Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
“idealtipi”. Per la loro ricerca utilizzano l’analisi comparata per individuare variazioni e similarità ed
essere parte attiva dell’inferenza casuale. Questo tipo di analisi permette di superare il localismo,
un vizio tipico della ricerca mediale quello di prendere in prestito una letteratura di un
determinato paese per parlare di un altro es. stati uniti = l’ingente mole di studi dedicata a
questo paese è stata poi applicata ad altri contesti come quello del Regno Unito.
Per questo Hallin e Mancini ci tengono a fotografare i media per come sono e non per come
dovrebbero essere.
Un approccio determinante nello studio comparativo e presente anche nel loro studio, è quello
delle Four Theories of the Press. La ricerca vuole indagare il rapporto tra stampa e società.
Come la stampa assume forme diverse a seconda delle strutture sociali e politiche in cui opera.
le ultime due teorie prevedono una libertà negativa = la stampa rende liberi da, non liberi di.
Come se il governo sia l’unico fattore che possa influenzare negativamente il panorama
informativo. Per questo McQuail aggiunge una teoria chiamata teoria dello sviluppo = intervento
positivo anche di matrice politica, perché ogni sistema mediale è una realtà a sé stante. Per le
democrazie in via di transizione o quelle dei paesi in via di sviluppo-
Sviluppo del mercato mondiale = attenzione alla diffusione della stampa a circolazione di
massa
Parallelismo politico = la natura dei legami tra media e partiti politici
Professionalizzazione
Intervento statele
MERCATO
Le cifre sulla circolazione della stampa spiegano ma non esauriscono alcuni elementi dei sistemi.
Nord Europa e America del Nord = la stampa parla ad un pubblico di massa processi di
comunicazione verticali = la stampa media tra l’elite poliiche e i cittadini comuni
Area euro – meridionale = bassa circolazione della stampa ha impedito che si formassero imprese
mediali volte al profitto
PARALLELISMO POLITICO
Il legame tra stampa e politica è radicato in motivazioni storiche. Già dalla Riforma, il giornalismo
veniva visto al servizio della politica (partigianeria politica). Così molti giornali iniziarono a nascere
su iniziativa di partiti politici o gruppi sociali.
Alle fine del 19 secolo inizia ad affermarsi il modello contrastante = giornalista afferma la sua
neutralità dalle vicende politiche. Ciò spesso è associato alla stampa di massa perché sorretta dagli
introiti pubblicitari e quindi più libera dai condizionamenti politici.
Definiamo il parallelismo politico = il grado in cui il sistema mediale è parallelo al sistema dei
partiti. Si possono tracciare con chiarezza delle affinità fra gruppi politico – sociali ed emissioni
mediatiche. Esiste un parallelismo forte in cui l’organizzazione politica è legata al partito.
Parallelismo politico:
- Pluralismo interno – i media evitano legami con i gruppi politici e cercano di bilanciare i
contenuti prodotti (parallelismo basso); le organizzazioni mediali rappresentano la varietà
delle forze politiche presenti all’interno della struttura (livello intermedio – es. emittenti
broadcasting)
- Pluralismo esterno – i sistemi mediali sono espressione di gruppi politici (alto parallelismo
politico)
Es
- autonomia (i giornalisti operano per una fruizione di massa, all’interno di un’industria
culturale, ma i mezzi per la produzione non sono di loro proprietà)
- Norme professionali distinte (le norme possono essere individuate in principi etici
Orientamento al servizio pubblico)
Ma i campi non possono dirsi totalmente isolati, per questo sono costretti ad avere relazioni di
varia intensità.
In questo senso H. e M. studiano anche il contesto politico perché il sistema mediale varia quando
questo cambia. Così hanno preso in considerazione più variabili come:
variabile economica – focus sul mercato pubblicitario Il vecchio continente ( Europa, Africa,
Asia) sé stato meno propenso alla logica pubblicitaria, infatti industria è meno presente nei media.
Bisogna poi considerare la concentrazione dei capitali ( dove sono più concentrati ci sarà una
maggiore relazione tra stato e proprietari dei media).
Distinguono le democrazie liberali come quella Usa e le democrazie attive alla promozione del
welfare state come l’Europa (intervento stato più diffuso). I media europei sono prima visti come
un servizio per la società e poi come un’industria.
Approfondiamo:
Pluralismo organizzato: la politica è organizzata in rapporti con i gruppi sociali ( es. modello
dei pilastri nei Paesi Bassi in cui le comunità protestanti, cattoliche, socialiste e liberali,
hanno costruito le proprie istituzioni nazionali come scuole, centri sportivi ecc.
Anche l’Italia ha vissuto momenti di pluralismo organizzato quando la comunità comunista
e quella cattolica avevano così tanto influenza da entrare in tutti gli ambiti di vita. Accade
quindi che queste subcomunità influenzano così tanto gli aspetti di vita da generale un
pluralismo segmentato. L’interazione tra i gruppi sociali differenti nella politica si chiama
corporativismo. Il corporativismo democratico è tipico nei paesi dell’europa del nord e
centro – occidentale in cui ci sono sistemi mediali con un forte parallelismo politico e
pluralismo esterno. Il giornalismo diventa un modo per rappresentare queste differenze dei
gruppi che costituiscono la società.
TRE MODELLI
H.eM. sviluppano questi tre modelli prendendo in considerazione il contesto geografico e il
sistema politico.
Soltanto durante gli anni 70 e 80 nel 900, questi paesi registrato uno spostamento verso
una stampa più commerciale, ma dovendo fare i conti sempre con la presenza del
giornalismo politico.
Enzo Forcella sul caso italiano: stampa usa un linguaggio ostico, volta al commento e
diventando uno strumento subordinato al potere. Ci sono diversi esempi di ciò come
quando Scalfari annuncio che la Repubblica non fosse neutrale, ma un giornale di sinistra.
O Il Giornale che si è dichiarato più volte vicino a Forza Italia.
Professionalizzazione
Francia e Spagna organizzazioni sindacali deboli
Italia, Grecia e Portogallo sindacati più forti
In Italia e in Francia sono presenti fonti di riconoscimento ufficiale come l’ordine dei
giornalisti in italia. ( anche in francia)
Un altro concetto comune sottolineato dai due autori è che la riservatezza delle fonti è un
concetto debole in questi paesi perché c’è uno scarso riconoscimento dell’attività
professionale. Infatti i giornalisti italiano vengono chiamati “dimezzati” perché da un lato
rispondono a se stessi, dall’altro a poteri esterni.
Proprietario: in Europa è prassi che lo stato sia proprietario della televisione, ma anche
nella stampa quotidiana (es. Stato italiano aveva quoto ne Il Giorno e Il Messaggero)
Benefattore: Italia e Francia hanno il primato per l’elargizione di sussidi statali alla stampa.
Regolatore: ci sono norme perché i sistemi mediali sono visti nei paesi mediterranei come
istituzioni sociali.
Storia: sviluppo precoce della stampa a diffusione di massa con diffusione di testate
giornalistiche diverse e a vocazione commerciale; infatti qui nasce la carta stampata. È
stato possibile perché c’è stata una rapida ascesa dell’alfabetismo grazie alla riforma
protestante e una espansione del sistema postale. Queste precondizioni permisero poi uno
sviluppo precoce dell’industrializzazione. Questa vivacità permise l’affermarsi di industrie
editoriali finanziate dalla pubblicità e volte all’innovazione tecnologica.
L’etica protestante influì nello sviluppo del capitalismo, ma anche nell’idea che la stampa
fosse uno sviluppo per la promozione della fede.
Ancora oggi le differenze religiose comportano differenze di tipo economico o sociale,
portando alla formazione di subculture.
parallelismo politico che nasce da forme di pluralismo segmentato
Es. sistema del pilastri dei Paesi Bassi: cattolici e protestanti, ognuna con le proprio
istituzioni come le scuole o i propri partiti, sindacati o ospedali. Ciò significa che
l’appartenenza religiosa modelle le forme e gli stili di vita delle persone. La carta stampa ha
avuto il ruolo di sigillare queste forme di coesione comunitaria e dando rappresentanza a
ogni singolo gruppo. Ma nononstante il pluralismo segmentato, si è affermata anche una
stampa commerciale.
Es. Germania e Austria e Paesi Bassi: norme contro la diffusione di propaganda nazista o
odio raziale.
Norvegia c’è il divieto di produrre pubblicità che contrasti la parità de sessi
TV= si cerca di far sopravvivere il broadcasting, ma c’è l’intervento delle forze politiche.
MODELLO NORD - ATLANTICO O LIBERALE (Irlanda, Gran Bretagna, Irlanda, Canada, Stati
Uniti)
Primato della stampa commerciale: si diffonde alla fine del 19 secolo. In questo periodo i
giornali possono basarsi sugli introiti pubblicitari, liberi dalle influenze del governo e dei
partiti. Ma lo scenario non è idilliaco, basti pensare che gli orientamenti politici in Gran
Bretagna tabloid = marcati politicamente perché è un giornalismo popolare che rifiuta
l’obiettività. Spesso utilizzano tono violenti, con posizioni conservatrici di destra, contrari a
forme di emancipazione o tendenzialmente ostili alla classe politica.
Nel sistema britannico, i partiti competo per la maggioranza che permette l’accesso al
dominio politico e istituzionale forme di parallelismo politico
TV britannica = pluralismo moderato e mantiene la sua indipendenza
Tuttavia la diffusione della stampa è inferiore rispetto ai paesi democratici-corporativo.
TV = caso statunitense
Il paese è considerato come la massima espressione della tv commerciale, ma H. e M.
sottolineano come anche le emittenti hanno un rapporto con la politica perché hanno
bisogno di licenze governative, inoltre devono sottostare a forti pressioni commericiali.
Nel sistema statunitense ci sono due grandi partiti dalle tendenze centriste, ci sono stata
quindi forte fratture idelogiche.
1. Bendix
Il modello comparativo è utile perché si può fare riferimento a significati universali
sociologici e mostrare come le diverse strutture sociali abbiamo dato una risposta
differente; aiuta a tenere sottocontrollo dalle generalizzazioni; mostra i limiti.
ES. si potrebbe pensare che ad una vasta circolazione della stampa corrisponda un
basso parallelismo politico modello nord atlantico
MA il modello dell’europa centrale mostra come anche un’alta circolazione della
stampa di massa possa portare un elevato parallelismo. previene dalla
generalizzazione
Così viene mostrato come ci siano state più risposte adattative ai medesimi problemi.
2. Charles Tilly
Abbandona il concetto di società come un sistema autonomo e considera la società
come una relazione sociale multipla, per questo non si può prendere in considerazione
la singola unità.
3. Esser e Vliengenthart
La ricerca comparativa propone soluzioni attraverso similarità e differenze, tiene conto
delle relazioni che si stabiliscono e indaga l’interscambio tra il livello micro e quella
macro dei processi comunicativi che avvengono tra i paesi.
Pro: può variare l’unità invece che l’unità “sistema statale” si possono prendere in
considerazioni subunità come attori, mercati, prodotti (sia al liv micro che al livello
macro).
Si possono superare i confini nazionali e dare una definizione diversa come i paesi del
nord.
I due autori inoltre sostengono che alla selezione di riferimento devono essere
accompagnate spiegazioni teoriche che esplicitano su quale base sono avvenute certe
scelte.
Ci sono due grandi strategie comparative: la concordanza per casi simili o le differenze
4. Swanson, Wirth e Kolb distinguono tre strategie per gestire il rapporto tra teorie e
progettazione della ricerca:
Strategia evitante: la ricerca transnazionale deriva dal lavoro di gruppi appartenenti alla
medesima cultura o nazione. non rispondono a quesiti teorici ampi, né a domande
interdisciplinari
La strategia pre-teorica: no frame work teorico fissato a priori, deciso in seguito alla
raccolta. Svantaggi: non riesce a superare la dimensione descrittiva, né a prevedere
innovazioni o diversità teoriche.
Studi sulle differenze, si raccolgono dati senza fissare un riferimento teorico e senza
considerare i fattori contestuali. Si limitano alla descrizione delle differenze che avviene
solo a posteriori
Studi di validazione esterna, usano i fattori contestuali senza una guida teorica prefissata. I
risultati di matrice descrittiva possono essere integrati da variabili di contesto che
provengono dalla statistica nazionale
5. Bruggeman et al.
Tra i filoni che si sviluppano dopo hallin e mancini, c’è quello che cerca di misurare le
variabili. Nell’indagine di Bruggemann e al., ogni variabile è stata scomposta in diversi
indicatori.
es. Per quanto riguarda il ruolo dello Stato: usano una categoria multidimensionale in cui fossero
distinte forme di interventismo complementari tra media di mercato e pubblici, forme di
supporto statale ai media di mercato e misure di restrizione mediale.
6. Downey e Stanyer : la teoria degli insiemi fuzzy sets theory (insiemi sfumati)
Prendono paesi con un’alta professionalizzazione e mostrano come ci sono diversi sottoinsiemi
con il medesimo risultato. Limite di Hallin e Mancini: difficoltà di raccogliere dati in ocntesti
così differenti, infatti delineano i modelli ma non li testano.
Problema: procedere per insiemi definiti è che le variabili hanno il valore è alternativo tra 0 e 1,
assenza o presenza, tacendo sulle possibili complessità riscontrate in oggetti eterogenei quali gli
stati.
Invece gli autori propongono l’idea della calibrazione: + il valore è 1.0 si assume la completa
appartenenza all’insieme, se vicino a 1.0 vi è un’appartenenza forte ma non completa, quando il
punteggio è minore di 0.5 ma più grande di 0.0 è più fuori che dentro a quell’insieme e se è 0.0 è
completamente estraneo.
Nel pensiero influenzato dalla teoria degli insiemi le condizioni causali lavorano insieme per produrre un
determinato risultato. Lo scopo dell’indagine non è quello di determinare quale variabile causa l’effetto più
forte, ma esaminare come queste si combinano per produrre il risultato.
Ciò permetterebbe di offrire ulteriore complessità, ma maggiore completezza analitica alle analisi
comparative, aiuterebbe a sintetizzare diverse manifestazioni dei fenomeni non sempre quantificabili
intuitivamente.
Questo tipo di approccio permette di non ricorre alla categoria “eccezionalità” (es.Francia) e di dare una
gerarchia dei paesi appartenenti ad un sistema.
In questa teoria ha un ruolo importante “le condizioni causali” studiare le relazioni tra gli elementi causali
(economiche, storiche, culturali, politche) piuttosto che metterle in un unico insieme nel sistema politico.
7. Pippa Norris: in un articolo la studiosa esprime perplessità sulla maturità della comparazione nel
campo della comunicazione politica.
Per Norris c’è un grande Tour Analitico nella comparazione, che non permette di concentrarsi
sulla raccolta dati, sul testare le ipotesi empiriche predominanza concettuale.
Diverse critiche:
- Cosa deve essere incluso nel sistema mediale? I mass media offrono moltissimi prodotti al loro
interno come tabloid, stampa di qualità, libri, periodici, tv, radio. Anche il concetto di massa è
discutibile per la sovrapposizione tra produttore e consumatore. Inoltre parlare di sistemi prevede
una interrelazione tra le parti, cosa che hallin e mancini invece fanno per parti separate.
- Esistono divari digitali che non vengono tenuti in considerazione. Modelli di giornalismo è fermo ad
una dimensione pre digitale
- Vaghezza metodologica: perché lo stato viene considerato come un elemento fondamentale, ma non
viene data rilevanza alla libertà di stampa e agli elemnti che la definiscono.
forniscono una panoramica generale, ma non c’è l’elemento operativo dei 4 indicatori. Rischia di
essere un esercizio di stile, senza le dimensioni misurabili.
Il modello statunitense non è scevro dalla politica, hanno avuto un ruolo domaninante nel
panorama geopolitico infatti si parla di “imperialismo informale”.
Hallin e Mancini hanno ignorato le relazioni di potere:
es. i media possono fare da sostegno allo stato per vicende internazionale
Sono diffusori di disuguaglianze sociali ed economiche:
es. la disuguaglianza non è un tema politico in termini di responsabilità, ma soffre di
rappresentazioni stereotipate relative alle persone afroamericane e collegate all’idea di
criminalità.
Rivaluta:
- Professionalizzazione : le dimensioni individuate da hallin e mancini (autonomia, norme
professionali, orientamento al servizio pubblico) non sono chiaramente definite
- Parallelismo politico: sottovalutazione dei movimenti d’opinione. Per questo propone un
parallelismo del senso comune: il contenuto dei media è allineato con le idee dominanti della società.
Scegli di riorganizzare un grafico relativo alla circolazione della stampa x 1000 abitanti. Dalla sua
indagine il Canada ha una bassa circolazione della stampa, che la avvicina ai paesi mediterranei.
- Ruolo dello stato: non viene considerato il suo ruolo nel processo di newsmaking
LA NAZIONE
I lavori di comparazione sono costruiti nella maggior parte dei casi, sulla scorta di STATI – NAZIONE.
L’idea è quella di analizzare porzioni di territori geograficamente e politicamente definite perché esistono
elementi culturali condivisi per tradizione. Ma le persone, le tecnologie, i movimenti rendono i confini labili
e più permeabili alle influenze esterne.
Per questo si parla di network state = seguendo la logica delle reti per le differenze di genere, di età, di
reddito e d’istruzione che normalmente agiscono sulle diete mediali.
Sonia Livingstone = parte dalla compiuta globalizzazione in età contemporanea e condurre una ricerca cross
– nazionale perché i media, spesso, non sono coincidenti con i confini nazionali. Nasce dall’idea di nazioni
come contenitori chiusi, ma in realtà non ospitano realtà omogenee definite, ma molteplicità culturali.
è utile il concetto di nazione come unità per indagare fenomeni come il broadcasting, ma la globalizazzione
rende insuffiscente questo uso.
Livingstone riprende gli studi di Thussu secondo cui un primo passo potrebbe essere l’apertura dei media
studies ad una maggiore vivacità intellettuale per una maggiore apertura spaziale e intellettuale.
nazione come oggetto di studio = studiare la nazione per comprendere meglio quello che accade in altre
nazione come contesto di studio = si parte da fenomeni particolari mostrando la comparazione attraverso dati
statistici per verificarne l’universalità
nazione in un sistema internazionale o transnazionale = ricorre a teorie come quelle della dipendenza
culturale, imperialismo, globalizazzione ecc
A fronte di questo ripensamento del concetto di nazione, anche gli studi nazional-territoriali devono essere
ripensati in ottica culturale perché non è più sufficiente considerare le culture come quanto è condiviso dai
membri perché le società sono complesse.
Hepp e Couldry = le culture mediali per loro natura non possono essere confinabili in territori nazionali.
Queste culture mediali si basano sulla connettività dei processi di comunicazion, sulla rete, infatti possono
essere di ampiezza variabile. Producono significati grazie alle tecnologie. Non rigettano l’idea di una
connessione tra media e identità di una nazione, ne è un esempio la televisione = all’inizio era considerata
come una finestra sul mondo, ma ha poi dovuto costruire la sua presenza nei territori locali. All’inizio
c’erano quindi dei veri e propria media events che hanno costruito un legame di identificazione collettiva.
focalizzarsi su come le culture vengono generate, diffuse e comunicate tra diversi territori.
Per questo propongono di adottare un approccio transculturale perché valuta la crescente connettività
globale.
Curran e Park = i sistemi mediali restano nazionali perché è presente il ruolo dello stato come finanziatore,
legislatore.
La globalizzazione non è vista per il dominio del carattere occidentale, ma come un fenomeno
universalizzante e cioò come canale di comunicazione tra gruppi differenti, creando spazi di interscambio.
La globalizzazione è anche capace di emancipare il dialogo internazionale per dare voce alle minoranze e
costruire una solidarietà transnazionale.
MEDIA ARABI
in questo caso il principale fattore di definizione del sistema dei media è dato dal sistema politico. Sono
meno importanti i fattori come la geografia.
1) Sistemi che puntano alla mobilitazione in cui la politica è nelle mani di una elite ristretta che non
permette forme di opposizione. Questo si riverbera nella stampa in cui non è possibile la critica al
governo. Il governo utilizza i media in modo attivo affinchè il pubblico li supporti parallelismo
accentuato
Possono entrare soggetti privati ma rimangono sotto il controllo del regime.
2) Non vengono utilizzati i media per mobilitare, ma ci sono leggi che censurano o limitano soprattutto
se si tratta di questioni religiose o di stati amici. così i soggetti privati possono entrare nel mercato
dei media, ma sono sottoposti a rigide condizioni. Non è possibile la critica ai vertici di governo o
militari. Ci sono agenzie governative in grado di controllare i media
3) Sistemi che presentano vari orientamenti politici e possono esprimere liberamente la loro opinione in
un clima di libertà. Esistono forme minime di restrizione.
4) Sistemi in transizione che stanno vivendo significativi cambiamenti politici e i media danno la
possibilità di dibattito. Compresenza di controllo e libertà.
Dalla ricerca di Rugh ad oggi ci sono stati significativi cambiamenti: l’area meridionale è stata interessata da
sconvolgimenti politici e sociali, come l’effetto dirompente delle primavere arabe sulle rappresentazioni e
sulle opportunità di apertura e democratizzazione del sistema mediale. O Il sedicente (si attribuisce
arbitrariamente un nome o una qualità) stato islamico che si è dotato di un proprio apparato mediale di
propaganda interna ed esterna, mobilitando il mondo arabo.
- Panarabismo: paesi arabi come un sistema unico (idea risalente al Corano) esperimenti di
collaborazione tra le piattaforme broadcast, destinati a fallire
- Transnazionalismo perché si rivolgono a pubblici ampi, per lo scopo propagandistico dei loro
contenuti
- Mobilitazione: utilizzo dei media come strumento per raggiungere le masse
Si parla quindi di una modernizzazione della politica per far riferimento alla complessità crescente.
Elementi sono la personalizzazione della politica ( rapporto tra elettore e candidato, quanto un
elettore può identificarsi nel candidato) politico come se fosse una celebrità parallelismo
dell’intrattenimento
Strutture autonome di comunicazione che diventano dei veri e propri agenti di comunicazione
INTERNET
Castells = internet non cancella la geografia, ma ne propone una propria fatta di nodi e reti. Questa
nuova organizzazione dello spazio è comunicante con quella degli spazi fisici.
Negli stati democratici la rete è uno spazio di diffusione, negli stati autoritari è un’opportunità per
espandere la sorveglianza. Per questo ha senso tenere in considerazione la territorialità.
Chadwick infatti parla di sistema mediale ibrido = ci sono una mescolanza di genrri, formati, stili
produttivi con scambi frequenti tra broadcasting e narrowcasting. Per esempio il giornalismo
tradizionale riprende i contenuti e li dilata in rete. Sono costantemente riscritti i rapporti di potere es.
un utente può avere a disposzioni info da qualsiasi parte del mondo, ma questo sono comunque
ancorate alla dimensione nazionale.
Il giornalismo è ancorato alla dimensione domestica perché dipende dalla rilevanza nazionale che
una notizia ha.
Inoltre cambia il rapporto con le piattaforme social es. twitter = i gironalisti lo usano per
commentare.
Quindi:
il contesto nazionale è ancora importante perché più c’è parallelismo politico più ci sarà una
tendenza al commento. Sono meno inclini al commento su temi legati dall’UE. Rispondono
frequentemente ai tweet di commento.