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L'evoluzione legislativa in

materia di salute e sicurezza


sui luoghi di lavoro
I passaggi storici fondamentali della
normativa per la sicurezza sul lavoro

● Anni ‘30 - ‘40: richiami nel Codice civile e penale


● Anni ‘40 - ‘50: richiami generici nella Costituzione della
Repubblica Italiana
● Anni ‘50: emanazione di una serie di D.P.R. che definirono
concetti fondamentali di sicurezza
● Anni ‘70: emanazione dello Statuto dei lavoratori e riforma del
Sistema Sanitario Nazionale
● Anni ‘80: attività normativa in riferimento alle direttive
comunitarie
Il Codice Civile

La prima vera e propria norma di carattere prevenzionale è


contenuta nel Codice civile ed è ispirata al principio della massima
sicurezza tecnologicamente possibile.

Art. 2087 c.c. - Tutela delle condizioni di lavoro


“L'imprenditore è tenuto ad adottare nell'esercizio dell'impresa le
misure che, secondo la particolarità del lavoro, l'esperienza e la
tecnica, sono necessarie a tutelare l'integrità fisica e la personalità
morale dei prestatori di lavoro”.
Il Codice Penale

Art. 437 c.p. “Rimozione od omissione dolosa di cautele contro gli


infortuni sul lavoro”

Art. 451 c.p. “Omissione colposa di cautele o difese contro disastri o


infortuni sul lavoro”

Art. 589 c.p. “Omicidio colposo commesso con violazione delle


norme antinfortunistiche”

Art. 590 c.p. “Lesioni personali colpose commesse con violazione


delle norme antinfortunistiche”
La Costituzione della Repubblica Italiana

La salute e la sicurezza sui luoghi di lavoro sono obiettivi che


trovano le loro radici negli artt. 1, 32, 35, 38 e 41 della Costituzione
della Repubblica Italiana.

Art. 1: “L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.


[...]”

Art. 32: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto


dell’individuo e interesse della collettività e garantisce cure gratuite
agli indigenti. [...]”
La Costituzione della Repubblica Italiana

Art. 35: “La Repubblica tutela il lavoro in tutte le sue forme e


applicazioni. Cura la formazione e l’elevazione professionale dei
lavoratori. Promuove e favorisce gli accordi e le organizzazioni
internazionali intesi ad affermare e regolare i diritti del lavoro. [...]”

Art. 38: “Ogni cittadino inabile al lavoro e sprovvisto dei mezzi


necessari per vivere ha diritto al mantenimento e all'assistenza
sociale. I lavoratori hanno diritto che siano preveduti ed assicurati
mezzi adeguati alle loro esigenze di vita in caso di infortunio,
malattia, invalidità e vecchiaia, disoccupazione involontaria. [...]”

Art. 41: “L'iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in


contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla
sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. [...]”
Legislazione degli anni '50
● D.P.R. 547/55 "Regole sul lavoro nelle attività produttive in
generale per la prevenzione degli infortuni"
● D.P.R. 303/56 " Norme generali per l'igiene del lavoro"
● D.P.R. 164/56 "Prevenzione degli infortuni sul lavoro nelle
costruzioni"

Questa legislazione non riconosceva però la partecipazione e l’


interesse da parte dei lavoratori a determinare attivamente la
sicurezza. Le conseguenze erano:
● nessuna collaborazione tra datore di lavoro e lavoratore;
● conflitto dei fattori di produzione (capitale e lavoro);
● nessun modello partecipativo nella gestione della sicurezza sui
luoghi di lavoro.
Legislazione degli anni '70

Legge n. 300/1970 "Statuto dei Lavoratori"

Art. 9: Tutela della salute e dell'integrità fisica


"I lavoratori, mediante loro rappresentanze, hanno diritto di
controllare l'applicazione delle norme per la prevenzione degli
infortuni e delle malattie professionali e di promuovere la ricerca,
l'elaborazione e l'attuazione di tutte le misure idonee a tutelare la
loro salute e la loro integrità fisica".
Emanazione di direttive comunitarie

Una serie di direttive comunitarie tra la fine degli anni ‘80 e gli inizi
degli anni ‘90 ha imposto un ripensamento della disciplina
prevenzionale.

La direttiva è un atto che il Parlamento europeo può adottare per far


sì che vengano assolti gli obblighi previsti dai trattati europei.
La direttiva obbliga gli Stati membri ad un determinato risultato, i
mezzi per ottenerlo sono scelti dal legislatore dello Stato cui la
direttiva è indirizzata.
Alcune normative di recepimento delle direttive comunitarie sono il
D.P.R. 175/88, il D.Lgs. 277/91 e la Legge 257/91.
D.Lgs. 626/1994

Il Decreto Legislativo 19 settembre 1994, n. 626, in attuazione


delle direttive CE, ha definito il datore di lavoro partecipe e
responsabile della sicurezza, conferendogli l'obbligo primario della
valutazione del rischio.

Tra le novità introdotte è compresa la figura del Rappresentante dei


Lavoratori per la Sicurezza e quella del Responsabile del Servizio di
Prevenzione e Protezione.
D.Lgs. 626/94: i principi innovativi
● Introduzione di sanzioni penali per i trasgressori
● Istituzione della figura del Rappresentante dei Lavoratori per la
Sicurezza, eletto dai lavoratori, con potere di ispezione su
impianti e presa visione dei documenti aziendali
● Obbligo per i datori di lavoro di elaborare un documento di
valutazione complessiva del rischio
● Definizione della responsabilità delle aziende appaltatrici nei
confronti di quelle subappaltanti
● Introduzione della sospensione delle attività fino alla messa in
regola, nelle aziende che:
○ non rispettano le disposizioni del decreto;
○ impiegano più del 20% dei lavoratori in nero;
○ sottopongono i dipendenti a turni di lavoro maggiori rispetto a
quelli consentiti dai Contratti Nazionali di categoria.
Legge n. 123/2007

Al fine di assicurare il pieno rispetto delle disposizioni comunitarie e


l’uniformità della tutela della salute sull’intero territorio nazionale, è
stata emanata la Legge n. 123/2007, che ha conferito al Governo il
mandato di riformare le disposizioni vigenti, entro maggio 2008:

Art. 1: “Il governo è delegato ad adottare entro nove mesi dalla data
di entrata in vigore della presente legge uno o più decreti legislativi
per il riassetto e la riforma delle disposizioni vigenti in materia di
salute e sicurezza dei lavoratori.”
Legge n. 123/2007

La Legge 123/2007, allo scopo di armonizzare le leggi in vigore, ha


proposto:
● l’estensione del decreto legislativo 626/94 a tutti i settori, le
tipologie di rischio e ai lavoratori autonomi e dipendenti;
● un adeguato sistema sanzionatorio;
● l’obbligo per i lavoratori di indossare una tessera di
riconoscimento in caso di attività svolte in regime di appalto o
subappalto, a pena di un’ammenda;
● un rafforzamento degli organici degli ispettori del lavoro.
Legge n. 123/2007

Inoltre, la L. 123/07 ha previsto:


● la sospensione dell’attività imprenditoriale in caso di gravi e
reiterate violazioni in materia di sicurezza;
● l’obbligo del datore di lavoro di consegnare al RLS copia del
documento di valutazione dei rischi;
● l'obbligo del committente di elaborare un documento unico sui
rischi interferenziali, derivanti dalla contemporanea presenza di
più imprese sul luogo di lavoro;
● l'obbligo di indicare, in tutte le gare di appalto, i costi della
sicurezza con il divieto di ribasso d'asta;
● l'obbligo per i lavoratori di munirsi di un tesserino, in caso di tutti
gli appalti, sia pubblici che privati (non solo nei cantieri).
D.Lgs. 9 aprile 2008 n. 81

In risposta alla legge delega, il Governo ha emanato il D.Lgs. 9


aprile 2008 n. 81, che ha armonizzato, razionalizzato e coordinato
all’interno di un testo unico tutte le disposizioni legislative in materia
di prevenzione e sicurezza sui luoghi di lavoro fin lì emanate.

Il D.Lgs. 81/08 si applica a tutti i settori di attività, privati e pubblici, e


a tutte le tipologie di rischio.
L'evoluzione legislativa in
materia di salute e sicurezza
sui luoghi di lavoro
fine

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