Sei sulla pagina 1di 16

ne

SIMONE 341/4 • Concorso Regione Sicilia 1024 posti Centri per l’impiego sio
EDIZIONI

s p an ine
311 Istruttori (Cod. CPI-OML) • 344 Specialisti (Cod. CPI-SML) E n l
o
Gruppo Editoriale Simone
Mercato del Lavoro – Manuale per la preparazione

6
La tutela contro gli infortuni
sul lavoro e le malattie professionali

1 Fondamento dell’assicurazione
L’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali fa capo, in via ge-
nerale, all’INAIL.
Attualmente la disciplina dell’assicurazione è contenuta nel Testo Unico approvato con D.P.R.
30 giugno 1965, n. 1124 ove sono riunite tutte le norme che regolano l’assicurazione contro gli
infortuni sul lavoro e le malattie professionali sia nel campo industriale sia in quello agricolo.
La tutela nell’industria trova disciplina nel Titolo I del T.U., mentre quella in agricoltura nel Titolo II.
Quest’ultima «costituisce una disciplina distinta e autonoma da quella del settore industriale, in conside-
razione del diverso contesto socio-economico, del diverso campo di applicazione, dei livelli di prestazione,
del diverso sistema di finanziamento» (INAIL, Guida all’assicurazione, 2018).

Su tali disposizioni è intervenuto significativamente il D.Lgs. 23 febbraio 2000, n. 38 che


ha riformato la materia secondo i principi della legge delega n. 144 del 1999 e con il quale si è
provveduto: ad estendere l’obbligo assicurativo a nuove categorie di lavoratori quali i dirigenti,
i parasubordinati e gli sportivi; ad estendere la tutela al danno biologico e all’infortunio in itinere;
a riordinare l’assicurazione infortuni in agricoltura.
Successivamente, ci sono stati ulteriori interventi che, tuttavia, non hanno alterato l’impianto strutturale
della tutela assicurativa così come delineato nel T.U. con le modifiche e le ulteriori norme del D.Lgs. 38/2000.

Lo scopo dell’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali è quello
di offrire ai lavoratori, appartenenti a determinati settori produttivi e addetti a lavorazioni re-
putate pericolose, una tutela economica privilegiata in considerazione dell’origine lavorativa
dell’evento lesivo.
Il fondamento dell’assicurazione è ravvisato nella cd. teoria del rischio professionale in
base alla quale, per il solo fatto di esercitare un’attività economica per mezzo del lavoro altrui,
il datore di lavoro è chiamato a rispondere dei danni derivati alla integrità fisica del lavoratore
per ragioni di lavoro.
La conseguenza importante è che il fondamento della tutela del lavoratore risiede nel nesso
causale tra l’infortunio e lo svolgimento del lavoro.
L’operatività di tale tutela è garantita poi dal trasferimento del rischio professionale, ovvero
dei pericoli connessi all’attività lavorativa, dal datore di lavoro all’istituto assicuratore che, al
verificarsi dell’evento protetto (malattia professionale o infortunio sul lavoro), interviene ga-
rantendo al lavoratore appositi indennizzi per il danno patito.
L’intervento dell’istituto assicuratore, in luogo del datore di lavoro, garantisce infatti al lavoratore la
certezza delle prestazioni economiche, mettendolo a riparo dall’eventuale insolvenza del datore stesso.

Inoltre, la sussistenza dell’assicurazione ha come conseguenza l’esonero dalla responsabilità


civile del datore di lavoro (art. 10, comma 1, T.U.).

1
ne

SIMONE 341/4 • Concorso Regione Sicilia 1024 posti Centri per l’impiego sio
EDIZIONI

s p an ine
311 Istruttori (Cod. CPI-OML) • 344 Specialisti (Cod. CPI-SML) E n l
o
Gruppo Editoriale Simone
Mercato del Lavoro – Manuale per la preparazione

2 Presupposti del rapporto assicurativo


2.1 I soggetti del rapporto assicurativo
Il rapporto giuridico assicurativo si costituisce ipso jure, al verificarsi,­cioè, dei presupposti
oggettivi e soggettivi stabiliti dalla legge (artt. 1 e 4 T.U.) tra:
— l’Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro (INAIL), in qualità
di soggetto assicuratore per la generalità dei lavoratori.
— il datore di lavoro, ossia le persone e gli enti, privati o pubblici, compresi lo Stato e gli enti locali,
che esercitano le attività che obbligano all’assicurazione, in qualità di soggetto assicurante.
L’onere dell’assicurazione è a totale carico del datore di lavoro (art. 27 T.U.) che è quindi te-
nuto a versare all’INAIL i contributi assicurativi, denominati premi, distinti nelle due gestioni,
industria e agricoltura (in tale ultima gestione i contributi assicurativi sono riscossi in forma
unificata dall’INPS).
Il premio di assicurazione si ottiene moltiplicando le retribuzioni erogate ai lavoratori rien-
tranti nell’obbligo assicurativo per il tasso di premio relativo alla lavorazione svolta dai lavoratori
stessi: lo strumento tecnico con il quale vengono stabiliti i tassi di premio è la tariffa dei premi
(INAIL, Guida all’assicurazione cit.).
A decorrere dal 1° gennaio 2000, ai fini del pagamento del premio, i datori di lavoro sono inquadrati in
quattro gestioni separate secondo i criteri di classificazione dettati «ai fini previdenziali e assistenziali» (art.
49, L. 88/1989). Le quattro gestioni sono industria, artigianato, terziario e altre attività cui corrispondono
quattro distinte tariffe di premi che tengono conto delle diverse lavorazioni (artt. 1 e 2, D.Lgs. 38/2000). Dal
1° gennaio 2019, in attuazione della legge di bilancio (L. 145/2018), è entrato in vigore il nuovo sistema
tariffario (D.M. 27 febbraio 2019). La revisione del previgente sistema, basato sul D.M. 12 dicembre 2000,
nasce dall’esigenza di attualizzare «la mappatura dei processi lavorativi tenuto conto dei cambiamenti
economici, delle nuove modalità organizzative del lavoro e dello sviluppo tecnologico». Pertanto, sono
state ridefinite le lavorazioni già individuate nelle precedenti tariffe, nonché eliminate quelle relative a cicli
produttivi non più attuali e istituite nuove voci riferite a lavorazioni che si sono diffuse negli ultimi venti
anni o in via di sviluppo (sono state introdotte nuove voci di tariffa relative, ad esempio, allo sviluppo di
software e siti web, alla consegna merci sul territorio urbano su veicoli a due ruote, ossia all’attività svolta
dai riders) (INAIL, Le tariffe dei premi. Le principali novità, 2019; circ. INAIL 28 ottobre 2021, n. 28).

L’assicurazione — obbligatoria e pubblica — gestita dall’INAIL opera dunque, al ricorrere


dei presupposti previsti direttamente dalla legge.
«Si tratta di attività vincolata sottratta alla disponibilità delle parti, intendendosi con ciò non
solo il lavoratore e il datore di lavoro, ovvero il soggetto assicurante su cui grava l’obbligo di ver-
sare i premi assicurativi, ma lo stesso Istituto assicuratore. La tutela assicurativa è così intensa
da operare anche indipendentemente dall’eventuale inadempimento dell’obbligo assicurativo
da parte del soggetto assicurante» (INAIL, istruzione operativa 1 marzo 2021).
2.2 Presupposti oggettivi: le attività rischiose
L’art. 1 del T.U. individua le attività che rientrano nell’ambito dell’assicurazione perché,
comportando un maggiore rischio d’infortunio, sono ritenute pericolose.
Le attività rischiose sono quelle svolte mediante l’utilizzo di macchine, di apparecchi a pres-
sione, di apparecchi e impianti elettrici o termici, ovvero svolte in opifici, laboratori o in ambienti
organizzati per lavori, opere o servizi, i quali comportino l’impiego di tali macchine, apparecchi
o impianti.
Accanto a questo gruppo generale di attività, il medesimo art. 1 T.U., al comma 3, contiene
un elenco tassativo di 28 lavorazioni, considerate obiettivamente pericolose, che, a prescindere
dall’impiego delle macchine, apparecchi e impianti, rientrano nell’ambito dell’assicurazione.

2
ne

SIMONE 341/4 • Concorso Regione Sicilia 1024 posti Centri per l’impiego sio
EDIZIONI

s p an ine
311 Istruttori (Cod. CPI-OML) • 344 Specialisti (Cod. CPI-SML) E n l
o
Gruppo Editoriale Simone
Mercato del Lavoro – Manuale per la preparazione

Nell’assicurazione sono comprese le lavorazioni complementari e sussidiarie, anche se svolte


in locali diversi e separati da quelli in cui si svolge la lavorazione principale (art. 1, comma 5, T.U.).
Il rischio connesso allo svolgimento di un’attività ritenuta pericolosa non è limitato ai locali
in cui essa si svolge, in quanto si estende a tutto il complesso aziendale, sul presupposto che i
rapporti di lavoro si svolgono non isolatamente ma in connessione tra di loro. Quindi devono
essere assicurati sia i lavoratori effettivamente addetti alle lavorazioni pericolose, sia quelli che
possono entrarne in contatto in quanto appartenenti ad un ambiente organizzato e svolgenti
attività complementari alla prestazione lavorativa (cd. rischio ambientale).
Per il settore agricolo, la legge non determina le attività pericolose, per cui, deve ritenersi che tutte le
attività agricole siano considerate pericolose (PERSIANI).

2.3 Presupposti soggettivi: gli assicurati


In via generale, l’assicurazione si applica a tutti coloro che «in modo permanente o avventizio
prestano, alle dipendenze o sotto la direzione altrui, opera manuale retribuita qualunque sia la
forma della retribuzione» (art. 4, comma 1, T.U.).
Costituiscono, quindi, requisiti essenziali la subordinazione e la manualità della prestazione.
La tutela assicurativa comprende anche i lavoratori appartenenti all’area dirigenziale e i
lavoratori parasubordinati che svolgono le attività pericolose previste dall’art. 1 del T.U. o che,
per l’esercizio delle proprie mansioni, si avvalgono, in via non occasionale, di veicoli a motore
da essi personalmente condotti (artt. 4 e 5, D.Lgs. 38/2000).
Nel settore agricolo sono compresi nella tutela i lavoratori fissi ed avventizi, i sovrastanti che prestino
opera retribuita, i proprietari, mezzadri, affittuari, loro mogli e figli, che prestino opera manuale abituale
nella propria azienda (art. 205 T.U.).

Tra gli ulteriori beneficiari dell’assicurazione si ricordano alcune categorie particolari di


lavoratori e, in generale, di soggetti che vi rientrano in quanto considerati comunque meritevoli
di tutela:
— gli apprendisti;
— i lavoratori in somministrazione di lavoro e occupati con la modalità del lavoro agile anche
per rischi connessi alla prestazione lavorativa resa all’esterno dei locali aziendali, circostanza
che non fa venir meno il possesso dei requisiti oggettivi (lavorazioni rischiose) e soggettivi
(caratteristiche delle persone assicurate) previsti ai fini della ricorrenza dell’obbligo assicu-
rativo (circ. INAIL 48/2017);
In particolare, il datore di lavoro deve garantire al lavoratore agile la copertura assicurativa contro gli
infortuni sul lavoro e le malattie professionali, anche derivanti dall’uso dei videoterminali, nonché la tutela
contro l’infortunio in itinere (art. 7, Protocollo nazionale sul lavoro in modalità agile, 7 dicembre 2021);
— i lavoratori assunti con contratto di lavoro intermittente;
— i lavoratori che svolgono prestazioni di lavoro occasionale tramite il Libretto Famiglia (LF) o
con contratto di prestazione occasionale (CPO) (art. 54bis, comma 2, D.L. 50/2017, conv. in
L. 96/2017; circ. INPS 107/2017);
— gli insegnanti;
— gli studenti delle scuole o istituti di istruzione di qualsiasi ordine e grado, anche privati,
comprese le Università, per lo svolgimento di determinate attività (es. esperienze tecnico-
scientifiche, esercitazioni pratiche e di lavoro, educazione motoria);
— i familiari del datore di lavoro (coniuge, o parte dell’unione civile, figli, altri parenti e affini
che prestano alle sue dipendenze, con o senza retribuzione, opera manuale, o non manuale
se sovraintendenti);

3
ne

SIMONE 341/4 • Concorso Regione Sicilia 1024 posti Centri per l’impiego sio
EDIZIONI

s p an ine
311 Istruttori (Cod. CPI-OML) • 344 Specialisti (Cod. CPI-SML) E n l
o
Gruppo Editoriale Simone
Mercato del Lavoro – Manuale per la preparazione

— i lavoratori autonomi che svolgono attività di consegna di beni per conto altrui, in ambito
urbano e con l’ausilio di velocipedi o veicoli a motore attraverso piattaforme anche digitali
(cd. riders) (art. 47septies, D.Lgs. 81/2015; nota INAIL 23 gennaio 2020);
— i beneficiari del reddito di cittadinanza impegnati nelle attività rientranti nell’ambito dei
progetti utili alla collettività (PUC) (circ. INAIL 10/2020).

3 L’oggetto dell’assicurazione: l’infortunio sul lavoro e la malattia


professionale
3.1 L’infortunio sul lavoro
Tanto per i lavoratori dell’industria, quanto per quelli dell’agricoltura, il diritto alle pre-
stazioni assicurative sorge in tutti i casi di «infortunio avvenuto per causa violenta in occasione
di lavoro, da cui sia derivata la morte o un’invalidità permanente al lavoro, assoluta o parziale,
ovvero un’invalidità temporanea assoluta che importi l’astensione dal lavoro per più di tre giorni»
(artt. 2 e 210 T.U.).
L’infortunio sul lavoro si può dunque definire come «ogni lesione originata, in occasione
di lavoro, da causa violenta che determini la morte della persona o ne abolisca o comunque ne
menomi permanentemente o temporaneamente la capacità lavorativa».
Gli elementi che debbono sussistere contemporaneamente per configurare un infortunio
indennizzabile sono pertanto: la lesione, la causa violenta e l’occasione di lavoro.
Per lesione si intende ogni alterazione recata all’organismo fisiopsichico del lavoratore che
riduca od elimini le attitudini del soggetto a svolgere attività lavorativa.
Come conseguenze della lesione, rilevanti per l’assicurazione, possiamo avere la morte del
lavoratore e l’inabilità al lavoro.
L’inabilità al lavoro può essere temporanea o permanente, a seconda se le conseguenze
dell’infortunio siano o meno sanabili nel tempo e assoluta o parziale, se, rispettivamente, toglie
completamente o riduce le attitudini lavorative. L’inabilità temporanea può essere solo assoluta,
quella permanente può essere assoluta o parziale.
Per causa violenta si intende ogni fatto esterno che agisca rapidamente sulla persona e
costituisca, pertanto, un nesso di causa ed effetto con la lesione.
Infine, l’occasione di lavoro individua il legame che deve sussistere tra il lavoro e l’infortunio.
Per meglio specificare il concetto di occasione di lavoro, la dottrina e la giurisprudenza ope-
rano la seguente distinzione:
— il rischio specifico è quello che, essendo connesso alle condizioni peculiari dell’impresa,
grava particolarmente su coloro che operano nell’ambito dell’impresa stessa e ne determina
l’esposizione (potenziale) all’infortunio. Pertanto, tale rischio è indennizzabile.
Rilevano, a tal fine, non soltanto la prestazione lavorativa in senso stretto, cd. rischio specifico proprio,
ma anche le attività complementari, ad essa strumentali od accessorie, purché si trovino in rapporto di
occasionalità necessaria con l’infortunio, cd. rischio specifico improprio, cioè, in altre parole, sia il rischio
proprio della lavorazione, sia il rischio non strettamente insito nell’atto materiale della prestazione ma
collegato con la prestazione stessa (Cass. 5066/2018);

— il rischio generico è quello che riguarda qualsiasi individuo in quanto non è in alcun modo
collegato con lo svolgimento della prestazione lavorativa. Pertanto, tale rischio non è inden-
nizzabile.
Nella più recente elaborazione dottrinale e giurisprudenziale si è affermata la figura del
rischio generico aggravato che corrisponde ad un rischio generico ma aggravato da specifici
elementi lavorativi, in relazione al quale l’infortunio può essere indennizzato.

4
ne

SIMONE 341/4 • Concorso Regione Sicilia 1024 posti Centri per l’impiego sio
EDIZIONI

s p an ine
311 Istruttori (Cod. CPI-OML) • 344 Specialisti (Cod. CPI-SML) E n l
o
Gruppo Editoriale Simone
Mercato del Lavoro – Manuale per la preparazione

L’esempio classico è «il rischio di essere investito da un’automobile nell’attraversamento di una strada
senza strisce pedonali: per qualsiasi persona trattasi di un rischio generico, ma per un muratore costretto
ad attraversare la stessa strada in tuta da lavoro e trasportando due secchi di calce, e quindi gravemente
impedito nei movimenti, diventa un rischio generico aggravato da ragioni di lavoro» (CASALE, MUROLO,
TRAFICANTE).

Poiché il legislatore non parla di causa di lavoro, bensì di «occasione», si considerano infortuni
di lavoro anche quelli occorsi al lavoratore nel recarsi al lavoro o nel tornare (infortunio in itinere
v. infra) e quelli dovuti ad eventi naturali ovvero a colpa dello stesso lavoratore.
In agricoltura gli infortuni si reputano sempre avvenuti in occasione di lavoro che, pertanto, si presume
fino a prova contraria (PERSIANI).

Infine, va considerato il rischio elettivo elaborato per delimitare sul piano oggettivo l’occasio-
ne di lavoro e, dunque, il concetto di rischio assicurato. Secondo la giurisprudenza consolidata,
l’infortunio derivante da rischio elettivo è quello che è conseguenza di un rischio collegato ad
un comportamento volontario del lavoratore per soddisfare esigenze meramente personali e,
comunque, indipendente dall’attività lavorativa, cioè di un rischio generato da un’attività che
non ha rapporto con lo svolgimento dell’attività lavorativa o che esorbiti in modo irrazionale dai
limiti di essa (INAIL, istruzione operativa 1 marzo 2021). In tal caso non sussistono i presupposti
per la responsabilità del datore di lavoro né quelli per il riconoscimento dell’indennizzo.
Il rischio elettivo, pertanto, si configura in presenza dei seguenti presupposti:
— il lavoratore pone in essere un atto non solo volontario, ma anche abnorme, cioè arbitrario ed estraneo
alle finalità produttive;
— il comportamento del lavoratore è motivato da impulsi meramente personali;
— l’evento che consegue all’azione del lavoratore non ha alcun nesso con l’attività lavorativa.
Pertanto, si può dire che il datore di lavoro non è responsabile dell’infortunio occorso al lavoratore
quando il comportamento di quest’ultimo presenti i caratteri dell’abnormità, dell’assoluta inopinabilità e
dalla esorbitanza rispetto al procedimento lavorativo ed alle direttive ricevute (Cass. 7267/2010; 17309/2008;
9421/2007; 3862/2006).
Non è invece annoverato nel rischio elettivo il comportamento negligente, imprudente o caratterizzato
da imperizia del lavoratore, ossia quando l’infortunio è derivato da una condotta colposa del lavoratore.
In tal caso, pertanto, non sono escluse la responsabilità del datore di lavoro e la tutela risarcitoria dell’as-
sicurazione, non essendo sufficiente un semplice concorso di colpa per interrompere il nesso di causalità.
Secondo un orientamento consolidato della giurisprudenza, infatti, il datore di lavoro deve adottare tutte
le misure necessarie per prevenire il rischio di infortuni, compresa un’adeguata vigilanza volta a prevenire
le condotte imprudenti e negligenti dei lavoratori, quali modalità inappropriate di svolgimento del lavoro,
che, a limite, possono rilevare come concausa dell’evento lesivo. Il datore di lavoro non deve infatti «limi-
tarsi ad informare i lavoratori sulle norme antifortunistiche previste, ma deve attivarsi e controllare fino alla
pedanteria che tali norme siano assimilate dai lavoratori» (Cass. pen. 2512/2013 e 31679/2010).

3.2 L’infortunio in itinere


L’assicurazione comprende anche «gli infortuni occorsi alle persone assicurate durante il nor-
male percorso di andata e ritorno dal luogo di abitazione a quello di lavoro, durante il normale
percorso che collega due luoghi di lavoro, se il lavoratore ha più rapporti di lavoro e, qualora non
sia presente un servizio di mensa aziendale, durante il normale percorso di andata e ritorno dal
luogo di lavoro a quello di consumazione abituale dei pasti» (artt. 2 e 210 T.U.).
L’infortunio in itinere è una fattispecie introdotta nell’ambito dell’assicurazione dal D.Lgs. 38/2000 (art.
12). In precedenza, in mancanza di una nozione normata, erano sorte dispute dottrinali e si sono avute
pronunce giurisprudenziali contrastanti a cui il legislatore ha inteso porre fine.

5
ne

SIMONE 341/4 • Concorso Regione Sicilia 1024 posti Centri per l’impiego sio
EDIZIONI

s p an ine
311 Istruttori (Cod. CPI-OML) • 344 Specialisti (Cod. CPI-SML) E n l
o
Gruppo Editoriale Simone
Mercato del Lavoro – Manuale per la preparazione

In base al T.U. sono indennizzati:


— l’infortunio occorso durante il percorso dal luogo di abitazione al luogo di lavoro e vice-
versa, sia che il tragitto venga effettuato a piedi o con mezzi pubblici o con un mezzo perso-
nale purché esso si renda necessario per la distanza eccessiva o per l’assenza di trasporto
pubblico, anche considerando la necessità di garantire al lavoratore il tempo adeguato alla
vita di relazione e alle esigenze familiari.
L’uso del velocipede è sempre necessitato in considerazione dei positivi riflessi ambientali;

— l’infortunio occorso nel percorso che collega due luoghi di lavoro (es.: nel caso del lavoratore
che ha più rapporti di lavoro) nel recarsi da uno all’altro;
— l’infortunio occorso per la consumazione del pasto quando l’azienda è sprovvista di un servizio
di mensa ed il lavoratore ha bisogno di raggiungere il punto di ristoro (abituale, compresa la
propria residenza).
Nel caso di prestazione resa in modalità agile (smart working), sono indennizzati gli infortuni occorsi
durante il normale percorso di andata e ritorno dal luogo di abitazione a quello prescelto per lo svolgimento
della prestazione lavorativa all’esterno dei locali aziendali, quando la scelta del luogo della prestazione
sia dettata da esigenze connesse alla prestazione stessa o dalla necessità del lavoratore di conciliare le
esigenze di vita con quelle lavorative e risponda a criteri di ragionevolezza (art. 23, comma 3, L. 81/2017;
circ. INAIL 48/2017).

Restano esclusi gli infortuni cagionati dall’abuso di alcolici e psicofarmaci o dall’uso non
terapeutico di stupefacenti e allucinogeni.
3.3 La malattia professionale
La tutela assicurativa per le malattie professionali sussiste nelle stesse circostanze oggettive
e soggettive in cui ricorre l’obbligo dell’assicurazione per infortuni.
La malattia professionale, definita anche tecnopatia, è una patologia (evento dannoso)
che il lavoratore contrae nell’esercizio e a causa di determinate lavorazioni (cd. lavorazioni
morbigene) (art. 3 T.U.).
Analogamente all’infortunio, la malattia professionale può determinare l’inabilità (tempo-
ranea assoluta o permanente assoluta/parziale) o la morte del lavoratore. Tuttavia, sussistono
delle differenze tra i due eventi oggetto dell’assicurazione: la causa che produce l’evento lesivo
è violenta (e traumatica) nell’infortunio mentre è lenta e progressiva nella malattia professio-
nale; inoltre, l’infortunio può essere anche in un rapporto «occasionale» con il lavoro, mentre la
malattia professionale deve essere in rapporto diretto con l’attività lavorativa.
La tutela assicurativa della malattia si basa su un sistema misto dovendosi distinguere tra
malattie tabellate e malattie non tabellate: le prime sono elencate in una tabella allegata al
T.U. e, pertanto, ritenute di origine professionale mentre le seconde, pur non essendo indicate
nella predetta tabella, possono rientrare nella tutela se ne è dimostrata tale origine.
Il sistema originario su cui si fondava la tutela assicurativa della malattia professionale era
esclusivamente tabellare.
Con la risalente sentenza 179/1988 della Corte costituzionale si segna il passaggio da tale
sistema a quello misto. Nel dichiarare l’illegittimità dell’art. 3, comma 1, T.U. viene, infatti, affer-
mato che l’assicurazione «è obbligatoria anche per malattie diverse da quelle comprese nelle
tabelle allegate concernenti le dette malattie e da quelle causate da una lavorazione specificata
o da un agente patogeno indicato nelle tabelle stesse, purché si tratti di malattie delle quali sia
comunque provata la causa di lavoro».
Dalla sentenza consegue che la nozione di malattia professionale, sia essa tabellata o non,
è comunque unica, i cui elementi caratterizzanti consistono nell’esposizione al rischio specifico

6
ne

SIMONE 341/4 • Concorso Regione Sicilia 1024 posti Centri per l’impiego sio
EDIZIONI

s p an ine
311 Istruttori (Cod. CPI-OML) • 344 Specialisti (Cod. CPI-SML) E n l
o
Gruppo Editoriale Simone
Mercato del Lavoro – Manuale per la preparazione

determinato dalle lavorazioni morbigene, nonché nel rapporto causale con tali lavorazioni che
deve essere diretto ed efficiente (fatta salva comunque la possibilità del concorso di fattori causali
extralavorativi), onde evitare che nella tutela assicurativa, incentrata sull’esposizione a rischio
professionale, possano confluire stati inabilitanti tutelabili ad altro titolo (es. malattia comune,
invalidità pensionabile) (circ. INAIL 29/1991).
Il sistema misto ha poi ricevuto un espresso riconoscimento dal D.Lgs. 38/2000, secondo
cui sono considerate malattie professionali anche quelle non comprese nelle tabelle delle quali il
lavoratore dimostri l’origine professionale (art. 10, comma 4).
3.4 Le malattie tabellate
Per le malattie tabellate, l’elenco allegato al T.U. individua le malattie «causate da un dato
agente patogeno» (prima colonna) e le lavorazioni morbigene (seconda colonna), nonché il
periodo massimo di indennizzabilità dall’abbandono della lavorazione a rischio (terza colonna),
così da predeterminare anche il periodo di tempo massimo entro il quale la malattia deve mani-
festarsi per essere (eziologicamente riconducibile a causa professionale e quindi) indennizzabile
(Corte cost. 179/1988).
In caso di malattia tabellata opera una presunzione legale circa il nesso eziologico tra
lavorazione e connessa malattia, purché la stessa venga denunciata entro il periodo massimo
stabilito. In tal caso, il lavoratore deve solo dimostrare di essere stato adibito alla lavorazione e
di aver contratto la malattia.
«In tal caso, dunque, al lavoratore è sufficiente dimostrare lo svolgimento professionale della lavo-
razione indicata in tabella e di essere affetto dalla malattia ivi prevista, per essere esonerato dalla prova
dell’esistenza del nesso di causalità tra l’uno e l’altra, avendo già l’ordinamento compiuto la correlazione
causale tra i due termini» (Cass. 2523/2020).

Se il lavoratore denuncia la malattia oltre il termine massimo previsto, ma dimostra che la


malattia si è manifestata entro tale termine, può comunque beneficiare della presunzione lega-
le. In mancanza di tale prova, ovvero di malattie tabellate effettivamente manifestatesi oltre il
periodo massimo di indennizzabilità, il lavoratore deve dimostrare che la malattia denunciata,
pur essendosi verificata oltre i termini, ha tuttavia carattere professionale in quanto causata
dalla lavorazione tabellata cui egli era addetto (circ. INAIL 35/1992).
In tale ultima ipotesi, il lavoratore deve provare l’esposizione al rischio con riferimento alle mansioni
svolte, alle condizioni di lavoro, alla durata giornaliera ed al periodo complessivo di esposizione, produ-
cendo a tal fine idonea certificazione medica che, tra l’altro, giustifichi il ritardo della manifestazione della
malattia (circ. INAIL 35/1992).

3.5 Le malattie non tabellate


Nel vigente sistema misto anche il lavoratore che ha contratto una malattia non tabellata
riceve tutela, ma non può godere delle agevolazioni legate alla presunzione legale che caratte-
rizza le malattie tabellate.
Pertanto, egli deve dimostrare l’esistenza della malattia, con la presentazione di valida certifica-
zione sanitaria (es. esami radiografici), l’esposizione al rischio con riferimento alle mansioni svolte,
alle condizioni di lavoro, alla durata ed intensità dell’esposizione, il nesso tra la malattia e l’attività
lavorativa svolta e dunque l’origine professionale della malattia che ha contratto (circ. INAIL 35/1992).
Pertanto, nel sistema dell’assicurazione contro le malattie professionali risultante dall’ampliamento
della protezione alle malattie professionali non tabellate operato dalla Corte Costituzionale con la sentenza
179/1988, «la distinzione tra le malattie comprese nelle tabelle e quelle ivi non comprese rileva sul piano
della prova del nesso di causalità» (Cass. Sez. Un. 1919/1990, Cass. 39751/2021).

7
ne

SIMONE 341/4 • Concorso Regione Sicilia 1024 posti Centri per l’impiego sio
EDIZIONI

s p an ine
311 Istruttori (Cod. CPI-OML) • 344 Specialisti (Cod. CPI-SML) E n l
o
Gruppo Editoriale Simone
Mercato del Lavoro – Manuale per la preparazione

4 Le prestazioni
Sia nel caso di infortunio che di malattia professionale, il lavoratore ha diritto alle prestazioni
erogate dall’INAIL indipendentemente dall’adempimento degli obblighi assicurativi da parte del
datore di lavoro (cd. principio di automaticità delle prestazioni ex art. 67 T.U.).
Tale principio non trova applicazione nei confronti dei lavoratori autonomi (art. 59, comma 19, L.
449/1997).

4.1 Gli adempimenti del lavoratore e del datore di lavoro


In caso di infortunio o di malattia professionale, al fine di ottenere le prestazioni, sia il lavo-
ratore che il datore di lavoro sono tenuti ad una serie di adempimenti (artt. 52 e 53 T.U.).
In caso di infortunio, anche se di lieve entità, il lavoratore deve darne immediata comuni-
cazione al proprio datore di lavoro. A sua volta, il datore di lavoro, entro i due giorni successivi,
deve presentare all’INAIL, per via telematica, la denuncia dell’infortunio che sia prognosticato
non guaribile entro tre giorni, indipendentemente da ogni valutazione circa la ricorrenza degli
estremi per la sua indennizzabilità. Tale denuncia deve essere corredata dei riferimenti al certifi-
cato medico già trasmesso all’INAIL per via telematica direttamente dal medico o dalla struttura
sanitaria competente al rilascio.
Ai fini del rispetto del termine di due giorni per la presentazione della denuncia di infortunio, il giorno
iniziale da cui esso decorre è quello successivo alla data in cui il datore di lavoro ha ricevuto dal lavoratore il
numero identificativo del certificato di infortunio trasmesso all’INAIL dal medico o dalla struttura sanitaria
che presta la prima assistenza, nel quale sono specificati la data di rilascio e i giorni di prognosi (circ. INAIL
9 settembre 2021, n. 24).

Per gli infortuni mortali e gli infortuni per i quali ricorre pericolo di morte, la denuncia deve
essere effettuata entro ventiquattro ore dall’infortunio.
La previsione di termini brevi correlati alla denuncia «sono previsti in quanto la legge tutela l’interesse
preminente dell’assicurazione pubblica e obbligatoria a istruire nel minor tempo possibile il caso di infor-
tunio, in modo da fornire al lavoratore le prestazioni economiche, sanitarie e sociosanitarie dovute per
legge ed erogare ai superstiti del lavoratore deceduto le prestazioni economiche spettanti, ricorrendone i
presupposti» (circ. INAIL 24/2021).

Inoltre, i datori di lavoro sono tenuti a comunicare in via telematica all’INAIL, nonché al
sistema informativo nazionale per la prevenzione nei luoghi di lavoro (SINP), entro 48 ore dalla
ricezione del certificato medico, a fini statistici e informativi, i dati e le informazioni relativi agli
infortuni sul lavoro che comportino un’assenza dal lavoro di almeno un giorno escluso quel-
lo dell’evento (artt. 8 e 18, commi 1-1bis, D.Lgs. 81/2008; circ. INAIL 13 dicembre 2019, n. 33).
In caso di malattia professionale, il lavoratore deve darne informazione entro 15 giorni dalla
manifestazione al datore di lavoro il quale deve farne denuncia all’INAIL, in via telematica, nei
successivi cinque giorni. Trovano applicazione le stesse modalità previste per gli infortuni.
4.2 Prestazioni sanitarie
Le prestazioni sanitarie, destinate a garantire il diritto alla salute e finalizzate al recupero
dell’attitudine al lavoro, consistono nell’erogazione di cure mediche e chirurgiche per tutta la
durata dell’inabilità (eventualmente anche dopo) a carico dell’INAIL che è tenuto anche a prov-
vedere a proprie spese ai servizi per la prestazione dei soccorsi d’urgenza, nonché alla fornitura
delle protesi e alla loro rimozione.
Va considerato che anche il T.U. della sicurezza sul lavoro ha riconfermato espressamente il
diritto degli infortunati e dei tecnopatici a tutte le cure necessarie per il recupero dell’integri-

8
ne

SIMONE 341/4 • Concorso Regione Sicilia 1024 posti Centri per l’impiego sio
EDIZIONI

s p an ine
311 Istruttori (Cod. CPI-OML) • 344 Specialisti (Cod. CPI-SML) E n l
o
Gruppo Editoriale Simone
Mercato del Lavoro – Manuale per la preparazione

tà psico-fisica (art. 11, comma 5bis, D.Lgs. 81/2008). Tale diritto viene garantito dall’INAIL che
deve tenere gli infortunati e i tecnopatici indenni dalle spese connesse alle prestazioni curative
necessarie al recupero dell’integrità psico-fisica e, pertanto, deve sostenere l’onere delle presta-
zioni stesse ove non siano già assicurate dal SSN o erogate direttamente dall’Istituto (circ. INAIL
4-2-2021, n. 5). Ciò comporta che l’INAIL sia tenuto al rimborso delle spese per le prestazioni
sanitarie, comprese quelle per l’acquisto di specialità farmaceutiche, sostenute dagli assistiti,
con la sola condizione che tali prestazioni siano riconosciute necessarie dai medici dell’INAIL
ai fini del miglioramento dello stato psico-fisico in relazione alla patologia causata dall’evento
lesivo di origine lavorativa (circ. INAIL 5/2021).
4.3 Prestazioni economiche
Le prestazioni economiche consistono nella corresponsione di somme di denaro. A secon-
da delle conseguenze dell’infortunio o della malattia professionale è possibile distinguere fra:
a) indennità giornaliera per l’inabilità temporanea assoluta: viene corrisposta dall’INAIL
all’assicurato in sostituzione della retribuzione a decorrere dal quarto giorno successivo a
quello in cui è avvenuto l’infortunio o si è manifestata la malattia professionale e fino alla
guarigione clinica;
b) rendita diretta per inabilità permanente: è erogata per la diminuita attitudine al lavoro
per postumi di inabilità permanente (dall’11% al 100%) conseguenti a eventi antecedenti
al 25-7-2000. Per gli aventi successivi a tale data, infatti, per l’inabilità permanente vengono
erogate le prestazioni economiche basate sul danno biologico (v. infra).
La rendita diretta viene erogata distinguendo tra inabilità permanente assoluta (compresa tra 65% e
100%) e inabilità permanente relativa (compresa tra 11% e 64%).

Nei casi di menomazioni specificamente elencate nell’apposita tabella allegata al T.U., nei
quali sia indispensabile un’assistenza personale continuativa, la rendita è integrata da un
assegno mensile (artt. 76 e 218 T.U.).
Per gli eventi verificatisi fino al 31 dicembre 2006, l’assegno è corrisposto nei casi di inabilità pari al
100% valutata in base alle tabelle allegate al T.U., mentre per gli eventi verificatisi dal 1° gennaio 2007,
l’assegno è valutato in base al danno biologico (v. infra);

c) assegno di incollocabilità: è erogato in favore di mutilati e invalidi sul lavoro che, a causa
della gravità delle menomazioni subite, non possono essere collocati in qualsiasi settore
produttivo.
Per gli eventi verificatisi fino al 31 dicembre 2006 è corrisposto nei casi di inabilità non inferiore al 34%
valutata in base alle tabelle allegate al T.U., mentre per gli eventi verificatisi dal 1° gennaio 2007, l’as-
segno è valutato in base al danno biologico (v. infra).

In caso di morte dell’assicurato, sono previste specifiche prestazioni economiche erogate


dall’INAIL a determinate categorie di familiari: coniuge e figli e, in loro assenza, ascendenti e
fratelli o sorelle. Tra i familiari rientra anche la parte dell’unione civile, che, per effetto della L.
76/2016, è stata equiparata al coniuge, con conseguente applicazione delle norme riguardanti i
diritti alle prestazioni economiche erogate dall’INAIL, precedentemente riservate solo ai coniugi.
Per quanto riguarda invece le convivenze di fatto, in assenza di una espressa disposizione normativa in
materia di equiparazione di status tra coniuge e convivente di fatto, quest’ultimo non può essere ritenuto
beneficiario delle predette prestazioni (circ. INAIL 45/2017).

Innanzitutto, hanno diritto alla rendita ai superstiti il coniuge o unito civilmente, i figli sino
al 18° anno di età (elevata a 21 o a 26, se studenti) o anche maggiorenni se inabili. In assenza di

9
ne

SIMONE 341/4 • Concorso Regione Sicilia 1024 posti Centri per l’impiego sio
EDIZIONI

s p an ine
311 Istruttori (Cod. CPI-OML) • 344 Specialisti (Cod. CPI-SML) E n l
o
Gruppo Editoriale Simone
Mercato del Lavoro – Manuale per la preparazione

tali familiari, la rendita spetta agli ascendenti e genitori adottivi se a carico del defunto e fino alla
loro morte, nonché a ciascuno dei fratelli e sorelle se conviventi e a suo carico nei limiti e nelle
condizioni stabiliti per i figli (art. 85, comma 1, T.U.).
Si ha vivenza a carico quando «il reddito pro capite dell’ascendente e del collaterale, ricavato dal red-
dito netto del nucleo familiare superstite, calcolato col criterio del reddito equivalente, risulti inferiore alla
soglia definita dal reddito pro capite, calcolato con il medesimo criterio del reddito equivalente, in base al
reddito medio netto delle famiglie italiane pubblicato periodicamente dall’ISTAT e abbattuto del 15% di
una famiglia tipo composta di due persone adulte» (artt. 106, comma 1, T.U. e, 1, comma 1126, lett. h), L.
145/2018). Il predetto abbattimento considera la natura solidaristica della rendita prevista per i superstiti
ascendenti e collaterali: la prestazione, infatti, è volta a far fronte a delle situazioni di maggior bisogno in
cui possono versare i nuclei familiari con superstiti rispetto alla media nazionale dei nuclei familiari italiani
(circ. INAIL 23-12-2019, n. 35).

Oltre alla rendita, al coniuge o unito civilmente, o, in mancanza, ai figli, o, in mancanza


di questi, agli ascendenti, o, in mancanza di questi ultimi, ai fratelli e sorelle è corrisposto un
assegno una tantum, cd. assegno funerario, soggetto a rivalutazione (art. 85, comma 3, T.U.).
Qualora non esistano i superstiti predetti, l’assegno è corrisposto a chiunque dimostri di aver
sostenuto spese in occasione della morte del lavoratore nella misura corrispondente alla spesa
sostenuta, entro il limite massimo dell’importo previsto per i superstiti aventi diritto alla rendita.
Infine, nel caso di morte avvenuta per cause non dipendenti dall’infortunio o dalla malattia
professionale del titolare di rendita diretta, ai superstiti (coniuge/unito civilmente e figli) è cor-
risposto uno speciale assegno continuativo mensile pari ad una quota parte della rendita di
inabilità permanente di cui godeva l’assicurato.
Per gli eventi verificatisi fino al 31 dicembre 2006, il grado di inabilità richiesto è pari al 65% (artt. 1, L.
248/1976 e 11, L. 251/1982), mentre per gli eventi verificatisi dal 1° gennaio 2007, l’assegno è valutato in
base al danno biologico.
Il grado di inabilità permanente era stato originariamente fissato nella misura dell’80% (ex art. 1, L.
248/1976); successivamente ne è stata disposta la riduzione al 65% (art. 11, comma 3, L. 251/1982).

A decorrere dal 1° gennaio 2021, ai soggetti già titolari di rendita riconosciuta per patologia
asbesto correlata e, in caso di premorte, agli eredi (indicati all’art. 85 T.U.) una prestazione
aggiuntiva in misura pari al 15% della rendita medesima. La prestazione è erogata dall’INAIL,
attraverso il Fondo vittime amianto (ex art. 1, comma 241, L. 244/2007), unitamente al rateo di
rendita corrisposto mensilmente ed è cumulabile al resto delle prestazioni spettanti a qualsiasi
titolo sulla base delle norme generali dell’ordinamento (art. 1, comma 356, L. 178/2020). Nel caso
di eventi accertati a decorrere dalla predetta data e sempre tramite il suddetto Fondo, l’INAIL
eroga ai malati di mesotelioma, che hanno contratto la patologia per esposizione familiare a
lavoratori impegnati nella lavorazione dell’amianto ovvero per esposizione ambientale, una pre-
stazione una tantum di importo fisso, corrisposta in un’unica soluzione. A tal fine, l’interessato
o i suoi eredi, in caso di decesso, devono presentare un’istanza, a pena di decadenza, entro tre
anni dalla data dell’accertamento della malattia (art. 1, comma 357, L. 178/2020).
Per quanto riguarda la prestazione aggiuntiva alla rendita, essa trova fondamento nella L. 244/2007
(art. 1, commi 241 – 246), ma l’importo variava negli anni, in base alle disponibilità del Fondo per le vitti-
me dell’amianto, ed era erogata dall’ INAIL in acconti e saldi in concomitanza del pagamento del rateo di
rendita. La legge di bilancio 2021 ha modificato le modalità di erogazione della prestazione, superando
così il sistema degli acconti e dei successivi saldi. Per quanto riguarda, invece, la prestazione una tantum,
in precedenza il beneficio aveva carattere sperimentale e originariamente anche di importo pari a euro
5.600 poi elevato a euro 10.000 (ex D.L. 162/2019, conv. in L. 8/2020): la legge di bilancio 2021 ha superato
il carattere sperimentale dell’intervento e confermato il nuovo importo (circ. INAIL 27-9-2021, n. 25).

10
ne

SIMONE 341/4 • Concorso Regione Sicilia 1024 posti Centri per l’impiego sio
EDIZIONI

s p an ine
311 Istruttori (Cod. CPI-OML) • 344 Specialisti (Cod. CPI-SML) E n l
o
Gruppo Editoriale Simone
Mercato del Lavoro – Manuale per la preparazione

PRESTAZIONI ECONOMICHE
Danno Prestazione
Inabilità temporanea Indennità giornaliera per inabilità temporanea
assoluta ↓
• è corrisposta dall’INAIL a decorrere dal quarto giorno successivo a quello in
cui è avvenuto l’infortunio o si è manifestata la malattia professionale (*)
• fino al 90° giorno, è pari al 60% della retribuzione media giornaliera
• dal 91° giorno fino alla guarigione clinica, è pari al 75% della retribuzione
media giornaliera
Rendita diretta per inabilità permanente assoluta (**)

• è corrisposta in misura pari al 100% della retribuzione annua relativa ai 12
­Inabilità permanente

mesi precedenti l’infortunio o l’insorgenza della malattia


Assoluta • è erogata entro determinati limiti
Assegno per l’assistenza personale (***)

• spetta per le menomazioni specificamente elencate nella Tabella all. al T.U.
• è erogato per tutta la durata di detta assistenza
Rendita diretta per inabilità permanente parziale (**)
Parziale ↓
• è rapportata alla retribuzione in misura variabile in base al grado di inabilità
Assegno di incollocabilità (***)

Inoccupabilità • è erogato in favore di mutilati e invalidi sul lavoro che, a causa della gravità
delle menomazioni subite, non possono essere collocati in qualsiasi settore
produttivo
• Rendita ai superstiti
Morte del lavoratore • Assegno funerario
• Assegno continuativo mensile (***)
(*) Durante il periodo antecedente la corresponsione dell’indennità da parte dell’INAIL il lavoratore ha diritto a perce-
pire dal datore di lavoro: nel giorno stesso dell’evento, il 100% della retribuzione e, nei 3 giorni successivi, il 60% della
retribuzione, salvo migliori condizioni previste dal contratto collettivo o individuale.
(**) La prestazione è erogata per eventi verificatisi fino al 24-7-2000. Per gli eventi verificatisi successivamente, le
prestazioni erogate all’assicurato nei casi di inabilità permanente sono valutati in base al danno biologico.
(***) Dal 1°-1-2007 i requisiti per conseguire la prestazione sono valutati in base al danno biologico.

5 Il sistema indennitario del danno biologico


Fino alla riforma operata dal D.Lgs. 38/2000, la liquidazione delle prestazioni economiche
da parte dell’INAIL è stata determinata sulla base della ricaduta della lesione sulla capacità di
guadagno dello stesso lavoratore (cioè capacità di lavoro e, quindi, di produzione di reddito).
Le prestazioni economiche erogate dall’Istituto, nel previgente sistema indennitario, sono infatti
rapportate ad una percentuale della retribuzione percepita dal lavoratore in un periodo determinato an-
tecedente quello dell’evento.

Il D.Lgs. 38/2000 (art. 13) ribalta il criterio a fondamento dell’indennizzabilità che non è più
quello di risarcire la perdita della capacità di guadagno provocata dall’infortunio sul lavoro o
dalla malattia professionale.

11
ne

SIMONE 341/4 • Concorso Regione Sicilia 1024 posti Centri per l’impiego sio
EDIZIONI

s p an ine
311 Istruttori (Cod. CPI-OML) • 344 Specialisti (Cod. CPI-SML) E n l
o
Gruppo Editoriale Simone
Mercato del Lavoro – Manuale per la preparazione

Viene infatti introdotto l’indennizzo del danno biologico che è diretto a tutelare il diritto
fondamentale alla salute quando dai suddetti eventi deriva al lavoratore un’inabilità perma-
nente. Solo secondariamente, come conseguenza della lesione di tale diritto primario, viene
risarcito il danno patrimoniale rappresentato dalla riduzione o perdita di capacità di lavoro.
L’indennizzo è, pertanto, areddituale, in quanto determinato senza alcun riferimento alla retri-
buzione dell’assicurato.
È stata la Corte costituzionale, con la sentenza 87/1991, ad aprire la strada alla possibilità di comprendere
nella copertura assicurativa contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali anche il rischio della
menomazione dell’integrità psico-fisica del lavoratore (cd. danno biologico), ossia il danno alla persona del
lavoratore prodottosi nello svolgimento e a causa delle sue mansioni e rilevante in sé indipendentemente
dalle conseguenze economiche prodotte. Soltanto con il D.Lgs. 38/2000 si è affermata anche legislativamente,
però, l’indennizzabilità del danno biologico.

In tale sistema, il calcolo della prestazione economica, in quanto indipendente dalla retribuzio-
ne antecedentemente percepita dal lavoratore, si effettua sulla base del grado di menomazione
dell’integrità psico-fisica.
La disciplina del danno biologico si applica agli infortuni verificatisi dal 25 luglio 2000 e alle
malattie professionali denunciate a decorrere dalla stessa data.
Dal 1° gennaio 2007 si è poi provveduto ad estendere il criterio del danno biologico anche ad alcune pre-
stazioni e agli istituti giuridici che successivamente al D.Lgs. 38/2000 non erano stati ancora adeguati (v. infra).

5.1 Le prestazioni economiche dell’inabilità permanente


Ai fini della tutela dell’assicurazione obbligatoria contro gli infortuni e le malattie professio-
nali, il danno biologico viene definito come «la lesione all’integrità psicofisica, suscettibile di
valutazione medico-legale, della persona».
Le prestazioni erogate sono di due tipi (INAIL, Guida alle prestazioni, 2018):
— indennizzo in capitale, se la menomazione va dal 6% al 15%, ma nessun indennizzo è dovuto
per le conseguenze patrimoniali;
— indennizzo in rendita, se la menomazione va dal 16% al 100%, con ulteriore quota di rendita
per ristorare anche le conseguenze patrimoniali della menomazione. Entrambi gli indennizzi
sono corrisposti in forma di rendita vitalizia che, pur essendo unitaria, è composta di due
quote in relazione alla diversa natura e alle conseguenti differenze delle modalità di calcolo.
L’indennizzo in rendita e non in capitale trova la sua giustificazione nel fatto che la gravità della meno-
mazione rende necessaria la corresponsione di una prestazione economica che garantisca il sostegno
nel tempo (circ. INAIL 57/2000).

La prestazione economica indennizza pertanto il danno biologico fino al 100%, salvo che per
le menomazioni di grado inferiore al 6%, ritenute, per la loro lieve entità, non rilevanti in un
sistema di tutela sociale e considerate, quindi, in franchigia (circ. INAIL 57/2000).
Per determinare il grado di menomazione, l’indennizzo in capitale e in rendita, nonché le
conseguenze patrimoniali si utilizzano apposite tabelle: la tabella menomazioni, la tabella
indennizzo danno biologico e la tabella dei coefficienti.
Con D.M. 23 aprile 2019, n. 45 è stata approvata la nuova tabella di indennizzo del danno biolo-
gico in capitale, provvedendo non solo ad aumentare gli importi da erogare, ma anche a superare
le differenze di genere, equiparando le prestazioni che spettano a uomini e donne, in precedenza
invece diversificate per tener conto della maggior longevità femminile (circ. INAIL 11-10-2019, n. 27.).
Il D.M. 45/2019 sostituisce la tabella di indennizzo del danno biologico in capitale in vigore ai sensi del
D.M. 12 luglio 2000.

12
ne

SIMONE 341/4 • Concorso Regione Sicilia 1024 posti Centri per l’impiego sio
EDIZIONI

s p an ine
311 Istruttori (Cod. CPI-OML) • 344 Specialisti (Cod. CPI-SML) E n l
o
Gruppo Editoriale Simone
Mercato del Lavoro – Manuale per la preparazione

La nuova tabella è stata elaborata secondo i principi fondamentali con cui sono state formulate le pre-
cedenti tabelle contenute nel D.M. 12 luglio 2000, con l’unica eccezione riguardante la differenziazione di
genere, con la conseguenza che è unica sia per gli uomini sia per le donne, mentre gli importi continuano
a essere individuati per classi di età e per grado di menomazione dell’integrità psico-fisica compreso fra il
6% e il 15% (circ. INAIL 27/2019).

Con effetto dall’anno 2016, a decorrere dal 1° luglio di ciascun anno, gli importi degli inden-
nizzi del danno biologico erogati dall’INAIL sono rivalutati sulla base della variazione dell’indice
dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati accertata dall’Istituto nazionale di
statistica rispetto all’anno precedente (circ. INAIL 24 novembre 2021, n. 33).
In caso di aggravamento delle condizioni di salute, entro 10 anni dalla data dell’infortunio o
15 dalla data di denuncia della malattia professionale, l’assicurato può chiedere la liquidazione
del capitale o della rendita, in relazione al grado di menomazione raggiunto, se in precedenza
erano stati riconosciuti postumi inferiori al 6%, ovvero l’adeguamento dell’indennizzo in capitale
o della rendita se in precedenza erano stati riconosciuti postumi dal 6% al 15%.
Infine, nel caso in cui l’assicurato già colpito da uno o più eventi lesivi, ne subisce uno nuovo,
si procede alla valutazione complessiva dei postumi e alla liquidazione di un’unica rendita o
dell’indennizzo in capitale corrispondente al grado complessivo della menomazione (art. 13,
comma 5, D.Lgs. 38/2000).
Nei casi di unificazione dei postumi, infatti, ai fini della valutazione medico-legale, si fa riferimento a
un’unica menomazione complessiva dove i singoli postumi degli eventi unificati perdono autonoma rile-
vanza e non possono essere più oggetto di valutazione separata (circ. INAIL 27/2019).

SISTEMA INDENNITARIO PER DANNO BIOLOGICO (*)


Grado di menomazione Prestazione economica
Inferiore al 6% nessuna
Dal 6% al 15% indennizzo in capitale
Dal 16% al 100% indennizzo in rendita

Quota di indennizzo del danno biologico
+
Quota di indennizzo delle conseguenze patrimoniali
(*) Trova applicazione per gli infortuni verificatisi dal 25-7-2000 e per le malattie professionali denunciate dalla pre-
detta data nei casi di inabilità permanente.

5.2 L’assegno continuativo mensile ai superstiti, di incollocabilità e di assistenza


personale continuativa
Il concetto di menomazione dell’integrità psicofisica è stato esteso dal 1° gennaio 2007
anche a prestazioni o istituti giuridici che successivamente al D.Lgs. 38/2000 hanno continuato
ad essere subordinati alla sussistenza di una riduzione permanente della capacità lavorativa,
che è appunto il criterio del sistema antecedente all’introduzione del sistema indennitario del
danno biologico, provvedendosi inoltre ad una diversa loro regolamentazione (art. 1, comma
781 e ss., L. 296/2006).
Per gli infortuni sul lavoro verificatisi nonché le malattie professionali denunciate a decorrere
dalla predetta data:
— lo speciale assegno continuativo mensile ai superstiti spetta nel caso di morte, avvenuta per
cause non dipendenti dall’infortunio o dalla malattia professionale, del titolare di rendita per me-
nomazione dell’integrità psicofisica di grado non inferiore al 48% (L. 248/1976; art. 11, L. 251/1982);

13
ne

SIMONE 341/4 • Concorso Regione Sicilia 1024 posti Centri per l’impiego sio
EDIZIONI

s p an ine
311 Istruttori (Cod. CPI-OML) • 344 Specialisti (Cod. CPI-SML) E n l
o
Gruppo Editoriale Simone
Mercato del Lavoro – Manuale per la preparazione

— l’assegno di incollocabilità spetta in caso di menomazione dell’integrità psicofisica di grado


superiore al 20% (artt. 180 T.U. e 10, comma 3, L. 248/1976);
— l’assegno per assistenza personale continuativa spetta nei casi di invalidità conseguente
a menomazioni elencate nella apposita tabella n. 3 (praticamente si deve fare riferimento
alla sola sussistenza di una o più delle condizioni menomative indicate nella tabella) (artt.
76, comma 1, e 218, comma 1, T.U.).
L’estensione e la nuova regolamentazione a partire dal 1° gennaio 2007 hanno riguardato anche: il ricono-
scimento dello status di grande invalido del lavoro (art. 178 T.U.), la rendita di passaggio per assicurati affetti
da silicosi o asbestosi (art. 150 T.U.) e il riscatto in capitale della rendita nel settore agricolo (art. 220 T.U.).

6 La responsabilità del datore di lavoro per l’infortunio e la ma-


lattia professionale
La sussistenza dell’assicurazione contro gli infortuni e le malattie professionali ha come
conseguenza immediata l’esonero dalla responsabilità civile del datore di lavoro, per cui le
prestazioni a ristoro del danno subito devono essere sempre e comunque erogate dall’assicu-
razione (art. 10, comma 1, T.U.).
Ciò significa che è sempre l’assicurazione chiamata a rispondere dell’infortunio o della malattia profes-
sionale erogando determinati indennizzi al lavoratore, sia o meno l’evento imputabile al datore di lavoro.

Nonostante l’assicurazione, tuttavia, la responsabilità civile del datore di lavoro permane se


ha subito una condanna penale che stabilisca che l’infortunio sia avvenuto per fatto costituente
reato perseguibile d’ufficio, imputabile al datore di lavoro o ad un suo dipendente (Corte cost.
9 marzo 1967, n. 22).
La responsabilità penale del datore di lavoro fa sì che il lavoratore possa agire civilmente
contro di lui per ottenere il risarcimento del danno.
L’azione risarcitoria è soggetta tuttavia ad un limite quantitativo in virtù della regola, propria
del nostro ordinamento giuridico (art. 1910 c.c.), per cui un illecito non può mai essere fonte di
indebito arricchimento per il danneggiato.
Pertanto il risarcimento del danno dovuto dal datore di lavoro è limitato al cd. danno diffe-
renziale, cioè alla somma stabilita dal giudice che eccede quanto già erogato dall’assicurazione,
e per converso non si fa luogo a risarcimento se il giudice riconosce che questo non ascende a
somma maggiore dell’indennità che è liquidata dall’INAIL all’infortunato (art. 10, commi 6-7, T.U.).
La Corte costituzionale ha dichiarato l’illegittimità dell’art. 10, commi 6 e 7, nella parte in
cui prevede che il lavoratore infortunato o i suoi aventi causa hanno diritto, nei confronti delle
persone civilmente responsabili per il reato da cui l’infortunio è derivato, al risarcimento del
danno biologico non collegato alla perdita o riduzione della capacità lavorativa generica solo se
e solo nella misura in cui il danno risarcibile, complessivamente considerato, superi l’ammontare
delle indennità corrisposte dall’INAIL (sent. 27-12-1991, n. 485).
Ne consegue che il limite quantitativo previsto dall’art. 10 del T.U. è escluso per tutti i danni
non rientranti nell’oggetto dell’assicurazione, ed in particolare per il cd. danno biologico.
Attualmente, quindi il danno differenziale si concreta nei danni che ancora non sono coperti
dall’assicurazione, come il danno biologico al di sotto del 6% (franchigia non indennizzata), e,
più in generale, nel maggiore importo ottenuto in sede di risarcimento civile.
Nei casi di accertata responsabilità del datore di lavoro, oltre all’azione che può promuovere
il lavoratore (o i suoi aventi diritto), anche l’INAIL può agire civilmente per recuperare il denaro
corrispondente alle prestazioni erogate.

14
ne

SIMONE 341/4 • Concorso Regione Sicilia 1024 posti Centri per l’impiego sio
EDIZIONI

s p an ine
311 Istruttori (Cod. CPI-OML) • 344 Specialisti (Cod. CPI-SML) E n l
o
Gruppo Editoriale Simone
Mercato del Lavoro – Manuale per la preparazione

7 L’assicurazione contro malattie e lesioni causate da raggi X e


sostanze radioattive
L’assicurazione in esame, gestita dall’INAIL, è stata istituita dalla L. 20 febbraio 1958, n. 93 e
trova anch’essa il suo fondamento nel concetto di «rischio professionale».
Soggetti assicurati sono i medici (dipendenti o liberi professionisti) comunque esposti all’a-
zione delle radiazioni, nonché i tecnici di radiologia e gli allievi partecipanti ai corsi di radiologia
medica (L. 1103/1965).
Soggetti assicuranti sono i possessori, a qualunque titolo, di apparecchi radiologici funzionanti e so-
stanze radioattive in uso (ospedali, cliniche private, specialisti radiologici, altri medici, quali ad es. i dentisti,
che comunque utilizzino gli apparecchi RX per terapia o diagnostica).

Oggetto dell’assicurazione è la malattia o la lesione da cui derivi la morte o l’inabilità per-


manente superiore al 10% (Corte cost. 25 novembre 1986, n. 246).
La disciplina del rapporto assicurativo è analoga a quella prevista per gli infortuni e le ma-
lattie professionali.

8 L’assicurazione contro gli infortuni domestici


La L. 3 dicembre 1999, n. 493, recante «Norme per la tutela della salute nelle abitazioni
e istituzione dell’assicurazione contro gli infortuni domestici», costituisce la prima iniziativa di
carattere sociale in Italia, finalizzata a ridurre il grave fenomeno degli infortuni derivanti dal
lavoro svolto in ambito domestico.
La legge di bilancio 2019 ha apportato una serie di modifiche alla disciplina contenuta nella L. 493/1999
al fine di ampliare e migliorare la tutela assicurativa a decorrere dal 1° gennaio 2019 (art. 1, commi 534-535,
L. 145/2018).

Sono soggette all’obbligo di iscrizione, da assolvere con modalità esclusivamente telemati-


che, le persone di età compresa fra i 18 e i 67 anni che svolgono in via esclusiva attività finalizzata
alla cura delle persone che costituiscono il proprio nucleo familiare e dell’ambiente domestico
ove dimora lo stesso nucleo familiare, sempre che si tratti di attività svolte senza vincolo di su-
bordinazione e a titolo gratuito (art. 7, comma 3).
Devono dunque assicurarsi coloro che svolgono un’attività rivolta alla cura dei componenti della fa-
miglia e dell’ambiente in cui dimorano, in modo abituale ed esclusivo, vale a dire che non svolgono altre
attività per le quali sussiste obbligo di iscrizione presso forme obbligatorie di previdenza sociale (circ.
INAIL 30-12-2019, n. 37).

Il premio assicurativo è a carico dei soggetti obbligati e, pertanto, non trova applicazione il
principio dell’automaticità delle prestazioni (art. 9, comma 3) le quali sono erogate soltanto a
seguito del pagamento del premio.
Tuttavia, in caso di redditi al di sotto di determinate soglie, l’onere assicurativo è a carico dello Stato.
L’assicurazione comprende i casi di infortunio (con esclusione delle malattie professionali)
avvenuti in occasione e a causa delle attività prestate nell’ambito domestico, a condizione
che dall’infortunio sia derivata una inabilità permanente al lavoro non inferiore al 6% (circ.
INAIL 11-2-2021, n. 6).
In caso di infortunio all’assicurato spettano le seguenti prestazioni economiche:
— prestazione una tantum per inabilità permanente compresa tra il 6% e il 15%;
— rendita diretta per inabilità permanente non inferiore al 16%.

15
ne

SIMONE 341/4 • Concorso Regione Sicilia 1024 posti Centri per l’impiego sio
EDIZIONI

s p an ine
311 Istruttori (Cod. CPI-OML) • 344 Specialisti (Cod. CPI-SML) E n l
o
Gruppo Editoriale Simone
Mercato del Lavoro – Manuale per la preparazione

Inoltre, ai titolari di rendita spetta l’assegno per assistenza personale continuativa in


presenza dei relativi presupposti (artt. 9, comma 2ter, L. 493/1999 e 76 T.U.).
Infine, nell’oggetto dell’assicurazione rientrano anche i casi di infortunio mortale. In tale
ipotesi, l’assicurazione corrisponde una rendita ai superstiti nonché, ad integrazione della
stessa, un assegno.

16

Potrebbero piacerti anche