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DesideriamoringraziareledivisioniRicercheeImpresedallaSDABocconiperilsupportofinanziarioallaricerca.
di ci che sta avvenendo e auto-riflessione su quanto occorre fare e poi sviluppare risposte
specifiche e attivit di trasformazione adattiva che consentano la sopravvivenza nel lungo
periodo (Lengnick-Hall et al, 2011).
Perch studiare la resilienza?
Gravi sfide esterne o crisi sono eventi imprevedibili che rischiano di danneggiare
unorganizzazione e i suoi stakeholders. Sono eventi, solitamente, caratterizzati da tre
elementi principali: costituiscono una minaccia per lorganizzazione, portano con s un
effetto sorpresa e richiedono decisioni in breve tempo (Pearson & Clair, 1998). Le crisi
portano estrema complessit si dice che il contesto diventa estremamente dinamico e
per sopravvivere occorre stabilire delle regole che controllino o riducano tale complessit.
Il modello teorico di riferimento vede, da una parte, il dinamismo dellambiente esterno
e, dallaltra, lorganizzazione come un insieme di regole o decisioni che possono essere
prese dal management (Davis, Eisenhardt & Bingham, 2009). Il dinamismo un concetto
multidimensionale che ingloba in s gli elementi di velocit, complessit, ambiguit e
imprevedibilit di ci che pu accadere nel macro contesto di riferimento. Il dinamismo
sar tanto pi forte in periodo di crisi economica, quando cio la frequenza e lentit di
shock esterni aumentano in modo sostanziale. Di fronte a tali shock, le aziende possono
impostare delle regole, ovvero prendere delle decisioni con lobiettivo finale di raggiungere
performance di segno positivo e poco volatili nel tempo. La variabile fondamentale quella
della discrezionalit del manager, lo spazio di autonomia di chi le imprese chiamato a
governarle e gestirle (Li & Tang, 2010). La discrezionalit del manager dovrebbe portare ad
impostare strategie per limitare la volatilit del ROE e ottimizzare il ROE di lungo periodo.
Christensen (2008) scrive che le compagnie illuminate sono quelle che sanno adattare le
loro strategie alla natura delle minacce che incontrano. Studiare la resilienza organizzativa
significa proprio porsi in questottica; capire se le aziende sono in grado di allineare quanto
succede allesterno a quanto si in grado di fare e decidere allinterno. In altre parole,
focalizzarsi sulla resilienza significa, in primis, prendere atto che la crisi economica globale
ha reso le minacce sempre pi frequenti e imprevedibili e, di conseguenza, iniziare a
ragionare su come debbano essere impostate le strategie per rispondere alla crisi. Il rischio
quello di trovarsi di fronte ad un modo di fare strategia miope e poco propenso a
ragionare nel lungo termine. Il rischio quello di avere aziende concentrate solo sulla
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massimizzazione dei profitti del breve e assolutamente fragili nel medio - lungo periodo
(Levinthal & March, 1993).
Due sono le esigenze fondamentali che si delineano nello studiare la resilienza. La prima
quella di fornire una misura di resilienza organizzativa in grado di inquadrare
metodologicamente la variabile; la seconda quella di identificare quali sono i driver
principali della resilienza, cio capire cosa fanno le aziende pi resilienti diversamente
dalle altre. Nella nostra analisi, le strategie messe in atto dalle aziende saranno interpretate
come i driver della resilienza, mentre la resilienza sar data da risultati di performance in
relazione alla volatilit in un arco temporale di lungo termine.
Come misurare la resilienza: VOLARE
Esistono alcuni tentativi di misurazione della resilienza in letteratura, principalmente
basati sulla costruzione di scale ad hoc. Bohn (2010) sviluppa la scala dellefficacia delle
organizzazioni e al suo interno inserisce alcuni item di resilienza legati ad senso di
cooperazione tra dipendenti (collective capability) e ad una visione nel lungo termine
(sense of mission). Con un focus sul mondo HR, McCann e colleghi sviluppano una scala di
resilienza in cui gli item proposti sono focalizzati su caratteristiche di agilit e flessibilit
delle organizzazioni oltre che su un forte sviluppo dellidentit e della cultura organizzativa
(McCann et al, 2009). Mallak identifica una serie di principi di resilienza: le aziende sono
resilienti se 1) percepiscono le esperienza in modo costruttivo 2) mettono in atto
comportamenti adattivi 3) riescono a procurarsi risorse adeguate 4) sono in grado di
allargare i confini decisionali 5) praticano bricolage, ovvero mettono insieme elementi
separati 6) sviluppano una certa tolleranza per lincertezza e 7) sviluppano un sistema di
ruoli virtuali. Basandosi su questi principi, Somers (2009) sviluppa alcuni item di
misurazione della resilienza.
In generale, le misure esistenti mostrano almeno due ordini di problemi: 1) la resilienza
viene misurata indirettamente in base ai suoi driver e non viene intesa direttamente come
variabile esogena (es. obiettivo di performance) e 2) molte caratteristiche organizzative
vengono inglobate nel concetto di resilienza; il caso di agilit e assorbimento (Sull, 2009;
2010) o delle strategie di capture e governance (Carmeli & Markman, 2011). Ci
nonostante difficile misurare la resilienza prima che accada un evento negativo. Per
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1. Focalizzazione di prodotto
La ricerca relativa al legame esistente tra diversificazione di prodotto e performance stata
interessata da un dibattito acceso nel corso degli ultimi 30 anni (Rumelt, 1974; Chatterjee
and Wernerfelt, 1991; Miller, 2004). In particolare, lo studio di tale relazione stato
influenzato dalla resource-based view (RBV). La RBV suggerisce che il tipo di
diversificazione che unazienda pu mettere in atto e la sua performance sono condizionali
al pool di risorse e competenze che tale azienda possiede ed in grado di generare. La
letteratura suggerisce che la diversificazione diretta, nei segmenti strettamente collegati
all'azienda, porta a performance superiori se messa a confronto con la diversificazione
allargata o ad una strategia centrata sul singolo business (Barney, 1991; Rumelt, 1982). Il
modello prevalente quello della U invertita (Palich et al., 2000). Ci nonostante, non si
ancora arrivati ad una visione univoca circa il tipo di relazione esistente tra le due variabili.
Dalla nostra indagine, emerge una relazione specifica tra diversificazione e resilienza. Le
aziende pi resilienti sono quelle che semplificano la loro struttura di business e
rimangono focalizzate rispetto alle loro competenze primarie, ovvero rispetto a quello che
sanno fare meglio (core competences). Le core competences vengono definite come le aree
di esperienza su cui le aziende decidono di focalizzarsi (Prahalad & Hamel, 1990), quei
building blocks che permettono di competere al meglio rispetto ai concorrenti (Frery,
2006). il caso di Enel che, dopo una fase di intensa diversificazione delle attivit, negli
ultimi anni ha dismesso molti business accessori e si concentrata su una filiera
semplificata - produzione, distribuzione e vendita dellenergia. Una semplificazione di
questo tipo, sostiene il CFO di Enel, "consente la replicabilit del modello nei mercati
esteri e posiziona l'azienda in modo univoco rispetto alle sue abilit primarie. Enel
soprattutto un'azienda con competenze di tipo ingegneristico". Altro esempio costituito
da Novo Nordisk che all'interno del settore farmaceutico si focalizza solo sui segmenti della
cura del diabete e il biofarmaceutico. La sua forza quella della messa a punto, espressione
e formulazione delle proteine. Per citare un altro esempio, Porsche assolutamente
resiliente con uno spazio ben identificato nella nicchia del lusso e con un portafoglio
formato da soli 4 prodotti: 911, Boxter, Cayenne and Cayman. La focalizzazione consente di
essere assolutamente riconoscibili nella mente dei consumatori e richiama concetti di
autenticit di tipologia (Carroll, 2009). Le aziende focalizzate e i loro prodotti sembrano
essere perfettamenti aderenti alla classificazione a loro assegnata dai consumatori e alle
aspettative che questa crea.
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di responsabilit nel governo locale delle decisioni e i gusti locali sono tenuti in
considerazione, ma la matrice coreana rimane forte". Dice il Dealer Network Development
Director di Hyundai Italia: "si tiene il meglio di due visioni opposte. Esiste un forte
verticismo in cui le decisioni vengono prese in Corea, ma si d nello stesso tempo molta
voce ai mercati. Come? Con una forte presenza all'interno delle aziende locali di personale
coreano. Non solo un sistema di controllo, ma un modo di portare al vertice le idee e le
sfide"
Proposizione 5: un forte imprinting di valori nazionali, da poter esportare anche all'estero,
aumenta la resilienza organizzativa
Proposizione 6: in caso di culture molto diverse, l'affiancamento - e non la sovrapposizione
- tra le due culture aumenta la resilienza organizzativa
6. Customer centricity
La customer centricity viene definita dalla letteratura come una strategia aziendale che fa
leva sulle esigenze del consumatore e sa impostare le mosse future - di marketing,
merchandising e operations - allineandole alle priorit dei consumatori (Ross, 2009). Ci
sono cinque metodi di misurazione della variabile o proxy riconosciute come valide: il
numero di nuovi consumatori (new customers), il numero dei clienti che abbandonano
(customer retention), il numero di prodotti di quella azienda che il cliente utilizza
(products per household), la soddisfazione del cliente (customer satisfaction) e il numero
dei clienti che raccomanderebbero l'azienda ad altri (would recommend) (Gummesson,
2008). stato testato che focalizzarsi su un approccio di centralit rispetto al cliente porta
vantaggi immediati, nel breve periodo, in termini di aumento delle vendite e profitti pi
elevati, mentre, nel lungo, impatta su una maggiore fedelt del cliente. Ci nonostante,
mantenere questo approccio nel medio-lungo termine si mostrato pi difficile del
previsto. Alcune aziende si sono focalizzate sulla soddisfazione di tutti gli stakeholders
perdendo di vista la centralit del cliente. Altre si sono concentrate sulla realizzazione di
nuovi prodotti pensando che questo potesse bastare ad avere clienti soddisfatti. Dalla
nostra indagine emerge che le aziende pi resilienti sono quelle che, soprattutto in tempo
di crisi, hanno saputo focalizzarsi sul cliente e sui suoi bisogni. il caso di Hyundai che nel
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2008 in seguito alla grave crisi ha studiato per il mercato americano il programma di
"Assicurazione Hyundai". Il programma consentiva ai clienti di riconsegnare un'auto
comprata sino ad un anno prima, se il cliente avesse subito la perdita del lavoro o gravi
danni economici dovuti alla crisi. Altro esempio dato da Audi che ha sviluppato il
programma "Audi experience" in cui i manager di tutte le divisioni hanno visitato le
famiglie dei principali consumatori del brand automobilistico per domandare loro
direttamente quali fossero i loro bisogni.
Proposizione 7: un approccio dell'azienda basato sulla customer centricity aumenta la
resilienza organizzativa
7. Sistema efficiente di incentivi
La letteratura suggerisce che buona parte delle attivit interne ed esterne di
un'organizzazione possono essere spiegate attraverso il sistema di incentivi che l'azienda
offre (Clarke & Wilson, 2002). Il sistema di incentivi deve essere in linea con il tipo di
azienda che lo propone (esistono aziende utilitaristiche, solidaristiche e incentrate sugli
obiettivi). Questo diventa ancora pi vero in tempo di crisi. Di fronte a shock esterni di
larga portata, le aziende non possono semplicemente focalizzarsi sul raggiungimento di
utili nel breve termine, ma dovranno impostare le loro strategie al raggiungimento di
obiettivi di lungo periodo. Gli incentivi saranno tanto pi efficienti quanto rispecchieranno
questa tendenza. Per assecondare la natura di un'azienda incentrata su obiettivi di lungo
termine, gli incentivi dovranno essere sofisticati e definiti nel dettaglio proprio come gli
obiettivi complessi che si devono raggiungere. Il livello di sofisticazione comporta a) avere
un sistema di incentivi legato non solo alla performance finanziaria, ma anche ad obiettivi
strategici di pi larga portata e b) essere composto da parti diverse, cio da una parte fissa,
ma anche da una parte variabile o "share-based" che prevede bonus quando le cose vanno
particolarmente bene. AstraZeneca, per esempio, lega la remunerazione dei suoi executive
ad una balanced scorecard. GSK assegna dei bonus ai dipendenti R&D in base alla loro
produttivit. Novo Nordisk remunera i suoi executives con una base fissa (scesa dal 4060% al 35-55%) a cui si sommano un cash-based e uno share-based incentive. La parte
condivisa viene tarata su obiettivi ambiziosi come target da raggiungere in termini di
reputazione della compagnia, training dei dipendenti, rapporti con il contesto esterno. In
Hyundai: "una volta l'incentivo era solo di natura quantitativa, oggi si affianca sempre un
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elemento qualitativo basato sul lungo termine. Per esempio nella politica commerciale non
ci si basa pi sul numero fatto oggi per domani, ma sullo sviluppo di un canale di vendita".
Proposizione 8: un sistema di incentivi legato ad obiettivi strategici di lungo termine
aumenta la resilienza organizzativa
Conclusioni
I principali contributi dell'articolo sono stati a) quello di definire una misura per la
resilienza organizzativa e b) quello di identificare i suoi driver principali. La misura
proposta - VOLARE - chiarisce il nesso tra risultato e le strategie che lo determinano. La
resilienza una variabile esogena che va misurata tenendo conto dei risultati di
performance di lungo periodo e della volatilit associata a tali risultati. In questo modo si
in grado di scorporare gli antecedenti dalla variabile stessa e fare un passo in pi rispetto
alle misure che si fermano ad una dimensione di breve periodo. Applicando la misura
VOLARE ad un database di 617 aziende e procedendo con metodo induttivo, siamo stati in
grado di proporre 7 antecedenti di resilienza. Tutti i driver sembrano suggerire la stessa
direzione al management, ovvero quella di procedere per la strada della semplificazione o
del 'back to basics". Troppi anni di gestioni complesse hanno allontanato i manager da
quelli che sono i pilastri basilari davvero utili per ottenere performance solide nel tempo.
Sembra
farsi
largo,
nella
pratica
manageriale,
il
concetto
di
autenticit
sia
14
In Million's of US Dollar
Audi
Jiangling Motors Corp Ltd
Indus Motor Co Ltd
Hero Honda Motors Ltd
MBM Resources Bhd
Ashok Leyland Ltd
SML Isuzu Ltd
DAIHATSU MOTOR CO LTD
FAW CAR CO LTD
Hyundai
Liaoning SG Automotive Group Co Ltd
Honda
SAIC Motor Corp Ltd
Anhui Jianghuai Automobile Company
Limited
Rosenbauer International AG
Kaessbohrer Gelaendefahrzeug AG
Mahindra and Mahindra Ltd
Harley-Davidson Inc
Eicher Motors Ltd
Volare
10
10
10
10
9
9
9
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8
8
8
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8
8
8
8
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8
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Astra
Porsche
Great Wall Motor Company Limited
Suzuki
Magna International Inc
Kia
Dongfeng Automobile Co Ltd
BMW
Chongqing Changan Automobile Co Ltd
Tata
Yulon Motor Co Ltd
Toyota
Tan Chong International Ltd
Volkswagen AG
Renault
Beiqi Foton Motor Co Ltd
Tofas Turk Otomobil Fabrikasi AS
TVS Motor Co Ltd
Spartan Motors Inc
Indomobil Sukses Internasional Tbk PT
China Motor Corp
Hymer AG
Nissan
Ford Otomotiv Sanayi AS
Bajaj Auto Ltd
Sanyang Industry Co Ltd
Daimler AG
Peugeot SA
Pak Suzuki Motor Co Ltd
GAC Changfeng Motor Co Ltd
Qingling Motors (Group) Co Ltd
Roman SA
Tianjin Faw Xiali Automobile Co Ltd
Chongqing Dima Industry Co td
Autech Corp
ZAP
MITSUBISHI MOTORS CORP
Pininfarina SpA
Spyker Cars NV
S&T Motors Co Ltd
Ford
Karsan Otomotiv Sanayii ve Ticaret AS
SMILES AG
ISUZU MOTORS LTD
Shenyang Jinbei Automotive Co Ltd
8
8
8
7
7
7
7
7
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Ssangyong Motor Co
Marshalls East Africa Ltd
AVTOVAZ OAO
Sollers OAO
Fiat
Zhonghang Heibao Co Ltd
Mazda
Anhui Ankai Automobile Co Ltd
HINO Motors
Yamaha Motor Co Ltd
KTM Power Sports AG
Supreme Industries Inc
0
0
0
0
0
0
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0
0
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0
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