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Manuale Completo

Tecniche di redazione
degli atti amministrativi
negli Enti Locali
Annabella Paone

Versione Aggiornata 2021

Manuale pratico
per la preparazione ai concorsi
di Collaboratore professionale
e Istruttore Area amministrativa
Categorie B e C

Settore
Amministrativo

1
e-Book libro stampato
TECNICHE DI REDAZIONE DEGLI ATTI AMMINISTRATIVI
NEGLI ENTI LOCALI

@ Annabella Paone 2020

@ Edizioni Concorsipubblici.com 2020

Prima edizione digitale: 20-03-2020

Edizioni Concorsipubblici.com

Via Castellabate, 30

47813 Bellaria Igea Marina (RN)

http://www.librieconcorsi.com

ISBN 9788885570191
TECNICHE DI REDAZIONE
DEGLI ATTI AMMINISTRATIVI
NEGLI ENTI LOCALI

Manuale pratico
per la preparazione ai concorsi di
Collaboratore professionale e
Istruttore Area amministrativa
Categorie B e C

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INDICE

Prima parte: La teoria degli atti amministrativi

Capitolo I Gli atti amministrativi


1. Definizione di atto amministrativo 09
2. Tipi di provvedimento amministrativo 13
2.1 I provvedimenti autorizzativi
2.2 I provvedimenti concessori.
2.3 I provvedimenti ablatori.
3. Le caratteristiche del provvedimento amministrativo. 24
3.1 L’autoritatività e l’imperatività.
3.2 L’esecutorietà
3.3 L’esecutività
3.4 L’ inoppugnabilità.
3.5 La tipicità.

Capitolo II Gli elementi dell’atto amministrativo


1. Gli elementi essenziali degli atti amministrativi 33
1.1 Il soggetto agente.
1.2 L’ oggetto
1.3 Il contenuto
1.4 La forma
1.5 La volontà
1.6 Il fine tipico dell’atto amministrativo
2. Gli elementi accidentali. 39
3. I requisiti del provvedimento amministrativo. 40
3.1 I requisiti di legittimità dell’atto
3.2 I requisiti di efficacia dell’atto
4. L’interpretazione del provvedimento amministrativo. 43

4
Capitolo III La motivazione del provvedimento amministrativo
1. La motivazione come strumento di garanzia del privato 46
2. La motivazione prima della legge sul procedimento amministrativo 48
3. La motivazione dopo l’avvento della legge n° 241 del 1990 50
4. Provvedimento amministrativo soggetto a motivazione 52
5. Deroghe espresse e tacite all’obbligo di motivazione 53
5.1 La motivazione e le sue diverse intensità
5.2 La motivazione semplificata
5.3 La motivazione per relationem.
5.4 La motivazione implicita.
5.5 La motivazione anomala
5.6 La motivazione postuma e l’integrazione in giudizio

Seconda Parte: attività amministrativa dell’ente Locale

Capitolo I Atti degli organi collegiali


1. Gli organi collegiali degli Enti locali: funzioni e competenze 65
2. Deliberazione e proposta di deliberazione 68
3. I pareri 70
4. Il parere del responsabile del servizio 71
5. Il parere di regolarità tecnica 72
6. Il parere di regolarità contabile 72
7. Il parere dell’organo di revisione 73
8. L’attestazione di copertura finanziaria 76
9. Verbale 76

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Capitolo II Modulistica Atti degli Organi Collegiali
1. Atti del Consiglio Comunale. 79
1.1 Esame delle parti che compongono lo schema di delibera del
Regolamento del Consiglio comunale.
1.2 Approvazione di modifiche allo Statuto comunale
1.3 Esame e approvazione del regolamento degli uffici e dei servizi
1.4 Esame e approvazione del regolamento comunale per servizio di
economato
1.5 Esame e approvazione del regolamento comunale di polizia
mortuaria
1.6 Esame e approvazione del regolamento di contabilità
1.7 Approvazione Regolamento attuativo per la protezione dati
personali
1.8 Approvazione programma per l’affidamento degli incarichi di
collaboratori
1.9 Comunicazione nomina dei componenti della Giunta
1.10 Costituzione dei gruppi consiliari e designazione dei capogruppo
1.11 Elezione del presidente e vicepresidente
1.12 Convalida dei consiglieri elettorali nella consultazione elettorale
1.13 Surroga per dimissione del consigliere e subentro
1.14 Mozione di sfiducia nei confronti del sindaco
1.15 Convocazione del consiglio comunale
1.16 Riconoscimento della legittimità di debiti fuori bilancio
2. Atti della Giunta comunale. 178
2.1 Costituzione staff sindaco
2.2 Verifica dello schedario elettorale
2.3 Approvazione dell’organigramma del personale
2.4 Approvazione schema di convenzione
2.5 Delibera di transazione
2.6 Costituzione in giudizio
2.7 Delibera di affidamento in comodato d’uso gratuito di impianto
sportivo.
2.8 Intitolazione di vie e piazze

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Capitolo III Atti del Sindaco e della Presidente della
Provincia
1. Organi monocratici degli enti locali: il Sindaco e il Presidente 218
della Provincia.
2. Atti amministrativi del Sindaco e del Presidente della Provincia 220
3. Il procedimento per adozione di un’ordinanza. 220
4. Decreti del Sindaco e del Presidente della Provincia 224

Capitolo IV Modulistica
1. Le ordinanze del Sindaco. 225
1.1. Ordinanza normale – tipo
1.2. Ordinanza di limitazione della circolazione dei veicoli ai sensi
dell’art. 50, comma 3, del t.u.e.l.
1.3. Ordinanza trattamento sanitario obbligatorio
1.4.Ordinanza di inagibilità di immobile privato a seguito di
fenomeni naturali
1.5 .Ordinanza che dispone la chiusura di ponti
2. I decreti del Sindaco 257
2.1. Decreto di nomina di Assessore
2.2. Decreto di revoca di Assessore
2.3. Decreto di nomina del Responsabile della prevenzione della
corruzione
2.4. Decreto di autorizzazione al Segretario a svolgere incarico extra
ufficio

7
Capitolo V Atti dei Dirigenti
1. Atti amministrativi dei dirigenti 272
2. Determinazioni come atto amministrativo. 276
2.1. Soggetto
2.2. Oggetto
2.3. Contenuto
2.4. Elemento della volontà
2.5. Finalità
2.6. Forma

Capitolo VI Modulistica
1. La struttura delle determinazioni. 282
2. Impegno di spesa per l’acquisto di materiale di cancelleria per 292
affidamento di importo inferiore ai 40.000 euro, ai sensi dell’art.
36, comma 2, lett. a) del D.lgs. n. 50 del 2016.
3. Liquidazione della spesa relativa alla fornitura di beni/servizi. 297
4. Prenotazione di impegno di spesa. 304
5. Liquidazione delle spese in economato. 308
6. Liquidazione rimborso spese di trasferta del personale. 312
7. Accordi procedimentali ai sensi dell’art. 11 legge n° 241 del 1990. 316
8. Aspettative per motivi personali. 320
9. Autorizzazione al dipendente a far parte della commissione di 323
concorso.
10. Contestazione di sanzioni disciplinari. 327
11. Contestazione di addebito disciplinare, per le contestazioni che 330
possono portare a sanzioni fino a 10 giorni di sospensione

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Prima parte
La teoria degli atti amministrativi

Capitolo I
Gli atti amministrativi

1. Definizione di atto amministrativo


L’atto amministrativo è annoverabile nella categoria degli atti
giuridici di diritto pubblico compiuti da soggetti attivi della P.A.
nell’esercizio della potestà amministrativa.
Esso rappresenta il mezzo attraverso il quale l’Amministrazione
raggiunge gli obiettivi determinati in sede d’indirizzo politico
nonché la concreta manifestazione di volontà dell’Autorità pub-
blica.
Detta nozione è, tuttavia, frutto di elaborazione giurispruden-
ziale e dottrinale poiché manca nel nostro ordinamento giuridi-
co una definizione legislativa dell’atto amministrativo.
Sono rinvenibili, invero, alcune indicazioni desumibili da note
previsioni normative quali: l’art. 26 del T.U. delle leggi del Con-
siglio di Stato, approvato con d.p.r. n. 1054 del 26 giungo 1924,
secondo cui il giudice amministrativo può decidere sui ricorsi
per competenza ed eccesso di potere o violazione di legge, con-
tro atti e provvedimenti di un’Autorità amministrativa che abbia
a oggetto un interesse d’individui o centri morali giuridici.
Altri referenti normativi che vengono in soccorso dell’interpre-

9
te sono l’art. 7 del c.p.a. il quale dispone che “sono devolute al
giudice amministrativo le controversie …. riguardanti provvedimenti,
atti, accordi o comportamenti riconducibile all’esercizio di tali poteri
posti in essere dalla p.a.” e l’art. 1 della legge n° 241 del 1990 il
quale disciplina che l’azione amministrativa persegue i fini pre-
determinati dalla legge ed è retta da criteri di economicità, di
efficacia, di pubblicità e di trasparenza rivolta a perseguire scopi
pubblicistici.
Le norme così segnalate delineano il ruolo di supremazia rico-
nosciuto all’Amministrazione sui cittadini identificato come ex
lege ma, nel contempo, la dottrina ne esalta la vincolatività dei
fini, che si pone come presidio di garanzia per l’amministrato
verso il potere autoritativo.
L’assenza di definizione legislativa ha condotto a un proli-
ferare di teorie sul punto. Giova passare in rassegna alcune
delle teorie più seguite sull’atto amministrativo al fine di co-
glierne l’essenza.
La prima nota teoria prospettata in tema di caratteristiche strut-
turali della nozione di atto amministrativo risale alla metà del
secolo scorso e ruota attorno all’assunto che sono atti ammini-
strativi tutti quegli atti emanati in forza di un potere esecutivo.
La teoria formalista conduceva a un ampliamento della nozione
di atto di natura pubblicistica, finendo per ricomprendervi an-
che i decreti legislativi delegati, i decreti legge e gli atti di natura
giurisdizionale adottati dagli organi del potere esecutivo.
La dottrina successiva, al fine circoscrivere la nozione di atto
amministrativo, introduce un correttivo alla precedente teoria,

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affermando che l’atto può considerarsi amministrativo solo in
presenza di due elementi: uno di tipo formale, costituito dalla
riferibilità dello stesso a un’autorità amministrativa che lo adot-
ta; l’altro di carattere sostanziale, ossia il fine pubblicistico che
l’atto sottende.
La teoria formale-sostanziale ha ceduto ben presto il passo alla
teoria negoziale, la quale riconduce l’atto amministrativo al mo-
dello del negozio giuridico di diritto privato, operando un paral-
lelismo tra discrezionalità amministrativa e autonomia privata.
Detta teoria non ha riscosso successo poiché la discrezionali-
tà della P.A. opera solo nella comparazione tra interesse pub-
blico primario e secondario ed è vincolata rispetto alla causa
attributiva del potere. Diversamente il privato, nell’esercizio
dell’autonomia negoziale, è libero nella scelta dei fini da per-
seguire.
La teoria funzionale procedimentale, oggi prevalente, offre un
agevole criterio di distinzione tra atto amministrativo e prov-
vedimento amministrativo. In particolare, la teoria, partendo
dall’analisi dell’operato della P.A., distingue la procedimenta-
lizzazione dalla funzione dell’attività amministrativa, per cui
solo il provvedimento amministrativo, quale atto conclusivo di
un procedimento amministrativo può qualificarsi come mani-
festazione esterna della volontà dell’Amministrazione e, come
tale, idonea ad incidere unilateralmente nella sfera giuridica del
destinatario potendo essere portato in esecuzione anche contro
la volontà di questi.
Diversamente, i meri atti amministrativi (o atti amministrativi

11
non provvedimentali) rappresentano semplici momenti di un
procedimento preordinati all’emanazione del provvedimento
amministrativo conclusivo.
Gli atti amministrativi caratterizzano, pertanto, per l’assenza
di requisiti tipici del provvedimento amministrativo quale l’ese-
cutorietà e l’autoritatività, con conseguente inidoneità a modi-
ficare unilateralmente la sfera giuridica dei destinatari. Per tal
motivo, essi sono impugnabili solo unitamente al provvedimen-
to amministrativo conclusivo, pena l’inammissibilità del ricorso
per carenza di interesse a ricorrere.
Nel contempo, gli atti amministrativi si connotano per la ca-
renza della tipicità giustificata dalla minor necessità di garanzia
della sfera giuridica dei terzi.
Oggi, la categoria in parola trova espresso riconoscimento
nell’art. 1, comma 1 bis della legge sul procedimento ammini-
strativo (legge n° 241 del 1990), la quale riconosce cittadinanza
giuridica agli atti di natura non autoritativa.
Per tal motivo, l’autorevole dottrina (ZANOBINI) definisce gli
atti amministrativi non provvedimentali come mera espressione
della volontà di un soggetto della P.A. nell’esercizio della pode-
stà amministrativa.
Nell’ambito di tale categoria sono riconducibili gli atti interni,
i cui effetti si esauriscono all’interno dell’organizzazione am-
ministrativa, e gli atti endoprocedimentali che sono finalizzati
all’adozione del provvedimento amministrativo finale.
Non rientrano nella categoria, invece, gli atti materiali, in quan-
to privi di autonoma rilevanza giuridica, e gli atti di diritto pri-

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vato, poiché espressione di autonomia negoziale della P.A. e,
pertanto, disciplinati dal diritto privato.

2. Tipi di provvedimento amministrativo


Individuato il discrimen tra provvedimento amministrativo e atto
amministrativo è quanto mai opportuno procedere ad un’anali-
tica descrizione delle diverse tipologie di provvedimenti ammi-
nistrativi.
La classificazione, tuttavia, non risponde a mere esigenze di ca-
rattere didattico, ma è necessario per ricostruire i profili di rego-
lamentazione applicabili alle diverse tipologie di provvedimento
amministrativo.
La classificazione si avvale di eterogenei criteri, tra cui:
Nell’ottica del procedimento si può distinguere tra atti procedi-
mentali e atti presupposti.
I primi sono atti preordinati all’adozione alla determina finale
che definisce il procedimento amministrativo e, pertanto, impu-
gnabili solo congiuntamente a esso.
I secondi, invece, sono il risultato di procedimenti autonomi ma
collegati con altri atti successivi, di cui ne costituiscono o ne
condizionano l’efficacia e la validità.
Pertanto, in quanto atti autonomi sono impugnabili autonoma-
mente secondo i termini di decadenza prescritti ex lege e la loro
caducazione produce un effetto invalidante sugli atti collegati.
Sotto al profilo dell’attività amministrativa eseguita gli atti di
natura pubblicistica, inoltre, possono essere distinti a seconda
dell’attività amministrativa espletata, potendo, dunque, distin-

13
guere tra atti di amministrazione attiva (ossia il provvedimento
amministrativo), atti di amministrazione di controllo e, infine,
atti di amministrazione consultiva.
Sempre in relazione alla natura dell’attività amministrativa gli
atti possono distinguersi in provvedimenti di primo grado e
provvedimenti di secondo grado, frutto, quest’ultimi di un pote-
re di autotutela della P.A.
La distinzione degli atti amministrativi, inoltre, può avvenire
sotto in relazione all’efficacia, distinguendo tra atti che costi-
tuiscono un rapporto giuridico, nel senso che lo istituiscono o
lo modificano, e atti che estinguono un rapporto giuridico. In
quest’ultima categoria sono annoverabili i provvedimenti abla-
tori a carattere reale (come ad esempio, espropriazione), a ca-
rattere personali (come ad esempio gli ordini amministrativi) e
quelli a carattere obbligatori (come ad esempio il pagamento
d’imposte).
Gli atti amministrativi si distinguono anche per la natura discre-
zionale o vincolata del potere di cui sono espressione.
Sotto il profilo del rapporto, gli atti si suddividono in compo-
sti o contestuali. Alla prima categoria appartengono gli atti che
rappresentano diverse manifestazioni di volontà imputabili a più
organi diversi.
Al contrario, gli atti contestuali contengono manifestazione di
volontà distinte e autonome ma riunite in un unico atto.
La differenza è sostanziale in quanto mentre per la prima cate-
goria il vizio inficiante la manifestazione di volontà si estende
all’intero atto, questo non avviene per la seconda tipologia.

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Dal punto di vista soggettivo, si distinguono in atti monostrut-
turati e atti pluristrutturati, a seconda se essi sono imputabili ad
uno o più organi.
In riferimento ai destinatari, gli atti si differenziano a seconda
se sono rivolti ad un unico destinatario o ad una pluralità di
destinatari.
Il distinguo non è di poco conto in quanto, mentre gli atti con
un unico destinatario sono comunicati individualmente, gli atti
con pluralità di soggetti destinatari pongono una serie di proble-
matiche.
Il medesimo provvedimento amministrativo con destinatari plu-
rimi, infatti, può produrre effetti omogenei o eterogenei a secon-
da dei destinatari a cui essi sono rivolti. Nella seconda ipotesi,
pertanto, siamo in presenza di un atto amministrativo unico ma
scindibile in tanti atti quanti sono i soggetti.
Vi sono, inoltre, i cosiddetti atti amministrativi generali, ossia
quei atti i cui destinatari non sono determinati al momento
dell’emanazione del provvedimento amministrativo, ma deter-
minabili ex post (si pensi, a titolo esemplificativo, al bando di
gara).

2.1 I provvedimenti autorizzativi.


Peculiare tipologia di provvedimento amministrativo sono i
provvedimenti amministrativi a carattere autorizzativo, con cui
la P.A. consente al soggetto istante l’esercizio di un’attività o
di un potere di cui egli è già titolare, in forza di una posizione
giuridica riconosciutagli dall’ordinamento.

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L’Amministrazione pubblica, mediante autorizzazione, provve-
de alla rimozione di un limite legale posto all’esercizio di un di-
ritto soggettivo o di una podestà pubblica che devono preesistere
in capo al destinatario.
Va precisato, tuttavia, che le recenti tendenze comunitarie e na-
zionali hanno inciso sull’articolazione dei procedimenti auto-
rizzativi. In particolare, va rilevato che grazie all’influenza del
diritto europeo, volto a garantire la piena libertà di concorrenza,
si assiste ad una sostituzione dei provvedimenti concessori con
quelli autorizzatori, specie nelle materie attinenti all’attività im-
prenditoriale.
Nella stessa direzione procede anche il Legislatore nazionale, il
quale con il palese intento di snellimento delle procedure am-
ministrative, ha introdotto di vari strumenti di semplificazione e
liberalizzazione dell’attività amministrativa, come ad esempio la
denuncia e la segnalazione di inizio attività (art. 19 della legge
n° 241 del 1990) e il silenzio assenso (art. 20 della legge n° 241
del 1990).
Alla luce delle recenti tendenze, ne deriva che, i procedimenti
ad autorizzazione espressa riguardano per lo più le autorizza-
zioni cosiddette costitutive, ossia quelle ipotesi in cui la P.A.
deve procedere ad una ponderazione tra interessi confliggenti e
che devono necessariamente concludersi con un provvedimento
amministrativo espresso.
Nel novero dei provvedimenti autorizzativi rientrano anche le
abilitazioni e licenze, le quali si caratterizzano per l’assenza di
discrezionalità amministrativa avendo detti atti un contenuto

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vincolato. L’Amministrazione, infatti, procede esclusivamente
all’accertamento degli elementi richiesti dalla legge per il rila-
scio dell’autorizzazione, potendosi al più caratterizzare per la
presenza di una mera discrezionalità tecnica nell’accertamento
dei requisiti.
Al contrario, con il nulla- osta, pur rientrando nella tipologia
dei provvedimenti autorizzativi, la P.A. non accerta l’esistenza
delle condizioni prescritte dalla legge, ma si limita a dichiarare
di non avere osservazioni da rilasciare in merito al provvedi-
mento amministrativo che altra Amministrazione è in procinto
di rilasciare.

2.2 I provvedimenti concessori.


Si distinguono dai provvedimenti autorizzativi, i provvedimenti
concessori con i quali la P.A. attribuisce, o trasferisce, ai desti-
natari uno status e posizioni giuridiche attive del tutto nuove.
Il privato istante, infatti, si presenta come mero titolare di inte-
ressi legittimi pretensivi all’ottenimento del provvedimento con
il quale sono attribuiti allo stesso ex novo, diritti e facoltà di per-
tinenza dell’Autorità pubblica.
La dottrina distingue i provvedimenti amministrativi a carattere
concessorio in traslativi e costitutivi.
Le concessioni traslative sono volte a trasferire un diritto appar-
tenente alla P.A. concedente al privato concessionario. A bene
vedere, non la P.A. non si spoglia del potere di cui resta titolare,
ma si limita a consentire l’esercizio al concessionario.
Le concessioni costitutive, invece, attribuiscono un diritto acqui-

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stabile da parte dei soggetti privati qualora ricorrono i requisiti
prescritti ex lege.
Si tratta di attribuzioni di situazioni giuridiche del tutto nuove
di cui neppure la P.A. ne è titolare.
Esse possono distinguersi anche in merito all’oggetto in conces-
sioni di beni, di servizi, di lavori pubblici.
Per lungo tempo centro del dibattito dottrinale e giurispruden-
ziale è stato occupato dalla qualificazione della natura giuridica
delle concessioni.
Fino a metà dell’Ottocento, la giurisprudenza attribuiva natura
privatistica ai provvedimenti concessori, poiché attributivi di di-
ritto soggettivi e pertanto conosciuti dal giudice ordinario.
A fine Ottocento l’orientamento giurisprudenziale muta quali-
ficando la concessione costitutiva come un provvedimento am-
ministrativo attributivo di un diritto soggettivo avente natura
pubblicistica.
La teoria pubblicistica, tuttavia, non soddisfa a pieno le aspetta-
tive tanto da condurre la giurisprudenziale, agli inizi del Nove-
cento, all’elaborazione della teoria della concessione-contratto
in cui il rapporto tra Amministrazione e concessionario si colo-
ra di aspetti pubblicistici e privatistici.
In particolare, si affermava che il privato godeva di un interesse
pretensivo al riconoscimento della situazione giuridica median-
te il rilascio del provvedimento amministrativo, costituente, al
contempo, fonte di obblighi per il privato, il cui inadempimento
seguiva la revoca o decadenza dei benefici.
Successivamente al rilascio della concessione, invece, il privato

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era titolare di un vero e proprio diritto soggettivo opponibile ai
terzi.
Il provvedimento concessorio si articolava, dunque, in due fasi
distinte ma funzionalmente connesse: la prima assoggettata alle
norme pubblicistiche e la seconda regolata dal contratto acces-
sorio.
L’intervento della normativa europea e, in particolare, l’art. 1,
lett.d), della Direttiva 93/3/CE, ha però rivoluzionato il quadro
normativo allora vigente, conducendo ad un sostanziale ritorno
alla natura contrattuale delle concessioni di lavori e di servizi
pubblici.
L’art. 3 del D.Lgs. 12 aprile 2006, n° 163, qualificava, infatti, i
contratti pubblici come contratti di appalti o concessioni aventi
per oggetto l’acquisizione di servizio o forniture nonché l’esecu-
zione di opere o lavori, posti in essere dalla stazione appaltante,
dagli enti aggiudicatori o dai soggetti aggiudicatori.
Per tal motivo, la dottrina oggi prevalente, tende a qualificare le
concessioni come contratti di diritto pubblico, ossia manifesta-
zione della volontà di impero dell’Amministrazione in materie
avente natura pubblica.
Per quanto concerne le modalità di rilascio della concessione le
recenti novità legislative di matrice europea hanno innovato il
sistema normativo apportando una profondo ridimensionamen-
to della disciplina.
In attuazione dei principi comunitari in materia di concorrenza,
per cui è riservato ai poteri pubblici esclusivamente le funzioni
pubbliche, di proprietà o di attività economiche in settori ec-

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cezionali, le concessioni possono trovare giustificazioni solo in
presenza di leggi che ammettono riserve, purché esse siano in
linea con la normativa europea.
La normativa comunitaria, inoltre, non solo ha ristretto le maglie
dell’applicazione dell’istituto ma ne ha anche dettato i principi
guida nella scelta dei concessionari, imponendo l’individuazione
solo mediante l’indizione della procedura di evidenza pubblica.
Detta procedura, infatti, garantisce il pieno rispetto dei principi
di libera concorrenza e non discriminazione, attuati per il viati-
co della trasparenza ed adeguatezza della motivazione.
L’istituto, inoltre, si caratterizza per il peculiare rilievo del di-
ritto di devoluzione riconosciuto alla P.A., ossia il diritto di ac-
quistare gli impianti e le pertinenze esistenti sul bene oggetto
della concessione alla scadenza di quest’ultimo, salvo congruo
indennizzo al concessionario.
Il legittimo esercizio del potere di riscatto, a fronte del quale il
concessionario vanta un indennizzo, a ben vedere, presuppone
un’espressa convenzione o di norme di legge.
Detto riscatto, pertanto, conduce ad un duplice effetto: da un
lato, il trasferimento degli impianti al concedente e, dall’altro, la
risoluzione del rapporto concessorio.
Il rapporto concessorio può estinguersi in modo automatico,
come ad esempio per scadenza del termine, a seguito della mor-
te del concessionario (per le concessioni ad intuiti personae), non-
ché per il venir meno dell’oggetto della concessione, oppure me-
diante risoluzione unilaterale del rapporto ad opera della P.A.
In quest’ultime ipotesi rientrano la decadenza e il venir meno

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dei requisiti soggettivi del concessionario oppure al verificarsi di
gravi inadempimenti colposi e reiterati del privato.
Nel novero dei provvedimenti concessori sono rinvenibili le sov-
venzioni e le ammissioni.
Le sovvenzioni sono provvedimenti amministrativi attributivi di
vantaggi economici, oggi disciplinati dall’art. 12 della legge n°
241 del 1990, nel cui novero rientrano anche i contributi, ausili
finanziari, sussidi e ogni altro vantaggio economico erogato da
enti pubblici.
Anche la scelta del beneficiario dei sussidi impone alla P.A. il
rispetto dei principi di non discriminazione e imparzialità, con il
conseguente obbligo di predeterminare e pubblicare, nelle forme
previste dalla legge, i criteri, i requisiti e le modalità di conces-
sione dei vantaggi.
In riferimento alla seconda tipologia, invece, vanno ricomprese
gli atti attributivi del diritto alle prestazioni o godimenti del ser-
vizio offerto dalla P.A.
Nella generalità dei casi, siamo in presenza di provvedimen-
ti attributivi a carattere vincolato per cui l’attribuzione di una
prestazione è subordinata al previo accertamento del ricorrere
dei requisiti prescritti ex lege. (si pensi a titolo esemplificativo
all’iscrizione nelle liste elettorali o di beni nelle liste dei beni
pubblici).

2.3 I provvedimenti ablatori.


I provvedimenti ablatori si contraddistinguono per incidere ne-
gativamente sulla sfera giuridica dei destinatari, sacrificando di-

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ritti e facoltà in vista del perseguimento di un interesse pubblico
primario.
Essi si connotano per la presenza di un duplice effetto: quello
di natura privata, inteso come la privazione delle facoltà o di un
diritto soggettivo, e quello di natura pubblicistica che consiste
nell’acquisizione del bene o della facoltà ad opera dell’autorità
pubblica.
La posizione giuridica dei privati destinatari degli effetti dei
provvedimenti ablativi trova espressa tutela nelle norme della
Costituzione, per cui si prevede una garanzia rafforzata sia in
punto sostanziale che procedimentale.
In primis, in ossequio al principio di legalità, sono adottabili
solo provvedimenti ablativi espressamente contemplati dalla leg-
ge, i quali devono essere adeguatamente motivati in merito alle
scelte e all’assenza di soluzione alternativa.
Ne deriva che il procedimento amministrativo si presenta parti-
colarmente complesso e, spesso, si richiede la partecipazione del
destinatario al fine di individuare la scelta idonea.
La legge, inoltre, contempla anche la forma di ristoro per i sog-
getti incisi dal provvedimento.
La dottrina è solita raggruppare i provvedimenti ablatori a se-
conda del carattere reale, personale o obbligatorio desumibile
da essi.
I provvedimenti ablatori a carattere reale si caratterizzano per
la realizzazione di un duplice effetto: la sottrazione coattiva dei
diritti reali ai cittadini e la coeva acquisizione del diritto di pro-
prietà in capo all’Amministrazione pubblica. Il duplice effetto,

22
privativo e acquisitivo, è riscontrabile nell’espropriazioni, occu-
pazioni, requisizioni, confische e sequestri.
Per l’effetto invalidante che il provvedimento espropriativo pro-
duce, ad esempio, la carta Costituzionale all’art. 42, comma 3,
richiede che siano osservati i seguenti principi:
a) i casi di espropriazione dei beni devono essere tassativamente
individuati dalla legge, cosiddetto principio di riserva di legge.
b) all’acquisizione del diritto reale ad opera della P.A. faccia
seguito l’indennizzo per la perdita subita dal privato.
c) l’espropriazione può essere legittima solo in presenza di mo-
tivazione di interesse generale, con conseguenza che l’espropria-
zione di beni può avvenire sia per la realizzazione di opere pub-
bliche ma anche di opere private di interesse pubblico.
I provvedimenti ablatori personali, invece, prescrivono un obbli-
go di fare o di astenersi rivolto al privato, comportando la pri-
vazione o la limitazione del diritto individuale o di una libertà
personale.
Trattandosi di provvedimenti limitativi della sfera giuridica del
destinatario, devono essere prescritti dalla legge, come la stessa
Costituzione prevede all’art. 23.
Detti provvedimenti hanno carattere esecutorio, in quanto pos-
sono essere portati in esecuzione anche in assenza delle colla-
borazioni del destinatario, e recettizio poiché sono produttivi di
effetti solo qualora siano resi noti al privato (ex art. 21 bis della
legge n° 241 del 1990).
Con riguardo al loro contenuto possono essere distinti in due
gruppi: i comandi, intesi come obbligo di fare, e i divieti che

23
contengono un obbligo di astenersi dal compimento di determi-
nate condotte.
I provvedimenti ablatori a carattere obbligatorio, invece, impon-
gono al destinatario di adempiere agli obblighi in esso prescritti.
Essi possono disporre il pagamento di tributi o la realizzazione
di un’attività.
Tale tipologia di provvedimenti amministrativi rientrano, a ben
vedere, nei provvedimenti ablativi per il loro effetto privativo di
beni o attività e acquisitivo per la P.A.
Nel contempo, essi non rientrano nelle categorie dei provvedi-
menti ablatori a carattere reale in quanto non hanno ad oggetto
la proprietà o altro diritto reale né tanto meno prevedono un
indennizzo.
Inoltre, in quanto produttivi di effetti limitativi dei diritti del
destinatario del provvedimento, devono risultare, anch’essi, dal
dato normativo.

3. Le caratteristiche del provvedimento amministrativo.


Proseguendo la disamina del provvedimento amministrativo è
necessario passare in rassegna le caratteristiche che lo differen-
ziano dagli atti di natura privatistica.
L’autoritatività o imperatività, esecutorietà, eseguibilità e ese-
cutività non vanno intesi come sinonimi ma si atteggiano come
aspetti sinergici e funzionali del provvedimento amministrativo.

3.1 L’autoritatività e l’imperatività.


La forza giuridica di imporre unilateralmente la volontà della

24
P.A. nella sfera giuridica del privato cittadino prende il nome di
autoritatività o imperatività, da sempre, tipica caratteristica del
provvedimento amministrativo
L’autoritatività e imperatività rivengono la loro forza legittiman-
te nella norma attributiva del potere, la quale conferendo all’Au-
torità amministrativa la cura dell’interesse pubblico, ne ammette
la facoltà di modificare la sfera giuridica altrui prescindendo dal
consenso dell’interessato.
Le recenti riforme legislative, volte a distinguere tra atti di natu-
ra autoritativa e non autoritativa, confermano quanto esposto.
In particolare, l’art. 1 comma 1 della legge n° 241 del 1990,
come modificata dalla legge n° 15 del 2005, nel riconoscere
all’Amministrazione un potere di negoziazione secondo le nor-
me privatistiche, riserva agli atti di diritto pubblico il carattere di
autoritatività in coerenza con il principio di legalità.
Nella categoria degli atti di natura non autoritativa vanno con-
templati gli atti di esecuzione dei contratti nonché quelli di ge-
stione del personale dipendete, eccezion fatta per il conferimen-
to di incarichi dirigenziali. La non uniformità di vedute, invece,
è rinvenibile in punto di non autoritatività degli accordi conclusi
ex art. 11 della legge n° 241 del 1990.
Il potere autoritativo della P.A. si distingue a seconda se siamo
in presenza di un provvedimento amministrativo positivo o ne-
gativo. Nella prima ipotesi, infatti, il consenso dell’interessato
non rileva ai fini di costituzione, modifica o estinzione dei rap-
porti giuridici.
Diversamente avviene con i provvedimenti amministrativi a ca-

25
rattere negativo, in cui la P.A. nel decidere la non spettanza del
bene della vita agognato dal privato non adotta il provvedimen-
to amministrativo di attribuzione in ossequio al potere autorita-
tivo di cui dispone.

3.2 L’esecutorietà.
Tradizionalmente il fondamento giuridico dell’esecutorietà del
provvedimento amministrativo era ravvisato nella presunzione
di legittimità del potere amministrativo. Tale teoria si scontrava
con la permanenza del carattere esecutorio del potere pubblico
anche a seguito della declaratoria di illegittimità del provvedi-
mento ad opera dell’Autorità giurisdizionale.
Del resto, il concetto di esecutorietà è del tutto slegato dalla
presunzione di legittimità del provvedimento amministrativo
poiché l’atto può essere produttivo di effetti giuridici anche se
illegittimo.
Diversamente, la concezione di esecutorietà si presenta stretta-
mente connessa all’efficacia e ed esecutività del provvedimento.
Solo un provvedimento esecutivo ed efficace, infatti, può essere
portato ad esecuzione in assenza della volontà del destinatario
e, nel contempo, non tutti i provvedimenti amministrativi hanno
carattere esecutorio ma solo quelli che pongono obblighi a cari-
co dei privati (come ad esempio i provvedimenti ablativi reali).
Gli strumenti che l’ordinamento giuridico individua per garan-
tire l’esecutorietà del provvedimento amministrativo in assen-
za di collaborazione del destinatario possono essere desumibili
dall’art. 21 ter della legge n° 241 del 1990, introdotto dalla legge

26
n° 15 del 2005.
Al primo comma, il citato articolo, infatti, dispone che << nei
casi e con le modalità stabilite dalla legge, le Pubbliche Amministrazioni
possono imporre coattivamente l’adempimento degli obblighi nei loro
confronti>>. Si può dunque concludere che se da un lato alla
P.A. la legge riconosce piena discrezionalità circa la possibilità
di imporre l’adempimento, dall’altro, tale facoltà non è rinveni-
bile anche negli strumenti di attuazione, come desumibile dal
dettato normativo (<<nei casi e con le modalità>>).
Si può pertanto, concludere che l’esecutorietà non è caratteristi-
ca principale e ricorrente di tutti i provvedimenti, bensì eccezio-
nale poiché rinvenibile solo nei casi espressamente indicati dal
dato normativo.
L’aggressione della sfera patrimoniale del privato destinatario
del provvedimento amministrativo trova tutela nella preventiva
comunicazione dell’atto da cui discendono gli obblighi a suo
carico.
Ne deriva, pertanto, che la comunicazione delle forme e termini
per l’esecuzione è conditio necessaria per l’esecutività del prov-
vedimento.
A fronte dell’inottemperanza del privato all’obbligo nei termi-
ni indicati nell’atto, la P.A. potrà portare in esecuzione il prov-
vedimento solo successivamente alla diffida dell’interessato ad
adempiere.
L’onere di previa diffida ad adempiere, a ben vedere, si atteggia
come strumento di garanzia del privato dal potere unilaterale
dell’Amministrazione e, nel contempo, come occasione per in-

27
staurare un contraddittorio con la P.A.
Le principali ipotesi applicative dell’esecutorietà rinvenibili nel
nostro ordinamento giuridico sono:
1. L’ art. 7 della legge n° 2248 del 1865 prevede la possibili-
tà per l’Amministrazione di requisire la proprietà privata ogni
qualvolta si manifesti un evento eccezionale e imprevedibile con
affrontabile con le ordinarie misure amministrative. Ai fini di
legittimità dell’azione amministrativa è, tuttavia, necessario che
l’impossibilità di far fronte all’evento non sia imputabile alla ne-
gligenza dell’Amministrazione Pubblica, non essendo la mera la
necessità e urgenza da sole sufficienti.
2. l’art. 40 del T.u. sull’edilizia, n° 380 del 2001, attribuisce alla
Regione il potere di ordinare la demolizione di opere edilizie
abusive a spese del proprietario entro termini prescritti. A fronte
dell’inottemperanza del responsabile dell’abuso la Regione po-
trà disporre dell’esecuzione dei lavori di demolizione, a spese
del proprietario.
3. l’art. 54, comma 1 e 2, del D.lgs. n° 267 del 2000, in materia
degli enti locali, contempla il potere del Sindaco di emanare
ordinanze contingibili e urgenti al fine di prevenire o eliminare
pericoli che minano all’incolumità della collettività.
Detto potere sindacale ha natura extra ordinem per far fronte a
concrete minacce della pubblica incolumità, per le quali i mez-
zi ordinari apprestati dall’ordinamento giuridico risulterebbero
inidonei.

28
3.3 L’esecutività
Altra caratteristica del provvedimento amministrativo è l’esecu-
tività che rinviene la sua ratio giuridica nel portare ad esecuzio-
ne l’atto amministrativo senza previa presunzione della legitti-
mità dello stesso.
Il provvedimento amministrativo, diversamente dal passato, è
definito esecutivo di diritto, in quanto non necessita di una pre-
ventiva pronuncia del pretore, figura che oggi, peraltro, è stata
abolita per effetto del D.lgs. n° 51/98.
L’immediata esecutività del provvedimento amministrativo è
contemplato all’art. 21 quater della legge n° 241 del 1990, la
quale è oggi regola generale, con conseguente esecuzione imme-
diata della determina amministrativa.
Va, tuttavia, osservato che i termini efficacia, esecutività ed ese-
guibilità non vanno intesi come sinonimi, nonostante lo stesso
Legislatore, frequentemente, li utilizzi indifferentemente.
Mentre l’efficacia del provvedimento amministrativo va intesa
come l’idoneità dell’atto a produrre effetti giuridici, l’esecutività
indica, invece, la capacità del provvedimento ad essere portato
in esecuzione.
Per quanto concerne il concetto di eseguibilità, non espressamen-
te menzionato dall’art. 21 quater della legge n° 241 del 1990, ma
da esso indirettamente desumibile, la dottrina, tradizionalmente,
intende l’assenza di impedimenti materiali e giuridici che osta-
colino l’esecuzione del provvedimento amministrativo.
La distinzione appena esposta viene in rilievo con riguardo ai
provvedimenti non autoesecutivi, la cui l’acquisizione di effica-

29
cia passa necessariamente per un’ulteriore attività amministrativa.
La legge, tuttavia, riconosce alla P.A. la facoltà di differire l’at-
tuazione dell’esecuzione della statuizione provvedimentale per
gli atti a carattere discrezionale; facoltà che non è, invece, rico-
nosciuta per gli atti ad emanazione vincolata, salvo il ricorrere
di una disposizione legislativa che disponga in tal senso.
Va, inoltre, osservato che il differimento dell’esecuzione dell’at-
to necessita di un’adeguata motivazione al fine di vagliarne la
legittimità delle scelte di procrastinazione degli effetti.

3.4 L’inoppugnabilità.
Gli effetti giuridici prodotti dall’atto amministrativo si consoli-
dano nell’ipotesi in cui non intervenga una pronuncia giurisdi-
zionale che ne dichiari l’illegittimità, con conseguente cristalliz-
zazione dell’assetto delineato dal provvedimento.
A bene vedere, l’inoppugnabilità della determina amministrativa
non è qualificabile come carattere imminente del provvedimento
ma, al più, come requisito derivato dalla mancata esperibilità
del rimedio legislativamente previsto.
L’inoppugnabilità, inoltre, non è un requisito a carattere asso-
luto come dimostra la possibilità di essere suscettibile di impu-
gnazione, fuori i termini ordinari, da altri soggetti che non siano
venuti a conoscenza dello stesso.
L’inoppugnabilità, pertanto, non si realizza in modo oggettivo e
assoluto, ma ha carattere soggettivo e relativo poiché si realizza
in tempi diversi a seconda dei destinatari.
La mancata caducazione del provvedimento amministrativo me-

30
diante nei modi e termini prescritti dalla legge conduce all’i-
noppugnabilità del provvedimento medesimo, il quale, tuttavia,
resta soggetto ai poteri di ritiro d’ufficio o di annullamento in
autotutela dell’Amministrazione pubblica, ai sensi degli artt. 21
quinquies e 21 nonies della legge n° 241 del 1990 o disapplica-
bile dal giudice ordinario.
Tuttavia, secondo la consolidata giurisprudenza comunitaria,
un provvedimento contrastante con le norme sovranazionali è
sempre oggetto di disapplicazione ad opera di qualsiasi giudice.

3.5 La tipicità.
La capacità della P.A. di incidere unilateralmente nella sfera
giuridica del destinatario è, da sempre, il requisito fondante del
diritto amministrativo che lo colora e lo contraddistingue dalle
altre branche dell’ordinamento giuridico.
L’attribuzione del potere d’impero, tuttavia, non è uniforme,
variando d’intensità a seconda degli interessi pubblici da tutela-
re. Ad un potere autoritativo più incisivo, infatti, l’ordinamento
contrappone un principio di legalità più stringente, fino ad indi-
viduare tassativamente i casi di intervento pubblicistico.
Il principio di tassatività, unitamente al principio di legalità, è
dunque posto a presidio delle posizioni giuridiche dei privati e
rappresenta la legittimazione democratica del potere autoritati-
vo. L’amministrazione nel perseguimento della cura degli inte-
ressi pubblici adotta provvedimenti tipici.
La tipicità implica, infatti, la necessità di preventiva determina-
zione ex lege dei contenuti e della funzione che l’atto è destinato

31
a produrre.
Parte della dottrina, attingendo dalla teoria negoziale, afferma
che il provvedimento amministrativo deve necessariamente ave-
re una causa tipica, da intendere come estrinsecazione di un
potere che la legge attribuisce all’Amministrazione per la cura
dell’interesse pubblico.
Parte della dottrina, inoltre, parla di nominatività dell’atto am-
ministrativo ritenendo che l’Amministrazione nel perseguimen-
to dello scopo pubblicistico deve agire solo seguendo schemi
prestabiliti a monte dal Legislatore.
Ne consegue che la tipicità attiene alla definizione a monte delle
tipologie di vicende giuridiche che possono essere prodotte me-
diante azione amministrativa. La nominatività, invece, va intesa
come la prefigurazione degli schemi adoperabili per la produzio-
ne di determinati effetti giuridici.
Entrambi i principi in parola costituiscono l’estrinsecazione del
principio di legalità come contemplato da numerosissime norme
di rango costituzionale.

32
Capitolo II
Gli elementi dell’atto amministrativo

1. Gli elementi essenziali degli atti amministrativi


Affinché il provvedimento amministrativo possa produrre i suoi
effetti giuridici, modificando l’assetto giuridico preesistente, deve
necessariamente contenere alcuni elementi cosiddetti costitutivi.
La ricerca di detti elementi è stata, da sempre, oggetto di atten-
zione della dottrina, oggi alimentata dalla recente disposizione
normativa introdotta nella legge n° 241 del 1990 ad opera della
legge n° 15 del 2005.
In particolare, l’art. 21 septies sanziona con nullità il provvedi-
mento amministrativo carente di elementi essenziali senza però
menzionarli.
Pur trattandosi di un’ipotesi di nullità strutturale, la legge non
procede ad individuare gli elementi essenziali del provvedimen-
to favorendo così il fiorire di numerose teorie sul punto.

1.1 Il soggetto agente.


Il soggetto pubblico è il centro di imputazione giuridica che
pone in essere l’atto amministrativo, in forza di un potere auto-
ritativo attribuito dalla legge per la cura dell’interesse generale.
Mediante l’ausilio da un lato del concetto di competenza, in-
teso come poteri riconosciuti dalla norma a un dato ufficio, e
dall’altro di legittimazione, con riguardo ai presupposti di fatto
e di diritto idonei a legittimare l’azione amministrativa, la dot-
trina individua il soggetto attivo.

33
L’individuazione di detti soggetti, tuttavia, è oggi un compito
non semplice per l’interprete, a causa della notevole estensione
dell’ambito di applicazione del diritto amministrativo, che stra-
volge i tradizionali schemi.
Le recenti riforme legislative, infatti, hanno equiparato la P.A. ai
soggetti privati esercenti di funzioni e servizi pubblici, gli organi-
smi di diritto privato nonché i soggetti solo formalmente privati
ma sostanzialmente pubblici, secondo i criteri enunciati dalla
giurisprudenza comunitaria.
Detti soggetti, di fatto, sono assoggettati al rispetto delle pro-
cedure di evidenza pubblica nel settore degli appalti e, nel con-
tempo, al rispetto delle norme sul procedimento amministrativo
nello svolgimento di attività a carattere pubblicistico.
Si reputano, invece, privi di elemento essenziale sotto il profilo
soggettivo, gli atti emanati dall’organo pubblico sia nelle ipotesi
in cui opera al pari di un privato cittadino, sia quando gli atti
posti in essere dal dipendente pubblico il cui rapporto organico
con l’ente di appartenenza è viziato.
Occorre, pertanto, che il funzionario abbia conseguito una rego-
lare investitura affinché l’atto amministrativo possa essere rife-
rito all’Amministrazione pubblica e che non abbia travalicato i
limiti di tempo e luogo dell’investitura stessa.
Si pensi a titolo esemplificativo al provvedimento amministra-
tivo adottato oltre i termini di durata della carica dell’organo
pubblico competente, salvo formale proroga nei casi tassativa-
mente tipizzati.
Qualora, invece, manchi una regolare investitura la giurispru-

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denza ritiene che l’atto amministrativo, espressione di un eserci-
zio essenziale e indifferibile, adottato dal funzionario (c.d. fun-
zionario di fatto) sia, in ogni caso, valido ed efficacie e, pertanto,
formalmente imputati al soggetto pubblico.
La necessità di considerare valido il provvedimento ammini-
strativo adottato dal funzionario di fatto è da rinvenirsi nell’esi-
genza, secondo la giurisprudenza amministrativa, di garantire i
diritti dei terzi che vengono a contatto con la P.A..
L’ammissibilità degli effetti del provvedimento amministrativo
è, tuttavia, ammissibile purché dallo stesso discendano effetti fa-
vorevoli per il privato destinatario.

1.2 L’oggetto
L’oggetto del provvedimento amministrativo è il termine passivo
su cui nei confronti del quale l’atto produce i suoi effetti, ossia
la situazione giuridica destinata ad essere modificata unilateral-
mente.
Gli atti amministrativi possono incidere su beni materiali (ad
esempio, l’immobile oggetto di occupazione), persone fisiche
(es. l’individuazione del destinatario di un contributo economi-
co) oppure fatti (es. fatto che forma l’oggetto di una certificazio-
ne) ma anche un’attività o un comportamento.
Al pari dell’oggetto del negozio giuridico, anche l’oggetto dell’at-
to amministrativo dovrà essere determinato o determinabile,
non contrario a norme imperative e, in ultimo, possibile; pena
l’inesistenza dello stesso (art. 1346 c.c.).
L’oggetto del provvedimento amministrativo è un elemento es-

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senziale in quanto è in grado di costituire, modificare o estin-
guere posizioni giuridiche (diritti e obblighi) nonché qualità giu-
ridiche.
Ne rappresenta un esempio il provvedimento di concessione co-
munale con cui si permette all’esercente di un’attività commer-
ciale l’utilizzo di una porzione di suolo pubblico.

1.3 Il contenuto
Il contenuto del provvedimento amministrativo è considerato
parte fondamentale per il suo carattere precettivo da cui è pos-
sibile desumere gli effetti che lo stesso produrrà. In ossequio al
principio di legalità e di effettività della tutela in giudizio, l’or-
dinamento giuridico impone la tipicità degli atti amministrativi,
necessaria al fine di individuare la tipologia di atto del potere
esercitato dall’Amministrazione. Difatti, l’individuazione del
provvedimento amministrativo avviene non in forza del nomen
iuris attribuito dal soggetto pubblico, bensì sulla base del conte-
nuto della determinazione.
Il contenuto, al pari dell’oggetto, deve essere lecito, possibile,
determinato o almeno determinabile (ex art. 1346 c.c.).

1.4 La forma
La dottrina unanime, da sempre, qualifica la forma del provve-
dimento amministrativo come un ulteriore requisito essenziale,
al pari del soggetto agente, dell’oggetto e del contenuto.
La forma consiste nella veste con cui l’atto amministrativo si
manifesta all’esterno e raggiunge il destinatario.

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La forma del provvedimento amministrativo, tuttavia, non deve
essere necessariamente scritta, potendo essa rivestire le forme
più disparate, quale segnaletica stradale o meri fatti concludenti,
idonei ad esteriorizzare la volontà della P.A.
Non vi è dubbio che la forma scritta del provvedimento ammi-
nistrativo ricopre la gran parte dell’attività amministrativa, ciò
nonostante, nel diritto amministrativo si rinvengono anche ti-
pologie di atti non formali, dove all’organo agente è rimessa la
piena facoltà di scelta della veste più idonea.
A richiedere la forma scritta dell’atto amministrativo è la leg-
ge sul procedimento amministrativo (legge n° 241 del 1990), la
quale dispone che il procedimento deve concludersi obbligato-
riamente con un provvedimento espresso e motivato qualora
l’atto di impulso del procedimento sia un atto a istanza di parte
oppure avvenga per iniziativa dell’Ufficio procedente.
La disposizione, che ha carattere generale, tende a ridurre dra-
sticamente l’operatività del principio della libertà delle forme
di manifestazione dell’attività amministrativa, la quale troverà
applicazione nelle ipotesi residue in cui la forma ad substantiam
non sia richiesta ex lege.
Attengono alle condizioni di forma dell’atto amministrativo la
sottoscrizione, l’indicazione della data e luogo, numero di pro-
tocollo, indicazione dell’autorità a cui poter indirizzare un even-
tuale ricorso, l’intestazione, il preambolo, il dispositivo, la moti-
vazione, la sottoscrizione.

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1.5 La volontà
Elemento imprescindibile di tutti gli atti giuridici, a cui il prov-
vedimento amministrativo non fa eccezione, è la volontà.
Anche nell’ordinamento pubblico, come nel diritto privato, vige
il principio secondo cui nessun atto può considerarsi riferibile
all’autore se da questi non consapevolmente voluto (Virga).
Mentre nel diritto civile la volontà ricopre una funzione impre-
scindibile, in quanto libera espressione dell’autonomia negoziale
delle parti, nel diritto amministrativo si assiste ad una tenden-
ziale svalutazione dell’elemento volontaristico.
Gli atti amministrativi, infatti, sono vincolati nel fine poiché
l’interesse pubblico da curare è predeterminato a monte dal Le-
gislatore, non residuando sul punto alcuna ambito di scelta alle
Pubbliche Amministrazioni.
I provvedimenti amministrativi, pur essendo atti volontari, per-
tanto, non possono discostarsi dallo schema tipico normativo
previsto per gli stessi, rientrando per lo più nella categoria di
atti vincolati.

1.6 Il fine tipico dell’atto amministrativo


Viene usualmente annoverata tra gli elementi essenziali del
provvedimento amministrativo e consiste nello scopo usualmen-
te perseguito dalla P.A. mediante l’ausilio di quel dato atto.
Ne consegue, pertanto, che la finalità del provvedimento si iden-
tifica nell’interesse pubblico perseguito dall’Amministrazione
nonché causa del potere attribuito ex lege.
L’attività amministrativa è, infatti, sempre a causa vincolata,

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non potendosi mai configurare libera nel fine.
Tale affermazione ha una rilevanza di non poco conto poiché,
secondo la giurisprudenza costante, dalla carenza della causa
del provvedimento non deriverebbe la nullità (per altro struttu-
rale), bensì la mera annullabilità dell’atto.
La fattispecie di deviazione finalistica del potere amministrativo,
infatti, rinvia alle figure sintomatiche di eccesso di potere.
Va sottolineato, in ultimo, che l’assenza dell’indicazione dell’au-
torità a cui ricorrere e il termine di impugnazione, pur essendo
prevista all’art. 3, comma 4, della legge n° 241 del 1990, non
costituisce requisito costitutivo di validità del provvedimento
amministrativo.
L’omessa indicazione del termine e l’autorità competente a cui
proporre eventuale ricorso, secondo l’orientamento unitario del-
la giurisprudenza amministrativo, non inficia l’atto, integrando
al più, un’ipotesi di errore scusabile, con conseguenza remissio-
ne dei termini di impugnazione.

2.  Gli elementi accidentali.


Talvolta, gli atti amministrativi possono essere caratterizzati dal-
la presenza di elementi accidentali apposti discrezionalmente
dall’Amministrazione procedente al fine di modulare gli effetti
del provvedimento.
Ne consegue, pertanto, che l’introduzione di tale clausole sono
possibili nei soli casi cui la P.A. gode di una discrezionalità nel
quid.
La carenza di detti elementi, in quanto non essenziali, non inci-

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dono sulla validità del provvedimento, tuttavia, una volta intro-
dotti non potranno essere più rimossi.
Tra gli elementi accidentali, mutuato dalla sistematica civilisti-
ca, ritroviamo la condizione apponibile agli atti di amministra-
zione attiva e di controllo, volta a subordinare, al verificarsi di
un evento incerto e futuro, l’inizio o la cessazione dell’efficacia
del provvedimento.
Altro elemento accidentale è il termine volto a individuare il
momento di produzione dell’efficacia del provvedimento (c.d.
termine iniziale) oppure a determinare il momento conclusivo
dell’efficacia dell’atto (c.d. termine finale).
A completamento della categoria va richiamato l’onere che può
essere apposto alle concessioni, licenze, autorizzazioni e, più in
generale, a tutti gli atti che determinano un ampliamento delle
sfere giuridica dei destinatari del provvedimento.

3. I requisiti del provvedimento amministrativo.


Mentre gli elementi essenziali del provvedimento amministra-
tivo sono necessari affinché l’atto sia identificabile, i requisiti
sono richiesti ai fini di validità o efficacia dell’atto.
La distinzione tra elementi costitutivi e requisiti del provvedi-
mento amministrativo sono produttive di patologie differenti, ri-
spettivamente, i primi sono causa di inesistenza e i secondi sono
causa di illegittimità dell’atto.
I requisiti del provvedimento amministrativo sono distinti in re-
quisiti di legittimità e requisiti di efficacia. Mentre i primi sono
quei requisiti richiesti dalla legge affinché l’atto, oltre che esi-

40
stente, sia anche valido (cioè legittimo), i secondi sono le condi-
zioni affinché l’atto perfetto divenga efficacie.

3.1 I requisiti di legittimità dell’atto


Come sopra anticipato, i requisiti di legittimità sono tutti quei
requisiti richiesti dalla legge affinché l’atto, oltre che esistente,
sia anche valido.
A ben vedere, essi non si presentano come categorie omogenee
e sono, generalmente, definiti dalla dottrina come qualità degli
elementi costitutivi del provvedimento amministrativo.
I requisiti possono riguardare il soggetto agente che adotta il
provvedimento amministrativo, distinguendosi in requisiti ine-
renti la compatibilità (assenza di una causa che possono condur-
re l’astensione o ricusazione), la legittimazione (l’investitura del
funzionario nei modi di legge), la competenza ad emanare l’atto
(competenza territoriale, grado e materia).I requisiti di legitti-
mità inerenti all’oggetto riguardano l’effettiva esistenza del po-
tere relativo a quella data situazione giuridica, centro del prov-
vedimento. Con riguardo al contenuto, invece, tra i requisiti di
conformità dell’atto alle prescrizioni legali. Nella nozione di
requisito di legittimità inerente alla forma rientrano sia la veste
dell’atto, da intendersi come forma scritta, anche le condizioni
di tempo, luogo e, più in generale, tutte le modalità richieste
ex lege per la redazione dell’atto. Tuttavia, l’assenza di detti re-
quisiti formali conducono ad effetti differenti per l’ordinamento
giuridico, in quanto mentre la mancanza o l’erronea indicazione
dell’intestazione, della data o del luogo producono solo irrego-

41
larità dell’atto, la mancanza del della motivazione o del pream-
bolo produce illegittimità.

3.2 I requisiti di efficacia dell’atto


A differenza dei requisiti di legittimità che incidono sulla vali-
dità del provvedimento amministrativo, i requisiti di efficacia si
qualificano come le condizioni necessarie affinché l’atto ammi-
nistrativo già perfetto divenga efficacie.
La dottrina procede a distinguere i requisiti di efficacia in due
categorie: i requisiti di esecutività e quelli di obbligatorietà.
I requisiti di esecutorietà garantiscono la portata ad esecuzione
del provvedimento e sono identificabili con gli atti di controllo
positivi e nel verificarsi delle condizioni sospensive.
Ne deriva, dunque, che l’efficacia del provvedimento può essere
subordinato al compimento di determinate operazioni ulteriori
rispetto all’adozione dell’atto.
Si pensi, ad esempio, alle ipotesi in cui il provvedimento ammi-
nistrativo sia formalmente perfetto, in quanto completo di tutti
gli elementi essenziali, ma non ancora produttivo di effetti giu-
ridici poiché sottoposto al controllo preventivo.
Per i requisiti di obbligatorietà, invece, il discorso è diverso in
quanto l’atto è perfetto ed esecutivo, tuttavia, la sua obbligato-
rietà deriva a seguito della trasmissione, pubblicazione, comuni-
cazione o notifica dello stesso al destinatario.
Tale caratteristica, tuttavia, ricorre solo per gli atti recettizi ossia
quelle tipologie di atti che producono effetti giuridici solo quando
comunicati ai destinatari avendo, pertanto, un’efficacia ex nunc.

42
4. L’interpretazione del provvedimento amministrativo.
L’attività interpretativa può avere ad oggetto, normalmente, tre
atti: la legge, il provvedimento e il contratto. L’ordinamento ita-
liano, tuttavia, prevede regole interpretative solo con riguardo
alla legge e al contratto, tacendo con riguardo al provvedimento
amministrativo.
Il regolamento, ad esempio, pur essendo un atto formalmente
amministrativo, ma sostanzialmente normativo, si interpreta
guardando pacificamente alle norme dell’interpretazione della
legge (art. 12 Disposizioni sulla legge in generale), non creando
particolari problemi interpretativi.
Anche gli accordi adottati in conformità alla legge del proce-
dimento amministrativo (cd. provvedimenti concordati), non
pongono particolari querelle, in quanto sono pacificamente ri-
conducibili al negozio giuridico, con conseguente applicazione
della disciplina privatistica.
Del resto, il provvedimento concordato replica gli schemi dell’ac-
cordo, possedendo un’“anima” contrattuale, alla quale sembra
coerente applicare le norme del codice civile.
Il vero problema residua, dunque, in capo al provvedimento
amministrativo unilaterale e autoritativo.
Come già precisato, esso è privo di criteri interpretativi ad hoc,
con conseguenza che sarà opportuno partire dall’analisi che re-
quisiti che caratterizzano il provvedimento.
Il provvedimento, in primis, presenta caratteri comuni sia alla
legge, di cui ne rappresenta l’applicazione, che sia al contratto,
in quanto atto concreto, frutto di un procedimento di osmosi tra

43
gli interessi pubblici e quelli privati.
La traslazione dei criteri di interpretazione dettati in materia
contrattualistica non è, tuttavia, scevra da critiche, poiché la
loro applicazione potrebbe conculcare la discrezionalità di cui
la Pubblica Amministrazione gode.
La giurisprudenza amministrativa sembra, allora, propendere
per il criterio letterale, con il quale cerca di ricostruire l’intento
dell’Amministrazione.
Ne deriva, pertanto, che l’interpretazione del provvedimento
muta sensibilmente rispetto a quanto avviene nel diritto civile.
Il criterio che viene valorizzato è quello letterale, che prevale su
quello su quello sistematico e teleologico.
Altro problema che l’interpretazione del provvedimento am-
ministrativo pone è la possibilità di applicazione delle norme
di integrazione del contratto all’atto amministrativo, il quale è
espressione di un’attività autoritativa e unilaterale. La questio-
ne non di poco conto poiché l’integrazione del provvedimento
ad opera del giudice, se da un lato è espressione del principio
di conservazione del provvedimento amministrativo, dall’altro
potrebbe comportare la lesione del principio di separazione dei
poteri delineata dalla Carta Costituzione, con conseguente an-
nientamento della discrezionalità della P.A.
Approdando a tale conclusione, parte della dottrina ritiene che
l’integrazione, suppletiva e cogente, non operi in relazione al
provvedimento amministrativo.
Pare più corretto, tuttavia, distinguere le due ipotesi. In relazio-
ne all’integrazione suppletiva, che rappresenta l’attuazione della

44
volontà delle parti e, quindi, della P.A. nel provvedimento am-
ministrativo, si potrebbe ammettere un’integrazione automatica
del diritto amministrativo in sede processuale, poiché l’operato-
re giuridico non fa nient’altro che dare applicazione alla legge
senza in alcun modo sostituirsi all’Amministrazione.
Diversa, invece, è la soluzione a cui si perviene per l’integrazio-
ne cogente la quale, soverchiando il volere della P.A., sia pur
per intendimento del legislatore, potrebbe condurre l’interprete a
modificare il contenuto del provvedimento amministrativo, com-
primendo così la discrezionalità dell’Amministrazione stessa.
Tale effetto ha condotto la giurisprudenza amministrativa a ri-
tenere non ammissibile l’integrazione cogente del provvedimen-
to amministrativo poiché in netta antitesi con i principi cardini
dell’ordinamento giuridico, primo fra tutti il canone della sepa-
razione dei poteri.

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Capitolo III
La motivazione del provvedimento amministrativo

1. La motivazione come strumento di garanzia del privato


La motivazione dell’atto amministrativo rappresenta l’espressio-
ne formale e conclusiva dell’iter procedimentale nonché l’ester-
nazione dei motivi su cui si fondano le scelte della P.A., come
confermato dall’etimologia della parola che deriva dal latino mo-
tus inteso come “ragione, motivo”.
La motivazione, inoltre, rappresenta l’esternazione della moda-
lità di svolgimento dell’attività istruttoria in cui convergono gli
interessi pubblici e privati.
La ponderazione tra eterogenee posizioni passa attraverso una
fase di istruttoria volta alla raccolta di informazioni, dati, osser-
vazioni e fatti necessarie per la determina conclusiva.
La motivazione, pertanto, non si limita ad esternare le ragioni
del provvedimento, bensì la sua ratio si fonda sull’esporre tutte
valutazioni passate in rassegna in sede d’istruttoria.
Dunque, qualificare la motivazione come mera parte o elemen-
to del provvedimento amministrativo è un errore di non poco
conto costituendo, diversamente, la componente necessaria che
sorregge il procedimento amministrativo.
Del resto, il potere della P.A. deve essere esercitato dall’Ammi-
nistrazione nei limiti e confini del potere attribuito dalla norma.
Detta conformità tra potere e dispositivo provvedimentale è age-
volmente rinvenibile in presenza di provvedimento a carattere
vincolato. Nei casi di attività discrezionale, invece, il confronto

46
tra situazioni di fatto e situazioni giuridica diviene notevolmente
complessa e l’indagine della motivazione assolve un ruolo prin-
cipe.
Nella motivazione, infatti, sono rinvenibili l’iter logico- giuridico
seguito dalla P.A. nell’esercizio del potere pubblico, composto
dalle giustificazioni, quale elencazione di presupposti di fatto e
norme giuridiche richiamate, e dai motivi, intesi come la spiega-
zione concreta della soluzione adoperata dalla Amministrazione
con adozione del provvedimento.
In conclusione, la motivazione dell’atto amministrativo è l’espo-
sizione dell’attività compiuta nella fase istruttoria attraverso la
quale è garantita la tutela delle posizioni giuridiche dei soggetti
incisi dal provvedimento.
Ne consegue che la motivazione dell’atto è posto a presidio dei
destinatari assolvendo sia una funzione persuasiva, ovverosia di
convincimento della legittimità del provvedimento, sia una fun-
zione pre-giurisdizionale, volta a fornire all’interessato le cono-
scenze necessarie per attivare i rimedi giurisdizionali.
La motivazione del provvedimento rinviene un espresso rico-
noscimento nell’art. 3 della legge n° 241 del 1990, in cui il Le-
gislatore statuisce un obbligo generale della P.A. di indicare al
destinatario dell’atto le ragioni giuridiche e i presupposti di fatto
posti a fondamento della decisione.
L’obbligo di motivazione ha ad oggetto tutti i provvedimenti
amministrativi, salvo le ipotesi tassativamente previste dalla leg-
ge, pena la caducazione dello stesso per violazione di legge, ex
art. 21 octies, legge n° 241 del 1990.

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2. La motivazione prima della legge sul procedimento am-
ministrativo
Precedentemente alla legge n° 241 del 1990, la motivazione non
apparteneva all’universo amministrativo, ma quasi esclusiva-
mente a quello giurisdizionale o giudiziale, nelle sue molteplici
manifestazioni.
Del resto dal dettato costituzionale, non si configura alcun ob-
bligo di motivazione per la Pubblica Amministrazione e il suo
operato, contrariamente a quanto disposto per i provvedimenti
giurisdizionali. L’art. 111 della Costituzione, infatti, enuncia un
obbligo di motivazione solo con riguardo ai provvedimenti giu-
risdizionali, senza menzionare i provvedimenti amministrativi.
La loro netta diversità di funzione impedisce l’estensione ana-
logica dell’obbligo di motivazione imposto dalla disposizione
Costituzionale.
La necessità, tuttavia, di garantire piena tutela al consociato
contro i provvedimenti privi di motivazione, ha spinto la dottrina e
giurisprudenza a ricercarne un fondamento indiretto dell’obbli-
go di motivazione, come dimostra il lungo dibattito registrato
sul punto.
La prima pronuncia sul punto si registra agli inizi dello scorso
secolo e, in particolare, con la sentenza n° 178 del 17 maggio del
1907 con cui il Consiglio di Stato definisce la motivazione del
provvedimento come ragione del giudizio della P.A., per il tra-
mite della quale si comprende le scelte adoperate nella gestione
degli interessi pubblici.
Dalla motivazione, infatti, deve desumersi un iter logico seguito

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dall’Amministrazione nonché la conformità della determinazio-
ne allo spirito della legge. La motivazione del provvedimento,
pertanto, deve fondarsi sul principio di ragionevolezza.
Nonostante si inizi a qualificare la motivazione come requisito
costitutivo per la legittimità del provvedimento, grazie al qua-
le si esclude l’arbitrio dell’esercizio del potere autoritativo, esso
viene richiesto solo per i meri provvedimenti a carattere restrit-
tivo, ovverosia gli atti che limitano o estinguono la situazione
giuridica dell’individuo. Tale prassi era dettata da particolari
esigenze che scaturivano dalla tipologia di provvedimento o dal
contenuto dello stesso, idoneo a stravolgere la sfera del destina-
tario in via unilaterale e negativa. In tale ipotesi, la mancante o
insufficiente motivazione del provvedimento amministrativo era
sintomatico di vizio di eccesso di potere capace di caducare il
provvedimento amministrativo.
Al di fuori di tale ipotesi di creazione giurisprudenziale, l’obbli-
go di motivazione del provvedimento amministrativo non trova
alcun fondamento nel testo normativo, con conseguente avvio
della pratica di ricorsi interruttivi al buio, onde evitare che il
provvedimento divenisse inoppugnabile.
Divennero, difatti, frequenti i ricorsi al buio intentati dall’interes-
sato per evitare lo spirare dei termini di impugnazione, senza
aver preventivamente verificato la legittimità del provvedimento
a causa della carenza di motivazione dell’atto.
Il diritto di difesa, tuttavia, era recuperato mediante l’espediente
processuale dei motivi aggiunti i quali permettevano al ricorrente di
integrare il ricorso di elementi conosciuti solo in seguito.

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Secondo un diverso orientamento minoritario, invece, il termine
per impugnare il provvedimento amministrativo decorreva solo
a seguito della piena conoscenza estesa a tutti i suoi elementi
essenziali, possibile solo a seguito della comunicazione del prov-
vedimento completo di motivazione, con conseguenza che non
sorgeva per il destinatario alcun onere di impugnare il provve-
dimento.

3. La motivazione dopo l’avvento della legge n° 241 del


1990.
A sopire il dibattito interviene il Legislatore che con l’art. 3 del-
la legge 241/1990, impone l’obbligo generale per la P.A. di mo-
tivazione del provvedimento amministrativo.
L’art. 3 della legge n° 241 del 1990 dispone espressamente che
“la motivazione deve indicare i presupposti di fatto e le ragioni giuri-
diche che hanno determinato la decisione della P.A., in relazione alle
risultanze dell’istruttoria”.
Dall’analisi testuale della disposizione perviene, dunque, che il
provvedimento amministrativo è composto da due nuclei distin-
ti, ma tra loro funzionali: i presupposti di fatto e le ragioni di
diritto.
Alla prima categoria appartengono gli elementi fattuali acquisiti
dalla Pubblica Amministrazione nel corso della fase istruttoria,
ricomprendendo, a ben vedere non solo le circostanze necessa-
rie per l’esercizio del potere ma tutti i dati di fatto valutati dalla
P.A.
Le ragioni di diritto, invece, sono gli elementi normativi nonché

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i principi e i dettami che l’amministrazione ha applicato al caso
concreto. Secondo la giurisprudenza maggioritaria, tuttavia, la
mera enunciazione dei referenti normativi non è idonea a garan-
tire la legittimità del provvedimento.
A ben vedere, però, dalla distinzione sancita dalla legge sul pro-
cedimento amministrativo si rinviene una prospettiva funzionale
della nozione di motivazione, con conseguenza che lo squilibrio
delle due parti che la compongono non è in grado di inficiarla,
qualora quest’ultima si presenti sufficiente per garantire un’ef-
fettiva tutela per il consociato destinatario del provvedimento.
Pertanto, quando il destinatario del provvedimento è in grado di
comprendere il percorso logico e l’iter probatorio seguito dalla
pubblica amministrazione nel giungere alla scelta del provve-
dimento e, nel contempo, il giudice è in grado di trarre dalla
giustificazione tutti gli strumenti idonei per sindacare l’opera-
to dall’amministrazione, la lacuna motivazionale non intacca il
provvedimento amministrativo.
La motivazione, pertanto, è definita sufficiente quando le argo-
mentazioni sono idonee a far desumere con chiarezza elementi
di fatto posti alla base dell’atto e il percorso logico - giuridico
seguito dalla P.A.
Va, però, puntualizzato che la chiarezza e la completezza della
motivazione sono inversamente proporzionali alla complessità
del procedimento amministrativo, dipendendo, pertanto, dalla
complessità dell’istruttoria, il carattere ampliativo o restrittivo
del provvedimento e il livello di incidenza del potere nella sfera
giuridica del destinatario.

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Ne deriva, dunque, che l’ordinamento giuridico recepisce un
principio di flessibilità in punto di motivazione del provvedi-
mento amministrativo.

4. Provvedimento amministrativo soggetto a motivazione.


Dal quadro normativo delineato perviene un obbligo generale di
motivazione del provvedimento amministrativo, compresi quelli
concernenti l’organizzazione amministrativa, lo svolgimento dei
concorsi pubblici e gli atti attinenti al personale, con eccezione
dei soli atti normativi e a contenuto generale.
In passato, per gli atti di organizzazione amministrativa non era
richiesta alcuna esplicita motivazione poiché rappresentativi di
un’area riservata all’Amministrazione, non penetrabile dall’e-
sterno.
L’esigenza di trasparenza e di effettività della tutela giurisdizio-
ne ha condotto il Legislatore a richiedere anche per essi l’obbli-
go di motivazione.
È, tuttavia, necessario sottolineare che a seguito della fase di
privatizzazione del pubblico impiego solo gli atti di macro- orga-
nizzazione sono soggetti all’obbligo dettato all’art. 3 della legge
n° 241 del 1990.
Per gli atti di natura privatistica adottati dalla P.A., in forza del
ruolo imprenditoriale assolto, non sono riconducibili nel novero
dei provvedimenti amministrativi necessitati di motivazione.
Gli atti di gestione del rapporto, infatti, non sono più qualifica-
bili come atti provvedimentali soggetti a motivazione, avendo
ormai una palese natura privatistica.

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Per quanto concerne, invece, i provvedimenti afferenti l’area dei
concorsi pubblici, la norma è stata estesa non solo ai concorsi
nel pubblico impiego, ma anche alle gare per la stipula dei con-
tratti pubblici.
A diverse conclusioni, invece, giunge la giurisprudenza con ri-
guardo ai concorsi interni i quali, comportando un mero passag-
gio di qualifica, esulano dall’area di concorsi pubblici.
Gli atti dei concorsi interni sono finalizzati, secondo l’interpre-
tazione ermeneutica dominante, alla gestione di un rapporto di
lavoro già instaurato e, pertanto, la loro natura privatistica sfug-
ge all’applicazione della disciplina prevista dalla legge n° 241
del 1990.
L’adeguata motivazione, inoltre, deve sorreggere anche gli atti
relativi al rapporto con il dipendente pubblico.
Tuttavia, per quanto concerne la sospensione cautelare del servi-
zio pubblico del pubblico impiegato, l’Amministrazione il prov-
vedimento adottato ex art. 91, comma 1, del T.U. n° 3 del 1957,
prevede che la sospensione fino alla pronuncia della sentenza
penale definitiva, è già di per sé idonea a motivare adeguata-
mente il provvedimento.

5. Deroghe espresse e tacite all’obbligo di motivazione.


L’art. 3, comma 2, della legge sul procedimento amministrati-
vo prevede espresse deroghe al generale obbligo di motivazione
contemplato al primo comma. La disposizione, infatti, esclude
dall’obbligo di motivazione gli atti normativi e gli atti a contenu-
to generale, stante la loro non attitudine a incidere direttamente

53
la posizione giuridica dei privati.
Gli atti normativi presentano caratteristiche strutturali di astrat-
tezza e generalità che le rendono non idonee a ledere immedia-
tamente i destinatari. Detta conferma perviene anche dall’ana-
lisi della loro funzione di creazione di norme di diritto, essendo
espressione del potere politico.
L’orientamento comunitario è, tuttavia, di diverso avviso in
quanto richiede la motivazione anche per gli atti normativi al
fine di vagliarne il rispetto del principio di sussidiarietà.
L’art. 3 che esclude dall’obbligo di motivazione anche gli atti a
contenuto generale va però letta in combinato disposto con l’art.
13 del medesimo testo normativo, prevedendo un’eccezione alla
disciplina in tema di partecipazione agli atti a contenuto gene-
rale.

5.1 La motivazione e le sue diverse intensità.


L’intensità della motivazione del provvedimento amministrativo
è strettamente connessa a differenti fattori che possono tra loro
concorrere o presentarsi isolatamente rinvenibili nella tipologia
del potere esercitato dall’Amministrazione, nella situazione giu-
ridica vantata dall’istante, nella rilevanza di un dato interesse
pubblico rispetto agli interessi pubblici o privati concorrenti.
Dall’analisi di tali fattori emerge l’impossibilità di discorrere di
un modulo unitario avendo la motivazione svariate sfumature
di intensità.
Il contenuto della motivazione della determinazione ammini-
strativa, infatti, può presentarsi particolarmente rafforzato nei

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provvedimenti a carattere discrezionale, procedendo verso una
progressiva attenuazione nei provvedimenti amministrativi a
contenuto vincolante.
Il contenuto vincolante della determinazione assunta, tuttavia,
non esonera la l’Amministrazione dall’indicazione dei presup-
posti di fatto e ragioni giuridiche che hanno condotto la stessa a
provvedere in tal senso.
Applicando dette coordinate ermeneutiche emerge, pertanto,
che gli atti di autotutela devono essere sorretti da motivazione
ampia e particolareggiata, stante il carattere fortemente discre-
zionale che le connota.
Di medesimo avviso è il Consiglio di Stato (Adunanza Plenaria
sentenza n° 8 del 2017), il quale ha ritenuto che il ritiro del per-
messo edilizio in sanatoria, illegittimamente rilasciato, è sempre
soggetto a motivazione non potendo rinvenire nella teoria della
sussistenza dell’interesse pubblico in re ipsa la condizione per
l’esonero della motivazione.
Il Supremo Collegio, infatti, sottolinea che la tutela dell’interesse
pubblico al ripristino della legalità violata non può mai elevarsi
a ragione dell’omissione dell’onere motivazionale incombente
sull’Amministrazione.
A ben vedere, le tipologie di atti a motivazione rafforzata sono
accomunate dal carattere altamente discrezionale i cui effetti si
ripercuotono sulle posizioni giuridiche soggettive dei privati o
sulle finanze pubbliche.
La motivazione della reiterazione dei vincoli preordinati all’e-
sproprio, ad esempio, richiede un’adeguata motivazione sorretta

55
da idonea istruttoria, al fine di dissolvere dubbi circa il contenu-
to vessatorio o l’ingiustizia del provvedimento.
Altro esempio di motivazione particolarmente atteggiata è rinve-
nibile nell’occupazione provvedimentale disciplinata all’art. 42 bis,
comma 4, del d.p.r. n° 327 del 2001, la quale richiede ai fini di
legittimità del provvedimento una particolare attenzione alle esi-
genze pubbliche attuali e all’eccezionalità delle ragioni di interesse
pubblico, tali da giustificare l’assenza di valide alternative.
Restando in tema di urbanistica, altra ipotesi di motivazione raf-
forzata è rinvenibile nelle varianti ai piani urbanistici qualora
essi sacrifichino le legittime aspettative dei proprietari.
In netta contrapposizione alle ipotesi appena annoverate si sca-
glia la proprietà di ripetizione delle somme indebitamente versate
al pubblico dipendente che, secondo giurisprudenza costante, non
necessità di motivazione in ordine all’interesse attuale specifico e
concreto della rimozione degli effetti dallo stesso prodotto.

5.2 La motivazione semplificata.


L’art. 2, comma 1, secondo capoverso, della Legge n° 241 del 1990
è stata, recentemente, novellata dall’art. 1, comma 38, Legge n° 190
del 6 novembre 2012 attribuendo la facoltà alle P.A. di adottare un
provvedimento amministrativo con motivazione semplificata ogni
qualvolta che ravvisino la manifesta irricevibilità, inammissibilità,
improcedibilità o infondatezza della domanda.
La determinazione amministrativa, redatta in forma semplifica-
ta in punto di motivazione, può consistere in un mero sintetico
riferimento al punto di diritto o di fatto ritenuto risolutivo.

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La riforma ha introdotto, nel nostro ordinamento, un’ipotesi ge-
nerale di semplificazione provvedimentale, alleggerendo le pub-
bliche amministrazioni dal gravoso onere motivazionale.
La semplificazione provvedimentale, tuttavia, non va letta come
il decadere dell’obbligo di motivazione del soggetto pubblico,
poiché è sempre necessario consentire al privato di comprendere
i motivi del diniego dell’istanza.
La norma, pur salutata con favore dalla dottrina poiché garanti-
sce lo snellimento del procedimento amministrativo in presenza
di domande irragionevoli del privato, non è immune da censure,
soprattutto in punto di sanzione derivante in caso di adozio-
ne del provvedimento semplificato in assenza dei presupposti
richiesti dall’art. 2 della legge n° 241 del 1990.
Non è chiaro, infatti, quali siano le conseguenze scaturenti dalla
violazione dei requisiti accertato in giudizio. Parte della dottri-
na, propende per un’integrazione postuma della motivazione,
al fine di scongiurare l’annullamento dell’atto amministrativo,
ponendo non pochi problemi per in ordine al principio di parità
delle armi processuali tra parti.
Rinviando al paragrafo successivo l’ammissibilità dell’integra-
zione in giudizio della motivazione, si può anticipare che la
giurisprudenza maggioritaria ammette l’integrazione postuma
del provvedimento erroneamente adottato in forma semplificata
solo per le ipotesi di attività vincolata.
Qualora, infatti, residuino margini di discrezionalità, il provvedi-
mento sarà caducato ed oggetto di riedizione ad opere dell’Am-
ministrazione soccombente.

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5.3 La motivazione per relationem.
Affinché la motivazione del provvedimento amministrativo pos-
sa considerarsi adeguata è necessario che contempli le oltre ai
presupposti di fatto e le ragioni giuridiche, anche i criteri utiliz-
zati e l’iter logico seguito per giungere alla scelta conclusiva.
La mancanza di detti elementi, infatti, non consente al privato
di comprendere le scelte della P.A. né al giudice di esercitare il
suo sindacato sulla legittimità della scelta pubblica.
Qualora la norma d’azione impone ai soggetti pubblici la scelta
da compiere, senza riconoscere loro alcun margine di discrezio-
nalità, la motivazione può essere redatta in modo semplificato.
Infatti, la giurisprudenza amministrativa ritiene sufficiente, in
tale ipotesi, la mera indicazione dei presupposti di fatto legisla-
tivamente tipizzate al fine di giustificare l’adozione della deci-
sione.
Queste ipotesi sono ricorrenti nella prassi, infatti, l’iter logico se-
guito dalla P.A. risulta agevolmente ricostruibile dall’interessato
o dal giudice in sede processuale.
Quanto esposto è oggi positivizzato dall’art. 3, comma 3 della
legge n° 241 del 1990 come emerge dalla stretta connessione tra
la motivazione e sviluppo dell’iter procedimentale.
La P.A., infatti, ben potrebbe argomentare le scelte assunte ri-
chiamando gli atti endoprocedimentali (pareri, documenti, nulla
osta, rapporti tecnici ecc.…) intervenuti nel corso dell’istrutto-
ria, purché essi siano resi disponibili al momento al soggetto
destinatario al momento della relativa comunicazione.
Tale modalità, a ben vedere, pone non pochi dubbi interpretati-

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vi, il primo fra tutti in ordine all’esatto significato della “dispo-
nibilità dell’atto”.
Secondo la giurisprudenza maggioritaria non conduca all’illegit-
timità dell’atto amministrativo qualora essa si risolva nella man-
cata allegazione del documento citato in motivazione.
A conclusione differenti, ossia alla caducazione del provvedi-
mento amministrativo per violazione di legge, si giungerà, inve-
ce, nelle ipotesi in cui il documento richiamato dal soggetto pub-
blico sia del tutto assente o indisponibile al privato destinatario
degli effetti giuridici dell’atto.
Sembra registrarsi una tendenza a circoscrivere e limitare le ipo-
tesi di annullamento del provvedimento mediante l’esaltazione
del principio di conservazione del provvedimento amministrati-
vo, purché essa non impedisca al privato di conoscere le ragioni
della scelta pubblica.

5.4 La motivazione implicita.


L’assenza di una motivazione formale, o se la stessa pur essendo
presente non risulti sufficiente, non conduce necessariamente all’an-
nullamento del provvedimento amministrativo, purché gli atti, ov-
vero i documenti ad esso collegati, rendano possibile ricostruire le
ragioni che hanno condotto al dispositivo del provvedimento.
L’opera di ricostruzione della motivazione, materialmente ca-
rente, si ravvisa nell’ottica di un’applicazione estensiva del prin-
cipio di conservazione che tende ad evitare declaratorie di il-
legittimità di provvedimenti amministrativi le cui ragioni sono
desumibili dai principi e prassi.

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Secondo la costante giurisprudenza, l’obbligo di motivazione
del provvedimento amministrativo non potrà ritenersi violato
qualora, prescindendo dal tenore letterale dell’atto finale, i do-
cumenti dell’istruttoria offrano elementi sufficienti e univoci da
cui desumere l’iter motivazionale posto a sostegno della deter-
minazione amministrativa (Consiglio di Stato, sez. VI, sentenza
n° 1907 del 31 marzo 2012).
In tale ottica, dunque, quando le ragioni delle scelte della P.A.
siano agevolmente rinvenibili dalla lettura degli atti afferenti le
varie fasi procedimentali, dunque, risultano osservati i principi
di trasparenza e lealtà declinati dell’art. 97 Cost.

5.5 La motivazione anomale.


Ricorrono, inoltre, ipotesi in cui la motivazione del provvedi-
mento pur sussistendo nella sua veste lessicale si presenta illogi-
ca e non ragionevole (c.d. motivazione anomala).
La motivazione anomale è sintomo della incoerenza tra il dispo-
sto e le ragioni poste a fondamento della determinazione ammi-
nistrativa.
L’indagine sulla logicità decisionale della scelta assunta dalla
Pubblica Amministrazione, infatti, diviene lo strumento per ec-
cellenza fornito al giudice al fine di vagliare la coerenza sostan-
ziale tra motivazione e interesse perseguito.
Siamo in presenza, secondo la giurisprudenza amministrativa,
di un vizio sostanziale del provvedimento amministrativo su-
scettibile di caducazione non tanto per la violazione di legge,
quanto per eccesso di potere.

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Frequenti, infatti, sono le pronunce del Consiglio di Stato che
qualificano la motivazione anomala come sintomatiche di un
vizio diverso, intrinseco nella decisione del provvedimento am-
ministrativo. Del resto il requisito formale della motivazione
prescritta ex lege è da ritenersi rispettato, diversamente dalla
congruità logica delle ragioni giustificative.

5.6 La motivazione postuma e l’integrazione in giudizio.


Residua, ora, l’analisi delle ipotesi in cui la ricostruzione delle
ragioni giustificative della scelta della Amministrazione non sia-
no reperibili né in forma diretta dal provvedimento amministra-
tivo, né indiretta, dagli atti ad esso collegati.
La carenza del contenuto motivazionale, tuttavia, non ha sco-
raggiato parte della dottrina la quale, muovendosi dal principio
di inesauribilità del potere autoritativo, ha prospettato la possi-
bilità di integrazione postuma della motivazione acquisibile in
giudizio.
È opportuno, fin da subito, chiarire che la giurisprudenza ammi-
nistrativa riconosce, senza riserve, la facoltà della Pubblica Am-
ministrazione di chiarire, in corso di giudizio, la motivazione
non facilmente comprensibile del provvedimento amministrati-
vo, purché avvenga nei limiti di una mera delucidazione di ele-
menti già presenti nel corpus dell’atto impugnato o del relativo
procedimento amministrativo (c.d. motivazione implicita).
Il contrasto, infatti, sorge sull’ammissibilità dell’integrazione in
sede processuale di elementi, del tutto assenti, in grado di stra-
volgere il contenuto motivazionale.

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A tal proposito, la dottrina tradizionale e la giurisprudenza mag-
gioritaria, da sempre, negano la possibilità di introdurre, per la
prima volta, in giudizio di elementi non riscontrabili nel provve-
dimento amministrativo.
Detto orientamento ermeneutico, espressione del principio pro-
cessualistico di effettività della tutela, trova conferma nel tenore
letterale dell’art. 3 della legge n° 241 del 1990, dal quale emerge
la necessità della contestualità tra motivazione e dispositivo del-
la determinazione amministrativa.
L’onere di motivare le scelte assunte dalla P.A., del resto, si pone
come contropartita al potere esecutorio che caratterizza il prov-
vedimento amministrativo, come la stessa lettera della norma
conferma (“hanno determinato la decisione amministrativa”).
L’integrazione postuma della motivazione contrasta, inoltre,
anche con la natura del processo amministrativo che vincola il
giudice non potendo ampliare il thema decidendum.
La modifica in corso di causa del provvedimento amministrati-
vo comporterebbe, infatti, la violazione della funzione principe
della motivazione, ossia la tutela delle posizioni giuridiche dei
privati cittadini quali destinatari degli effetti giuridici dell’atto.
Il privato si troverebbe, allora, ad impugnare un provvedimento
senza comprendere le ragioni della scelta pubblica, nonché sen-
za la possibilità di progettare un’idonea linea difensiva.
Di diverso avviso, invece, è un filone minoritario della giurispru-
denza amministrativa che muovendosi dal principio di inesauri-
bilità del potere autoritativo, ammettono forme progressive di inte-
grazione della motivazione.

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Secondo tale orientamento dottrinale nulla vieta l’introduzione
in giudizio di nuovi atti contenenti le ragioni della scelta pubbli-
ca per il tramite degli scritti difensivi neppure il dettato dell’art.
3 della legge n° 241 del 1990.
Il filone ermeneutico, con una forte impronta sostanziale, pren-
de le mosse dalla valorizzazione delle disposizioni costituzionali
e, in particolare, dagli artt. 24, 111 e 113 Cost.
Infatti, l’accoglimento della teoria formale della motivazione
apporterebbe ad una mera vittoria processuale per il ricorrente,
potendo la P.A. riadottare, successivamente, il provvedimento
sfavorevole, motivandolo.
Diversamente, solo l’ammissione della motivazione postuma
comporterebbe una concentrazione dei giudizi aventi ad oggetto
tutte le questioni di illegittimità potenziale del provvedimento,
garantendo, in questo modo, la cessazione definitiva della mate-
ria del contendere.
L’integrazione della motivazione in sede processuale non si con-
figurerebbe, allora, come ipotesi di violazione della parità delle
armi processuali, poiché al privato, grazie al ricorso per motivi
aggiunti, è garantita la possibilità di ampliare la domanda pro-
cessuale alla luce dei nuovi documenti introdotti dall’Ammini-
strazione resistente.
La teoria della formazione progressiva della motivazione, che
ammette l’integrazione di nuovi elementi motivazionali nel cor-
so del processo, non è, tuttavia, immune da critiche.
La tesi, infatti, comporterebbe la “dequotazione della motivazione”,
la quale da elemento principale, diventerebbe un mero elemento

63
accidentale, la cui carenza determinerebbe la mera irregolarità
del provvedimento sanabile in giudizio.
Inoltre, il ruolo ancillare che la motivazione andrebbe ad assol-
vere, è in netta antitesi con lo spirito dell’art. 3 della legge n°
241 del 1990, che sembra, invece, affermare la regola dell’annul-
lamento del provvedimento immotivato.
Margini di ammissibilità per la motivazione postuma sembrano,
oggi, possibili solo in ipotesi di attività vincolate della P.A.

64
Seconda Parte
L’attività amministrativa dell’Ente Locale

Capitolo I
Atti degli organi collegiali

1. Gli organi collegiali degli Enti locali: funzioni e compe-


tenze.
Il D.lgs. n. 267/2000 prevede come organi collegiali del Comu-
ne la Giunta e il Consiglio Comunale.
Quest’ultimo è definito all’art. 42 del t.u.e.l. come organo di
indirizzo e controllo politico-amministrativo e rinviene nel testo
legislativo la sua unica fonte di attribuzione di competenze, non
potendo lo Statuto prevederne degli ulteriori. La tassativa elen-
cazione delle funzioni, inoltre, ha carattere esclusivo in quanto
non può essere esercitato, neppure in via d’urgenza, dalla Giun-
ta Comunale.
A ben vedere, la legge ammette la surrogazione delle competen-
ze esclusive del Consiglio solo per le ipotesi di variazioni di bi-
lancio, da sottoporre a ratifica del Consiglio comunale entro 60
giorni dall’adozione a pena di decadenza, come espressamente
previsto dal D.lgs. n. 118 del 2011.
Il testo unico chiarisce la portata del potere dell’organo consi-
liare che consiste nella fissazione di obiettivi di sviluppo della
comunità amministrata, nel potere di vigilare sulle attività svolte
dagli altri organi comunali nonché nel sollecitare il raggiungi-

65
mento degli scopi prefissati.
Il Consiglio ha competenza limitata potendo adottare solo i se-
guenti atti fondamentali:
• Lo Statuto del Comune e lo Statuto delle aziende speciali,
disciplinate rispettivamente dagli artt. 6 e 114 del D.lgs. n.
267/2000;
• I programmi, le relazioni previsionali e programmatiche, i
programmi di opere pubbliche, i piani economico-finanzia-
rio, i bilanci annuali e pluriennali nonché le loro variazioni;
• Il rendiconto di gestione, con la relazione della Giunta e del
Collegio dei Revisori ai sensi degli artt. 227 e 239, comma 1
lett.d), del D.lgs. n. 267/2000;
• Le convenzioni tra Comuni e Provincia, ex artt. 30 e 31 del
D.lgs. n. 267/2000;
• La costituzione e modifica delle forme associative ex artt. 31
– 32 – 34 del D.lgs. n. 267/2000;
• La costituzione di aziende speciali ex art. 114 del D.lgs. n.
267/2000;
• La concessione dei pubblici servizi e l’affidamento di attività
o servizi mediante convenzione;
• la partecipazione a società di capitali;
• La negoziazione di mutui, aperture di crediti presso istituiti
bancari nonché prestiti obbligazionari;
• Gli acquisti e la vendita di beni immobili e relative permute;
• Gli appalti e concessioni che non rappresentino mere esecu-
zioni e, in ogni caso, che non rientrino nell’ordinaria ammini-
strazione di funzioni di competenza del Segretario comunale

66
o altri funzionari;
• La definizione di indirizzo per la nomina, ad opera del Sin-
daco, di rappresentanti del Comune presso Enti, aziende ed
istituzioni;
• I piani urbanistici e territoriali;
Per quanto concerne le materie di competenza della Giunta co-
munale, l’intervento della legge n. 142 del 1990 e il successivo
Testo Unico degli Enti Locali hanno innovato la disciplina, so-
stituendo al generale criterio residuale ante riforma - in cui si at-
tribuiva alla Giunta le funzioni non svolte dal Sindaco, dal Con-
siglio o dal Segretario comunale- a un criterio di collaborazione
volto ad attuare gli indirizzi generali stabiliti dal Consiglio.
Accanto alla funzione propositiva di attuazione degli indirizzi
dettati dalla Consiglio, non mancano poi le competenze che la
legge attribuisce alla Giunta. Tra le competenze più significati-
ve sono annoverabili:
• Approvazione, variazione e opposizione alle modifiche del
Piano Esecutivo di Gestione, ai sensi degli artt. 169 e 172,
comma 2, del D.lgs. n. 267/2000;
• L’approvazione dei progetti preliminari e definitivo delle ope-
re pubbliche;
• L’adozione dello schema del piano triennale dei lavori pub-
blici;
• La relazione illustrativa del rendiconto annuale prevista ai
sensi dell’art. 151, comma 6, del D.lgs. n. 267/2000;
• Predisposizione dello schema di bilancio annuale e previsione
pluriennale del documento unico di programmazione;

67
• Liquidazione dei debiti in caso di dissesto economico;
• Utilizzo del fondo di riserva ex art. 166 del D.lgs. n. 267/2000;
• Le anticipazioni della tesoreria prevista a norma dell’art. 222
del D.lgs. n. 267/2000;
• Le destinazioni delle sanzioni amministrative pecuniarie, ex
art. 208 del D.lgs. n. 285 del 1992;
• L’approvazione dei regolamenti sull’ordinamento degli uffi-
ci e dei servizi prevista dall’art. 48, comma 3, del D.lgs. n.
267/2000;
• Verifica dello schedario elettorale;
• Intitolazione della Piazze, vie ecc.…
In definitiva, le competenze della Giunta Comunale sono di gover-
no e si sostanzia in un’attività di programmazione intermedia.
Dette attività sono, inoltre, riservate poiché non delegabili

2. Deliberazione e proposta di deliberazione.


Gli atti emanati dagli organi collegiali sono definiti deliberazio-
ni. Esse sono adottate mediante un subprocedimento idealmen-
te suddivisibile in varie fasi, quali:
a. La proposta di deliberazione
b. La formula dell’ordine del giorno
c. Convocazione dell’organo collegiale
d. Seduta
e. Discussione
f. Votazione
g. Verbalizzazione
h. Pubblicazione della delibera

68
La proposta è individuata come l’atto di impulso del procedi-
mento deliberativo, che può avvenire su iniziativa di parte o
dell’Ufficio.
La proposta, inoltre, si configura anche come un atto che, oltre a
sollecitare l’attività di un organo, ne esprime anche un giudizio
sul contenuto del provvedimento amministrativo finale.
Pertanto, la proposta è definibile come atto propulsivo del pro-
cedimento deliberativo a contenuto misto in cui coesiste volontà
e opinione del soggetto istante o dell’Ufficio predisponente.
La proposta, tuttavia, non deve essere confusa con l’avvio del
procedimento amministrativo, il quale è configurabile come
l’affidamento materiale della pratica al funzionario responsabile
dell’unità preposta per l’apertura della fase istruttoria. L’atto di
proposta, pertanto, è successivo all’avvio del procedimento am-
ministrativo ed è redatto, generalmente, da un organo tecnico.
La proposta, inoltre, non va confusa con il parere tecnico pur
essendo adottato dal medesimo organo, in quanto sono atti che
attengono a fasi distinte del procedimento amministrativo.
Essa è un elemento fondamentale del procedimento deliberativo
la cui omissione formale conduce all’illegittimità della delibera
per violazione di legge e, in particolare, per omissione del suo
antecedente logico.

69
3. I pareri
Il parere è una manifestazione di giudizio emesso dall’organo
tecnico in ausilio degli organi deputati a decidere.
È una valutazione degli elementi di carattere amministrativo o
tecnico espressa da un organo, monocratico o collegiale, com-
petente.
Salvo i casi espressamente previsti dalla legge, il parere non ha
carattere vincolante, pertanto, la valutazione non è idonea a far
venir meno il potere discrezionale dell’organo deliberante.
In quanto elaborazioni di dati ed espressione di valutazioni, il
parere interviene nella fase istruttoria del procedimento ammi-
nistrativo.
Il parere, pertanto, si configura come collante tra la fase istrut-
toria e la fase provvedimentale in quanto consiglia e illustra le
soluzioni più opportune guidando l’azione amministrativa.
I pareri possono essere obbligatori o facoltativi a seconda se l’ac-
quisizione è imposta per legge oppure è mera facoltà dell’Am-
ministrazione procedente.
Nel caso di pareri facoltativi, tuttavia, l’Amministrazione opera
una sorta di autolimitazione poiché, successivamente all’istanza
di parere, la P.A. non può procedere alla delibera fin a quando
l’organo tecnico non abbia manifestato il suo giudizio.
In ogni caso sia i pareri obbligatori che quelli facoltativi non
vincolavano l’Amministrazione procedente la quale può adot-
tare un provvedimento con contenuto contrario alla valutazione
espressa dall’organo tecnico, purché adeguatamente motivato.

70
4. Il parere del responsabile del servizio.
L’art. 49 del D.lgs. n. 267/2000, recante la disciplina la materia
dei pareri obbligatori del responsabile del servizio, dispone che
“Su ogni proposta di deliberazione sottoposta alla Giunta e al Consiglio
che non sia mero atto di indirizzo deve essere richiesto il parere, in or-
dine alla sola regolarità tecnica, del responsabile del servizio interessato
e, qualora comporti riflessi diretti o indiretti sulla situazione economi-
co-finanziaria o sul patrimonio dell’ente, del responsabile di ragioneria
in ordine alla regolarità contabile. I pareri sono inseriti nella delibera-
zione”.
Dalla disposizione perviene che il responsabile del servizio è
tenuto a rendere parere obbligatorio, con funzione consultiva,
ogni volta che la delibera della Giunta o del Consiglio non abbia
ad oggetto un mero atto di indirizzo, oppure nelle ipotesi in cui
la delibera pur non configurandosi come atto di indirizzo non
sortisca alcun effetto, diretto o mediato, sulla situazione econo-
mico-finanziaria o sul patrimonio dell’Ente.
In quest’ultimo caso, infatti è richiesto un mero parere di rego-
larità tecnica ma non anche di regolarità contabile.
Mentre in caso di delibera con effetti diretti sulla situazione eco-
nomico-finanziaria non si pongono problemi, in quanto dette
ipotesi ricorrono con l’adozione di atti di impegno di spesa, di-
minuzione di entrate, oppure, più in generale, nei casi di delibe-
ra avente ad oggetto la variazione economiche del patrimonio
dell’Ente, notevoli problemi, invece, si pongono nell’individua-
zione delle delibere aventi effetti indiretti sulla situazione econo-
mica e patrimoniale dell’Ente.

71
La complessa enunciazione di un criterio generale in grado di
individuare i provvedimenti aventi riflessi mediati sulla situazio-
ne finanziaria dell’Ente ha condotto la dottrina ad ipotizzare
svariate soluzioni.
Tuttavia, il criterio oggi più adoperato nella prassi per indivi-
duare l’ambito di applicazione della normativa è, senza dubbio,
il rispetto dell’equilibrio di bilancio che trova la sua copertura
costituzionale nell’art. 119, comma 1.

5. I pareri di regolarità tecnica


Il parere di regolarità tecnica è un giudizio fondato sull’elabo-
razione dei dati mediante le conoscenze tecniche e regole certe
proprie di specifici settori.
Esso si pone come ausilio all’organo deliberante nella scelta del-
la soluzione più opportuna alla luce dei diversi interessi pubblici
coinvolti. Tuttavia, la valutazione ha una funzione di mero sup-
porto che non può in alcun modo vincolare il potere discrezio-
nale dell’organo di amministrazione attiva.
Il parere di regolarità tecnica presuppone che il responsabile del
servizio preposto abbia effettuato, nel rispetto della normativa
tecnica, valutazioni adeguate ad assicurare la correttezza dei
dati nonché ad assolvere una funzione di garanzia.

6. Il parere di regolarità contabile


L’art. 153, comma 5, del D.lgs. n. 267/2000 disciplina espressa-
mente che: “Il regolamento di contabilità disciplina le modalità con le
quali vengono resi i pareri di regolarità contabile sulle proposte di deli-

72
berazione ed apposto il visto di regolarità contabile sulle determinazioni
dei soggetti abilitati. Il responsabile del servizio finanziario effettua le at-
testazioni di copertura della spesa in relazione alle disponibilità effettive
esistenti negli stanziamenti di spesa e, quando occorre, in relazione allo
stato di realizzazione degli accertamenti di entrata vincolata secondo
quanto previsto dal regolamento di contabilità”.
Ne deriva, dunque, che il parere di regolarità contabile, reso dal
responsabile del servizio finanziario, dovrà fondarsi sulle nor-
mative legislative e regolamentari attinenti alla materia di con-
tabilità pubblica, finanziaria e fiscale.
Il responsabile del servizio, pertanto, dovrà valutare gli effetti so-
stanziali, di carattere economico e patrimoniale, che discendono
dalle delibere adottate dall’organo decidente.
Il responsabile del servizio finanziario è preposto, dunque, alla
verifica di veridicità delle previsioni di entrata e di compatibilità
delle previsioni di spesa da iscriversi nel bilancio di previsione
ed alla verifica periodica dello stato di accertamento delle entra-
te e di impegno delle spese, alla regolare tenuta della contabili-
tà economico-patrimoniale, ai sensi dell’art. 153, comma 4, del
D.lgs. n. 267/2000.
Il parere è, quindi, una verifica diretta a garantire che non sia
compromesso l’equilibrio finanziari e del rispetto dei vincoli di
finanza pubblica.

7. Il parere dell’organo di revisione


Peculiare ipotesi di parere che deve essere obbligatoriamente ac-
quisito dall’Ente è quello dell’organo di revisione.

73
I Consigli comunali, provinciali e delle città metropolitane eleg-
gono con voto limitato a due componenti, un collegio di revisori
composto da tre membri. Ai sensi del D.lgs. n. 138 del 2011 essi
sono scelti:
• uno tra gli iscritti al registro dei revisori contabili, il quale
svolge le funzioni di presidente del collegio;
• uno tra gli iscritti nell’albo dei dottori commercialisti;
• uno tra gli iscritti nell’albo dei ragionieri.
L’organo di revisione contabile dura in carica tre anni a decor-
rere dalla data di esecutività della delibera o dalla data di im-
mediata eseguibilità nell’ipotesi di cui all’articolo 134, comma
3, del D.lgs. n. 267/2000 ed è revocabile solo per inadempienza,
ossia, per la mancata presentazione della relazione alla proposta
di deliberazione consiliare del rendiconto entro il termine pre-
visto dall’articolo 239, comma 1, lettera d). del medesimo testo
unico.
Ai sensi dell’art. 239, comma 1, del t.u.e.l. l’organo di revisione
deve rendere obbligatoriamente il proprio parere per le seguenti
deliberazioni:
a. strumenti di programmazione economico-finanziaria;
b. proposta di bilancio di previsione, verifica degli equilibri e
variazioni di bilancio;
c. modalità di gestione dei servizi e proposte di costituzione
o di partecipazione ad organismi esterni;
d. proposte di ricorso all’indebitamento;
e. proposte di utilizzo di strumenti di finanza innovativa, nel
rispetto della disciplina statale vigente in materia;

74
f. proposte di riconoscimento di debiti fuori bilancio e tran-
sazioni;
g. proposte di regolamento di contabilità, economato-prov-
veditorato, patrimonio e di applicazione dei tributi locali;
h. vigilanza sulla regolarità contabile, finanziaria ed econo-
mica della gestione relativamente all’acquisizione delle en-
trate, all’effettuazione delle spese, all’attività contrattuale,
all’amministrazione dei beni, alla completezza della docu-
mentazione, agli adempimenti fiscali ed alla tenuta della
contabilità;
i. relazione sulla proposta di deliberazione consiliare di ap-
provazione del rendiconto della gestione e sullo schema
di rendiconto entro il termine, previsto dal regolamento
di contabilità e comunque non inferiore a 20 giorni, de-
corrente dalla trasmissione della stessa proposta approvata
dall’organo esecutivo.
j. referto all’organo consiliare su gravi irregolarità di gestio-
ne, con contestuale denuncia ai competenti organi giuri-
sdizionali ove si configurino ipotesi di responsabilità;
k. verifiche di cassa di cui all’articolo 223 del D.lgs. n.
267/2000.
Detti pareri devono essere resi dall’organo di revisione mediante
un giudizio che si attenga ai principi di congruità, di coeren-
za e di attendibilità contabile come declinato dal comma 1 bis
dell’art. 239 del D.lgs. n. 267/2000 introdotto ad opera del D.L.
10 ottobre 2012, n. 174, convertito, con modificazioni, dalla L.
7 dicembre 2012, n. 213.

75
8. Attestazione di copertura finanziaria.
Le delibere che hanno ad oggetto un impegno di spesa e che
comportano riflessi sulla situazione economica patrimoniale
dell’Ente, necessitano di un parere di regolarità contabile ad
opera del responsabile del settore finanziario.
Tuttavia, elemento necessario della fase integrativa dell’efficacia
degli atti aventi carattere economico è rappresentato dall’attesta-
zione di copertura finanziaria.
Detto elemento è l’accertamento dell’esistenza delle risorse e in-
dividuazione del capitolo di bilancio assegnato con il PEG, a cui
imputare la spesa.
La carenza dell’attestazione di copertura contabile impedisce
l’esecuzione dell’atto di impegno, rendendolo inefficace.
L’attestazione di copertura finanziaria, pertanto, rientra in
un’attività di controllo successiva sui provvedimenti di gestione,
necessaria ai fini di efficacia dell’impegno di spesa; il parere di
regolarità contabile, diversamente, è una valutazione di giudizio
che attiene ad un’attività consultiva antecedente l’adozione del
provvedimento.
Qualora l’attestazione di copertura avvenga antecedentemente
l’assunzione dell’atto di impegno si converte in una mera pre-
notazione di impegno.

9. Verbale
Il verbale rappresenta l’estrinsecazione attraverso il quale si ma-
nifesta la deliberazione, in altre parole, la veste del provvedi-
mento.

76
Le deliberazioni, infatti, vengono trasfuse in un verbale di sedu-
ta la cui redazione spetta al Segretario, quale pubblico ufficiale
deputato a redigere la verbalizzazione delle delibere dell’organo
collegiale.
Il verbale si configura come un processo verbale in cui sono
riportate, secondo un criterio cronologico, tutte le operazioni
compiute dal collegio oltre a rivestire la forma scritta delle deli-
berazioni collegiali.
Tuttavia, mentre la deliberazione rappresenta la dichiarazione di
volontà esternata dall’organo deliberante, il verbale costituisce
la veste della stessa con funzione di garantire la veridicità della
volontà.
Nonostante l’attività di verbalizzazione e di deliberazione sono
assolte con la compilazione di un unico documento coinciden-
do, pertanto, sotto l’aspetto formale, esse restano ontologica-
mente distinte.
Si distinguono anche sotto il profilo soggettivo in quanto, mentre
l’attività di deliberazione è imputabile esclusivamente al collegio
deliberante, l’attività di verbalizzazione è compiuta dal Segreta-
rio che assiste alle sedute.
La distinzione tra la delibera e il verbale viene in rilievo anche
con riguardo al profilo della rettificabilità, in quanto mentre la
prima è sempre soggetta a rettifiche ad opera dell’organo deli-
berante, la verbalizzazione, successivamente alla lettura e appro-
vazione, non può essere in alcun modo soggetto ad integrazioni
o rettifiche.
L’attività di verbalizzazione deve essere contestuale all’attività

77
dell’organo deliberante, per cui il verbale, oltre a contenere le
indicazioni formali di luogo e di tempo, deve essere redatto du-
rante la seduta collegiale.
A pena di nullità il verbale deve contenere il nome del Presiden-
te che apre e dirige i lavori, il numero dei membri presenti alla
votazione e il numero dei voti favorevoli o contrari alla proposta
di deliberazione.

78
Capitolo II
Modulistica

1. Atti del Consiglio Comunale

1.1. Esame delle parti che compongono lo schema di deli


bera del Regolamento del Consiglio comunale.
Passiamo ora in rassegna lo schema tipico di deliberazione con-
siliare utilizzato per adottare un regolamento comunale.
In forza della podestà statutaria riconosciuta ai Comuni e Pro-
vince esse possono disciplinare determinate materie attribuite
all’autonomia statutaria dell’ente, come disposto dall’art. 7 del
T.U. recante il nuovo “Ordinamento delle autonomie locali”.
In primo luogo, al fine di procedere alla redazione dell’atto è
necessario ricordare che gli atti del Consiglio sono raccolti in
un registro a numerazione progressiva con vigenza annuale, il
cui numero di protocollazione dovrà sempre essere riportato sul
verbale.
Gli elementi che rilevano ai fini di intestazione dell’atto sono:
--L’autorità competente a promanare l’atto;
--I soggetti che partecipano alle deliberazioni, indicando i nomi
delle persone presenti e assenti, individuazione del soggetto
che presiede l’adunanza e, in ultimo, l’assistenza del Segre-
tario;
--L’attestazione del rispetto delle formalità procedurali;
--L’oggetto della trattazione;

79
L’atto, pertanto, si apre sempre con l’intestazione, volto a spe-
cificare la competenza dell’organo. Si tratta di formule standard
che possono essere, a titolo esemplificativo, così riprodotte:

COMUNE DI …..
PROVINCIA DI …..

N. …………. REG. delle delibere del Consiglio Comunale


Data……..

VERBALE DI DELIBERAZIONE DEL CONSIGLIO


COMUNALE

OGGETTO: approvazione del regolamento comunale per l’applicazione


del tributo comunale sui rifiuti e sui servizi.

Si prosegue indicando il tipo di sessione:


--Sessione ordinaria per le sedute di approvazione di bilancio,
conto consuntivo o altre ipotesi previste dal regolamento del
per il funzionamento del consiglio;
--Sessione straordinaria in tutti i restanti casi;
E’ necessario, poi, indicare il tipo di seduta:
--Seduta pubblica: è la regola.
--Seduta segreta: prevista quando la deliberazione abbia ad og-
getto fatti attinenti alla persona che necessitano di riservatezza;
In ultimo va indicato il numero della seduta (1° o 2° convocazio-
ne).

80
Sessione……….. ( ordinaria o straordinaria)
Seduta …………. (pubblica o segreta)
………………… (1° o 2°) convocazione

Segue poi l’indicazione della data e del luogo della seduta uni-
tamente all’indicazione della tempestiva comunicazione ai Con-
siglieri dell’avviso della convocazione del Consiglio, disposto
dal Sindaco, secondo un linguaggio burocratico, come di sotto
riportato:

L’anno duemila….., il giorno ….. del mese di …….… in


……………………. alle ore ……….. e nella Sala delle Adunanze
Consiliari del Comune suddetto.
PREVIO AVVISO ai Sigg. consiglieri in data ………….. in tempo
utile ai rispettivi domicili e previa comunicazione al Sig. Prefetto , in
data………………. Con nota prot. N. …………;
DATO CHE ai fini di pubblica conoscenza è stato affisso l’avviso di
convocazione all’Albo dell’Ente comunale;

La delibera prosegue dando atto del soggetto che assume la pre-


sidenza del collegio consiliare e , nello specifico, si tratta del
Sindaco nei Comuni con meno di 15.000 abitanti e del Presiden-
te del Consiglio nei comuni con popolazione superiore.

Assume la presidenza il Sindaco Dr…………………., e partecipa con


funzioni consultive, referenti, di assistenza e verbalizzazione, ai sensi
dell’art. 97, comma 4, D.Lgs 267/2000 il Segretario Comunale, Dr.

81
………………….. che procede all’appello nominale dei Consiglieri;

All’appello risultano:
1 - ……………………………….
2 - ……………………………….
3 - …………………………….....
4 - ………………………………..
5 - ………………………………..
6 - ……………………………….
Totale presenti n. ………..
Totale assenti n. ………..

Tramite l’appello nominale viene accertato il numero legale de-


gli intervenuti e constatato l’esistenza del quorum strutturale del
collegio. Solo successivamente a detta operazione il Presidente
dichiara aperta la seduta e designa gli scrutatori, a cui è rimesso
il compito di vegliare sulla regolarità della votazione.

Riconosciuto legale il numero degli intervenuti, il Sindaco - Presidente


- Sig. ………………..- dichiara aperta la seduta e designa scrutatori
i Sigg. :
1) ………………….......... 2) ……………………….
3) …………………………

Si apre a questo punto la discussione sull’argomento indicato


nell’ordine del giorno e allegato all’avviso di convocazione.

82
Segue, solo a questo punto, l’atto deliberativo in senso stretto,
espressione della volontà del Consiglio Comunale.
Nell’intestazione , pertanto, troveremo indicato l’organo com-
petente ad adottare l’atto.

IL CONSIGLIO COMUNALE

Conclusa l’intestazione, si passa al preambolo, in cui saranno


riportate le ragioni giuridiche, tecniche con i relativi riferimenti
legislativi, statutari o regolamentari necessari al fine di legitti-
mare l’atto.
Prima della discussione vengono riportati gli esiti dei pareri di re-
golarità tecnica (art. 49 del t.u.e.l.) nonché di regolarità contabile,
qualora la decisione assunta importa un impegno di spesa.
In caso di non conformità ai pareri tecnici resi ai sensi dell’art.
49 del D.lgs. n. 267/2000 deve essere data adeguata motivazione
nel corpo dell’atto dall’organo deliberante , sia esso Consiglio o
Giunta.

PREMESSO CHE sulla presente deliberazione, ha espresso parere fa-


vorevole:
il responsabile del servizio interessato, in ordine alla sola regolarità tec-
nica (art.49, c.1 del T.U. n.267/2000 e successive modificazioni);
il responsabile di ragioneria, in ordine alla regolarità contabile (art.49,
c.1 del T.U. n.267/2000 e successive modificazioni);
RICHIAMATA la deliberazione del Consiglio Comunale n° ….. del
……, esecutiva, avente per oggetto “Approvazione del bilancio di pre-

83
visione per l’esercizio finanziario 20….., della relazione previsionale e
programmatica e del bilancio pluriennale …..-…...”;

CONSIDERATO CHE l’art. 14 del decreto legge 6 dicembre 2011, n.


201, convertito con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214,
istituisce, con decorrenza 1° gennaio 2013, in tutti i comuni del terri-
torio nazionale, il tributo comunale sui rifiuti e sui servizi, a copertura
dei costi relativi al servizio di gestione dei rifiuti urbani e dei rifiuti as-
similati avviati allo smaltimento e dei costi relativi ai servizi indivisibili
dei comuni;

CONSIDERATO CHE il comma 45 del predetto articolo conferma


la potestà regolamentare in materia di entrate degli enti locali di cui
all’art. 52 del citato decreto legislativo n. 446 del 1997 anche per il tri-
buto di cui al presente provvedimento;

ATTESO CHE il sopraccitato articolo 52 così testualmente dispone:


“Art. 52 - Potestà regolamentare generale delle province e dei comuni.
1. Le province ed i comuni possono disciplinare con regolamento le
proprie entrate, anche tributarie, salvo per quanto attiene alla indivi-
duazione e definizione delle fattispecie imponibili, dei soggetti passivi
e della aliquota massima dei singoli tributi, nel rispetto delle esigenze
di semplificazione degli adempimenti dei contribuenti. Per quanto non
regolamentato si applicano le disposizioni di legge vigenti.
2. (Comma così modificato dall’art. 1 del D.lgs. 30 dicembre 1999, n.
506) I regolamenti sono approvati con deliberazione del comune e della
provincia non oltre il termine di approvazione del bilancio di previsione

84
e non hanno effetto prima del 1° gennaio dell’anno successivo. I regola-
menti sulle entrate tributarie sono comunicati, unitamente alla relativa
delibera comunale o provinciale al Ministero delle finanze, entro trenta
giorni dalla data in cui sono divenuti esecutivi e sono resi pubblici me-
diante avviso nella Gazzetta Ufficiale. Con decreto dei Ministeri delle
finanze e della giustizia è definito il modello al quale i comuni devono
attenersi per la trasmissione, anche in via telematica, dei dati occorrenti
alla pubblicazione, per estratto, nella Gazzetta Ufficiale dei regolamenti
sulle entrate tributarie, nonché di ogni altra deliberazione concernente le
variazioni delle aliquote e delle tariffe di tributi.
3. … ommiss…
4. (Comma così modificato dall’art. 1 del D.lgs. 30 dicembre 1999, n.
506) Il Ministero delle finanze può impugnare i regolamenti sulle entra-
te tributarie per vizi di legittimità avanti gli organi di giustizia ammi-
nistrativa.
5. … ommiss
6. (Comma abrogato dall’art. 1, comma 224.b, della legge 24 dicembre
2007, n. 244).
7. (Comma abrogato dall’art. 10, comma 5.a, della legge 28 dicembre
2001, n. 448.
Considerato che l’articolo 14 del decreto legge n. 201 del 6 dicembre
2011, sopra richiamato, prevede una serie di riduzioni ed agevolazioni
ed ulteriori spazi per la potestà regolamentare comunale”;

VISTO il comma 12 del sopracitato articolo 14 del d.L. 201/2011 il


quale disponeva l’attuazione di un regolamento da emanarsi entro il
31.10.2012 ai sensi dell’art. 17, comma 1 della legge 23.08.1988, n. 400

85
su proposta del Ministro dell’economia e delle Finanze e del Ministro
dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, sentita la conferen-
za Stato-città ed autonomie locali;

VISTO , altresì, l’art. 13, comma 15, del decreto legge 6 dicembre 2011,
n. 201 che testualmente dispone:
“15. A decorrere dall’anno d’imposta 2012, tutte le deliberazioni regola-
mentari e tariffarie relative alle entrate tributarie degli enti locali devono
essere inviate al Ministero dell’economia e delle finanze, Dipartimento
delle finanze, entro il termine di cui all’articolo 52, comma 2, del de-
creto legislativo n. 446 del 1997, e comunque entro trenta giorni dalla
data di scadenza del termine previsto per l’approvazione del bilancio
di previsione. Il mancato invio delle predette deliberazioni nei termi-
ni previsti dal primo periodo è sanzionato, previa diffida da parte del
Ministero dell’interno, con il blocco, sino all’adempimento dell’obbligo
dell’invio, delle risorse a qualsiasi titolo dovute agli enti inadempienti.
Con decreto del Ministero dell’economia e delle finanze, di concerto con
il Ministero dell’interno, di natura non regolamentare sono stabilite le
modalità di attuazione, anche graduale, delle disposizioni di cui ai pri-
mi due periodi del presente comma. Il Ministero dell’economia e delle
finanze pubblica, sul proprio sito informatico, le deliberazioni inviate
dai comuni. Tale pubblicazione sostituisce l’avviso in Gazzetta Ufficiale
previsto dall’articolo 52, comma 2, terzo periodo, del decreto legislativo
n. 446 del 1997.”;

VISTO il comma 46, primo periodo, dell’art. 14 del decreto legge 6


dicembre 2011, n. 201 che dispone, con decorrenza 1° gennaio 2013, la

86
soppressione di tutti i vigenti prelievi relativi alla gestione dei rifiuti ur-
bani, sia di natura patrimoniale sia di natura tributaria, compresa l’ad-
dizionale per l’integrazione dei bilanci degli enti comunali di assistenza;

VISTO lo schema di regolamento per l’applicazione del tributo comu-


nale sui rifiuti e sui servizi composto da n.48 articoli ed allegato A e B,
e ritenutolo meritevole di approvazione;

ATTESO che l’approvazione dei regolamenti rientra nella competenze


del Consiglio Comunale ai sensi dell’art. 42 del D.Lgs.18 agosto 2000,
n. 267;

VISTO l’articolo 1, commi da 161 a 170, della legge 27 dicembre 2006,


n. 296;
VISTO il “Regolamento comunale per la disciplina generale delle en-
trate” di cui all’art. 52 del D.Lgs.15 dicembre 1997, n. 446, approvato
con deliberazione consiliare n. 51, in data 27.11.1998 e successive inte-
grazioni e modificazioni;

VISTA la legge 7 agosto 1990, n. 241, recante: “Nuove norme in mate-


ria di procedimento amministrativo e di diritto di accesso ai documenti
amministrativi” e successive modificazioni;

VISTO il D.lgs. 18 agosto 2000, n. 267, recante: «Testo unico delle leggi
sull’ordinamento degli enti locali», e successive modificazioni;

87
Può accadere che prima della votazione si apra una discussione
sull’oggetto da deliberare, pertanto, sarà necessario darne atto.

DATO ATTO CHE nessun Consigliere ha chiesto la parola;

Conclusa la discussione si procederà alla votazione per l’adozio-


ne del regolamento comunale secondo le forme espresse dallo
Statuto, dando atto dei voti favorevoli, contrari e degli astenuti,
nel rispetto del quorum funzionale richiesto dalla norma.

Con votazione palese espressa nei modi di legge


Presenti n. … Votanti n. …. Voti Favorevoli n. …… Contrari n. …..
Astenuti n. …..

Preso atto dell’esito favorevole della votazione, si passa a redi-


gere il dispositivo dell’atto che indicherà la volontà dell’organo
deliberante. Nel caso di specie, si tratta dell’approvazione di un
regolamento avente ad oggetto un tributo comunale sui rifiuti.

DELIBERA
1) di approvare il «Regolamento comunale per l’applicazione del tributo
comunale sui rifiuti e sui servizi», composto da n. 48 articoli con allegati
A e B all’interno, ed allegato al presente provvedimento quale parte in-
tegrante e sostanziale, ai sensi del combinato disposto delle norme citate
in premessa;
2) di dare atto che, con decorrenza ……….., sono soppressi tutti i vigen-
ti prelievi relativi alla gestione dei rifiuti urbani, sia di natura patrimo-

88
niale sia di natura tributaria, compresa l’addizionale per l’integrazione
dei bilanci degli enti comunali;
3) dare atto che le tariffe in sede di prima applicazione, adeguate alla
nuova normativa ed alle spese da sostenere nel ……., verranno appro-
vate in sede di approvazione del bilancio di previsione ……

Vengono, per ragioni di praticità, riportati gli adempimenti


successivi alla pubblicazione dell’atto consiliare. Si trattano di
adempimenti necessari all’efficacia del provvedimento ammini-
strativo.

4) copia della presente deliberazione sarà inviata al Ministero dell’eco-


nomia e delle finanze, Dipartimento delle finanze, entro il termine di
cui all’articolo 52, comma 2, del decreto legislativo n. 446 del 1997, e
comunque entro trenta giorni dalla data di scadenza del termine previ-
sto per l’approvazione del bilancio di previsione.
Letto Approvato e sottoscritto:

IL PRESIDENTE IL SEGRETARIO COMUNALE


_________________ _____________________

Sono riportati , in seguito gli adempimenti successivi. La for-


mula di referto di competenza del Segretario Comunale, sarà la
seguente:

n. ………………. Registro Pubblicazioni

89
REFERTO DI PUBBLICAZIONE
Il sottoscritto responsabile del servizio pubblicazioni aventi effetto di
pubblicità legale attesta che la presente deliberazione viene pubblicata
a partire dal ………. al …………….. all’albo pretorio per 15 giorni
consecutivi ai sensi dell’art.124, comma 1° del T.U. 267/2000 e nel
sito web istituzionale di questo Comune accessibile al pubblico ai sensi
dell’art.32, comma 1° della legge 18 giugno 2009, n. 69.

Lì,…………………..
IL SEGRETARIO COMUNALE
_______________________

Mentre la formula di esecutività sarà invece:

CERTIFICATO DI ESECUTIVITA’
Si certifica che questa deliberazione, ai sensi dell’art. 3, comma 18 e 54,
Legge 244/2007 e dell’art. 32, comma 1 della Legge 18 giugno 2009
n. 69, è stata pubblicata sul sito WEB il giorno 19.02.2013 e rimarrà
pubblicata per 15 giorni consecutivi.

Addì, ……………………………

IL SEGRETARIO COMUNALE
________________________

90
1.2 Approvazione di modifiche allo Statuto comunale
L’iter di approvazione dello statuto e delle sue modifiche richie-
de che in sede di prima votazione la delibera sia approvata con
il voto favorevole dei due terzi dei consiglieri assegnati ivi com-
preso il sindaco, in quanto componente del consiglio comunale
ai sensi dell’art. 37 del T.U.O.E.L. n. 267/2000.
Nell’ipotesi di mancato raggiungimento del predetto quorum
deliberativo, si apre un’ulteriore fase procedimentale. Essa , per-
tanto, del tutto eventuale richiede per l’approvazione dello Sta-
tuto “per due volte il voto favorevole dalla maggioranza assoluta dei
consiglieri assegnati”.
Le due votazioni per le quali la legge richiede la maggioranza
assoluta devono tenersi entro trenta giorni.
Il termine prescritto dalla norma , tuttavia, non è considerato
perentorio con conseguenza che le votazioni possono anche
non essere consecutive.
Il procedimento aggravato per l’approvazione delle norme sta-
tutarie, così descritto, attesta la natura di atto normativo “fon-
damentale” comportando, pertanto, che su di esso converga il
più elevato numero di consensi attraverso un’ampia discussione
e comparazione d’interessi da parte della maggioranza e dell’op-
posizione consiliare.
Quanto esposto è valido anche per le modifiche delle norme
statutarie.

91
Testo
COMUNE DI …..
PROVINCIA DI …..
N. …………. REG. delle delibere del Consiglio Comunale
seduta del …/…/…

Oggetto: Modifiche e integrazioni allo Statuto approvato dal


Consiglio Comunale di ….. con D.C.C. n. ….. - Modificato e
integrato con DD.CC.CC. n. …… e
n. …….

IL CONSIGLIO COMUNALE

PREMESSO CHE:

--In ottemperanza a quanto previsto dall’art. 6 del Testo unico


sull’ordinamento degli enti locali, approvato con D.lgs. n. 267
del 8 agosto 2000, il Comune di…………. , con deliberazione
di Consiglio comunale n. …… del ….. ha adottato il proprio
Statuto comunale;
--Lo statuto è stato oggetto di modifica e/o integrazione con le
seguenti delibere di Consiglio comunale n. …… del….. , in
adeguamento a intervenute modifiche legislative;

CONSIDERATO CHE l’art. 1 della legge n. 215 del 23 novem-


bre del 2012 recante le “Disposizioni per promuovere il riequilibrio
delle rappresentanze di genere nei consigli e nelle giunte degli enti

92
locali e nei consigli regionali” pubblicato in Gazzetta Ufficiale n.
288b del’11 dicembre 2012 ed in vigore dal 26 dicembre 2012, ha
novellato l’art. 6, comma 3, del t.u.e.l. prevedendo che lo statuto
debba garantire la presenza di entrambi i sessi nella giunta e negli
organi collegiali non elettivi del comune e della provincia, nonché
degli enti, aziende ed istituzioni da essi dipendenti;

RAVVISATA, inoltre, l’opportunità di apportare modifiche e


integrazioni allo Statuto comunale per l’adeguamento della nor-
mativa, intervenuta dopo l’ultima approvazione;
DATO ATTO CHE la Commissione consiliare permanente,
nella seduta tenutasi in data …/…/…., ha parere positivo alle
modifiche dello Statuto comunale proposte come evidenziato
nell’allegato al presente provvedimento;

VERIFICATA la rispondenza delle stesse alle vigenti disposizio-


ni di legge in materia;

UDITA la relazione del Presidente che illustra le modifiche da


apportare;
UDITI gli interventi dei Consiglieri, integralmente riportati nel
resoconto in stenotipia allegato,

DATO ATTO CHE ai sensi dell’art. 6 , coma 4 , del t.u.e.l. “gli


statuti sono deliberati dai rispettivi consigli con il voto favorevole dei due
terzi dei consiglieri assegnati”.
Qualora tale maggioranza non venga raggiunta, la votazione

93
dovrà essere ripetuta in successive due sedute da tenersi entro
trenta giorni ottenendo il voto favorevole della maggioranza as-
soluta dei componenti. Le disposizioni, appena esposte, si appli-
cano anche alle modifiche statutarie.

RICHIAMATA la legge n. 215 del 23 novembre del 2012;

PRESO ATTO dei pareri di cui all’art. 49 del t.u.e.l. come risul-
tano dall’allegato A) alla presente deliberazione;

RITENUTO opportuno specificare che a norma dell’art. 6,


comma 5, del t.u.e.l. le modifiche e integrazioni approvate allo
Statuto comunale entreranno in vigore a decorrere del trentesi-
mo giorno dalla loro affissione all’albo;

TUTTO ciò premesso;

con il n. …. voti favorevoli, n. ….voti astenuti, n. …..voti con-


trari, espressi in forma palese dal n. ….. consiglieri presenti e
votanti;
DELIBERA

--Di approvare le modifiche ed integrazioni allo Statuto comu-


nale evidenziati nel testo allegato n.1 al presente atto per far-
ne parte integrale e sostanziale;
--Di dare atto che il testo in allegato, coordinato con lo Statuto
comunale, viene conservato presso l’ufficio della Segreteria

94
generale;
--Di dare atto che, a seguito dell’approvazione della modifica
ed integrazione, si procederà alla pubblicazione dello Statuto
sul BOLLETTINO Ufficiale della Regione , affisso all’albo
online nella sezione Amministrazione Trasparente del sito
Comunale e inviato al Ministro dell’Interno per essere inseri-
to nella raccolta ufficiali degli statuti;
--Di dare atto che la modifica ed integrazione entrerà in vigore
decorsi trenta giorni dall’affissione all’Albo pretorio;

Allegato n.1
(omissis)
Art. …… (omissis)

Altri allegati omissis


VISTO, si esprime voto favorevole in ordine alla regolarità tec-
nica della presente proposta di deliberazione.
Lì, …./…./…..
IL RESPONSABILE DEL SERVIZIO
…………………………………………………………

1.3 Esame ed approvazione del regolamento sull’ordina-


mento degli uffici e dei servizi.

COMUNE DI …………..
PROVINCIA DI …………………..

95
DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA COMUNALE

N. …… Reg. Del. …………

OGGETTO: REGOLAMENTO UFFICI E SERVIZI ANNO


20……. .

L’anno duemila……………… addì …………. del mese di


………………… nella sala delle adunanze. Previa l’osservanza
di tutte le formalità prescritte dalla vigente legge, sono stati oggi
convocati a seduta i componenti la Giunta Municipale.
All’inizio della trattazione dell’argomento di cui all’oggetto ri-
sultano presenti i componenti di questo organo sotto indicati:
1 - ……………………………….
2 - ……………………………….
3 - …………………………….....
4 - ………………………………..
5 - ………………………………..
6 - ……………………………….
Totale presenti n. ………..
Totale assenti n. ………..
Partecipa all’adunanza il Segretario Comunale Dr.
…………………..il quale provvede alla redazione del presen-
te verbale. Essendo legale il numero degli intervenuti, il Sig.
…………………………………………. Sindaco, assume la Pre-
sidenza e dichiara aperta la seduta per la trattazione dell’oggetto
sopra indicato.

96
Il Sindaco espone,
--PREMESSO CHE sulla presente proposta di delibera hanno
espresso parere favorevole:
1. Il Responsabile del servizio interessato in conformità a quan-
to previsto dall’art. 49, comma 1, del D.lgs. n. 267 del 2000;
2. Il Responsabile di Ragioneria per quanto concerne la com-
patibilità finanziaria e regolarità contabile della proposta di
delibera ex art. 49, comma 1 del D.lgs. 267/2000;
3. Il Segretario Comunale per quanto concerne la regolarità
tecnica come previsto dagli artt. 49 ,comma 2, e 97 , comma
4, del D.lgs. n. 267/2000;

--VISTO, in conformità a quanto previsto dall’art. 7 del D.lgs.


n. 267/2000 gli Enti locali, nel rispetto dei principi fissati dal-
la legge e dallo Statuto, adottano regolamenti nelle materie
di loro competenza e , in particolare, per l’organizzazione e
il funzionamento delle istituzioni, degli organismi di parte-
cipazione e per il funzionamento degli organi e degli uffici
nonché per l’esercizio delle funzioni;
--CONSIDERANDO CHE l’art. 48, ultimo comma, del D.Lgs
267/2000 prevede che la Giunta Comunale sia competente
ad approvare il regolamento degli uffici e dei servizi, nel ri-
spetto dei criteri generali stabiliti dal Consiglio;
--VISTO CHE, in applicazione dell’art.89 , comma 1, gli Enti
locali disciplinano con proprio regolamento l’ ordinamento
degli uffici e dei servizi, in forza a criteri di autonomia, fun-
zionalità ed economicità gestionale, e secondo i principi di

97
professionalità ed economicità;
--VISTO l’art. 89, comma 3 , del D.lgs. n. 267/200 secondo
cui il regolamento sull’ordinamento degli uffici e dei servizi,
nella definizione delle procedure di assunzioni, deve far ri-
ferimento ai principi delineati negli artt. 35- 36 del D.lgs. n.
165/2001 e successive modifiche e integrazioni;
--CONSIDERANDO CHE l’art. 107 del D.Lgs 267/2000
prevede che spetta ai dirigenti la direzione degli uffici e dei
servizi secondo i criteri e le norme dettati dagli statuti e dai
regolamenti.
--CONSIDERANDO CHE nei Comuni privi di dirigenti le
funzioni vengono attribuite dal Sindaco mediante decreto
sindacale mediante il quale il funzionario diviene posizione
organizzativa a capo di una unità produttiva ed organizzativa
con autonomo potere di spesa nei limiti degli stanziamenti
previsti dal bilancio di previsione e dal Piano Esecutivo di
gestione;
-- CONSIDERANDO CHE spettano alle posizioni organizza-
tive tutti i compiti, compresa l’adozione degli atti e provvedi-
menti amministrativi che impegnano l’amministrazione verso
l’esterno, non ricompresi espressamente dalla legge o dallo
statuto tra le funzioni di indirizzo e controllo politico-ammi-
nistrativo degli organi di governo dell’ente;
--CONSIDERANDO CHE spettano alle posizioni organizzati-
ve tutti i compiti di attuazione degli obiettivi e dei programmi
definiti con gli atti di indirizzo adottati dai medesimi organi,
tra i quali in particolare, secondo le modalità stabilite dallo

98
statuto o dai regolamenti dell’ente:
1. la presidenza delle commissioni di gara e di concorso;
2. la responsabilità delle procedure d’appalto e di concorso;
3. la stipulazione dei contratti;
4. gli atti di gestione finanziaria, ivi compresa l’assunzione di
impegni di spesa;
5. gli atti di amministrazione e gestione del personale;
6. i provvedimenti di autorizzazione, concessione o analoghi,
il cui rilascio presupponga accertamenti e valutazioni, anche
di natura discrezionale, nel rispetto di criteri predeterminati
dalla legge, dai regolamenti, da atti generali di indirizzo, ivi
comprese le autorizzazioni e le concessioni edilizie;
7. tutti i provvedimenti di sospensione dei lavori, abbattimen-
to e riduzione in pristino di competenza comunale, nonché
i poteri di vigilanza edilizia e di irrogazione delle sanzioni
amministrative previsti dalla vigente legislazione statale e
regionale in materia di prevenzione e repressione dell’abu-
sivismo edilizio e paesaggistico-ambientale, le attestazioni,
certificazioni, comunicazioni, diffide, verbali, autenticazioni,
legalizzazioni ed ogni altro atto costituente manifestazione
di giudizio e di conoscenza;
8. gli atti ad essi attribuiti dallo statuto e dai regolamenti o, in
base a questi, delegati dal sindaco;
9. nonché la gestione del personale con i poteri e gli strumenti
del datore di lavoro.
--CONSIDERATO CHE L’ART. 2 DEL D.Lgs 81/2008 pre-
vede che il datore di lavoro sia il soggetto titolare del rappor-

99
to di lavoro con il lavoratore o, comunque, il soggetto che,
secondo il tipo e l’assetto dell’organizzazione nel cui ambi-
to il lavoratore presta la propria attività, ha la responsabilità
dell’organizzazione stessa o dell’unità produttiva in quanto
esercita i poteri decisionali e di spesa;
--CONSIDERATO CHE sempre L’ART. 2 DEL D.Lgs 81/2008
prevede che nelle pubbliche amministrazioni di cui all’articolo
1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, per
datore di lavoro si intende il dirigente al quale spettano i poteri
di gestione, ovvero il funzionario non avente qualifica dirigen-
ziale, nei soli casi in cui quest’ultimo sia preposto ad un ufficio
avente autonomia gestionale, individuato dall’organo di vertice
delle singole amministrazioni tenendo conto dell’ubicazione e
dell’ambito funzionale degli uffici nei quali viene svolta l’attività,
e dotato di autonomi poteri decisionali e di spesa;
--E presa visione dell’elenco dei servizi che questo Ente inten-
de assicurare nel rispetto della normativa vigente;
--VISTA la delibera consiliare n. …….. del ………………… ,
esecutiva, avente ad oggetto “Indirizzi generali per l’adozione del
regolamento sull’ordinamento degli uffici e dei servizi” e allegato al
presente atto costituito da numero ……. articoli, e ritenuto
lo stesso pienamente conforme alle esigenze di questa ammi-
nistrazione;
--RITENUTO lo schema di regolamento meritevole di appro-
vazione , in quanto conforme alle esigenze dell’Ente;
--TUTTO CIO’ CONSIDERATO

100
PROPONE

1. La premessa costituisce parte integrante e sostanziale del


presente atto;
2. Di approvare il regolamento sull’ordinamento degli uffici e
dei servizi composto di n. ….. articoli che è parte e integran-
te del presente atto;

LA GIUNTA COMUNALE

VISTA ed ESAMINATA la proposta di deliberazione sopra ri-


portata;
Con voti favorevoli ……………… espressi nelle forme e nei
modi di legge,

DELIBERA
1. Di approvare il REGOLAMENTO DEGLI UFFICI E DEI
SERVIZI allegato al presente atto costituito da numero ven-
tinove articoli;
2. Di allegare al regolamento l’attuale dotazione organica del
comune suddivisa per area;
3. Di inviare via posta elettronica copia del regolamento a cia-
scuna posizione organizzativa;
4. Di dare atto che con l’entrata in vigore del presente rego-
lamento ogni altra disposizione regolamentare in contrasto
con il presente regolamento è abrogata;
5. Di dichiarare il provvedimento immediatamente eseguibile,

101
con separata ed unanime votazione.
6. Di pubblicare tempestivamente il testo del regolamento nella
sezione dedicata di “AMMINISTRAZIONE TRASPAREN-
TE”
Del che si è redatto il presente verbale come segue.

Addì,…………………………….

IL SINDACO IL Segretario COMUNALE


____________ ____________________

REFERTO DI PUBBLICAZIONE
n. ………………. Registro Pubblicazioni
Il sottoscritto responsabile del servizio pubblicazioni aventi ef-
fetto di pubblicità legale attesta che la presente deliberazione
viene pubblicata a partire dal ………. al …………….. all’albo
pretorio per 15 giorni consecutivi ai sensi dell’art.124, comma
1° del T.U. 267/2000 e nel sito web istituzionale di questo Co-
mune accessibile al pubblico ai sensi dell’art.32, comma 1° della
legge 18 giugno 2009, n. 69.

Lì,…………………..
IL SEGRETARIO COMUNALE
_______________________

102
CERTIFICATO DI ESECUTIVITA’
Si certifica che questa deliberazione, ai sensi dell’art. 3, comma
18 e 54, Legge 244/2007 e dell’art. 32, comma 1 della Legge
18 giugno 2009 n. 69, è stata pubblicata sul sito WEB il giorno
19.02.2013 e rimarrà pubblicata per 15 giorni consecutivi.
Addì, ……………………………

IL SEGRETARIO COMUNALE
____________________

1.4 Esame e approvazione del regolamento comunale per


servizio di economato

COMUNE DI ………
PROVINCIA DI …………
D E L I B E R A DEL CONSIGLIO COMUNALE

Reg. n. …………
Data………….

OGGETTO: Approvazione Regolamento del servizio economa-


to.
L’anno duemila………….. addì ……. del mese di …… alle ore
………………………….. nella sala delle adunanze consiliari,
convocato dal Sindaco con avvisi scritti recapitati a norma di
legge, si è riunito, in sessione Straordinaria e urgente ed in sedu-
ta pubblica di prima convocazione, il Consiglio Comunale, nelle

103
persone dei Signori:
Cognome e Nome Presente
1. ……………………………………………….. - Sindaco
2. …………………………………………..…….
3. ………………………………………………….
4. ………………………….………………………
5. ……………………………..………………….
Totale Presenti n. ………..
Totale Assenti n. ………..

Partecipa l’adunanza il Segretario Comunale Signor


Dr………………, il quale provvede alla redazione del presen-
te verbale. Essendo legale il numero degli intervenuti il Signor
……………….. nella sua qualità di Sindaco assume la presiden-
za e dichiara aperta la seduta.

IL CONSIGLIO COMUNALE

IL SINDACO, in via preliminare, illustra la proposta n. …………


del ……………….. avente ad oggetto : “ Approvazione regola-
mento del servizio economato” che qui si riporta integralmente;
RICORDATO che il Titolo II del citato decreto Legislativo n.
267/2000 è stato modificato ad opera del d. lgs 10
agosto 2014, al fine di renderlo coerente con l’armonizzazione
dei sistemi e degli schemi contabili disciplinata dal d. lgs 26
giugno 2011, n. 118;
RICHIAMATO l’articolo 153, comma 7, del D. Lgs 18 agosto

104
2000, n. 267, il quale demanda al regolamento di
contabilità l’istituzione di un servizio economato per la gestione
di cassa delle spese di ufficio di non rilevante
ammontare;
VISTO il D.P.R. 4 settembre 2002, n. 254, concernente le ge-
stioni dei consegnatari e dei cassieri delle amministrazioni dello
Stato;
VISTO altresì l’articolo 3 della legge 13 agosto 2010, n. 136 (
Piano straordinario contro le mafie, nonché delega al Gover-
no in materia di normativa antimafia) ad oggetto: “Tracciabilità
dei flussi finanziari” con il quale sono state introdotte nuove
disposizioni in materia di pagamenti da parte delle pubbliche
amministrazioni a favore degli appaltatori nell’ambito dei con-
tratti pubblici per l’acquisizione dei beni, servizi e forniture che
prevedono:
a. l’obbligo di effettuare pagamenti esclusivamente su conti
correnti dedicati alle commesse pubbliche con strumenti
tracciabili (bonifico bancario o postale, ecc.) e di riportare
sugli stessi il numero di GIC e di CUP;
b. l’obbligo di inserire in tutti i contratti pubblici per l’ac-
quisizione dei beni, servizi e forniture, a pena di nullità
assoluta, una clausola con la quale l’appaltatore si assume
gli obblighi connessi alla tracciabilità dei flussi finanziari
di cui all’articolo 3 della L. n. 136/2010;

RICHIAMATE in proposito le determinazioni dell’Autorità di


vigilanza sui contratti pubblici n. 8 del 18 novembre 2010 e n.

105
10 del 22 dicembre 2010, contenenti le linee guida per l’appli-
cazione della normativa sulla tracciabilità dei flussi finanziari,
con le quali è stato precisato che l’utilizzo del fondo economale
da parte delle pubbliche amministrazioni esula dall’ambito di
applicazione delle disposizioni sulla tracciabilità;

PRESO ATTO che, ai fini di una corretta applicazione della


normativa in oggetto, risulta necessario che il regolamento per
il servizio economato, sulla base delle precise indicazioni conte-
nute nella determinazione n. ……………….contenga “ un’elen-
cazione esemplificativa degli acquisti di beni e servizi che rientrano nelle
spese minute e di non rilevante entità, necessarie per sopperire con im-
mediatezza ed urgenza ad esigenze funzionali dell’ente ( con compatibili
con gli indugi della contrattazione e l’emanazione di un provvedimento
di approvazione), entro un limite di importo fissato, anch’esso, nel me-
desimo regolamento; la gestione di tali spese, superando il rigido forma-
lismo delle procedure codificate, avviene secondo modalità semplificate
sia per quanto riguarda il pagamento ( per pronta cassa), contestuale
all’acquisto indifferibile del bene o servizio, sia per quanto concerne la
documentazione giustificativa della spesa. Le spese ammissibili devono
essere, quindi, tipizzate dall’amministrazione mediante l’introduzione
di un elenco dettagliato all’interno di un proprio regolamento di con-
tabilità ed amministrazione. Ovviamente, non deve trattarsi di spese
effettuate a fronte di contratti d’appalto secondo quanto già specificato;
infine, si puntualizza che la corretta qualificazione della singola opera-
zione, da effettuarsi a seconda delle specificità del caso concreto ed alla
luce degli ordinari criteri interpretativi, rientra nella responsabilità della

106
stazione appaltante procedente”;
TENUTO CONTO che, coerentemente con le indicazioni for-
nite dall’AVCP sopra citate, l’economo comunale, nella gestio-
ne delle spese d’ufficio di non rilevante ammontare, agisce in
piena autonomia e sotto la propria responsabilità, applicando
le disposizioni del codice civile e ponendo in essere contratti di
diritto privato, per i quali non trovano applicazione le specifiche
disposizioni contenute nel D.Lgs. n. 50/2016;

RITENUTO pertanto necessario procedere all’approvazione del


nuovo regolamento per il servizio economato, al fine di ade-
guarne le disposizioni:
a. all’ordinamento amministrativo e contabile degli enti loca-
li contenuto nel decreto legislativo 18 agosto 2000, n.267;
b. alle mutate esigenze organizzative e gestionali dell’ente;
c. al nuovo quadro normativo che presiede l’acquisizione di
beni e servizi e la gestione delle spese di non rilevante
ammontare;

RITENUTO opportuno, nell’ambito della propria autonomia or-


ganizzativa, affidare al servizio di economato le seguenti funzioni:
1. gli approvvigionamenti di beni e servizi necessari per il fun-
zionamento degli uffici comunali;
2. il servizio di cassa economale per la riscossione di entrate,
il pagamento delle spese di modesta entità, la distribuzione di
carta da bollo e marche da bollo, la custodia dei valori;
3. la tenuta e la conservazione degli inventari dei beni mobili;

107
VISTO il Decreto del Ministro dell’Economia e Finanze del 23
gennaio 2015;
VISTO lo schema di regolamento, costituito da n. 16 articoli,
predisposto dal competente ufficio comunale che è parte inte-
grante e sostanziale della presente proposta di deliberazione;
RITENUTO di provvedere in merito;
VISTO il D.lgs. 18/08/2000, n. 267;
VISTO il D.lgs. 23/06/2011, n. 118;
VISTO il D.lgs. 12/04/2006, n. 163;
VISTO lo Statuto Comunale;
VISTO il Regolamento comunale di contabilità;
VISTO il parere favorevole rilasciato dall’organo di revisione
economico-finanziaria ai sensi dell’articolo 239,comma 1, del
D.Lgs. n. 267/2000, allegato al presente atto;

PRESO ATTO che, sulla proposta di deliberazione, ai sensi de-


gli art. 49 comma 1 e 147 bis, comma 1, del D. Lgs. 18.08.2000,
n.267, sono stati acquisiti i pareri favorevoli espressi dal respon-
sabile del Servizio finanziario, in ordine alla regolarità tecnica,
attestante la regolarità e correttezza dell’azione amministrativa,
nonché in ordine alla regolarità contabile, in quanto l’atto com-
porta riflessi diretti o indiretti sulla situazione economico finan-
ziaria o sul patrimonio dell’ente;
Con il n. …. voti favorevoli, n. ….voti astenuti, n. …..voti con-
trari, espressi in forma palese dal n. ….. consiglieri presenti e
votanti;

108
DELIBERA

DI APPROVARE l’allegato “Regolamento Comunale per il ser-


vizio di economato”, costituito da n. 16 articoli, istituito ai sensi
dell’art. 153, comma 7, del D.Lgs. n. 267/2000 ;

DI TRASMETTERE il presente provvedimento al responsabile


del servizio finanziario per quanto di competenza;

Di dichiarare il provvedimento immediatamente eseguibile, con


separata ed unanime votazione.

Di pubblicare tempestivamente il testo del regolamento nella se-


zione dedicata di “AMMINISTRAZIONE TRASPARENTE”

Del che si è redatto il presente verbale come segue.

Addì,…………………………….

IL SINDACO IL Segretario COMUNALE


…………………… …………………………………………

REFERTO DI PUBBLICAZIONE

n. ………………. Registro Pubblicazioni

109
Il sottoscritto responsabile del servizio pubblicazioni aventi ef-
fetto di pubblicità legale attesta che la presente deliberazione
viene pubblicata a partire dal ………. al …………….. all’albo
pretorio per 15 giorni consecutivi ai sensi dell’art.124, comma
1° del T.U. 267/2000 e nel sito web istituzionale di questo Co-
mune accessibile al pubblico ai sensi dell’art.32, comma 1° della
legge 18 giugno 2009, n. 69.

Lì,…………………..

IL SEGRETARIO COMUNALE
_______________________

CERTIFICATO DI ESECUTIVITA’
Si certifica che questa deliberazione, ai sensi dell’art. 3, comma
18 e 54, Legge 244/2007 e dell’art. 32, comma 1 della Legge
18 giugno 2009 n. 69, è stata pubblicata sul sito WEB il giorno
19.02.2013 e rimarrà pubblicata per 15 giorni consecutivi.

Addì, ……………………………

IL SEGRETARIO COMUNALE
____________________

110
1.5 Esame e approvazione del regolamento comunale di
polizia mortuaria

COMUNE DI…………..
PROVINCIA DI……………..
VERBALE DI DELIBERAZIONE DEL CONSIGLIO
COMUNALE

N. …………. REG. delle delibere del Consiglio Comunale


Data………..

Oggetto: Approvazione Regolamento comunale di polizia e ci-


miteriali.

 L’anno …………., il giorno……………, del mese di …………..


, alle ore …………… nei locali delle adunanze consiliari della
sede comunale in Via/Corso ……………, a seguito di convoca-
zione del Presidente del Consiglio Comunale, avvenuta ai sensi
dell’art. 38 del D.lgs. 18 Agosto 2000, n. 267, dell’art. 33 dello
Statuto e del Regolamento per la convocazione e il funziona-
mento dell’Organo Consiliare, con nota del …………….. prot.
N ………………., in sessione  straordinaria pubblica di convo-
cazione si è riunito il Consiglio Comunale.
Presiede la seduta il Presidente del Consiglio Comunale sig.
……………
 Dei Consiglieri Comunali sono presenti:

111
CONSIGLIERI PRES. CONSIGLIERI PRES.

  Si/No Si/No

Si/No Si/No

Si/No Si/No

  Si/No Si/No

  Si/No Si/No

  Si/No Si/No

  Si/No Si/No

  Si/No Si/No

  Si/No Si/No

Consiglieri Presenti  N.
Consiglieri Assenti  N.
 
Partecipa il SEGRETARIO COMUNALE ……………….., che
cura e sovrintende alla redazione del presente verbale.
Il Presidente del Consiglio Comunale constatato che gli interve-
nuti sono in numero legale, dichiara aperta la riunione ed invita
i convocati a deliberare sull’oggetto sopraindicato.
 

IL CONSIGLIO COMUNALE

VISTA la proposta di deliberazione avente ad oggetto “ Approvazione


Regolamento di Polizia Mortuaria e delle Attività Funebri e Cimiteria-
li”;

112
UDITI gli interventi;

ACQUISITO il parere di regolarità tecnica reso dal Responsa-


bile del Servizio Segreteria e AA.GG. – Ufficio Polizia Locale,
ai sensi dell’art. 49 del D.lgs. n. 267/2000 e s.m.i.

VISTO l’esito della votazione:

Consiglieri in carica n. ……
Consiglieri presenti n. …..
Consiglieri votanti n. …..
Voti favorevoli n. ……

DELIBERA

1. Di approvare in ogni sua parte e senza integrazioni e/o mo-


dificazioni la proposta di deliberazione ad oggetto “Appro-
vazione il Regolamento Comunale di “Polizia Mortuaria e delle
attività funebri e cimiteriali”, formato da n.165 articoli, allega-
to alla presente per formarne parte integrante e sostanziale;

2. Di dare atto che il suddetto Regolamento sostituisce quello


approvato con deliberazione consiliare n…… del ……………;

3. Di trasmettere copia del presente al Responsabile dell’Ufficio


Tecnico comunale, al Responsabile del servizio Patrimonio
ed alle altre forze di Polizia presenti sul territorio;

113
Infine, con successiva votazione espressa in forma palese, il cui
esito è:

Consiglieri in carica n. ………


Consiglieri presenti n. ………
Consiglieri votanti n. …….
Voti favorevoli n. ……..

la presente deliberazione viene dichiarata immediatamente ese-


guibile, ai sensi dell’art.134, c.4 del D.Lgs.n.267/2000.

IL RESPONSABILE DEL SERVIZIO DI POLIZA LOCALE


Richiamato il vigente Regolamento comunale di Polizia Mor-
tuaria e delle attività funebri e cimiteriali, approvato con delibe-
razione di Consiglio Comunale n. …….del …………, con cui si
è recepito ed è stata data attuazione al D.P.R. 285/1990;

Considerato che l’attuale regolamento, seppur adeguato in tem-


pi recenti, non è più in grado di assicurare la soddisfazione della
complessa materia cimiteriale;

Dato atto che occorre procedere alla redazione del nuovo rego-
lamento comunale di Polizia Mortuaria e delle attività funebri
e cimiteriali, sulla scorta delle nuove norme intervenute in detta
materia;

114
Vista la bozza del Regolamento, redatta dal Comando di Polizia
Locale di questo Ente composto n. …………… articoli;

Visto il verbale della Commissione consiliare per i Regolamen-


ti Comunali di approvazione del regolamento in oggetto del
………………, con le modifiche apportate da parte della com-
petente, che si allega;

Ritenuto pertanto di dover procedere all’approvazione del nuo-


vo regolamento redatto per le specifiche esigenze di questo Co-
mune ed in particolare per il servizio di Polizia Mortuaria e per
la gestione dei servizi cimiteriali;

Per tutto quanto sopra premesso, relazionato e considerato;

Visti:
il vigente Statuto dell’Ente;
il Decreto Legislativo 18 agosto 2000, n. 267, Testo unico delle
Leggi sull’ordinamento degli enti locali;
il parere favorevole di regolarità tecnica reso dal Responsabile
preposto, ai sensi dell’art. 49 del D.Lgs.267/2000;

propone al Consiglio comunale di approvare la seguente propo-


sta di

115
DELIBERAZIONE
Con la quale si stabilisce

Di approvare il Regolamento Comunale di “Polizia Mortuaria e


delle attività funebri e cimiteriali”, formato da n.………… articoli,
allegato alla presente per formarne parte integrante e sostanzia-
le;

Di dare atto che il suddetto Regolamento sostituisce quello ap-


provato con deliberazione consiliare n…….. del …………….;

Di trasmettere copia del presente al Responsabile dell’Ufficio


tecnico comunale, al Responsabile del servizio Patrimonio ed
alle altre forze di Polizia presenti sul territorio;

Di dichiarare la presente deliberazione immediatamente esegui-


bile, ai sensi dell’art.134, c.4 del D.Lgs.n.267/2000.

IL RESPONSABILE DEL SERVIZIO


____________________________

REFERTO DI PUBBLICAZIONE

n. ………………. Registro Pubblicazioni

Il sottoscritto responsabile del servizio pubblicazioni aventi ef-


fetto di pubblicità legale attesta che la presente deliberazione

116
viene pubblicata a partire dal ………. al …………….. all’albo
pretorio per 15 giorni consecutivi ai sensi dell’art.124, comma
1° del T.U. 267/2000 e nel sito web istituzionale di questo Co-
mune accessibile al pubblico ai sensi dell’art.32, comma 1° della
legge 18 giugno 2009, n. 69.

Lì,…………………..
IL SEGRETARIO COMUNALE
_______________________

CERTIFICATO DI ESECUTIVITA’

Si certifica che questa deliberazione, ai sensi dell’art. 3, comma


18 e 54, Legge 244/2007 e dell’art. 32, comma 1 della Legge
18 giugno 2009 n. 69, è stata pubblicata sul sito WEB il giorno
19.02.2013 e rimarrà pubblicata per 15 giorni consecutivi.

Addì, ……………………………

IL SEGRETARIO COMUNALE
__________________________

117
1.6 Esame e approvazione del regolamento di contabilità

COMUNE DI …..
PROVINCIA DI …..

N. …………. REG. delle delibere del Consiglio Comunale


Data……..

VERBALE DI DELIBERAZIONE DEL CONSIGLIO


COMUNALE

OGGETTO: Approvazione Regolamento del servizio economa-


to.

L’anno duemila………….. addì ……. del mese di …… alle ore


………………………….. nella sala delle adunanza consiliari,
convocato dal Sindaco con avvisi scritti recapitati a norma di
legge, si è riunito, in sessione Straordinaria e urgente ed in sedu-
ta pubblica di prima convocazione, il Consiglio Comunale, nelle
persone dei Signori:

Cognome e Nome
1. ………………………….. - Sindaco
2. ……………………………………….
3. ……………………………………….
4. ……………………………………….
5. ……………………………………….

118
Totale Presenti n. ………..
Totale Assenti n. ………..
Partecipa l’adunanza il Segretario Comunale Signor
Dr………………, il quale provvede alla redazione del presente
verbale.
Essendo legale il numero degli intervenuti il Signor ………………..
nella sua qualità di Sindaco assume la presidenza e dichiara
aperta la seduta.

IL CONSIGLIO COMUNALE
VISTI:
- il D.lgs. n. 118/2011 recante “Disposizioni in materia di
armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di Bilancio
delle regioni, degli Enti Locali e dei loro organismi”;
- il D.lgs. n. 126/2014 recante disposizioni integrative e
correttive del suddetto Decreto n. 118/2011;
DATO ATTO che l’armonizzazione dei sistemi e degli schemi con-
tabili modifica in maniera radicale e profonda tutti gli aspetti della
gestione contabile, imponendo l’adeguamento del sistema informa-
tivo, contabile ed organizzativo ai nuovi assetti;
ATTESO che si rende necessario adeguare il Regolamento comu-
nale di contabilità ai principi della riforma ed alle norme della parte
II^ del TUEL, ampiamente modificate dal D.lgs. n. 126/2014;
RICHIAMATI l’art. 7 e l’art. 152 del D.lgs. n. 267/2000;
VISTO lo schema del nuovo Regolamento contabile predisposto
dal Segretario Comunale;
RITENUTO lo stesso meritevole di approvazione in quanto ri-

119
sulta aggiornato con il recente quadro normativo e tiene conto
delle specifiche caratteristiche e peculiarità di questo Ente;
VISTO il parere favorevole rilasciato dall’organo di revisione
economico-finanziario ai sensi dell’art. 239, comma 1, del D.l-
gs. n. 267/2000;
VISTO il T.U. sull’ordinamento degli Enti locali, approvato con
D.lgs. 18/08/2000, n. 267;
Con voti unanimi favorevoli resi in forma di legge,

DELIBERA

1. Di approvare il nuovo “Regolamento comunale di contabilità”


adeguato ai principi contabili generali ed applicati di cui al D.lgs.
n. 118/2011 nel testo composto da n. ………… articoli che viene
allegato alla presente per formarne parte integrante e sostanziale.
2. Di pubblicare il presente Regolamento sul sito internet istitu-
zionale del Comune.
3. Con separata e unanime votazione di considerare la presente
immediatamente esecutiva ai sensi di Legge.

In esecuzione dell’art. 49, comma 1, del D.Lgs 18 agosto 2000


n. 267 viene di seguito trascritto integralmente il parere riporta-
to sulla proposta di deliberazione: “Ai sensi e per gli effetti dell’art.
49 del D.Lgs 18 agosto 2000 n. 267, si esprime parere favorevole in
ordine alla regolarità tecnica della deliberazione sopra esposta”.

IL RESPONSABILE DEL SERVIZIO TRIBUTI


_________________________
120
1.7 Approvazione Regolamento attuativo protezione dati
personali

COMUNE DI …………….
CITTA’ METROPOLITANA DI……

VERBALE DI DELIBERAZIONE CONSIGLIO COMUNA-


LE

N. …………. REG. delle delibere del Consiglio Comunale


Data………..

Oggetto: REGOLAMENTO UE 2016/679 IN MATERIA


DI PROTEZIONE DEI DATI PERSONALI- APPROVAZIO-
NE REGOLAMENTO ATTUATIVO PRIVACY

L’anno duemila……… addì ……….. del mese di ………….


alle ore …………, nella sala delle adunanze consiliari della Sede
Comunale, a seguito di invito diramato dal Sindaco, si è riunito
il Consiglio Comunale in seduta Pubblica di Prima convocazio-
ne.
Presiede la seduta il Sig. ……………………………..;
Dei consiglieri comunali sono presenti n. ……….. e assenti
sebbene invitati n. ……….. come segue:
CONSIGLIERI PRES. CONSIGLIERI PRES.

  Si/No Si/No

121
Si/No Si/No

Si/No Si/No

  Si/No Si/No

  Si/No Si/No

  Si/No Si/No

  Si/No Si/No

  Si/No Si/No

  Si/No Si/No

 
Con la presenza del SEGRETARIO COMUNALE Sig.
………………………………….;
Gli assessori esterni Sig. ……………………… .
Il Presidente constatato che gli intervenuti sono in numero lega-
le, dichiara aperta la riunione ed invita i convocati a deliberare
sull’oggetto sopraindicato.

IL CONSIGLIO COMUNALE
Preso atto
• Che il Parlamento europeo ed il Consiglio in data ………….
hanno approvato il Regolamento UE 679/2016 (GDPR-General
Data Protection Regulation) relativo alla protezione delle perso-
ne fisiche con riguardo al trattamento dei dati personali, non-
ché alla libera circolazione di tali dati, che abroga la direttiva
95/46/CE e che mira a garantire una disciplina uniforme ed
omogenea in tutto il territorio dell’Unione europea;
• Che il testo, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione

122
Europea (GUUE) il 4 maggio 2016, è diventato definitivamente
applicabile in via diretta in tutti i Paesi UE a partire dal 25 mag-
gio 2018, dopo un periodo di transizione di due anni, in quanto
non richiede alcuna forma di legislazione applicativa o attuativa
da parte degli stati membri;
• Che ai sensi dell’art.13 della Legge n.163/2017 il Governo è
stato delegato ad adottare, entro sei mesi dalla sua entrata in
vigore, uno o più decreti legislativi al fine di adeguare il quadro
normativo nazionale alle disposizioni del Regolamento (UE)
2016/679 del 27 aprile 2016 di che trattasi;

Rilevato
• Che le norme introdotte dal Regolamento UE 2016/679 si tra-
ducono in obblighi organizzativi, documentali e tecnici che tutti
i Titolari del trattamento dei dati personali devono, fin da subi-
to, considerare e tenere presenti per consentire la piena e consa-
pevole applicazione del nuovo quadro normativo in materia di
privacy già dal 25 maggio 2018;
• Che appare necessario ed opportuno stabilire modalità orga-
nizzative, misure procedimentali e regole di dettaglio, finalizzate
anche ad omogeneizzare questioni interpretative, che permetta-
no a questo Ente di poter agire con adeguata funzionalità ed
efficacia nell’attuazione delle disposizioni introdotte dal nuovo
Regolamento UE;
Atteso che in ordine alla figure individuate dal Regolamento
Ue, in attesa di normativa attuativa nazionale, si ritiene di pote-
re effettuare le seguenti considerazioni:

123
--riguardo al “Titolare” tale figura, per gli Enti pubblici, non
si differenzia molto da quella individuata in base all’attuale
normativa (definito “la persona fisica o giuridica, l’autorità
pubblica, il servizio o altro organismo che, singolarmente o
insieme ad altri, determina le finalità e i mezzi del trattamen-
to di dati personali” e quindi corrispondente all’Ente nel suo
complesso);
--diverso è il discorso su Responsabile ed Incaricati. Il “Re-
sponsabile del trattamento” per il D.lgs. 30 giugno 2003,
n. 196 è infatti “la persona fisica, la persona giuridica, la
pubblica amministrazione e qualsiasi altro ente, associazio-
ne od organismo preposti dal titolare al trattamento di dati
personali”. Il riferimento alla preposizione ha sempre fatto
ritenere che il Responsabile fosse un soggetto interno all’or-
ganizzazione, dotato di particolari competenze ed un ruolo
tale da poter svolgere le funzioni ed i compiti previsti dalla
normativa. Normalmente esso coincideva con il Dirigente (o
altro soggetto di vertice) della specifica unità organizzativa.
La definizione del GDPR è diversa e il responsabile è “la per-
sona fisica o giuridica, l’autorità pubblica, il servizio o altro
organismo che tratta dati personali per conto del titolare del
trattamento”. Dalla lettura del complesso normativo (com-
presi i considerando) emerge una terzietà del responsabile ri-
spetto alla struttura di cui fa parte il titolare, tanto che taluno
propende per ritenere detto soggetto come necessariamente
un esterno all’organizzazione di cui fa parte il titolare. Sul
punto il Decreto Legislativo di adeguamento dell’ordinamen-

124
to nazionale alle nuove norme potrebbe apportare i dovuti
chiarimenti.

Sempre nell’attuale Codice nazionale sono “incaricati”, le per-


sone fisiche autorizzate a compiere operazioni di trattamento
dal titolare o dal responsabile. Quindi di fatto erano e sono (fino
al 25 maggio) considerati incaricati tutti i dipendenti che, a qual-
siasi titolo, trattano dati personali e che pertanto devono essere a
tal fine designati (Art. 30 comma 2 - La designazione è effettua-
ta per iscritto e individua puntualmente l’ambito del trattamento
consentito.
Il GDPR non contiene alcuna definizione di incaricato né tale
figura viene citata. Tuttavia l’art. 29, stando al quale: “Il respon-
sabile del trattamento, o chiunque agisca sotto la sua autorità o sotto
quella del titolare del trattamento, che abbia accesso a dati personali
non può trattare tali dati se non è istruito in tal senso dal titolare del
trattamento, salvo che lo richieda il diritto dell’Unione o degli Stati
membri”, richiama indirettamente tale figura. Dal GDPR ne de-
riva tuttavia che non è necessaria la designazione formale del
soggetto.

Visto lo schema di Regolamento allegato sub 1;


Dato atto che l’argomento è stato esaminato dalla Commissione
consiliare 1^ in data ………………………………;

Dopo la seguente discussione, di seguito riassunta:


Il Sindaco cede la parola ……………….

125
Il Sindaco constatato che non ci sono altri interventi, pone in
votazione la proposta di deliberazione;

Visto l’art. 42 del D.Lgs n 267/2000 relativo alle competenza


del Consiglio Comunale;

Visti gli allegati pareri in ordine alla regolarità tecnica e con-


tabile del presente atto, resi dai responsabili dei settori ai sensi
dell’art. 49 del D.lgs. n. 267/2000;

Con voti favorevoli unanimi, espressi per alzata di mano, su n.


…… presenti e votanti;

DELIBERA

1. Di approvare l’allegato schema di Regolamento;


2. Di trasmettere il presente provvedimento al responsabile del
servizio finanziario per quanto di competenza;
3. Di dichiarare il provvedimento immediatamente eseguibile,
con separata ed unanime votazione.
4. Di pubblicare tempestivamente il testo del regolamento nella
sezione dedicata di “AMMINISTRAZIONE TRASPAREN-
TE”
Del che si è redatto il presente verbale come segue.
Addì,…………………………….

126
IL SINDACO IL Segretario COMUNALE
_______________ ____________________

REFERTO DI PUBBLICAZIONE

n. ………………. Registro Pubblicazioni


Il sottoscritto responsabile del servizio pubblicazioni aventi ef-
fetto di pubblicità legale attesta che la presente deliberazione
viene pubblicata a partire dal ………. al …………….. all’albo
pretorio per 15 giorni consecutivi ai sensi dell’art.124, comma
1° del T.U. 267/2000 e nel sito web istituzionale di questo Co-
mune accessibile al pubblico ai sensi dell’art.32, comma 1° della
legge 18 giugno 2009, n. 69.

Lì,…………………..
IL SEGRETARIO COMUNALE
_______________________

CERTIFICATO DI ESECUTIVITA’

Si certifica che questa deliberazione, ai sensi dell’art. 3, comma


18 e 54, Legge 244/2007 e dell’art. 32, comma 1 della Legge
18 giugno 2009 n. 69, è stata pubblicata sul sito WEB il giorno
19.02.2013 e rimarrà pubblicata per 15 giorni consecutivi.
Addì, ……………………………

IL SEGRETARIO COMUNALE
____________________
127
1.8 Approvazione del programma per l’affidamento degli
incarichi di collaboratori

(Intestazione)
COMUNE DI …………..
PROVINCIA DI ……………..

VERBALE DI DELIBERAZIONE DEL CONSIGLIO


COMUNALE

N. …………. REG. delle delibere del Consiglio Comunale


Data………..
(Oggetto)
OGGETTO: Approvazione del programma per l’affidamento di
incarichi di Collaborazione per l’anno ………ex art. 3 comma
56 legge 244/2007 e Art. 14 d.l. N. 66/2014

(Data e luogo della seduta- tipologia di sessione - Quorum struttu-


rale)
L’anno duemila……… addì ……….. del mese di ……….. alle
ore ………., nella sala delle adunanze
consiliari, previa l’osservanza di tutte le formalità prescritte dal-
la vigente legge, dallo Statuto e dal
Regolamento, si è riunito il Consiglio Comunale in sessione Or-
dinaria ed in seduta Pubblica di Prima convocazione.
All’inizio della trattazione dell’argomento di cui all’oggetto ri-
sultano presenti i componenti di questo

128
Organo sotto indicati:
1 - ……………………………….
2 - ……………………………….
3 - …………………………….....
4 - ………………………………..
5 - ………………………………..
6 - ……………………………….
Totale presenti n. ………..
Totale assenti n. ………..

(Avvio della seduta previa individuazione del soggetto che assume la


Presidenza del Collegio)
Partecipa all’adunanza il Segretario Comunale
……………………. Essendo legale il numero degli intervenuti,
il Signor ……………….., nella sua qualità di Sindaco, assume la
presidenza e dichiara aperta la seduta per la trattazione dell’ar-
gomento in oggetto.
(Preambolo: indicazione delle ragioni giuridiche, tecniche e relativi
riferimenti normativi)
IL CONSIGLIO COMUNALE
PREMESSO CHE la legge 24 dicembre 2007, n. 244 (legge
finanziaria 2008), per esigenze di contenimento della spesa pub-
blica e di razionalizzazione delle esigenze di ricorso agli incari-
chi esterni di collaborazione e delle relative modalità di affida-
mento:
-- all’articolo 3, comma 55, ha disposto che “l’affidamento da
parte degli enti locali di incarichi di studio o di ricerca, ov-

129
vero di consulenza, a soggetti estranei all’amministrazione,
può avvenire solo nell’ambito di un programma approvato
dal consiglio ai sensi dell’art. 42, comma 2, lettera b), del te-
sto unico di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267”;
-- all’articolo 3, comma 56, ha demandato al regolamento di
organizzazione dell’ente l’individuazione di limiti, criteri e
modalità per l’affidamento di incarichi di collaborazione, di
studio o di ricerca, ovvero di consulenze, a soggetti estranei
all’amministrazione nonché del relativo limite di spesa;
VISTO il decreto legge 25 giugno 2008, n. 112, recante “Dispo-
sizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la
competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la pere-
quazione tributaria”, convertito con modificazioni dalla legge 6
agosto 2008, n. 133, il quale:
-- all’articolo 46, comma 2, mediante la sostituzione integrale
dell’articolo 3, comma 55, della legge 24/12/2007, n. 244, ha
previsto che l’affidamento degli incarichi di collaborazione da
parte degli enti locali possa avvenire solo per attività istituzio-
nali stabilite dalla legge o previste nel programma approvato
dal consiglio comunale;
-- all’articolo 46, comma 3, mediante la sostituzione integrale
dell’articolo 3, comma 56, della legge 24/12/2007, n. 244,
ha demandato al bilancio di previsione dell’ente la fissazione
del limite di spesa per l’affidamento degli incarichi di collabo-
razione, lasciando al regolamento sull’ordinamento generale
degli uffici e dei servizi l’individuazione dei criteri e delle mo-
dalità per l’affidamento degli incarichi;

130
ATTESO che la nuova disciplina dell’affidamento degli inca-
richi di collaborazione da parte degli enti locali contenuta nel
decreto legge n. 112/2008 ha rafforzato il ruolo della program-
mazione consiliare, estendendo l’ambito del programma a tutte
le tipologie di incarichi e non più solamente agli incarichi di
studio, ricerca e consulenza;

(Motivazione: vengono indicati i motivi della decisione consiliare)


CONSIDERATO CHE:
-- il programma per l’affidamento degli incarichi il programma
per l’affidamento degli incarichi deve dare prioritariamente
conto degli obiettivi e delle finalità che si intendono raggiun-
gere mediante il ricorso a collaborazioni esterne e della loro
stretta coerenza e pertinenza con i programmi e progetti della
Relazione previsionale e programmatica ovvero con altri atti
di programmazione generale dell’ente;
--la previsione dell’affidamento degli incarichi di collabora-
zione nell’ambito dello specifico programma del consiglio
comunale costituisce un ulteriore requisito di legittimità del-
lo stesso, oltre a quelli già previsti dalla disciplina generale
contenuta nell’articolo 7, comma 6, del decreto legislativo 30
marzo 2001, n. 165;
--possono essere comunque affidati, anche se non previsti
nel programma consigliare, gli incarichi previsti per attività
istituzionali stabilite dalla legge, intendendosi per tali quelli
connessi a prestazioni professionali per la resa di servizi o
adempimenti obbligatori per legge ovvero per il patrocinio o

131
la rappresentanza in giudizio dell’ente, qualora non vi siano
strutture od uffici a ciò deputati;
RITENUTO quindi necessario, con il presente provvedimento,
approvare il programma per l’affidamento degli incarichi di col-
laborazione relativo all’anno 2016;
Visto l’allegato programma per l’affidamento degli incarichi di
collaborazione, redatto ai sensi dell’articolo 3, comma 55, della
legge 24 dicembre 2007, n. 244, come sostituito dall’articolo 46,
comma 2, del decreto legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito
con modificazioni dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, e ritenutolo
conforme ai programmi e progetti per il raggiungimento degli
obiettivi strategici dell’ente;
Visto il D.lgs. n. 267/2000;
Visto il D.lgs. n. 165/2001;
Visto lo statuto comunale;
Visto il regolamento comunale sull’ordinamento generale degli
uffici e dei servizi;
Visto il regolamento comunale di contabilità;
Dopo ampia ed esauriente discussione;
Ritenuto di provvedere in merito;

Con votazione unanime e favorevole espresso per alzata di mano


DELIBERA

1) di approvare, per le motivazioni indicate in premessa alla qua-


le espressamente si rinvia, il programma per l’affidamento degli
incarichi di collaborazione per l’anno 2018, ai sensi dell’articolo

132
3, comma 55, della legge 24 dicembre 2007, n. 244, come so-
stituito dall’articolo 46, comma 2, del decreto legge 25 giugno
2008, n. 112, convertito con modificazioni dalla legge 6 agosto
2008, n. 133, che si allega al presente provvedimento quale parte
integrante e sostanziale;
2) di dare atto che:
--potranno comunque essere affidati incarichi non previsti nel
presente programma, qualora siano necessari per l’acquisizio-
ne di servizi o adempimenti obbligatori per legge ovvero per
il patrocinio o la rappresentanza in giudizio dell’ente, previo
accertamento dell’assenza di strutture o uffici a ciò deputati;
-- sono esclusi dal presente programma gli incarichi connes-
si alla realizzazione delle opere pubbliche (progettazione,
direzione lavori, collaudo, ecc.) appositamente previste nel
programma triennale approvato ai sensi dell’articolo 128 del
decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163 ed i cui oneri sono
allocati al Titolo II della spesa nell’ambito del QTE dell’ope-
ra da realizzare;
-- l’affidamento degli incarichi indicati nel programma compe-
te agli organi gestionali, i quali vi provvederanno nel rispetto
della disciplina generale nonché delle specifiche disposizioni
contenute nel regolamento sull’ordinamento generale degli
uffici e dei servizi.
1. di trasmettere il presente atto ai responsabili dei servizi per i
successivi provvedimenti.
2. Di pubblicare tempestivamente il testo del regolamento nella se-
zione dedicata di “AMMINISTRAZIONE TRASPARENTE”

133
Letto, confermato e sottoscritto

IL PRESIDENTE IL Segretario Comunale


______________ ________________________

Visto si esprime PARERE Favorevole in ordine alla Reg. Tec-


nico Amministrativa ai sensi dell’art. 49 del D.lgs. 267 del 18
agosto 2000.

Data…………………..

Il Responsabile del Servizio


_________________________
REFERTO DI PUBBLICAZIONE
Il sottoscritto Segretario, attesta che copia del presente verbale
viene pubblicato all’Albo Pretorio online di questo Comune ac-
cessibile al pubblico dal sito www……………………………….
it (art. 32 L.69/2009) dal …………………….. per rimanervi per
15 giorni consecutivi decorrenti dal giorno successivo a quello
di pubblicazione.
lì, …………………….
IL Segretario Comunale
__________________

CERTIFICATO DI ESECUTIVITA’
La presente deliberazione E’ DIVENUTA ESECUTIVA il gior-
no ………….. per decorrenza dei termini di cui al D.lgs. 18 ago-
sto 2000 n. 267:
134
art. 134 comma 3, per scadenza del termine di 10 giorni dalla
data di inizio pubblicazione

IL Segretario Comunale
__________________

1.9 Comunicazione nomina dei componenti della Giunta

COMUNE DI …………..
PROVINCIA DI ………………..

VERBALE DI DELIBERAZIONE DEL CONSIGLIO


COMUNALE

N. …………. REG. delle delibere del Consiglio Comunale

Oggetto: presa d’atto della comunicazione della nomina dei


componenti della giunta comunale e del vicesindaco.

L’anno duemila……….., il giorno …………… del mese di


………………. alle ore …………… si è riunito il Consiglio co-
munale convocato a norma di legge, in sessione Ordinaria.
Alla Prima convocazione in seduta Pubblica, risultano all’appel-
lo nominale i Consiglieri Sigg:
1 - ……………………………….
2 - ……………………………….
3 - …………………………….....

135
4 - ………………………………..
5 - ………………………………..
6 - ……………………………….

Assegnati N.11 | In carica N.11| Presenti N. 11 | Assenti N. 0

Assume la presidenza il Sig. ……………………. in qualità di


SINDACO.
Partecipa il SEGRETARIO COMUNALE ………………. con
funzioni consultive, referenti, di assistenza e verbalizzazione
(art. 97, c. 4, lett. a) D. Lgs. n. 267 del 18.8.2000.
Il Presidente, accertato il numero legale dichiara aperta la sedu-
ta, designa quali scrutatori i Sigg.:
1) .........………………….. 2) ……………………….
3) …………………………

ed invita gli intervenuti ad esaminare ed assumere le proprie


determinazioni in merito alla proposta di deliberazione di cui
all’oggetto.

IL CONSIGLIO COMUNALE
Vista la propria precedente deliberazione n. 16, in data
06.06.2014, avente per oggetto: «Insediamento del Consiglio co-
munale - Esame delle condizioni di candidabilità, di eleggibilità
e di compatibilità degli eletti»;
Visto l’art. 46 del D.lgs. 18 agosto 2000, n. 267, che testualmen-
te recita:

136
“Art. 46 - Elezione del sindaco e del presidente della provincia - Nomina
della giunta.
1. Il sindaco e il presidente della provincia sono eletti dai cittadini a
suffragio universale e diretto secondo le disposizioni dettate dalla legge e
sono membri dei rispettivi consigli.
2. Il sindaco e il presidente della provincia nominano, nel rispetto del
principio di pari opportunità tra donne e uomini, garantendo la presen-
za di entrambi i sessi i componenti della Giunta, tra cui un vicesindaco
e un vicepresidente, e ne danno comunicazione al consiglio nella prima
seduta successiva alla elezione.
3. Entro il termine fissato dallo statuto, il sindaco o il presidente della
provincia, sentita la Giunta, presenta al consiglio le linee programmati-
che relative alle azioni e ai progetti da realizzare nel corso del mandato.
4. Il sindaco e il presidente della provincia possono revocare uno o più
assessori, dandone motivata comunicazione al consiglio”
Visto che il Sindaco eletto direttamente dai cittadini ha comu-
nicato a questo
consiglio:
A) La nomina dei componenti della Giunta comunale;
B) La nomina del Vicesindaco;
Avuta lettura del detto documento;
--Visto il D.P.R. 16 maggio 1960, n. 570, e successive modifi-
cazioni;
--Visto il D.lgs. 18 agosto 2000, n. 267;
--Visto lo Statuto comunale;
ATTESO che sulla proposta della presente deliberazione il se-
gretario comunale ha espresso il parere di seguito riportato;

137
PRENDE ATTO
1) Che la giunta comunale è così composta:
N. COGNOME E NOME ATTRIBUZIONI DELEGATE
______________________ _________________________
______________________ _________________________
______________________ _________________________
Che all’Assessore Sig._________, è stata conferita la carica di
Vicesindaco.
Infine,

IL CONSIGLIO COMUNALE

Considerata l’urgenza che riveste l’esecuzione dell’atto;


Visto l’art. 134, comma 4, del D.lgs. 18 agosto 2000, n. 267, che
testualmente recita: «4. Nel caso di urgenza le deliberazioni del consi-
glio o della giunta possono essere dichiarate immediatamente eseguibili
con il voto espresso dalla maggioranza dei componenti.»;

Con il seguente risultato della votazione:


Componenti n. …… Presenti n. …….. Votanti n. ………. Voti
favorevoli n. ……….
Voti contrari n………..Astenuti n. ……….

DELIBERA

Di dichiarare la presente deliberazione immediatamente esegu-


ibile.

138
Di pubblicare tempestivamente il testo del regolamento nella se-
zione dedicata di “AMMINISTRAZIONE TRASPARENTE”

Approvato e sottoscritto.

IL SINDACO IL SEGRETARIO COMUNALE


____________ _______________________________

REFERTO DI PUBBLICAZIONE
Il sottoscritto Segretario, attesto che copia del presente verbale
viene pubblicato all’Albo Pretorio online di questo Comune ac-
cessibile al pubblico dal sito www……………………………….
it (art. 32 L.69/2009) dal …………………….. per rimanervi per
15 giorni consecutivi decorrenti dal giorno successivo a quello
di pubblicazione.

lì, …………………….
IL Segretario Comunale
_____________________

______________________________________________________

CERTIFICATO DI ESECUTIVITA’

La presente deliberazione E’ DIVENUTA ESECUTIVA il gior-


no ………….. per decorrenza dei termini di cui al D.lgs. 18 ago-
sto 2000 n. 267:

139
art. 134 comma 3, per scadenza del termine di 10 giorni dalla
data di inizio pubblicazione

IL Segretario Comunale
____________________
1.10 Costituzione dei gruppi consiliari e designazione dei
capogruppo
COMUNE DI …..
PROVINCIA DI …..

N. …………. REG. delle delibere del Consiglio Comunale


Data……..

DELIBERA DEL CONSIGLIO COMUNALE

OGGETTO: Costituzione dei gruppi consiliari e designazione


dei capogruppo.
L’anno duemila……….., il giorno …………… del mese di
………………. alle ore …………… si è riunito il Consiglio co-
munale convocato a norma di legge, in sessione Ordinaria.
Alla Prima convocazione in seduta Pubblica, risultano all’appel-
lo nominale i Consiglieri Comunali:
CONSIGLIERI PRES. CONSIGLIERI PRES.

  Si/No Si/No

Si/No Si/No

Si/No Si/No

140
  Si/No Si/No

  Si/No Si/No

  Si/No Si/No

  Si/No Si/No

  Si/No Si/No

  Si/No Si/No

Consiglieri Presenti  N.
Consiglieri Assenti  N.

Partecipa il SEGRETARIO COMUNALE ……………….., che


cura e sovrintende alla redazione del presente verbale.
Essendo legale il numero degli intervenuti il Signor ………………..
nella sua qualità di:
Sindaco (per i Comuni con popolazione inferiore ai 15.000 abitanti)
Consigliere più anziano (per i Comuni con popolazione supe-
riore ai 15.ooo abitanti) fino all’elezione del Presidente ai sensi
dell’art. 40 del D.lgs. n. 267/2000
assume la presidenza e dichiara aperta la seduta.

IL CONSIGLIO COMUNALE

PREMESSO che nelle giornate del …………..maggio ………….


si è svolta la consultazione elettorale per il rinnovo del Consiglio
Comunale e per l’elezione del Sindaco;
RITENUTO che, assurgendo a rilievo istituzionale la figura del

141
“Capogruppo Consiliare”, sia opportuno e necessario individuare
i Gruppi Consiliari ai sensi dell’art. …… dello Statuto Comunale;

VISTO l’art. ……….. del Regolamento per le adunanze del


Consiglio Comunale il quale prevede la costituzione dei Gruppi
e la designazione dei rispettivi Capigruppo;

RITENUTO di procedere alla trasmissione dell’elenco delle delibe-


razioni adottate dalla Giunta Comunale ai Capigruppo Consiliari;

DATO ATTO che per l’adempimento di cui sopra sia opportuno


che i Capigruppo designati eleggano un preciso domicilio presso
il quale avere la comunicazione delle deliberazioni;

CONSIDERATA l’utilità, nell’interesse generale, che ai predetti


fini i Capigruppo eleggano domicilio presso la Casa Comunale,
attesa la contestualità della comunicazione delle deliberazioni
con la loro affissione all’Albo Pretorio e ciò per evitare un gra-
voso servizio di spedizione postale, o di consegna a mezzo dei
messi comunali;
CONVENUTO, comunque, sulla opportunità che, fermo restan-
do l’assolvimento formale della comunicazione al domicilio di
elezione, sia data ai Capigruppo notizia al loro domicilio dell’e-
lenco delle deliberazioni adottate dopo ogni seduta di Giunta
attraverso la trasmissione dell’elenco, anche a mezzo telefax,
telegrammi o mediante sistemi informatici, telematici ed elet-
tronici dei quali il Comune sia dotato, all’indirizzo specificato

142
dal Consigliere comunale per la trasmissione dell’avviso di con-
vocazione e l’ordine del giorno del Consiglio comunale;
UDITO l’intervento del SINDACO che dà comunicazione dei
nominativi pervenuti, specificando che per la lista:
“IERI, OGGI, DOMANI” viene individuato in qualità di capo-
gruppo il Consigliere Comunale Dr………………, fino ad eventua-
le designazione, così come stabilito ai sensi dell’articolo ………….
dello Statuto Comunale il quale dispone testualmente che:
“Qualora non si eserciti tale facoltà o nelle more della designazione, i
Capigruppo sono individuati nei Consiglieri, non componenti la Giun-
ta, che abbiano riportato il maggior numero di voti per ogni lista.”

PRENDE ATTO
che nell’ambito di questo Consiglio vengono costituiti i Gruppi Con-
siliari e designati i rispettivi Capigruppo, come dal seguente prospetto:

GRUPPO CAPOGRUPPO
“Lega nord” _________________
“Ieri, Oggi, Domani” _________________
“D.P” _________________
Letto, confermato e sottoscritto.

Addì,_________

IL PRESIDENTE IL SEGRETARIO COMUNALE


________________ _____________________________

143
REFERTO DI PUBBLICAZIONE
n. ………………. Registro Pubblicazioni
Il sottoscritto responsabile del servizio pubblicazioni aventi ef-
fetto di pubblicità legale attesta che la presente deliberazione
viene pubblicata a partire dal ………. al …………….. all’albo
pretorio per 15 giorni consecutivi ai sensi dell’art.124, comma
1° del T.U. 267/2000 e nel sito web istituzionale di questo Co-
mune accessibile al pubblico ai sensi dell’art.32, comma 1° della
legge 18 giugno 2009, n. 69.

Lì,…………………..

IL SEGRETARIO COMUNALE
_______________________

CERTIFICATO DI ESECUTIVITA’

Si certifica che questa deliberazione, ai sensi dell’art. 3, comma


18 e 54, Legge 244/2007 e dell’art. 32, comma 1 della Legge
18 giugno 2009 n. 69, è stata pubblicata sul sito WEB il giorno
19.02.2013 e rimarrà pubblicata per 15 giorni consecutivi.
Addì, ……………………………

IL SEGRETARIO COMUNALE
____________________

144
1.11 Elezione del Presidente e Vicepresidente

COMUNE DI …..
PROVINCIA DI …..

N. …………. REG. delle delibere del Consiglio Comunale


Data……..

DELIBERA DEL CONSIGLIO COMUNALE

OGGETTO: Elezione del Presidente e Vicepresidente


L’anno duemila……….., il giorno …………… del mese di
………………. alle ore …………… si è riunito il Consiglio co-
munale convocato a norma di legge, in sessione Ordinaria.
Alla …………. convocazione in seduta Pubblica, risultano
all’appello nominale i Consiglieri Comunali:
 
CONSIGLIERI PRES. CONSIGLIERI PRES.

  Si/No Si/No

Si/No Si/No

Si/No Si/No

  Si/No Si/No

  Si/No Si/No

  Si/No Si/No

  Si/No Si/No

  Si/No Si/No

  Si/No Si/No

145
Consiglieri Presenti  N.
Consiglieri Assenti  N.

Partecipa con funzioni consultive, referenti e di assistenza


e ne cura la verbalizzazione (ai sensi dell’art. 97, comma 4 ,
del D.lgs. n. 267/2000) il SEGRETARIO COMUNALE Dr.
…………………. .
Essendo legale il numero degli intervenuti il Signor ………………..
nella sua qualità di:
Sindaco (per i Comuni con popolazione inferiore ai 15.000 abi-
tanti) oppure
Consigliere più anziano (per i Comuni con popolazione supe-
riore ai 15.000 abitanti) fino all’elezione del Presidente ai sensi
dell’art. 40 del D.lgs. n. 267/2000
assume la presidenza e dichiara aperta la seduta.

IL CONSIGLIO COMUNALE
Premesso che con deliberazione consiliare n. ……. in data
odierna, dichiarata immediatamente eseguibile, si è provveduto
alla convalida degli eletti alla carica di Sindaco e di Consiglie-
re Comunale e che con deliberazione n. 3 in data odierna si è
preso atto, altresì, del giuramento prestato dal Sindaco ai sensi
dell’art. 50, comma 11, del D.lgs. 267/2000,
Visto l’art. 40, comma 2, del D.lgs. 267/2000; che così recita:
“Nei comuni con popolazione superiore ai 15.000 abitanti, la prima
seduta è convocata dal Sindaco ed è presieduta dal Consigliere anziano
fino alla elezione del Presidente del Consiglio. La seduta prosegue poi

146
sotto la presidenza del presidente del consiglio per la comunicazione dei
componenti della giunta e per gli ulteriori adempimenti. E’ consiglie-
re anziano colui che ha ottenuto la maggior cifra individuale ai sensi
dell’articolo 73 con esclusione del sindaco neoeletto e dei candidati alla
carica di sindaco, proclamati consiglieri ai sensi del comma 11 del me-
desimo articolo 73.”;
Visto il comma 6 del medesimo articolo 40, che così recita:
“Le disposizioni di cui ai commi 2, 3, 4, 5 si applicano salvo diversa
previsione
regolamentare nel quadro dei principi stabiliti dallo statuto”.
Visto, altresì, il vigente Statuto Comunale che stabilisce che la
prima seduta consiliare venga presieduta dal Consigliere anzia-
no fino alla elezione del Presidente dell’assemblea;
Atteso che il Presidente è eletto, secondo detto Statuto, a mag-
gioranza dei due terzi dei componenti assegnati e se, dopo due
scrutini, nessun candidato ottiene la maggioranza prevista, nella
terza votazione, da tenersi entro 15 giorni, è sufficiente la mag-
gioranza dei voti dei componenti assegnati e, in caso di parità di
voti, viene eletto il più anziano di età;
Atteso, altresì, che il Vice Presidente viene eletto a maggioranza
dei componenti assegnati. In caso di parità di voti viene eletto
il più anziano di età;
Ritenuto pertanto di procedere prima all’elezione del Presidente
e, con separata e
successiva votazione, all’elezione del Vice Presidente;
Acquisito il parere favorevole, firmato digitalmente, espresso
sulla proposta di deliberazione n. ……………., dal Segretario

147
Generale, dott.…………….., in ordine alla regolarità tecnica, ai
sensi dell’art. 49, comma 1, del D.lgs. n. 267/2000;

Il Presidente apre la discussione e dà la parola ai consiglieri per


formulare le candidature per la Presidenza e la Vice Presidenza.

Uditi gli interventi:


- della consigliera……………….del gruppo “………………..” la
quale propone il consigliere …………………….;
Intervengono successivamente:
- la consigliera……………….del gruppo “………………..” la
quale propone il consigliere …………………….;
- la consigliera……………….del gruppo “………………..” la
quale propone il consigliere …………………….;
(…..)

Esaurito il dibattito, il Presidente invita alla votazione palese per


la nomina del Presidente, ricordando che è necessaria la mag-
gioranza dei 2/3 dei componenti assegnati.
Ottenuto il seguente risultato:
Votanti n. ……….. Favorevoli n. ………….. Contrari n.
……….. Astenuti n………

Richiamata la registrazione in atti, alla quale si fa integrale rin-


vio per tutti gli interventi sopra indicati,

148
DELIBERA
In base al risultato della votazione sopra riportato:
Di eleggere, quale Presidente del Consiglio, il Consigliere
…………………..;

Il Presidente neo-eletto consigliere …………………. assume


pertanto la Presidenza della
seduta per la trattazione degli altri argomenti posti all’Ordine
del Giorno e interviene con un breve ringraziamento;

Ravvisata, ora, la necessità di provvedere alla elezione del Vice


Presidente del Consiglio Comunale, a scrutinio palese, come
previsto dallo Statuto comunale , per la quale è sufficiente la
maggioranza dei componenti assegnati;

Sentito il Presidente, il quale invita alla votazione palese per la


nomina del Vice Presidente, proponendo inoltre che gli inter-
venti siano fatti alla fine delle deliberazioni;

Uditi gli interventi:


- della consigliera……………….del gruppo “………………..” la
quale propone il
consigliere …………………….;
Intervengono successivamente:
- la consigliera……………….del gruppo “………………..” la
quale propone il
consigliere …………………….;

149
- la consigliera……………….del gruppo “………………..” la
quale propone il
consigliere …………………….;
(…..)

Richiamata la registrazione in atti, alla quale si fa integrale rin-


vio per tutti gli interventi sopra indicati;
Il Presidente invita alla votazione palese, per la Vice Presidenza;
Il risultato della votazione è il seguente:
Votanti n. ……….. Favorevoli n. ………….. Contrari n.
……….. Astenuti n……… .

DELIBERA
In base al risultato della votazione sopra riportato:
1) Di eleggere, quale Vice Presidente del Consiglio Comunale, il
Consigliere ………………;
Attesa l’urgenza di provvedere in merito, la presente delibera-
zione, con voti favorevoli n. …………….. astenuti n…………
espressi in forma palese, PRESENTI E VOTANTI N. …….
COMPONENTI, viene dichiarata immediatamente eseguibile
ai sensi dell’art. 134, 4°comma del Decreto Legislativo 267/00.
Il presente verbale viene letto, approvato e sottoscritto come segue.
IL PRESIDENTE IL SEGRETARIO COMUNALE
_____________ __________________________

REFERTO DI PUBBLICAZIONE
n. ………………. Registro Pubblicazioni
Il sottoscritto responsabile del servizio pubblicazioni aventi ef-
150
fetto di pubblicità legale attesta che la presente deliberazione
viene pubblicata a partire dal ………. al …………….. all’albo
pretorio per 15 giorni consecutivi ai sensi dell’art.124, comma
1° del T.U. 267/2000 e nel sito web istituzionale di questo Co-
mune accessibile al pubblico ai sensi dell’art.32, comma 1° della
legge 18 giugno 2009, n. 69.

Lì,…………………..
IL SEGRETARIO COMUNALE
_______________________

CERTIFICATO DI ESECUTIVITA’

Si certifica che questa deliberazione, ai sensi dell’art. 3, comma


18 e 54, Legge 244/2007 e dell’art. 32, comma 1 della Legge
18 giugno 2009 n. 69, è stata pubblicata sul sito WEB il giorno
19.02.2013 e rimarrà pubblicata per 15 giorni consecutivi.

Addì, ……………………………

IL SEGRETARIO COMUNALE
___________________________

151
1.12 Convalida dei consiglieri elettorali nella consultazione
elettorale

COMUNE DI ………
PROVINCIA DI …………
D E L I B E R A DEL CONSIGLIO COMUNALE
Reg. n. …………
Data………….
OGGETTO: Convalida dei consiglieri elettorali nella consulta-
zione elettorale

L’anno duemila………….. addì ……. del mese di …… alle ore


………………………….. nella sala delle adunanze consiliari,
convocato dal Sindaco con avvisi scritti recapitati a norma di
legge, si è riunito, in sessione Straordinaria e urgente ed in sedu-
ta pubblica di prima convocazione, il Consiglio Comunale, nelle
persone dei Signori:
Cognome e Nome Presente
1. ………………………….. - Sindaco
2. ……………………………………….
3. ……………………………………….
4. ……………………………………….
5. ……………………………………….
Totale Presenti n. ………..
Totale Assenti n. ………..
Partecipa all’adunanza il Segretario Comunale Signor
Dr………………, il quale provvede alla redazione del presen-

152
te verbale. Essendo legale il numero degli intervenuti il Signor
……………….. nella sua qualità di Sindaco assume la presiden-
za e dichiara aperta la seduta.
IL CONSIGLIO COMUNALE
Premesso che, a seguito dei risultati delle elezioni comunali
del…………. , come
Primo adempimento il Consiglio è chiamato ad esaminare la
condizione degli eletti e a convalidarne l’elezione, ovvero a con-
testare motivi di ineleggibilità o di incompatibilità, qualora ne
sussistessero;
Richiamate, in proposito, le disposizioni di cui al Capo II del
Titolo III della Parte I del D.Lgs.n.267/2000,alD.Lgs.31-12-
2012,n.235ealD.Lgs.8-4-2013,n.39;
RICHIAMATI, in particolare,
•l’articolo 41, comma1, del decreto legislativo 18 agosto 2000
numero 267 (TUEL) e s.m.i., per il quale “nella prima seduta il
consiglio comunale e provinciale, prima di Deliberare su qual-
siasi altro oggetto, ancorché non sia stato prodotto alcun recla-
mo, deve esaminare la condizione degli eletti a norma del capo
II, titolo III, e dichiarare le ineleggibilità di essi quando sussista
alcuna delle cause ivi previste(...)”
•l’articolo 10 della legge 31 dicembre 2012 numero 235 rubri-
cato “Incandidabilità alle elezioni provinciali, comunali e circo-
scrizionali” ;
•l’articolo 69 del TUEL, che disciplina lo speciale procedimento
di contestazione e verifica delle eventuali cause di ineleggibilità
e di incompatibilità sopravvenute all’elezione;

153
-il Verbale dell’Adunanza dei Presidenti di sezione, in
data……………., con il quale l’Adunanza ha provveduto alla
proclamazione degli eletti;
Dato atto che:
– i risultati dell’elezione sono stati resi noti mediante pubbli-
cazione di apposito manifesto in data 11giugno2018, affisso
all’Albo Online e in altri luoghi pubblici, ai sensi dell’art.61 del
T.U.16-5-1960, n.570;
– agli eletti è stata notificata detta elezione, come risulta dalle
relative notifiche in atti;
– né in sede di compimento delle operazioni della Adunanza dei
Presidenti di sezione né successivamente alla proclamazione,
sono pervenuti reclami, opposizioni, segnalazioni circa la sus-
sistenza di taluna delle cause di ineleggibilità e incompatibilità,
previste dal TUEL e di incandidabilità dettate dall’art.10 della
legge n. 235/2012 in capo ai Consiglieri comunali appena eletti;
Precisato che la verifica dei requisiti di eleggibilità va operata,
oltre che nei confronti dei Consiglieri, anche nei confronti del
Sindaco, risultato eletto nell’elezione di cui trattasi;
Ricordato che i Consiglieri entrano in carica all’atto della pro-
clamazione degli eletti ai sensi dell’articolo 38 comma4, del
T.U.E.L., ovvero, in caso di surrogazione, non appena adottata
dal Consiglio la relativa deliberazione;

Sentito il Sindaco invitare i presenti a dichiarare se taluno rav-


visi la sussistenza di condizioni di ineleggibilità, incompatibilità
alle cariche di Sindaco o di Consigliere comunale, nonché l’e-

154
ventuale presenza di motivi determinanti l’illegittimità dell’ele-
zione, ai sensi delle disposizioni recate dal Decreto Legislativo
N.235/2012 T.U. in materia di incandidabilità e di divieto a ri-
coprire cariche elettive in capo ai proclamati eletti e dà atto che
nessuno ha rilevato la presenza di tali condizioni ostative;
Previa formale sollecitazione a cura del Segretario comunale,
nessuno dei Consiglieri presenti ha sollevato reclami ,opposizio-
ni, segnalazioni circa la sussistenza di taluna delle cause di in-
candidabilità, in eleggibilità e incompatibilità in capo agli eletti;
Visto l’art.41 del D.Lgs.n.267/2000;
Rilevato che dal verbale delle operazioni dell’adunanza dei Pre-
sidenti delle sezioni risultano proclamati eletti i signori:
alla carica di Sindaco: dott.………………….;
alla carica di Consiglieri comunali:

COGNOME NOME CIFRA INDIVIDUALE LISTA


___________ ________ ____________________ ________
___________ ________ ____________________ ________
___________ ________ ____________________ ________
___________ ________ ____________________ ________
(…)

Esperita la votazione in forma palese, la stessa dà il seguente


risultato:
presenti n. …… votanti n. ……… favorevoli n. ……..
Acquisiti i pareri previsti dall’art.49 del D.lgs. n. 267/2000 in
allegato al presente provvedimento;

155
Esaminata, pertanto, con esito positivo la condizione degli eletti
a norma del Titolo III, Capo II del TUEL e dell’articolo 10 del-
la legge N. 235/2012;
DELIBERA
1. DI CONVALIDARE i proclamati eletti alle cariche di Sin-
daco e di Consigliere comunale, elencati nella sotto riportata
tabella, ai sensi dell’art.41, comma1, dando atto che non sono
state denunziate o documentate nei confronti dei medesimi
condizioni di ineleggibilità, incompatibilità alle rispettive cari-
che o motivi determinanti l’illegittimità dell’elezione, ai sensi
delle disposizioni recate dal Decreto Legislativo N.235/2012:

GENERALITA’ LISTA
_____________ __________
_____________ __________
_____________ __________

2. Di pubblicare tempestivamente il testo del regolamento nella se-


zione dedicata di “AMMINISTRAZIONE TRASPARENTE”

Letto, confermato e sottoscritto,


Addì ,………….

Il Presidente Il Segretario Comunale


__________ ________________

REFERTO DI PUBBLICAZIONE

156
n. ………………. Registro Pubblicazioni

Il sottoscritto responsabile del servizio pubblicazioni aventi ef-


fetto di pubblicità legale attesta che la presente deliberazione
viene pubblicata a partire dal ………. al …………….. all’albo
pretorio per 15 giorni consecutivi ai sensi dell’art.124, comma
1° del T.U. 267/2000 e nel sito web istituzionale di questo Co-
mune accessibile al pubblico ai sensi dell’art.32, comma 1° della
legge 18 giugno 2009, n. 69.

Lì,…………………..
IL SEGRETARIO COMUNALE
_______________________

CERTIFICATO DI ESECUTIVITA’

Si certifica che questa deliberazione, ai sensi dell’art. 3, comma


18 e 54, Legge 244/2007 e dell’art. 32, comma 1 della Legge
18 giugno 2009 n. 69, è stata pubblicata sul sito WEB il giorno
19.02.2013 e rimarrà pubblicata per 15 giorni consecutivi.

Addì, ……………………………
IL SEGRETARIO COMUNALE
____________________

1.13 Surroga per dimissione del Consigliere e subentro

157
COMUNE DI ………
PROVINCIA DI …………
DELIBERA DEL CONSIGLIO COMUNALE
Reg. n. …………
Data………….

OGGETTO: surroga Consigliere comunale dimissionario ex


art. 38 del D.lgs. N. 267/2000 s.m.i.
L’anno duemila……….., il giorno …………… del mese di
………………. alle ore …………… si è riunito il Consiglio co-
munale convocato a norma di legge, in sessione Ordinaria.
All’appello uninominale risultano:
___________________
___________________
___________________
___________________
TOTALE n. ………….
Con la partecipazione del VICE SEGRETARIO,
………………………...
Assume la Presidenza ……………… nella sua qualità di PRE-
SIDENTE DEL CONSIGLIO e riconosciuta legale l’adunanza
dichiara aperta la seduta e chiama all’ufficio di scrutatori i con-
siglieri: ____________, ______________,____________ .
Il Presidente chiede al Consiglio di deliberare sull’oggetto sopra
indicato.
IL CONSIGLIO COMUNALE

158
DATO ATTO che ……………. si è svolta la consultazione elet-
torale per l’elezione diretta del Sindaco e del Consiglio comu-
nale di ………….;
DATO ATTO che, così come riportato nel Verbale delle opera-
zioni dell’Ufficio Centrale Elettorale del …………, dopo il se-
condo turno elettorale, è risultato eletto alla carica di Sindaco di
………….. il Sig. ……… ed è stata effettuata l’attribuzione dei
seggi alle liste;
PRESO ATTO che, con Delibera n…. del ……….., il Consiglio
comunale ha convalidato alla carica di Sindaco il Sig. ………….
ed ha convalidato alla carica di Consigliere comunale i seguenti
Consiglieri:
___________________
___________________
___________________
___________________
___________________
___________________

PRESO ATTO che, in data ………., il Consigliere Sig. _______


ha presentato personalmente al protocollo dell’ente le proprie di-
missioni da Consigliere comunale (nota ns. prot. ……./………);
VISTO l’art. 38, comma 8, del D. Lgs. n. 267/2000 s.m.i. che
stabilisce che “le dimissioni dalla carica di Consigliere, indirizzate al
rispettivo Consiglio, devono essere presentate personalmente ed assunte
immediatamente al protocollo dell’ente nell’ordine temporale di presen-

159
tazione (…) esse sono irrevocabili, non necessitano di presa d’atto e sono
immediatamente efficaci. Il Consiglio, entro e non oltre dieci giorni,
deve procedere alla surroga dei Consiglieri dimissionari, con separate
deliberazioni, seguendo l’ordine di presentazione delle dimissioni quale
risulta dal protocollo (…)”;
VISTO il comma 4 dell’art. 38 del D. Lgs. n. 267/2000 s.m.i.
per il quale “i Consiglieri entrano in carica all’atto della proclamazio-
ne ovvero, in caso di surrogazione, non appena adottata dal Consiglio
la relativa Deliberazione”;

DATO ATTO che il primo dei non eletti, dopo il Sig.


………………, è risultato il Sig. ………………… (cifra indivi-
duale ………) che, invece, ha accettato la nomina a Consiglie-
re comunale previa notifica della nota ns. prot. n…………del
………… tramite messi comunali (relazione di notifica reperto-
rio n. ……………);
DATO ATTO che, dalla dichiarazione sostitutiva di atto di no-
torietà rilasciata dal Sig. …………………………non risultano
sussistere motivi di ineleggibilità e/o di incompatibilità e che,
per quanto lo riguarda, non sono pervenuti alla Segreteria Ge-
nerale reclami e/o segnalazioni in merito a quanto disposto dal
Capo II, Titolo III del D. Lgs. n. 267/2000;
RITENUTO di procedere alla surroga della Sig.…………………
cui subentra il Sig. …………………. quale Consigliere comuna-
le eletto nella Lista “………………”;
VISTA la normativa vigente in materia;
VISTI gli allegati pareri di cui all’art. 49, comma 1, del D.lgs.

160
n. 267/2000;
UDITI gli interventi del ……………. e del Consigliere
…………………, così come risulta da resoconto verbale della
seduta;

CON la seguente VOTAZIONE espressa in forma palese:


- Consiglieri presenti n. …….
- Consiglieri votanti n. ………….
- Voti favorevoli n. …………

DELIBERA

1) per i motivi sopra detti, di procedere alla surroga della


Sig.…………… cui subentra il
Sig. ……………, quale Consigliere comunale eletto nella Lista
“……………”;
2) di prendere atto che, a carico del Sig. ……………………, non
sussistono né sono stati rilevati motivi ostativi alla surroga;
3) di trasmettere, tramite il Servizio Segreteria Generale, la pre-
sente Deliberazione alla Prefettura di ……………;

ED IL CONSIGLIO COMUNALE
VISTO l’art. 134, comma quarto, del D.lgs. 267/2000;
VISTO l’esito della successiva e separata votazione in forma palese:
- Consiglieri presenti n. …….
- Consiglieri votanti n. …….
- Voti favorevoli n. ……………

161
DICHIARA
la presente deliberazione immediatamente eseguibile.

Letto, approvato e sottoscritto.

IL VICE SEGRETARIO IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO


______________ _____________________________
REFERTO DI PUBBLICAZIONE

n. ………………. Registro Pubblicazioni

Il sottoscritto responsabile del servizio pubblicazioni aventi ef-


fetto di pubblicità legale attesta che la presente deliberazione
viene pubblicata a partire dal ………. al ……………. all’albo
pretorio per 15 giorni consecutivi ai sensi dell’art.124, comma
1° del T.U. 267/2000 e nel sito web istituzionale di questo Co-
mune accessibile al pubblico ai sensi dell’art.32, comma 1° della
legge 18 giugno 2009, n. 69.

Lì,……………..
IL SEGRETARIO COMUNALE
_______________________

CERTIFICATO DI ESECUTIVITA’

Si certifica che questa deliberazione, ai sensi dell’art. 3, comma


18 e 54, Legge 244/2007 e dell’art. 32, comma 1 della Legge

162
18 giugno 2009 n. 69, è stata pubblicata sul sito WEB il giorno
19.02.2013 e rimarrà pubblicata per 15 giorni consecutivi.

Addì, ……………………………
IL SEGRETARIO COMUNALE
____________________

1.14 Mozione di sfiducia nei confronti del Sindaco

COMUNE DI …..
PROVINCIA DI …..

N. …………. REG. delle delibere del Consiglio Comunale


Seduta del ……/…../…….. .

VERBALE DI DELIBERAZIONE DEL CONSIGLIO CO-


MUNALE

OGGETTO: Mozione di sfiducia nei confronti del Sindaco del Co-


mune di …………., ex art. 52 D.lgs. n. 267/2000, proposta dal n.
……… di Consiglieri Comunali (nota ns. prot. ……./………).

L’anno duemila……….., il giorno …………… del mese di


………………. alle ore …………… si è riunito il Consiglio co-
munale convocato a norma di legge, in sessione Ordinaria.

Alla …………. convocazione in seduta Pubblica, risultano

163
all’appello nominale i Consiglieri Comunali:

CONSIGLIERI PRES. CONSIGLIERI PRES.

  Si/No Si/No

Si/No Si/No

Si/No Si/No

  Si/No Si/No

  Si/No Si/No

  Si/No Si/No

  Si/No Si/No

  Si/No Si/No

  Si/No Si/No

 
Consiglieri Presenti  N.
Consiglieri Assenti  N.
Partecipa con funzioni consultive, referenti e di assistenza
e ne cura la verbalizzazione (ai sensi dell’art. 97, comma 4 ,
del D.lgs. n. 267/2000) il SEGRETARIO COMUNALE Dr.
…………………. .
Essendo legale il numero degli intervenuti il Signor ………………..
nella sua qualità di:
--Sindaco (per i Comuni con popolazione inferiore ai 15.000
abitanti) oppure
--Consigliere più anziano (per i Comuni con popolazione su-
periore ai 15.000 abitanti) fino all’elezione del Presidente ai
sensi dell’art. 40 del D.lgs. n. 267/2000

164
accerta il numero legale degli intervenuti, dichiara aperta la se-
duta , designando a scrutatori i tre Consiglieri
1)……………………… 2) ……………………
3).……………………..
ed invita il Consiglio Comunale a trattare la seguente proposta
di deliberazione
IL CONSIGLIO COMUNALE
Premesso che:
Con nota del ……………….. acquisita al prot. N…………… in
data …………………, è stata presentata mozione di sfiducia nei
confronti del Sindaco ………….., ai sensi dell’art.
52 del D.Lgs 267/2000 e art. 38 dello Statuto;
Visto che ai sensi dell’art. 52 del D.Lgs 267/2000 recita : “1.
Il voto del consiglio comunale o del consiglio provinciale contrario ad
una proposta del sindaco, del presidente della provincia o delle rispettive
giunte non comporta le dimissioni degli stessi.2. Il sindaco, il presiden-
te della provincia e le rispettive giunte cessano dalla carica in caso di
approvazione di una mozione di sfiducia votata per appello nominale
dalla maggioranza assoluta dei componenti il consiglio. La mozione di
sfiducia deve essere motivata e sottoscritta da almeno due quinti dei
consiglieri assegnati, senza computare a tal fine il sindaco e il presidente
della provincia, e viene messa in discussione non prima di dieci giorni
e non oltre trenta giorni dalla sua presentazione. Se la mozione viene
approvata, si procede allo scioglimento del consiglio e alla nomina di un
commissario ai sensi dell’articolo 141.”
Ciò premesso,
Vista la mozione di sfiducia nei confronti del Sindaco presentata

165
da n…….Consiglieri
comunali, acquisita al prot. n. …… in data ……………, conte-
nente la motivazione della scelta;
Dato atto che il Consiglio comunale si compone di n. …….. con-
siglieri (oltre al Sindaco), di cui n. …… appartenenti alla lista
“………………”, n. …… appartenenti alla lista “………………”,
n. ……. appartenente alla lista “………….” ;
Rilevato che la suddetta mozione è sottoscritta da oltre i due
quinti dei consiglieri assegnati a questo Ente;
Preso atto che la seduta di Consiglio Comunale per la discussio-
ne della mozione è stata convocata per il giorno …………., nel
rispetto dei termini prescritti dall’art. 52 D.Lgs 267/2000 e art.
38 dello Statuto;
Visto il vigente Statuto Comunale;
Visto il D.lgs. 267/2000;
Effettuata la discussione connessa alla mozione di sfiducia nei
confronti del Sindaco ………………., che si riporta nella regi-
strazione della seduta e conservata in file audio presso gli Uffici
di Segreteria Comunale ;
Preso atto che la votazione deve essere resa per appello nomi-
nale, così come previsto dalle disposizioni di legge in materia, si
procede all’appello nominale in ordine
alfabetico;
I membri del Consiglio Comunale rispondono, votando ad alta
voce, come segue:

CONSIGLIERI FAVOREVOLI CONTRARI ASTENUTI

166
_____________ _____________ __________ ___________
_____________ _____________ __________ ___________
_____________ _____________ __________ ___________
_____________ _____________ __________ ___________
_____________ _____________ __________ ___________
_____________ _____________ __________ ___________
Accertato l’esito della votazione, proclamato dal Presidente con
l’assistenza degli
scrutatori, che si sostanzia come segue:
consiglieri presenti …….
consiglieri votanti …….
voti favorevoli ……
voti contrari …..
astenuti …….

Dato atto che il controllo di regolarità amministrativa e contabi-


le di cui agli articoli 49 e 147/bis del D.lgs. 18/08/2000, n. 267,
è esercitato con la sottoscrizione digitale del presente atto e dei
pareri e visti che lo compongono;
Quindi il Consiglio Comunale,

DELIBERA
di non approvare la proposta di mozione di sfiducia nei con-
fronti del Sindaco …………..presentata dai Consiglieri
…………………… con Prot. n. …………..Del …….., di cui
viene allegata copia al presente atto.
Il Responsabile del Settore

167
__________________

Il presente verbale, redatto dal Segretario Generale, viene sot-


toscritto digitalmente ai sensi dell’art. 21 D.L.gs n 82/2005 e
s.m.i.
IL Sindaco IL Segretario Comunale
___________ _______________________

REFERTO DI PUBBLICAZIONE
n. ………………. Registro Pubblicazioni
Il sottoscritto responsabile del servizio pubblicazioni aventi ef-
fetto di pubblicità legale attesta che la presente deliberazione
viene pubblicata a partire dal ………. al …………….. all’albo
pretorio per 15 giorni consecutivi ai sensi dell’art.124, comma
1° del T.U. 267/2000 e nel sito web istituzionale di questo Co-
mune accessibile al pubblico ai sensi dell’art.32, comma 1° della
legge 18 giugno 2009, n. 69.

Lì,…………………..
IL SEGRETARIO COMUNALE
_______________________

CERTIFICATO DI ESECUTIVITA’

Si certifica che questa deliberazione, ai sensi dell’art. 3, comma


18 e 54, Legge 244/2007 e dell’art. 32, comma 1 della Legge
18 giugno 2009 n. 69, è stata pubblicata sul sito WEB il giorno

168
19.02.2013 e rimarrà pubblicata per 15 giorni consecutivi.

Addì, ……………………………
IL SEGRETARIO COMUNALE
____________________

1.15 Convocazione del Consiglio comunale

COMUNE DI ………
PROVINCIA DI …………

Ai Consiglieri comunali
Agli Assessori Comunali
Ai Responsabili di settore
Al Presidente dei Revisori
Al Segretario Generale
p.c. Alla Prefettura di ……………
LORO SEDI
Data………….
Prot. n. ………..

Oggetto: convocazione del Consiglio comunale.

Le SS.VV. sono invitate a partecipare all’adunanza del Consiglio


Comunale, convocato in seduta ordinaria ed in prima convoca-
zione per il giorno ……………..ore ………… presso il Palazzo
Comunale, per la trattazione del seguente:

169
ORDINE DEL GIORNO

1. Comunicazioni;
2. Question Time (art. ……… del Regolamento del Consiglio
Comunale);
3. Lettura ed approvazione verbali seduta precedente;
4. Art. 175 , comma 4 , del D.lgs. 267/2000- ratifica variazione
bilancio di previsione finanziaria del triennio …………-…
……., adottato in via d’urgenza dalla Giunta comunale con
atto n. …….. del ……….. ;
5. Verifica delle quantità e qualità delle aree e dei fabbricati da
destinarsi alla residenza, alle attività produttive e terziarie –
anno ……. ;
6. Approvazione del piano delle alienazioni e valorizzazioni
immobiliari – anno ……. ;
7. Approvazione del programma per l’affidamento di incarichi
di collaborazione, studi e consulenza – anno ………….. ;
8. Nomina della Commissione per la formazione degli elenchi
dei giudici popolari;

qualora la seduta andasse deserta, il Consiglio comunale è


convocato in 2° convocazione il giorno …………. alle ore
……………….;
IL Sindaco
___________
1.16 Riconoscimento della legittimità di debiti fuori bilan-

170
cio.

COMUNE DI …..
PROVINCIA DI …..

N. …………. REG. delle delibere del Consiglio Comunale


Seduta del ……/…../…….. .

VERBALE DI DELIBERAZIONE DEL CONSIGLIO CO-


MUNALE

OGGETTO: Mozione di sfiducia nei confronti del Sindaco del Co-


mune di …………., ex art. 52 D.lgs. n. 267/2000, proposta dal n.
……… di Consiglieri Comunali (nota ns. prot. ……./………).

L’anno duemila……….., il giorno …………… del mese di


………………. alle ore …………… si è riunito il Consiglio co-
munale convocato a norma di legge, in sessione Ordinaria.
Alla …………. convocazione in seduta Pubblica, risultano
all’appello nominale i Consiglieri Comunali:
 
CONSIGLIERI PRES. CONSIGLIERI PRES.

  Si/No Si/No

Si/No Si/No

Si/No Si/No

  Si/No Si/No

171
  Si/No Si/No

  Si/No Si/No

  Si/No Si/No

  Si/No Si/No

  Si/No Si/No

 Consiglieri Presenti  N.
Consiglieri Assenti  N.

Partecipa con funzioni consultive, referenti e di assistenza


e ne cura la verbalizzazione (ai sensi dell’art. 97, comma 4 ,
del D.lgs. n. 267/2000) il SEGRETARIO COMUNALE Dr.
…………………. .
Essendo legale il numero degli intervenuti il Signor ………………..
nella sua qualità di:
Sindaco (per i Comuni con popolazione inferiore ai 15.000 abi-
tanti) oppure
Consigliere più anziano (per i Comuni con popolazione supe-
riore ai 15.000 abitanti) fino all’elezione del Presidente ai sensi
dell’art. 40 del D.lgs. n. 267/2000
accertato il numero legale degli intervenuti, dichiara aperta la
seduta , designando a scrutatori i tre Consiglieri
1)…………………… 2) ……………………
3)……………………..
ed invita il Consiglio Comunale a trattare la seguente proposta
di deliberazione
IL CONSIGLIO COMUNALE

172
Su proposta dell’Assessore al Bilancio …………..

Premesso che…………………….(riportare i presupposti di fatto o di


diritto che hanno determinato il debito fuori bilancio);
Visto L’art. 194 del Dlgs. 267/00 prevede che debba essere rico-
nosciuta, con deliberazione del Consiglio Comunale da adottare
in sede di verifica della salvaguardia degli equilibri di bilancio,
o con diversa periodicità stabilita dal regolamento di contabilità
dell’Ente, la legittimità dei debiti fuori bilancio derivanti da (in-
dicare una delle seguenti fattispecie , cosi come descritte dall’art. 194):
• sentenze esecutive;
• copertura di disavanzi di consorzi, aziende speciali e di isti-
tuzioni, nei limiti degli obblighi derivanti da statuto, conven-
zione o atti costitutivi, purché sia stato rispettato l’obbligo di
pareggio di bilancio ed il disavanzo derivi da fatti di gestione;
• ricapitalizzazione, nei limiti e nelle forme previste dal codice
civile o da norme speciali, di società di capitali costituite per
l’esercizio di servizi pubblici locali;
• procedure espropriative o di occupazione d’urgenza per ope-
re di pubblica utilità;
• acquisizione di beni e servizi, in violazione degli obblighi di
cui ai commi 1, 2 e 3 dell’articolo 191, nei limiti degli accer-
tati e dimostrati utilità ed arricchimento dell’ente, nell’ambito
dell’espletamento di pubbliche funzioni e servizi di compe-
tenza.
Nel caso di specie, per i debiti fuori bilancio derivanti da sen-

173
tenze esecutive, secondo la giurisprudenza contabile maggiori-
taria, l’ente territoriale non ha alcun margine discrezionale per
decidere se attivare la procedura di riconoscimento o meno del
debito e , pertanto, l’Ente è tenuto a pagare, posto che in caso
contrario il creditore può ricorrere a misure esecutive per recu-
perare il suo credito, con un pregiudizio ancora maggiore per
l’ente territoriale.

Dato atto che:


- nel caso di sentenze, nessun margine di apprezzamento discre-
zionale è lasciato al Consiglio Comunale il quale, con la delibe-
razione di riconoscimento del debito fuori bilancio, esercita una
mera funzione ricognitiva, non potendo – in ogni caso – impe-
dire il pagamento del relativo debito (Corte dei Conti, Sicilia, n.
2/2005 del 23.2.2005);
- la natura della deliberazione consiliare in questione non è pro-
priamente quella di riconoscere la legittimità del debito, che di
per sé già sussiste, bensì di ricondurre al sistema di bilancio un
fenomeno di rilevanza contabile (il debito da sentenza), che è
maturato all’esterno dello stesso (sul cui contenuto l’Ente non
può incidere) e di verificare la sua compatibilità al fine di adot-
tare i necessari provvedimenti di riequilibrio finanziario (Corte
dei Conti – Sez. di controllo – Friuli Venezia Giulia – delibera
n. 6/2005);

Rilevato che l’esposizione debitoria derivante dalle senten-


ze sfavorevoli per l’Ente ammonta complessivamente ad €

174
……………….;
Considerato che per la copertura del debito sopra citato si prov-
vederà………………………. (indicare una o più voci da cui attin-
gere per adempiere al pagamento del debito, ad esempi, variazione di
bilancio, fondi appositamente accantonati in avanzo per contenziosi in
corso, fondi ordinari di bilanci, fondo di riserva effettuato con apposita
deliberazione della Giunta Comunale);

Ritenuto di riconoscere la legittimità dei debiti fuori bilancio che


ne conseguono.

Tutto ciò premesso;

Viste le relazioni illustrative dei debiti allegate al presente atto


per farne parte integrante e sostanziale;

Visto il D.lgs. n. 267/2000 art. 175, comma 3, lett. c).

Visto il Regolamento di contabilità in vigore;

Sentita la competente Commissione consiliare;

Acquisito, per la seduta odierna, il parere dell’Organo di Revi-


sione;

Visti i pareri favorevoli in ordine alla regolarità tecnica ed il pa-


rere favorevole in ordine alla regolarità contabile in conformità a

175
quanto previsto dagli artt. di cui agli artt. 49 e 147-bis del D.Lvo
18.8.2000 n. 267 e s.m.i..

La votazione, espressa in forma palese, dà il seguente risultato:


Consiglieri Votanti n. ………… Consiglieri Voti favorevoli n.
………… Astenuti …….. Voti contrari ……….
Visto l’esito favorevole della votazione
DELIBERA
Di riconoscere, ai sensi della lett. ………(indicare la lettere che nel
caso di specie è la lett. a) ) dell’art. 194 del D. Lgs. n. 267/2000,
la legittimità dei debiti fuori bilancio derivanti dalle sentenze di
seguito elencate;
Di autorizzare i servizi nei quali si è originata la spesa a predi-
sporre gli atti necessari per l’assunzione del relativo impegno e
la conseguente liquidazione.
Di dare atto che il debito sopra elencato, pari a complessivi €
…………….. trova copertura nell’ambito dei competenti capito-
li di bilancio di spesa come sopra menzionato;
Di trasmettere il seguente agli organi di controllo preposti e alla
procura della provvedimento alla Corte dei Conti come previsto
dall’art. 23 , comma 5, della legge 27 dicembre 2002 n. 289;
Di dare atto che il presente provvedimento verrà allegato al ren-
diconto dell’esercizio di competenza;

allegati …..

Visto, si esprime parere favorevole in ordine alle regolarità tec-

176
nica della presente proposta di deliberazione.

Addì,………..
IL Responsabile del servizio
_____________________

Visto, si esprime parere favorevole in ordine alla regolarità con-


tabile ex art. 49 t.u.e.l.

Lì,……………………

IL Responsabile del servizio


_____________________

2. Atti della Giunta comunale

177
Passiamo in rassegna la struttura delle delibere della Giunta
comunale con particolare attenzione al contenuto del provvedi-
mento.

2.1 Costituzione staff Sindaco


Per poter procedere alla redazione dell’atto va ricordato che an-
ch’esso, come la delibera consiliare, viene raccolto in un registro
a numerazione progressiva e annuale che dovrà essere riportato
nel provvedimento.
Intestazione sarà di questo tipo:

COMUNE DI …..
PROVINCIA DI …..

N. …………. REG. delle delibere della Giunta Comunale


Data……..

DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA COMUNALE

Nell’intestazione viene indicata la competenza dell’organo, la


sua legittimazione e oggetto del provvedimento.

OGGETTO: costituzione dell’ufficio di staff con funzioni di supporto


agli organi di direzione politica ai sensi del regolamento per l’ordina-
mento degli uffici e dei servizi del Comune di……….. e dell’art. N. 90
del D.lgs n. 267/2000
L’anno…………., il giorno …….. del mese di ………………..a par-

178
tire dalle ore ………………… si è riunita nella Residenza Municipale
la

LA GIUNTA COMUNALE
Risultano presenti ed assenti al momento dell’adozione del presente atto
i signori:
___________________
___________________
___________________
___________________
___________________

Su proposta dell’Assessore al Servizio Risorse Umane


…………………….

Si passa alla redazione del preambolo in cui sono indicate le


ragioni giuridiche e di fatto che hanno dato luogo all’adozione
del provvedimento. In particolare:

Richiamate:
--la deliberazione della Giunta Comunale n. 310 del 29/12/2014 di
approvazione del vigente “Regolamento sull’ordinamento degli uffici
e dei servizi”;
--la Deliberazione di Giunta Comunale n. ……. del …………, rela-
tiva alla modifica della nuova macrostruttura organizzativa dell’Am-
ministrazione Comunale e relativo funzionigramma;
--la Deliberazione del Consiglio Comunale n. ….. del …………,

179
con la quale è stato approvato il Bilancio di previsione
…………../………..;
--Deliberazione di Giunta Comunale n. ………. del ………….., è
stato approvato il Piano Esecutivo di Gestione ……….. (Piano della
Performance);
Premesso che:
--l’art. 90, del D.lgs. n. 267/2000 e s.m.i., così recita: “1. Il rego-
lamento sull’ordinamento degli uffici e dei servizi può prevedere la
costituzione di uffici posti alle dirette dipendenze del sindaco, del pre-
sidente della provincia, della giunta o degli assessori, per l’esercizio
delle funzioni di indirizzo e di controllo loro attribuite dalla legge, co-
stituiti da dipendenti dell’ente, ovvero, salvo che per gli enti dissestati
o strutturalmente deficitari, da collaboratori assunti con contratto a
tempo determinato, i quali, se dipendenti da una pubblica ammini-
strazione, sono collocati in aspettativa senza assegni. 2. Al personale
assunto con contratto di lavoro subordinato a tempo determinato si
applica il contratto collettivo nazionale di lavoro del personale degli
enti locali. 3. Con provvedimento motivato della giunta, al personale
di cui al comma 2 il trattamento economico accessorio previsto dai
contratti collettivi può essere sostituito da un unico emolumento com-
prensivo dei compensi per il lavoro straordinario, per la produttività
collettiva e per la qualità della prestazione individuale. 3-bis. Resta
fermo il divieto di effettuazione di attività gestionale anche nel caso
in cui nel contratto individuale di lavoro il trattamento economico,
prescindendo dal possesso del titolo di studio, è parametrato a quello
dirigenziale”
--l’art. 13 del vigente “Regolamento per l’Ordinamento degli Uffici

180
e dei Servizi” prevede che la Giunta possa costituire uffici di staff
alle dirette dipendenze del Sindaco, della Giunta o degli Assessori
per coadiuvare gli organi di governo nell’esercizio delle funzioni di
indirizzo e controllo di loro competenza ed al comma 2 prevede che
ai predetti uffici può essere assegnato personale esterno all’Ammini-
strazione, assunto a tempo determinato;
--Dato atto che il medesimo articolo prevede inoltre che i collaboratori
siano scelti direttamente dal Sindaco;

Successivamente viene stillata la motivazione della scelta, in cui


sono indicati i motivi posti alla base dell’adozione dell’atto. Ad
esempio:

Dato Atto che le strutture a supporto degli organi di direzione politica


sono strutture eventuali la cui costituzione è rimessa all’autonoma de-
terminazione dell’ente anche per quanto riguarda la dotazione del per-
sonale. Il personale supporterà il Vicesindaco e la Giunta nelle funzioni
di indirizzo e controllo con esclusione di attività di carattere gestionale o
di possibili sovrapposizioni con le funzioni dirigenziali ed istituzionali;

Atteso che i contratti di lavoro a tempo determinato stipulati ai sensi


dell’art. 90 del D. Lgs. n.267/2000 si costituiscono in virtù di un rap-
porto fiduciario (intuitu personae) con il soggetto politico che richiede
l’assunzione di personale e che, pertanto, gli stessi si risolvono automa-
ticamente nel caso di cessazione anticipata del mandato elettorale del
Sindaco pro – tempore che ha richiesto la loro assunzione;
Dato atto pertanto che i contratti di lavoro degli attuali componenti

181
dello l’ufficio di supporto agli organi di direzione politica sono scaduti
in data ……………;
ATTESO:
--che il personale degli uffici costituiti a norma dell’art. 90 è
individuato, in relazione alla natura dell’incarico, dal Sindaco
previa acquisizione di curricula;
--che gli uffici di cui trattasi possono solo ed esclusivamente
collaborare con gli organi di direzione politica nell’esercizio
delle funzioni di indirizzo e controllo loro attribuite dalla
legge ed agli stessi può essere attribuita alcuna competenza
gestionale;

RILEVATO che l’art. 90 comma 3 del D.Lgs n. 267/2000 dispone che


“Con provvedimento motivato della giunta, al personale di citi al com-
ma 2 il trattamento economico accessorio previsto dai contratti collettivi
può essere sostituito da un unico emolumento comprensivo dei compensi
per il lavoro straordinario, per la produttività collettiva e per la qualità
della prestazione individuale

RILEVATA l’opportunità, al fine dell’acquisizione dei curricula degli


interessati, di procedere alla pubblicazione sull’Albo Pretorio e sul sito
Istituzionale dell’Ente, PCI- 15 giorni consecutivi, di un avviso poi il
reperimento ai sensi dell’art. 90 del TUEL e del Regolamento di “Ad-
detto Ufficio di Staff – Portavoce” e di “Addetto alla gestione social
media”, oltre a diffondere apposito comunicato stampa, disponendo che
la Direzione Risorse Umane provveda a tali adempimenti;
VISTI:

182
--il vigente Regolamento sull’ordinamento degli uffici e dei sei-vizi, ed
in particolare 1 an. 31 del medesimo; - il vigente Statuto dell’Ente;
--Il D. Lgs. n. 165/2001;
--il D. Lgs. n. 267/2000;
Tenuto conto che il Responsabile del Procedimento, ai sensi dell’art.
5 della L 211/90 e s.m.i, in materia di procedimenti amministrativi,
è la ……………, Funzionario P. O., mentre il Dirigente dell’Ufficio
Gabinetto del Sindaco è il ……………………. e che entrambi hanno
.......... si propone quanto segue:
--di approvare le premesse quali parti integranti e sostanziali del pre-
sente provvedimento;
-- di costituire un Ufficio Staff ai sensi dell’art. , 90 del D.lgs. 267/2000
e del vigente Regolamento sull’ordinamento degli uffici e dei servizi
da porre alle dirette dipendenze del Sindaco e che sia di supporto al
Sindaco poi l’esercizio di indirizzo e controllo dell’organo politico;
--di stabilire che il suddetto ufficio di staff del Sindaco sia così for-
mato: da n. 1 figura di ‘Addetto Ufficio di Staff - Portavoce “, da
assumersi con contratto di lavoro subordinato a tempo pieno e deter-
minato e da inquadrarsi in cat. D1.
--di dare mandato alla Direzione Risorse Umane, al fine dell’acquisi-
zione dei curricula degli interessati, di procedere alla pubblicazione
sull’Albo Pretorio e sul sito Istituzionale dell’Ente, per 15 giorni con-
secutivi, degli avvisi per il reperimento ai sensi dell’art. 90 del TUEL
-- di approvare conseguentemente gli schemi Allegato “A” al presente
provvedimento, quale sua parte integrante e sostanziale;
-- di dare atto clic la relativa spesa le figure di cui al presente provvedi-
mento troverà copertura nei capitoli …… az. ….. (competenze), az.

183
….. (contributi,) e cap. …

Conclusa la motivazione, occorre indicare il tipi di pareri resi e


dovuti ai sensi dell’art. 49 del t.u.e.l..
Qualora la delibera si discosti dal parere tecnico reso, è neces-
sario che l’organo deliberante di motivi adeguatamente la scelta
compiuta.
Visti i pareti di regolarità tecnica e contabile espressi su tale proposta dai
Dirigenti Responsabili interessati, resi ai sensi art. 49 comma 1 D. Lgs.
267/2000, nonché la dichiarazione, riportati nei fogli che si allegano;

Segue la votazione della proposta per cui sarà necessario indica-


re le modalità di espressione del voto e l’esito della stessa.

Con voti favorevoli ed unanimi espressi nelle forme previste dallo Sta-
tuto;

Nel dispositivo , invece, viene riportata la volontà dell’organo


deliberante, che si concreta nell’approvazione dell’atto, dando
atto del rispetto delle condizioni di legge e delle norme Statuta-
rie che legittimano la competenza della Giunta.

D E L I B E RA
1. di approvare le premesse quali parti integranti e sostanziali del pre-
sente provvedimento; Deliberazione n. ……. del ………….. CO-
MUNE di……….;
2. di costituire un Ufficio Staff ai sensi dell’art. 90 del D. Lgs.

184
267/2000 e del vigente Regolamento sull’ordinamento degli uffici
e dei servizi da porre alle dirette dipendenze del Sindaco e che sia
di supporto al Sindaco per l’esercizio delle funzioni di indirizzo e
controllo dell’organo politico;
3. di stabilire che il suddetto ufficio di staff del Sindaco sia così for-
mato: da n. I figura di “Addetto Ufficio di Staff - Portavoce”, da
assumersi con contratto di lavoro subordinato a tempo pieno e de-
terminato e da inquadrarsi in cat. D1, che coadiuvi il Sindaco nella
cura dei rapporti con i gruppi consiliari, i partiti politici;

Ai fini di integrazione dell’efficacia dell’atto è necessario dare


comunicazione dell’atto ai capigruppo consiliari in elenco non-
ché disporne le forme di pubblicazione.

4. Di effettuare comunicazione della presente deliberazione ai capi-


gruppo consiliari;
5. Di disporre, altresì, il dispositivo della proposta a disposizione del
pubblico, per 60 giorni consecutivi, presso la segreteria del Comune,
nonché di pubblicizzare l’atto a mezzo di avviso all’Albo pretorio
dell’Ente comunale e affissione e manifestazione nei luoghi pubblici,
nonché con la pubblicazione del sito web del comune, sezione AM-
MINISTRAZIONE TRASPARENTE.

L’organo deliberante può decidere, a sua scelta, di dare imme-


diata esecuzione all’atto in questione.

Il presente atto è dichiarato immediatamente eseguibile ad unanimità

185
di voti, ai sensi dell’art. 134, comma 4, D. Lgs. n. 267 del 18.8.2000 e
successive modifiche ed integrazioni, al fine di procedere con la massima
sollecitudine alla pubblicazione dell’Avviso.

2.2 Verifica dello schedario elettorale

COMUNE DI …..
PROVINCIA DI …..

N. …………. REG.
Data……..

VERBALE DI DELIBERAZIONE della GIUNTA COMUNALE

Oggetto: verifica della regolare tenuta dello schedario elettorale.

L’anno ……………addì …………….del mese di …………., alle


ore ……….., nella sala delle adunanze
Previa accertamento dell’osservanza di tutte le formalità pre-
scritte dal vigente D.Lgs 18 agosto 2000, n.267, si è riunita la
Giunta Comunale nelle persone dei Signori:
Cognome e Nome Carica
__________________ ______________
__________________ ______________
__________________ ______________
__________________ ______________
Totale Presenti: ……….Totali Assenti:……….

186
Assiste il Segretario Generale …………………, il quale provve-
de alla redazione del presente verbale.
Essendo legale il numero degli intervenuti, il signor
………………… nella sua qualità di Sindaco assume la presi-
denza e dichiara aperta la seduta per la trattazione dell’oggetto
sopra indicato.

LA GIUNTA COMUNALE

Considerato che,
-- a norma dell’art. 6, 6° comma, del T.U. per la disciplina
dell’elettorato attivo e per la tenuta e la revisione delle liste
elettorali, approvato con D.P.R. n° 223 del 20 marzo 1967, la
Giunta comunale deve verificare, quando lo ritiene opportu-
no, e, in ogni caso, nei mesi di gennaio e di luglio la regolare
tenuta dello schedario elettorale.
Dato atto:
--che il comune di Borgomanero è stato autorizzato con nota
prefettizia n. …………….. del …………….. a sostituire lo
schedario cartaceo con un adeguato programma di gestione
su supporti magnetici che offre le medesime garanzie di sicu-
rezza e funzionalità;
-- che il sistema informatico utilizzato consente il costante ag-
giornamento della posizione di ogni elettore grazie al collega-
mento con gli archivi anagrafici e di stato civile;
-- che è stata effettuata d’ufficio accurata verifica sulla regolare

187
tenuta dello schedario elettorale elettronico.
Visto il parere favorevole sulla proposta di deliberazione espres-
so ai sensi dell’art. 49 del D.lgs. 267/2000.

Con voti unanimi favorevoli espressi in forma palese

DELIBERA

1) Di prendere atto della regolare tenuta dello schedario eletto-


rale in quanto:
--lo schedario elettorale è tenuto con sistema informatico, come
da autorizzazione ministeriale comunicata all’Ufficio Eletto-
rale dalla Prefettura di …………. con nota n. …………… del
………..;
--il servizio elettorale gestito informaticamente è pienamente
funzionante secondo quanto prescritto dalla normativa vigen-
te e dalle disposizioni ministeriali e prefettizie impartite;
--lo schedario elettorale informatico è costantemente aggiorna-
to in base alle variazioni anagrafiche e di stato civile;
--le operazioni connesse alle revisioni semestrali e dinamiche
sono state svolte con regolarità.

Con successiva votazione unanime favorevole, stante l’urgenza,


la presente deliberazione viene dichiarata immediatamente ese-
guibile ai sensi dell’articolo 134, comma 4, del D.lgs. 18 agosto
2000, n. 267.
Letto, approvato e sottoscritto.

188
IL SINDACO IL SEGRETARIO GENERALE
___________ _____________________

2.3 Approvazione dell’organigramma del personale

COMUNE DI …..
PROVINCIA DI …..

N. …………. REG.
Data……..

VERBALE DI DELIBERAZIONE della GIUNTA COMUNALE

Oggetto: Riorganizzazione dell’Ente. Approvazione nuovo or-


ganigramma.
L’anno ……………addì …………….del mese di …………., alle
ore ……….., nella sala delle adunanze
Previa accertamento dell’osservanza di tutte le formalità pre-
scritte dal vigente D.Lgs 18 agosto 2000, n.267, si è riunita la
Giunta Comunale nelle persone dei Signori:
Cognome e Nome Carica
_________________ ____________
_________________ ____________
_________________ ____________
_________________ ____________
Totale Presenti: ……….Totali Assenti:……….

189
Assiste il Segretario Generale …………………, il quale provve-
de alla redazione del presente verbale.
Essendo legale il numero degli intervenuti, il signor
………………… nella sua qualità di Sindaco assume la presi-
denza e dichiara aperta la seduta per la trattazione dell’oggetto
sopra indicato.

LA GIUNTA COMUNALE

VISTA la seguente proposta di deliberazione presentata dal Re-


sponsabile dell’Area Segreteria- Personale- Tributi - Beni ed attività
culturali – Istruzione sport e politiche giovanili ai sensi dell’art. 49
del D Lgs. 267/2000 n. 267 in ordine alla regolarità’ tecnica;

RICHIAMATO il D. Lgs. n. 165/2001 ed in particolare l’art. 6


in materia di organizzazione e disciplina degli Uffici della Pub-
blica Amministrazione e dotazioni organiche e l’art. 35 che de-
manda al Regolamento sull’Ordinamento degli Uffici e Servizi
la disciplina delle dotazioni organiche e del reclutamento del
personale;

VISTO il Regolamento Comunale sull’Ordinamento generale


degli uffici e dei servizi approvato con deliberazione della Giun-
ta Comunale n. ……….del ……………..e successive modifiche
ed integrazioni;
RITENUTO di procedere ad una nuova riorganizzazione

190
dell’Ente accorpando le due aree succitate in un’unica denomi-
nata “Area Amministrativo Contabile” questo al fine di rendere
più snella la struttura burocratica e di conseguenza semplificare
anche la procedura amministrativa;

RAVVISATA, pertanto, la necessità di approvare il nuovo orga-


nigramma dell’Ente, nel quale siano individuate le singole Aree,
con la contestuale individuazione delle posizioni organizzative
corrispondente al numero delle Aree e con l’assegnazione del
personale alle singole aree;

ACQUISITO il parere favorevole espresso dal Responsabile


dell’Area Segreteria- Personale- Tributi - ai sensi dell’art. 49 del
D Lgs. 267/2000 n. 267 in ordine alla regolarità’ tecnica della
proposta di che trattasi;

DATO atto che non è dovuto il parere di regolarità’ contabile


in quanto trattasi di atto che non comporta impegno di spesa o
diminuzione di entrata;

VISTI:
--Il D. Lgs. 267/2000 e successive modifiche ed integrazioni;
--Il D. Lgs. 265/2001 e successive modifiche ed integrazioni;
--lo Statuto Comunale;
--il Regolamento sull’ordinamento generale degli Uffici e dei
servizi;
--Visto il parere favorevole sulla proposta di deliberazione

191
espresso ai sensi dell’art. 49 del D.lgs. 267/2000.
--con votazione favorevole, unanime e palese per alzata di mano;

DELIBERA

1) di procedere alla riorganizzazione dell’Ente creando un’uni-


ca Area denominata Area Amministrativo Contabile a seguito
dell’accorpamento delle due aree rispettivamente denominate
Area :
--Area Amministrativa Finanziaria – Servizio Socio Assisten-
ziale e Servizi alla Persona;
--Area Segreteria, Personale, Tributi, Beni ed Attività Culturali,
Istruzione, Sport e Politiche Giovanili
2) di approvare, per quanto indicato in premessa, il nuovo orga-
nigramma dell’Ente così come risulta dall’allegato “a”, parte in-
tegrante e sostanziale al presente provvedimento nel quale sono
indicate anche le linee di attività assegnate a ciascuna area;
3) di individuare n. 4 posizioni organizzative corrispondenti
a: AREA AMMINISTRATIVO CONTABILE, AREA VIGI-
LANZA- DEMOGRAFICO - STATISTICA, AREA GESTIO-
NE DEL TERRITORIO, AREA LAVORI PUBBLICI E MA-
NUTENZIONI
4) Di assegnare il personale dipendente a ciascuna area secondo
le seguenti disposizioni:
--AREA AMMINISTRATIVO – CONTABILE DOTAZIO-
NE n. 1 Istruttore Direttivo – cat. D – n. 3 Istruttori Ammi-
nistrativo – cat. C - n. 2 Collaboratori Amministrativi – cat.

192
B –di cui n. 1 posto a tempo pieno e n. 1 posto part-time a
18 ore - vacante
--AREA VIGILANZA – DEMOGRAFICO – STATISTICA
DOTAZIONE n. 1 Istruttore Direttivo – Tenente di Polizia
Locale – cat. PLB n. 1 Istruttore Direttivo – Tenente di Poli-
zia Locale – cat. PLB n. 1 Collaboratore Amministrativo cat.
B part-time a 20 ore
--AREA GESTIONE DEL TERRITORIO DOTAZIONE n.
1 Istruttore Tecnico – cat. D n. 1 Esecutore Tecnico – cat. B
--AREA LAVORI PUBBLICI E MANUTENZIONI DOTA-
ZIONE n. 1 Istruttore Tecnico -Direttivo – cat. D – n. 1
5) Di trasmettere copia della presente deliberazione alle oo.ss.
e rsu.
6) Con successiva votazione favorevole unanime, stante l’urgen-
za, la presente deliberazione viene dichiarata immediatamente
eseguibile ai sensi dell’articolo 134, comma 4, del D.lgs. 18 ago-
sto 2000, n. 267.

Letto, approvato e sottoscritto.

IL SINDACO IL SEGRETARIO GENERALE


___________ _____________________

2.4 Approvazione schema di convenzione

193
COMUNE DI …..
PROVINCIA DI …..
N. …………. REG.
Data……..

VERBALE DI DELIBERAZIONE della GIUNTA COMUNA-


LE

Oggetto: approvazione schema di convenzione per la gestione


della palestra sita in via ………………….

L’anno ……………addì …………….del mese di …………., alle


ore ……….., nella sala delle adunanze
Previa accertamento dell’osservanza di tutte le formalità pre-
scritte dal vigente D.Lgs 18 agosto 2000, n.267, si è riunita la
Giunta Comunale nelle persone dei Signori:
Cognome e Nome Carica
________________ ____________
________________ ____________
________________ ____________
________________ ____________
Totale Presenti: ……….Totali Assenti:……….

Assiste il Segretario Generale …………………, il quale provve-


de alla redazione del presente verbale.
Essendo legale il numero degli intervenuti, il signor

194
………………… nella sua qualità di Sindaco assume la presi-
denza e dichiara aperta la seduta per la trattazione dell’oggetto
sopra indicato.
LA GIUNTA COMUNALE
Premesso che l’Amministrazione Comunale negli ultimi anni ha
cercato di rendere i propri impianti sportivi maggiormente frui-
bili dalla Comunità e, in particolar modo, da parte delle associa-
zioni sportive attive sul territorio, ricorrendo anche a numerosi
interventi di manutenzione e ristrutturazione;

Considerato che al fine di migliorare quindi detto utilizzo, si è


ritenuto utile in passato perseguire un’efficiente ed efficace ge-
stione degli spazi e mantenimento della pulizia dei locali, me-
diante l’assegnazione di tale compito alle medesime associazio-
ni dichiaratesi disponibili;

Atteso che per la particolare natura collaborativa maturata da


tempo l’Amministrazione non ritiene utile una preventiva mani-
festazione di interesse, risultando conveniente una convenzione
diretta di conferimento ai sensi dell’art. 36 comma 2 lett. a) del
D.lgs. 50/2016 e s.m.i.;
Preso atto della disponibilità pervenuta da parte
…..………………… per la custodia, vigilanza e mantenimento
della pulizia della palestra Scuole ………………. in via -………
………………. (……………..), attività quali risultano dall’unito
atto di convenzione;
Esaminato e ritenuto meritevole di accoglimento lo schema di

195
convenzione per la durata di un anno, qui allegato quale parte
integrante ed inscindibile del presente atto, che si compone di
n. …… articoli;

Visti i pareri, espressi ai sensi dell’art. 49 del D.lgs. n. 267/2000


e s.m.i., in ordine alla regolarità tecnica e del Responsabile dei
Servizi Finanziari per quanto attiene alla regolarità contabile;

Visto il parere favorevole espresso dal Segretario Generale, per


quanto attiene alla legittimità, in quanto richiesto dal Consesso
nella presente adunanza;

Con votazione favorevole unanime, espressa nei modi e forme


di legge.
DELIBERA
1. Di affidare, per i motivi espressi in narrativa, la gestione par-
ziale e mantenimento della pulizia della Palestra presso l’Istituto
Comprensivo Statale “…………………..” di Via …………..;
2. Di approvare lo schema di convenzione allegato sub A) quale
parte integrante e sostanziale del presente atto;
3. Di dare atto che compete al Titolare P.O. Servizi Socio-cultu-
rali e alla Persona la sottoscrizione della convenzione ed i prov-
vedimenti conseguenti.

Letto, confermato e sottoscritto Il Sindaco

IL Sindaco IL Segretario comunale

196
___________ ________________

2.5 Delibera di transazione

COMUNE DI …..
PROVINCIA DI …..

N. …………. REG.
Data……..

VERBALE DI DELIBERAZIONE della GIUNTA COMUNALE

Oggetto: Controversia…………/………………. ; approvazione


proposta di transazione per danno da insidie stradali.

L’anno ……………addì …………….del mese di …………., alle


ore ……….., nella sala delle adunanze
Previa accertamento dell’osservanza di tutte le formalità pre-
scritte dal vigente D.Lgs 18 agosto 2000, n.267, si è riunita la
Giunta Comunale nelle persone dei
Signori:

Cognome e Nome Carica


________________ _________
________________ _________
________________ _________

197
________________ _________
Totale Presenti: ……….Totali Assenti:……….
Assiste il Segretario Generale …………………, il quale provve-
de alla redazione del presente verbale.
Essendo legale il numero degli intervenuti, il signor
………………… nella sua qualità di Sindaco assume la presi-
denza e dichiara aperta la seduta per la trattazione dell’oggetto
sopra indicato.
LA GIUNTA COMUNALE

VISTA la richiesta acquisita al protocollo dell’Ente in data


…………………. al prot. ……………, con la quale il Sig.
…………………, in atti generalizzato, chiedeva al Comune di
………………, tramite il proprio legale Avv. ……………………,
il risarcimento dei danni per lesioni personali, a seguito dell’in-
cidente verificatosi a …………………, in Via ………………..,
nei pressi del civico n. ………., in data ………., a causa di una
buca presente sul manto stradale.

PRESO ATTO dell’istruttoria effettuata.


VISTA la e-mail del ……….., con la quale l’avvocato
……………….. inviava la documentazione medica e la quantifi-
cazione del danno di €. …………..;

VISTA la nota prot. …………. del ……………… con la quale il


Dirigente in seguito all’incontro del giorno ………………, pro-
pone a chiusura della controversia la somma omnicomprensiva

198
di €. ………..omnia.

VISTA la nota prot. …………. del ……….., con la quale l’Av-


vocato ……………… comunica l’accettazione da parte del Sig.
…………….. della somma €. …………………… a chiusura del-
la controversia.

RITENUTO, esaminata la documentazione in atti, e valutata la


giurisprudenza in merito alla tipologia dei sinistri di cui è causa,
di dover chiudere bonariamente la controversia in parola, anche
al fine di evitare l’alea del giudizio e la lungaggine dello stesso,
attraverso la sottoscrizione di apposito atto di transazione, alla
complessiva somma di €. ……………

VISTO il parere della Corte dei Conti Sezione Regionale di


Controllo e il parere dell’Organo di revisione in merito a transa-
zioni per sinistri stradali, di cui si condivide il contenuto.

VERIFICATA, la documentazione in atti e, ponderata la possi-


bilità che l’eventuale costituzione in giudizio, potrebbe aggrava-
re la già onerosa liquidazione dei sinistri de quo, anche in virtù
della necessaria nomina di un legale.

RITENUTO pertanto, approvare l’allegata bozza di atto di tran-


sazione, che dovrà essere sottoscritta dalle parti, a totale chiusu-
ra della controversia di che trattasi.
VISTI gli atti in premessa richiamatati.

199
VISTI i pareri espressi ai sensi dell’art. 49 del D. Lgs.18 Agosto
2000 n. 267 dal Responsabile del Servizio e dal Responsabile di
Ragioneria.
AD unanimità di voti.

DELIBERA

1. DI APPROVARE le premesse del presente atto per costituir-


ne parte integrante e sostanziale.
2. DI APPROVARE l’allegata bozza di atto di transazione da
sottoscrivere tra il Comune di Putignano e il Sig. ……….., ,
soggetto coinvolto nell’incidente di che trattasi.
3. DI DARE ATTO che la spesa di €. 3.200,00 trova copertura
al Bilancio dell’Ente al Cap. ………………. “Spese per transa-
zioni”, codice di bilancio ………….

4. DI DEMANDARE al Dirigente dell’Area gli atti consequen-


ziali alla presente, ivi compresa l’assunzione degli atti di impe-
gno di spesa per la transazione.

5. DI DICHIARARE, con separata ed unanime votazione,


la presente deliberazione immediatamente eseguibile ai sensi
dell’art. 134, comma 4° del D. Lgs n. 267/2000.

Il presente, verbale letto ed approvato, viene sottoscritto.


IL Sindaco IL Segretario Comunale

200
_____________ ____________________

REFERTO DI PUBBLICAZIONE

n. ………………. Registro Pubblicazioni

Il sottoscritto responsabile del servizio pubblicazioni aventi ef-


fetto di pubblicità legale attesta che la presente deliberazione
viene pubblicata a partire dal ………. al …………….. all’albo
pretorio per 15 giorni consecutivi ai sensi dell’art.124, comma
1° del T.U. 267/2000 e nel sito web istituzionale di questo Co-
mune accessibile al pubblico ai sensi dell’art.32, comma 1° della
legge 18 giugno 2009, n. 69.

Lì,…………………..
IL SEGRETARIO COMUNALE
_______________________

CERTIFICATO DI ESECUTIVITA’
Si certifica che questa deliberazione, ai sensi dell’art. 3, comma
18 e 54, Legge 244/2007 e dell’art. 32, comma 1 della Legge
18 giugno 2009 n. 69, è stata pubblicata sul sito WEB il giorno
19.02.2013 e rimarrà pubblicata per 15 giorni consecutivi.

Addì, ……………………………

IL SEGRETARIO COMUNALE

201
____________________

2.6 Costituzione in giudizio

COMUNE DI …..
PROVINCIA DI …..

N. …………. REG.
Data……..

VERBALE DI DELIBERAZIONE della GIUNTA COMUNA-


LE

Oggetto: Controversia…………/………………. ; autorizzazione


al Sindaco a resistere dinanzi al Consiglio di Stato ed affidamen-
to dell’incarico di legale patrocinio.

L’anno ……………addì …………….del mese di …………., alle


ore ……….., nella sala delle adunanze
Previa accertamento dell’osservanza di tutte le formalità pre-
scritte dal vigente D.Lgs 18 agosto 2000, n.267, si è riunita la
Giunta Comunale nelle persone dei Signori:
Cognome e Nome Carica
_______________ ______________
_______________ ______________
_______________ ______________
_______________ ______________
Totale Presenti: ……….Totali Assenti:……….
202
Assiste il Segretario Generale …………………, il quale provve-
de alla redazione del presente verbale.
Essendo legale il numero degli intervenuti, il signor
………………… nella sua qualità di Sindaco assume la presi-
denza e dichiara aperta la seduta per la trattazione dell’oggetto
sopra indicato.

LA GIUNTA COMUNALE

Premesso che in data ………………. è stato notificato a mezzo


servizio postale l’allegato ricorso avanti al Consiglio di Stato,
promosso dalla società …………….spa, con il quale si impugna,
per l’annullamento, la sentenza del TAR ………., pubblicata il
…………………, con la quale il TAR ha accolto il ricorso pro-
posta ( all.1);

Acquisita la relazione in data …………………….del Dirigente


…………., servizi alla persona e al cittadino, dott. ……………,
circa la sussistenza delle ragioni di fatto e di diritto da rappre-
sentare in giudizio a conferma dell’attività svolta ( all.2);

Valutato che il ricorso proposto dalla soc. ………… coinvolge


interessi legittimi del comune e che il Comune debba difendere
la propria attività amministrativa e debba fronteggiare le pretese
avversarie specie in relazione alle richieste di danni avanzate;

Ritenuto opportuno e necessario autorizzare il Sindaco a co-

203
stituirsi e a resistere in giudizio in nome e per conto dell’Ente
di fronte all’autorità giurisdizionale per tutelare gli interessi del
Comune di ………………. e difendere la legittimità dell’azione
amministrativa dell’Ente Comunale nella procedura sopra men-
zionata;

Dato atto che questo Ente si trova in regime di esercizio finan-


ziario provvisorio per l’anno 2019 e che la spesa da effettuare
per la costituzione in giudizio possa rientrare nelle spese ne-
cessarie ad evitare che siano arrecati danni patrimoniali certi e
gravi all’ente;

Dato atto che la spesa presunta per l’incarico legale conseguente


possa ipotizzarsi una stima indicativa di €5.000,00 inclusi oneri
di legge, elaborata in base ai valori medi del compenso forense
di cui al D.M. 10 marzo 2014, n.55 come modificato con D.M.
37/2018;

Visto il D.Lgs 18/04/2016, n.50 e s.m.i. secondo cui l’affida-


mento di incarico legale costituisce appalto di servizio e, pertan-
to, è assoggettato all’applicazione di criteri selettivi improntati ai
principi generali richiamati all’art. 4 del citato Codice Appalti;

Preso atto che in tema di affidamenti di incarichi legali per-


mane una giurisprudenza divisa tra fiduciarietà degli incarichi
legali e obbligatorietà delle procedure previste dal Codice degli
appalti in materia di affidamenti;

204
Richiamato il parere del Consiglio di Stato, Comm. Speciale, n.
2109 del 6 ottobre 2017 in ordine alla richiesta sollevata dall’A-
NAC sulle “Linee guida per l’affidamento dei servizi legali”;

In particolare, il Consiglio di Stato evidenzia che a suo avviso


“per espressa indicazione del codice dei contratti pubblici, i servizi legali
di cui all’art. 17, comma 1, lett. d) sono esclusi dall’applicazione delle
disposizioni del codice, anche in ragione di una rilevante – anche se non
esclusiva – componente fiduciaria delle scelte, che pure deve essere tenuta
in considerazione”;

Considerata in ogni caso l’urgenza di provvedere alla nomina del


difensore del Comune in considerazione del fatto che nell’ambi-
to del ricorso è stata promossa istanza cautelare e che l’udienza
di trattazione è fissata per il prossimo 31 gennaio;

Visti gli allegati pareri di regolarità tecnica e contabile resi ri-


spettivamente dal Dirigente del servizio, ai sensi dell’art. 49 D.l-
gs. 267/2000;

Ad unanimità di voti espressi nelle forme di legge;

DELIBERA

1. di autorizzare, per le motivazioni in premessa, il Comune di


………., e per esso il proprio legale rappresentante, a resistere
in giudizio, in nome e per conto dell’Ente, avanti il Consiglio

205
di Stato avverso il ricorso in appello promosso dalla società
……………. spa;
2. di prenotare la spesa presunta iniziale di € 5.000,00 sul cap.
………….(Patrocini legali), del Bilancio 20….., demandando al
Dirigente competente l’adozione dei provvedimenti di impegno
di spesa conseguenti ai fini dell’affidamento dell’incarico; 3. di
dare atto che il Segretario Generale, responsabile ufficio assi-
stenza legale, provvederà all’individuazione del legale patroci-
natore nel rispetto della legge;
4. di dare atto, altresì, che il Sindaco, in quanto legale rappre-
sentante dell’Ente, provvederà alla firma della p procura alla
lite, conferendo al patrocinatore degli interessi del Comune di
………….. di futura designazione ogni più ampio potere di rap-
presentanza e difesa;
5. di dichiarare, con separata votazione, la presente deliberazio-
ne immediatamente eseguibile ai sensi dell’art. 134, 4° comma
del D.lgs. n. 267/2000 in ragione dei termini prescrittivi per la
costituzione in giudizio;

IL Sindaco IL Segretario Comunale


_________ _________________

REFERTO DI PUBBLICAZIONE
n. ………………. Registro Pubblicazioni
Il sottoscritto responsabile del servizio pubblicazioni aventi ef-

206
fetto di pubblicità legale attesta che la presente deliberazione
viene pubblicata a partire dal ………. al …………….. all’albo
pretorio per 15 giorni consecutivi ai sensi dell’art.124, comma
1° del T.U. 267/2000 e nel sito web istituzionale di questo Co-
mune accessibile al pubblico ai sensi dell’art.32, comma 1° della
legge 18 giugno 2009, n. 69.

Lì,…………………..
IL SEGRETARIO COMUNALE
_______________________

CERTIFICATO DI ESECUTIVITA’

Si certifica che questa deliberazione, ai sensi dell’art. 3, comma


18 e 54, Legge 244/2007 e dell’art. 32, comma 1 della Legge
18 giugno 2009 n. 69, è stata pubblicata sul sito WEB il giorno
19.02.2013 e rimarrà pubblicata per 15 giorni consecutivi.

Addì, ……………………………

IL SEGRETARIO COMUNALE
____________________

2.7 Delibera di affidamento in comodato d’uso gratuito di

207
impianto sportivo.

COMUNE DI …..
PROVINCIA DI …..

N. …………. REG.
Data……..

VERBALE DI DELIBERAZIONE della GIUNTA COMUNALE

Oggetto: Delibera di affidamento in comodato d’uso gratuito di


impianto sportivo.

L’anno ……………addì …………….del mese di …………., alle


ore ……….., nella sala delle
adunanze
Previa accertamento dell’osservanza di tutte le formalità pre-
scritte dal vigente D.Lgs 18 agosto 2000, n.267, si è riunita la
Giunta Comunale nelle persone dei Signori:

CONSIGLIERI PRES. CONSIGLIERI PRES.

  Si/No Si/No

Si/No Si/No

Si/No Si/No

  Si/No Si/No

  Si/No Si/No

  Si/No Si/No

208
  Si/No Si/No

  Si/No Si/No

  Si/No Si/No

 
Presenti  N.
Assenti  N.

Assiste il Segretario Generale …………………, il quale provve-


de alla redazione del presente verbale.

Il SINDACO …………………., riconosciuta legale l’adunanza


invita la Giunta a prendere in esame l’oggetto sopra indicato.

Tenuto conto delle disposizioni di cui all’art. 32 c. 8 della L.


724/1994 che nel ribadire il principio di fruttuosità dei beni pub-
blici immobiliari , fa salvi gli scopi sociali;

Vista altresì, la legge n° 289 del 27.12.2002 - legge finanziaria


2003 - che detta alcune norme sull’utilizzo degli impianti spor-
tivi degli enti pubblici e degli istituti scolastici. In particolare,
all’art. 90 è previsto che l’ente pubblico che non intenda gestire
i propri impianti potrà concederli in via preferenziale a società
e associazioni sportive sulla
base di apposite convenzioni;
Ritenuto che tale iniziativa risulterebbe finalizzata alla raziona-
lizzazione dei costi di esercizio e ad una migliore fruibilità da

209
parte dell’utenza, attraverso l’affidamento della gestione ad una
associazione/società della promozione sportiva e iscritta all’al-
bo comunale;

Viste le associazioni sportive iscritte all’Albo comunale;

Ritenuto di affidare, per un periodo temporaneo di anni ………….


i seguenti impianti sportivi a favore delle Società sportive come
di seguito:
1. Campo sportivo di ………… a favore della Soc. sportiva
……………..;
2. Campo sportivo di ………………. a favore della Soc. Sporti-
va………………..;
Considerato altresì, che per il raggiungimento di dette finalità,
si ritiene che gli impianti medesimi possano essere affidati in
concessione d’uso gratuito, trattandosi di impianti sportivi privi
di rilevanza economica, a Società sportive da tempo radicate sul
territorio, mediante stipula di apposito contratto;

Visto lo schema di convenzione, in allegato alla presente per


farne parte integrante e sostanziale;

Visto l’art.48 del D.lgs. 267/2000;

Acquisito il parere favorevole in ordine alla regolarità tecnica,


espresso ai sensi dell’art.49 del D.Lgs 18/08/2000 n° 267;
Dato Atto che, non essendoci oneri finanziari a carico dell’ammi-

210
nistrazione, non risulta necessario il parere di regolarità contabile;

con voti unanimi favorevoli,


DELIBERA
1. Di affidare in comodato d’uso gratuito, per un periodo tem-
poraneo di anni …… la gestione degli impianti Sportivi di
………, privi di rilevanza economica, alle Società Sportive:
--Campo sportivo di …………..a favore della Soc. sportiva;
-- Campo sportivo di …………… a favore della Soc. Sportiva
…………….;
2. Di approvare lo schema di convenzione disciplinante la con-
duzione degli impianti sportivi comunali da stipulare con le
succitate Società sportive;
3. Di demandare al Responsabile di Servizio del settore Sport,
l’adozione degli atti conseguenti per la definizione dell’affi-
damento degli impianti oggetto;
4. Di rendere il presente provvedimento immediatamente ese-
guibile ai sensi dell’articolo 134, 4° comma, del Decreto Le-
gislativo 18 Agosto 2000 n. 267.

Il presente verbale viene letto, approvato e sottoscritto.

Il Presidente Il Segretario Generale


____________ _________________

REFERTO DI PUBBLICAZIONE

211
n. ………………. Registro Pubblicazioni

Il sottoscritto responsabile del servizio pubblicazioni aventi ef-


fetto di pubblicità legale attesta che la presente deliberazione
viene pubblicata a partire dal ………. al …………….. all’Albo
Pretorio per 15 giorni consecutivi ai sensi dell’art.124, comma
1° del T.U. 267/2000 e nel sito web istituzionale di questo Co-
mune accessibile al pubblico ai sensi dell’art.32, comma 1° della
legge 18 giugno 2009, n. 69.

Lì,…………………..
IL SEGRETARIO COMUNALE
_________________

CERTIFICATO DI ESECUTIVITA’

Si certifica che questa deliberazione, ai sensi dell’art. 3, comma


18 e 54, Legge 244/2007 e dell’art. 32, comma 1 della Legge
18 giugno 2009 n. 69, è stata pubblicata sul sito WEB il giorno
19.02.2013 e rimarrà pubblicata per 15 giorni consecutivi.

Addì, ……………………………

IL SEGRETARIO COMUNALE
____________________
2.8 Intitolazione di vie e piazze

212
COMUNE DI …..
PROVINCIA DI …..

N. …………. REG.
Data……..

VERBALE DI DELIBERAZIONE della GIUNTA COMUNALE

Oggetto: Denominazione della piazza del Comune di…………

L’anno ……………addì …………….del mese di …………., alle


ore ……….., nella sala delle
adunanze
Previa accertamento dell’osservanza di tutte le formalità pre-
scritte dal vigente D.Lgs 18 agosto 2000, n.267, si è riunita la
Giunta Comunale nelle persone dei Signori:

CONSIGLIERI PRES. CONSIGLIERI PRES.

  Si/No Si/No

Si/No Si/No

Si/No Si/No

  Si/No Si/No

  Si/No Si/No

  Si/No Si/No

  Si/No Si/No

213
  Si/No Si/No

  Si/No Si/No

 
Presenti  N.
Assenti  N.

Assiste il Segretario Generale …………………, il quale provve-


de alla redazione del presente verbale.
Il SINDACO …………………., riconosciuta legale l’adunanza
invita la Giunta a prendere in esame l’oggetto sopra indicato.

LA GIUNTA COMUNALE

VISTA l’allegata nota biografica di ……………….. e la plani-


metria con l’indicazione dell’area di circolazione che fanno par-
te integrante e sostanziale della presente deliberazione;
CONSTATATO che si procede alla sostituzione dell’attua-
le denominazione ……… con la nuova intitolazione PIAZZA
………………;
VISTA l’allegata nota biografica di ……………….. e la plani-
metria con l’indicazione dell’area di circolazione che fanno par-
te integrante e sostanziale della presente deliberazione;
CONSTATATO che
--dal R.D. 10 maggio 1923, n. 1158;
--dalla legge 23 giugno 1927, n. 1188;
--dalla Legge 24 dicembre 1954, n. 1228; -dall’art. 41 del DPR

214
30 maggio 1989, n. 223;
--non si possono attribuire nomi di persone vive;
RICHIAMATA la legge 23 giugno 1927, n. 1188 che stabilisce
che non si possono attribuire a strade e piazze pubbliche nomi
di persone che siano decedute da meno di dieci anni, salvo de-
roga del Ministero dell’Interno;

VISTO il decreto legislativo 18-08-2000, n. 267 Testo unico delle


leggi sull’ordinamento degli Enti Locali;
DATO ATTO che, ai sensi dell’art. 49 del D.lgs. n. 267-2000,
sulla proposta della presente deliberazione ha espresso parere
favorevole il Responsabile dell’Area Amministrativa/Affari Ge-
nerali, in ordine alla regolarità tecnica, prescindendo dal parere
di regolarità contabile, in quanto il presente atto non comporta
alcun onere finanziario per l’ente;
con voti unanimi espressi nei modi e termini previsti dalla Legge

DELIBERA

1. RICHIAMARE la premessa, con quanto in essa espresso,


quale parte integrante e sostanziale del presente deliberato;
2. ASSEGNARE all’area di circolazione che nell’allegata pian-
ta planimetrica PIAZZA …………………..;
3. DARE ATTO, inoltre, che non occorre alcun parere contabi-
le in quanto non si procede a impegni di spesa.
4. PROVVEDERE, contestualmente all’adozione del presente
provvedimento, agli obblighi di pubblicazione all’albo pre-

215
torio online e nella sezione “Amministrazione Trasparente”
del sito web del Comune, in conformità a quanto previsto
dal Decreto Legislativo n. 33 del 14 marzo 2013,

Successivamente, per dare seguito a quanto sopra,

DELIBERA

altresì, con votazione separata, di dichiarare la presente delibe-


razione immediatamente eseguibile ai sensi dell’art. 134, com-
ma 4, del D.Lgs n. 267 del 18.08.2000.

PARERI ai sensi dell’art. 49, comma 1, del D.Lgs 267/2000


così come integrato e modificato dal D.L. 174/2012, convertito
in legge 213/2012

PARERE DI REGOLARITA’ TECNICA


Visto si esprime parere favorevole in ordine alla regolarità tecni-
ca della deliberazione sopra indicata.

Lì , …………………

IL RESPONSABILE DEL SERVIZIO


_______________________

PARERE DI REGOLARITA’ CONTABILE

216
Visto si esprime parere favorevole in ordine alla regolarità con-
tabile della deliberazione sopra indicata.
NON DOVUTO
Letto , approvato e sottoscritto

Il Presidente Il Segretario Comunale


_________ _________________

Capitolo III

217
Atti del Sindaco e della Presidente della Provincia

1. Organi monocratici degli enti locali: il Sindaco e il Presi-


dente della Provincia.
Ai sensi dell’art. 36, commi 1-2, del D.lgs. n. 267/2000, come
modificato dall’art. 23, D.L. 6 dicembre 2011, n. 201, conver-
tito con L. 22 dicembre 2011, n. 214, sono organi monocratici
nell’ambito delle amministrazioni comunali e provinciali, rispetti-
vamente il Sindaco e il Presidente della Provincia.
Essi sono organi monocratici di governo e sono responsabili
dell’amministrazione locale che rappresentano e di cui sono po-
sti al vertice.
Oltre alle funzioni di rappresentanza, il Sindaco e il Presidente
della Provincia svolgono anche una serie di funzioni attribuite
dal t.u.e.l. tra cui il potere di convocazione della Giunta e del
Consiglio quando non previsto dal Presidente del Consiglio e
sovrintendono al funzionamento dei servizi e degli uffici e all’e-
secuzione degli atti, come espressamente previsto dall’art. 50 del
citato Testo Unico.
Il Sindaco esercita anche le altre funzioni di autorità locale nel-
le materie previste da specifiche disposizioni di legge. In parti-
colare, in caso di situazioni di emergenze sanitarie o di igiene
pubblica, a carattere esclusivamente locale, il Sindaco, in quanto
rappresentante della comunità locale, adotta le ordinanze con-
tingibili e urgenti.
Si tratta di provvedimenti amministrativi extra ordinem assunti

218
in circostanze straordinarie per cui gli ordinari rimedi previsti
dall’ordinamento giuridico risulterebbero non idonei.
Le medesime ordinanze sono adottate dal sindaco anche in re-
lazione “all’urgente necessità di interventi volti a superare situazioni
di grave incuria o degrado del territorio, dell’ambiente e del patrimonio
culturale o di pregiudizio del decoro e della vivibilità urbana, con parti-
colare riferimento alle esigenze di tutela della tranquillità e del riposo dei
residenti, anche intervenendo in materia di orari di vendita, anche per
asporto, e di somministrazione di bevande alcoliche e superalcoliche”
come espressamente previsto dall’art. 50, comma 5, del D.lgs.
n. 267/2000.

Al Sindaco , inoltre, la legge affida il compito di organizzare e


coordinare, sulla base degli indirizzi espressi dal Consiglio Co-
munale e alla luce dei criteri dettati dalla Regione, gli orari degli
esercizi commerciali, dei pubblici esercizi e servizi pubblici.
Il Presidente della Provincia, in quanto responsabile dell’inte-
ra Amministrazione provinciale, sovraintende il funzionamento
dei servizi e degli uffici e all’esecuzione degli atti, nonché svolge
le funzioni attribuite dallo Statuto, ex art. 1, comma 55, della
legge n. 56 del 2014.
Diversamente dal Sindaco che è eletto direttamente dal popolo,
il Presidente della Provincia viene eletto dai Sindaci e dai Con-
siglieri dei Comuni che compongono la Provincia.

2. Atti amministrativi del Sindaco e del Presidente della

219
Provincia.
Eterogenea è la categoria degli atti adottabili dal Sindaco e dal
Presidente della Provincia tra vi rientrano le ordinanze, i decreti
e gli altri atti tassativamente indicati dalla legge, Statuto e rego-
lamento.
Essi hanno una struttura pressoché identica in quanto composta
da una premessa, motivazione, richiamo alle disposizioni nor-
mative, statutarie e regolamentari, e un dispositivo.
In ossequio al principio di esecutività, gli atti amministrativi del
Sindaco e del Presidente della Provincia sono immediatamente
eseguibili e non soggetti a controlli preventivi né a termini di
pubblicazione.
Quanto alla forma di pubblicità degli atti amministrativi bisogna
distinguere tra atti recettizi e atti non recettizi. Per la prima tipo-
logia di atti, la loro efficacia è subordinata all’effettiva conoscen-
za del destinatario che avviene mediante notifica dello stesso;
diversamente avviene per gli atti amministrativi non recettizi per
cui la conoscibilità è assicurata per mezzo della pubblicazione
all’albo pretorio.
Il momento di conoscibilità del provvedimento amministrativo
rileva ai fini di decorso dei termini per impugnazione dello stes-
so, presso l’autorità giurisdizionale competente.

3. Il procedimento per adozione di un’ordinanza.


L’ordinanza, secondo un’autorevole dottrina (GALATERIA) è
“una dichiarazione di volontà, emesso da un soggetto della Pubblica
Amministrazione nell’esercizio della podestà ordinatoria amministrati-

220
va diretta ad imporre su un soggetto passivo obblighi immediati e diretti
previa comminatoria di una misura giuridica in ipotesi di disobbedien-
za”.
Per tal motivo, l’ordinanza è un atto amministrativo discrezio-
nale che esprime la volontà della P.A., il cui potere nel Comune
è riconosciuto al Sindaco.
Essa si caratterizza dall’imposizione di obblighi al soggetto de-
stinatario del provvedimento prevedendo sanzioni in caso di
inottemperanza.
Ai fini di adozione delle ordinanze, anche quelle contingibili e
urgenti, si pone un’attività amministrativa, che seppur non posi-
tivizzato, si compone di fasi distinte di raccolte di dati, valuta-
zioni e decisioni. Del resto, le ordinanze del Sindaco, in quanto
provvedimenti amministrativi, necessitano di un procedimento
amministrativo in armonia con quanto previsto dal capo III del-
la legge n° 241 del 1990.
Anche per le ordinanze del Sindaco, al pari delle delibere degli
organi collegiali, necessitano di una previa formulazione della
proposta, la quale costituisce presupposto di garanzia e di veri-
dicità tecnica della situazione.
Il procedimento di adozione dell’ordinanza è generalmente un
procedimento d’ufficio, la cui iniziativa compete al Comune.
È necessario ai vini di legittimità del provvedimento la comu-
nicazione al destinatario dell’atto amministrativo dell’avvio del
procedimento in ossequio a quanto previsto dall’art. 7 della leg-
ge n° 241 del 1990.
Esso si pone come momento imprescindibile di garanzia degli

221
interessi contrapposti del privato nonché momento di confronto
volto alla individuazione delle soluzioni più opportuna.
Solo in ipotesi eccezionali, la legge ammette l’omissione della
comunicazione di avvio del procedimento amministrativo, come
ad esempio il ricorrere di circostanze di urgenza debitamente
richiamate nel provvedimento.
L’omissione dell’avviso è tipico delle ordinanze contingibili e
urgenti, in cui la necessità di un’azione amministrativa rapida
ed incisiva per la tutela di interessi pubblici, ammette la contra-
zione delle garanzie del contraddittorio.
Altra eccezione alla disciplina della comunicazione, in tema di
ordinanza, è rinvenibile nelle ipotesi di ordinanze rivolte alla
generalità dei consociati, ex art. 13 della legge n° 241 del 1990,
per cui sono disapplicate le norme sulla partecipazione al pro-
cedimento amministrativo.
Alla fase preparatoria segue la fase istruttoria. La fase istruttoria
si pone come la conseguenza naturale della fase preparatoria in
cui le risultanze giuridiche e presupposti di fatto verranno poste
a fondamento dell’azione amministrativa.
Nel preambolo dell’ordinanza, in particolare, saranno richiama-
ti le situazioni e circostanze di fatto e le ragioni giuridiche su cui
va ad insistere il provvedimento amministrativo. Il preambolo,
inoltre, farà riferimento anche ai pareri tecnici resi nonché alle
proposte di provvedimento.
Per quanto concerne le ordinanze contingibili e urgenti inerenti
l’incolumità pubblica e la sicurezza dei cittadini, lo schema del
provvedimento dovrà essere comunicato al Prefetto. La previa

222
comunicazione all’autorità prefettizia è funzionale alla predispo-
sizione dei mezzi necessari per dare attuazione alle disposizioni
in esso contenuto, come disposto ai sensi dell’art. 54, comma 4,
del D.lgs. n. 267/2000.
La fase costitutiva non conterrà gli elementi tipici degli atti col-
legiali, come avviene per le deliberazioni, in quanto si tratta di
un atto tipicamente individuale.
L’ordinanza contiene un ordine di fare o non fare, di attenersi
a determinati comportamenti e ai fini di efficacia è necessaria
che essa sia resa nota mediante pubblicazione o notifica ai de-
stinatari.
Essa non è soggetta a controlli preventivi dell’organo superiore,
ma ai sensi dell’art. 147, comma 2, del D.lgs. n. 267/2000 è
previsto un controllo successivo e a campione su detti atti am-
ministrativi.
L’ordinanza, tendenzialmente, è spontaneamente eseguita dai
destinatari, tuttavia, l’obbligatorietà dell’ordine è garantita dalla
previsione di sanzioni.
In particolare, in caso di trasgressione dell’ordinanza-ingiunzio-
ne, l’art. 27 della legge n. 689 del 1981 prevede la riscossione
diretta delle somme dovute.
Diversa è, invece, la risposta sanzionatoria in ipotesi di violazio-
ne degli ordini imposti nelle ordinanze sindacali adottate con
criterio d’urgenza, per cui è previsto l’applicazione dell’art. 650
c.p.
L’art. 54, comma 7, del D.lgs. n. 267/2000 infatti rinvia alla pre-
visione penalistica in ipotesi di trasgressione agli ordini imposti

223
dal Sindaco ai sensi del comma 4 del medesimo articolo.
In ipotesi di inottemperanza agli ordini impartiti, tuttavia, la
giurisprudenza amministrativa precisa l’impossibilità per l’Am-
ministrazione Pubblica di esecuzione d’ufficio, salvo i casi
espressamente previsti dalla legge.
La sanzione dell’esecuzione d’ufficio, infatti, è prevista per le
sole ordinanze contingibili e urgenti ma non può in alcun modo
essere previste per le ordinanze emesse per dare attuazione a
norme del regolamento comunale.

4. Decreti del Sindaco e del Presidente della Provincia


Per l’adempimento di alcune funzioni residuali in qualità di capo
dell’Amministrazione, il Sindaco e al Presidente della Provincia
posso adottare altre tipologie di provvedimento amministrativo,
denominati decreti.
La nomina di uno rappresentate dei servizi, la nomina del mes-
so, la nomina degli Assessori e del Segretario, nonché la loro
revoca sono solo alcuni degli atti adottati mediante decreto e
riservati dalla legge al Sindaco e al Presidente della Provincia.
In tema di pubblicazione la legge nulla prevede al riguardo, tut-
tavia, la prassi si è adeguata nel senso di prevedere la pubblica-
zione degli atti in parola all’Albo Pretorio per 15 giorni ai fini
di una generale conoscenza.
I decreti del Sindaco e del Presidente della Provincia sono im-
mediatamente produttivi di effetti, salvo diversa indicazione
temporale d’efficacia prescritta ex lege.
Capitolo IV

224
Modulistica

1. Le Ordinanze del Sindaco


Il Testo unico degli enti locali – D. Lgs. n. 267 del 2000 – at-
tribuisce al Sindaco, tra l’altro, il potere di emanare ordinanze
contingibili e urgenti.
L’art. 50, infatti, in caso di emergenze sanitarie o di igiene pub-
blica a carattere esclusivamente locale, prevede che il Sindaco
possa adottare le predette ordinanze, nella qualità di rappresen-
tante della comunità locale.
L’ambito di intervento del Sindaco è stato oggetto un recente
ampliamento ad opera del decreto legge n. 14 del 2017 (c.d.
Decreto Minniti), convertito con legge n. 48 del 2017.
Sempre nella veste di rappresentante della comunità locale al
Sindaco è conferito il potere di intervenire anche per superare
situazioni di grave incuria o degrado del territorio, dell’ambiente
e del patrimonio culturale o di pregiudizio del decoro e della vi-
vibilità urbana, oltre che interventi in materia di orari di vendita,
anche con riguardo alla regolamentazione della somministrazio-
ne di bevande alcoliche e superalcoliche.

1.1 Ordinanza normale – tipo.


Procediamo, ora, all’esame della struttura dell’atto ricordando
che vi sono quattro tipologie di ordinanza per cui le formule
non sono sempre omogenee.
Le ordinanze possono essere, così, raggruppate:
a. Ordinanza si sensi dell’art. 192, comma 3, del D.lgs.

225
n. 152/2006 adottate dal Sindaco in funzione di Capo
dell’Amministrazione comunale.
b. Ordinanza ai sensi dell’art. 50, comma 3, adottate dal Sin-
daco in qualità di Capo dell’Amministrazione comunale.
c. Ordinanza ai sensi dell’art. 50, comma 4, adottate dal Sin-
daco in qualità di Capo dell’Amministrazione comunale.
d. Ordinanza contingibili e urgenti ai sensi dell’art. 50, com-
ma 5, adottate dal Sindaco in qualità di Capo dell’Ammi-
nistrazione comunale.
e. Ordinanza contingibili e urgenti ai sensi dell’art. 54, com-
ma 4, adottate dal Sindaco in qualità di Ufficiale di Go-
verno.

Procediamo ad analizzare la prima tipologia di ordinanze elen-


cate e, in particolare, l’ordinanza per la rimozione e smaltimen-
to rifiuti adottata ai sensi dell’art. 192, comma 3, del D. Lgs. n.
152/2006.

Intestazione.
Come tutti gli atti degli Enti locali, anche l’ordinanza, l’intesta-
zione contiene oltre alle indicazioni di rito (Comune, il numero
progressivo di registro, la data dell’adozione, oggetto in cui viene
sinteticamente descritto l’atto, ecc.) l’individuazione dell’organo
emanante o dell’autorità delegata. Essa, pertanto, assumerà la
seguente formula operativa:

COMUNE DI…………..

226
PROVINCIA DI …………

Ordinanza n. …….. del ……………

OGGETTO: Ordinanza ex art. 192, comma 3, D.lgs. n. 152/2006 per


la rimozione e lo smaltimento dei rifiuti, pericolosi e/o non pericolosi,
depositati in modo incontrollato in via...........................

IL SINDACO

Preambolo
Il preambolo contiene indicazione dei presupposti su cui l’atto
si fonda. Sono individuati, in questa parte, le norme giuridiche
attributive del potere con particolare attenzione alle disposizioni
contenute nei regolamenti locali. L’individuazione in tale sede
delle norme è fondamentale ai fini di legittimazione del potere
esercitato dal Sindaco.
Accanto all’attenta individuazione delle norme è necessario che
il preambolo contenga anche:

--La preventiva comunicazione al Prefetto la cui formula ope-


rativa tipica è DATO ATTO che la presente ordinanza è stata pre-
ventivamente comunicata al Prefetto di ……….. con nota n. ………
del ………….;
--Il richiamo della comunicazione di avvio del procedimento
amministrativo, l’indicazione del responsabile del procedi-
mento e le osservazioni o memorie presente;

227
--L’efficacia limitata nel tempo dell’ordinanza;
--Rispetto dei principi generali dell’ordinamento giuridico;
--Il bilanciamento tra gli antitetici interessi, pubblici e privati,
che vengo in gioco;

PREMESSO CHE l’art. 50 comma 4 del D.lgs. n. 267/2000 (TUEL)


stabilisce che il Sindaco esercita le altre funzioni attribuitegli quale au-
torità locale nelle materie previste da specifiche disposizioni di legge ed
il comma 5 della citata disposizione prevede, a sua volta ed in partico-
lare, che in caso di emergenze sanitarie o di igiene pubblica a carattere
esclusivamente locale, le ordinanze contingibili e urgenti siano da lui
adottate;
VISTO il D.lgs. 3 aprile 2006 n. 152 e successive modifiche ed integra-
zioni, che adegua alle direttive europee la disciplina nazionale per la
gestione dei rifiuti, ed in particolare la parte IV – Norme in materia di
gestione dei rifiuti e di bonifica dei siti inquinati;
VISTO l’art. 192 del suddetto decreto legislativo n. 152/2006, che in
via generale impone il divieto di abbandono e deposito incontrollati di
rifiuti sul suolo e nel suolo, nonché l’immissione di rifiuti di qualsiasi
genere nelle acque superficiali o sotterranee, e prevede che, in caso di
violazione del divieto, il Sindaco disponga con ordinanza le operazioni
necessarie alla rimozione, avvio al recupero o smaltimento, oltre al ripri-
stino dello stato dei luoghi;

Più particolareggiato si presenta, invece, il preambolo delle ordi-


nanze contingibili e urgenti in quanto dovrà contenere:
--Indicazione della necessità quale fatto imprevedibile e acci-

228
dentale per cui si richiede l’intervento;
--Indicazione dello stato di urgenza che giustifica la tempesti-
vità dell’intervento;
--Indicazione del pericolo di danno reale o situazioni di perico-
lo attuale ed imminente per la pubblica incolumità;
--Ambito oggettivo diversificato che si differenzia a seconda
delle diverse tipologie, per quali avremo:
1. le ordinanze contingibili e urgenti adottate ex art. 54, comma
4, del t.u. limitatamente agli ambiti di incolumità pubblica e
sicurezza dei cittadini;
2. le ordinanze contingibili e urgenti adottate ex art. 54, com-
ma 5, del t.u. limitatamente agli ambiti di igiene pubblica e
di emergenza sanitaria;
3. le ordinanze contingibili e urgenti adottate ex art. 54, com-
ma 6, del t.u. limitatamente agli ambiti di inquinamento at-
mosferico o particolari necessità dell’utenza;

Motivazione
La motivazione si compone di una serie di passaggi logici neces-
sari per la ricostruzione della formazione della volontà dell’or-
gano.
La sua intensità può variare a seconda della gravità degli effetti
che esso produce nella sfera giuridica del destinatario. Per tal
motivo, appare evidente che la motivazione nelle ordinanze con-
tingibili e urgenti sarà particolarmente penetrante rispetto alle
altre tipologie di atti ordinari.
In primo luogo, pertanto, sarà necessario l’individuazione del

229
problema del quale l’ordinanza dovrebbe rappresentare la solu-
zione.
In secondo luogo, la motivazione deve riprodurre il quadro
completo di tutti gli interessi coinvolti nel procedimento, sia essi
pubblici che privati.
In terzo luogo, si procede all’individuazione della soluzione più
opportuna alla luce delle risultanze dell’istruttoria.
La motivazione dovrà, inoltre, riportare anche le ragioni per cui
si ritiene non proseguibili soluzioni alternative a quella optata
dall’Amministrazione.
L’espressione linguistica maggiormente utilizzata sono CONSI-
DERATO CHE oppure RITENUTO CHE (da intendersi come si
rende opportuno, necessario, urgente) volte ad indicare l’utilizzo di
criteri discrezionali di scelta.
È opportuno ricordare che le formule con cui si apre il pream-
bolo e la motivazione, anche se simili, non sono equivalenti,
come confermato dalle diverse funzioni da esse svolte: la prima
meramente descrittiva delle norme attributive del potere, l’altra
descrittiva delle situazioni di fatto.
La motivazione, pertanto, si presenta come il collagene tra il
preambolo e il dispositivo dell’atto.
Vi sono casi in cui è opportuno l’utilizzo di formule linguistiche
differenti quali RILEVATO CHE …, ACCERTATO CHE …,
VERIFICATO CHE… .
Dette locuzioni sono idonee nell’ipotesi in cui il provvedimento
amministrativo sia supportato da relazioni, pareri, documenti o
comunque accertamenti tecnici svolti in fase istruttoria e allegati

230
all’atto.
Ne consegue che i verbi come accertato, rilevato, costatato e ve-
rificato possono essere utilizzati per le ordinanze, in quanto la
loro adozione presuppone l’espletamento di accertamenti tecnici
necessari al fine di legittimare le scelte operate dell’organo mo-
nocratico.
Vediamo un esempio:

CONSIDERATO che, durante un servizio perlustrativo del territorio,


nel corso del sopralluogo effettuato in data ……………. dal persona-
le della Stazione Carabinieri di ………………, è stato accertato che
in via…………. di questo Comune, su terreno di proprietà del sig.
………………. risultavano abbandonati un notevole quantitativo di
rifiuti;
CONSIDERATO che l’art. 192 comma del suddetto decreto legislativo
stabilisce che chiunque viola i divieti di abbandono e deposito incontrol-
lato di rifiuti è tenuto a procedere alla rimozione, all’avvio a recupero
e allo smaltimento dei rifiuti ed al ripristino dello stato dei luoghi in
solido con il proprietario e con i titolari di diritti reali o personali di
godimento sull’area, ai quali la violazione sia imputabile a titolo di dolo
o colpa … , e che il Sindaco dispone con ordinanza le operazioni a tal
fine necessarie, il termine entro cui provvedere, decorso il quale si proce-
de alla esecuzione d’ufficio in danno dei soggetti obbligati ed al recupero
delle somme anticipate;
PRESO ATTO della comunicazione notizia di reato nr. ……….. da-
tata …………, trasmessa dalla Stazione di …………………, acqui-
sita al protocollo comunale il ………………. con nr……, dalla quale

231
emerge la situazione sopra evidenziata;
PRESO ATTO che, allo stato, nonostante l’avvenuto deferimento a pie-
de libero di un soggetto per la fattispecie di reato di cui all’art. 256 D.lgs.
n. 152/2006, tuttavia, cautelativamente, non può essere addebitato a
costui, al di là di ogni ragionevole dubbio, l’illecito riscontrato in merito
al divieto di abbandono e di deposito incontrollato di rifiuti;
CONSIDERATO che, permanendo l’attuale situazione, ciò aggrava il
rischio per la salute pubblica nonché può indurre al deposito di ulteriori
rifiuti in prossimità di quelli esistenti;

Dispositivo
La formula operativa tipica dell’ordinanza è ORDINA volta ad
indicare un fare, un patì o un divieto impartito dall’Autorità
Pubblica.

ORDINA
per le motivazioni e relativamente alla violazione di cui in premessa, al
sig. ………, ut supra generalizzata, di provvedere, a sua cura e spese,
entro il termine di ………. giorni dalla notificazione della presente or-
dinanza, alla rimozione ed allo smaltimento di tutti i rifiuti abbando-
nati sul fondo di sua proprietà sito in via………. ed al ripristino dello
stato dei luoghi;

con invito a comunicare a questo ente l’avvenuta esecuzione di quanto


ordinato al fine di consentire l’effettuazione delle opportune verifiche da
parte dei competenti organi di controllo.
Esecuzione

232
Solo le ordinanze contingibili e urgenti sono eseguibili d’ufficio.
Nelle ipotesi ordinarie, infatti, qualora l’ordine sindacale sia di-
satteso, il Sindaco potrà solo eseguirle provvedendo d’ufficio a
spese dell’interessato.

DISPONE
1) che, nel caso di inottemperanza da parte della persona obbligata
ex lege, si procederà d’ufficio all’effettuazione degli interventi di cui
alla presente ordinanza, con addebito e recupero in danno del sig.
………………. delle somme anticipate da questa Amministrazione,
nonché verrà presentata denuncia a carico della stessa proprietaria del
terreno alla competente Autorità Giudiziaria, ai sensi dell’art. 225,
comma 3, del D.lgs. n. 152/2006;

2) che gli Agenti della Forza Pubblica sono incaricati di controllare


l’esecuzione dell’atto;

3) in ipotesi di inottemperanza all’ordine impartito si applicherà, inoltre,


la sanzione pecuniaria prevista dall’art. 7 bis del D.lgs. n. 267/2000.

La formula operativa prevista per le ordinanze – ingiunzione è


invece:
DISPONE
trascorsi 30 giorni dal giorno della notifica del presente atto senza che
sia pervenuto il pagamento della somma ingiunta, si procederà ai sensi
dell’art. 27 della legge 689/81.
Per le ordinanze contingibili e urgenti, invece, la formula ope-

233
rativa è:
DISPONE
la Polizia municipale e, ove, necessario le forze di Polizia dello Stato (o
altro ente idoneo a provvedere a seconda delle ordinanze sindacale) sono
incaricate di verificare l’esecuzione del presente atto.
In caso di inottemperanza si procederà d’ufficio a spese dell’interessato,
oltre alla denuncia all’autorità giudiziaria ai sensi dell’art. 650 c.p. e
per altre fattispecie di reato ivi integrate.

La formula operativa per le ordinanze volte a disciplinare la cir-


colazione e adottate in ossequio alle previsioni del Codice della
strada:
DISPONE
Gli organi di Polizia stradale di cui all’art 12 del D.lgs. n. 285/92 sono
incaricati di verificare l’esecuzione del presente atto.
In caso di inottemperanza si applicheranno le sanzioni previste dal pre-
detto decreto.

In ultimo, la formula operativa delle ordinanze del Sindaco per


il trattamento sanitario obbligatorio è:
DISPONE
Che la presente ordinanza
• ai sensi dell’art. 35, comma 1, della legge 23 dicembre 1978 n. 833,
corredata dalla proposta medica e della convalida richiamata in pre-
messa venga notificata entro 48 ore dal ricovero del soggetto al Giudice
Tutelare del Tribunale di …………;
• sia notificata dalla Polizia municipale del Comune di……………

234
ai sensi dell’art. 35, I comma, della Legge 23 dicembre 1978 n. 833,
corredata dalla proposta medica convalidata e richiamata in premessa,
venga notificata entro 48 ore dal ricovero al Giudice Tutelare presso il
Tribunale di ___________;
• che il presente provvedimento venga comunicato all’Azienda
sanitaria locale di _________ perché vi dia esecuzione con il proprio
personale;
• che una copia della presente ordinanza venga trasmessa al Corpo
di Polizia Locale di ______________________, affinché vi dia esecu-
zione per quanto di competenza;
Che il trattamento sanitaria sia effettuato nel rispetto della dignità della
persona e dei diritti politici garantiti dalla Costituzione;

Disposizione relative all’efficacia dell’atto


Trattandosi di un atto recettizio l’ordinanza deve essere portata
a conoscenza dei destinatari affinché le disposizioni in esse pre-
scritte siano esigibili.

L’ufficio dei messi comunali è tenuto a notificare immediatamente il


presente atto alla persona interessata;

Copia della presente ordinanza, inoltre, viene trasmessa per gli adempi-
menti di rispettiva competenza:
a) All’Albo Pretorio Comunale;
b) Al Comando Stazione Carabinieri di Feroleto della Chiesa
c) Alla Procura della Repubblica presso il Tribunale ………….
d) Alla Città Metropolitana di …………………. Settore Ambiente.

235
Nelle ordinanze contingibili e urgenti adottate ai sensi dell’art.
54 comma 4 o comma 6 oppure dell’art. 50, comma 5 del t.u.e.l.
in quanto provvedimenti temporaneamente efficaci, necessitano
ai fini di validità del provvedimento, l’apposizione di uno speci-
fico e determinato termine di efficacia.

Luogo, data e sottoscrizione.


Salvo diverse regole strutturali, l’ordinanza prevede la firma solo
dell’organo emanante, in ossequio alle regole della competenza.

Dalla residenza municipale, lì………….



Il Sindaco
______________

Comunicazioni previste ai sensi dell’art. 7 della legge n° 241


del 1990.
--Esse, inoltre, devono riportare nel dispositivo l’indicazione
dell’autorità a cui indirizzare un eventuale ricorso e i connes-
si termini di impugnazione. In particolare:
--Ricorso in via giurisdizionale dinnanzi al TAR entro 60 gior-
ni oppure 120 giorni per proporre ricorso al Capo dello Stato
dalla data della notifica o comunicazione del provvedimento
emesso dal Sindaco in qualità di Capo dell’Amministrazione.
--Ricorso in via giurisdizionale dinnanzi al TAR entro 60 gior-
ni oppure 30 giorni per proporre ricorso gerarchico al Prefetto

236
dalla data della notifica o comunicazione del provvedimento
emesso dal Sindaco in qualità di Ufficiale di Governo;
--Ricorso dinanzi al Tribunale in composizione monocratica
entro 30 giorni dalla notifica o comunicazione dell’ordinanza
di ingiunzione;
--Ricorso in via giurisdizionale dinnanzi al TAR entro 60 gior-
ni dalla notifica o comunicazione delle ordinanze adottate in
ipotesi di violazione delle norme del codice della strada.
--Ricorso in via giurisdizionale dinnanzi al Tribunale in com-
posizione monocratica per le ordinanze emesse dal sindaco
per trattamenti sanitari obbligatori ex artt. 33, 34 e 35 della
legge n. 833/78 e se convalidate dal giudice tutelare.
Nel caso di specie, abbiamo:

COMUNICAZIONE PREVISTE DALLA LEGGE N DEL 7 AGO-


STO 1990 N. 241

A norma dell’art. 5, comma 3, della predetta legge, si avvisa che l’unità


organizzativa competente per il procedimento amministrativo è l’ufficio
…………ed il responsabile del procedimento è il Dott. ………….. .
Ai sensi dell’art. 3, comma 4, della legge sopra citata si precisa che
avverso il medesimo atto può essere promosso il ricorso giurisdizionale
al Tribunale Amministrativo Regionale di ……………. come previsto
ai sensi dell’art. 29 del D.lgs. n. 104 del 2010, nel termine di 60 giorni
o, in via alternativa, il ricorso al Presidente della Repubblica ai sensi
dell’art. 8 del d.p.r. n. 1199 del 1971 nel termine di 120 giorni decorren-
ti dalla data di notifica o comunicazione del presente atto.

237
All’interessato è riconosciuta la facoltà di prendere visione ed estrarre
copia degli atti del fascicolo in orario d’ufficio.

IL RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO


______________________________

1.2 Ordinanza di limitazione della circolazione dei veicoli ai


sensi dell’art. 50, comma 3, del t.u.e.l.

CITTÀ DI ………………….
CITTA’ METROPOLITANA DI ………………………
Settore proponente: SINDACO

ORDINANZA N. ………. DEL ……………….

OGGETTO: misure di limitazione alla circolazione veicolare per


il contenimento degli inquinanti atmosferici dal ……………….
al………………

IL SINDACO
Premesso che
• il D.lgs. 13 agosto 2010 n. 155 “Attuazione della direttiva
2008/50/CE relativa alla qualità dell’aria ambiente e per un’a-
ria più pulita in Europa” – conferma, tra l’altro, il valore limite
di 24 ore per la protezione della salute umana per le polveri
sottili (PM10) pari a 50 μg/m3 da non superare più di 35 volte
nell’arco dell’anno civile;

238
• le zone territoriali di interesse presentano specifiche condizio-
ni orografiche e meteo-climatiche (con scarsità di venti, instau-
rarsi di frequenti situazioni e di inversione Termica, ecc.) che
favoriscono la formazione e l’accumulo nell’aria di inquinanti,
con particolare riferimento alle polveri sottili producendo così
situazione di inquinamento particolarmente diffuse, tali da ren-
dere difficile il conseguimento del rispetto dei valori limite della
qualità dell’aria;
• con deliberazione n. ……. del …………… il Consiglio Re-
gionale ha approvato l’aggiornamento del Piano Regionale di
Tutela e Risanamento dell’Atmosfera;

Tenuto conto di quanto espresso dall’Amministrazione Comu-


nale di …………… con Delibera n. …………. del ……………..,
in linea con quanto definito dalla Regione ……… che definisce
un pacchetto di misure temporanee per il miglioramento del-
la qualità dell’aria ed il contrasto all’inquinamento locale da
PM10, che riguardano anche provvedimenti di limitazione del
traffico veicolare per la stagione ………………………….;
Visto l’art. 107 del Decreto Legislativo n° 267 del 18/08/2000
“Testo Unico delle Leggi sull’Ordinamento degli Enti Locali”;
• gli artt. 5, 6 e 7 del Decreto Legislativo n° 285 del 30/04/1992
“Nuovo Codice della Strada”;
• la Direttiva Ministeriale 24/10/2000 “Direttiva sulla corretta ed
uniforme applicazione delle norme del codice della strada in ma-
teria di segnaletica e criteri per l’installazione e la manutenzione”;
Preso atto delle indicazioni pervenute dal Comitato di In-

239
dirizzo e Sorveglianza della Regione del ………….. in data
………………., del Tavolo Tecnico Zonale della Città Metropo-
litana nella seduta del ………………….., ha individuato l’eleva-
ta concentrazione di PM10 nelle seguenti vie:
_______________________
_______________________
_______________________

Attesa l’elevata densità di traffico nelle aree urbane che costitui-


scono una delle principali fonti di emissioni delle polveri PM10;

Visto che con deliberazione n. ………….del ……………… la


Giunta comunale ha individuato…………… (soluzioni alternative
per la riduzione dell’emissione di polveri sottili) per il miglioramento
della qualità dell’aria ed il contrasto all’inquinamento locale da
PM10 ,in linea con quanto definito dalla Regione …………;

Rilevato che con i provvedimenti di limitazione del traffico si


mira a ridurre parte delle emissioni di sostanze inquinanti in
tutte le sue forme;

ORDINA
sul territorio comunale ricadente all’interno del perimetro indi-
viduate da via …………..a via ……….. e via ………….. fino
all’intersezione con via ……………, le seguenti limitazioni al
traffico:
• il divieto di circolazione dal lunedì al venerdì, dalle ore 8:30

240
alle ore 18:30, per le seguenti categorie di veicoli:
--ciclomotori e motocicli euro 0 a due tempi;
--autovetture ad uso proprio alimentate a benzina Euro 0 + 1;
--autovetture ad uso proprio alimentate a diesel Euro 0+1+2+ 3;
--veicoli commerciali alimentati a diesel Euro 0+1+2+ 3;
Il divieto resterà in vigore fino a quando i parametri di PM10
non rientreranno nei limiti di legge.

Il presente provvedimento è da ritenersi sospeso, qualora comu-


nicato dai preposti uffici comunali in occasione del verificarsi di
scioperi del servizio di trasporto pubblico locale.

Sono esonerati dal divieto:


1. veicoli di servizio e veicoli nell’ambito del compito d’istituto
delle Pubbliche Amministrazioni, compresa la Magistratura,
dei corpi e servizi di Polizia Locale, delle forze di Polizia, dei
Vigili del Fuoco, delle forze armate e degli altri corpi armati
dello Stato, della Protezione civile e della Croce Rossa Italiana;
2. autoveicoli che trasportano farmaci e prodotti per uso medico;
3. veicoli utilizzati da persone che
4. veicoli degli istituti di vigilanza privata compresi i portavalori;
5. veicoli utilizzati per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti ur-
bani e speciali;
6. veicoli dei paramedici e dei tecnici ospedalieri in servizio di re-
peribilità, nonché i veicoli di associazioni, imprese e/o persone
che svolgono servizio di assistenza sanitaria e/o sociale;
7. veicoli di conducenti che abbiano compiuto il 70° anno di età

241
(documento di identità);

La presente ordinanza è resa pubblica mediante la posa in opera


e la manutenzione, a cura dell’Ufficio del Settore Lavori Pubbli-
ci del Comune di …………., della prescritta segnaletica stradale
regolamentare in conformità alle modalità stabilite dal C.d.S. e
dal relativo Regolamento di Attuazione, e mediante affissione
all’Albo Pretorio.
DISPONE

è fatto obbligo a tutti gli utenti della strada di rispettare quanto


stabilito nella presente ordinanza.

A carico dei trasgressori alle disposizioni descritte nella presente


ordinanza, saranno applicate le sanzioni amministrative previste
dal Codice della Strada.

Gli organi di polizia stradale di cui all’art. 12 del Codice della


Strada, sono incaricati di far rispettare le prescrizioni del presen-
te provvedimento.

L’Ufficio tecnico è incaricato a disporre l’apposita segnaletica stra-


dale come disciplinato dal D.lgs. n. 285 del 30 aprile del 1992;
L’Ufficio stampa del Comune è tenuto all’immediata pubblica-
zione del presente provvedimento all’Albo pretorio, nelle bache-
che comunali, e sul sito internet del Comune.
Copia del presente atto è trasmessa:

242
Prefettura di ………………..;
Agli organi di Polizia stradale competenti;
All’Ufficio tecnico comunale.

Dalla residenza municipale, lì………….



Il Sindaco
______________

COMUNICAZIONE PREVISTE DALLA LEGGE N DEL 7


AGOSTO 1990 N. legge n° 241 del 1990
A norma dell’art. 5 , comma 3, della predetta legge, si avvisa
che l’unità organizzativa competente per il procedimento ammi-
nistrativo è l’ufficio …………. E il responsabile del procedimen-
to è il Dott. ………….. .
Ai sensi dell’art. 3 , comma 4, della legge sopra citata si preci-
sa che avverso il medesimo atto può essere promosso il ricor-
so giurisdizionale al Tribunale Amministrativo Regionale di
…………….. come previsto ai sensi dell’art. 29 del D.lgs. n.
104 del 2010, nel termine di 60 giorni o , in via alternativa, il ri-
corso al Presidente della Repubblica ai sensi dell’art. 8 del d.p.r.
n. 1199 del 1971 nel termine di 120
giorni decorrenti dalla data di notifica o comunicazione del pre-
sente atto.
Avverso la presente ordinanza è altresì ammesso ricorso al Mi-
nistero dei Trasporti entro 60 giorni dalla posa della segnaletica,
in relazione alla natura dei segnali apposti, ai sensi dell’art. 37

243
c. 3 del Codice della Strada.
All’interessato è riconosciuta la facoltà di prendere visione ed
estrarre copia degli atti del fascicolo in orario d’ufficio.

IL RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO


______________________________

1.3 Ordinanza trattamento sanitario obbligatorio

CITTÀ DI ………………….
PROVINCIA DI ………………………
Settore proponente: SINDACO

ORDINANZA N. ……. DEL ………………….

OGGETTO: Trattamento Sanitario Obbligatorio in condizioni


di degenza ospedaliera
Legge 23 dicembre 1978 n. 833

IL SINDACO

Vista la proposta del/della dott./dott.ssa …………..di


data…………… di sottoporre a trattamento sanitario obbliga-
torio in condizioni di degenza ospedaliera il/la signor/a nato/a
a…………… il………..e residente a………..in via………………
…………n…………., affetto/a da ……………………………….e
che indica il seguente luogo di ricovero

244
Considerato che da tale proposta risulta, come previsto nell’art.
34, IV comma, della Legge 23 dicembre 1978 n. 833:
• che si è in presenza di persona affetta da alterazioni psichiche
tali da richiedere urgenti interventi terapeutici;
• che gli interventi terapeutici necessari non sono stati accettati
dall’infermo/a;
• che non vi sono le condizioni e le circostanze che consentono
di adottare tempestive ed idonee misure sanitarie extra ospe-
daliere.

Visto che la proposta sopra detta è stata convalidata dal/dalla


dott./dott.ssa…………………………medico dell’Azienda sani-
taria locale.

Vista la Legge 23 dicembre 1978 n. 833.

Nella sua qualità di Autorità sanitaria locale

ORDINA

il trattamento sanitario obbligatorio del/la si-


gnor/a………………….., sopra generalizzato/a presso
il Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura dell’Ospedale
di……………………….;

DISPONE

245
Che la presente ordinanza
• ai sensi dell’art. 35, comma 1, della legge 23 dicembre 1978
n. 833, corredata dalla proposta medica e della convalida richia-
mata in premessa venga notificata entro 48 ore dal ricovero del
soggetto al Giudice Tutelare del Tribunale di …………;
• sia notificata dalla Polizia municipale del Comune di……………
ai sensi dell’art. 35, I comma, della Legge 23 dicembre 1978 n.
833, corredata dalla proposta medica convalidata e richiamata
in premessa, venga notificata entro 48 ore dal ricovero al Giudi-
ce Tutelare presso il Tribunale di ___________;
• che il presente provvedimento venga comunicato all’Azienda
sanitaria locale di _________ perché vi dia esecuzione con il
proprio personale;
• che copia della presente ordinanza venga trasmessa al Corpo
di Polizia Locale di ______________________, affinché vi dia
esecuzione per quanto di competenza;
Che il trattamento sanitaria sia effettuato nel rispetto della digni-
tà della persona e dei diritti politici garantiti dalla Costituzione;

Chiunque può rivolgere al Sindaco richiesta di revoca o di mo-


difica del presente provvedimento.

Contro il presente atto convalidato dal Giudice Tutelare la per-


sona soggetta al trattamento e chiunque vi abbia interesse può
proporre ricorso al Tribunale competente per territorio.
Dalla residenza municipale, lì………….

246
Il Sindaco
______________

COMUNICAZIONE PREVISTE DALLA LEGGE N DEL 7


AGOSTO 1990 N. 241

A norma dell’art. 5, comma 3, della predetta legge, si avvisa che


l’unità organizzativa competente per il procedimento ammini-
strativo è l’ufficio …………ed il responsabile del procedimento
è il Dott. ………….. .
Ai sensi dell’art. 33, comma 7, della legge 23 dicembre 1978
n. 833 si precisa che avverso il medesimo atto chiunque può
rivolgersi al Sindaco istanza di revoca o modifica del predetto
provvedimento amministrativo.
Inoltre, la persona soggetta al t.s.o. o chiunque ne abbia inte-
resse, ai sensi dell’art. 35, comma 8 della legge del 23 dicembre
1978 n.833, può proporre contro il presente atto convalidato dal
Giudice Tutelare ricorso al Tribunale competente per territorio.
All’interessato è riconosciuta la facoltà di prendere visione ed
estrarre copia degli atti del fascicolo in orario d’ufficio.

IL RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO


______________________________

1.4 Ordinanza di inagibilità di immobile privato a seguito di

247
fenomeni naturali

COMUNE DI…………..
PROVINCIA DI …………

Ordinanza n. …….. del ……………

OGGETTO: Ordinanza di inagibilità di edificio a seguito di so-


pralluogo sito in via …………… civ. n. …………… del Comune
di ……………

IL SINDACO
PREMESSO che in data ___________________a seguito di un
evento……. (indicare il tipo di fenomeno naturale verificatosi, ad
esempio, sismico di mag._______) che hanno interessato in modo
considerevole il territorio Comunale;

VISTO che tale fenomeno ha provocato nell’intero territorio


Comunale crolli diffusi mettendo in pericolo la pubblica incolu-
mità nonché la sicurezza dei beni pubblici e privati

CONSIDERATO che è ancora in atto attività sismica con la


frequente ripetizione di scosse e che si rende necessario porre in
essere, in termini di somma urgenza, ogni azione utile a consen-
tire la tutela degli interessi fondamentali della popolazione ed in
particolare all’integrità della vita.
RILEVATO che in conseguenza dell’evento sismico sopra descritto

248
che ha colpito il territorio comunale di________ si è determinata
una situazione di grave pericolo per la popolazione residente causa-
ta dalle lesioni e dal danneggiamento delle strutture e dei fabbricati
situati nel territorio interessato con conseguente rischio di distacchi
e/o di crolli sulle aree pubbliche e private.

VISTO Il Decreto_______________________________
VISTE le ordinanze_______________________________

VISTO l’esito del sopralluogo effettuato in data ______________


dall’Ing. _______________ Tecnico comunale sull’edificio sito
in _______________civico_______ da cui emerge il cedimento
dei muri portanti del detto immobile tali da impedirne qualsiasi
uso;

VALUTATO che detta situazione può compromettere l’incolu-


mità delle persone residenti e utenti della strada;

RITENUTO necessario ai fini della tutela della pubblica e pri-


vata incolumità inibire
l’accesso e qualsiasi utilizzo, anche occasionale, degli edifici che
presentano lesioni
strutturali, fatta eccezione per i Tecnici e gli Addetti incaricati;

ATTESO che stante l’urgenza manifestata, qualsiasi indugio nel


provvedere a quanto sopra potrebbe mettere in serio pericolo
l’incolumità pubblica e privata.

249
VISTO l’art 15 della Legge 24 Febbraio 1992 n. 225 e S.M.I

VISTO l’art. 108 lettera C del Decreto Legislativo 31 Marzo


1998 n. 112

VISTO l’art. 50 e 54 del Decreto Legislativo 18 Agosto 2000 n. 267

DICHIARA

L’inagibilità dell’immobile sopra menzionato inibendone l’u-


tilizzo per i proprietari, per gli occupanti a qualunque titolo,
nonché per chiunque vi possa accedere, sino al perdurare delle
condizioni rilevate e comunque fino alla sua messa in sicurezza
mediante l’esecuzione di tutti gli interventi necessari.

ORDINA

1) Lo sgombero, il divieto di accesso e di utilizzo dell’edificio ai


proprietari e a chi a qualunque titolo occupi l’edificio in questio-
ne, nonché a chiunque altro vi possa accedere fatta eccezione
per il personale espressamente autorizzato ad effettuare ulteriori
verifiche tecniche qualora comunque sussistano condizioni di
sicurezza.
2) Che il proprietario o comunque chi ne abbia la disponibilità
a qualunque titolo proceda ad adottare i provvedimenti urgenti
compresa l’eventuale delimitazione dell’area al fine di impedire

250
l’accesso a chiunque.
3) Il perdurare delle presenti disposizioni sino all’avvenuta ese-
cuzione di tutte le opere necessarie per rendere agibile l’immo-
bile ora dichiarato inagibile.
Altresì,

RICHIEDE

Agli enti erogatori di servizi di provvedere al blocco/distacco


delle utenze Energia elettrica, Gas, Acqua e Linea telefonica.

DISPONE

Per gli uffici competenti, che la presente ordinanza venga affis-


sa sul fabbricato posto in Via________________ civico........., di
notificare la presente ordinanza a:
al residente o occupante a vario titolo dell’immobile (Affittua-
rio, comodatario, etc.)

Di trasmettere la presente ordinanza a:


--Prefettura di ……………….
--Provincia di ………………….
--Protezione Civile
--Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco
--Centro Coordinamento Soccorsi (CCS) oppure Centro di Co-
ordinamento Provinciale
--Centro Operativo Comunale - Funzioni: Tecnico Scientifica e

251
Censimento danni, Strutture Operative Locali e Viabilità
--Polizia Municipale Ciascuno per le rispettive competenze –
--agli enti erogatori di servizi per provvedere, sulla base delle
richieste sopra riportate, al blocco/distacco delle utenze.

Dalla residenza municipale, lì………….


Il Sindaco
______________

COMUNICAZIONE PREVISTE DALLA LEGGE N DEL 7


AGOSTO 1990 N. 241

A norma dell’art. 5, comma 3, della predetta legge, si avvisa che


l’unità organizzativa competente per il procedimento ammini-
strativo è l’ufficio …………ed il responsabile del procedimento
è il Dott. ………….. .
Ai sensi dell’art. 3, comma 4, della legge sopra citata si preci-
sa che avverso il medesimo atto può essere promosso il ricor-
so giurisdizionale al Tribunale Amministrativo Regionale di
……………. come previsto ai sensi dell’art. 29 del D.lgs. n. 104
del 2010, nel termine di 60 giorni o, in via alternativa, il ricorso
Prefetto di……………… ai sensi dell’art. 1 del d.p.r. n. 1199 del
1971 nel termine di 30 giorni decorrenti dalla data di notifica o
comunicazione del presente atto.
All’interessato è riconosciuta la facoltà di prendere visione ed

252
estrarre copia degli atti del fascicolo in orario d’ufficio.

IL RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO


______________________________

1.5 Ordinanza che dispone la chiusura di ponti.

COMUNE DI………….
PROVINCIA DI …………

Ordinanza n. ……. del ……………

OGGETTO: ordinanza di chiusura ponte sito in via………….

IL SINDACO

PREMESSO che in data ……………. il Responsabile Ufficio Tec-


nico del Comune di ……………, ha segnalato il crollo di un muro
portante del ponte ………………. in località …………………,
lungo la strada comunale ……………………, presumibilmente a
causa delle forti correnti e dell’ingrossamento del corso d’acqua
verificatosi in occasione delle ultime, forti pioggia;
RITENUTO di dover intervenire con somma urgenza, adottan-
do tutte le misure di cautela per la pubblica incolumità;

RITENUTO inoltre necessario disciplinare e adottare provve-


dimenti atti a garantire la necessaria sicurezza del traffico nella

253
suddetta strada comunale, inibendo la circolazione a tutte le ca-
tegorie di veicoli fino all’esecuzione dei lavori di messa in sicu-
rezza del ponte sul …………………;

VISTI gli artt.5, 6 comma 4 lett. a) del D. Lgs. n. 285 del 30


aprile 1992- Nuovo Codice della Strada, che assegna alla compe-
tenza del Sindaco l’adozione delle ordinanze di regolamentazio-
ne della circolazione stradale all’interno del territorio comunale;

VISTO il Regolamento di esecuzione e di attuazione del Codice


della Strada, emanato con D.P.R. n. 495 del 16.12.1992;

VISTA la Legge 07.08.1990, n. 241 e ss.mm.ii.;


VISTO l’art. 54, comma 4° Testo Unico sull’ordinamento degli
Enti Locali approvato con D.lgs. 18.08.2000, n. 267;

RITENUTI pertanto sussistenti i presupposti per l’adozione di


un’ordinanza di carattere contingibile ed urgente al fine di pre-
venire pericoli all’incolumità pubblica;

ATTESA la propria competenza all’adozione del presente atto


ai sensi del citato art. 54 del Testo Unico delle leggi sull’ordina-
mento degli enti locali approvato con D.lgs. 18.8.2000 n. 267;

ORDINA

254
A FAR DATA dal ………….e sino al permanere delle condi-
zioni di pericolo l’immediata chiusura al traffico, per tutte le
categorie di veicoli, con l’istituzione del segnale di DIVIETO
DI TRANSITO del ponte …………… in località …………….. .

CHE l’Ufficio tecnico comunale, data l’urgenza, metta in essere


i provvedimenti previsti per l’installazione della relativa segnale-
tica nei tempi e nei modi previsti dal vigente Codice della Strada
e provveda al transennamento del ponte tramite l’apposizione di
apposite barriere metalliche;
DISPONE
In caso di inottemperanza, fermo restando le eventuali conse-
guenze di tale condotta se rilevante sotto il profilo penale, si pro-
cederà all’irrogazione di sanzioni previste dalle relative norme.
La presente Ordinanza viene resa nota al pubblico mediante
l’installazione dei prescritti segnali stradali, affissione all’Albo
Pretorio Comunale e pubblicazione avviso nel sito internet isti-
tuzionale del Comune di ………………….;
copia della presente ordinanza viene trasmessa:
1. Alla Prefettura di………….;
2. Alla Polizia municipale di territorialmente competente;
3. Alle Forze di Polizia di Stato competenti per territorio;
4. All’Ufficio tecnico comunale;
riportate, al blocco/distacco delle utenze.

Dalla residenza municipale, lì………….

255

Il Sindaco
______________

COMUNICAZIONE PREVISTE DALLA LEGGE N DEL 7


AGOSTO 1990 N. 241

A norma dell’art. 5 , comma 3, della predetta legge, si avvisa


che l’unità organizzativa competente per il procedimento ammi-
nistrativo è l’ufficio …………ed il responsabile del procedimen-
to è il Dott. ………….. .
Ai sensi dell’art. 3 , comma 4, de
lla legge sopra citata si precisa che avverso il
medesimo atto può essere promosso il ricorso giurisdizionale
al Tribunale Amministrativo Regionale di …………….. come
previsto ai sensi dell’art. 29 del D.lgs. n. 104 del 2010, nel
termine di 60 giorni o , in via alternativa, il ricorso Prefetto
di……………… ai sensi dell’art. 1 del d.p.r. n. 1199 del 1971 nel
termine di 30 giorni decorrenti dalla data di notifica o comuni-
cazione del presente atto.
All’interessato è riconosciuta la facoltà di prendere visione ed
estrarre copia degli atti del fascicolo in orario d’ufficio.

IL RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO
______________________________

2. I decreti del Sindaco

256
Passiamo ora in rassegna la struttura dei decreti sindacali più
utilizzati nella prassi.

Intestazione
Si rinvia a quanto già detto per le ordinanze sindacali in punto
di intestazione dell’atto.
COMUNE DI…………..
PROVINCIA DI …………

Prot. gen. N. …………


Registro dei decreti del Sindaco n. ………/……….

Denominazione
La formale denominazione dell’atto indica la competenza
dell’organo che lo adotta.
Ad esempio:
DECRETO DEL SINDACO
Ai sensi dell’art. 50 del t.u.e.l.

Oggetto
Va menzionato l’oggetto del provvedimento in sintesi a cui fa
seguito l’indicazione dell’organo competente.

OGGETTO: Decreto di nomina del Segretario generale del Comune


di…….

IL SINDACO

257
Preambolo
Il preambolo contiene le ragioni giuridiche e tecniche, unita-
mente alle norme legislative, regolamentari, statutarie che han-
no condotto all’adozione del provvedimento amministrativo.

Premesso che, in esecuzione delle deliberazioni del Consiglio comunale


di …………… n. …. del ………………, dichiarate immediatamente
eseguibili, in ………………. i Sindaci dei tre Comuni (indicare i Co-
muni che partecipano alla convenzione) hanno sottoscritto una conven-
zione per l’esercizio associato delle funzioni di segretario comunale, con
……………… individuato in qualità di Comune capo – convenzione;

Richiamato il proprio decreto n. ………. del ……………, con il qua-


le il dott. …………, iscritto all’Albo dei segretari comunali – Sezio-
ne …………, al n. …………, fascia professionale …, è stato indivi-
duato quale segretario comunale idoneo ad assumere la titolarità della
sede convenzionata di segreteria comunale fra i Comuni di ………,
……………… e ……………;
Visto il provvedimento prot. ……… del …………, con il quale il Prefet-
to di ……………. ha preso atto della costituzione della sede di segreteria
comunale convenzionata tra i Comuni di …………, ……………….
e ……………… e assegnato il sunnominato dr. ………………. alla
suddetta sede di segreteria comunale convenzionata;
Accertato, d’intesa con i Sindaci di …………e di ……………, che il
nulla osta alla nomina del dott. …………………quale titolare della
sede di segreteria comunale;
Visti D.lgs. n. 267/2000 e il D.P.R. n. 465/1997;

258
Motivazione
Ai sensi dell’art. 3 della legge n° 241 del 1990 il provvedimento
amministrativo deve obbligatoriamente contemplare la motiva-
zione, ossia la ragione della scelta del soggetto designato. L’in-
dividuazione del soggetto deve avvenire secondo criteri formali
e sostanziali di scelta facendo opportuno riferimento alle com-
petenze, perizia e capacità professionale posseduta dal designato
in riferimento all’incarico che andrà a ricoprire.

Accertato che, tra i Segretari Comunali che hanno manifestato la dispo-


nibilità alla copertura dell’incarico, il dott. …………. Risulta possede-
re i seguenti requisiti necessari:
- titoli;
- pubblicazioni
- esperienze professionali.

Richiamato l’art. 20n del D.lgs. n. 39/2013 “Disposizioni in materia


di inconferibilità’ e incompatibilità di incarichi presso le pubbliche am-
ministrazioni e presso gli enti privati in controllo pubblico, a norma
dell’articolo 1, commi 49 e 50, della legge 6 novembre 2012, n. 190” in
tema di accertamento di insussistenza di cause di inconferibilità;
Dispositivo
Contiene la manifestazione di volontà del Sindaco che conduce
alla nomina del soggetto designato all’incarico.
DECRETA
--Di nominare il dott. ………, nato a ……. il …………… e residente

259
in via…………, Segretario comunale di questo Comune;
--Di comunicare il presente decreto di nomina:
1. All’interessato per accettazione formale della nomina e per la conse-
guente assunzione del servizio a far data dal …………….
2. All’Ufficio del personale del Comune per quanto di competenza;
3. Alla Prefettura di………
--Di provvedere alla pubblicazione del presente provvedimento all’Albo
pretorio dell’ente;

Disposizioni circa l’efficacia del provvedimento


Rappresenta una parte necessaria dell’atto ai fini di efficacia del
provvedimento.

Di dare atto che il presente incarico acquista efficacia con la presenta-


zione della dichiarazione di insussistenza di cause di inconferibilità e di
incompatibilità come previsto ai sensi dell’art. 20 del D.lgs. n. 39/2012.

Data, luogo e sottoscrizione


Dalla residenza municipale, lì………….

Il Sindaco
______________

Organi a cui il decreto va inviato per conoscenza


Alcuni decreti si concludono con indicazione di alcuni organi a
cui il atto sindacale deve essere inviato per conoscenza.
2.1 Decreto di nomina di Assessore

260
COMUNE DI………….
PROVINCIA DI …………

Prot. gen. N. …………


Registro dei decreti del Sindaco n. ………/……….

Oggetto: Nomina Del Sig. ………………quale Assessore in So-


stituzione dell’assessore……………………dimissionario

IL SINDACO

Premesso che:
Dato atto che con protocollo dell’Ente n. …… del ……, il
dott.………. ha presentato le proprie dimissioni dalla carica di
Assessore del Comune di ……………per motivi personali;
Richiamato lo Statuto Comunale;
Richiamato l’art. 46, comma 2, del D.lgs. 267/2000 il quale sta-
bilisce che il Sindaco nomina, nel rispetto del principio di pari
opportunità tra donne e uomini, garantendo la presenza di en-
trambi i sessi, i componenti della Giunta;

Verificata l’opportunità di provvedere alla sostituzione dell’As-


sessore dimissionario per garantire efficacia all’azione ammini-
strativa dell’Ente;

DECRETA

261
1) Di nominare quale nuovo assessore della Giunta Comunale
di ………………… il dott.………………. nato il …………… a
…………. e residente in via…………con delega delle funzioni
nei seguenti uffici e servizi:..;
2) che l’accettazione della seguente funzione comporta la cessa-
zione automatica della carica di Consigliere comunale;
3) della seguente nomina sarà data comunicazione al Consiglie-
re comunale ai sensi dell’art. 46 del t.u.

Dalla residenza municipale, lì………….


Il Sindaco
______________

2.2 Decreto di revoca di Assessore

COMUNE DI…………..
PROVINCIA DI …………

Prot. Gen. N. …………


Registro dei decreti del Sindaco n. ………/………..

Oggetto: Decreto di revoca di Assessore Sig. ……………..


IL SINDACO

262
Premesso che l’art 46 del D.Lgs 18/8/2000 n. 267 stabilisce che:
“Il Sindaco e il Presidente della Provincia nominano i componenti della
giunta…omissis” e che per giurisprudenza costante l’atto di no-
mina è fondato sulla discrezionalità del sindaco di scegliere gli
Assessori a suo insindacabile giudizio ed “intuitu personae”;

Considerato che
--l’assenza di criteri normativamente predeterminati per la scel-
ta dei componenti della Giunta sottolinea il carattere piena-
mente fiduciario di tale scelta;
--il citato articolo 46 del testo unico degli enti locali stabilisce
altresì che “Il sindaco ed il Presidente della Provincia possono revo-
care uno o più assessori dandone motivata comunicazione al Consi-
glio”, ne consegue che l’obbligo di motivazione è previsto in
sede di comunicazione al Consiglio comunale della revoca
dell’assessore;

Ritenuto, tuttavia, in ragione del costante indirizzo giurispru-


denziale di dover motivare il provvedimento in oggetto;

Richiamato il decreto sindacale n. …… del ………….


con cui il Sig. ……………. è stato nominato alla ca-
rica di Assessore Comunale, con le seguenti deleghe:
…………………………………………………………;

Considerato che gli interventi attuati dall’Assessore

263
………………… non hanno a tutt’oggi prodotto significativi ri-
sultati;

Dato atto che ciò ha determinato il venir meno del rapporto di


fiducia in merito all’idoneità del nominato Assessore a persegui-
re gli obiettivi amministrativi fissati nel programma di mandato;

Considerato che le suddette motivazioni legittimano pienamente la


volontà del Sindaco di far cessare la vigenza dell’atto di nomina;

Tutto ciò premesso ed evidenziato

DECRETA

1. Di revocare, per i motivi di cui in narrativa che qui si inten-


dono integralmente richiamati il proprio decreto n. ……….
del ………….. nella parte di nomina ad assessore comunale
del Sig. ………………;
2. Di dare atto che la revoca della nomina contenuta in detti
decreti comporta la contestuale revoca sia della nomina di
assessore sia di tutte le deleghe attribuite;
3. Di dare atto che la revoca ha efficacia immediata;
4. Dare atto che fino alla nomina di un nuovo assessore, da
disporsi con apposito separato atto, le attività politico am-
ministrative inerenti le deleghe sopra descritte fanno capo al
Sindaco;
5. Di disporre che il presente atto venga notificato all’interes-

264
sato;
6. Di comunicare il presente atto al Consiglio Comunale nella
sua prossima adunanza;
7. Di comunicare il presente atto per opportuna conoscenza al
Sig. Prefetto della Provincia di .......................

Dalla residenza municipale, lì………….



Il Sindaco
______________

2.3 Decreto di nomina del Responsabile della prevenzione


della corruzione

COMUNE DI…………..
PROVINCIA DI …………

Prot. Gen. N. …………


Registro dei decreti del Sindaco n. ………/………..

OGGETTO: Decreto di nomina responsabile per la prevenzione


della corruzione e responsabile per la trasparenza.

IL SINDACO

Vista la legge 190 del 6 novembre 2012 “Disposizioni per la pre-


venzione la repressione della corruzione e dell’illegalità nella pubblica

265
amministrazione”, in particolare l’art. 1, comma 7, a norma del
quale “l’organo di indirizzo individua, di norma tra i dirigenti di ruolo
di prima fascia in servizio, il Responsabile della prevenzione della cor-
ruzione. Negli enti locali, il Responsabile della prevenzione della corru-
zione e della trasparenza è individuato, di norma, nel segretario o nel
dirigente, salva diversa e motivata determinazione.

Vista la delibera ………………… secondo la quale “il titolare del


potere di nomina del Responsabile della prevenzione della corruzione va
individuato nel Sindaco, quale organo di indirizzo politico amministra-
tivo”;
Considerato che la figura del Responsabile della corruzione
(RPC) è stata interessata in modo significativo dalle modifiche
introdotte dal D.lgs. 97/2016 che ha modificato ed integrato il
D.Lgs n. 33/2013.

Visto il D.lgs n. 33, a norma del quale all’interno di ogni ammi-


nistrazione , il Responsabile per la prevenzione della corruzione
di cui all’art. 1, comma 7, della legge 6 novembre 2012, n. 190,
svolge di norma le funzioni di responsabile della trasparenza:
• Segnala all’organo d’indirizzo e all’organismo indipendente di
valutazione le disfunzioni inerenti all’attuazione delle misure in
materia di prevenzione della corruzione e di trasparenza;
• Elabora la proposta di piano di prevenzione della corruzione
entro il 31 gennaio di ogni anno e ne cura la trasmissione all’au-
torità nazionale anticorruzione;
• Vigila sul funzionamento e l’osservanza del piano;

266
• Verifica l’efficacia e attuazione del piano e della sua idoneità e
propone modifiche;
• Individua il personale da inserire nei programmi di formazione;

Dato atto che il Responsabile della Trasparenza, ai sensi dell’art. 43


del D.Lgs 33/2013:
• svolge stabilmente un’attività di controllo sull’adempimento
da parte dell’amministrazione degli obblighi di pubblicazione
previsti dalla normativa vigente;
• Segnala all’organo di indirizzo politico, all’Organismo indi-
pendente di valutazione (OIV), all’Autorità nazionale anti-
corruzione e, nei casi più gravi, all’ufficio di disciplina i casi
di mancato o ritardato adempimento degli obblighi di pubbli-
cazione.
• segnala i casi di inadempimento o di adempimento parziale
degli obblighi in materia di pubblicazione previsti dalla nor-
mativa vigente, all’ufficio di disciplina
• Segnala altresì gli inadempimenti al vertice politico dell’Am-
ministrazione, al Nucleo di Valutazione, ai fini dell’attivazio-
ne di altre forme di responsabilità.

Visto il Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione Trien-


nio ………..approvato dall’Autorità Nazionale Anticorruzione
ANAC,

Visto il Piano Nazionale Anticorruzione (PNA) 2016, appro-

267
vato dall’ANAC il 3 agosto 2016 a seguito della riforma del
Decreto Legge 90/2014;

Dato atto che il Segretario del Comune di Cassinetta di


……………. è il Dott. ………………. Con decreto di nomina
n. …….del ………….;

Ritenuto che il Dott. …………. sia in possesso dei requisiti e


delle capacità adeguate allo svolgimento dei compiti attribuiti
dalla legge al Responsabile della Prevenzione della Corruzione
ed al Responsabile della trasparenza;
Visto il D.lgs 267/2000 disciplina recante “Testo unico delle
leggi sull’ordinamento degli enti locali;
Visto lo Statuto comunale;

DECRETA

1. di nominare, ai sensi dell’art. 1, comma 7, della legge 190 del


6 novembre 2012 e dell’art. 43, comma 1, del D.Lgs 33/2013
il dott.……….., nato a …………….. il …………….. e resi-
dente in via………… quale Responsabile della Prevenzione
della Corruzione e della Trasparenza presso il Comune di
Cassinetta di Lugagnano
2. di disporre la pubblicazione del presente provvedimento sul
sito istituzionale,
3. di inviare copia del presente decreto
--agli Assessori;

268
--ai Consiglieri Comunali;
--al nucleo di valutazione;
--all’Autorità Nazionale Anticorruzione.
Dalla residenza municipale, lì………….

Il Sindaco
______________

2.4 Decreto di autorizzazione al Segretario a svolgere in-


carico extra ufficio.

COMUNE DI…………..
PROVINCIA DI …………

Prot. Gen. N. …………


Registro dei decreti del Sindaco n. ………/………..

Oggetto: autorizzazione al Segretario a svolgere incarico extra


ufficio.

Visto il decreto Sindacale n. ………..con il quale è stato nomi-


nato il …………. quale Segretario Generale;

Dato atto che con nota prot. n. ……….. del ……………….. il


Segretario Generale Dott. ………………………… ha chiesto
l’autorizzazione all’incarico extra impiego per conto dell’Auto-
rità …………..……………………con sede in .........................,

269
con un compenso di € …………………………… (omnicom-
prensivo) e per una durata fino ………..;

Visto il comma 2 dell’art. 53 del D. Lgs 165/01, nel quale viene


prevista la possibilità da parte dell’Amministrazione, di conce-
dere autorizzazioni per incarichi “..che provengono da amministra-
zione diversa da quella di appartenenza, ovvero da società o persone
fisiche,…”;

Richiamato il comma 5 dell’art 53 del D. Lgs. 165/2001 secon-


do cui “In ogni caso, il conferimento operato direttamente dall’ammi-
nistrazione, nonché l’autorizzazione all’esercizio di incarichi che proven-
gano da amministrazione pubblica diversa da quella di appartenenza,
ovvero da società o persone fisiche, che svolgono attività d’impresa o
commerciale, sono disposti dai rispettivi organi competenti secondo crite-
ri oggettivi e predeterminati, che tengano conto della specifica professio-
nalità, tali da escludere casi di incompatibilità, sia di diritto che di fatto,
nell’interesse del buon andamento della pubblica amministrazione”;
Considerato che non sussistono cause di incompatibilità o di
conflitti di interesse anche potenziali tra l’incarico, sopra descrit-
to, e gli specifici compiti e le responsabilità attribuite al Dott.
………………… anche in riferimento alle esigenze organizzati-
ve e funzionali della sede di Segreteria Generale, nella quale è
titolare;

Visto il regolamento sull’Ordinamento degli Uffici e dei Servizi


approvato con delibera di Giunta Comunale, n. ……………….;

270
Per le motivazioni di cui in premessa che si intendono integral-
mente richiamate
AUTORIZZA

1) Di autorizzare, ai sensi del combinato disposto dell’art. 53 del


D. Lgs. 30 marzo 2001 n. 165 e dell’art. 16 del D.P.R. 04.12.1997
n. 465, il Segretario Comunale Dott. ………………………..,
a svolgere l’attività extra impiego per conto dell’Autorità
…………….. con sede in ………………., con un compenso di €
……….. (omnicomprensivo) e con una durata fino al …………;
2) Di trasmettere il presente decreto al Segretario Comunale
Dott. Gianpaolo Brancati, al Comune di ………………… ;

Dalla residenza municipale, lì………….



Il Sindaco
______________

Capitolo V

271
Gli atti dei Dirigenti

1. Atti amministrativi dei Dirigenti.


Accanto agli organi tradizionali di matrice politica ( Sindaco,
Giunta Comunale e Consiglio Comunale) la legge pone altri or-
gani, questa volta a carattere burocratico, con conseguente una
suddivisione delle competenze in ordine all’adozione dei prov-
vedimenti comunali.
In particolare, ad opera delle riforme avviate dagli anni novan-
ta ( legge n. 142/90, legge n. 81/93, D.lgs. n. 29/93 e le suc-
cessive modifiche introdotte dai D.lgs. n. 165/2001 e D.lgs. n.
150/2009) i provvedimenti si distinguono tra loro per le funzioni
svolte: da un lato, si rinvengono i provvedimenti di indirizzo po-
litico- amministrativo emanati dagli organi di direzione politica
e , dall’altro, i provvedimenti amministrativi quali espressione
dei poteri gestionali dei dirigenti.
La distinzione delle funzioni emerge con nitidezza dal decreto
legislativo n. 165 del 2001 , in quanto mentre con i provvedi-
menti di direzione politica definiscono gli obiettivi e verificano
la rispondenza dei risultati di gestione amministrativa alle diret-
tive generali impartite, con i provvedimenti dei dirigenti sono,
invece, assunti gli atti di gestione volti ad impegnare l’Ammini-
strazione verso l’esterno.
L’art. 14 del D.lgs. n. 165 del 2001 , infatti, definisce le funzioni
di indirizzo politico-amministrativo dell’organo politico, distin-
guendole:
a. Definizione degli obiettivi e dei programmi da attuare me-

272
diante l’adozione delle direttive generali.
b. Assegnazione agli uffici dirigenziali generali dei fondi.
Il meccanismo formale attraverso cui si estrinseca l’attuazione
degli indirizzi di matrice politico-amministrativo è rappresentato
dall’adozione della determinazione, la quale può avere contenu-
to eterogeneo come l’impegno di spesa, la gestione del persona-
le , la gestione dei contratti pubblici e appalti, ecc.
Come puntualmente ha osservato il TAR Lazio , Sez. II- bis, 8
marzo 2002 sentenza n° 1804 “ spetta ai dirigenti, nei limiti delle
attribuzioni degli uffici a cui sono preposti, la emanazione di tutti gli
atti e provvedimenti amministrativi, comprensivi di quelli che impegni-
no la P.A. verso l’esterno e siano espressione di valutazione anche di
natura discrezionale, nel rispetto dei criteri predeterminati dalla legge,
dai regolamenti e dagli atti generali di indirizzo emanati dagli organi
politici”.
L’art. 107 comma 3 del D.lgs. n. 267/2000 individua , con un’e-
lencazione non tassativa, le funzioni e i compiti di natura ge-
stionale attribuiti al dirigente, con i quali essi impegnano la P.A.
verso l’esterno.
Tra i compiti e funzioni attribuiti al personale dirigenziale la
legge annovera:
a) la presidenza delle commissioni di gara e di concorso;
b) la responsabilità delle procedure d’appalto e di concorso;
c) la stipulazione dei contratti;
d) gli atti di gestione finanziaria, ivi compresa l’assunzione di
impegni di spesa;
e) gli atti di amministrazione e gestione del personale;

273
f) i provvedimenti di autorizzazione, concessione o analo-
ghi, il cui rilascio presupponga accertamenti e valutazioni,
anche di natura discrezionale, nel rispetto di criteri predeter-
minati dalla legge, dai regolamenti, da atti generali di indi-
rizzo, ivi comprese le autorizzazioni e le concessioni edilizie;
g) tutti i provvedimenti di sospensione dei lavori, abbat-
timento e riduzione in pristino di competenza comuna-
le, nonché i poteri di vigilanza edilizia e di irrogazio-
ne delle sanzioni amministrative previsti dalla vigente
legislazione statale e regionale in materia di prevenzione e re-
pressione dell’abusivismo edilizio e paesaggistico-ambientale;
h) le attestazioni, certificazioni, comunicazioni, diffide, ver-
bali, autenticazioni, legalizzazioni ed ogni altro atto co-
stituente manifestazione di giudizio e di conoscenza;
i) gli atti ad essi attribuiti dallo statuto e dai regolamenti o, in
base a questi, delegati dal sindaco.
Dall’entrata in vigore del testo unico , ai sensi dell’art. 107 com-
ma 5, i dirigenti sono competenti per l’adozione degli atti di ge-
stione e degli atti o provvedimenti amministrativi, salvo quanto
previsto espressamente agli artt. 50 , comma 3, e 54 comma del
D.lgs. n. 267/D.lgs. n. 267/2000.
Tale norma di chiusura , a ben vedere, nell’attribuire le funzioni
di gestione alla figura dirigenziale non detta alcun criterio utile
per l’interprete al fine di distinguere gli atti di indirizzo politico,
spettante agli organi rappresentativi, e gli atti a matrice gestio-
nale di competenza del dirigenze.
Si pone allora il problema di rinvenire un criterio per distingue-

274
re tra atti di indirizzo politico e provvedimento avente natura
gestionale data la sottile linea di demarcazione.
Il metro di giudizio fondato sulla maggiore discrezionalità di cui
godono gli atti di indirizzo politico sembra non reggere, secon-
do la giurisprudenza consolidata, stante l’attribuzione di atti
a carattere discrezionale al dirigente per opera dell’art. 107 del
t.u,e.l.
Né il ricorso al criterio fondato sulla natura intrinseca degli atti
di gestione sembra dare esiti soddisfacenti poiché condurrebbe
all’omologazione degli atti, secondo criteri di astrattezza, con
conseguente svalutazione della volontà statutaria.
La distinzione tra la tipologia di atti di gestione e atti di in-
dirizzo , invece, secondo la giurisdizione maggioritaria non va
ricercata in criteri extra-normativi, ma in criteri desumibili dal
diritto positivo e , in particolare, nella legge, regolamenti e Sta-
tuti, pena la svalutazione definitiva dell’autonomia riconosciuta
agli enti locali.
Per tal motivo, posto di rilievo nella ricerca dei criteri di attribu-
zione va rinvenuta nella normativa di secondo grado che defini-
sce le competenze degli organi di indirizzo e dei dirigenti.
Non esistono, pertanto, criteri aprioristici che distinguono la na-
tura della discrezionalità politica dalla natura gestionale degli
atti dovendo, dunque , rinvenire la soluzione nella legge- Statu-
ti-regolamenti- atto di gestione.
In conclusione, possiamo dettare le coordinate operative per
l’ausilio dell’interprete partendo da alcuni punti fermi:
1. La competenza gestionale deve trovare una copertura nella

275
fonte normativa primaria e , in particolare, ai sensi dell’art.
107 comma 3 del D.lgs. n. 267/D.lgs. n. 267/D.lgs. n.
267/2000;
2. La competenza gestionale può essere attribuita anche dallo
Statuto o norme regolamentari;
3. Solo in via eccezionale la legge attribuisce le competenze ge-
stionali agli organi di indirizzo politico;
4. Lo Statuto , in quanto strumento volto ad adattare l’ordi-
namento di ogni Ente locale ai principi dettati dal D.lgs. n.
165/2001, non può restringere gli ambiti di competenza ri-
conosciuti testualmente dal t.u.e.l. ai dirigenti potendo, per-
tanto, operare solo in senso espansivo.

2. Determinazione come atto amministrativo.


Come anticipato, la determinazione è il meccanismo formale
attraverso il quale si dà esecuzione all’indirizzo politico- ammi-
nistrativo degli organi di governo.
La gestione amministrativa attribuita agli organi burocratici, tut-
tavia, non si riduce a una mera attuazione degli indirizzi dei
programmi e delle decisioni assunte dagli organi politici, ma
si manifesta in una vera e propria attività discrezionale che si
svolge nel rispetto delle linee di indirizzo contenute nell’art. 107
comma 3 del D.lgs. n. 267/2000.
L’assunzione degli atti di gestione finanziaria, ad esempio, spet-
ta ai dirigenti e ai responsabili del servizio , i quali sono vincola-
ti nell’esercizio del potere di spesa da criteri prestabiliti annual-
mente dagli organi di governo dell’Ente (Giunta) con un atto

276
denominato Piano esecutivo di gestione (PEG).
Con il Piano esecutivo di gestione, la Giunta , sulla base del bi-
lancio di previsione deliberato dal Consiglio comunale ai sensi
dell’art. 42 del t.u.e.l., determina gli obiettivi di gestione e affida
le dotazioni necessari di cui potranno disporre i dirigenti e i
responsabili dei servizi per realizzare gli obiettivi assegnati.
Nel PEG le entrate sono articolate in titoli, tipologie, catego-
rie, capitoli, ed eventualmente in articoli, secondo il rispettivo
oggetto. Le spese sono articolate in missioni, programmi, titoli,
macro-aggregati, capitoli ed eventualmente in articoli. Inoltre, i
capitoli costituiscono le unità elementari ai fini della gestione e
della rendicontazione.
La programmazione esecutiva, tuttavia, non è obbligatoria per
gli enti locali con popolazione inferiore a 5.000 abitanti, come
espressamente previsto l’art. 169 del D.lgs. n. 267/2000.
In definitiva, a seguito dell’adozione della programmazione
esecutiva di gestione, si attribuisce ai dirigenti e ai responsabili
dei servizi-settori l’autorizzazione a procedere , in piena autono-
mia , all’impegno di spesa per i perseguimento dei fini attribuiti.
In forza del combinato disposto degli artt. 14 del D.lgs. n.
165/2001 e 107 , comma 3 , del D.lgs. n. 267/D.lgs. n. 267/2000
ai dirigenti è attribuita la gestione finanziaria, tecnica e ammi-
nistrativa mediante atti di gestione che assumono il nome di
determinazioni.

2.1 Soggetto

277
Ai sensi del combinato disposto degli artt. 183, comma 9, del
t.u.e.l. e art. 107, comma 3, i soggetti abilitati ad assumere im-
pegni di spesa sono i dirigenti a cui la legge attribuisce il compi-
to di gestione finanziaria.
Detto principio generale può essere derogato solo in ipotesi ec-
cezionale fondata su espressa previsione normativa, come av-
viene in ipotesi di Comuni di piccole dimensioni privi di figure
dirigenziali.
In detti casi, i poteri in questione sono attribuiti , previo atto
motivato del Sindaco ai responsabili dei servizi o degli uffici ai
sensi dell’art. 109 del D.lgs. n. 267/D.lgs. n. 267/2000 e ai Se-
gretari Comunali ai sensi dell’art. 97 lett.d) del medesimo testo
normativo.
L’assunzione di determinazione ad opera dei organi non prepo-
sti, come ad esempio la Giunta o il Sindaco, comporta l’assun-
zione di un atto affetto dal vizio di incompetenza assoluto.

2.2 Oggetto
L’oggetto è la res su cui il provvedimento amministrativo incide.
Nelle determinazione l’oggetto muta a seconda della materia su
cui interviene l’atto di gestione.
Al pari delle delibere degli organi collegiali l’oggetto deve essere
determinato o determinabile, possibile e lecito.

2.3 Contenuto
Nelle determinazioni di spesa il contenuto è finalizzato ad im-
pegnare la spesa per il raggiungimento degli obiettivi indicati nel

278
piano esecutivo di gestione.
L’impegno di spesa che la determinazione fa fronte deve ne-
cessariamente essere sorretta da un’obbligazione giuridicamente
perfezionata. Solo successivamente l’obbligazione validamente
sorta nasce, in capo all’Amministrazione, l’obbligo di impegna-
re le risorse finanziare necessarie, imprimendone una specifica
finalità.
Ai fini di validità la determinazione deve contenere l’importo
dell’impegno, la sua imputazione, l’individuazione del creditore
e le ulteriori clausole che l’ordinamento giuridico prevede.
Le regole rigide previste dall’ordinamento giuridico ai fini di va-
lidità degli impegni di spesa, sottendono lo scopo di contrastare
il fenomeno dei debiti sommessi.
L’art. 191 del D.lgs. n. 267/2000 dispone che gli Enti locali pos-
sono effettuare le spese solo in presenza di un impegno conta-
bile registrato nel capitolo di bilancio, da comunicare ai terzi
interessati, nonché l’attestazione di copertura finanziaria.
La carenza di detti elementi non inficia il rapporto obbligatorio
sorto, ma la controprestazione, al pari degli altri effetti sorti dal
rapporto giuridico, saranno imputabili all’amministratore, fun-
zionario o dipendete pubblico che ha acconsentito alla fornitura
di beni o servizi.
In definitiva, il contenuto della determinazione dell’impegno di
spesa assunto dall’Amministrazione deve contemplare:
1. Il riferimento al creditore;
2. La precisa indicazione dell’importo della spesa
3. L’oggetto della fornitura

279
4. L’indicazione puntuale delle missioni, programmi, titoli, ma-
cro-aggregati, capitoli, nonché gli articoli del piano esecutivo
di gestione a cui la spesa verrà imputata.
5. La costituzione del vincolo sulla previsione di bilancio
nell’ambito della disponibilità finanziaria.
È appena il caso di ricordare che , in ossequio al principio di
competenza su cui si fonda il regime del bilancio, le entrate e
le spese sono imputate all’esercizio finanziario nel quale le ob-
bligazioni giuridiche sono sorte per l’Amministrazione e a nulla
rileva il momento in cui la riscossione e il versamento, per le
entrate, e la liquidazione, l’ordinazione e il pagamento, per le
spese, avvengono.

2.4 Elemento della volontà


Il contenuto delle determinazioni, in quanto espressione della
volontà dell’Ente, sono produttivi di effetti giuridici che impe-
gnano l’Amministrazione verso l’esterno.
L’elemento discrezionale delle determinazioni può mutare sen-
sibilmente a seconda dei margini di manovra, più o meno ampi,
attribuiti ai dirigenti in sede di delibera del PEG.
Non manca , tuttavia, chi rinviene negli atti di gestione un mo-
mento esclusivamente esecutivo degli obiettivi predeterminati
dalla Giunta privo di discrezionalità.
Appare preferibile, invece, l’orientamento che qualifica l’attività
degli organi burocratici come un’attività mista, formata dalla
coesistenza di momenti di attività discrezionale e vincolata.
Del resto, i dirigenti nell’assumere impegni di spesa sono vin-

280
colati alle linee di indirizzo tracciate dagli organi elettivi, pur
tuttavia, sono liberi nell’individuare i mezzi più idonei alla rea-
lizzazione degli obiettivi.

2.5 Finalità
La finalità della determinazione svolge la funzione di controllo
circa gli scopi per cui le risorse sono impegnate. La finalità del-
la determinazione deve necessariamente essere contenuta nella
parte narrativa del provvedimento (nel preambolo e nella moti-
vazione) ai fini della legittimazione dello stesso.
La determinazione di spesa che si discosta dagli scopi previsti
nel PEG potrebbe essere affetta da nullità per impossibilità della
finalità, mentre la deviazione della determinazione di spesa dal-
lo scopo prefissato è motivo di illegittimità dello provvedimento.

2.6 Forma
L’art. 183, comma 9, del D.lgs. n. 267/2000 individua i caratteri
costitutivi che le determinazioni devono prevedere, tra cui l’in-
dividuazione dei dipendenti abilitati a sottoscrivere l’impegno di
spesa, la classificazione e i mezzi di gestione cronologica degli
atti e l’individuazione degli Uffici di provenienza.

Capitolo VI

281
Modulistica

1. La struttura delle determinazioni


Di particolare rilievo è l’analisi degli elementi formali che costi-
tuiscono la determinazione dei dirigenti che presuppone un’ef-
fettivo connessione con il procedimento amministrativo.

Intestazione
Per quanto concerne l’intestazione, assume peculiare rilievo la
competenza, ossia l’attribuzione della funzione tra organi comu-
nali in conformità allo Statuto, i regolamenti e il piano esecutivo
di gestione.
Esso reca l’indicazione del Responsabile del servizio che emana
l’atto nonché le altre indicazioni che servono ad individuare
l’ente (ad. Esempio il Comune di….., Provincia di…..).
Il provvedimento, pertanto, si aprirà con l’intestazione “Determina-
zione del Responsabile del servizio…”, indicando le condizioni di
tempo e il numero progressivo.
Infatti, anche le determinazioni , al pari delle delibere degli or-
gani collegiali, devono contenere il numero in ordine progressi-
vo che individua l’atto amministrativo.
Tuttavia, differentemente dalle delibere della Giunta e del Con-
siglio per le quali la legge prevede una numerazione unitaria, la
numerazione cronologica delle determinazioni si basano sulla
progressione dei singoli Uffici di provenienza. L’art. 55, com-
ma 5, del d.P.R. n. 445/ 2000 non assoggetta le determinazioni

282
alla registrazione di protocollo, in quanto sono atti amministra-
tivi già soggetti a particolare regime di registrazione predisposto
dall’Amministrazione.
Inoltre, l’intestazione non deve contenere, ai fini di validità del-
la determinazione, l’indicazione delle fonti normative, regola-
mentari ovvero statutarie da cui derivano i poteri esercitati dal
Responsabile del servizio, salvo che la determinazione non sia
adottata su delega di altra Autorità. In quest’ultimo caso sarà
necessario il richiamo, nell’intestazione della determinazione,
dell’atto di delega dei poteri che legittima la funzione del re-
sponsabile del servizio.

COMUNE DI ….
PROVINCIA DI ….

N……. progressivo
Data……….
IL RESPONSABILE DEL SERVIZIO

Preambolo
Il preambolo è la parte narrativa del provvedimento nel quale
dovranno essere riportate i precedenti di fatto e le norme giuri-
diche che hanno condotto all’adozione dello stesso.
Nel novero dei presupposti giuridici che l’atto rinvia oltre alle
norme legislative e regolamentari dell’Ente deve contenere an-
che il richiamo agli atti di indirizzo (es. piano annuale delle
assunzioni a tempo determinato o indeterminato, programma

283
delle opere pubbliche, ecc..) e il riferimento al piano esecutivo
di gestione (PEG) in quanto necessario a giustificare l’adozione
dell’atto di impegno. Inoltre, maggiore è il grado di dettaglio del
PEG, minore sarà la discrezionalità e di autonomia operativa
riconosciuta al responsabile nel predisporre la proposta di spesa.

Proposta
La determinazione è un atto di gestione di obiettivi predetermi-
nati e con rinvio alle risorse attribuite al responsabile del servi-
zio-ufficio, pertanto, il procedimento di adozione è molto simile
a quello previsto dalle delibere ed inizia con una proposta.
La proposta di determinazione deve contenere tutti i documenti
che emergono nella fase istruttoria (schema di proposta, fattu-
re, parcelle, preventivi ecc.…) e raccolti in cartelline cosiddetti
fascicoli. La proposta di determinazione di spesa deve attenersi
alle linee guida determinate nel piano esecutivo di gestione a cui
è vincolata.

Le formule operative utilizzate sono:


--PREMESSO CHE: la quale viene utilizzata per il rinvio agli
elementi normativi, legislativi e statutari o altri atti adottati
dagli organi che regolano il quadro degli obiettivi assegnati.
Inoltre, dette formule rinviano alle delibere approvative del bi-
lancio per l’esercizio in corso e alla delibera di approvazione
del PEG il cui richiamo è necessario ai fini di legittimità del
provvedimento.
--VISTO: è la formula operativa che richiama i testi legislativi e

284
le specifiche delibere degli organi comunali che costituiscono
antecedente necessario della determinazione, come ad esem-
pio la decisione deliberata nel provvedimento presupposto,
l’azione dell’organo competente o la regolamentazione della
fase istruttoria.
--ATTESO CHE: detta formula operativa è utilizzata per intro-
durre gli elementi conoscitivi inerenti la valutazione dei dati
pervenuti dall’istruttoria.
--CONSIDERATO CHE: la formula operativa in parola intro-
duce la motivazione su cui il provvedimento amministrativo
si fonda, rappresentando i fatti giustificativi che fondano la
scelta dell’organo, le ragioni giuridiche alla luce delle quali
sono effettuate le valutazioni degli opposti interessi in gioco
e la descrizione di elementi organizzativi e gestionali relativi
allo sviluppo dell’azione amministrativa.
--TENUTO CONTO: la formula è generalmente utilizzata
quando la determinazione individua specifiche modalità di
esecuzione dell’azione amministrativa.
--RILEVATO CHE: la formula è volta ad introdurre le compo-
nenti economiche- finanziarie.
--VERIFICATO CHE: la formula si utilizza per richiamare i
risultati acquisiti nel corso delle istruttorie preordinate al rila-
scio del provvedimento amministrativo.
--DATO ATTO CHE: la formula è utilizzata per indicare i pa-
reri obbligatori resi in merito all’adozione della determina-
zione.
--VISTI: anch’essa è una delle formule utilizzate nell’atto per

285
richiamare i testi legislativi e regolamentari che disciplinano
i poteri degli organi preposti all’adozione del provvedimento
amministrativo.
--RICHIAMATO: la formula operativa è utilizzata per richia-
mare la giurisprudenza e le circolari interne che confortano
l’adozione del provvedimento amministrativo.
In concreto la formula potrebbe essere la seguente:

PREMESSO:
- che con la delibera del Consiglio Comunale n. ……. Del …………
esecutiva ai sensi di legge, sono stati approvati il Bilancio triennale pre-
ventivo del Comune di……. Per gli esercizi finanziari del 20…. e il
Documento unico di programmazione;
- che con la delibera della Giunta Comunale n. ……. Del…………ese-
cutiva ai sensi di legge, è stato approvato il Piano Esecutivo di gestione
(PEG) per l’esercizio 20…;
- che con il medesimo atto il Responsabile del settore è stato autorizzato
ad adottare gli atti di gestione finanziaria relativi alle spese connesse
alla realizzazione del programma oltre che procedere all’esecuzione delle
spese.

Motivazione
Al pari della delibera anche nella determinazione la motivazio-
ne assolve al compito di prospettare soluzioni operative in cui
l’azione amministrativa si concretizza.
Tuttavia, a fronte delle linee guida e di indirizzo desumibili dal
piano esecutivo di gestione il Responsabile del servizio, nell’e-

286
sercizio del potere, gode di un minor grado di discrezionalità,
per cui la motivazione è meno pregnante rispetto alla delibera
dell’organo politico.
Le determinazioni aventi ad oggetto impegni di spesa devono
necessariamente richiamare i presupposti di fatto e le ragioni
giuridiche che determinano l’adozione del provvedimento oltre
alla specificazione dell’idoneità dei mezzi utilizzati per il rag-
giungimento degli obiettivi assegnati mediante PEG.
Le formule operative per la motivazione generalmente utilizzate
nella prassi sono RILEVATO CHE, RITENUTO CHE, CON-
SIDERATO CHE.

Dispositivo
Il contenuto del dispositivo si esprime con la formula operativa
DETERMINA seguito da un verbo espresso all’infinito (provve-
dere, autorizzare, approvare, avviare, definire ecc.)
Nella prassi, al pari della delibera, anche il dispositivo della de-
terminazione è suddiviso in commi numerati in ordine progres-
sivo.
Nel caso degli atti di acquisto di beni o servizi, il dispositivo
deve necessariamente contenere adesione alla Convenzione
Consip S.p.a stipulata a norma dell’art. 26 della legge n. 488 del
1999 o per procedimento autonomo di acquisto alternativo alla
Convenzione nelle forme e modi disposti dal D.lgs. n. 50 del
2016, previa consultazione preventiva del MePa.
Pertanto, nelle ipotesi in cui sussiste la Convenzione Consip

287
S.p.a per la tipologia di beni o servizi da acquistare la formula
operativa utilizzata è la seguente:

DETERMINA

a. Di affidare per motivi espressi in premessa alla ditta…………….


la fornitura di beni/servizi ………………………..;
b. Di impegnare per l’acquisto della fornitura la somma di
euro………….. al lordo di Iva;
c. Di imputare la spesa complessiva di euro ……………..per det-
to acquisto alla Missione ………Programma …………. Titolo
………….. cap. ……….alla voce ………………….del Bilan-
cio;
d. Di dichiarare che l’obbligazione diventerà esigibile entro
……………. (indicare la data);
e. Di dare atto che per la relativa spesa è stata accertata la compa-
tibilità con i relativi stanziamenti di casa e in linea con le indica-
zioni del patto di stabilità interno, ai sensi dell’art. 183 , comma
3, del t.u.e.l.;
f. Di disporre la consegna, al prestatore affidatario dell’appalto,
mediante comunicazione per mezzo pec, dell’indirizzo del sito
web del Comune di ……….- sezione Amministrazione Traspa-
rente- ove è pubblicato e reperibile il Codice di comportamento
dei dipendenti del Comune di………, approvato con delibera
della Giunta Comunale n. ……….del …………, in conformità
a quanto disposto dall’art. 2 , comma3, del d.P.R. n. 62 del 2013
recante i principi e gli obblighi la cui violazione costituisce causa

288
di risoluzione del rapporto contrattuale con il fornitore.
g. Di disporre che il presente provvedimento sia reso pubblico con
affissione all’Albo Pretorio ai sensi dell’art. ……… del Regola-
mento Comunale recante la disciplina dei contratti e di adempie-
re agli obblighi di pubblicazione previsti ai sensi dell’art. 37 del
D.lgs. n. 33 del 2013.
h. Di dare atto, a norma dell’art. 192 del D.lgs. n. 267/2000 che:
-- il fine e l’oggetto del contratto sono riportati in premessa del presente
provvedimento;
-- la forma del contratto è quella della scrittura privata;
-- la scelta del contraente avviene nei modi esplicitati in narrativa, per
far fronte alle esigenze menzionate che giustificano il ricorso all’art.
…….. del vigente regolamento per la disciplina dei contratti;
-- clausola essenziale introdotte sono le seguenti:…………
(introdurre le clausole disposte dall’Ufficio competente).

Luogo, data e sottoscrizione


Ogni determinazione deve, infine, concludersi con il luogo e la
data di adozione nonché la firma del Dirigente che emana il
provvedimento amministrativo.

Lì, …………………………………

F.TO IL DIRIGENTE

…………………………………………….
Fase integrativa dell’efficacia.
289
La fase integrativa dell’efficacia consiste nel momento acquisi-
tivo del visto di copertura finanziaria che conferisce all’atto il
titolo di esecutività come disposto dall’art. 183, comma 7, del
D.lgs. n. 267/2000.
La formula operativa tipica è la seguente:

ATTESTAZIONE ai sensi dell’art. 183, comma 7, del D.lgs. n.


267/2000
Importo di spesa: euro……………
Impegno contabile n. …………….
Capitolo di bilancio: ………….
Intervento: ………………
Si assicura di aver effettuato, con esito positivo, la valutazione di inci-
denza del provvedimento sull’equilibrio finanziario della gestione, dando
altresì atto che dalla data odierna il suddetto provvedimento è esecutivo
a norma dell’art. 183, comma 7, del D.lgs. n. 267/2000.

Lì, ……………………………….

IL RESPONSABILE DEI SERVIZI FINANZIARI



…………………………………………………………..

Oneri di pubblicazione.

290
Vanno, in ultimo, assolti gli obblighi di pubblicazione in confor-
mità a quanto disposto dalla legge sul procedimento ammini-
strativo n° 241 del 1990 e dalla legge n° 69 del 2009.
La formula operativa generalmente usata è la seguente:

UFFICIO PUBBLICAZIONI
Il presente provvedimento, ai fini di pubblicità e della trasparenza dell’a-
zione amministrativa, ai sensi della legge n° 241 del 1990 e della legge
n° 69 del 2009, è in corso di pubblicazione all’Albo Pretorio informatico
per quindici giorni consecutivi.

Originale del presente atto si trova depositato presso l’Ufficio del respon-
sabile del provvedimento.
PER COPIA CONFORME ALL’ORIGINALE

………………,

li ………………………

Il …………………………………………

2. Impegno di spesa per l’acquisto di materiale di can-

291
celleria per affidamento di importo inferiore ai 40.000
euro, ai sensi dell’art. 36, comma 2, lett. a) del D.lgs. n.
50 del 2016.

COMUNE DI …..
PROVINCIA DI …..

DETERMINAZIONE DIRIGENZIALE N. ……. DEL


…………

OGGETTO: Impegno di spesa a favore della ditta …………….


per acquisto cancelleria, stampati e materiale di piccolo consu-
mo per gli uffici comunali.

IL RESPONSABILE DELL’UFFICO

Premesso che il Sindaco con proprio provvedimento ha indivi-


duato e nominato Responsabili degli Uffici e dei Servizi, ed at-
tribuito al sottoscritto, ai sensi dell’art. 109, comma 2, del D.lgs.
n. 267/2000 le funzioni dirigenziali;

Rilevato che si rende necessaria la fornitura di cancelleria, stam-


pati e materiale vario di piccolo consumo per gli uffici comunali
in quanto indispensabili per l’adempimento delle attività comu-
nali;

Visto l’art. 36, comma 2, lett. a), del D.lgs. n. 50/2016, che pre-

292
vede che si possa procedere “per affidamenti di importo inferio-
re a 40.000 €, mediante affidamento diretto anche senza previa
consultazione di due o più operatori economici o per i lavori in
amministrazione diretta;”;

Visti l’art. 26 della Legge n. 488/1999, l’art. 1, comma 450, del-


la Legge n. 296/2006 e l’art. 1, commi 496, 497 e 499 della
Legge n. 208/2015 che disciplinano l’acquisto di beni e servizi
tramite convenzioni Consip e mercato elettronico;

Considerato che in base all’articolo 1, comma 130, della Legge 30


dicembre 2018, n. 145 (Legge di Bilancio 2019), per gli acquisti di
beni e servizi di importo inferiore a 5.000 euro (IVA esclusa) le am-
ministrazioni pubbliche di cui all’articolo 1 del decreto legislativo
30 marzo 2001, n. 165 non sono obbligate a fare ricorso al mercato
elettronico della pubblica amministrazione, ovvero al sistema tele-
matico messo a disposizione dalla centrale regionale di riferimento
per lo svolgimento delle relative procedure;

Visto che l’offerta presentata dalla Ditta ………………… con


sede in ………………………in via………………n…………P.
I…………………………, per un importo pari ad € …………
(IVA 22% inclusa), risulta essere congrua rispetto alle necessi-
tà e gli obiettivi di codesta amministrazione, alle caratteristiche
tecniche degli articoli in oggetto e al prezzo posto a base di af-
fidamento;
Visto che per la presente fornitura è stato attribuito il seguente

293
codice CIG …………………;

Acquisito il documento unico di regolarità contabile tramite


il sistema “DURC online” messo a disposizione dal portale
INPS-INAIL, in corso di validità;

Ritenuto, per le ragioni espresse, di affidare la fornitura in og-


getto alla ditta ………………, mediante l’affidamento diretto e
nel rispetto di quanto disposto dall’art. 36, comma 2, lett. a), del
D.lgs. n. 50/2016;

Visto il D.lgs. 267/2000;

Visto lo Statuto Comunale ed il vigente Regolamento di Conta-


bilità;

Vista la deliberazione della Giunta Comunale n. 60 del 7 giugno


2012 relativa alle attribuzioni di compiti e di funzioni alle aree
funzionali;

Visto il P.E.G. esercizio …………, approvato con deliberazione


della Giunta Comunale n. ……………. del …………………;

DETERMINA

1. Di affidare per motivi espressi in premessa alla ditta……………


la fornitura di cancelleria, stampati e materiale vario di piccolo

294
consumo;
2. Di impegnare per l’acquisto della fornitura la somma di
euro…………. al lordo di Iva;
3. Di imputare la spesa complessiva di euro ……………per det-
to acquisto alla Missione ………Programma …………. Titolo
…………. cap. ………alla voce …………………del Bilancio;
4. Di dichiarare che l’obbligazione diventerà esigibile entro
……………. (indicare la data entro cui l’obbligazione giuridica di-
venterà esigibile);
5. Di dare atto che per la relativa spesa è stata accertata la com-
patibilità con i relativi stanziamenti di casa e in linea con le
indicazioni del patto di stabilità interno, ai sensi dell’art. 183,
comma 3, del t.u.e.l.;
6. Di dare atto che non sussistono costi della sicurezza per il ri-
schio da interferenza, in quanto non sono state rilevate interfe-
renze;
7. Di disporre la consegna, al prestatore affidatario dell’appalto,
mediante comunicazione per mezzo pec, dell’indirizzo del sito
web del Comune di ……….- sezione Amministrazione Trasparen-
te- ove è pubblicato e reperibile il Codice di comportamento dei
dipendenti del Comune di………, approvato con delibera della
Giunta Comunale n. ……….del …………, in conformità a
quanto disposto dall’art. 2 , comma3, del d.P.R. n. 62 del 2013
recante i principi e gli obblighi la cui violazione costituisce cau-
sa di risoluzione del rapporto contrattuale con il fornitore.
8. Di disporre che il presente provvedimento sia reso pubblico con
affissione all’Albo Pretorio ai sensi dell’art. ……… del Regola-
mento Comunale recante la disciplina dei contratti e di adem-
295
piere agli obblighi di pubblicazione previsti ai sensi dell’art. 37
del D.lgs. n. 33 del 2013.

Lì,………………..

IL RESPONSABILE DEL SERVIZIO

………………………………………………….

ATTESTAZIONE ai sensi dell’art. 183, comma 7, del D.lgs. n.


267/2000
Importo di spesa: euro……………
Impegno contabile n. …………….
Capitolo di bilancio: ………….
Intervento: ………………
Si assicura di aver effettuato, con esito positivo, la valutazione
di incidenza del provvedimento sull’equilibrio finanziario della
gestione, dando altresì atto che dalla data odierna il suddetto
provvedimento è esecutivo a norma dell’art. 183, comma 7, del
D.lgs. n. 267/2000.

Lì, ……………………………….

IL RESPONSABILE DEI SERVIZI FINANZIARI



………………………………………………………………..
UFFICIO PUBBLICAZIONI

296
Il presente provvedimento, ai fini di pubblicità e della traspa-
renza dell’azione amministrativa, ai sensi della legge n° 241 del
1990 e della legge n° 69 del 2009, è in corso di pubblicazione
all’Albo Pretorio informatico per quindici giorni consecutivi.

Originale del presente atto si trova depositato presso l’Ufficio


del responsabile del provvedimento.
PER COPIA CONFORME ALL’ORIGINALE
………………,
li ………………………
Il …………………………………………

3. Liquidazione della spesa relativa alla fornitura di beni/


servizi.

COMUNE DI ….
PROVINCIA DI ….

Reg. gen. n. ……. del …………

DETERMINAZIONE del RESPONSABILE DEL SERVIZIO


DI…………….

OGGETTO: liquidazione della spesa relativa alla fornitura di


beni/ servizi- CUP……………. CIG………………….

IL RESPONSABILE DELL’AREA

297
Visto la deliberazione del Consiglio Comunale n. ……. del
…………… di approvazione del Bilancio di previsione, esercizio
finanziario ………;

Visto il Decreto del Sindaco n…… del ……………, con il quale,


viene nominata Responsabile del Servizio Economico Finanzia-
rio il Dott.………………;

Attesa la competenza del sottoscritto ad assumere atti a conte-


nuto gestorio nel procedimento in esame;

Visto che con la determinazione dirigenziali Reg. Gen. N. ……


del …………….. e è stata impegnata la spesa di importo pari
a euro ……….. per l’acquisto di ………… occorrenti al settore
……… previo ricorso alla procedura pubblica ……………………
(indicare il tipo di procedura espletata: procedura ristretta , procedura
aperta o procedura in economia);

Constatato che la ditta ……………….ha effettuato la fornitura


del bene/servizio di………….. nelle quantità e qualità richieste
e come deriva dall’attestazione del direttore dell’esecuzione il
Dott.……………..;

Vista la conformità della liquidazione alle norme sul patto di sta-


bilità interno (se si tratta di liquidazione di forniture in conto capitale);
Vista la fattura n. ……../………. del …………….. dell’importo

298
di € ………….. di cui imponibile euro …………. + euro (IVA
22%) da parte di …………….. inerente il pagamento del servi-
zio;

Riscontrata la regolarità dei conteggi esposti e della documen-


tazione agli effetti contabili e fiscali, ed attesa l’opportuni-
tà di procedere alla liquidazione dell’importo complessivo in
euro………………..;

Vista l’art. 17-ter del d.P.R. n. 633 del 1972, introdotto con la
Legge 190/2014, e recante la disciplina operazioni effettua-
te nei confronti della Pubblica Amministrazione, in vigore dal
14/08/2018;

Accertato che la ditta fornitrice risulta essere in regola con il


Documento unico di regolarità contabile e (solo per importi su-
periori ai 10.000 euro) positivo ai controlli effettuali da Equitalia;

Accertato l’adempimento di controlli di pubblicazione di cui


all’art. 37 del D.lgs. n. 33 del 2013;

Dato che a norma della legge n. 136 del 2010 e della legge n.
217 del 2010 inerente la tracciabilità dei flussi finanziari, il Co-
dice Identificativo di Gara è il seguente: …………………..;
Visti gli artt. …….. e………….. dello Statuto del Comune di
…………….;
Visti gli artt. ……e ………….del regolamento di contabilità;

299
Visto l’art. 107, comma 3, del D.lgs. 267/2000;

Visto l’art. 184 del D.lgs. n. 267/2000 ;

Visto il D.lgs. n. 188/2011;

Visto l’art. 11 della legge n. 136 del 2010;

Accertata la disponibilità sui fondi assegnati;

Dato atto che il presente provvedimento diviene esecutivo con


l’apposizione del visto di regolarità contabile, attestante la co-
pertura finanziaria, da parte del Responsabile del Servizio Fi-
nanziario, ai sensi dell’art. 151, comma 4, del D.lgs. 267/2000;

DETERMINA

1. di liquidare per le ragioni in premessa, a fa-


vore di ………………….via ………..n……..–
P.I…………………….., La somma complessiva di
euro………….( IVA inclusa) autorizzandone, altresì , il pa-
gamento;

2. di dare atto che la risorsa economica di ……………………


euro si trova allocata come segue:
- euro ………… sul capito ……………… pren./imp. n…………;

300
- euro ………… sul capito ……………… pren./imp. n…………;
- euro ………… sul capito ……………… pren./imp. n…………;
3. Di accreditare la somma tramite bonifico – IBAN
…………………………..;

4. Di dare atto che la presente determinazione, è esecutiva in


seguito all’ opposizione del visto di copertura finanziaria e
che verrà pubblicata nell’Albo Pretorio per un periodo di
quindici giorni;

5. Di accertare, ai sensi e per gli effetti di cui all’articolo 183,


comma 8, del D.Lgs. n. 267/2000, che il seguente program-
ma dei pagamenti è compatibile con gli stanziamenti di bi-
lancio e con i vincoli di finanza pubblica;

6. Di accertare, ai fini del controllo preventivo di regolarità


amministrativa-contabile di cui all’articolo 147-bis, comma
1, del D.lgs. n. 267/2000, la regolarità tecnica del presente
provvedimento in ordine alla regolarità, legittimità e corret-
tezza dell’azione amministrativa, il cui parere favorevole è
reso unitamente alla sottoscrizione del presente provvedi-
mento da parte del responsabile del servizio;

7. Di dare atto, ai sensi e per gli effetti di quanto disposto


dall’art. 147-bis, comma 1, del D.lgs. n.267/2000 e dal relati-
vo regolamento comunale sui controlli interni, che il presente
provvedimento, oltre all’impegno di cui sopra, non comporta

301
ulteriori riflessi diretti o indiretti sulla situazione economico
finanziaria o sul patrimonio dell’ente;

8. Di dare atto che il presente provvedimento è rilevante ai fini


dell’amministrazione trasparente di cui al D.Lgs. n. 33/2013;
Lì,………………..

IL RESPONSABILE DEL SERVIZIO



…………………………………………………………

VISTO DI REGOLARITÀ CONTABILE


Il Responsabile del Servizio finanziario in ordine alla regolarità
contabile del presente provvedimento, ai sensi dell’articolo 147-
bis, comma 1, del D.Lgs. n. 267/2000 e del relativo Regolamen-
to comunale sui controlli interni, comportando lo stesso riflessi
diretti o indiretti sulla situazione economico-finanziaria o sul
patrimonio dell’ente, rilascia parere favorevole.

ATTESTAZIONE DELLA COPERTURA FINANZIARIA


DELLA SPESA

Si attesta, ai sensi dell’art. 153, comma 5, del D.lgs. n. 267/2000,


la copertura finanziaria della spesa in relazione alle disponibilità
effettive esistenti negli stanziamenti di spesa e/o in relazione
allo stato di realizzazione degli accertamenti di entrata vincola-
ta, mediante l’assunzione dei seguenti impegni contabili, rego-

302
larmente registrati ai sensi dell’art. 191, comma 1, del D.lgs. 18
agosto 2000, n. 267:

Impegno ………………….
Data…………………………
Importo ………………….
Cap./Art. …………………
Esercizio ………………….

Addì,………………..

Il Responsabile del servizio finanziario


………………………………………………

Con l’attestazione della copertura finanziaria di cui sopra il pre-


sente provvedimento è esecutivo, ai sensi dell’art. 151, comma
4, del D.Lgs. 18 agosto 2000, n. 267.

N. ......................... DEL REGISTRO DELLE


PUBBLICAZIONI

La presente determinazione viene pubblicata all’Albo Pretorio


per giorni 15 consecutivi dal ............................................. al ..
...........................................

Data,......................................
IL Responsabile del servizio

303
...............................................

4. Prenotazione di impegno di spesa.

COMUNE DI …..
PROVINCIA DI …..

DETERMINAZIONE DIRIGENZIALE N. ……. DEL


…………

OGGETTO: prenotazione impegni di spesa per acquisti e servi-


zi vari finalizzati al funzionamento degli uffici del settore Am-
biente.

IL RESPONSABILE DEL SETTORE

Premesso che tra i compiti di gestione attribuiti al sottoscritto


in qualità di responsabile di settore, ai sensi dell’art. 107 del
D.lgs. n. 267/2000, rientra quello di garantire il normale funzio-
namento dei servizi assegnati;

Rilevato che il criterio di adottare per ogni singola spesa di pic-


cola entità una specifica determinazione mal si concilia con l’esi-
genza di speditezza ed economicità dell’attività amministrativa;
Dato atto che le specifiche esigenze cui si deve far fronte fre-
quentemente consistono in piccole forniture e servizi compor-
tanti spese assai contenute, per le quali non è possibile determi-

304
nare a priori quantità, tipologia e relativo costo;

Considerato che, a tal fine:


• con deliberazione di Consiglio Comunale n. …… del
……………., in applicazione
dell’art. 1, comma 450, della legge 27 dicembre 2006 n. 296,
così come modificato dall’art.1, comma 502, lett. c), della legge
28 dicembre 2015 n. 208 (legge di stabilità 2016), è stato adotta-
to apposito Regolamento comunale per la disciplina del proce-
dimento semplificato di acquisizione di beni, servizi e lavori di
modesta entità e comunque inferiori ad euro 1.000,00;
• con il suddetto Regolamento è stato introdotto, in relazione
all’entità della spesa, il sistema dei buoni d’ordine preceduto
da una determinazione di prenotazione di impegno in luogo di
specifiche determinazioni a contrarre, cogliendo le istanze di
semplificazione evidenziate dall’ANAC nelle linee guida n. 4,
approvate dal Consiglio dell’Autorità con delibera n. 1097 del
26 ottobre 2016;

Preso atto che l’art. 1, comma 450, della legge 27 dicembre 2006
n. 296 è stato
modificato dall’art. 1, comma 130, della legge 30 dicembre
2018 n. 145 (legge di bilancio 2019), attraverso l’innalzamento
da euro 1.000,00 a euro 5.000,00 della soglia al di sotto della
quale, per l’acquisizione di beni e servizi, non vige l’obbligo del
ricorso al MePa;
Visto l’art. 36, 2° comma, lettera a), del D.lgs. n. 50/2016 ai

305
sensi del quale le stazioni appaltanti procedono all’acquisizione
di lavori, servizi e forniture, per importi inferiori alla soglia di
euro 40.000,00 mediante affidamento diretto;

Richiamato il D.lgs. 118/2011 del 23 giugno 2011 e s.m.i. recan-


te “Disposizioni in materia di armonizzazione dei sistemi con-
tabili e degli schemi di bilancio delle Regioni, degli enti locali
e dei loro organismi, a norma degli articoli 1 e 2 della legge 5
maggio 2009, n. 42”;

Ritenuto, pertanto, di procedere a prenotare, per l’anno


……………, le somme necessarie per l’acquisizione semplificata
di beni, servizi e lavori di modesta entità e comunque inferio-
ri alla soglia di euro 1.000,00 secondo le modalità indicate nel
suddetto Regolamento comunale adottato con deliberazione di
Consiglio Comunale n. ……….. del ………...;

Richiamato l’art. 183, 3° comma, del D.Lgs n. 267 del 18 agosto


2000, come modificato dal D.lgs. n. 118/2011, introdotto dal
D.lgs. n. 126/2014, disciplinante le modalità per la prenotazione
degli impegni di spesa a carico del bilancio comunale;

Dato atto che il presente provvedimento rientra nelle competen-


ze del Responsabile del Settore Ambiente in virtù della proroga
della validità della nomina disposta con Decreto Sindacale n.
…… del ……………… ;
DETERMINA

306
1. Di richiamare la premessa narrativa a far parte integrante e
sostanziale del presente dispositivo;
2. Di prenotare, sul bilancio per l’esercizio ………….., ai fon-
di dell’intervento cod. …………., al Bilancio 20…. capito-
lo……………….., la somma di euro ……..necessaria a con-
sentire gli acquisti e servizi per il funzionamento degli uffici
appartenenti al Settore Ambiente, da eseguire nel rispetto del
Regolamento comunale per la disciplina del procedimento
semplificato di acquisizione di beni, servizi e lavori di mo-
desta entità;
3. Di dare atto che l’importo prenotato potrà subire delle ridu-
zioni nel caso esigenze di bilancio comportino una diminu-
zione degli stanziamenti ad esso connessi.
4. Di dare atto che nell’effettuazione concreta delle relative spe-
se si provvederà rigorosamente a rispettare i limiti imposti
dall’art. 163, 3° e 5° comma, del D.lgs. n. 267/2000, per il
periodo di durata dell’esercizio provvisorio.
5. Di acquistare i materiali e affidare i servizi di competenza
del Settore Ambiente per l’anno …………, mediante buono
d’ordine, emesso nelle forme di rito (cartaceo o informatico),
contenente la motivazione ed il riferimento al Regolamento
comunale più volte citato, al capitolo di spesa, alla prenota-
zione di spesa, al codice CIG ed al preventivo del terzo.
6. Di dare atto che la presente determinazione diventa esecuti-
va con l’apposizione del visto di regolarità contabile attestan-
te la copertura finanziaria ai sensi dell’art. 151, comma 4,

307
del Testo Unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali
approvato con il Decreto Legislativo 18 agosto 2000, n. 267.
7. Di dare atto che l’assunzione del presente provvedimento è
compatibile con gli stanziamenti di bilancio dei relativi eser-
cizi finanziari, con le regole di finanza pubblica.

Lì,……………………

IL RESPONSABILE DI SETTORE
………………………………..………………

5. Liquidazione delle spese in economato.

COMUNE DI …..
PROVINCIA DI …..

DETERMINAZIONE DEL RESPONSABILE DEL SERVI-


ZIO DI …………

N. reg. part. ……
N. reg. gen. …..

OGGETTO: servizio di cassa economale - prenotazione impe-


gni di spesa – anno finanziario………….. .

IL RESPONSABILE DEL SERVIZIO

308
Vista la Delibera della Giunta Comunale n…… del…………..,
con la quale veniva istituita l’Area Amministrativa Finanziaria;

Visto il Decreto del Sindaco n. …… del ……………………..


con il quale veniva nominato il Responsabile d’Area, il
Dott.………….;

Visto l’art. 163, co. 1 e 3 del D.lgs. 267/2000 e il punto 8 del


principio contabile applicato della contabilità finanziaria (all.
4/2 al d. Lgs. n. 118/2011) i quali disciplinano le modalità ed i
limiti dell’esercizio provvisorio;

Vista la Deliberazione Consiglio Comunale n. ……….. del


…………. con la quale è stato approvato il Bilancio di Previsio-
ne ………………;

Vista la Delibera Giunta Comunale n. ….. del ………………


con la quale è stato approvato il PEG – (Piano Esecutivo di Ge-
stione) – Assegnazione risorse finanziarie ai Responsabili d’A-
rea e ss.mm.ii.;

Visto il vigente Regolamento di Contabilità;

Dato atto che il presente provvedimento rientra nelle competen-


ze del Responsabile del Settore ……………. del Decreto Sinda-
cale n. ………. del ………….;

309
Ritenuto di provvedere in merito;

Ritenuto la propria competenza, a termini di quanto previsto


dall’art. 107 del D.lgs. n. 267/2000 ;

DETERMINA

1. Di richiamare la premessa narrativa a far parte integrante del


presente dispositivo.
2. Di anticipare all’Economo Comunale ………………l’importo
di € ……………….per le spese di pronta cassa dell’Ufficio Eco-
nomato, imputando la spesa come di seguito :
Anno……..
Codice di Bilancio………….
Cap…………………….....
Descrizione……………..
Importo………………….
Anticipazione Fondi € ………………
3. Di prenotare gli impegni di spesa sul bilancio ………….. per
l’espletamento del servizio economato come sopra indicato,
dando atto che con propria determina, al termine di ogni seme-
stre verrà approvato il rendiconto economale.
4. Di dare atto che la presente determinazione diventa esecutiva
con l’apposizione del visto di regolarità contabile attestante la
copertura finanziaria ai sensi dell’art. 151, comma 4, del Testo
Unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali approvato

310
con il decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267.
5. Di dare atto che l’assunzione del presente provvedimento è
compatibile con gli stanziamenti di bilancio dei relativi esercizi
finanziari, con le regole di finanza pubblica.
6. A norma dell’art. 8 della L. 241/90 e s.m.i., si rende noto
che il Responsabile del procedimento è il Dott........……, quale
Responsabile del Settore …………………... .

Addì,……………..
IL RESPONSABILE DI SETTORE
…………………………………………….

UFFICIO PUBBLICAZIONI

Il presente provvedimento , ai fini di pubblicità e della traspa-


renza dell’azione amministrativa, ai sensi della legge n° 241 del
1990 e della legge n° 69 del 2009, è in corso di pubblicazione
all’Albo Pretorio informatico per quindici giorni consecutivi.

Originale del presente atto si trova depositato presso l’Ufficio


del responsabile del provvedimento.
PER COPIA CONFORME ALL’ORIGINALE
………………, li ………………………

Il …………………………………………

6. Liquidazione rimborso spese di trasferta del personale.

311
COMUNE DI …..
PROVINCIA DI …..

DETERMINAZIONE DIRIGENZIALE

N. ……. del Registro Generale

OGGETTO: assunzione impegno per rimborso delle spese per


missioni del personale di questo ente per l’anno …………….. .

IL DIRIGENTE DELL’UFFICIO UNICO PER LA GESTIO-


NE ASSOCIATA DEL PERSONALE

Premesso che l’art. 35 del CCNL del 23.12.1999 Area dirigen-


ziale del comparto Regioni –Autonomie Locali e l’art. 41 del
CCNL del 14.09.2000 del personale dipendente del medesimo
comparto, disciplinano il trattamento della indennità di trasferta
ed il rimborso delle spese sostenute per le missioni di servizio;
Rilevato che la legge n. 266 del 23.12.2005 (Legge Finanziaria
2006) ha disposto, all’art. 1, commi 213 e seguenti, per tutto
il personale delle amministrazioni pubbliche, la soppressione
dell’indennità di trasferta e delle indennità supplementari sui ti-
toli di viaggio, mantenendo invariata la disciplina del rimborso
spese connesse alla trasferta;
Richiamato l’art. 6, comma 12, d.l. 78/2010, secondo cui “a

312
decorrere dall’anno 2011 le amministrazioni pubbliche non pos-
sono effettuare spese per missioni per un ammontare superiore
al 50 per cento delle spese sostenute nell’anno 2009”;

Considerato che tutte le missioni devono essere preventivamente


autorizzate ed aver luogo nell’interesse dell’Ente;

Richiamata la deliberazione di Giunta comunale n. ……….. del


……………. con la quale è stato approvato il Regolamento per
la disciplina delle trasferte, dell’uso del mezzo proprio e dei rim-
borsi delle spese sostenute dal personale;

Dato Atto che, a mente del suddetto regolamento, compete


all’ufficio personale provvedere al rimborso in busta paga delle
spese autorizzate sostenute dai dipendenti in occasione di tra-
sferte, dietro presentazione di richiesta di rimborso corredata dei
documenti illustrativi delle spese medesime, attingendo all’im-
pegno di spesa assunto;

Dato Atto che si provvederà alla liquidazione del suddetto rim-


borso dietro presentazione di richiesta di rimborso da parte del
singolo dipendente con allegati i documenti illustrativi delle spe-
se sostenute;

Ritenuto necessario procedere all’assunzione dell’impegno di


spesa, per l’anno ………….., di complessivi Euro …………..
imputandolo al Cap. ………. - “Rimborsi spese per missioni ai

313
dipendenti dell’Ente”;

Visto la deliberazione del Consiglio Comunale n. ……. del


………., con la quale viene approvato il piano esecutivo di ge-
stione del triennio ……………. - Parte finanziaria;
Acquisito il visto per la regolarità contabile per l’attestazione
della copertura finanziaria secondo la procedura di cui all’art.
153, 5 comma, approvato con D.lgs. n. 267/2000 ;

Ritenuta la propria competenza ai sensi dell’art. 107 del T.U. del-


le leggi sull’ordinamento degli Enti Locali, approvato con D.lgs.
18.8.2000 n. 267, nonché del Decreto del Sindaco del Comune
di …………….. n. del ……………., con il quale si conferma
l’affidamento delle funzioni dirigenziali dell’Ufficio Unico As-
sociato per la Gestione del Personale il Dott.………………… .

DETERMINA
1. Di impegnare, per tutte le motivazioni espresse in premessa che
qui si intendono riportate, la somma totale di Euro ……………
imputandola al capitolo di spesa, del Bilancio di Previsione del
triennio…………….– annualità 2019, Cap. ……………..- “Rim-
borsi spese per missioni ai dipendenti dell’Ente”;
2. Di dare atto che, ai sensi del comma 8 dell’art.183 del D. Lgs.
N.267/2000 e s.m.i. –TUEL, il programma dei conseguenti pa-
gamenti dell’impegno di spesa di cui al presente provvedimento
è compatibile con i relativi stanziamenti di cassa del bilancio e
con le regole di finanza pubblica nel rispetto delle disposizioni

314
di cui ai commi da 820 a 826 dell’art. 1 della Legge 145/2018
(c.d. Legge di stabilità 2019);
3. Di dare atto che il presente provvedimento diventa esecutivo,
ai sensi dell’art. 183, comma 7 del D.lgs. n. 267/2000, all’atto
dell’apposizione del visto di regolarità contabile di cui all’art.
153, comma 5, del medesimo D.lgs”;
6. Di disporre, secondo i principi generali dell’ordinamento, la
pubblicazione del presente atto pubblico all’Albo Pretorio on
line;

Lì,…………..…………

IL DIRIGENTE
………………………………….

ATTESTAZIONE ai sensi dell’art. 183, comma 7, del D.lgs. n.


267/2000
Importo di spesa: euro……………
Impegno contabile n. …………….
Capitolo di bilancio: ………….
Intervento: ………………

Si assicura di aver effettuato, con esito positivo, la valutazione


di incidenza del provvedimento sull’equilibrio finanziario della
gestione, dando altresì atto che dalla data odierna il suddetto
provvedimento è esecutivo a norma dell’art. 183, comma 7 , del
D.lgs. n. 267/2000.

315
Lì, ………………………………..

IL RESPONSABILE DEI SERVIZI FINANZIARI

……………………………………………………………..

7. Accordo procedimentale ai sensi dell’art. 11 della legge


n° 241 del 1990

COMUNE DI …..
PROVINCIA DI …..

OGGETTO: accordo ai sensi art. 11 legge 241/90 e s.m.i. ,tra


Comune di ……………. e la ditta………… disciplinante le mo-
dalità di esecuzione …………. alla realizzazione ……………….
.

L’anno ……., il giorno …………. del mese di ………, presso la


Residenza Municipale di ………………..., con la presente scrit-
tura privata autenticata,
tra
il Comune di ………….., in persona del Dirigente del …………,
…………….., nato a ………….. il …………………. domiciliato
per la carica in ……………….., il quale interviene al presente
accordo non in proprio ma in nome e per conto del Comune di
……………., delegato a rappresentare il Comune in forza del vi-

316
gente Statuto Comunale ed in esecuzione della delibera Giunta
Comunale n. ……..del ……………………….. .
e
Il Dott.………………….…, in qualità di legale rappresentante
società …………… con sede in via ……………………. partita
IVA …………………………;

Premesso:

--Che l’art. 11 della legge n° 241 del 1990 prevede la possibilità


per le Amministrazioni pubbliche di concludere, senza pre-
giudizio per i terzi e nel perseguimento del pubblico interesse,
accordi con gli interessati al fine di determinare il contenuto
discrezionale del provvedimento finale, ovvero, nei casi previ-
sti dalla legge, in sostituzione a questo;
--Che in relazione al procedimento amministrativo relativo
a …………………………..si rende necessario tutelare il se-
guente interesse………………………………….(descrivere l’in-
teresse da tutelare).
--Che risulta possibile pervenire ad apposito accordo per con-
sentire di contemperare gli opposti interessi coinvolti e tra i
soggetti istanti, altri soggetti controinteressati e interessi
pubblici coinvolti;
--Che la società……………….. nel corso del procedimento
avente ad oggetto ………………….. ha presentato, in appli-
cazione dell’art. 10 della legge n° 241 del 1990 , una proposta
diretta a ………………………………..(descrivere la proposta del

317
privato istante);
--Che presso il Comune di ……………….. , dietro regolare
convocazione del responsabile del procedimento, si è svolto
un incontro tra la P.A. e la società ………………….. ;
--Che il Consiglio Comunale con deliberazione n………….del
…………….. ha approvato lo schema tipo di Accordo ai sen-
si dell’art. 11 legge 241/90 avendone ravvisata l’utilità dello
stesso ai fini di interesse pubblico;
--Che con provvedimento n. ………………..
del………………………. emanato da………………………
(indicare l’organo responsabile all’adozione del provvedimento ex
art.11 della legge n° 241 del 1990 ) ha provveduto ad approvare
lo schema del presente accordo , contenente i reciproci impe-
gni delle parti e degli elementi essenziali del rapporto contrat-
tuale, come prescritto dall’art. 1 , comma 4 bis , della legge
n° 241 del 1990;

SI CONVIENE E SI STIPULA QUANTO SEGUE:

1. In ottemperanza ai citati provvedimenti citati, il Co-


mune di………………….. autorizza alla società
…………………………. (descrivere gli impegni assunti dal Co-
mune);
2. La società………………………………a fronte degli impe-
gni assunti dal Comune di……………………….. si impegna
a ……………………….( descrivere gli impegni assunti dal priva-
to) entro il termine …………………. ;

318
3. A garanzia degli impegni assunti la società …………….. ha
costituito con Istituto di credito……………………………….
La polizza fideiussoria di euro……………, che il Comune
ha facoltà di riscuotere in ipotesi di inadempimento degli ob-
blighi assunti dalla società…………………;
4. Per sopravvenuti motivi di interesse pubblico il Comu-
ne ha l’obbligo di recedere dal presente accordo, pre-
via comunicazione di avvio del procedimento della
società………………………….., qualora si accerti la sussi-
stenza dell’interesse pubblico medesimo;
5. Qualora si verifichi le circostanze di cui al precedente comma,
il Comune riconoscerà alla società ………………………..
l’importo di euro……………………….a titolo di inden-
nizzo, con estinzione di qualsiasi altra pretesa della so-
cietà……………….;
6. Per le parti non disciplinate dal presente accordo si rinvia
alle norme del codice civile;
7. Le spese per la stipula del presente accordo sono così riparti-
te: ………………………………………………………………
…………………………………………………………….;
8. Il presente accordo sarà pubblicato dal Comune di
…………………….. sul sito internet, sezione Amministra-
zione- Trasparente, ai sensi del D.lgs. n. 33 del 2013;

Letto, confermato e sottoscritto.

P. il Comune…………………………..

319
P. la società…………………………...

8. Aspettative per motivi personali

COMUNE DI …..
PROVINCIA DI …..

DETERMINAZIONE DIRIGENZIALE N. ……. DEL


…………

OGGETTO: Concessione di ……………………giorni a de-


correre dal …………. sino ……………………………………
- Aspettativa per motivi familiari e personali (art. 39 del
C.C.N.L. Comparto Funzioni Locali periodo 2016 – 2018). Di-
pendente a tempo indeterminato identificata dalla matricola n.
……………….

IL DIRIGENTE

Vista la richiesta assunta al protocollo generale dell’Ente al n.


………….. in data ……………………, presentata dalla dipen-
dente comunale identificata dalla matricola n. ……………….,
intesa a fruire, per …………………………..giorni a decorrere
dal …………………. sino al …………………., dell’aspettativa
non retribuita;

Visto l’art. 39 del C.C.N.L. Comparto Funzioni Locali periodo

320
2016 – 2018 avente per oggetto “Aspettativa per motivi familiari
e personali”;
Visto l’art. 42 del C.C.N.L. Comparto Funzioni Locali periodo
2016 – 2018 avente per oggetto “Norme comuni sulle aspettati-
ve”;

Preso atto del Nulla Osta rilasciato dal Dirigente del Diparti-
mento Pianificazione e Sviluppo Organizzativo dell’Ente diret-
tamente apposto sulla nota di richiesta dell’aspettativa non retri-
buita assunta al protocollo generale dell’Ente al n. …………….
in data ……………………..;

Dato atto che dall’esame degli atti depositati presso questo Uffi-
cio al Personale non risulta che la dipendente comunale identifi-
cata dalla matricola n. …………….. abbia fruito di altri periodi
di aspettativa non retribuita nel triennio precedente;

Atteso pertanto che non sussistono motivi ostativi all’accogli-


mento dell’istanza in parola;

Visto l’art. 107 del T.U.E.L. approvato con D.lgs. n. 267 del
18.08.2000, per quanto attiene alle funzioni e alle responsabilità
della dirigenza;

Visto l’art. 147-bis approvato con D.lgs. n. 267 del 18.08.2000,


come introdotto dall’art. 3 del D.L. del 10.10.2012, convertito
dalla Legge n. 213 del 07.12.2012, ai sensi del quale si dà atto

321
della regolarità tecnica e della correttezza delle disposizioni con-
tenute nel presente provvedimento;
Dato atto che il presente provvedimento non è soggetto al visto
di regolarità contabile del responsabile dell’area finanziaria, ai
fini dell’attestazione della copertura economico-finanziaria ai
sensi dell’art. 151 del D.lgs. n. 267 del 18.08.2000 cosiddetto
T.U.EE.LL.;

DETERMINA

Per tutto quanto evidenziato in narrativa che costituisce parte


integrante e sostanziale del presente dispositivo:
- di prendere atto della richiesta assunta al protocollo genera-
le dell’Ente al n. …………… in data ……………………., pre-
sentata dalla dipendente comunale identificata dalla matricola
n………………., intesa a fruire, per ……………….. giorni a de-
correre dal ………………… sino al ……………………, dell’a-
spettativa non retribuita;
- di concedere l’aspettativa per motivi familiari e personali ai
sensi e per gli effetti dell’art. 39 del C.C.N.L. Comparto Fun-
zioni Locali periodo 2016-2018 alla dipendente a tempo inde-
terminato identificata dalla matricola n. ……………. così come
richiesto dalla stessa;
- di dare atto che durante tale periodo di assenza dal lavoro non
spetta alcuna retribuzione e non decorre l’anzianità di servizio,
e che, pertanto, tale periodo di aspettativa non è computato ai
fini della determinazione del trattamento di quiescenza e previ-

322
denza e non è utile ai fini della maturazione delle ferie e della
tredicesima mensilità;
- di attestare la regolarità e la correttezza del presente atto ai
sensi e per gli effetti di quanto dispone l’art. 147 bis del D.lgs.
267/2000;
- di trasmettere il presente provvedimento alla dipendente comu-
nale matricola n. …………..;
- di dare atto che sono stati effettuati gli adempimenti relativi
alla pubblicità dell’atto ai sensi del D.lgs. n° 33/2013.

Addì,……………………….

IL DIRIGENTE DEL DIPARTIMENTO


………………………………………………………

9. Autorizzazione al dipendente a far parte della commis-


sione di concorso.

COMUNE DI …..
PROVINCIA DI …..

DETERMINAZIONE DIRIGENZIALE N. ……. DEL


…………
Oggetto: Autorizzazione a dipendente comunale allo svolgimen-
to di incarico di
componente di commissione di gara ……………………………..
L’anno ………………………….., il giorno ………………………..

323
del mese di ………………,
IL RESPONSABILE DI SERVIZIO
adotta la seguente determinazione.

Vista la nota del ……….. prot. n. ………….. della Comune


di………………..di
richiesta di autorizzazione per il dott.………………… quale
componente commissione di gara;

Atteso che la detta richiesta riguarda espletamento di gara di


interventi nel Comune di ………………..;

Rilevato che con determinazione del Comune di ………….n.


……….. del ………………………. per la Commissione in que-
stione è stato fissato un corrispettivo di euro……………al netto
dei contributi prescritti per ciascun componente della Commis-
sione medesima, per seduta;

DATO ATTO che l’incarico da espletarsi presenta le seguenti


peculiarità:
a) E’ di tipo occasionale e non assume carattere di prevalenza,
anche economica, rispetto al lavoro dipendente;
b) Non arreca danno o diminuzione all’azione e/o al prestigio
dell’amministrazione comunale.
c) L’attività si svolgerà totalmente al di fuori dell’orario di ser-
vizio e non comporterà in alcun modo l’utilizzo di personale,
mezzi, strumenti o ambienti dell’amministrazione comunale;

324
Richiamato il D.l.vo 30/03/2001 n. 165 con particolare riferi-
mento all’art.53, riferito a Incompatibilità, cumulo di impieghi
e incarichi;

VISTO altresì l’art. ……… del Regolamento Comunale adottato


con delibera della Giunta Comunale n. ………….del……………..
che, in ordine ai procedimenti autorizzativi riferisce gli stessi al
Direttore Generale o in mancanza dal Segretario comunale con
le seguenti modalità:
a) ai fini del rilascio dell’autorizzazione, i dipendenti interessati,
ovvero l’Amministrazione che intende conferire l’incarico, do-
vranno inoltrare apposita richiesta al Responsabile del settore/
posizione organizzativa, che istruisce la relativa pratica, indi-
cando: la natura, l’oggetto, la durata, le modalità dell’incarico,
il soggetto che intende conferirlo ed il compenso pattuito;
b) sulla richiesta dovrà apporre il parere favorevole o non favo-
revole (motivato in tale ultimo caso) il medesimo Responsabile
del settore/posizione organizzativa di appartenenza;

Vista la legge 6/11/2012 n. 190 “Disposizioni per la prevenzio-


ne e la repressione della corruzione e dell’illegalità nella pub-
blica Amministrazione”;

Ritenuto che nel caso di specie non vi è conflitto di interessi tra


i compiti istituzionali del dipendente e le funzioni da svolgersi
presso il soggetto richiedente;

325
Ritenuto che poter formulare l’autorizzazione in questione sus-
sistendo le condizioni di legge e regolamento;

DETERMINA
1. AUTORIZZARE il dipendente comunale il dott.……………..,
Responsabile del Settore ………………... del Comune di
…………………… a svolgere la funzione di componente com-
missione di Gara per …………………………. come da richiesta
allegata al presente provvedimento quale sua parte integrante e
sostanziale
2. DI PRECISARE che la presente autorizzazione è conferita
nel rispetto di tutte le disposizioni regolamentari innanzi citate
ed in particolare che l’attività autorizzata deve svolgersi total-
mente al di fuori dell’orario di servizio e non comportare in
alcun modo l’utilizzo di personale, mezzi, strumenti o ambienti
dell’Amministrazione Comunale.

IL RESPONSABILE DEL SERVIZIO


………………………………………………………
ATTESTAZIONE ai sensi dell’art. 183, comma 7, del D.lgs. n.
267/2000
Importo di spesa: euro……………
Impegno contabile n. …………….
Capitolo di bilancio: ………….
Intervento: ………………
Si assicura di aver effettuato, con esito positivo, la valutazione
di incidenza del provvedimento sull’equilibrio finanziario della

326
gestione, dando altresì atto che dalla data odierna il suddetto
provvedimento è esecutivo a norma dell’art. 183, comma 7 , del
D.lgs. n. 267/2000.

Lì, ………………………………..

IL RESPONSABILE DEI SERVIZI FINANZIARI



………………………………………………………………..

10. Contestazione di sanzioni disciplinari.

COMUNE DI …..
PROVINCIA DI …..

Sig. ……………..
SEDE

Prot. N. ………del………….

RACCOMANDATA A/R – CONSEGNA A MANO.

OGGETTO: contestazione addebito sanzione disciplinare.

UFFICIO PER I PROCEDIMENTI DISCIPLINARI

Vista la delibera della Giunta Comunale n. ………….

327
del…………….. , che individua l’ufficio competente dei proce-
dimenti disciplinari nell’Ufficio del…………………………..;

Vista la nota n. …………..del ……….dalla quale risulta che


………………………………………………………………………
…………………………………… (descrivere la fattispecie contestata
al dipendente pubblico);

Atteso che la condotta integra la fattispecie di cui all’art.


…………………… del
decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165;

Ritenuto, da un primo accertamento, che la circostanza integri


gli elementi tali da imporre la formulazione di una contestazio-
ne di addebito disciplinare;

LE CONTESTA QUANTO SEGUE:

Risulta all’Ufficio procedente che , in base agli atti acquisi-


ti e dalla sommaria istruttoria effettuata, che la S.V. avreb-
be…………………………………………….. (indicare le circostan-
ze di fatto emerse dall’istruttoria);
Si contesta quanto sopra ai sensi e per gli effetti dell’art. 24
C.C.N.L. Enti locali in quanto la condotta contestata appare
configurare una violazione del codice disciplinare e, nella spe-
cie, riconducibile all’art. …………………….. del decreto legisla-
tivo 30 marzo 2001, n. 165, punibile con la sanzione disciplina-

328
re………………………..;

A tale scopo lo scrivente Ufficio , in ossequio a quanto disposto


dall’art. 24 , comma 2, del C.C.N.L. Enti locali

DISPONE

La convocazione del Sig. ……………………………, affin-


ché sia sentito in sua difesa il giorno …………………alle
ore………………..presso……………………………. avvertendo-
lo della facoltà di farsi assistere da un procuratore legale ovvero
da un rappresentante dell’associazione sindacale di appartenen-
za o a cui conferisce mandato;

AVVERTE

--Che il Sig. …………………ha la facoltà di produrre memorie


difensive scritte;
--Che al Sig. …………………….o su espressa delega del difenso-
re, è consentito l’accesso a tutti gli atti di istruttoria riguardanti
il procedimento a suo carico;
--Che trascorsi inutilmente 15 giorni dalla convocazione per la
difesa del dipendente , la sanzione, graduata secondo l’art. 25
comma 1 del C.C.N.L., sarà applicabile nei successivi giorni 15;

DISPONE INOLTRE

329
--L’allontanamento del Sig. ………………… dal lavoro per
giorni ………………. Con decorrenza immediata, con con-
servazione della retribuzione, al fine di accertare i fatti adde-
bitati (solo nelle ipotesi in cui i fatti contestati siano punibili con la
sanzione della sospensione);

ORDINA
--La notifica del presente atto al lavoratore interessato.

Lì, …………………………………………….

Il Responsabile dell’Ufficio
……………………………………

11. Contestazione di addebito disciplinare, per le contesta-


zioni che possono portare a sanzioni fino a 10 giorni di
sospensione.

COMUNE DI …..
PROVINCIA DI …..
Prot. N. ………del………….

Sig. ……………..
SEDE

POSTA CERTIFICATA- RACCOMANDATA A/R –

330
CONSEGNA A MANO.

OGGETTO: contestazione addebito disciplinare.

IL DIRIGENTE

Richiamato l’atto n. ………….del…………….. con cui è


stato conferito incarico al sottoscritto di dirigere il settore
…………………….;

Vista la nota n. …………..del ……….dalla quale risulta che


………………………………………………………………………
…………………………………… (descrivere la fattispecie contestata
al dipendente pubblico);

Atteso che la condotta integra la fattispecie di cui all’art.


…………………… del
decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165;

Ritenuto, da un primo accertamento, che la circostanza integri


gli elementi tali da imporre la formulazione di una contestazio-
ne di addebito disciplinare;

LE CONTESTA QUANTO SEGUE:

Risulta all’Ufficio procedente che , in base agli atti acquisi-


ti e dalla sommaria istruttoria effettuata, che la S.V. avreb-

331
be…………………………………………….. (indicare le circostan-
ze di fatto emerse dall’istruttoria);
Si contesta quanto sopra ai sensi e per gli effetti dell’art. 24
C.C.N.L. Enti locali, in quanto la condotta contestata appare
configurare una violazione del codice disciplinare e, nella spe-
cie, riconducibile all’art. 55 bis , comma 2, del decreto legislati-
vo 30 marzo 2001, n. 165, punibile con la sanzione disciplina-
re………………………..;

A tale scopo lo scrivente, in ossequio a quanto disposto dall’art.


55 bis , comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165,
come introdotto dalla decreto legislativo n. 150/2009;

DISPONE

La convocazione del Sig. ……………………………, affin-


ché sia sentito in sua difesa il giorno …………………alle
ore………………..presso……………………………. avvertendo-
lo della facoltà di farsi assistere da un procuratore legale ovvero
da un rappresentante dell’associazione sindacale di appartenen-
za o a cui conferisce mandato (deve essere assicurato un preavviso di
10 giorni dalla notifica della contestazione dell’addebito);

AVVERTE

Che il Sig. …………………ha la facoltà di produrre memorie


difensive scritte;

332
Che al Sig. …………………….o su espressa delega del difenso-
re, è consentito l’accesso a tutti gli atti di istruttoria riguardanti
il procedimento a suo carico;
Che la violazione del termine stabilito per legge comporta la
decadenza del diritto di difesa;
Che il procedimento disciplinare, nel termine di 60 giorni dalla
contestazione, sarà chiuso con archiviazione o applicazione del-
la sanzione;

DISPONE INOLTRE

L’allontanamento del Sig. ………………… dal lavoro per giorni


………………. Con decorrenza immediata, con conservazione
della retribuzione, al fine di accertare i fatti addebitati (solo nelle
ipotesi in cui i fatti contestati siano punibili con la sanzione della so-
spensione);

ORDINA
La notifica del presente atto al lavoratore interessato.

Lì, …………………………………………….

Il Responsabile dell’Ufficio

……………………………………

333
Note Bibliografiche

-Manuale di diritto amministrativo, ed. 2019, NelDiritto - a cura di Roberto


Garofoli e Giulia Ferrari;
-Manuale di diritto amministrativo, ed.2019, DIKE- a cura di Francesco Carin-
gella;
-Concorso istruttore e istruttore direttivo area tecnica 2019- Cat. C e D negli
Enti locali, Maggioli Editore- a cura di S. Bertuzzi;
-Coordinate ermeneutiche. Edizione speciale 2020 , Aggiornamento 2019/2020,
Giappichelli Editore- a cura di Maurizio Santise e F. Zunica;
-Coordinate ermeneutiche di diritto amministrativo, Giappichelli Editore, Anno
edizione 2018 - a cura di Maurizio Santise;
-La redazione degli atti nell’ente locale, Edizioni Giuridiche Simone, Anno edi-
zione 2019- a cura di AA.VV.;
-Delibere, ordinanze, decreti, determinazioni. Guida alla prova pratica del con-
corso in Comune e in Provincia con schemi e modelli, Maggioli Editore Con-
corsi pubblici, anno edizione 2004 –a cura di Tiziano Tessaro;
-La redazione degli atti amministrativi del comune. Principi e tecniche. Libro
tecnico professionale, Maggioli Editore, Anno edizione 2019 – a cura di Tizia-
no Tessaro;
-Testo unico degli Enti locali commentato. Progetto ente locale, Maggioli Edi-
tore, Anno edizione: 2018- a cura di Riccardo Carpino;
-Codice dei contratti pubblici commentato, con la giurisprudenza e la prassi,
Editore Maggioli, (III Edizione) Dicembre 2019- a cura di Ornella Cutajar e
Alessandro Massari;
-La motivazione del provvedimento amministrativo e le sorti dell’atto plurimo-
tivato parzialmente viziato, Rivista DeIustitia n.1/2017 a cura di Annunziata
Rapillo;
Tecniche di redazione
degli atti amministrativi
negli Enti Locali

Annabella Paone

Annabella Paone - Formazione e titoli.


Maturità scientifica conseguita al Liceo Scientifico Statale “N. Copernico” di
Napoli, nel luglio 2007.
Laurea Magistrale in Giurisprudenza conseguita con il massimo dei voti presso
l’Università degli Studi di Napoli Federico II, con tesi in Diritto amministrativo
“La discrezionalità amministrativa” discussa nell’ottobre 2012.
Scuola di Specializzazioni Professioni Legali- S.S.P.L. conseguita all’Università
degli Studi di Napoli nel luglio 2014.
Abilitazione all’esercizio della professione forense conseguita presso la Corte
d’Appello di Napoli nell’ottobre 2015.
Dall’ottobre 2015 al giugno 2019 ha frequentato corsi di alta formazione
professionale presso Il diritto s.r.l.
Da settembre 2019 collaborata con corsi di formazione e preparazione ai
concorsi pubblici.

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