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SICUREZZA NEI LUOGHI DI LAVORO

SICUREZZA SUL LAVORO


SEGNALETICA DI SICUREZZA

La segnaletica di sicurezza è quella che, riferita ad un oggetto, un’attività o


una determinata situazione, fornisce un’indicazione o una prescrizione
concernente la sicurezza o la salute sul luogo di lavoro.

A seconda dei casi possono essere utilizzati un cartello, un colore, un


segnale luminoso o acustico, una comunicazione verbale o un segnale
gestuale.

La segnaletica di sicurezza è essenziale ogni qualvolta sia necessario


comunicare la presenza di situazioni di rischio; deve essere perciò efficace
e tale aspetto non deve essere compromesso dalla presenza di segnali di
disturbo che inducano incertezza nei destinatari.

Le disposizioni in merito alla segnaletica di sicurezza sono indicate nel


Titolo V del Decreto; la tipologia di cartelli e le modalità di segnalazione
sono prescritti negli allegati da XXIV a XXXII del D.Lgs. 81/2008.
SEGNALETICA DI SICUREZZA

Cartelli
I cartelli sono caratterizzati da forme geometriche e colori che individuano
determinati comportamenti da adottare:
cartelli di divieto: forma rotonda, pittogramma nero su fondo bianco,
bordo e banda rossi;
cartelli di avvertimento: forma triangolare, pittogramma nero su fondo
giallo, bordo nero;
cartelli di prescrizione: forma rotonda, pittogramma bianco su fondo
azzurro;
cartelli di salvataggio: forma quadrata o rettangolare, pittogramma
bianco su fondo verde;
cartelli antincendio: forma quadrata o rettangolare, pittogramma bianco
su fondo rosso.
Colori
I colori utilizzati nella segnaletica di sicurezza sono:
rosso: indica un divieto, un pericolo, un obbligo di arresto, una attrezzatura di
emergenza;
giallo/arancione: indica un avvertimento;
azzurro: indica una prescrizione di comportamento o d’uso;
verde: indica il salvataggio o il soccorso
SEGNALETICA DI SICUREZZA

Segnale luminoso. Deve emettere una luce adeguatamente


contrastante con l’ambiente circostante, di tipo continuo o
intermittente a seconda del livello del pericolo o dell’urgenza
dell'intervento.
Segnale acustico. Deve garantire un livello sonoro nettamente
superiore al rumore di fondo, in modo da essere udibile e
facilmente riconoscibile.

Comunicazione verbale. Deve essere breve, semplice e


chiara, fare uso di parole chiave (“via”, “alt”, “ferma” ecc.). Può
essere diretta (impiego della voce umana) o indiretta (voce
umana o sintesi vocale diffusa da un mezzo appropriato).
Segnale gestuale Il segnale gestuale deve essere preciso,
semplice, ampio, facile da eseguire e da comprendere e
nettamente distinto da un altro segnale gestuale.
PRINCIPI DELLA SICUREZZA SUL LAVORO

 Art. 32 Costituzione Italiana

 Art. 2087 Codice Civile

 Legge 300/1970 “Statuto dei Lavoratori”

 D.Lgs n.81/2008 “Tutela della salute e sicurezza nei luoghi


di lavoro”
 Principi della sicurezza sul lavoro
 Obblighi del datore di lavoro
 Diritti dei lavoratori
 Obblighi dei lavoratori
 Il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza

 D.lgs n.106/2009 Aggiornamento al D.Lgs. 81/2008


RLS

Il D.Lgs. 81/2008 ha introdotto delle novità rispetto alla legge


626/1994 sulla sicurezza dei lavoratori. Oltre ad innovare la
precedente normativa, l’attuale Testo Unico ha ribadito la
fondamentale importanza di alcune figure aziendali istituite per
dare un ulteriore supporto ai lavoratori.

In particolare si tratta dei Rappresentanti dei Lavoratori per la


sicurezza (RLS).
Questa figura aziendale è obbligatoria in tutte le aziende, ma in
base alle dimensioni delle stesse cambia la modalità di nomina
del rappresentante.
Le regole attuali stabiliscono che nelle aziende o unità produttive
con un massimo di 15 dipendenti il RLS è solitamente eletto dai
lavoratori tra di loro.
Invece nelle aziende o unità produttive che contano più di 15
lavoratori il RLS è eletto o designato sempre dai lavoratori, ma
all’interno delle rappresentanze sindacali aziendali.
RLS

I principali compiti svolti dal RLS sono:

il potere di accesso nei locali aziendali dove si effettuano i lavori;


la consultazione preventiva sulla questione della valutazione dei
rischi, della programmazione e della realizzazione della prevenzione
aziendale;
la consultazione sulla designazione del responsabile e degli addetti
dei servizi di prevenzione, tra i quali gli incendi, il primo soccorso,
l’evacuazione dei luoghi di lavoro ed il medico competente;
la ricezione delle informazioni elaborate dal servizio di vigilanza;
la promozione delle attività che attengono le misure di prevenzione
per tutelare i lavoratori;
l’obbligo di comunicare al datore di lavoro i rischi individuati durante
il suo lavoro;
il potere di proporre il ricorso alle autorità competenti se ritiene che le
misure preventive presenti in azienda siano insufficienti a garantire la
tutela fisica dei lavoratori.
RLST

Altra figura di particolare importanza all’interno delle


rappresentanze dei lavoratori è il Rappresentante dei lavoratori
per la sicurezza territoriale (RLST). Questo, esercita le stesse
funzioni e i compiti del RLS all’interno di tutte le aziende o unità
produttive del territorio o del comparto di competenza nelle quali
non è presente il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza.

Le modalità di elezione sono differenti rispetto a quelle del RLS,


in quanto sono stabilite dagli accordi collettivi nazionali,
interconfederali, o di categoria, e dalle associazioni più importanti
dei datori di lavoro e dei lavoratori. È una figura sindacale esterna
all’attività ed è a pagamento e attribuita dall’associazione di
categoria bilaterale che rappresenta l’azienda.

L’RLST può accedere ai luoghi di lavoro, a patto di rispettare le


modalità e i termini di preavviso
PRINCIPI DELLA SICUREZZA SUL LAVORO

 Le prime leggi sulla sicurezza dei luoghi di lavoro furono introdotte in


Italia nel 1930 con il codice penale (Art. 437) e nel 1942 nel codice civile
(Art. 2087) mentre le prime leggi specifiche sull'argomento risalgono agli
anni cinquanta

 Negli anni novanta, dopo l'ingresso in Europa e l'emanazione di direttive


europee in materia, sono stati promulgati altri decreti, il n° 626 del 1994 e
il n° 494 del 1996, che obbligano le imprese, i committenti e i datori di
lavoro al rispetto dei decreti precedenti, a gestire il miglioramento
continuo delle condizioni di lavoro, ad introdurre la formazione e
l'informazione sui rischi per cui sono state create nuove figure
professionali responsabili per la sicurezza. ”

 D.Lgs. n. 626/94 è stato completamente trasfuso nel cosiddetto Testo


Unico Sicurezza Lavoro (D.Lgs. 81/2008), a sua volta successivamente
integrato dal D.lgs. n. 106 del 3 agosto 2009 recante disposizioni
integrative e correttive. Le norme contenute nel cosiddetto "decreto
correttivo" sono entrate in vigore il 20 agosto 2009
PRINCIPI DELLA SICUREZZA SUL LAVORO

“La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto


Art. 32 Costituzione Italiana:
dell’individuo e interesse della collettività”

“Il datore di lavoro è tenuto ad adottare le misure che sono


Art. 2087 Codice Civile: necessarie a tutelare l’integrità fisica e la personalità morale dei
lavoratori”

“I lavoratori mediante le loro rappresentanze hanno diritto


Legge 300/1970
di controllare l’applicazione delle norme per la prevenzione degli
“Statuto dei Lavoratori”
infortuni e delle malattie professionali”

D.Lgs n.81/2008 “Il lavoratore deve prendersi cura della propria sicurezza e di
“Tutela della salute e quella delle altre persone, presenti sul luogo di lavoro, su cui
sicurezza nei luoghi di lavoro” possono ricadere gli effetti delle proprie azioni od omissioni”

 Valutazione ed eliminazione dei rischi


 Programmazione della prevenzione
 Sostituzione di ciò che è pericoloso con ciò che non lo è
Principi ispiratori:
 Controllo sanitario dei lavoratori in funzione dei rischi
 Misure di protezione collettiva ed individuale
PRINCIPI DELLA SICUREZZA SUL LAVORO

 La principale novità introdotta dal D.Lgs. 626/94, in coerenza con concetti


espressi nelle direttive CE in esso recepite, è l'obbligo della valutazione
del rischio (risk assessment) da parte del datore di lavoro e l'introduzione di
un Servizio di Prevenzione e Protezione (SPP) di cui il datore di lavoro è
responsabile. La valutazione del rischio, quindi, è un processo di
individuazione dei pericoli e, successivamente, di tutte le misure di
prevenzione e protezione volte a ridurre al minimo sostenibile le probabilità
(quindi il rischio) e il danno conseguente a potenziali infortuni e malattie
professionali.

 Rispetto alla normativa precedente (cfr. DPR 547/55) oggi il datore di lavoro
non è solo "debitore della sicurezza nei posti di lavoro" ma deve essere
partecipe e responsabile di un processo di miglioramento delle condizioni di
sicurezza nei luoghi di lavoro attraverso una periodica valutazione dei rischi
(che viene documentata in un apposito "documento di valutazione dei rischi"
in riferimento all'art. 4 comma 2 del D.Lgs. 626/94), che non determina solo i
requisiti oggettivi di sicurezza, ma considera anche gli aspetti organizzativi e
soggettivi associati allo svolgimento dell'attività lavorativa (concetto di
gestione aziendale della sicurezza)
PRINCIPI DELLA SICUREZZA SUL LAVORO

Il Testo Unico prevede l’adozione di strumenti che possano prevenire


l’accadimento di un incidente e/o proteggere il lavoratore da un
infortunio o una malattia.

Ma qual è la differenza tra prevenzione e protezione?


La prevenzione agisce per ridurre la probabilità che un evento
accada (esempi: valutazione dei rischi, formazione, informazione e
addestramento; progettazione, costruzione e il corretto utilizzo degli
strumenti di tutela della salute e sicurezza dei lavoratori
La protezione agisce per ridurre l’entità del danno qualora accada
(strumenti di protezione attiva che hanno bisogno dell’intervento
umano per essere efficaci: DPI; mezzi di estinzione portatile: estintori
manuali o carrellati; cartellonistica di sicurezza. – Strumenti di
protezione passiva, che si attivano senza l’intervento dell’uomo nel
caso di evento dannoso: impianti anti-incendio ad attivazione
automatica che sono considerati dispositivi di protezione collettiva.)
PRINCIPI DELLA SICUREZZA SUL LAVORO

 La legge delega n. 123 del 2007 conferiva al Governo il mandato entro maggio 2008 di
riformare Il D.Lgs. 626, introducendo:

•un'armonizzazione delle leggi vigenti;


•l'estensione del 626 a tutti i settori, tipologie di rischio e lavoratori autonomi e dipendenti;
•un adeguato sistema sanzionatorio;
•l'obbligo di indossare tesserini di riconoscimento, indicanti dati del lavoratore e del datore di
lavoro, all'interno dei cantieri e altri luoghi di lavoro, a pena di un'ammenda;
•un rafforzamento degli organici degli ispettori del lavoro.
•nell’ottica di promuovere un sistema della prevenzione aziendale più efficace ha cercato di
potenziare la figura del Rappresentante dei Lavoratori per la sicurezza, che risultava essere
debole. Le principali novità introdotte riguardano la figura del RLS di sito produttivo che
svolge un necessario ruolo di coordinamento degli altri RLS aziendali presenti nel sito
produttivo, anch’essi potenziate.

Il 6 febbraio 2008, il Ministro del Lavoro ha firmato, di intesa con Cgil, Cisl e Uil, un decreto
legge che unifica la giurisprudenza degli ultimi 50 anni in materia di sicurezza e salute nei
luoghi di lavoro

In data 30 aprile 2008 è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il testo definitivo del Decreto
Legislativo 09/04/2008 n.81. La nuova norma, che contiene 306 articoli e 51 allegati,
costituisce il Testo Unico in materia di sicurezza sul lavoro
PRINCIPI DELLA SICUREZZA SUL LAVORO

 La nuova normativa:

•introduce sanzioni penali per i trasgressori;


•Rafforza le figure dei rappresentanti per la sicurezza, eletti dai lavoratori,
con poteri di ispezionare impianti e prendere visione dei documenti
aziendali;
•obbliga i datori di lavoro a pubblicare una documentazione di valutazione
complessiva del rischio;
•determina una responsabilità in solido delle aziende appaltatrici nei
confronti di quelle subappaltanti;
•prevede la sospensione delle attività fino alla messa in regola, nelle
aziende che non rispettino D.lgs 81/08, abbiano più del 20% dei lavoratori
in nero, ovvero sottopongano i dipendenti a turni di lavoro maggiori di
quelli consentiti dai Contratti Nazionali di categoria.
PRINCIPI DELLA SICUREZZA SUL LAVORO

DEFINIZIONI: CAUSE D’INFORTUNIO:


Pericolo: è la proprietà o qualità intrinseca, non legata a fattori
esterni, di una determinata entità, (sostanze, attrezzature A. Fattori soggettivi:
di lavoro, macchine) avente il potenziale di causare un
danno. Fonte di possibili lesioni o danni alla salute  Eccitabilità, stanchezza nervosismo
Rischio: è la probabilità che sia raggiunto il livello potenziale di  Inosservanza delle norme di sicurezza
danno nelle condizioni di impiego. È la probabilità che
accada un certo evento capace di causare un danno alle  Uso improprio di attrezzi
persone. Implica l’esistenza di una sorgente di pericolo e
delle possibilità che essa si trasformi in un danno
Ad esempio il pericolo è derivato dalla casetta degli attrezzi
posta in modo non corretto sopra ad uno scaffale; il
danno deriva dall’infortunio che il lavoratore subisce in
conseguenza della caduta della cassetta degli attrezzi e il
rischio dalla probabilità che la cassetta degli attrezzi cada
proprio mentre il lavoratore passa sotto di essa. Le
interazioni tra i fattori che costituiscono l’attività lavorativa B. Fattori oggettivi:
(uomo/ambiente di lavoro/attrezzature di lavoro)
comportano l’esistenza di sorgenti di pericolo e quindi del  Protezioni mancanti
rischio.
Infortunio: è qualsiasi evento lesivo, temporaneo o  Difetti di macchinari
permenente determinato da una causa violenta
nell’esecuzione di una attività lavorativa da cui derivi una  Sistemazioni pericolose di materiali
riduzione della capacità lavorativa
Malattia professionale: è malattia le cui cause traggono
origine dall’attività lavorativa e che può determinare una
riduzione della capacità lavorativa .
Riduzione del rischio

Le azioni da intraprendere devono ridurre il rischio fino a:

Rischio tollerabile: rischio accettato in seguito alla


ponderazione del rischio. Il rischio tollerabile è anche detto
“rischio non significativo” o “rischio accettabile”. Il rischio
tollerabile non dovrebbe richiedere ulteriore trattamento.

Rischio residuo: Rischio rimanente a seguito del


trattamento del rischio. Il rischio residuo comprende anche i
rischi non identificabili.
INFORTUNIO «IN ITINERE»
Con il termine infortunio “in itinere” si intende l’infortunio occorso ai lavoratori durante il
“normale percorso”:

•di andata e ritorno casa lavoro;


•che collega due luoghi di lavoro, in caso di lavoratore con più luoghi di lavoro. Ad
esempio quando un lavoratore presta attività presso due datori di lavoro o ad un capo
cantiere edile che lavora in due distinti cantieri contemporaneamente;
•di andata e ritorno dal luogo di lavoro a quello di consumazione abituale dei pasti, in
mancanza di un servizio di mensa aziendale.
Tale infortunio sul lavoro viene riconosciuto dall’ INAIL indipendentemente da chi lo ha
causato: se sia colpa o meno del lavoratore l’INAIL è tenuto a indennizzare l’infortunato.
Perché sia infortunio “in itinere” occorre che il tragitto casa-lavoro percorso sia quello più
breve e diretto possibile salvo eventuali deviazioni e/o interruzioni dovute a causa di forza
maggiore come ad esempio traffico, incidenti, lavori stradali in corso, per eseguire una
direttiva del datore di lavoro, per un obbligo penalmente perseguibile (ad es. prestare
soccorso a vittime di incidenti per non incorrere nel reato di omissione di soccorso).
Dal dicembre 2014 si segnala una grossa novità avendo l’INAIL stabilito che l’incidente
occorso al lavoratore nel tragitto casa-lavoro-casa, interrotto o deviato per far fronte ad
esigenze familiari (ad es. per accompagnare il proprio figlio a scuola), potrà essere
ammesso alla tutela assicurativa. L’indennizzo sarà peraltro subordinato alla verifica della
necessità dell’uso del mezzo privato nonché delle modalità e delle circostanze del singolo
caso.
INFORTUNIO «IN ITINERE»
In via generale, occorre dimostrare l’uso necessitato dei mezzi privati rispetto
al mezzo pubblico, rilevando l’esistenza o meno di mezzi pubblici, distanza delle
fermate, congruità degli orari di essi con l’orario di lavoro.
Occorre valutare:
•la distanza dalle fermate dei mezzi pubblici, percorribile a piedi se inferiore o
meno ad 1 chilometro per ogni tratta ;
•il tempo totale di attesa per i mezzi pubblici nelle varie coincidenze, che non
giustifica il mezzo privato se non sia di almeno 1 ora complessivamente per
andata e ritorno;
•il risparmio di tempo necessario per il tragitto: è ragionevole l’uso del mezzo
privato invece del mezzo pubblico, se fa risparmiare almeno 30/40 minuti per
tragitto; il risparmio di tempo deve avere “carattere di regolarità e non sporadico,
non essendo sufficiente il richiamo a generici motivi di traffico o a scarsa
puntualità dei mezzi pubblici”;
• il tempo totale per il “viaggio” con i mezzi pubblici che è accettabile se non
supera le 3 ore complessive per andata e ritorno;
•eventuale presenza di patologie del lavoratore che gli impediscano di servirsi
del mezzo pubblico (da accertarsi con certificato medico).
INFORTUNIO «IN ITINERE»

Al verificarsi dell’infortunio il lavoratore deve:

•comunicare immediatamente l’incidente al datore di


lavoro;
•consegnare al datore di lavoro il certificato di Pronto
Soccorso in modo da permettergli di presentare la
denuncia d’infortunio all’INAIL
•qualche giorno prima della scadenza della prognosi
indicata sul certificato medico del pronto soccorso,
recarsi alla visita medica presso gli ambulatori INAIL.
PREVENZIONE

Il complesso delle disposizioni o


misure necessarie anche
secondo la particolarità del
lavoro, l'esperienza e la tecnica,
per evitare o diminuire i rischi
professionali nel rispetto della
salute della popolazione e
dell'integrità dell'ambiente
esterno.
DISPOSITIVI PROTEZIONE INDIVIDUALE

DPI: qualsiasi attrezzatura destinata ad


essere indossata e tenuta dal lavoratore allo
scopo di proteggerlo contro uno o più rischi
suscettibili di minacciarne la sicurezza o la
salute durante il lavoro, nonché ogni
complemento o accessorio destinato a tale
scopo. (art. 74 del D.Lgs. 81/08) Sono
prodotti destinati a garantire la sicurezza e la
salute dell'utilizzatore nelle condizioni in cui
non sia possibile eliminare i rischi con
interventi tecnici ed ambientali.
OBBLIGHI DEL DATORE DI LAVORO

Art. 17 Il datore di lavoro deve procedere:


 alla valutazione di tutti i rischi
 alla elaborazione del piano di valutazione dei rischi (art. 29)
 alla designazione del Responsabile del servizio di prevenzione
e protezione dai rischi

Il datore di lavoro deve:


Art. 18  nominare il medico competente alla sorveglianza sanitaria
 designare i lavoratori incaricati alla prevenzione incendi
 adottare le misure necessarie alla prevenzione incendi
 fornire gli specifici dispositivi di protezione individuale
 adottare misure di controllo di rischio
 fornire un’adeguata informazione formazione ai lavoratori
 aggiornare le misure di prevenzione
DATORE DI LAVORO RSPP

In tutte le attività (dal settore dell'agricoltura fino ai bar, ristoranti, agenzie di


viaggio ed immobiliari...) che presentano almeno un dipendente, il Datore di
Lavoro è SEMPRE OBBLIGATO a nominare un RSPP.
La mancata designazione del RSPP è sanzionata con l’arresto da tre a sei mesi
oppure con l’ammenda da 2.740 a 7.014,40 euro.
Il Datore di Lavoro può assumere in prima persona il ruolo di Responsabile del
Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP) per la propria impresa solo nei
seguenti casi:
Aziende artigiane fino a 30 addetti;
Aziende industriali fino a 30 addetti (sono escluse le attività di cui all'Art.1 del
D.Lgs. 334/99 - Normativa SEVESO: aziende soggette all'obbligo di dichiarazione
o notifica, centrali termoelettriche, impianti o laboratori nucleari, aziende estrattive
ed altre attività minerarie, per la fabbricazione ed il deposito separato di esplosivi,
polveri, munizioni, strutture di ricovero pubbliche e/o private);
Aziende agricole e zootecniche fino a 10 addetti;
Aziende della pesca fino a 20 addetti;
altre aziende fino a 200 addetti.
DATORE DI LAVORO RSPP

Il D.Lgs. 81/08 prevede un percorso formativo dedicato ai Datori di


Lavoro RSPP, di cui l’Accordo della Conferenza Stato-Regioni del
21/12/2011 ha dettagliato la durata ed i contenuti. I percorsi
formativi sono articolati in funzione della classificazione di rischio
dell’azienda ed hanno durata differente: 16 ore - rischio Basso, 32
ore - rischio Medio, 48 ore - rischio Alto.

Tutti i Datori di Lavoro con funzione di RSPP devono


obbligatoriamente aggiornarsi. La durata minima dei corsi di
aggiornamento è di 6, 10 e 14 ore rispettivamente per attività a
rischio basso, medio e alto. L'aggiornamento va
OBBLIGATORIAMENTE ottemperato entro i 5 anni successivi
all'acquisizione del titolo e, poi in seguito, ogni 5 anni. In caso di
mancato aggiornamento, la funzione di RSPP Datore di Lavoro
verrà congelata fino a quando non verrà completato
l’aggiornamento.
OBBLIGHI DEL DATORE DI LAVORO, DEL DIRIGENTE E DEL PREPOSTO

Art. 18 L’articolo 18 dispone che il datore di lavoro e i dirigenti che


organizzano e dirigono le stesse attività secondo le
competenze ad essi conferite devono adempiere ad una
serie di obblighi ed attuare una serie di misure:
- organizzare la lotta antincendio e la gestione delle
emergenze
- designare l’addetto prevenzione incendi e l’addetto
all’evacuazione e al pronto soccorso
- adottare le misure necessarie ai fini della prevenzione
incendi e dell’evacuazione nei luoghi di lavoro

IL DATORE DI LAVORO IMPARTISCE LE DIRETTIVE


IL DIRIGENTE ATTUA LE DIRETTIVE
IL PREPOSTO CONTROLLA LA CORRETTA ESECUZIONE
DELLE DIRETTIVE
IL PREPOSTO
È la persona che in ragione delle competenze professionali e nei limiti dei poteri gerarchici e
funzionali adeguati alla natura dell’incarico conferitogli, sovrintende all’attività lavorativa e
garantisce l’attuazione delle direttive ricevute, controllandone la corretta esecuzione da
parte dei lavoratori ed esercitando un funzionale potere di iniziativa.
Deve sovraintendere e vigilare sull’osservanza da parte dei singoli lavoratori dei loro
obblighi di legge

Al preposto sono attribuiti dal datore di lavoro:


Compiti organizzativi
Alcuni poteri disciplinari e coercitivi necessari per attuare le misure di sicurezza,
compresa la verifica di eventuali fonti di rischio e del corretto utilizza dei DPI
La verifica delle conformità dei macchinari alle prescrizioni di legge, impedisce
l’uso di quelli che per qualsiasi motivo, sono pericolosi per l’incolumità del
lavoratore che li manovra
segnalare tempestivamente al datore di lavoro (o al dirigente) le deficienze dei
mezzi, delle attrezzature di lavoro e dei dispositivi di protezione individuale, così
come ogni condizione di pericolo che si verifichi durante l’attività lavorativa;
Se non adempie ai sui obblighi può essere accusato di comportamento colposo.
SANZIONI: FINO A 2 MESI DI RECLUSIONE O UN’AMMENDA DA € 400 A €
1200
IL PREPOSTO
La formazione dei preposti alla sicurezza è obbligatoria per
legge ed è a cura del datore di lavoro.

I contenuti della formazione, secondo quanto stabilito dall'art.37


del Testo Unico, riguardano:

- principali soggetti coinvolti e i relativi obblighi;


- definizione e individuazione dei fattori di rischio;
- valutazione dei rischi;
- individuazione delle misure tecniche, organizzative e
procedurali di prevenzione e protezione.

I corsi di formazione per preposti hanno durata di 8 ore


complessive e, in parte, possono essere svolti anche in modalità
e-learning (per esempio, 5 ore online e 3 in aula). Gli
aggiornamenti, da svolgere ogni 5 anni, sono invece di 6 ore e
si possono frequentare interamente via Internet.
PREPOSTO

Ad eccezione di alcuni casi specifici, la nomina di tale


figura non è obbligatoria: si tratta di una scelta del
datore di lavoro che, in questo modo, può organizzare e
controllare in modo più efficiente le direttive dell'azienda
nell'ambito della sicurezza sul lavoro. È previsto
l'obbligo di sorveglianza di un preposto, invece, per
attività quali:

 montaggio e smontaggio delle opere provvisionali;


costruzione, sistemazione, trasformazione o
smantellamento di una paratoia o di un cassone;
lavori di demolizione;
lavori in spazi confinati;
lavori di installazione di segnaletiche stradali.
ASL
Il ruolo di vigilanza è demandato all’Azienda Sanitaria
Locale competente in quel territorio e, nei casi preposti per
competente, al Comando dei Vigili del Fuoco. L’attività ispettiva
delle Asl si attua attraverso la mobilitazione di diverse strutture
preposte, come l’ufficio Servizi Prevenzione e Sicurezza nei
luoghi di lavoro e il Servizio igiene e Medicina del lavoro, i quali
mobilitano, a loro volta, le rispettive Unità Operative sul territorio.

L’art. 23, II comma, nel confermare sostanzialmente le competenze in


materia di vigilanza attribuita dalla legislazione vigente all’Ispettorato del
Lavoro ha stabilito che per attività lavorative comportanti rischi
particolarmente elevati, l’attività di vigilanza sull’applicazione della
legislazione in materia di sicurezza potesse essere esercitata anche
dall’Ispettorato del lavoro che deve informare preventivamente il servizio di
prevenzione e sicurezza della A.S.L. competente per territorio

Può esercitare la funzione di vigilanza nei seguenti casi:


Attività che presentano rischi molto elevati per la salute dei lavoratori e
dei cittadini,
Cantieri di grandi opere,
Lavori che prevedono grandi cassoni di acqua
ASL
Secondo ll’art.13 del Decreto 81, l’azione di vigilanza viene effettuata
quando sussiste:
• una denuncia di un lavoratore per di un infortunio,
• a seguito si segnalazione di sindacati o del Rappresentate dei
lavoratori per la sicurezza,
• in caso di malattie professionali.

A tali competenze vanno aggiunte le funzioni di polizia giudiziaria che


sono rimaste in capo agli ispettori del lavoro anche nella materia di
sicurezza del lavoro trasferita alla competenza delle A.S.L.
Va aggiunto che del personale ispettivo delle Direzioni Provinciali del
Lavoro fa parte anche il Comando Carabinieri Ispettorato del Lavoro
posto alle dirette dipendenze del Ministero del Lavoro del quale
costituisce il “braccio armato”.
Per quanto concerne infine la lotta di contrasto al lavoro nero o
irregolare va tenuto presente il coinvolgimento istituzionale, nell’azione
di vigilanza, di altri organismi pubblici oltre agli interventi di
coordinamento dei vari organi collegiali sia a livello centrale che
periferico, in concorso con i CLES (Comitati per il lavoro e l’emersione
del sommerso).
PREVENZIONE INCENDI
Triangolo di fuoco: rappresenta il simbolo per rappresentare il fenomeno della
combustione. I lati rappresentano i 3 elementi necessari per la combustione:
•Combustibile (legno, carta, benzina, gas. Etc)
•Comburente (generalmente ossigeno dell’aria che respiriamo)
•Fonte di innesco (solitamente calore: fiammifero, accendino,
corto circuito, fulmine)
Il processo di combustione può aver luogo con combustili solidi, combustibili liquidi,
combustibili gassosi
Nella classificazione dei fuochi, la classe A rappresenta fuochi da materiali solidi, la
classe B rappresenta fuochi da materiali liquidi, la classe C rappresenta fuochi da gas, la
classe D sostanze chimiche spontaneamente combustibili: metalli come sodio e potassio;
magnesio; uranio. La classe F: che interessano mezzi di cottura, oli e grassi vegetali o
animali, in apparecchi di cottura.
La norma EN 2 definisce le classi di fuoco secondo la natura del combustibile, non
coinvolgendo in tale classificazione i fuochi in presenza di rischio dovuto all’elettricità.
Le tipologie di estintori più adatte a sopprimere un incendio da materiale elettrico sono gli
estintori CO2 e gli estintori a polvere, grazie all’assenza di acqua al loro interno.
Nell’incendio di combustibili gassosi è possibile valutare approssimativamente il valore
raggiunto dalla temperatura di combustione dal colore della fiamma. Se la fiamma è di
colore giallo scuro corrisponde ad una temperatura di combustione di circa 1100 °C
OBBLIGHI DEL DATORE DI LAVORO

Misure di PREVENZIONE INCENDI


 Non fumare
 Spegnere le apparecchiature elettriche
a fine giornata
 Non accumulare eccessivi quantitativi
di materiale cartaceo
 Dare immediata comunicazione al proprio
responsabile in caso di rischio d’incendio
Misure di PRIMO SOCCORSO
Trovandosi di fronte ad un infortunio sul lavoro occorre
segnalare immediatamente l’incidente ai servizi sanitari
comunicando:

 Il proprio nome e numero telefonico


 Luogo dell’infortunio
 Numero delle persone coinvolte
 Tipo di evento e orario dell’accaduto
 Posizione dell’infortunato e condizioni generali di salute
OBBLIGHI DEL DATORE DI LAVORO

VALUTAZIONE DEI RISCHI


Art. 17 comma a: Valutazione di tutti i rischi presenti in azienda con la
conseguente elaborazione del documento di valutazione del rischio (DVR)

Il DVR viene redatto in collaborazione con il responsabile della sicurezza e il


medico competente e contiene principalmente:

 La relazione di valutazione di tutti i rischi inerenti la salute e sicurezza nel


luogo di lavoro nella quale siano specificati i criteri adottati per la valutazione
della stessa

 L’indicazione delle misure di prevenzione attuate e dei D.P.I. adottati

 Il programma di miglioramento dei livelli di sicurezza


DUVRI

DUVRI è "Documento Unico di Valutazione dei Rischi da Interferenza" si


tratta di un obbligo introdotto dall'art.26 del D.Lgs 81/08 che bisogna
obbligatoriamente approntare in presenza, appunto di rischi da
interferenza.
Si tratta, appunto, di rischi per lavoratori derivanti dalla presenza di una
ditta esterna nell'unità produttiva, e derivano dai macchinari, dalle sostanze
e dai processi lavorativi concomitanti che potrebbero chiaramente
interferire, ostacolarsi o essere reciprocamente fonte di pericolo l'uno per
l'altro.
In ragione di ciò, l'obbligo di redigere il DUVRI scatta quando il Datore di
lavoro di un'azienda committente affida lo svolgimento di lavori o servizi
all'interno del proprio luogo di lavoro ad un'impresa appaltatrice o lavoratori
autonomi.
In questi casi il DUVRI deve essere redatto proprio dal Datore di lavoro
committente, così come stabilito al comma 3 del sopracitato articolo 26,
recante direttive in materia di "Obblighi connessi ai contratti d'appalto o
d'opera o di somministrazione" che deve approntarlo proprio per prevenire,
eliminare o ridurre al minimo i rischi derivanti dall'interferenza.
DUVRI

In funzione del contenuto del documento tutti i componenti dell'impresa committente e di


quella appaltatrice dovranno:
•collaborare per attuare misure preventive e protettive relative ai rischi propri dell'attività
lavorativa oggetto dell'appalto;
•coordinare interventi preventivi e protettivi, informandosi reciprocamente sui rischi
dovuti alla concomitanza dei lavori;
Dopo la redazione il DUVRI si allega al contratto di appalto o di opera.
Pur rientrando tra gli obblighi del datore di lavoro, la redazione è delegabile a terzi,
quindi in caso di delega l'eventuale Dirigente per la Sicurezza può redigerlo e apporre la
sua firma.
•Esistono dei casi, individuati dal Testo Unico, in cui non è obbligatorio redigere il
DUVRI, essi ono:
•appalti di servizi di natura intellettuale;
•mere forniture di materiali o attrezzature;
•lavori o servizi la cui durata non sia superiore a 5 uomini-giorno(qualora non si tratti
di mansioni ad alto rischio);
•attività che presentano un basso rischio d'infortunio per ambo le parti (a patto che sia
presente un coordinatore qualificato);
•se è presente il Piano di Sicurezza in fase di Coordinamento (questo riguarda solo i
cantieri);
OBBLIGHI DEL DATORE DI LAVORO

LA SORVEGLIANZA SANITARIA
Art. 41

La sorveglianza sanitaria è tenuta dal medico competente e comprende:


- visita medica preventiva
- visita medica periodica
- visita medica nel caso di cambio di mansione
- visita medica in caso di cessazione dell’attività lavorativa

Gli esiti delle visite mediche dovranno essere allegati alla cartella sanitaria e di rischio.

Gli esiti delle visite possono essere di:


- idoneità
- idoneità parziale
- inidoneità temporanea
- inidoneità permanente

Avverso il giudizio del medico competente è ammesso il ricorso all’organo di vigilanza


competente che può confermare, modificare o revocare il giudizio stesso
OBBLIGHI DEL DATORE DI LAVORO

SISTEMI DI PREVENZIONE E PROTEZIONE


Nuove figure previste dalla legge:
Il Servizio di Prevenzione e Protezione rischi (S.P.P.):
insieme delle persone, sistemi e mezzi esterni o interni
all'azienda finalizzati all'attività di prevenzione e protezione
dai rischi professionali per i lavoratori.

 Individua i rischi presenti in tutte le attività dell’impresa


 Individua le misure di prevenzione e protezione necessarie per la salute dei lavoratori
 Propone programmi di formazione per i lavoratori

Responsabile Servizio Prevenzione e Protezione (R.S.P.P.)


 Individua i fattori di rischio
 Coadiuva il datore nella valutazione dei rischi
 Elabora le misure preventive e protettive
 Individua I D.P.I. più efficaci

Il Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza (R.L.S.)


 È consultato dai vertici aziendali in tutte le decisioni riguardanti la sicurezza sul lavoro
 Procede all’individuazione delle misure di sicurezza
 Controlla l’attuazione delle misure di sicurezza
OBBLIGHI DEI LAVORATORI

OBBLIGHI DEI LAVORATORI (art. 20)


 Prendersi cura della propria sicurezza e salute e di quella delle altre persone presenti sul
luogo di lavoro su cui ricadono gli effetti delle sue azioni o omissioni
 non compiere di propria iniziativa operazioni o manovre che non sono di loro competenza
ovvero che possono compromettere la sicurezza propria o di altri lavoratori
 Osservare le istruzioni impartite dal datore di lavoro in materia di sicurezza sul lavoro
 Utilizzare correttamente le attrezzature di lavoro, le sostanze ed i preparati pericolosi e i
macchinari
 Segnalare immediatamente al preposto qualunque situazione di pericolo di cui si venga a
conoscenza
 Utilizzare correttamente i D.P.I. messi a loro disposizione
 Non rimuovere o modificare i DPI, i dispositivi di segnalazione e controllo
 partecipare ai programmi di formazione e di addestramento organizzati dal datore di
lavoro;
 Sottoporsi a controlli sanitari
OBBLIGHI DEI LAVORATORI

A) In caso di infortunio
• Avvertire immediatamente la filiale e consegnare il certificato medico del pronto soccorso
il giorno stesso del rilascio

• Segnalare immediatamente l’incidente al proprio responsabile o agli addetti al primo soccorso comunicando: - il proprio nome e cognome
- luogo e modalità dell’infortunio
- tipo di evento ed ora dell’accaduto
- eventuali testimoni
• Consegnare alla filiale tutta la documentazione successiva e il certificato di fine dell’infortunio

B) In caso di malattia
• Avvertire immediatamente la filiale e l’ufficio del personale dell’azienda utilizzatrice
• Fornire al proprio datore di lavoro il numero di protocollo dato dal proprio medico
• Il certificato medico viene inviato on line dal medico all’INPS (certificato che prima doveva essere
spedito all’INPS di competenza entro 48 ore dal rilascio)
LIMITI PER LA MALATTIA

Attenzione: Per conoscere il limite di assenze per malattia da non


superare per essere certi di mantenere il proprio posto di lavoro,
bisogna fare riferimento al Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro
della propria categoria. Ad esempio, per gli impiegati il periodo di
comporto varia in base all’anzianità di servizio, poiché per chi è stato
assunto da meno di 10 anni è di 3 mesi, mentre chi vanta un’anzianità
di servizio maggiore è di 6 mesi.
Questo limite a seconda del CCNL di riferimento può essere calcolato
tenendo conto di tutte le assenze per malattia verificatesi durante
l’anno, oppure a “secco” ossia quando viene considerata in maniera
continuativa.
Limite che se superato può portare al licenziamento del dipendente,
ma non solo. Solitamente, infatti, il periodo di comporto coincide con il
periodo massimo indennizzabile; superato un determinato limite di
assenze, quindi, il lavoratore non ha più diritto all’indennità
riconosciuta dall’INPS.
INFORTUNIO SUL LAVORO: INDENNITA’, RETRIBUZIONE,

L’infortunio sul lavoro è pagato per i primi 4 giorni dal datore di lavoro:

•100% per il giorno dell’infortunio


•60% dal 2° al 4° compresi sabati e domeniche

Dal 5° giorno fino in poi e per tutto il periodo di assenza dal lavoro il
pagamento è a carico dell’Inail:

•60% della retribuzione fino al 90° giorno


•75% della retribuzione dal 91° giorno fino alla completa guarigione
del lavoratore

L’indennizzo Inail per infortunio sul lavoro è pagata per tutti i giorni,
compresi i festivi che cadono nel periodo di astensione dal lavoro.
Tale indennità non è però cumulabile con l’indennità di malattia Inps.
DIRITTI DEI LAVORATORI

I lavoratori hanno il diritto:

- “di astenersi - salvo casi eccezionali e su motivata richiesta - dal riprendere


l'attività lavorativa nelle situazioni in cui persista un pericolo grave ed
immediato;

- di allontanarsi - in caso di pericolo grave ed immediato e che non può essere


evitato - dal posto di lavoro o da una zona pericolosa, senza subire pregiudizi o
conseguenze per il loro comportamento;

- di prendere, in caso di pericolo grave ed immediato nella impossibilità di


contattare un superiore gerarchico o un idoneo referente aziendale - misure
atte a scongiurarne le conseguenze, senza subire pregiudizi per tale
comportamento, salvo che questo sia viziato da gravi negligenze”.

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