto collettivo nazionale di lavoro del personale degli
enti locali. 3. Con provvedimento motivato della giunta, al personale
di cui al comma 2 il trattamento economico accessorio previsto dai
contratti collettivi può essere sostituito da un unico emolumento com-
prensivo dei compensi per il lavoro straordinario, per la produttività
collettiva e per la qualità della prestazione individuale. 3-bis. Resta
fermo il divieto di effettuazione di attività gestionale anche nel caso
in cui nel contratto individuale di lavoro il trattamento economico,
prescindendo dal possesso del titolo di studio, è parametrato a quello
dirigenziale”
--l’art. 13 del vigente “Regolamento per l’Ordinamento degli Uffici
180
e dei Servizi” prevede che la Giunta possa costituire uffici di staff
alle dirette dipendenze del Sindaco, della Giunta o degli Assessori
per coadiuvare gli organi di governo nell’esercizio delle funzioni di
indirizzo e controllo di loro competenza ed al comma 2 prevede che
ai predetti uffici può essere assegnato personale esterno all’Ammini-
strazione, assunto a tempo determinato;
--Dato atto che il medesimo articolo prevede inoltre che i collaboratori
siano scelti direttamente dal Sindaco;
181
dello l’ufficio di supporto agli organi di direzione politica sono scaduti
in data ……………;
ATTESO:
--che il personale degli uffici costituiti a norma dell’art. 90 è
individuato, in relazione alla natura dell’incarico, dal Sindaco
previa acquisizione di curricula;
--che gli uffici di cui trattasi possono solo ed esclusivamente
collaborare con gli organi di direzione politica nell’esercizio
delle funzioni di indirizzo e controllo loro attribuite dalla
legge ed agli stessi può essere attribuita alcuna competenza
gestionale;
182
--il vigente Regolamento sull’ordinamento degli uffici e dei sei-vizi, ed
in particolare 1 an. 31 del medesimo; - il vigente Statuto dell’Ente;
--Il D. Lgs. n. 165/2001;
--il D. Lgs. n. 267/2000;
Tenuto conto che il Responsabile del Procedimento, ai sensi dell’art.
5 della L 211/90 e s.m.i, in materia di procedimenti amministrativi,
è la ……………, Funzionario P. O., mentre il Dirigente dell’Ufficio
Gabinetto del Sindaco è il ……………………. e che entrambi hanno
.......... si propone quanto segue:
--di approvare le premesse quali parti integranti e sostanziali del pre-
sente provvedimento;
-- di costituire un Ufficio Staff ai sensi dell’art. , 90 del D.lgs. 267/2000
e del vigente Regolamento sull’ordinamento degli uffici e dei servizi
da porre alle dirette dipendenze del Sindaco e che sia di supporto al
Sindaco poi l’esercizio di indirizzo e controllo dell’organo politico;
--di stabilire che il suddetto ufficio di staff del Sindaco sia così for-
mato: da n. 1 figura di ‘Addetto Ufficio di Staff - Portavoce “, da
assumersi con contratto di lavoro subordinato a tempo pieno e deter-
minato e da inquadrarsi in cat. D1.
--di dare mandato alla Direzione Risorse Umane, al fine dell’acquisi-
zione dei curricula degli interessati, di procedere alla pubblicazione
sull’Albo Pretorio e sul sito Istituzionale dell’Ente, per 15 giorni con-
secutivi, degli avvisi per il reperimento ai sensi dell’art. 90 del TUEL
-- di approvare conseguentemente gli schemi Allegato “A” al presente
provvedimento, quale sua parte integrante e sostanziale;
-- di dare atto clic la relativa spesa le figure di cui al presente provvedi-
mento troverà copertura nei capitoli …… az. ….. (competenze), az.
183
….. (contributi,) e cap. …
Con voti favorevoli ed unanimi espressi nelle forme previste dallo Sta-
tuto;
D E L I B E RA
1. di approvare le premesse quali parti integranti e sostanziali del pre-
sente provvedimento; Deliberazione n. ……. del ………….. CO-
MUNE di……….;
2. di costituire un Ufficio Staff ai sensi dell’art. 90 del D. Lgs.
184
267/2000 e del vigente Regolamento sull’ordinamento degli uffici
e dei servizi da porre alle dirette dipendenze del Sindaco e che sia
di supporto al Sindaco per l’esercizio delle funzioni di indirizzo e
controllo dell’organo politico;
3. di stabilire che il suddetto ufficio di staff del Sindaco sia così for-
mato: da n. I figura di “Addetto Ufficio di Staff - Portavoce”, da
assumersi con contratto di lavoro subordinato a tempo pieno e de-
terminato e da inquadrarsi in cat. D1, che coadiuvi il Sindaco nella
cura dei rapporti con i gruppi consiliari, i partiti politici;
185
di voti, ai sensi dell’art. 134, comma 4, D. Lgs. n. 267 del 18.8.2000 e
successive modifiche ed integrazioni, al fine di procedere con la massima
sollecitudine alla pubblicazione dell’Avviso.
COMUNE DI …..
PROVINCIA DI …..
N. …………. REG.
Data……..
186
Assiste il Segretario Generale …………………, il quale provve-
de alla redazione del presente verbale.
Essendo legale il numero degli intervenuti, il signor
………………… nella sua qualità di Sindaco assume la presi-
denza e dichiara aperta la seduta per la trattazione dell’oggetto
sopra indicato.
LA GIUNTA COMUNALE
Considerato che,
-- a norma dell’art. 6, 6° comma, del T.U. per la disciplina
dell’elettorato attivo e per la tenuta e la revisione delle liste
elettorali, approvato con D.P.R. n° 223 del 20 marzo 1967, la
Giunta comunale deve verificare, quando lo ritiene opportu-
no, e, in ogni caso, nei mesi di gennaio e di luglio la regolare
tenuta dello schedario elettorale.
Dato atto:
--che il comune di Borgomanero è stato autorizzato con nota
prefettizia n. …………….. del …………….. a sostituire lo
schedario cartaceo con un adeguato programma di gestione
su supporti magnetici che offre le medesime garanzie di sicu-
rezza e funzionalità;
-- che il sistema informatico utilizzato consente il costante ag-
giornamento della posizione di ogni elettore grazie al collega-
mento con gli archivi anagrafici e di stato civile;
-- che è stata effettuata d’ufficio accurata verifica sulla regolare
187
tenuta dello schedario elettorale elettronico.
Visto il parere favorevole sulla proposta di deliberazione espres-
so ai sensi dell’art. 49 del D.lgs. 267/2000.
DELIBERA
188
IL SINDACO IL SEGRETARIO GENERALE
___________ _____________________
COMUNE DI …..
PROVINCIA DI …..
N. …………. REG.
Data……..
189
Assiste il Segretario Generale …………………, il quale provve-
de alla redazione del presente verbale.
Essendo legale il numero degli intervenuti, il signor
………………… nella sua qualità di Sindaco assume la presi-
denza e dichiara aperta la seduta per la trattazione dell’oggetto
sopra indicato.
LA GIUNTA COMUNALE
190
dell’Ente accorpando le due aree succitate in un’unica denomi-
nata “Area Amministrativo Contabile” questo al fine di rendere
più snella la struttura burocratica e di conseguenza semplificare
anche la procedura amministrativa;
VISTI:
--Il D. Lgs. 267/2000 e successive modifiche ed integrazioni;
--Il D. Lgs. 265/2001 e successive modifiche ed integrazioni;
--lo Statuto Comunale;
--il Regolamento sull’ordinamento generale degli Uffici e dei
servizi;
--Visto il parere favorevole sulla proposta di deliberazione
191
espresso ai sensi dell’art. 49 del D.lgs. 267/2000.
--con votazione favorevole, unanime e palese per alzata di mano;
DELIBERA
192
B –di cui n. 1 posto a tempo pieno e n. 1 posto part-time a
18 ore - vacante
--AREA VIGILANZA – DEMOGRAFICO – STATISTICA
DOTAZIONE n. 1 Istruttore Direttivo – Tenente di Polizia
Locale – cat. PLB n. 1 Istruttore Direttivo – Tenente di Poli-
zia Locale – cat. PLB n. 1 Collaboratore Amministrativo cat.
B part-time a 20 ore
--AREA GESTIONE DEL TERRITORIO DOTAZIONE n.
1 Istruttore Tecnico – cat. D n. 1 Esecutore Tecnico – cat. B
--AREA LAVORI PUBBLICI E MANUTENZIONI DOTA-
ZIONE n. 1 Istruttore Tecnico -Direttivo – cat. D – n. 1
5) Di trasmettere copia della presente deliberazione alle oo.ss.
e rsu.
6) Con successiva votazione favorevole unanime, stante l’urgen-
za, la presente deliberazione viene dichiarata immediatamente
eseguibile ai sensi dell’articolo 134, comma 4, del D.lgs. 18 ago-
sto 2000, n. 267.
193
COMUNE DI …..
PROVINCIA DI …..
N. …………. REG.
Data……..
194
………………… nella sua qualità di Sindaco assume la presi-
denza e dichiara aperta la seduta per la trattazione dell’oggetto
sopra indicato.
LA GIUNTA COMUNALE
Premesso che l’Amministrazione Comunale negli ultimi anni ha
cercato di rendere i propri impianti sportivi maggiormente frui-
bili dalla Comunità e, in particolar modo, da parte delle associa-
zioni sportive attive sul territorio, ricorrendo anche a numerosi
interventi di manutenzione e ristrutturazione;
195
convenzione per la durata di un anno, qui allegato quale parte
integrante ed inscindibile del presente atto, che si compone di
n. …… articoli;
196
___________ ________________
COMUNE DI …..
PROVINCIA DI …..
N. …………. REG.
Data……..
197
________________ _________
Totale Presenti: ……….Totali Assenti:……….
Assiste il Segretario Generale …………………, il quale provve-
de alla redazione del presente verbale.
Essendo legale il numero degli intervenuti, il signor
………………… nella sua qualità di Sindaco assume la presi-
denza e dichiara aperta la seduta per la trattazione dell’oggetto
sopra indicato.
LA GIUNTA COMUNALE
198
di €. ………..omnia.
199
VISTI i pareri espressi ai sensi dell’art. 49 del D. Lgs.18 Agosto
2000 n. 267 dal Responsabile del Servizio e dal Responsabile di
Ragioneria.
AD unanimità di voti.
DELIBERA
200
_____________ ____________________
REFERTO DI PUBBLICAZIONE
Lì,…………………..
IL SEGRETARIO COMUNALE
_______________________
CERTIFICATO DI ESECUTIVITA’
Si certifica che questa deliberazione, ai sensi dell’art. 3, comma
18 e 54, Legge 244/2007 e dell’art. 32, comma 1 della Legge
18 giugno 2009 n. 69, è stata pubblicata sul sito WEB il giorno
19.02.2013 e rimarrà pubblicata per 15 giorni consecutivi.
Addì, ……………………………
IL SEGRETARIO COMUNALE
201
____________________
COMUNE DI …..
PROVINCIA DI …..
N. …………. REG.
Data……..
LA GIUNTA COMUNALE
203
stituirsi e a resistere in giudizio in nome e per conto dell’Ente
di fronte all’autorità giurisdizionale per tutelare gli interessi del
Comune di ………………. e difendere la legittimità dell’azione
amministrativa dell’Ente Comunale nella procedura sopra men-
zionata;
204
Richiamato il parere del Consiglio di Stato, Comm. Speciale, n.
2109 del 6 ottobre 2017 in ordine alla richiesta sollevata dall’A-
NAC sulle “Linee guida per l’affidamento dei servizi legali”;
DELIBERA
205
di Stato avverso il ricorso in appello promosso dalla società
……………. spa;
2. di prenotare la spesa presunta iniziale di € 5.000,00 sul cap.
………….(Patrocini legali), del Bilancio 20….., demandando al
Dirigente competente l’adozione dei provvedimenti di impegno
di spesa conseguenti ai fini dell’affidamento dell’incarico; 3. di
dare atto che il Segretario Generale, responsabile ufficio assi-
stenza legale, provvederà all’individuazione del legale patroci-
natore nel rispetto della legge;
4. di dare atto, altresì, che il Sindaco, in quanto legale rappre-
sentante dell’Ente, provvederà alla firma della p procura alla
lite, conferendo al patrocinatore degli interessi del Comune di
………….. di futura designazione ogni più ampio potere di rap-
presentanza e difesa;
5. di dichiarare, con separata votazione, la presente deliberazio-
ne immediatamente eseguibile ai sensi dell’art. 134, 4° comma
del D.lgs. n. 267/2000 in ragione dei termini prescrittivi per la
costituzione in giudizio;
REFERTO DI PUBBLICAZIONE
n. ………………. Registro Pubblicazioni
Il sottoscritto responsabile del servizio pubblicazioni aventi ef-
206
fetto di pubblicità legale attesta che la presente deliberazione
viene pubblicata a partire dal ………. al …………….. all’albo
pretorio per 15 giorni consecutivi ai sensi dell’art.124, comma
1° del T.U. 267/2000 e nel sito web istituzionale di questo Co-
mune accessibile al pubblico ai sensi dell’art.32, comma 1° della
legge 18 giugno 2009, n. 69.
Lì,…………………..
IL SEGRETARIO COMUNALE
_______________________
CERTIFICATO DI ESECUTIVITA’
Addì, ……………………………
IL SEGRETARIO COMUNALE
____________________
207
impianto sportivo.
COMUNE DI …..
PROVINCIA DI …..
N. …………. REG.
Data……..
Si/No Si/No
Si/No Si/No
Si/No Si/No
Si/No Si/No
Si/No Si/No
Si/No Si/No
208
Si/No Si/No
Si/No Si/No
Si/No Si/No
Presenti N.
Assenti N.
209
parte dell’utenza, attraverso l’affidamento della gestione ad una
associazione/società della promozione sportiva e iscritta all’al-
bo comunale;
210
nistrazione, non risulta necessario il parere di regolarità contabile;
REFERTO DI PUBBLICAZIONE
211
n. ………………. Registro Pubblicazioni
Lì,…………………..
IL SEGRETARIO COMUNALE
_________________
CERTIFICATO DI ESECUTIVITA’
Addì, ……………………………
IL SEGRETARIO COMUNALE
____________________
2.8 Intitolazione di vie e piazze
212
COMUNE DI …..
PROVINCIA DI …..
N. …………. REG.
Data……..
Si/No Si/No
Si/No Si/No
Si/No Si/No
Si/No Si/No
Si/No Si/No
Si/No Si/No
Si/No Si/No
213
Si/No Si/No
Si/No Si/No
Presenti N.
Assenti N.
LA GIUNTA COMUNALE
214
30 maggio 1989, n. 223;
--non si possono attribuire nomi di persone vive;
RICHIAMATA la legge 23 giugno 1927, n. 1188 che stabilisce
che non si possono attribuire a strade e piazze pubbliche nomi
di persone che siano decedute da meno di dieci anni, salvo de-
roga del Ministero dell’Interno;
DELIBERA
215
torio online e nella sezione “Amministrazione Trasparente”
del sito web del Comune, in conformità a quanto previsto
dal Decreto Legislativo n. 33 del 14 marzo 2013,
DELIBERA
Lì , …………………
216
Visto si esprime parere favorevole in ordine alla regolarità con-
tabile della deliberazione sopra indicata.
NON DOVUTO
Letto , approvato e sottoscritto
Capitolo III
217
Atti del Sindaco e della Presidente della Provincia
218
in circostanze straordinarie per cui gli ordinari rimedi previsti
dall’ordinamento giuridico risulterebbero non idonei.
Le medesime ordinanze sono adottate dal sindaco anche in re-
lazione “all’urgente necessità di interventi volti a superare situazioni
di grave incuria o degrado del territorio, dell’ambiente e del patrimonio
culturale o di pregiudizio del decoro e della vivibilità urbana, con parti-
colare riferimento alle esigenze di tutela della tranquillità e del riposo dei
residenti, anche intervenendo in materia di orari di vendita, anche per
asporto, e di somministrazione di bevande alcoliche e superalcoliche”
come espressamente previsto dall’art. 50, comma 5, del D.lgs.
n. 267/2000.
219
Provincia.
Eterogenea è la categoria degli atti adottabili dal Sindaco e dal
Presidente della Provincia tra vi rientrano le ordinanze, i decreti
e gli altri atti tassativamente indicati dalla legge, Statuto e rego-
lamento.
Essi hanno una struttura pressoché identica in quanto composta
da una premessa, motivazione, richiamo alle disposizioni nor-
mative, statutarie e regolamentari, e un dispositivo.
In ossequio al principio di esecutività, gli atti amministrativi del
Sindaco e del Presidente della Provincia sono immediatamente
eseguibili e non soggetti a controlli preventivi né a termini di
pubblicazione.
Quanto alla forma di pubblicità degli atti amministrativi bisogna
distinguere tra atti recettizi e atti non recettizi. Per la prima tipo-
logia di atti, la loro efficacia è subordinata all’effettiva conoscen-
za del destinatario che avviene mediante notifica dello stesso;
diversamente avviene per gli atti amministrativi non recettizi per
cui la conoscibilità è assicurata per mezzo della pubblicazione
all’albo pretorio.
Il momento di conoscibilità del provvedimento amministrativo
rileva ai fini di decorso dei termini per impugnazione dello stes-
so, presso l’autorità giurisdizionale competente.
220
va diretta ad imporre su un soggetto passivo obblighi immediati e diretti
previa comminatoria di una misura giuridica in ipotesi di disobbedien-
za”.
Per tal motivo, l’ordinanza è un atto amministrativo discrezio-
nale che esprime la volontà della P.A., il cui potere nel Comune
è riconosciuto al Sindaco.
Essa si caratterizza dall’imposizione di obblighi al soggetto de-
stinatario del provvedimento prevedendo sanzioni in caso di
inottemperanza.
Ai fini di adozione delle ordinanze, anche quelle contingibili e
urgenti, si pone un’attività amministrativa, che seppur non posi-
tivizzato, si compone di fasi distinte di raccolte di dati, valuta-
zioni e decisioni. Del resto, le ordinanze del Sindaco, in quanto
provvedimenti amministrativi, necessitano di un procedimento
amministrativo in armonia con quanto previsto dal capo III del-
la legge n° 241 del 1990.
Anche per le ordinanze del Sindaco, al pari delle delibere degli
organi collegiali, necessitano di una previa formulazione della
proposta, la quale costituisce presupposto di garanzia e di veri-
dicità tecnica della situazione.
Il procedimento di adozione dell’ordinanza è generalmente un
procedimento d’ufficio, la cui iniziativa compete al Comune.
È necessario ai vini di legittimità del provvedimento la comu-
nicazione al destinatario dell’atto amministrativo dell’avvio del
procedimento in ossequio a quanto previsto dall’art. 7 della leg-
ge n° 241 del 1990.
Esso si pone come momento imprescindibile di garanzia degli
221
interessi contrapposti del privato nonché momento di confronto
volto alla individuazione delle soluzioni più opportuna.
Solo in ipotesi eccezionali, la legge ammette l’omissione della
comunicazione di avvio del procedimento amministrativo, come
ad esempio il ricorrere di circostanze di urgenza debitamente
richiamate nel provvedimento.
L’omissione dell’avviso è tipico delle ordinanze contingibili e
urgenti, in cui la necessità di un’azione amministrativa rapida
ed incisiva per la tutela di interessi pubblici, ammette la contra-
zione delle garanzie del contraddittorio.
Altra eccezione alla disciplina della comunicazione, in tema di
ordinanza, è rinvenibile nelle ipotesi di ordinanze rivolte alla
generalità dei consociati, ex art. 13 della legge n° 241 del 1990,
per cui sono disapplicate le norme sulla partecipazione al pro-
cedimento amministrativo.
Alla fase preparatoria segue la fase istruttoria. La fase istruttoria
si pone come la conseguenza naturale della fase preparatoria in
cui le risultanze giuridiche e presupposti di fatto verranno poste
a fondamento dell’azione amministrativa.
Nel preambolo dell’ordinanza, in particolare, saranno richiama-
ti le situazioni e circostanze di fatto e le ragioni giuridiche su cui
va ad insistere il provvedimento amministrativo. Il preambolo,
inoltre, farà riferimento anche ai pareri tecnici resi nonché alle
proposte di provvedimento.
Per quanto concerne le ordinanze contingibili e urgenti inerenti
l’incolumità pubblica e la sicurezza dei cittadini, lo schema del
provvedimento dovrà essere comunicato al Prefetto. La previa
222
comunicazione all’autorità prefettizia è funzionale alla predispo-
sizione dei mezzi necessari per dare attuazione alle disposizioni
in esso contenuto, come disposto ai sensi dell’art. 54, comma 4,
del D.lgs. n. 267/2000.
La fase costitutiva non conterrà gli elementi tipici degli atti col-
legiali, come avviene per le deliberazioni, in quanto si tratta di
un atto tipicamente individuale.
L’ordinanza contiene un ordine di fare o non fare, di attenersi
a determinati comportamenti e ai fini di efficacia è necessaria
che essa sia resa nota mediante pubblicazione o notifica ai de-
stinatari.
Essa non è soggetta a controlli preventivi dell’organo superiore,
ma ai sensi dell’art. 147, comma 2, del D.lgs. n. 267/2000 è
previsto un controllo successivo e a campione su detti atti am-
ministrativi.
L’ordinanza, tendenzialmente, è spontaneamente eseguita dai
destinatari, tuttavia, l’obbligatorietà dell’ordine è garantita dalla
previsione di sanzioni.
In particolare, in caso di trasgressione dell’ordinanza-ingiunzio-
ne, l’art. 27 della legge n. 689 del 1981 prevede la riscossione
diretta delle somme dovute.
Diversa è, invece, la risposta sanzionatoria in ipotesi di violazio-
ne degli ordini imposti nelle ordinanze sindacali adottate con
criterio d’urgenza, per cui è previsto l’applicazione dell’art. 650
c.p.
L’art. 54, comma 7, del D.lgs. n. 267/2000 infatti rinvia alla pre-
visione penalistica in ipotesi di trasgressione agli ordini imposti
223
dal Sindaco ai sensi del comma 4 del medesimo articolo.
In ipotesi di inottemperanza agli ordini impartiti, tuttavia, la
giurisprudenza amministrativa precisa l’impossibilità per l’Am-
ministrazione Pubblica di esecuzione d’ufficio, salvo i casi
espressamente previsti dalla legge.
La sanzione dell’esecuzione d’ufficio, infatti, è prevista per le
sole ordinanze contingibili e urgenti ma non può in alcun modo
essere previste per le ordinanze emesse per dare attuazione a
norme del regolamento comunale.
224
Modulistica
225
n. 152/2006 adottate dal Sindaco in funzione di Capo
dell’Amministrazione comunale.
b. Ordinanza ai sensi dell’art. 50, comma 3, adottate dal Sin-
daco in qualità di Capo dell’Amministrazione comunale.
c. Ordinanza ai sensi dell’art. 50, comma 4, adottate dal Sin-
daco in qualità di Capo dell’Amministrazione comunale.
d. Ordinanza contingibili e urgenti ai sensi dell’art. 50, com-
ma 5, adottate dal Sindaco in qualità di Capo dell’Ammi-
nistrazione comunale.
e. Ordinanza contingibili e urgenti ai sensi dell’art. 54, com-
ma 4, adottate dal Sindaco in qualità di Ufficiale di Go-
verno.
Intestazione.
Come tutti gli atti degli Enti locali, anche l’ordinanza, l’intesta-
zione contiene oltre alle indicazioni di rito (Comune, il numero
progressivo di registro, la data dell’adozione, oggetto in cui viene
sinteticamente descritto l’atto, ecc.) l’individuazione dell’organo
emanante o dell’autorità delegata. Essa, pertanto, assumerà la
seguente formula operativa:
COMUNE DI…………..
226
PROVINCIA DI …………
IL SINDACO
Preambolo
Il preambolo contiene indicazione dei presupposti su cui l’atto
si fonda. Sono individuati, in questa parte, le norme giuridiche
attributive del potere con particolare attenzione alle disposizioni
contenute nei regolamenti locali. L’individuazione in tale sede
delle norme è fondamentale ai fini di legittimazione del potere
esercitato dal Sindaco.
Accanto all’attenta individuazione delle norme è necessario che
il preambolo contenga anche:
227
--L’efficacia limitata nel tempo dell’ordinanza;
--Rispetto dei principi generali dell’ordinamento giuridico;
--Il bilanciamento tra gli antitetici interessi, pubblici e privati,
che vengo in gioco;
228
dentale per cui si richiede l’intervento;
--Indicazione dello stato di urgenza che giustifica la tempesti-
vità dell’intervento;
--Indicazione del pericolo di danno reale o situazioni di perico-
lo attuale ed imminente per la pubblica incolumità;
--Ambito oggettivo diversificato che si differenzia a seconda
delle diverse tipologie, per quali avremo:
1. le ordinanze contingibili e urgenti adottate ex art. 54, comma
4, del t.u. limitatamente agli ambiti di incolumità pubblica e
sicurezza dei cittadini;
2. le ordinanze contingibili e urgenti adottate ex art. 54, com-
ma 5, del t.u. limitatamente agli ambiti di igiene pubblica e
di emergenza sanitaria;
3. le ordinanze contingibili e urgenti adottate ex art. 54, com-
ma 6, del t.u. limitatamente agli ambiti di inquinamento at-
mosferico o particolari necessità dell’utenza;
Motivazione
La motivazione si compone di una serie di passaggi logici neces-
sari per la ricostruzione della formazione della volontà dell’or-
gano.
La sua intensità può variare a seconda della gravità degli effetti
che esso produce nella sfera giuridica del destinatario. Per tal
motivo, appare evidente che la motivazione nelle ordinanze con-
tingibili e urgenti sarà particolarmente penetrante rispetto alle
altre tipologie di atti ordinari.
In primo luogo, pertanto, sarà necessario l’individuazione del
229
problema del quale l’ordinanza dovrebbe rappresentare la solu-
zione.
In secondo luogo, la motivazione deve riprodurre il quadro
completo di tutti gli interessi coinvolti nel procedimento, sia essi
pubblici che privati.
In terzo luogo, si procede all’individuazione della soluzione più
opportuna alla luce delle risultanze dell’istruttoria.
La motivazione dovrà, inoltre, riportare anche le ragioni per cui
si ritiene non proseguibili soluzioni alternative a quella optata
dall’Amministrazione.
L’espressione linguistica maggiormente utilizzata sono CONSI-
DERATO CHE oppure RITENUTO CHE (da intendersi come si
rende opportuno, necessario, urgente) volte ad indicare l’utilizzo di
criteri discrezionali di scelta.
È opportuno ricordare che le formule con cui si apre il pream-
bolo e la motivazione, anche se simili, non sono equivalenti,
come confermato dalle diverse funzioni da esse svolte: la prima
meramente descrittiva delle norme attributive del potere, l’altra
descrittiva delle situazioni di fatto.
La motivazione, pertanto, si presenta come il collagene tra il
preambolo e il dispositivo dell’atto.
Vi sono casi in cui è opportuno l’utilizzo di formule linguistiche
differenti quali RILEVATO CHE …, ACCERTATO CHE …,
VERIFICATO CHE… .
Dette locuzioni sono idonee nell’ipotesi in cui il provvedimento
amministrativo sia supportato da relazioni, pareri, documenti o
comunque accertamenti tecnici svolti in fase istruttoria e allegati
230
all’atto.
Ne consegue che i verbi come accertato, rilevato, costatato e ve-
rificato possono essere utilizzati per le ordinanze, in quanto la
loro adozione presuppone l’espletamento di accertamenti tecnici
necessari al fine di legittimare le scelte operate dell’organo mo-
nocratico.
Vediamo un esempio:
231
emerge la situazione sopra evidenziata;
PRESO ATTO che, allo stato, nonostante l’avvenuto deferimento a pie-
de libero di un soggetto per la fattispecie di reato di cui all’art. 256 D.lgs.
n. 152/2006, tuttavia, cautelativamente, non può essere addebitato a
costui, al di là di ogni ragionevole dubbio, l’illecito riscontrato in merito
al divieto di abbandono e di deposito incontrollato di rifiuti;
CONSIDERATO che, permanendo l’attuale situazione, ciò aggrava il
rischio per la salute pubblica nonché può indurre al deposito di ulteriori
rifiuti in prossimità di quelli esistenti;
Dispositivo
La formula operativa tipica dell’ordinanza è ORDINA volta ad
indicare un fare, un patì o un divieto impartito dall’Autorità
Pubblica.
ORDINA
per le motivazioni e relativamente alla violazione di cui in premessa, al
sig. ………, ut supra generalizzata, di provvedere, a sua cura e spese,
entro il termine di ………. giorni dalla notificazione della presente or-
dinanza, alla rimozione ed allo smaltimento di tutti i rifiuti abbando-
nati sul fondo di sua proprietà sito in via………. ed al ripristino dello
stato dei luoghi;
232
Solo le ordinanze contingibili e urgenti sono eseguibili d’ufficio.
Nelle ipotesi ordinarie, infatti, qualora l’ordine sindacale sia di-
satteso, il Sindaco potrà solo eseguirle provvedendo d’ufficio a
spese dell’interessato.
DISPONE
1) che, nel caso di inottemperanza da parte della persona obbligata
ex lege, si procederà d’ufficio all’effettuazione degli interventi di cui
alla presente ordinanza, con addebito e recupero in danno del sig.
………………. delle somme anticipate da questa Amministrazione,
nonché verrà presentata denuncia a carico della stessa proprietaria del
terreno alla competente Autorità Giudiziaria, ai sensi dell’art. 225,
comma 3, del D.lgs. n. 152/2006;
233
rativa è:
DISPONE
la Polizia municipale e, ove, necessario le forze di Polizia dello Stato (o
altro ente idoneo a provvedere a seconda delle ordinanze sindacale) sono
incaricate di verificare l’esecuzione del presente atto.
In caso di inottemperanza si procederà d’ufficio a spese dell’interessato,
oltre alla denuncia all’autorità giudiziaria ai sensi dell’art. 650 c.p. e
per altre fattispecie di reato ivi integrate.
234
ai sensi dell’art. 35, I comma, della Legge 23 dicembre 1978 n. 833,
corredata dalla proposta medica convalidata e richiamata in premessa,
venga notificata entro 48 ore dal ricovero al Giudice Tutelare presso il
Tribunale di ___________;
• che il presente provvedimento venga comunicato all’Azienda
sanitaria locale di _________ perché vi dia esecuzione con il proprio
personale;
• che una copia della presente ordinanza venga trasmessa al Corpo
di Polizia Locale di ______________________, affinché vi dia esecu-
zione per quanto di competenza;
Che il trattamento sanitaria sia effettuato nel rispetto della dignità della
persona e dei diritti politici garantiti dalla Costituzione;
Copia della presente ordinanza, inoltre, viene trasmessa per gli adempi-
menti di rispettiva competenza:
a) All’Albo Pretorio Comunale;
b) Al Comando Stazione Carabinieri di Feroleto della Chiesa
c) Alla Procura della Repubblica presso il Tribunale ………….
d) Alla Città Metropolitana di …………………. Settore Ambiente.
235
Nelle ordinanze contingibili e urgenti adottate ai sensi dell’art.
54 comma 4 o comma 6 oppure dell’art. 50, comma 5 del t.u.e.l.
in quanto provvedimenti temporaneamente efficaci, necessitano
ai fini di validità del provvedimento, l’apposizione di uno speci-
fico e determinato termine di efficacia.
236
dalla data della notifica o comunicazione del provvedimento
emesso dal Sindaco in qualità di Ufficiale di Governo;
--Ricorso dinanzi al Tribunale in composizione monocratica
entro 30 giorni dalla notifica o comunicazione dell’ordinanza
di ingiunzione;
--Ricorso in via giurisdizionale dinnanzi al TAR entro 60 gior-
ni dalla notifica o comunicazione delle ordinanze adottate in
ipotesi di violazione delle norme del codice della strada.
--Ricorso in via giurisdizionale dinnanzi al Tribunale in com-
posizione monocratica per le ordinanze emesse dal sindaco
per trattamenti sanitari obbligatori ex artt. 33, 34 e 35 della
legge n. 833/78 e se convalidate dal giudice tutelare.
Nel caso di specie, abbiamo:
237
All’interessato è riconosciuta la facoltà di prendere visione ed estrarre
copia degli atti del fascicolo in orario d’ufficio.
CITTÀ DI ………………….
CITTA’ METROPOLITANA DI ………………………
Settore proponente: SINDACO
IL SINDACO
Premesso che
• il D.lgs. 13 agosto 2010 n. 155 “Attuazione della direttiva
2008/50/CE relativa alla qualità dell’aria ambiente e per un’a-
ria più pulita in Europa” – conferma, tra l’altro, il valore limite
di 24 ore per la protezione della salute umana per le polveri
sottili (PM10) pari a 50 μg/m3 da non superare più di 35 volte
nell’arco dell’anno civile;
238
• le zone territoriali di interesse presentano specifiche condizio-
ni orografiche e meteo-climatiche (con scarsità di venti, instau-
rarsi di frequenti situazioni e di inversione Termica, ecc.) che
favoriscono la formazione e l’accumulo nell’aria di inquinanti,
con particolare riferimento alle polveri sottili producendo così
situazione di inquinamento particolarmente diffuse, tali da ren-
dere difficile il conseguimento del rispetto dei valori limite della
qualità dell’aria;
• con deliberazione n. ……. del …………… il Consiglio Re-
gionale ha approvato l’aggiornamento del Piano Regionale di
Tutela e Risanamento dell’Atmosfera;
239
dirizzo e Sorveglianza della Regione del ………….. in data
………………., del Tavolo Tecnico Zonale della Città Metropo-
litana nella seduta del ………………….., ha individuato l’eleva-
ta concentrazione di PM10 nelle seguenti vie:
_______________________
_______________________
_______________________
ORDINA
sul territorio comunale ricadente all’interno del perimetro indi-
viduate da via …………..a via ……….. e via ………….. fino
all’intersezione con via ……………, le seguenti limitazioni al
traffico:
• il divieto di circolazione dal lunedì al venerdì, dalle ore 8:30
240
alle ore 18:30, per le seguenti categorie di veicoli:
--ciclomotori e motocicli euro 0 a due tempi;
--autovetture ad uso proprio alimentate a benzina Euro 0 + 1;
--autovetture ad uso proprio alimentate a diesel Euro 0+1+2+ 3;
--veicoli commerciali alimentati a diesel Euro 0+1+2+ 3;
Il divieto resterà in vigore fino a quando i parametri di PM10
non rientreranno nei limiti di legge.
241
(documento di identità);
242
Prefettura di ………………..;
Agli organi di Polizia stradale competenti;
All’Ufficio tecnico comunale.
243
c. 3 del Codice della Strada.
All’interessato è riconosciuta la facoltà di prendere visione ed
estrarre copia degli atti del fascicolo in orario d’ufficio.
CITTÀ DI ………………….
PROVINCIA DI ………………………
Settore proponente: SINDACO
IL SINDACO
244
Considerato che da tale proposta risulta, come previsto nell’art.
34, IV comma, della Legge 23 dicembre 1978 n. 833:
• che si è in presenza di persona affetta da alterazioni psichiche
tali da richiedere urgenti interventi terapeutici;
• che gli interventi terapeutici necessari non sono stati accettati
dall’infermo/a;
• che non vi sono le condizioni e le circostanze che consentono
di adottare tempestive ed idonee misure sanitarie extra ospe-
daliere.
ORDINA
DISPONE
245
Che la presente ordinanza
• ai sensi dell’art. 35, comma 1, della legge 23 dicembre 1978
n. 833, corredata dalla proposta medica e della convalida richia-
mata in premessa venga notificata entro 48 ore dal ricovero del
soggetto al Giudice Tutelare del Tribunale di …………;
• sia notificata dalla Polizia municipale del Comune di……………
ai sensi dell’art. 35, I comma, della Legge 23 dicembre 1978 n.
833, corredata dalla proposta medica convalidata e richiamata
in premessa, venga notificata entro 48 ore dal ricovero al Giudi-
ce Tutelare presso il Tribunale di ___________;
• che il presente provvedimento venga comunicato all’Azienda
sanitaria locale di _________ perché vi dia esecuzione con il
proprio personale;
• che copia della presente ordinanza venga trasmessa al Corpo
di Polizia Locale di ______________________, affinché vi dia
esecuzione per quanto di competenza;
Che il trattamento sanitaria sia effettuato nel rispetto della digni-
tà della persona e dei diritti politici garantiti dalla Costituzione;
246
Il Sindaco
______________
247
fenomeni naturali
COMUNE DI…………..
PROVINCIA DI …………
IL SINDACO
PREMESSO che in data ___________________a seguito di un
evento……. (indicare il tipo di fenomeno naturale verificatosi, ad
esempio, sismico di mag._______) che hanno interessato in modo
considerevole il territorio Comunale;
248
che ha colpito il territorio comunale di________ si è determinata
una situazione di grave pericolo per la popolazione residente causa-
ta dalle lesioni e dal danneggiamento delle strutture e dei fabbricati
situati nel territorio interessato con conseguente rischio di distacchi
e/o di crolli sulle aree pubbliche e private.
VISTO Il Decreto_______________________________
VISTE le ordinanze_______________________________
249
VISTO l’art 15 della Legge 24 Febbraio 1992 n. 225 e S.M.I
DICHIARA
ORDINA
250
l’accesso a chiunque.
3) Il perdurare delle presenti disposizioni sino all’avvenuta ese-
cuzione di tutte le opere necessarie per rendere agibile l’immo-
bile ora dichiarato inagibile.
Altresì,
RICHIEDE
DISPONE
251
Censimento danni, Strutture Operative Locali e Viabilità
--Polizia Municipale Ciascuno per le rispettive competenze –
--agli enti erogatori di servizi per provvedere, sulla base delle
richieste sopra riportate, al blocco/distacco delle utenze.
Il Sindaco
______________
252
estrarre copia degli atti del fascicolo in orario d’ufficio.
COMUNE DI………….
PROVINCIA DI …………
IL SINDACO
253
suddetta strada comunale, inibendo la circolazione a tutte le ca-
tegorie di veicoli fino all’esecuzione dei lavori di messa in sicu-
rezza del ponte sul …………………;
ORDINA
254
A FAR DATA dal ………….e sino al permanere delle condi-
zioni di pericolo l’immediata chiusura al traffico, per tutte le
categorie di veicoli, con l’istituzione del segnale di DIVIETO
DI TRANSITO del ponte …………… in località …………….. .
255
Il Sindaco
______________
256
Passiamo ora in rassegna la struttura dei decreti sindacali più
utilizzati nella prassi.
Intestazione
Si rinvia a quanto già detto per le ordinanze sindacali in punto
di intestazione dell’atto.
COMUNE DI…………..
PROVINCIA DI …………
Denominazione
La formale denominazione dell’atto indica la competenza
dell’organo che lo adotta.
Ad esempio:
DECRETO DEL SINDACO
Ai sensi dell’art. 50 del t.u.e.l.
Oggetto
Va menzionato l’oggetto del provvedimento in sintesi a cui fa
seguito l’indicazione dell’organo competente.
IL SINDACO
257
Preambolo
Il preambolo contiene le ragioni giuridiche e tecniche, unita-
mente alle norme legislative, regolamentari, statutarie che han-
no condotto all’adozione del provvedimento amministrativo.
258
Motivazione
Ai sensi dell’art. 3 della legge n° 241 del 1990 il provvedimento
amministrativo deve obbligatoriamente contemplare la motiva-
zione, ossia la ragione della scelta del soggetto designato. L’in-
dividuazione del soggetto deve avvenire secondo criteri formali
e sostanziali di scelta facendo opportuno riferimento alle com-
petenze, perizia e capacità professionale posseduta dal designato
in riferimento all’incarico che andrà a ricoprire.
259
in via…………, Segretario comunale di questo Comune;
--Di comunicare il presente decreto di nomina:
1. All’interessato per accettazione formale della nomina e per la conse-
guente assunzione del servizio a far data dal …………….
2. All’Ufficio del personale del Comune per quanto di competenza;
3. Alla Prefettura di………
--Di provvedere alla pubblicazione del presente provvedimento all’Albo
pretorio dell’ente;
260
COMUNE DI………….
PROVINCIA DI …………
IL SINDACO
Premesso che:
Dato atto che con protocollo dell’Ente n. …… del ……, il
dott.………. ha presentato le proprie dimissioni dalla carica di
Assessore del Comune di ……………per motivi personali;
Richiamato lo Statuto Comunale;
Richiamato l’art. 46, comma 2, del D.lgs. 267/2000 il quale sta-
bilisce che il Sindaco nomina, nel rispetto del principio di pari
opportunità tra donne e uomini, garantendo la presenza di en-
trambi i sessi, i componenti della Giunta;
DECRETA
261
1) Di nominare quale nuovo assessore della Giunta Comunale
di ………………… il dott.………………. nato il …………… a
…………. e residente in via…………con delega delle funzioni
nei seguenti uffici e servizi:..;
2) che l’accettazione della seguente funzione comporta la cessa-
zione automatica della carica di Consigliere comunale;
3) della seguente nomina sarà data comunicazione al Consiglie-
re comunale ai sensi dell’art. 46 del t.u.
Il Sindaco
______________
2.2 Decreto di revoca di Assessore
COMUNE DI…………..
PROVINCIA DI …………
262
Premesso che l’art 46 del D.Lgs 18/8/2000 n. 267 stabilisce che:
“Il Sindaco e il Presidente della Provincia nominano i componenti della
giunta…omissis” e che per giurisprudenza costante l’atto di no-
mina è fondato sulla discrezionalità del sindaco di scegliere gli
Assessori a suo insindacabile giudizio ed “intuitu personae”;
Considerato che
--l’assenza di criteri normativamente predeterminati per la scel-
ta dei componenti della Giunta sottolinea il carattere piena-
mente fiduciario di tale scelta;
--il citato articolo 46 del testo unico degli enti locali stabilisce
altresì che “Il sindaco ed il Presidente della Provincia possono revo-
care uno o più assessori dandone motivata comunicazione al Consi-
glio”, ne consegue che l’obbligo di motivazione è previsto in
sede di comunicazione al Consiglio comunale della revoca
dell’assessore;
263
………………… non hanno a tutt’oggi prodotto significativi ri-
sultati;
DECRETA
264
sato;
6. Di comunicare il presente atto al Consiglio Comunale nella
sua prossima adunanza;
7. Di comunicare il presente atto per opportuna conoscenza al
Sig. Prefetto della Provincia di .......................
COMUNE DI…………..
PROVINCIA DI …………
IL SINDACO
265
amministrazione”, in particolare l’art. 1, comma 7, a norma del
quale “l’organo di indirizzo individua, di norma tra i dirigenti di ruolo
di prima fascia in servizio, il Responsabile della prevenzione della cor-
ruzione. Negli enti locali, il Responsabile della prevenzione della corru-
zione e della trasparenza è individuato, di norma, nel segretario o nel
dirigente, salva diversa e motivata determinazione.
266
• Verifica l’efficacia e attuazione del piano e della sua idoneità e
propone modifiche;
• Individua il personale da inserire nei programmi di formazione;
267
vato dall’ANAC il 3 agosto 2016 a seguito della riforma del
Decreto Legge 90/2014;
DECRETA
268
--ai Consiglieri Comunali;
--al nucleo di valutazione;
--all’Autorità Nazionale Anticorruzione.
Dalla residenza municipale, lì………….
Il Sindaco
______________
COMUNE DI…………..
PROVINCIA DI …………
269
con un compenso di € …………………………… (omnicom-
prensivo) e per una durata fino ………..;
270
Per le motivazioni di cui in premessa che si intendono integral-
mente richiamate
AUTORIZZA
Capitolo V
271
Gli atti dei Dirigenti
272
diante l’adozione delle direttive generali.
b. Assegnazione agli uffici dirigenziali generali dei fondi.
Il meccanismo formale attraverso cui si estrinseca l’attuazione
degli indirizzi di matrice politico-amministrativo è rappresentato
dall’adozione della determinazione, la quale può avere contenu-
to eterogeneo come l’impegno di spesa, la gestione del persona-
le , la gestione dei contratti pubblici e appalti, ecc.
Come puntualmente ha osservato il TAR Lazio , Sez. II- bis, 8
marzo 2002 sentenza n° 1804 “ spetta ai dirigenti, nei limiti delle
attribuzioni degli uffici a cui sono preposti, la emanazione di tutti gli
atti e provvedimenti amministrativi, comprensivi di quelli che impegni-
no la P.A. verso l’esterno e siano espressione di valutazione anche di
natura discrezionale, nel rispetto dei criteri predeterminati dalla legge,
dai regolamenti e dagli atti generali di indirizzo emanati dagli organi
politici”.
L’art. 107 comma 3 del D.lgs. n. 267/2000 individua , con un’e-
lencazione non tassativa, le funzioni e i compiti di natura ge-
stionale attribuiti al dirigente, con i quali essi impegnano la P.A.
verso l’esterno.
Tra i compiti e funzioni attribuiti al personale dirigenziale la
legge annovera:
a) la presidenza delle commissioni di gara e di concorso;
b) la responsabilità delle procedure d’appalto e di concorso;
c) la stipulazione dei contratti;
d) gli atti di gestione finanziaria, ivi compresa l’assunzione di
impegni di spesa;
e) gli atti di amministrazione e gestione del personale;
273
f) i provvedimenti di autorizzazione, concessione o analo-
ghi, il cui rilascio presupponga accertamenti e valutazioni,
anche di natura discrezionale, nel rispetto di criteri predeter-
minati dalla legge, dai regolamenti, da atti generali di indi-
rizzo, ivi comprese le autorizzazioni e le concessioni edilizie;
g) tutti i provvedimenti di sospensione dei lavori, abbat-
timento e riduzione in pristino di competenza comuna-
le, nonché i poteri di vigilanza edilizia e di irrogazio-
ne delle sanzioni amministrative previsti dalla vigente
legislazione statale e regionale in materia di prevenzione e re-
pressione dell’abusivismo edilizio e paesaggistico-ambientale;
h) le attestazioni, certificazioni, comunicazioni, diffide, ver-
bali, autenticazioni, legalizzazioni ed ogni altro atto co-
stituente manifestazione di giudizio e di conoscenza;
i) gli atti ad essi attribuiti dallo statuto e dai regolamenti o, in
base a questi, delegati dal sindaco.
Dall’entrata in vigore del testo unico , ai sensi dell’art. 107 com-
ma 5, i dirigenti sono competenti per l’adozione degli atti di ge-
stione e degli atti o provvedimenti amministrativi, salvo quanto
previsto espressamente agli artt. 50 , comma 3, e 54 comma del
D.lgs. n. 267/D.lgs. n. 267/2000.
Tale norma di chiusura , a ben vedere, nell’attribuire le funzioni
di gestione alla figura dirigenziale non detta alcun criterio utile
per l’interprete al fine di distinguere gli atti di indirizzo politico,
spettante agli organi rappresentativi, e gli atti a matrice gestio-
nale di competenza del dirigenze.
Si pone allora il problema di rinvenire un criterio per distingue-
274
re tra atti di indirizzo politico e provvedimento avente natura
gestionale data la sottile linea di demarcazione.
Il metro di giudizio fondato sulla maggiore discrezionalità di cui
godono gli atti di indirizzo politico sembra non reggere, secon-
do la giurisprudenza consolidata, stante l’attribuzione di atti
a carattere discrezionale al dirigente per opera dell’art. 107 del
t.u,e.l.
Né il ricorso al criterio fondato sulla natura intrinseca degli atti
di gestione sembra dare esiti soddisfacenti poiché condurrebbe
all’omologazione degli atti, secondo criteri di astrattezza, con
conseguente svalutazione della volontà statutaria.
La distinzione tra la tipologia di atti di gestione e atti di in-
dirizzo , invece, secondo la giurisdizione maggioritaria non va
ricercata in criteri extra-normativi, ma in criteri desumibili dal
diritto positivo e , in particolare, nella legge, regolamenti e Sta-
tuti, pena la svalutazione definitiva dell’autonomia riconosciuta
agli enti locali.
Per tal motivo, posto di rilievo nella ricerca dei criteri di attribu-
zione va rinvenuta nella normativa di secondo grado che defini-
sce le competenze degli organi di indirizzo e dei dirigenti.
Non esistono, pertanto, criteri aprioristici che distinguono la na-
tura della discrezionalità politica dalla natura gestionale degli
atti dovendo, dunque , rinvenire la soluzione nella legge- Statu-
ti-regolamenti- atto di gestione.
In conclusione, possiamo dettare le coordinate operative per
l’ausilio dell’interprete partendo da alcuni punti fermi:
1. La competenza gestionale deve trovare una copertura nella
275
fonte normativa primaria e , in particolare, ai sensi dell’art.
107 comma 3 del D.lgs. n. 267/D.lgs. n. 267/D.lgs. n.
267/2000;
2. La competenza gestionale può essere attribuita anche dallo
Statuto o norme regolamentari;
3. Solo in via eccezionale la legge attribuisce le competenze ge-
stionali agli organi di indirizzo politico;
4. Lo Statuto , in quanto strumento volto ad adattare l’ordi-
namento di ogni Ente locale ai principi dettati dal D.lgs. n.
165/2001, non può restringere gli ambiti di competenza ri-
conosciuti testualmente dal t.u.e.l. ai dirigenti potendo, per-
tanto, operare solo in senso espansivo.
276
denominato Piano esecutivo di gestione (PEG).
Con il Piano esecutivo di gestione, la Giunta , sulla base del bi-
lancio di previsione deliberato dal Consiglio comunale ai sensi
dell’art. 42 del t.u.e.l., determina gli obiettivi di gestione e affida
le dotazioni necessari di cui potranno disporre i dirigenti e i
responsabili dei servizi per realizzare gli obiettivi assegnati.
Nel PEG le entrate sono articolate in titoli, tipologie, catego-
rie, capitoli, ed eventualmente in articoli, secondo il rispettivo
oggetto. Le spese sono articolate in missioni, programmi, titoli,
macro-aggregati, capitoli ed eventualmente in articoli. Inoltre, i
capitoli costituiscono le unità elementari ai fini della gestione e
della rendicontazione.
La programmazione esecutiva, tuttavia, non è obbligatoria per
gli enti locali con popolazione inferiore a 5.000 abitanti, come
espressamente previsto l’art. 169 del D.lgs. n. 267/2000.
In definitiva, a seguito dell’adozione della programmazione
esecutiva di gestione, si attribuisce ai dirigenti e ai responsabili
dei servizi-settori l’autorizzazione a procedere , in piena autono-
mia , all’impegno di spesa per i perseguimento dei fini attribuiti.
In forza del combinato disposto degli artt. 14 del D.lgs. n.
165/2001 e 107 , comma 3 , del D.lgs. n. 267/D.lgs. n. 267/2000
ai dirigenti è attribuita la gestione finanziaria, tecnica e ammi-
nistrativa mediante atti di gestione che assumono il nome di
determinazioni.
2.1 Soggetto
277
Ai sensi del combinato disposto degli artt. 183, comma 9, del
t.u.e.l. e art. 107, comma 3, i soggetti abilitati ad assumere im-
pegni di spesa sono i dirigenti a cui la legge attribuisce il compi-
to di gestione finanziaria.
Detto principio generale può essere derogato solo in ipotesi ec-
cezionale fondata su espressa previsione normativa, come av-
viene in ipotesi di Comuni di piccole dimensioni privi di figure
dirigenziali.
In detti casi, i poteri in questione sono attribuiti , previo atto
motivato del Sindaco ai responsabili dei servizi o degli uffici ai
sensi dell’art. 109 del D.lgs. n. 267/D.lgs. n. 267/2000 e ai Se-
gretari Comunali ai sensi dell’art. 97 lett.d) del medesimo testo
normativo.
L’assunzione di determinazione ad opera dei organi non prepo-
sti, come ad esempio la Giunta o il Sindaco, comporta l’assun-
zione di un atto affetto dal vizio di incompetenza assoluto.
2.2 Oggetto
L’oggetto è la res su cui il provvedimento amministrativo incide.
Nelle determinazione l’oggetto muta a seconda della materia su
cui interviene l’atto di gestione.
Al pari delle delibere degli organi collegiali l’oggetto deve essere
determinato o determinabile, possibile e lecito.
2.3 Contenuto
Nelle determinazioni di spesa il contenuto è finalizzato ad im-
pegnare la spesa per il raggiungimento degli obiettivi indicati nel
278
piano esecutivo di gestione.
L’impegno di spesa che la determinazione fa fronte deve ne-
cessariamente essere sorretta da un’obbligazione giuridicamente
perfezionata. Solo successivamente l’obbligazione validamente
sorta nasce, in capo all’Amministrazione, l’obbligo di impegna-
re le risorse finanziare necessarie, imprimendone una specifica
finalità.
Ai fini di validità la determinazione deve contenere l’importo
dell’impegno, la sua imputazione, l’individuazione del creditore
e le ulteriori clausole che l’ordinamento giuridico prevede.
Le regole rigide previste dall’ordinamento giuridico ai fini di va-
lidità degli impegni di spesa, sottendono lo scopo di contrastare
il fenomeno dei debiti sommessi.
L’art. 191 del D.lgs. n. 267/2000 dispone che gli Enti locali pos-
sono effettuare le spese solo in presenza di un impegno conta-
bile registrato nel capitolo di bilancio, da comunicare ai terzi
interessati, nonché l’attestazione di copertura finanziaria.
La carenza di detti elementi non inficia il rapporto obbligatorio
sorto, ma la controprestazione, al pari degli altri effetti sorti dal
rapporto giuridico, saranno imputabili all’amministratore, fun-
zionario o dipendete pubblico che ha acconsentito alla fornitura
di beni o servizi.
In definitiva, il contenuto della determinazione dell’impegno di
spesa assunto dall’Amministrazione deve contemplare:
1. Il riferimento al creditore;
2. La precisa indicazione dell’importo della spesa
3. L’oggetto della fornitura
279
4. L’indicazione puntuale delle missioni, programmi, titoli, ma-
cro-aggregati, capitoli, nonché gli articoli del piano esecutivo
di gestione a cui la spesa verrà imputata.
5. La costituzione del vincolo sulla previsione di bilancio
nell’ambito della disponibilità finanziaria.
È appena il caso di ricordare che , in ossequio al principio di
competenza su cui si fonda il regime del bilancio, le entrate e
le spese sono imputate all’esercizio finanziario nel quale le ob-
bligazioni giuridiche sono sorte per l’Amministrazione e a nulla
rileva il momento in cui la riscossione e il versamento, per le
entrate, e la liquidazione, l’ordinazione e il pagamento, per le
spese, avvengono.
280
colati alle linee di indirizzo tracciate dagli organi elettivi, pur
tuttavia, sono liberi nell’individuare i mezzi più idonei alla rea-
lizzazione degli obiettivi.
2.5 Finalità
La finalità della determinazione svolge la funzione di controllo
circa gli scopi per cui le risorse sono impegnate. La finalità del-
la determinazione deve necessariamente essere contenuta nella
parte narrativa del provvedimento (nel preambolo e nella moti-
vazione) ai fini della legittimazione dello stesso.
La determinazione di spesa che si discosta dagli scopi previsti
nel PEG potrebbe essere affetta da nullità per impossibilità della
finalità, mentre la deviazione della determinazione di spesa dal-
lo scopo prefissato è motivo di illegittimità dello provvedimento.
2.6 Forma
L’art. 183, comma 9, del D.lgs. n. 267/2000 individua i caratteri
costitutivi che le determinazioni devono prevedere, tra cui l’in-
dividuazione dei dipendenti abilitati a sottoscrivere l’impegno di
spesa, la classificazione e i mezzi di gestione cronologica degli
atti e l’individuazione degli Uffici di provenienza.
Capitolo VI
281
Modulistica
Intestazione
Per quanto concerne l’intestazione, assume peculiare rilievo la
competenza, ossia l’attribuzione della funzione tra organi comu-
nali in conformità allo Statuto, i regolamenti e il piano esecutivo
di gestione.
Esso reca l’indicazione del Responsabile del servizio che emana
l’atto nonché le altre indicazioni che servono ad individuare
l’ente (ad. Esempio il Comune di….., Provincia di…..).
Il provvedimento, pertanto, si aprirà con l’intestazione “Determina-
zione del Responsabile del servizio…”, indicando le condizioni di
tempo e il numero progressivo.
Infatti, anche le determinazioni , al pari delle delibere degli or-
gani collegiali, devono contenere il numero in ordine progressi-
vo che individua l’atto amministrativo.
Tuttavia, differentemente dalle delibere della Giunta e del Con-
siglio per le quali la legge prevede una numerazione unitaria, la
numerazione cronologica delle determinazioni si basano sulla
progressione dei singoli Uffici di provenienza. L’art. 55, com-
ma 5, del d.P.R. n. 445/ 2000 non assoggetta le determinazioni
282
alla registrazione di protocollo, in quanto sono atti amministra-
tivi già soggetti a particolare regime di registrazione predisposto
dall’Amministrazione.
Inoltre, l’intestazione non deve contenere, ai fini di validità del-
la determinazione, l’indicazione delle fonti normative, regola-
mentari ovvero statutarie da cui derivano i poteri esercitati dal
Responsabile del servizio, salvo che la determinazione non sia
adottata su delega di altra Autorità. In quest’ultimo caso sarà
necessario il richiamo, nell’intestazione della determinazione,
dell’atto di delega dei poteri che legittima la funzione del re-
sponsabile del servizio.
COMUNE DI ….
PROVINCIA DI ….
N……. progressivo
Data……….
IL RESPONSABILE DEL SERVIZIO
Preambolo
Il preambolo è la parte narrativa del provvedimento nel quale
dovranno essere riportate i precedenti di fatto e le norme giuri-
diche che hanno condotto all’adozione dello stesso.
Nel novero dei presupposti giuridici che l’atto rinvia oltre alle
norme legislative e regolamentari dell’Ente deve contenere an-
che il richiamo agli atti di indirizzo (es. piano annuale delle
assunzioni a tempo determinato o indeterminato, programma
283
delle opere pubbliche, ecc..) e il riferimento al piano esecutivo
di gestione (PEG) in quanto necessario a giustificare l’adozione
dell’atto di impegno. Inoltre, maggiore è il grado di dettaglio del
PEG, minore sarà la discrezionalità e di autonomia operativa
riconosciuta al responsabile nel predisporre la proposta di spesa.
Proposta
La determinazione è un atto di gestione di obiettivi predetermi-
nati e con rinvio alle risorse attribuite al responsabile del servi-
zio-ufficio, pertanto, il procedimento di adozione è molto simile
a quello previsto dalle delibere ed inizia con una proposta.
La proposta di determinazione deve contenere tutti i documenti
che emergono nella fase istruttoria (schema di proposta, fattu-
re, parcelle, preventivi ecc.…) e raccolti in cartelline cosiddetti
fascicoli. La proposta di determinazione di spesa deve attenersi
alle linee guida determinate nel piano esecutivo di gestione a cui
è vincolata.
284
le specifiche delibere degli organi comunali che costituiscono
antecedente necessario della determinazione, come ad esem-
pio la decisione deliberata nel provvedimento presupposto,
l’azione dell’organo competente o la regolamentazione della
fase istruttoria.
--ATTESO CHE: detta formula operativa è utilizzata per intro-
durre gli elementi conoscitivi inerenti la valutazione dei dati
pervenuti dall’istruttoria.
--CONSIDERATO CHE: la formula operativa in parola intro-
duce la motivazione su cui il provvedimento amministrativo
si fonda, rappresentando i fatti giustificativi che fondano la
scelta dell’organo, le ragioni giuridiche alla luce delle quali
sono effettuate le valutazioni degli opposti interessi in gioco
e la descrizione di elementi organizzativi e gestionali relativi
allo sviluppo dell’azione amministrativa.
--TENUTO CONTO: la formula è generalmente utilizzata
quando la determinazione individua specifiche modalità di
esecuzione dell’azione amministrativa.
--RILEVATO CHE: la formula è volta ad introdurre le compo-
nenti economiche- finanziarie.
--VERIFICATO CHE: la formula si utilizza per richiamare i
risultati acquisiti nel corso delle istruttorie preordinate al rila-
scio del provvedimento amministrativo.
--DATO ATTO CHE: la formula è utilizzata per indicare i pa-
reri obbligatori resi in merito all’adozione della determina-
zione.
--VISTI: anch’essa è una delle formule utilizzate nell’atto per
285
richiamare i testi legislativi e regolamentari che disciplinano
i poteri degli organi preposti all’adozione del provvedimento
amministrativo.
--RICHIAMATO: la formula operativa è utilizzata per richia-
mare la giurisprudenza e le circolari interne che confortano
l’adozione del provvedimento amministrativo.
In concreto la formula potrebbe essere la seguente:
PREMESSO:
- che con la delibera del Consiglio Comunale n. ……. Del …………
esecutiva ai sensi di legge, sono stati approvati il Bilancio triennale pre-
ventivo del Comune di……. Per gli esercizi finanziari del 20…. e il
Documento unico di programmazione;
- che con la delibera della Giunta Comunale n. ……. Del…………ese-
cutiva ai sensi di legge, è stato approvato il Piano Esecutivo di gestione
(PEG) per l’esercizio 20…;
- che con il medesimo atto il Responsabile del settore è stato autorizzato
ad adottare gli atti di gestione finanziaria relativi alle spese connesse
alla realizzazione del programma oltre che procedere all’esecuzione delle
spese.
Motivazione
Al pari della delibera anche nella determinazione la motivazio-
ne assolve al compito di prospettare soluzioni operative in cui
l’azione amministrativa si concretizza.
Tuttavia, a fronte delle linee guida e di indirizzo desumibili dal
piano esecutivo di gestione il Responsabile del servizio, nell’e-
286
sercizio del potere, gode di un minor grado di discrezionalità,
per cui la motivazione è meno pregnante rispetto alla delibera
dell’organo politico.
Le determinazioni aventi ad oggetto impegni di spesa devono
necessariamente richiamare i presupposti di fatto e le ragioni
giuridiche che determinano l’adozione del provvedimento oltre
alla specificazione dell’idoneità dei mezzi utilizzati per il rag-
giungimento degli obiettivi assegnati mediante PEG.
Le formule operative per la motivazione generalmente utilizzate
nella prassi sono RILEVATO CHE, RITENUTO CHE, CON-
SIDERATO CHE.
Dispositivo
Il contenuto del dispositivo si esprime con la formula operativa
DETERMINA seguito da un verbo espresso all’infinito (provve-
dere, autorizzare, approvare, avviare, definire ecc.)
Nella prassi, al pari della delibera, anche il dispositivo della de-
terminazione è suddiviso in commi numerati in ordine progres-
sivo.
Nel caso degli atti di acquisto di beni o servizi, il dispositivo
deve necessariamente contenere adesione alla Convenzione
Consip S.p.a stipulata a norma dell’art. 26 della legge n. 488 del
1999 o per procedimento autonomo di acquisto alternativo alla
Convenzione nelle forme e modi disposti dal D.lgs. n. 50 del
2016, previa consultazione preventiva del MePa.
Pertanto, nelle ipotesi in cui sussiste la Convenzione Consip
287
S.p.a per la tipologia di beni o servizi da acquistare la formula
operativa utilizzata è la seguente:
DETERMINA
288
di risoluzione del rapporto contrattuale con il fornitore.
g. Di disporre che il presente provvedimento sia reso pubblico con
affissione all’Albo Pretorio ai sensi dell’art. ……… del Regola-
mento Comunale recante la disciplina dei contratti e di adempie-
re agli obblighi di pubblicazione previsti ai sensi dell’art. 37 del
D.lgs. n. 33 del 2013.
h. Di dare atto, a norma dell’art. 192 del D.lgs. n. 267/2000 che:
-- il fine e l’oggetto del contratto sono riportati in premessa del presente
provvedimento;
-- la forma del contratto è quella della scrittura privata;
-- la scelta del contraente avviene nei modi esplicitati in narrativa, per
far fronte alle esigenze menzionate che giustificano il ricorso all’art.
…….. del vigente regolamento per la disciplina dei contratti;
-- clausola essenziale introdotte sono le seguenti:…………
(introdurre le clausole disposte dall’Ufficio competente).
Lì, …………………………………
F.TO IL DIRIGENTE
…………………………………………….
Fase integrativa dell’efficacia.
289
La fase integrativa dell’efficacia consiste nel momento acquisi-
tivo del visto di copertura finanziaria che conferisce all’atto il
titolo di esecutività come disposto dall’art. 183, comma 7, del
D.lgs. n. 267/2000.
La formula operativa tipica è la seguente:
Lì, ……………………………….
Oneri di pubblicazione.
290
Vanno, in ultimo, assolti gli obblighi di pubblicazione in confor-
mità a quanto disposto dalla legge sul procedimento ammini-
strativo n° 241 del 1990 e dalla legge n° 69 del 2009.
La formula operativa generalmente usata è la seguente:
UFFICIO PUBBLICAZIONI
Il presente provvedimento, ai fini di pubblicità e della trasparenza dell’a-
zione amministrativa, ai sensi della legge n° 241 del 1990 e della legge
n° 69 del 2009, è in corso di pubblicazione all’Albo Pretorio informatico
per quindici giorni consecutivi.
Originale del presente atto si trova depositato presso l’Ufficio del respon-
sabile del provvedimento.
PER COPIA CONFORME ALL’ORIGINALE
………………,
li ………………………
Il …………………………………………
291
celleria per affidamento di importo inferiore ai 40.000
euro, ai sensi dell’art. 36, comma 2, lett. a) del D.lgs. n.
50 del 2016.
COMUNE DI …..
PROVINCIA DI …..
IL RESPONSABILE DELL’UFFICO
Visto l’art. 36, comma 2, lett. a), del D.lgs. n. 50/2016, che pre-
292
vede che si possa procedere “per affidamenti di importo inferio-
re a 40.000 €, mediante affidamento diretto anche senza previa
consultazione di due o più operatori economici o per i lavori in
amministrazione diretta;”;
293
codice CIG …………………;
DETERMINA
294
consumo;
2. Di impegnare per l’acquisto della fornitura la somma di
euro…………. al lordo di Iva;
3. Di imputare la spesa complessiva di euro ……………per det-
to acquisto alla Missione ………Programma …………. Titolo
…………. cap. ………alla voce …………………del Bilancio;
4. Di dichiarare che l’obbligazione diventerà esigibile entro
……………. (indicare la data entro cui l’obbligazione giuridica di-
venterà esigibile);
5. Di dare atto che per la relativa spesa è stata accertata la com-
patibilità con i relativi stanziamenti di casa e in linea con le
indicazioni del patto di stabilità interno, ai sensi dell’art. 183,
comma 3, del t.u.e.l.;
6. Di dare atto che non sussistono costi della sicurezza per il ri-
schio da interferenza, in quanto non sono state rilevate interfe-
renze;
7. Di disporre la consegna, al prestatore affidatario dell’appalto,
mediante comunicazione per mezzo pec, dell’indirizzo del sito
web del Comune di ……….- sezione Amministrazione Trasparen-
te- ove è pubblicato e reperibile il Codice di comportamento dei
dipendenti del Comune di………, approvato con delibera della
Giunta Comunale n. ……….del …………, in conformità a
quanto disposto dall’art. 2 , comma3, del d.P.R. n. 62 del 2013
recante i principi e gli obblighi la cui violazione costituisce cau-
sa di risoluzione del rapporto contrattuale con il fornitore.
8. Di disporre che il presente provvedimento sia reso pubblico con
affissione all’Albo Pretorio ai sensi dell’art. ……… del Regola-
mento Comunale recante la disciplina dei contratti e di adem-
295
piere agli obblighi di pubblicazione previsti ai sensi dell’art. 37
del D.lgs. n. 33 del 2013.
Lì,………………..
IL RESPONSABILE DEL SERVIZIO
………………………………………………….
Lì, ……………………………….
296
Il presente provvedimento, ai fini di pubblicità e della traspa-
renza dell’azione amministrativa, ai sensi della legge n° 241 del
1990 e della legge n° 69 del 2009, è in corso di pubblicazione
all’Albo Pretorio informatico per quindici giorni consecutivi.
COMUNE DI ….
PROVINCIA DI ….
IL RESPONSABILE DELL’AREA
297
Visto la deliberazione del Consiglio Comunale n. ……. del
…………… di approvazione del Bilancio di previsione, esercizio
finanziario ………;
298
di € ………….. di cui imponibile euro …………. + euro (IVA
22%) da parte di …………….. inerente il pagamento del servi-
zio;
Vista l’art. 17-ter del d.P.R. n. 633 del 1972, introdotto con la
Legge 190/2014, e recante la disciplina operazioni effettua-
te nei confronti della Pubblica Amministrazione, in vigore dal
14/08/2018;
Dato che a norma della legge n. 136 del 2010 e della legge n.
217 del 2010 inerente la tracciabilità dei flussi finanziari, il Co-
dice Identificativo di Gara è il seguente: …………………..;
Visti gli artt. …….. e………….. dello Statuto del Comune di
…………….;
Visti gli artt. ……e ………….del regolamento di contabilità;
299
Visto l’art. 107, comma 3, del D.lgs. 267/2000;
DETERMINA
300
- euro ………… sul capito ……………… pren./imp. n…………;
- euro ………… sul capito ……………… pren./imp. n…………;
3. Di accreditare la somma tramite bonifico – IBAN
…………………………..;
301
ulteriori riflessi diretti o indiretti sulla situazione economico
finanziaria o sul patrimonio dell’ente;
302
larmente registrati ai sensi dell’art. 191, comma 1, del D.lgs. 18
agosto 2000, n. 267:
Impegno ………………….
Data…………………………
Importo ………………….
Cap./Art. …………………
Esercizio ………………….
Addì,………………..
Data,......................................
IL Responsabile del servizio
303
...............................................
COMUNE DI …..
PROVINCIA DI …..
304
nare a priori quantità, tipologia e relativo costo;
Preso atto che l’art. 1, comma 450, della legge 27 dicembre 2006
n. 296 è stato
modificato dall’art. 1, comma 130, della legge 30 dicembre
2018 n. 145 (legge di bilancio 2019), attraverso l’innalzamento
da euro 1.000,00 a euro 5.000,00 della soglia al di sotto della
quale, per l’acquisizione di beni e servizi, non vige l’obbligo del
ricorso al MePa;
Visto l’art. 36, 2° comma, lettera a), del D.lgs. n. 50/2016 ai
305
sensi del quale le stazioni appaltanti procedono all’acquisizione
di lavori, servizi e forniture, per importi inferiori alla soglia di
euro 40.000,00 mediante affidamento diretto;
306
1. Di richiamare la premessa narrativa a far parte integrante e
sostanziale del presente dispositivo;
2. Di prenotare, sul bilancio per l’esercizio ………….., ai fon-
di dell’intervento cod. …………., al Bilancio 20…. capito-
lo……………….., la somma di euro ……..necessaria a con-
sentire gli acquisti e servizi per il funzionamento degli uffici
appartenenti al Settore Ambiente, da eseguire nel rispetto del
Regolamento comunale per la disciplina del procedimento
semplificato di acquisizione di beni, servizi e lavori di mo-
desta entità;
3. Di dare atto che l’importo prenotato potrà subire delle ridu-
zioni nel caso esigenze di bilancio comportino una diminu-
zione degli stanziamenti ad esso connessi.
4. Di dare atto che nell’effettuazione concreta delle relative spe-
se si provvederà rigorosamente a rispettare i limiti imposti
dall’art. 163, 3° e 5° comma, del D.lgs. n. 267/2000, per il
periodo di durata dell’esercizio provvisorio.
5. Di acquistare i materiali e affidare i servizi di competenza
del Settore Ambiente per l’anno …………, mediante buono
d’ordine, emesso nelle forme di rito (cartaceo o informatico),
contenente la motivazione ed il riferimento al Regolamento
comunale più volte citato, al capitolo di spesa, alla prenota-
zione di spesa, al codice CIG ed al preventivo del terzo.
6. Di dare atto che la presente determinazione diventa esecuti-
va con l’apposizione del visto di regolarità contabile attestan-
te la copertura finanziaria ai sensi dell’art. 151, comma 4,
307
del Testo Unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali
approvato con il Decreto Legislativo 18 agosto 2000, n. 267.
7. Di dare atto che l’assunzione del presente provvedimento è
compatibile con gli stanziamenti di bilancio dei relativi eser-
cizi finanziari, con le regole di finanza pubblica.
Lì,……………………
IL RESPONSABILE DI SETTORE
………………………………..………………
COMUNE DI …..
PROVINCIA DI …..
N. reg. part. ……
N. reg. gen. …..
308
Vista la Delibera della Giunta Comunale n…… del…………..,
con la quale veniva istituita l’Area Amministrativa Finanziaria;
309
Ritenuto di provvedere in merito;
DETERMINA
310
con il decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267.
5. Di dare atto che l’assunzione del presente provvedimento è
compatibile con gli stanziamenti di bilancio dei relativi esercizi
finanziari, con le regole di finanza pubblica.
6. A norma dell’art. 8 della L. 241/90 e s.m.i., si rende noto
che il Responsabile del procedimento è il Dott........……, quale
Responsabile del Settore …………………... .
Addì,……………..
IL RESPONSABILE DI SETTORE
…………………………………………….
UFFICIO PUBBLICAZIONI
Il …………………………………………
311
COMUNE DI …..
PROVINCIA DI …..
DETERMINAZIONE DIRIGENZIALE
312
decorrere dall’anno 2011 le amministrazioni pubbliche non pos-
sono effettuare spese per missioni per un ammontare superiore
al 50 per cento delle spese sostenute nell’anno 2009”;
313
dipendenti dell’Ente”;
DETERMINA
1. Di impegnare, per tutte le motivazioni espresse in premessa che
qui si intendono riportate, la somma totale di Euro ……………
imputandola al capitolo di spesa, del Bilancio di Previsione del
triennio…………….– annualità 2019, Cap. ……………..- “Rim-
borsi spese per missioni ai dipendenti dell’Ente”;
2. Di dare atto che, ai sensi del comma 8 dell’art.183 del D. Lgs.
N.267/2000 e s.m.i. –TUEL, il programma dei conseguenti pa-
gamenti dell’impegno di spesa di cui al presente provvedimento
è compatibile con i relativi stanziamenti di cassa del bilancio e
con le regole di finanza pubblica nel rispetto delle disposizioni
314
di cui ai commi da 820 a 826 dell’art. 1 della Legge 145/2018
(c.d. Legge di stabilità 2019);
3. Di dare atto che il presente provvedimento diventa esecutivo,
ai sensi dell’art. 183, comma 7 del D.lgs. n. 267/2000, all’atto
dell’apposizione del visto di regolarità contabile di cui all’art.
153, comma 5, del medesimo D.lgs”;
6. Di disporre, secondo i principi generali dell’ordinamento, la
pubblicazione del presente atto pubblico all’Albo Pretorio on
line;
Lì,…………..…………
IL DIRIGENTE
………………………………….
315
Lì, ………………………………..
IL RESPONSABILE DEI SERVIZI FINANZIARI
……………………………………………………………..
COMUNE DI …..
PROVINCIA DI …..
316
gente Statuto Comunale ed in esecuzione della delibera Giunta
Comunale n. ……..del ……………………….. .
e
Il Dott.………………….…, in qualità di legale rappresentante
società …………… con sede in via ……………………. partita
IVA …………………………;
Premesso:
317
privato istante);
--Che presso il Comune di ……………….. , dietro regolare
convocazione del responsabile del procedimento, si è svolto
un incontro tra la P.A. e la società ………………….. ;
--Che il Consiglio Comunale con deliberazione n………….del
…………….. ha approvato lo schema tipo di Accordo ai sen-
si dell’art. 11 legge 241/90 avendone ravvisata l’utilità dello
stesso ai fini di interesse pubblico;
--Che con provvedimento n. ………………..
del………………………. emanato da………………………
(indicare l’organo responsabile all’adozione del provvedimento ex
art.11 della legge n° 241 del 1990 ) ha provveduto ad approvare
lo schema del presente accordo , contenente i reciproci impe-
gni delle parti e degli elementi essenziali del rapporto contrat-
tuale, come prescritto dall’art. 1 , comma 4 bis , della legge
n° 241 del 1990;
318
3. A garanzia degli impegni assunti la società …………….. ha
costituito con Istituto di credito……………………………….
La polizza fideiussoria di euro……………, che il Comune
ha facoltà di riscuotere in ipotesi di inadempimento degli ob-
blighi assunti dalla società…………………;
4. Per sopravvenuti motivi di interesse pubblico il Comu-
ne ha l’obbligo di recedere dal presente accordo, pre-
via comunicazione di avvio del procedimento della
società………………………….., qualora si accerti la sussi-
stenza dell’interesse pubblico medesimo;
5. Qualora si verifichi le circostanze di cui al precedente comma,
il Comune riconoscerà alla società ………………………..
l’importo di euro……………………….a titolo di inden-
nizzo, con estinzione di qualsiasi altra pretesa della so-
cietà……………….;
6. Per le parti non disciplinate dal presente accordo si rinvia
alle norme del codice civile;
7. Le spese per la stipula del presente accordo sono così riparti-
te: ………………………………………………………………
…………………………………………………………….;
8. Il presente accordo sarà pubblicato dal Comune di
…………………….. sul sito internet, sezione Amministra-
zione- Trasparente, ai sensi del D.lgs. n. 33 del 2013;
P. il Comune…………………………..
319
P. la società…………………………...
COMUNE DI …..
PROVINCIA DI …..
IL DIRIGENTE
320
2016 – 2018 avente per oggetto “Aspettativa per motivi familiari
e personali”;
Visto l’art. 42 del C.C.N.L. Comparto Funzioni Locali periodo
2016 – 2018 avente per oggetto “Norme comuni sulle aspettati-
ve”;
Preso atto del Nulla Osta rilasciato dal Dirigente del Diparti-
mento Pianificazione e Sviluppo Organizzativo dell’Ente diret-
tamente apposto sulla nota di richiesta dell’aspettativa non retri-
buita assunta al protocollo generale dell’Ente al n. …………….
in data ……………………..;
Dato atto che dall’esame degli atti depositati presso questo Uffi-
cio al Personale non risulta che la dipendente comunale identifi-
cata dalla matricola n. …………….. abbia fruito di altri periodi
di aspettativa non retribuita nel triennio precedente;
Visto l’art. 107 del T.U.E.L. approvato con D.lgs. n. 267 del
18.08.2000, per quanto attiene alle funzioni e alle responsabilità
della dirigenza;
321
della regolarità tecnica e della correttezza delle disposizioni con-
tenute nel presente provvedimento;
Dato atto che il presente provvedimento non è soggetto al visto
di regolarità contabile del responsabile dell’area finanziaria, ai
fini dell’attestazione della copertura economico-finanziaria ai
sensi dell’art. 151 del D.lgs. n. 267 del 18.08.2000 cosiddetto
T.U.EE.LL.;
DETERMINA
322
denza e non è utile ai fini della maturazione delle ferie e della
tredicesima mensilità;
- di attestare la regolarità e la correttezza del presente atto ai
sensi e per gli effetti di quanto dispone l’art. 147 bis del D.lgs.
267/2000;
- di trasmettere il presente provvedimento alla dipendente comu-
nale matricola n. …………..;
- di dare atto che sono stati effettuati gli adempimenti relativi
alla pubblicità dell’atto ai sensi del D.lgs. n° 33/2013.
Addì,……………………….
COMUNE DI …..
PROVINCIA DI …..
323
del mese di ………………,
IL RESPONSABILE DI SERVIZIO
adotta la seguente determinazione.
324
Richiamato il D.l.vo 30/03/2001 n. 165 con particolare riferi-
mento all’art.53, riferito a Incompatibilità, cumulo di impieghi
e incarichi;
325
Ritenuto che poter formulare l’autorizzazione in questione sus-
sistendo le condizioni di legge e regolamento;
DETERMINA
1. AUTORIZZARE il dipendente comunale il dott.……………..,
Responsabile del Settore ………………... del Comune di
…………………… a svolgere la funzione di componente com-
missione di Gara per …………………………. come da richiesta
allegata al presente provvedimento quale sua parte integrante e
sostanziale
2. DI PRECISARE che la presente autorizzazione è conferita
nel rispetto di tutte le disposizioni regolamentari innanzi citate
ed in particolare che l’attività autorizzata deve svolgersi total-
mente al di fuori dell’orario di servizio e non comportare in
alcun modo l’utilizzo di personale, mezzi, strumenti o ambienti
dell’Amministrazione Comunale.
326
gestione, dando altresì atto che dalla data odierna il suddetto
provvedimento è esecutivo a norma dell’art. 183, comma 7 , del
D.lgs. n. 267/2000.
Lì, ………………………………..
COMUNE DI …..
PROVINCIA DI …..
Sig. ……………..
SEDE
Prot. N. ………del………….
327
del…………….. , che individua l’ufficio competente dei proce-
dimenti disciplinari nell’Ufficio del…………………………..;
328
re………………………..;
DISPONE
AVVERTE
DISPONE INOLTRE
329
--L’allontanamento del Sig. ………………… dal lavoro per
giorni ………………. Con decorrenza immediata, con con-
servazione della retribuzione, al fine di accertare i fatti adde-
bitati (solo nelle ipotesi in cui i fatti contestati siano punibili con la
sanzione della sospensione);
ORDINA
--La notifica del presente atto al lavoratore interessato.
Lì, …………………………………………….
Il Responsabile dell’Ufficio
……………………………………
COMUNE DI …..
PROVINCIA DI …..
Prot. N. ………del………….
Sig. ……………..
SEDE
330
CONSEGNA A MANO.
IL DIRIGENTE
331
be…………………………………………….. (indicare le circostan-
ze di fatto emerse dall’istruttoria);
Si contesta quanto sopra ai sensi e per gli effetti dell’art. 24
C.C.N.L. Enti locali, in quanto la condotta contestata appare
configurare una violazione del codice disciplinare e, nella spe-
cie, riconducibile all’art. 55 bis , comma 2, del decreto legislati-
vo 30 marzo 2001, n. 165, punibile con la sanzione disciplina-
re………………………..;
DISPONE
AVVERTE
332
Che al Sig. …………………….o su espressa delega del difenso-
re, è consentito l’accesso a tutti gli atti di istruttoria riguardanti
il procedimento a suo carico;
Che la violazione del termine stabilito per legge comporta la
decadenza del diritto di difesa;
Che il procedimento disciplinare, nel termine di 60 giorni dalla
contestazione, sarà chiuso con archiviazione o applicazione del-
la sanzione;
DISPONE INOLTRE
ORDINA
La notifica del presente atto al lavoratore interessato.
Lì, …………………………………………….
Il Responsabile dell’Ufficio
……………………………………
333
Note Bibliografiche
Annabella Paone