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Testi:

- Gianpietro Mazzoleni, la comunicazione politica. Terza edizione. Il mulino, 2012


- Donatella campus, lo stile del leader. Il mulino, 2016, cap 1 (pg 19-47) e 6 (pg. 165-186)

Argomenti:

- La definizione del campo di ricerca della comunicazione politica


- Il rapporto e le interazioni tra sistema politico e istituzionale e il sistema dei media
- La mediatizzazione della politica
- Le strategie e lo stile comunicativo dei leader politici
- Le campagne elettorali
- La popolarizzazione della politica
- Le fasi della comunicazione politica

Metodo e approccio della comunicazione politica


La scienza politica parla di politica ponendo alla base un approccio scientifico. La
politica è anche oggetto di studi di filosofi e sociologi, con i quali la scienza poltica ha il
metodo. I valori e i giudizi di valore sono esclusi.

Poltici, giornalisti e osservatori politici non hanno gli stessi obblighi degli studiosi di scienza
politica.

La scienza politica ha come base delle teorie: si cercano delle regolarità che consentono
di generalizzare la realtà e i fenomeni. Questi studi si compiono attraverso metodi tra cui
ricerche statistiche, sul linguaggio, analisi comparate.

In quanto recettori la nostra percezione soggettiva è diversa da quella degli altri.

Il concetto di mediatizzazione
Evoluzione di un processo che comporta cambiamenti anche in altri ambiti.

Le mutazioni dei media hanno portato a cambiamenti nella politica. L'interesse è nel
comprendere le reazioni della politica a questo processo.

La mediatizzazione inizia quando la televisione è diventata mezzo principale di


comunicazione. In seguito, la rete ha aggiunto nuove specifiche a questo processo.

La campagna elettorale
Oggi la campagna elettorale si svolge anche nei periodi diversi da quelle delle elezioni. Si
parla quindi di campagna elettorale permanente. Anche quando si è al governo o
all'opposizione si cerca il consenso e si svolge una "vendita" di azioni.

I social hanno comportato un ulteriore cambiamento, poiché a differenza dei siti, i


contenuti vanno aggiornati continuamente.

Twitter rimane il social principale per chi fa politica. I vantaggi di Twitter risiedono
nell'attualità dei contenuti che porta. La discussione politica su Twitter esiste, ma è molto
elitaria. Il cittadino che è utente di Twitter è portato perlopiù a seguire delle conversazioni.
Gli scambi avvengono perlopiù tra giornalisti e politici.

Esso si pone pertanto come strumento di informazione e per seguire queste discussioni.

I politici, tuttavia, sanno che Twitter non è il mezzo principale per costruire il proprio
consenso. Facebook e Instagram sono altri social che consentono di creare un tipo di
immagine e raggiungere gli elettori.

Trump è l'uomo di Twitter. Prima di lui, in Italia, Matteo Renzi ha sfruttato questo social.

L'attività in rete è la nuova frontiera. La televisione è stata già oggetto di studi in passato,
ma rimane ancora un mezzo importante e che ha subito molti cambiamenti.

Popolarizzazione
In Italia si parla di politica pop Si tratta di un termine utilizzato principalmente in Italia,
all'estero si parla di entertainment politic o infotainment.

Questi fenomeni ci dicono che la politica ha iniziato a sfruttare elementi della cultura
popolare. Il politico oggi può utilizzare una serie di strumenti di informazione che non
hanno molto a che fare con la politica.

Si hanno soft news che coprono argomenti generalisti, può rilasciare interviste a giornali di
gossip, ai quotidiani nazionali o giornali di settore (riviste femminili, Rolling Stones). Questi
fenomeni si riconducono all'idea che il politico va a raccontare la propria vita in
programmi di intrattenimento. C'è un atteggiamento molto aperto nei confronti di canali
che non sono per loro natura strumenti della politica.

D'altra parte, il politico può apparire in delle riviste, in particolare quelle di gossip. Il
politico che diventa parte dello star system sarà quindi oggetto di contenuti di riviste di
gossip.

Durante il governo di Mario Monti, per umanizzare la figura, la moglie ha rilasciato


un'intervista a "Chi". Si tratta di contenuti che presentano principalmente questioni private
e pochi contenuti politici.

Il privato del politico (privatizzazione e intimizzazione) è diventato di interesse pubblico. I


social media hanno portato a un incremento di questi fenomeni poiché sono pensati
proprio per l'esposizione del proprio privato. Sono diversi i personaggi politici che
condividono momenti in cui non sono nel loro ruolo istituzionale, ma veicolano messaggi
politici.

Alexandria Ocasio-Cortez è una delle principali celebrity politician.

Bisogna distinguere tra chi era celebre prima ancora di entrare in politica (Berlusconi,
Grillo, Trump) e coloro che invece lo diventano durante la carriera politica.
AOC è diventata famosa durante la propria carriera. Diventa rappresentate del partito
democratico al congresso e con il suo tipo di comunicazione diventa da subito una sorta
di icona. AOC si è distinta molto per la sua comunicazione. Su Instagram parla della vita
quotidiana rilasciando costantemente messaggi politici.

Podemos (partito spagnolo) – Pablo Iglesias:

Molti avvicinano un po’ il partito 5S: nasce come partito di protesta. È un partito in cui il
linguaggio usato è antipolitico. C’è dietro un populismo di sinistra che rende Podemos un
partito predisposto a usare la cultura popolare anche come strumento di comunicazione.

Anni fa prese come ex. Il catalogo Ikea (estremamente popolare) e l’ha imitato nel loro
programma elettorale.

La politica pop può essere usata in maniera variegata perché cambia in base alla
propria cultura popolare. Oggi ha matrice di tipo televisivo in varie forme come, ad
esempio, le serie televisive. ‘trono di spade’ parla di potere e questo fa sì che esso sia
stato presso da molta politica come fonte di ispirazione. Da Trump in un tweet

Twitter è un social in cui avvengono scambi interessanti tra le élite politiche e giornali

PROSSIMITA'
Il politico non può più essere distaccato, ma deve mostrarsi vicino ai cittadini.

LA COMUNICAZINE POLITICA

 Flusso delle informazioni intercorrenti tra 3 attori: cittadini, media, politici


 Mazzoleni (2012), cap. 2, analisi delle interazioni

TRA POLITICI E MEDIA

 La politica regolamenta attività dei media nell’area politica:


es. in Italia non si possono far vedere i sondaggi presidenziali 15g prima dei risultati,
la nomina dei membri del CdA della Rai

 La politica cerca di influenzare la copertura dei media (news management)


Attività di comunicazione che aiutano ad avere una copertura positiva

 I media impongono i loro format e linguaggi (mediatizzazione della politica)


La politica si è resa conto che se vuole avere una copertura positiva doveva
rendersi interessante, rendersi adeguati ai formati della TV perché essa ha formato
diverso dalla stampa grazie all’introduzione dell’immagine in movimento

 I media controllano la politica (watchdog)


Il giornalismo ha come vocazione anche quello di watchdog (controllore della
politica). Ci sono contesti in cui ciò è più forte

TRA POLITICI E CITTADINI


 Propaganda (diretta e in forma mediata/attraverso canali di comunicazione)
Mediata: politico si fa intervistare
Diretta: discorsi in piazza, il porta a porta

 Comunicazione del governo e delle istituzioni


Comunicazione istituzionale: è il comune, il governo, la regione che ti vuole fare
saper qualcosa (scopi informativi o di sensibilizzazione)

TRA CITTADINI E MEDIA

 Informazione
Che può essere referenziale (es. telegiornale) o mista (es. infotainment).
Arriva da una discussione che però nasce dai media

 Pubblicità
Dai media ai cittadini
I media prestano i propri canali alle comunicazioni dell’attore politico rivolte ai
cittadini.

 Feedback del pubblico


La “quasi interazione mediata” (Thompson) permette forme di intervento indiretto
come decidere se accendere o spegnere la tv, cambiare canale, acquistare o no
un giornale. Le forme più comuni di quasi interazione attiva possono essere la
partecipazione di membri del pubblico a trasmissioni televisive su tematiche
politiche o le lettere ai giornali. Sono diverse anche le forme immediate (post, blog
e citizen journalism)

 Discussione politica

CITTADINO

 Quali modelli descrivono il rapporto tra il cittadino e l’informazione politica?


 A cosa serve l’informazione politica?

C’è una astensione politica: gente che sa delle cose e decide di non votare e altre a cui
non interessa. Se un cittadino si esclude dalla politica ciò non vuol dire che la politica non
tocchi la sua vita.

Se da una parte è bene avere molte info. Politiche, nella pratica non è sempre possibile
farlo perché non si ha tempo, abbiamo un’attenzione limitata. Questa affermazione si
basa su studi di psicologia cognitiva: Abbiamo dei limiti cognitivi.

Razionalità limitata (Simon Herbert): le persone prendono decisioni e impiegano un po’ di


pazienza, tempo e attenzione per scegliere l’opzione migliore in campo ma ci sono dei
limiti, ciò significa che a un certo punto fermo la mia ricerca a causa del principio di
soddisfazione.  anche in politica funziona così. Tuttavia, la scelta in politica è un ambito
permeabile alle emozioni (diverso in diverse fasi storiche): se io sono una persona molto
militante io una info che va contro le mie idee, non le voglio nemmeno sentire (selective
exposure/ esposizione selettiva) criterio attraverso il quale il singolo si relazione alla politica

 Ci sono valutazioni di tipo strumentale e sentimentale nella politica.

L’identificazione che si prova per un partito quando esso significa un gruppo, una
comunità  ci sono meccanismi di affezione che non c’entrano con quanto detto poco
prima ma con le figure politiche viste come Celebrità

Tendenzialmente:

gruppoche sa
un po' di
polica

gruppo
minoriatario che
se ne
disinteressano

gruppo con informazioni alt

La conoscenza politica può essere nozionistica ma non è detto che sia quella utile per
poter votare.

La parola chiave per capire come ci relazioniamo all’informazione è la selezione: se


siamo impegnate in altre cose abbiamo bisogno di selezionare certi elementi per poter
processare.

La selezione può avvenire su una base fredda, senza implicazioni emotive (quale politico
mi conviene in base a ciò che voglio), ma molto spesso si selezione in termini emotivi
(spesso ho sviluppato un’affezione verso un gruppo politico) e si parla perciò di una
selective exposure (=tendenza a esporsi a fonti di informazioni affini per evitare forme di
dissonanza cognitiva – Festinger 1957)  l’informazione può pertanto rinforzare inclinazioni
preesistenti

 A cosa serve l’informazione politica? A prendere decisioni. Come avviene la


relazione con l’informazione? Si seleziona l’info e la si usa cercando di capire se
tale info mi conferma che un soggetto politico mi può convenire oppure se è uno
per cui provo un’affezione (= identificazione di partito)

Identificazione di partito: È un modo per identificarmi con un gruppo, e ciò mi porta ad


avere dei comportamenti di militanza come, ad esempio, nei partiti di massa, che
avevano molti iscritti.
Ex. La democrazia cristiana inglobava nella sua vita i propri membri in una forma che
predisponeva un senso di identificazione  fattore emotivo nasceva da qui. Il partito
offriva degli incentivi collettivi: il senso d’appartenenza.

Quando i partiti di massa entrano in crisi i cittadini perdono il senso d’appartenenza.

La DC scompare negli inizi degli anni ’90 dopo lo scandalo di tangentopoli  crea una
caduta generale dell’intero sistema  il PD è il partito che mette eredi di vari partiti come
quelli del partito comunista, della DC (eredità ideale).

Però il PD non è un partito di massa  il tema dell’affezione politica oggi è diversa da


quella in passato. L’elettore medio è autonomo, che prende decisioni diverse negli anni

Gli elettori sono mobili. Ciò non toglie che ci possano essere delle nuove identificazioni. Un
elemento importante per quel motivo è il Leader politico.

Ci sono leader che si presentano in modo netto rispetto alle loro idee.

Ex. Bernie Sanders (candidato americano nelle ultime 2 elezioni) ha fatto molto rumore
perché si proclama socialista (termini sconosciuti in USA) e facendo discorsi forti: no tasse
universitarie; cosa sorprendente per gli USA. Egli si presenta con idee abbastanza radicali
e perciò suscita interesse nei giovani e riesce a entusiasmare un certo gruppo.

Ora è, spesso, leader che fa da ‘volano’. Ovvio dipende dalla leadership

Ci sono ancora dei meccanismi che mirano a suscitare entusiasmo, che vogliono costruire
un seguito su base emotiva ma sono anche cose transitorie.

Ex. Oggi Berlusconi o Macron: personaggio che si presenta e in tempi brevi riesce a
costruire una rete di sostegno (partito) – prima leader poi arriva il resto.

Berlusconi è andato a riempire un vuoto lasciato dalla caduta del centro destra e per
quello è che è diventato una figura importante (ovvio anche grazie alle sue abilità
comunicative). Egli ha anche puntato sul suo capitale di celebrità e così ha creato la
figura dell’imprenditore vincente.

Per prendere decisioni di voto devo avere sufficienti info.

Qual è il rapporto tra cittadino e informazione data dai media?

Ci sono 2 posizioni che guardano l’info. In modo fiducioso e l’altro in modo più scettico

 CIRCOLO VIRTUOSO (Pippa Norris 2000)

Secondo questa tesi un cittadino che si informa sui fatti di attualità e politica attraverso i
mezzi di informazione sarà portato gradualmente verso l’impegno civico. Altrettanto chi è
più impegnato ‘consuma’ più informazione.

I media hanno un’influenza positiva. Chi è più informato è un cittadino più attivo. Chi è
meno informato è un cittadino più isolato.

Si afferma che alcuni media svolgono dei ruoli ‘naturali’ nelle democrazie: poter mettere il
cittadino in grado di poter prendere una scelta abbastanza consapevole.

Ovviamente si può discutere che non tutti i mezzi di informazioni sono uguali.
Questa tesi è un modo di interpretare un modello ideale.

Più info. Consumo, più mi interesso  partecipazione civica

Spesso accade: selective exposure: tendenza a esporsi a fonti di informazioni affini per
evitare forme di dissonanza cognitiva – Festinger 1957  l’informazione può pertanto
rinforzare inclinazioni preesistenti

 VIDEO MALAISE (MALESSERE DA VIDEO)

Secondo questo approccio i media non sono in grado di dare buona informazione.

In questa concezione si parla della tv, non della rete.

La tv porta tanti cambiamenti  l’informazione acquisisce delle caratteristiche e in


conseguenza anche l’informazione politica:

- Spettacolarizzazione della politica (Edelman, Sartori)


L’immagine permette di raggiungere in maniera più immediata ed empatica il
cittadino  L’immagine/video aiuta a drammatizzare
Strumento potente per suscitare interesse ma rischia di portare a due
conseguenze: tu tendi a raccontare le storie in maniera molto individualizzata e
drammatica, sostituendo una trattazione più dettagliata di certi problemi; e la
personalizzazione

- Eccessiva personalizzazione
Mettere al centro le persone più che le questioni

- Depoliticizzazione delle issues/questioni (Patterson)


A forza di far vedere la horse race (gara tra i candidati), si perdono di vista i
contenuti.

Da una parte ci può essere l’analisi oggettiva e analisi che trae le conclusioni
sull’evoluzione dei media/la tv. Quest’ultimo compie un passo ulteriore.

C’è chi dice che la tv ha offerto ai cittadini la possibilità di intrattenersi e di conseguenza


di tenersi occupati. Ciò comporta che rispetto al passato il cittadino abbia meno voglia di
fare altre cose (Robert Putnam – “Bowling alone”)  teoria contestata ma dall’altra parte
un po’ è vero

Poi c’è chi accusa i media di aver cariato gli aspetti scandalistici e spettacolari in senso
negativo, provocando fastidio

Ex. I Talkshow: in alcuni parte la polemica, gli ospiti si insultano  interazione aggressiva
suscita dei sentimenti di perplessità ma c’è anche un tasso di audience. In effetti chi
studia il tema scopre che può attirare attenzione ma non necessariamente approvazione.
La comunicazione politica televisiva, in particolare il suo contenuto negativo e i suoi toni
aggressivi, avrebbe provocato:

- Fenomeni di allontanamento dalla politica e astensione (Ansolabehere et al)


Io traggo l’idea che tutto sia un circo e mi sottraggo

- Sfiducia verso la classe politica (Cappella e Jamieson, Nye, Mutz e Reeves)


Il lato scandalistico viene messo in prima pagina, al centro delle narrazioni e in
generale questo produce sfiducia. Si parla in speciale di scandali come quello
di Tangentopoli ma anche uno scandalo di dimensioni minori può far credere
che ci sia un problema di, ad esempio, corruzione o altri tipi di problemi.

- La televisione monopolizza l’attenzione e scoraggia altre forme di attivismo,

Tutto questo nel suo complesso ha provocato malessere di video.

È ovvio che si tratta di opinioni diverse che però colgono una parte di verità.

 CITTADINO VIGILE/MONITORANTE

Autori come Shudson e Zaller sostengono che i media attraverso la drammatizzazione e la


creazione di ‘casi’ risvegliano l’interesse dei cittadini.

Si usa la metafora del ‘bambino che va in piscina con i genitori’: mamma che controlla il
bambino, oppure quella più tranquilla che sorveglia lo stesso il figlio  Il cittadino vigile è
quello che passa in rassegna l’ambiente e individua le situazioni che richiedono il suo
intervento.

L’atteggiamento deve essere vigile, di attenzione ma non una attenzione intensa, solo un
modo per soffermarsi là dove ci sia una situazione di ‘campanello di allarme.

- Infotainment
Programmi che fondono informazioni e intrattenimento, tipo talkshow

- Soft news
Drammatizzazione della notizia politica. La presentazione delle notizie in modo
sensazionalistico, dando spazio agli aspetti più emotivi.

DISCUSSIONE POLITICA
I media hanno influenze dirette ma ci sono anche delle mediazioni ulteriori. Ad esempio,
la discussione politica avviene tra persone apporta qualcos’altro in più

Cos’è la discussione politica?

Atto di parlare di politica con qualcuno.

È una forma di partecipazione politica?


In teoria NO, ma la discussione sta a metà. Non è solo un pensiero ma non è una forma
stretta di partecipazione.

Il fatto di parlare di politica è già un atto consapevole e per quello ci sembra una forma
di partecipazione politica. Nel momento in cui ne parlo esplicito dei sentimenti o pensieri
anche a me stesso  diventa qualcosa di attivo ed è una base per altre forme di
partecipazione.

Nel parlare, però, spesso mettiamo un po’ di proselitismo.

“L’atto stesso di esprimersi apertamente trasforma sentimenti subconsci in una cognizione


consapevole e fornisce le basi per un coinvolgimento più attivo che passivo in politica”
(McKuen 1990,60).

Fino a qualche anno fa la comunicazione politica avveniva face-to-face. Oggi la


discussione avviene sui media digitali e ciò aggiunge degli elementi.

Comunicazione Face-to-face

Si svolge attraverso la prossimità

In studi precedenti: Le donne sono più inclini a indicare il marito come interlocutore

Normalmente si parla con la famiglia: per prossimità, rapporti interpersonali, per la privacy
 tendenza a parlare più liberamente. Le interazioni famigliari sono disponibili, sono
gruppi chiusi (strong ties)  c’è una forte tendenza alla omofilia (= apprezzamento per
ciò che è uguale a te) perché le mie idee vengono rafforzate, le mie idee vengono
anche arricchite. Ovviamente non è sempre così ma ci sono dei meccanismi di
socializzazione per cui l’ambiente famigliare abbia idee politiche quasi omogenee.

Ex. Quando c’era forte identificazione con il partito i ragazzi partecipavano alle attività
dei partiti di cui i genitori ne facevano parte.

Fuori della famiglia i meccanismi si riproducono anche perché la selezione degli


interlocutori avviene al di là dei vincoli stretti.

Ex. in una ricerca sulle elezioni del 2013: anno in cui esplode il movimento 5 stelle, anche
se non vince le elezioni era il primo partito. La discussione politica in questi anni era strana:
le persone erano convinte di parlare con altre persone con le quali avevano idee simili
perché si lamentavano degli stessi problemi, anche se venivano da convinzioni diverse.

Il gruppo
Le persone con cui parli più frequentemente.

- La pensano tutte come te


- La pensano alcune in modo; altre in un altro
- La pensano in modo diverso da me
Ci sono gruppi/network omogenee o eterogenee e possono avere caratteristiche diverse
(persone con legami forti o meno) e all’interno le persone possono avere diversi ruoli.

Katz e Lazarsfeld - two step flow of communication: idea che c’è un flusso a due stadi.
(info viene mediata dalla discussione stessa). Le informazioni non derivano direttamente
dai media, ma sono riportati da qualcun altro.

Arrivano i mezzi di info: inviano input  ci sono persone che le rimandano a noi

C’è uno stadio di discussione, successivo allo stadio in cui le info arrivano dai media.

Ci può essere la situazione in cui io cerco info da qualcuno e all’interno del gruppo ci può
essere un opinion leader  secondo Katz e Lazarsfeld, all’interno delle piccole comunità
ci son persone riconosciute come più competenti, magari anche perché aveva un certo
status sociale. In realtà si pensa che è un caso che è capitato in Italia ad es. nel secondo
dopoguerra. Conta più l’influenza del gruppo in generale.

Oggi questo meccanismo dell’opinion leader non avviene più perché la composizione
del gruppo è troppo mista.

Ciò che avviene normalmente una influenza reciproca e in generale questa influenza è
forte. Stare in gruppi eterogenei è meglio perché si è più recettivi dell’ambiente

Se stiamo in gruppi che la pensano in modo diverso da noi: Non tutti abbiamo lo stesso
atteggiamento protettivo rispetto alle nostre idee.

Di solito c’è una spinta al conformismo  La tesi della spirale del silenzio: di E. Noelle
Neumann dice che le opinioni che circolano sui media creano un clima di opinione. Chi
non vuole essere isolato tace e si conforma. (di solito domanda collegata all’esame).

Per alcune persone la politica è concepita come ambiente privato. In passato le donne,
facendo meno politica, anche sul piano della discussione politica si esponevano meno
rispetto agli uomini.

L’autocensura, anche quella è importante, oltre al conformismo  perciò importante è


anche l’ambiente. Uno reagisce anche in base a dove si trova.

Discussione politica online


- Echo chambers
- Filter bubbles
- Weak/strong Ties

Somiglianze con discussione face 2 face


- Omofilia: si può interagire con persone che la pensano come noi  non
sempre una buona cosa perché non sono network ideali per sistemi
democratici.
Si pensava che internet aiutasse a far circolare le idee ma in realtà la rete è
uno specchio della realtà quindi certi meccanismi si ripetevano (fratture sociali)

- Legami fuori della rete: un nucleo di persone sui social fanno parte delle
persone che conosciamo in persona  le strong ties si ritrovano ma ci sono
anche molti legami deboli (weak ties) e si possono creare delle strong ties con
persone che non conosciamo di persona
Questo ha prodotto il fatto che in rete si possono incontrare persone con
atteggiamento e idee simili ai nostri che non avremo mai incontrato altrimenti.
Cassunstein “republic.com” è uno dei primi che si occupa di questo tema

Differenze:

- Disintermediazione: in rete il politico può parlare coi cittadini e viceversa. In


realtà continua a essere gerarchica la relazione perché sono pochi coloro che
hanno una interazione verticale con i politici.

La discussione in rete può essere per certi versi più libera poiché molti utenti sono iscritti
sotto falso nome o con nickname. Ciò consente loro di sentirsi più liberi di intrattenere un
dibattito e talvolta di assumere toni aggressivi.

In rete si stabiliscono delle echo chambers = gruppi chiusi in cui le persone parlano di
politica e sanno di interagire con persone che la pensano come loro e rafforzano le loro
idee.
Il fenomeno dell’echo chambers non è tuttavia totalizzante: questo meccanismo convive
con quello che consente di conoscere persone diverse da noi e di ampliare i contatti.
L’echo chambers può anche verificarsi all’interno di un blog (ex. Blog di Beppe Grillo).

Sui social, in particolare su Twitter, è frequente la formazione di “bolle” o filter bubbles che
limitano la rappresentatività → il clima in rete spesso non corrisponde a quello che si trova
nella vita reale.

Le comunità in rete possono generare un effetto di trascinamento con il supporto di


opinion leaders e influencer. Ciò che avviene in rete talvolta ha effetto anche nella vita
reale, tanto che i media tradizionali riprendono i temi di discussione politica online.

Pertanto, la discussione politica è un percorso di acquisizione dell’informazione possibile,


ma può anche essere una passione per qualcuno e costituire un mezzo che completa le
nostre conoscenze in quest’ambito→ two step flow of communication = idea che la
discussione politica sia un mezzo con cui rielaborare le informazioni acquisite dai media.

La comunicazione politica oggi ha molta attenzione per i meccanismi che si verificano


online, sebbene non cali l’interesse verso fenomeni offline. I due ambienti sono legati.
Incontro con presidente di IPSOS
opinione pubblica:

prima si ascoltavano le persone per conoscere i loro gusti, con la nascita del mercato di
massa c’è bisogno di conoscere i gusti dei consumatori (ricerca del mercato)

tecniche per le ricerche poi sono state usate anche per raccogliere info. Sulla opinione
pubblica.

1936 elezioni americane: un ricercatore di mercato decise di usare le tecniche


campionarie per conoscere l’opinione dei cittadini  idea della previsione di Gallup. Il
quale decide di testare una rivista, dove mette dei questionari per sapere per quale
candidato le persone avrebbero votato  ‘voto di paglia’ si chiamava prima il
candidato per cui le persone avrebbero votato. Gallup (ha dato il nome ai sondaggi di
opinione) introduce i sondaggi di opinioni, utili per conoscere l’opinione dei cittadini.

L’opinione pubblica serve alle imprese per ridurre i rischi  la ricerca demoscopica viene
usata principalmente dalle aziende.

L’opinione pubblica diventa importante perché rapporto tra cittadino e politica è


cambiato profondamente.

Con la caduta del muro di Berlino e fase dei ‘partiti chiesa’ con forte senso di
appartenenza  inutile fare sondaggi, che nascono a fine anni ’90 (in Italia)

Cittadino – politica  con il venir meno del senso di appartenenza questo rapporto
cambia. In Italia con il caso di Tangentopoli ‘rompe’ il rapporto tra cittadino e politica. La
politica orientava le scelte del cittadino  i partiti entrano in crisi, perciò, c’è bisogno di
conoscere gli elettori, quindi hanno bisogno dei sondaggi, in particolare le tecniche del
marketing aziendale per conquistare consenso  con l’ingresso di Berlusconi, per lanciare
i suoi ‘prodotti’ si è sempre dotato di istrumenti volti a conoscere gli elettori.

Le ricerche fatte in questo senso non pubblicano i risultati perché aiutano ad apprendere
le strategie.

I sondaggi vengono fatti per conoscere il profilo degli elettori, le loro aspettative, come
reagiscono, ecc.  sondaggio è una scelta necessitata.

Anni ’90 si usa un nuovo tipo di sondaggio; quello telefonico. Prima per fare sondaggi ci
voleva tempo, con i sondaggi telefonici si conoscono i risultati subito.

Nel momento in cui si afferma il sondaggio c’è un utilizzo improprio di esso: strumento di
previsione, e strumento di comunicazione (non per sapere le opinioni ma per crearle).

Strumento di previsione: si vuole sapere l’esito delle elezioni future. Questo ha incontrato
dei problemi dal punto di vista metodologico perché non funzionano più (non predicono
il futuro ma è una fotografia del presente)  i cittadini si informano di meno (si informano
poco tempo prima delle votazioni).

Inoltre, c’è un problema di rappresentatività dei sondaggi e un margine di errore statistico


 le campagne elettorali, infatti, vengono fatte per smentire i risultati dei sondaggi. Poi
spesso fanno sì che l’opinione degli elettori cambino idea (come ad es. l’astensione), una
sorta di flash-foward.

Desiderabilità sociale: elettori dicono il voto ma fanno un’altra cosa.


…….

Il sondaggio deve avere una nota metodologica, e che vengono inviati al sito ufficiale
dei sondaggi.

Per capirli bisogna capire com’è strutturato il campione, le date dell’intervista, la


dimensione del campione e il margine di errore statistico e la formulazione della
domanda perché possono indurre certe risposte.

……..

Strumento di comunicazione: finalità è aumentare il consenso. Sondaggio può creare


un’opinione  si pensa che pubblicare i risultati dei sondaggi aumenta il consenso per chi
sta vincendo. Però si contrappone all’underdog (aumento consenso per chi sta
perdendo).

È nato un fenomeno per cui i politici si offendono per i risultati dei sondaggi in cui stanno
perdendo  effetto: si tende a screditare il sondaggio e anche il sondaggista  il rischio
di parzialità c’è sempre. Perciò ci sono 3 regole: si lavora per ogni partito – non si fa
consulenza politica – la parte dei sondaggi politici deve essere una piccola parte
dell’attività (questo per non dipendere da clienti politici).

I rapporti con i media: logica delle audience, tenere elevato il numero di ascoltatori  si
forzano le letture e interpretazioni dei dati.

I sondaggi mostrano anche le differenze tra la percezione della realtà e la realtà effettiva
 in Italia questa differenza è maggiore rispetto ad altri paesi

Il sondaggio è strumento di democrazia ma bisogna saper maneggiarlo.

Sondocrazia: Facendo leva sul ricorso diretto all'opinione pubblica mediante sondaggi
coinvolge direttamente il cittadino, invitandolo ad esprimere voti, opinioni etc.

È sintomo di falsa democrazia perché, pur stimolando il potere di messaggio dei singoli,
invitati alla partecipazione attiva nonché ad esprimere determinate scelte politiche al di
fuori dei canali tradizionali (garantiti e pluralistici), cela il recondito scopo di fungere
da persuasore occulto.

SONDAGGI
Il ruolo del sondaggio in politica ha le sue valenze
particolari ed è uno strumento originario del
marketing, questo perché nel mondo commerciale
c’era il bisogno di sondare gusto/preferenze dei
consumatori.

QUANDO NASCE L’ESIGENZA DEL SONDAGGIO POLITICO?


Se prendiamo in considerazione l’ambito politico, l’esigenza di sondare le preferenze dei
cittadini quando e perché nasce? Per molto tempo una forma di rilevazione delle
preferenze dell’elettorato c’è sempre stata ma non attraverso i sondaggi.

I sistemi politici democratici per reggere hanno infatti bisogno di cinghie di trasmissione tra
i cittadini ed il mondo della politica perché se le due cose sono disconnesse c’è qualcosa
che non funziona.

Il momento elettorale è il momento centrale che ci permette di scegliere dei


rappresentanti. Le sceglierò utilizzando dei criteri e pensando che faranno delle cose
positive, che conosce le mie esigenze.

QUALI SONO LE ESIGENZE?

Nel sistema politico del passato c’era un meccanismo per cui queste cinghie di
trasmissione erano garantite dagli Intermediari: organizzazioni, prevalentemente i partiti o
organizzazioni legate fortemente ai partiti, i sindacati  portatori di opinioni che
sondavano sul territorio ed i partiti, soprattutto quelli di massa, erano fondamentalmente
organizzazioni capillari  Quando questi meccanismi non funzionano più bene c’è
l’esigenza forte di utilizzare strumenti che possano sopperire  L’utilizzo dei sondaggi
varia, infatti, da paese e paese perché legata al contesto storico culturale.

Ad esempio, in paesi con partiti meno forti come organizzazioni il sondaggio verrà
utilizzato da subito, ad esempio negli USA. In Italia la storia invece è diversa, in campagna
elettorale i sondaggi verranno utilizzati dall’inizio degli anni 90.

PERCHÉ SI USANO I SONDAGGI?

Il Sondaggio viene utilizzato per capire cosa vogliono i cittadini  li usa il politico, il
giornalista, il ricercatore (che usa le cosiddette inchieste campionarie)

Obiettivo: capire come si orienta la collettività.

Il sondaggio è apparso, grazie alla sua impronta scientifica, più autorevole rispetto ad
altre forme di indagine. Il sondaggio può essere anche mal utilizzato e non gli si può
chiedere di essere ciò che non è. Ad esempio chi utilizza il sondaggio come voce del
popolo, così viene utilizzato in maniera distorta. Ci sono dei limiti, non è onnicomprensivo.

Quando si studiano i sondaggi bisogna anche fare delle distinzioni rispetto a chi li fa, chi li
usa e perché li fa:

- Il politico  lo fa con uno scopo  vuole sapere quali sono le preferenze


dell’elettorato perché vuole intercettarle e presentarsi come una risposta a
certe domande.
Lo può usare in modi diversi, con tipi diversi di sondaggio, utilizzarlo solo per
rendersi conto della situazione, per capire se in questo momento ha sostegno o
meno, se ha seguito o meno, se la sua popolarità regge o sta calando.
Fotografa situazioni che lo/la riguardano.

- I mass media, il loro scopo è diverso  vogliono sapere: il sondaggio gli dà


materiale.
LE DIFFICOLTÀ LEGATE AI SONDAGGI

Si devono rispettare delle regole altrimenti i risultati non saranno attendibili. È sufficiente
che le domande non siano fatte bene o che il campione non sia costruito bene per avere
problemi.

Elementi del sondaggio

 UNIVERSO: totalità di individui oggetto della ricerca

 CAMPIONE: insieme di soggetti intervistati

- Probabilistico: estrazione dei casi in modo casuale (risultati generalizzabili a


intera popolazione)

- Non probabilistici: selezione non casuale (risultati non generalizzabili)

Errore campionamento: fascia di indeterminatezza

Più è grande il campione, più basso è errore di campionamento

Sondaggi come strumenti di campagna elettorale


I politici sono grandi consumatori di sondaggi. Possono servigli subito prima della
campagna elettorale, durante o in periodo legislativo per sapere cosa pensano le
persone delle leggi attuate.

 Benchmarking

Sondaggi di sfondo per valutare le possibilità di un candidato e gli orientamenti e le


aspettative degli elettori

Sondaggi regolari (ad esempio sulle intenzioni di voto)

Altri sondaggi ad esempio su questioni specifiche

Il sondaggio serve per fare da cinghia di trasmissione andata persa quando i partiti di
massa sono stati sostituiti dai catch all parties: prendi tutti  conquistare più voti possibili
nella maniera più ampia possibile  si ha quindi bisogno di sondare le preferenze degli
elettori.

SONDAGGI ELETTORALI E MEDIA


Anche i media possono aver bisogno dei sondaggi e spesso li utilizzano, questo perché
piace dare delle notizie che partono da un sondaggio, dà autorevolezza.
Vogliono enfatizzare il loro ruolo di portavoce del popolo, magari criticando anche la
politica. È uno strumento che può far diventare i media interlocutori critici del potere
attraverso anche la scientificità del sondaggio  Il mondo della politica deve quindi fare
i conti con i media.

I media hanno la preoccupazione di raccontare la campagna elettorale.

Quando si parla di HORSE RACE non è il politico che si sente il cavallo in gara, bensì io
politico mi sento così perché avviene la mediatizzazione della politica.

HORSE RACE: cornice attraverso cui i media rappresentano la politica e che quindi
influenza una serie di cose, tra cui lo stile della campagna.

Per i media il sondaggio sulle intenzioni di voto gli consente di avere una chiave di
narrazione avvincente durante la campagna elettorale  la politica è diventata
spettacolo e questo spettacolo della gara è più interessante dello spettacolo di persone
che si confrontano su temi e questioni.

La notte elettorale si aggiunge l’exit poll (sondaggio effettuato, durante un'elezione, tra
gli elettori, dopo l'espressione del voto da parte di questi presso un seggio elettorale

Il giorno del voto (o in Italia anche due giorni) durante la giornata i sondaggisti
interpellano all’uscita delle urne o telefonicamente (sul voto già espresso non sulle
intenzioni). Questi exit poll fatti durante la giornata come altri sondaggi non possono
essere resi pubblici finché non si chiudono le urne (e non si possono rivelare i risultati 15g
prima della fine delle elezioni).

Le proiezioni
Le proiezioni non sono sondaggi, ma sono operazioni che vengono fatte con una serie di
metodologie, non più intervistando, ma sui dati che vengono man mano scrutinati.

- sondaggio preelettorale

- exit poll

- proiezione

Too close to call


Quando l’exit poll non dà risultati si dice too close to call (troppo stretto per chiamare):
margine troppo stretto e non si può dire bene chi è in testa.

Ad es. in America dove ci sono delle situazioni di vicinanza essendoci due candidati e
molto spesso sono così vicini che non è chiaro. Quindi si preferisce non pronunciarsi finché
non ci sono dati più solidi.

PERCHÉ I SONDAGGI TALVOLTA SONO SBAGLIATI?


I problemi che intaccano la capacità del sondaggio di prevedere l’esito sono:

 Elettori indecisi fino all’ultimo


 Elettori che cambiano idea

 Astensionismo

 Non risposte che possono portare a sottostimare gruppi di elettori

 Intervistati che non dicono la verità

Democrazia del pubblico


MANIN BERNARD elabora il concetto di DEMOCRAZIA DEL PUBBLICO

In passato esisteva una democrazia dei partiti e quando entra in crisi questo modello
emerge una fase in cui viene fuori un rapporto tra pubblico e politica mediato attraverso
altri fattori, soprattutto i leader, e che i partiti non si pongono più dei vincoli ideologici ma
si tengono le mani libere per conquistare il consenso di un largo numero di cittadini.

Caratterizzato da fluidità: io sono un cittadino che ad ogni singola elezione valuto cos’ho
in campo  Essendo così dinamico la scelta non è così rapida, sceglierò a ridosso della
campagna (late deciders) il sondaggio può essere scorretto.

 Nasce dalla crisi del rapporto di fiducia tra cittadini e partiti  è un assetto ove i
leader sono diventati il punto di riferimento primario per i cittadini.
I leader cercano di assumere la funzione di mediazione, ma lo fanno attraverso
una disintermediazione.  evidente nel going public, che nasce, appunto,
dall’esigenza del leader di trovare sostegno da parte dei cittadini  la finalità è
instaurare un rapporto diretto con il pubblico per rafforzare il potere del capo
esecutivo.

La mediazione prima era data dai partiti o altre organizzazioni (intermediari), le quali
offrivano ai cittadini l’identificazione con un sistema politico e istituzionale = democrazia
rappresentativa

QUINDI:

I partiti oggi sono meno schierati ideologicamente e tendono a conquistare un largo


consenso presso i cittadini, i quali sono essi stessi più aperti.

Mobilità elettorale
Idea che il cittadino si muova tra soggetti politici abbastanza contigui

Ad es. Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia  mobilità dentro un’area ampia, ma connotata
al centro destra.

 L’idea di mobilità elettorale non è da interpretare in maniera larga: ci sono dei


momenti di grandi ribaltamenti, ma non è proprio la norma.

IL M5S

Ci possono essere anche forze politiche che scardinano il gioco: Movimento cinque stelle,
prendeva elettori in fuga da sinistra/centro destra.
L’evoluzione movimento cinque stelle inizia nel 2007, anche se non ha ancora una
vocazione politica. In quel momento è solo movimento di protesta.

LA LEGA

La lega è un partito molto vecchio poiché già presente alla fine della prima repubblica.
All’inizio degli anni 90 ha risentito dell’ingresso di Berlusconi, ma ha mantenuto sempre un
pacchetto di elettorato, poi spostatosi verso il Movimento cinque stelle e riguadagnato
con l’arrivo di Salvini.

I sondaggi influenzano i cittadini?


I sondaggi non devono influenzare i cittadini nel momento del voto. In Italia la diffusione di
sondaggi è proibita, ma non è così in tutti i paesi.

Il sondaggio ha influenza soprattutto su un cittadino indeciso:

 Voto chi è in testa  salto sul carro del vincitore

 Vedo che sta vincendo quello che non mi piace allora vado a votare per
cambiare la situazione

ATTORI POLITICI
I politici devono comunicare (politici, istituzioni, governi, ecc.) con scopo informativo o
politico per mantenersi al potere. Deve rapportarsi ai cittadini per convincerlo che sta
facendo un buon lavoro, facendosi portatore delle sue preferenze.

Chi fa politica si deve affidare a dei mezzi che permettano di comunicarsi con i cittadini.
Non serve che sia sempre diretto (face-to-face)  Esiste una comunicazione diretta e
indiretta.

News/Media management
È un approccio di governo ma anche un modo di governare. È un modo di impostare un
rapporto tra il governo e il resto del mondo, soprattutto i media.

I politici, in generale, hanno un problema: costruire e mantenere il consenso  le


aspettative sono alte.

Non solo durante le campagne elettorali ma anche nel periodo successivo.

Esiste un periodo di ‘luna di miele’ in cui si mantiene il consenso  dura poco rispetto al
passato, in cui durava anche più di un mese  ora, per come si è evoluto il mondo della
politica, perdere il consenso è quasi irreversibile.

I politici vogliono mantenere la loro popolarità  è impossibile prescindere dei mezzi di


comunicazione, anche per quanto riguarda la comunicazione diretta.

Ex. Comunicazione nei social media = dirette (Trump, governo Conte) cade in un
ambiente comunicativo che la discute  qua entra il news management
Per news management si intende la comunicazione strategica dei politici che cercano di
usare i media per i propri scopi di propaganda  attirare l’attenzione dei media ed
evitare che si parli male del politico

L’idea è che il politico si circondi da uno staff specializzato che si occupi di questo. Però ci
può essere anche il politico che si può occupare lui stesso del compito di news
management. Ex. Berlusconi. Anche se ha a sua disposizione uno staff (che si occupa di
sondaggi e altri compiti importanti).

Spin doctor  elaborato per descrivere fenomeni che si sono verificati negli USA, GB, in
Europa è stato un termine coniato a fine anni ’90 in GB da Tony Blair, (può essere
domanda da esame) che insieme a un gruppo di politici giovani riesce a sostituirsi a una
dirigenza e diventa primo ministro. Egli capisce subito la questione della morte di Diana,
tiene una conferenza stampa e le dà il titolo di “principessa del popolo”  si vede la sua
capacità comunicativa che evita anche problemi diplomatici.

I collaboratori di Blair sono stati spesso definiti spin doctors = capi della comunicazione dei
governi, per influenzare la copertura mediatica  c’è però un distacco tra mondo dei
media e mondo della politica.

I consulenti di campagne elettorali possono essere anche persone che sono autonome e
quindi passano da candidato a candidato, diverso dallo spin doctor.

Sul piano tecnico: Utilizzo di tecniche come

La definizione della notizia del giorno: uno staff di comunicazione cerca di entrare nel
racconto delle notizie del giorno in maniera propagandistica, è una cosa facile per chi ha
una posizione di grande centralità; gli esecutivi politici, governi, hanno un vantaggio da
questo punto di vista però non è detto che questa attenzione sia sempre positiva

La creazione di media events: evento che attira l’attenzione su chi si sta candidando. Ex.
In campagna elettorale un evento mediatico importante è il dibattito, oppure se c’è una
notizia che non c’entra con il politico, egli deve riuscire ad addentrarsi in qualche modo.

Ex. Berlusconi; eventi mediatici che ha creato: firma del contratto con gli italiani (inizio
anni 200)  evento già fatto in America ma l’idea che egli si impegna a fare delle cose fu
un grande evento mediatico.

Lo staff di comunicazione fa una riunione per discutere la definizione del tema della
notizia del giorno, comprende anche un impacchettamento della notizia in maniera tale
da renderla già fruibile ai media: notizia deve essere accompagnata anche da una parte
audiovisiva.

Si devono organizzare anche delle attività che mettono in contatto i politici e giornalisti
come la comunicazione stampa. Oggi c’è un’attenzione anche per quanto riguarda i
social media (decidere che immagine usare, ecc.).

Si possono anche inventare delle cose: fotografia del backstage. Ex. Fotografie di
Obama, cogliono il leader in momento chiave della sua attività istituzionali ma non in
maniera formale. Iniziativa ripresa anche in Italia con Renzi  modo più creativo di news
management.
L’obiettivo è stare al centro dell’attenzione e nella maniera più positiva possibile. Uno dei
tratti salienti della comunicazione di oggi è l’overdose di informazioni, quindi, è difficile
attirare l’attenzione rispetto al passato.  concetto legato al GOING PUBLIC

GOING PUBLIC
Può esserci all’esame

È la pratica comunicativa attraverso la quale i presidenti americani fanno appello ai


cittadini per sollecitarli a manifestare il loro sostegno a determinate politiche.

L’idea di base è che l’impegno comunicativo del presidente influenzi a suo favore
l’opinione pubblica e che quest’ultima, a sua volta, eserciti una pressione sui parlamentari
affinché votino conformandosi alla volontà popolare e, quindi, a favore dei progetti di
legge del presidente  aumenta la probabilità di successo delle iniziative legislative del
presidente.

= Strategia che vuol dire rivolgersi direttamente ai cittadini per avere sostegno per la
propria azione politica.  non vuol dire solo parlare e stare in pubblico, ma andare
“verso” il pubblico.

È molto importante, in particolare per i capi di governo, avere un’interazione con i propri
cittadini. Può essere necessario anche per usare il consenso come arma.

Ex. USA: il going public è legata a Regan, ex attore, presidente repubblicano, quando
viene eletto ha un problema: congresso controllato da democratici. Egli voleva riformare
le cose, è ex liberista, quindi doveva negoziare con il congresso. Lui è un oratore e si
mette a fare discorsi in prima serata in cui chiede ai cittadini americani di far sentire la loro
voce al congresso.

 Il capo di stato usa la propria popolarità per rivolgersi ai cittadini in modo da avere
il loro consenso e influenzare altri attori politici. C’è un appello diretto al cittadino

Il Going public nasce con Regan ma in pax. Altri politici fanno una cosa del genere come
ad esempio Roosevelt.

Oggi il going public si è attualizzato: prima si faceva tramite tv.

Si effettua attraverso media tradizionali (discorsi alla televisione) o nuovi media (social
media): diretta facebook. Question time, però una delle novità offerta dai media digitali
che le question time (è uno strumento istituzionale, come alcune conferenze stampa) si
possono fare su qualsiasi social media.

Dobbiamo tenere in mente che esistono diversi contesti politici e perciò anche il going
public cambia.

Ex. Il going public può essere utile in un contesto militare per influenzare anche i propri
alleati e per tenere sotto controllo il proprio partito.

Margaret Thatcher: aveva parecchi oppositori ma era convincente e popolare. Appena


sono emersi dei problemi il partito politico la rimpiazza.
Il going public: si può vedere anche come una serie di rapporti che un capo politico ha
con i media, concittadini, che mirano a rafforzare la sua posizione e come strumento
all’interno della sfera politica.

È necessario circondarsi di figure di professionali come in campagna elettorale. Si parla a


tale proposito di “campagna permanente”. Il personale specializzato fa cose simili che
nelle campagne elettorali ma si differenzia per il fatto che si concentrano su determinati
temi in base alle esigenze  c’è il bisogno di avere un parere e dei dati su cui ragionare,
una visione di insieme della comunicazione, i portavoce (che a volte sono le stesse
persone o figure diverse).

 Nel tempo si è visto che tutti i governi si sono dotati di questi staff: in passato la
comunicazione era fatta molte meno da figure legate a un ruolo ma erano discorsi
che si svolgevano, ad esempio, all’interno dei gabinetti dei ministri.

L’evoluzione della comunicazione politica ha comportato l’emergere di nuove figure,


soprattutto in relazione ai social media. L’account personalizzato offre alcune possibilità
più dirette di interazione con i cittadini. È ovvio che lo stile da candidato a presidente o
primo ministro cambia anche se l’aspetto più informale risultano avere sempre più
importanza; si veda le foto backstage.

Esiste anche un altro aspetto di comunicazione pubblica: la comunicazione pubblica è


più della istituzione in sé, con modalità informativa  diverso dal news management

CAMPAGNE ELETTORALI
(da sapere)

Sono costose, ci sono voci di spessa più alte di altre  i candidati devono avere delle
risorse.

Un altro tema è quello del finanziamento dei partiti.

Si è visto anche come un candidato che raccoglie molto denaro non sfonda rispetto a un
altro che ha meno finanziamenti.

La posta gioco nel momento delle elezioni è alta.

Partiamo dal Quadro Storico

Per capirlo bene è importante avere alcune basi rispetto ai cambiamenti della politica

In generale tutti gli studiosi tendono a suddividere in 3 grandi fasi, pur sapendo che in
realtà questa tripartizione finisce col dare una visione in prospettiva la fase postmoderna.

Il focus è sulla parola “moderna”, l’avvento della Tv  sono periodi un po’ sfumati

Periodizzazione della campagna:


 Fase premoderna: Mondo senza tv

Quando si parla della fase premoderna lo si fa con l’occhio del Primo dopoguerra,
seconda metà anni ’40 / ’50.

Questa fase può essere collocata un po’ come vogliamo. In generale ciò che vale in
questo periodo è la centralità dei partiti  Ciò che accade tra le due guerre: ondata
regressiva per quanto riguarda le democrazie.

La centralità dei partiti coincide con la nascita dei governi dittatoriali.

Caso USA: c’è una competizione tra 2 partiti da sempre importanti, che gestiscono la loro
esistenza politica attraverso il legame di identificazione di partito, la logica del partito 
visioni legate al gruppo sociale intesa come status socioeconomico e appartenenza a
certe categorie lavorative piuttosto che altre, appartenenza a un gruppo linguistico,
tema della religione (partiti confessionali). L’appartenere a un gruppo sociale predispone
una identificazione con il partito.

Negli anni 40 essere democratici voleva dire essere cattolici.

È un mondo di appartenenze a gruppi, partiti  è un mondo prevedibile (si può


prevedere facilmente l’esito del voto)

Gli studi moderni del voto nascono con Lazarsfeld, immigrato che scapa in America dal
nazismo, che mette insieme un gruppo di ricerca con l’interesse di capire se la
comunicazione può influenzare la decisione di voto. È interessato anche al ruolo della
radio (principale strumento di comunicazione).  ciò che risulta: la comunicazione
cambia poco il voto. Perché esistono i gruppi sociali, identità di partito. Quello che serve è
risvegliare le attitudini preesistenti. Lazarsfeld e la sua squadra dicono anche che ci sono
elettori che ha una appartenenza famigliare di un certo tipo ma magari individualmente
appartiene ad un altro.

C’è poca mobilità: se si nasce democratico allora si rimarrà democratico.

In Italia (partito socialista, p. comunista, DC) esiste una specie di condizione non scritta. 
Rimangono stabili i due stremi. Ciò fa si che la campagna elettorale non fosse ispirata a
far cambiare le idee delle persone ma di ricordare le persone qual era il loro ambito di
appartenenza.

Fine anni 80/90 con la Lega nasce una discontinuità però fino ad allora era un sistema in
cui prevaleva una certa continuità  la competitività cresce in prossimità della fine della
prima repubblica.

Germania: ci sono due principali partiti  pian piano compaiono altri partiti

Francia: partito socialista forte, partito comunista non così tanto forte, partito gaullista

In questi due ultimi paesi c’è un’alternanza di governo. In una competizione democratica
in cui si usa ancora la strategia di ricordare la posizione.

C’è il tema del tipo di elezione: Usa e Francia elezione popolare. In ITALIA i lider contano
ma in quanto lider dei partiti (c’è meno personalizzazione)
C’è il fatto che con la DC si è sempre evitato di avere alti dirigenti di riferimento a capo
del partito ma più persone che si dividevano i ruoli  seconda metà anni 80 Crassi capo
del partito socialista dell’ultima fase, è stato uno dei più innovatori per quanto riguarda le
campagne elettorali. Spadolini, capo del partito repubblicano, contribuisce a
personalizzare campagne elettorali  non vengono dai partiti principali questi
cambiamenti

Nella fase premoderna si ha una prevalenza di questo sistema perché le persone ti


votano per quello che sei e per i valori di cui ti fai portavoce e decisamente meno per
quello che fai. L’elettorale cerca nel rappresentante un’identificazione e una
corrispondenza con il proprio sistema di valori.

La comunicazione della fase premoderna è accessoria. È la logica dei partiti quella che
prevale e pertanto la comunicazione è coerente a questa logica.

Nella fase premoderna in Europa la forma partito predominante è quella del partito di
massa (grandi partiti con molti iscritti che promuovono una vita associativa così da creare
un’identificazione di gruppo)  Il messaggio politico è incentrato su temi e valori di cui
sono portatori più che sulle persone e argomenti passeggeri). Ciò che caratterizza questa
fase è la continuità nei rapporti tra partito ed elettore, il quale tendenzialmente è fedele.

QUALI SONO LE CARATTERISTICHE DI UNA CAMPAGNA ELETTORALE FONDATA SU QUESTI PRESUPPOSTI?

- STAMPA

Il mezzo di informazione predominante in questa fase sono i giornali.

In un contesto come quello italiano il giornale di partito ha una certa importanza  il


cittadino politicamente impegnato legge i giornali di partito (l’Unità, L’Avanti, L’avvenire).

C’è anche di una stampa che non è schierata in maniera netta, ma presenta comunque
connotazioni progressiste o conservative. Questi giornali non sono però controllati da
partiti, ma da gruppi editoriali.

- MANIFESTI

La propaganda politica, però, non si fa solo attraverso i giornali di partito. Uno strumento
importante è il poster elettorale (manifesto elettorale). In Italia e in Francia il poster è
molto utilizzato.

Nel tempo il poster evolve, ma quello tipico delle fasi premoderne è spersonalizzato:
l’obiettivo è comunicare un messaggio  Si utilizza spesso la satira o immagini grafiche.
Dopo si passerà a immagini fotografiche.
- PORTA A PORTA

Il tipo di campagna elettorale nella fase premoderna è affidato a un passaggio di


informazione personale tra persone e dunque relegato alla voglia dei militanti di fare
proselitismo. Questa pratica deriva dall’impossibilità di fare una propaganda centralizzata
(come consentirà di fare invece la TV).

Vi sono comunque differenze tra i diversi Paesi.

I partiti americani non sono come quelli europei: l’autonomia del candidato nel collegio è
molto maggiore ed è favorita dal fatto che il sistema elettorale negli U.S.A è maggioritario
(chi prende più voti vince) e si elegge direttamente il presidente.

In Italia vige il sistema proporzionale in cui talvolta si può esprimere una preferenza e altre
volte si hanno delle liste bloccate.

Le campagne premoderne sono campagne brevi poiché richiedono l’ausilio delle


persone; in più la campagna ha la funzione di riattivare delle opinioni preesistenti e quindi
ciò che conta è farlo nel periodo immediatamente precedente al voto.

Se gli elettori devono essere conquistati, invece, è necessaria una programmazione che
richiede tempo. Oggi le informazioni sul consenso e sul tipo di elettori sono date dai
sondaggi, mentre nella fase premoderna queste informazioni derivano dai rappresentanti
nei territori.

In questo periodo, inoltre, la politica lancia degli input: sapendo che l’elettorato ti dà
fiducia non è necessario preoccuparsi di ogni azione politica messa in atto.

La fine della fase premoderna si colloca laddove la televisione arriva come protagonista
della politica.

La televisione in Italia arriva non molto tempo dopo rispetto agli Stati Uniti. Ciò che
cambia è che negli Stati Uniti essa è adottata subito come strumento di propaganda,
mente in Italia no. Di conseguenza la fase premoderna in Italia sarà molto più lunga
rispetto ad altri contesti. Ciò deriva dal fatto che i partiti rimangono forti per un lungo
periodo e dal fatto che la televisione viene utilizzata come strumento di divulgazione e
scolarizzazione e non per propaganda politica.

La Francia è un Paese in cui la TV viene utilizzata da subito come strumento politico,


soprattutto dal presidente. Successivamente diventerà uno strumento in cui si ospita la
politica.

La fase premoderna si chiude e lascia spazio alla moderna in tempi differenti  in Italia la
chiusura della fase premoderna non può essere ricondotta all’arrivo della Tv negli anni
’60.

 Fase moderna: Mondo della tv

Tv cambia tutto il mondo dell’informazione  diventa la principale fonte di informazione


politica.
La tv si presenta anche come strumento di propagando: spot elettorale il massiccio uso
di spot fa la differenza da contesto a contesto.

C’è un massiccio investimento negli spot  aumenta il costo delle campagne. Ci sono
anche altri strumenti emergenti oltre la tv, come i sondaggi, che aumentano
ulteriormente il costo, insieme alla professionalizzazione (persone professionali aiutano i
politici nelle campagne).

Si passa dalla logica dei partiti alla logica della Tv  Da una campagna elettorale non
molto costosa a una più costosa. Da forma di decentramento a delle campagne più
centralizzate, in una sede centrale o War room, stanza dove si disegnano le strategie.

L’avvento della TV era stato preceduto da un altro strumento, ovvero la radio. Questa
viene utilizzata molto dai regimi autoritari, ma anche da esponenti di governo 
Roosevelt ne face grande uso.

La radio consentiva la diffusione di idee centralizzate, ma mancava l’elemento visivo. Per


questo affermiamo che la cesura è data dalla TV e non dalla radio.

La TV diventa anche il simbolo di una fase nuova e di benessere ed è inizialmente


generalista (=nasce come strumento di livellamento sociale poiché propone un
messaggio che vada bene un po' per tutti).

Lo spazio per la politica in TV è differenziato da Paese a Paese. In Italia i telegiornali


iniziano a parlare di politica in maniera rigida e formale, con un linguaggio articolato (si
parlerà infatti di politichese).

 Ci sono poi gli spot che diventano un potentissimo strumento di propaganda grazie
anche all’assenza di una regolamentazione.

 Oltre agli spot ci sono convention di partiti trasmesse (USA), dibattiti televisivi,
conferenze stampa (Francia).

Con la TV l’organizzazione della campagna elettorale cambia totalmente poiché la TV


apre la possibilità di parlare a tante persone contemporaneamente.

Negli Stati Uniti lo spot diventa il principale strumento di campagna elettorale, sebbene
richieda molto denaro sia per la produzione, sia per la messa in onda.

Lo spot in questa prima fase ha lo scopo di mandare un messaggio ampio al più ampio
numero di persone  Solo successivamente si penserà a spot mirati.

Questa logica di dover parlare a un pubblico non targettizzato fa sì che lo spot assuma
determinate caratteristiche.

- Gli elevati costi per gli spot fanno sì che i politici ricorrano ai found raising (raccolta
fondi). Molte volte i politici rifiutano i finanziamenti pubblici poiché questi hanno
delle limitazioni, mentre con le raccolte fondi non hanno questi problemi.
I soldi non sono tutto per vincere, ma in caso di poche risorse finanziarie diventa
difficile restare in gara e avere successo.

 Nella fase moderna la campagna si allunga poiché la raccolta di denaro richiede


di essere effettuata sin dall’inizio.
 In questa fase diventa anche importante il sondaggio la conoscenza
dell’elettorato viene meno, i contatti con la politica vengono meno e l’elettorato
diventa meno prevedibile. L’esperienza della politica inizia ad essere vissuta
diversamente: ci si iscrive meno ai partiti, ai sindacati, si sente la politica più
distante dalla vita personale.

Nella fase premoderna ogni persona aveva una dimensione identitaria della
politica molto forte e stabile. Nella fase moderna, invece, non tutti si definiscono
più in base all’orientamento politico.
Anche per questo le campagne si fanno più lunghe c’è maggiore fluidità e devo
lavorare molto tempo per convincere gli indecisi o elettori di altri schieramenti.

Tutto questo si accompagna a un fenomeno di professionalizzazione  Nella fase


premoderna c’era l’esperienza di persone che lavorando in ambito politico conoscevano
la politica. Queste persone però non sono in grado di adeguarsi agli strumenti nuovi;
dunque, emerge la necessità di avere delle figure professionali  non fu un processo
facile

 Fase postmoderna: Mondo della tv e della rete

Il passaggio dalla fase premoderna alla fase moderna è netto. Il passaggio a questa fase,
invece, è più complesso:

la tv è ancora protagonista ma la tv degli anni ’90 è diversa da quella degli anni ’60:
diventa plurale, con offerta più ampia a tutti i livelli (non solo alla tv) tv acquisisce delle
potenzialità diverse. Il fatto di avere canali seguiti da cittadini che si spongono a un certo
tipo di intrattenimento o contenuto rende più semplice capire con chi si sta parlando.

Anche la radio viene riformulata dall’avvento dei talkshow radiofonici  quando


compare internet l’etichetta di new media veniva data a formati non che derivano per
forza dalla rete ma anche ai talk show radiofonici.

Ci sono stati casi di conduttori radiofonici che sono stati degli opinion leader.

L’impatto della diversificazione porta anche ad una segmentazione  usata per capire i
gruppi e poi mirare dei target

È un mondo che evolve sulla base che c’è stato in passato ma comporta anche
un’evoluzione, che va nell’ottica della pluralità  messaggi più mirati
La rete cambia le cose. Anche essa è un luogo in cui si riproducono degli equilibri fuori
della rete  campagna ibrida: idea che devi essere a tuo agio online e offline. Idea
lanciata da Andrew Chadwick.

La campagna postmoderna: accompagna un rapporto elettore-politico indebolito. La


campagna postmoderna è quasi una risposta a ciò.

Diventa una campagna di conquista, il politico cerca di catturare quanti più consensi
può. Deve imparare a parlare a pubblici diversi, deve essere versatile. Questo non è
semplice.

IL LINGUAGGIO DEI POLITICI: esortativo quando in pubblico; della contrattazione tra i politici
stessi. Il linguaggio esortativo ha però caratteristiche diverse in base al tempo. Oggi però
lo stile del linguaggio deve essere diverso in base al mezzo e mantenere la stessa
coerenza, in questo si intende campagna ibrida. Si deve essere flessibile e versatile e
mantenere la stessa immagine  si vede a volte la differenza forte da parte di politici che
crescono sulle dirette fb e poi in discorsi davanti al parlamento sembrano impacciati.

La campagna ibrida si ravvicina a delle caratteristiche di frammentazione e


territorializzazione, nel senso che rete è uno spazio non fisico però può predisporre dei
meccanismi di interazione diversi da quelli della tv (interazione top down, con attori
politici che mandano il messaggio e il pubblico che riceve il Messaggio in maniera ampia
e generale). Anche la rete è un mondo di differenziazione ma anche un mondo che può
essere mobilitato, simile a quella della fase premoderna ma con strumenti nuovi.

Ex. Obama campagna elettorale 2008: sconfitta di una candidata con molti fonti e voluta
grazie a nuove tecnologie come il sito web per mobilitare le persone: si incentiva le
persone a fare una serie di cose fuori della rete.  fattore di grande mobilitazione (get
out the vote) che permette di incentivare fasce di elettori non facilmente mobilitabili
(come giovani), importante anche per raccogliere fondi attraverso donazioni.

Bisogna evidenziare che la campagna postmoderna ha già avuto una periodizzazione a


causa della crescita della rete. La campagna elettorale del 2000 è diversa da quella di
oggi.

In generale la macchina organizzativa delle campagne è ancora costosa e pone


problemi di fondi monetari.

È l’era della campagna permanente e che continua ad usare professionalità (nascono


anche nuove)
IMAGE MANAGEMENT
Il linguaggio è molto importante per la costruzione dell’immagine. Anche gli aspetti non
verbali sono rilevanti. C’è sempre una esigenza di adattabilità perché non tutti gli
strumenti richiedono lo stesso linguaggio del corpo.

Il politico autentico tendenzialmente ha più successo rispetto a forzare determinate


identità. Allo stesso tempo, un candidato troppo camaleontico rischia di disorientare
l’elettorato. È un grande vantaggio riuscire a incarnare diverse realtà per diversi gruppi.

IL CASO OBAMA

Obama ha avuto un successo inaspettato poiché aveva una grande storia da poter
rivendicare e gli permette di mandare messaggi forti a elettori diversi.

È giovane anagraficamente e nei modi  i giovani si mobilitano poiché rimangano colpiti


dalla sua figura.

Obama aveva anche una storia particolarepoteva essere il primo presidente nero degli
Stati Uniti e marcava la sua appartenenza alla minoranza. Gli afroamericani, di
conseguenza, si sono compattati dietro di lui.

La coerenza quindi è importante, ma lo è anche avere diverse immagini che però


contribuiscono a creare un’unica narrazione.

L’IDENTIFICAZIONE DEI PUNTI DI FORZA


Ciascun candidato può valorizzare determinati aspetti della propria vita.

Spesso questo marca la linea di divisione tra insider e outsider. Si può essere outsider per
certi punti di vista, ma anche insider.

EX. Nel caso di Obama, egli era outsider per la sua appartenenza etnica, ma insider
perché era già inserito negli ambienti della politica.

Trump è invece un candidato outsider, esterno a quel sistema e vince per la sua
dirompenza.

Il vero outsider è quindi colui che proviene da altri ambienti e anche in politica
mantengono atteggiamenti che non sono propri di quel mondo.

EMPATIA

La politica non è un ambito di sola razionalità.

Molto probabilmente la volontà di votare per un politico o l’altro non dipende dalla
nazionalità, ma dalla capacità di parlare al nostro profondo, che coinvolga l’ambito
della socializzazione e che sappia emozionare e ci fa sentire compresi.

Obama è riuscito a parlare alle persone più come celebrity piuttosto che con l’empatia,
come faceva Clinton.
Si parla comunque di connessioni con forte componente emotiva. Si può far politica
anche suscitando odio e trovando un nemico.

PREVENIRE GLI ATTACCHI

La politica non è un ambiente facile poiché spesso gli avversari possono sfoderare molta
aggressività.

Presentarsi dichiarando dei problemi può essere un modo per prevenire gli attacchi.

Spot elettorali
Lo spot elettorale classico è breve (sotto i 60 secondi), sia per richiamare l’attenzione, sia
per gli alti costi di acquistare uno spazio pubblicitario.

Mazzoleni diversifica gli spot in diverse categorie:

- Mezzobusto

Spot per presentare il candidato  di solito a mezzo busto oppure attraverso la mostra
di episodi della sua vita (obiettivo è farsi conoscere)

- Cinema verità (vita reale candidato)

- Gente comune

Ci sono spot in cui coinvolgi persone: si può chiamare un testimonial o si può far
parlare le persone comuni.

C’è lo spot in cui si mira a mandare un messaggio tematico  si esprime ciò che il
candidato ha fatto su quell’argomento.

- Testimonial

- Spot negativi

Lo spot negativo è molto usato dagli Stati Uniti  mira a parlare male dell’avversario e
insinua dubbi sull’inadeguatezza del candidato. Se un politico si è contraddetto si fa
vedere il voltafaccia.

Dimensioni per valutare l’efficacia di uno spot


 Emozione (capacità di suscitare reazioni emotive)

 Persuasione (presenta un argomento chiaro e convincente)

 Verità (presenta fatto facendo riferimento a fonti)

 Stile (uso dei suoni, musica e immagini)


Anche in Italia ci sono stati spot come negli USA ma non hanno lo stesso impatto, ha
sempre trovato meno spazio  c’è una chiave diversa; è ironica.

Idea dello spot testimonial (uso del testimonial celebre)

Dibattiti
È sempre un’occasione in cui il candidato può mostrarsi per come è e correggere dei
pregiudizi che l’elettorato può avere nei suoi confronti.

La funzione del dibattito è quella di galvanizzare i propri elettori e solitamente chi guarda
il dibattito è già chi è interessato alla politica.

Tuttavia, il dibattito contribuisce alla creazione di un clima di opinione.

In Italia compare a partire dagli anni ’90, mentre negli Stati Uniti già nel 1960 ci fu quello
tra Kennedy e Nixon.

Il dibattito a due si farà in determinate occasioni e quando cambierà la legge elettorale


diventerà più difficile da realizzarsi poiché si presta in presenza di pochi candidati

Negli Stati Uniti il dibattito è un vero e proprio media event. È il momento topico del horse
race, lo si guarda come fosse un match sportivo.

QUALI SONO I POLITICI CHE POSSONO ESSERE CONSIDERATI CELEBRITA?


Ci sono due tipi di celebrità in politica:

- Politici tradizionali che usano i formati della cultura popolare e dello star system
Ex. Trump, Grillo, Regan  iniziano sostenendo delle cause politiche e poi
saltano dentro.

Regan Ronald era apparentemente un outsider (attore) ma questo gli ha dato delle skills
di comunicare che altri politici non avevano. In realtà non è mai stato un attore molto
conosciuto; poi per molti anni fa public speaker per alcune società e poi piano piano
entra in politica. Quando il partito repubblicano si rivolge a lui come candidato e poi
diventa politico a tutti gli effetti  introduce idee nuove ma ciò si deve al fatto che in
quel momento in tutto il mondo c’è una ondata liberista (non è legato al suo essere
outsider). È un politico abile a negoziare

Trump è proprio uno che precipita in politica al massimo livello e non ha una cultura
politica alle spalle. Quindi assorbe e riflette valori estremante radicali di destra, li propone
e trova il favore dell’elettorato. Ha un approccio poco tradizionale e ciò rimane in tutto il
suo mandato. Lui è uno che ha cercato di rompere sempre gli schemi, sia in campagna
sia in governo. Lui è più rappresentativo della portata della politica celebrità.

È un caso interessante quello di Trump anche perché il suo modo di essere politico deriva
dal suo essere celebrità  è uno showman (background diverso da un attore o sportivo).
La celebrità va studiato anche in questo senso, bisogna capire che tipo di celebrità è.

Ci sono quelli che diventano celebrità dentro in politica


- “star” in vari ambiti (attori, musicisti, campioni sportivi) che usano la loro fama
per sostenere cause politiche o sostenere candidati

ex. Canzone di Obama


Esistono influencer che possono influenzare a sostenere una causa politica. Non
abbiamo più solo il cantante come endorsment. L’endorsment passa oggi
spesso attraverso i social media.

COSA COMPORTA PER UN POLITICO ESSERE UNA STAR?


- Essere oggetto di attenzione mediatica da parte dei media anche in relazione
alla propria vita privata

A questo punto si diventa una celebrità perché si viene trattato come i cantanti, attori,
ecc. sei una persona per cui le persone sono curiose e quindi diventi un oggetto da
vendere per questo tipo di outlet mediatico  aspetto non consensuale

Se hai una storia puoi diventare una celebrità velocemente: ex. Macron è stato un
personaggio che fonda un suo partito e diventa presidente della Francia (paragonato a
Berlusconi). Egli era già in politica perché era ministro di uno dei governi a guida socialista.
Egli diventa un beniamino delle riviste di gossip e popolari perché aveva una romantica
storia d’amore (la sua moglie era la sua prof di Liceo). La sua storia ha attirato molta
attenzione mediatica e l’ha trasformato in una celebrità.

Obama: giovane brillante con background particolare (padre africano e madre bianca,
cresciuto dai nonni)  storia alla base del suo diventare celebrità

Questi due sono i politici celebrità.

In Italia: Grillo, Berlusconi, Salvini, Conte, Renzi  sono tipi diversi perché in alcuni casi sono
celebrità pregressa che entrano in politica (Berlusconi, Grillo) e altri che diventano
celebrità nella carriera politica (Renzi, Salvini).

Salvini a petto nudo sulla copertina di “Oggi” per una intervista personale  passo per la
celebrità di Salvini. Molto del suo modo per essere celebrità è stato l’uso dei social, dove
ha sempre raccontato cose personali

Renzi copertina allacciandosi la cravatta su Vanity fair  Salvini ha usato la carta un po’
più scherzosa ma comunque la foto di Renzi è easy. Renzi è andato anche ad “amici”

- Rivelare la propria intimità e mostrare il proprio inner self

io faccio il politico e per rendermi simpatico e stabilire un rapporto a un altro livello cerco
condivisione di aspetti personali, intimi. L’obiettivo è mostrare prossimità, si mette sullo
stesso piano del cittadino  aspetto consensuale,

- Relazionarsi in vari modi col mondo dell’entertainment e della cultura popolare

Perché tutto questo? Perché la celebrity politics?

È una costruzione di un certo tipo di immagine con scopo di:


- raggiungere nuove audience

- creare un senso di prossimità

Renzi va ad “amici” per creare un senso di prossimità  vuole fare vedere che sarà duro
sulle proprie idee ma è anche una persona carina e gentile (utile a tutti i politici).

Questo tipo di celebrità (che diventano celebrità nella carriera politica) è una celebrità
della porta accanto  Il leader diventa un “intimo sconosciuto” o “everyday political
celebrity”

Poi esistono sempre le superstar alla Trump che non cercano prossimità

Grillo è diverso perché lui è una vera celebrity: ha usato il suo capitale di celebrity e l’ha
usato in tutte le campagne andando in giro per le strade con un Tour e proprio show. Lui
non rilascia interviste parlando dei fatti suoi

- mobilitare sostenitori/fan

 Tutto ciò può avvenire attraverso l’intermediazione dei media (soprattutto


entertaining media, talk shows, stampa popolare, ma anche mainstream media) o
attraverso la rete (soprattutto i social media)

IL LEGAME TRA LEADER E FOLLOWERS/FANS


Se tutto questo viene fatto e funzione vuol dire che c’è una audience: soft o acceso.

Ci sono modi diversi di essere fan. Ci sono coloro che consumano informazioni su un
politico e altri che producono materiale (su fanpage, meme) sui social; non più un
consumo passivo ma molto più attivo  non nasce tutto sui social ma lo rinforzano.

C’è anche l’anti fandom: la community contro un politico  è interessante vedere


quanto è radicata su questione di tipo ideologico o antipatia sulla persona. Può essere
anche attivo sui social  può essere la fine del leader carismatico.

MEDIA
- fonte di informazione per il cittadino
- tramite tra politici e cittadini
- MA soprattutto sono produttori di notizie.

Oltre che ricoprire il ruolo civico di informatori, media sono organizzazioni che devono fare
profitto  hanno logiche di mercato. Il cittadino diventa quindi consumatore.

Il mercato mediatico presenta una grande varietà e questo ha delle ricadute anche sulla
comunicazione politica. Si ha quindi:

1. un processo di diversificazione e commercializzazione dell’offerta


2. un processo di globalizzazione e concentrazione della proprietà (Sky  gruppo
internazionale; si passa da offerta locale a globale)

3. il media segue una logica non solo di profitto, ma anche ideologica, un


allineamento con un’area
Ci sono testate allineate a destra, a sinistra e altre generaliste (area moderata), la
cui affiliazione è meno netta. In altri Paesi c’è un’esplicitazione molto più marcata.
Negli Stati Uniti prima delle elezioni si fanno gli endorsement: il direttore del giornale
dichiara apertamente la propria preferenza. In Italia l’endorsement è oggetto di
polemica.

4. Infotainment: è un termine molto ampio che si applica a una molteplicità di testate


e di programmi. Esso comprende tutto ciò che ha in sé un’idea di intrattenimento e
nasce da una richiesta commerciale  C’è quindi un legame con il profitto.
L’infotainment, tuttavia, non va contro i principi informativi. Non si tratta di
abdicare l’informazione politica, ma di farla perseguendo un altro modello.

Le opinioni sull’infotainment in realtà sono diverse:


- c’è chi sostiene che questi programmi siano utili a cittadini che non si
informerebbero con modalità tradizionali.

- altri studiosi sostengono che l’infotainment impoverisce il dibattito (video


malaise).

Ex. In Francia è stato realizzato un programma in cui si intervistavano i politici senza però
affrontare alcun tema politico (ambition and time). Il set era accogliente e pensato per
valorizzare l’ospite  La polemica sul programma nasce dal fatto che l’intimizzazione del
politico non porta al cittadino alcuna utilità.

Quando si parla di mediatizzazione si sta parlando anche di questo  i cambiamenti


verificatesi nell’ambito dei media hanno cambiato anche l’approccio della politica;
talvolta ciò comporta lo sconfinamento dai linguaggi della politica. Alcuni affermano che
laddove c’è un impulso commerciale forte, l’effetto di snaturalizzazione può essere anche
preoccupante.

Il risvolto della medaglia è vedere questi format di entertainment come luoghi in cui fare
propaganda; se i media, tuttavia, propongono determinati formati, allora il politico è
portato a adattarsi. Sono pochi i politici che stravolgono dei formati.

LA MEDIATIZZAZIONE: (esame)
=è il processo per cui i cambiamenti del sistema mediatico hanno un impatto sulla
politica.

1) rappresentazione della politica come competizione/horse-race 


Horse race non è personalizzazione della politica. Nell’horse race mettere al centro la
persona è un’operazione necessaria per trasformare il racconto della politica in
competizione, ma non è tutto.

La personalizzazione della politica ha due aspetti:

- da un lato si tratta di parlare delle persone più che parlare di altri soggetti della
politica (parlo più dei leader piuttosto che dei temi o dei partiti). Questo aspetto,
tuttavia, non è particolarmente mutato poiché il leader deve necessariamente
essere posto al centro e avere una data rilevanza.

- l’aspetto che davvero è mutato è il modo di parlare del leader  privatizzazione e


intimizzazione. Il passaggio della rappresentazione come competizione è dato da
una narrazione che si basa proprio sulla competizione.

2) L’altro elemento sono i formati  hanno implicato una semplificazione del


linguaggio (politica come slogan) richiesto da certi formati televisivi (il telegiornale
richiede l’informazione condensata e delle headlines)

3) L’ultimo aspetto da sottolineare è il cambiamento dei tempi  Nella


comunicazione contemporanea c’è molta più velocità. La TV ha velocizzato
rispetto a ciò che c’era prima, ma la rete ancor di più. Questo ha cambiato la
politica, ma anche la rappresentazione mediatica.
Oggi il problema del giornalista non è dare la notizia, ma offrire un commento. Il
telegiornale stesso arriva in ritardo rispetto alla rete poiché sono a orari fissi: oggi il
suo ruolo non è più informare, ma fare il punto della situazione.

CICLO DI ATTENZIONE DEI MEDIA


COME HA REAGITO LA POLITICA?

Sono stati velocizzati i tempi anche da parte dei politici, ma non sempre sono in grado di
dare risposte adeguate.

Antony Downs (politologo statunitense) descrive in un suo lavoro il ciclo di attenzione dei
media.

Ex: c’è una notizia che comunica un’emergenza e si genera una polemica. La politica
deve dare immediatamente una risposta e deve sperare che con le sue parole riesca ad
arginare la polemica. La via preferibile per il politico è tamponare e fare interventi di
breve periodo.

C’è anche da valutare che dopo il termine dell’emergenza l’attenzione dei media si
sposta verso altro. I media guardano all’aspetto più spettacolare e drammatico e
migrano velocemente verso altri temi, ma ciò fa venire meno l’approfondimento delle
questioni.

Ciò che avviene nei momenti di emergenza è anche il blame shifting (=strategia che
sostanzialmente serve a scaricare la responsabilità del problema ad altri).
LA PROFESSIONE DEL GIORNALISMO POLITICO
3 modelli secondo Hallin e Mancini (2004)

1. Nord-Atlantico o liberale ne fanno parte paesi anglofoni – Stati Uniti, Inghilterra,


Canada …

2. Europeo centro-settentrionale o democratico-corporativo ne fanno parte


Germania, Scandinavia, Olanda

3. Mediterraneo o pluralista-polarizzato

Questi modelli danno un’idea di fondo di come il giornalismo politico si diversifica in base
al contesto.

 I nomi di questi modelli non corrispondono obbligatoriamente alle zone


geografiche.
La Francia, per esempio, si colloca nel modello mediterraneo nonostante si possa
considerare come un Paese dell’Europa centro-settentrionale.

I modelli si delineano in base a 4 dimensioni:

1) circolazione e diffusione della stampa: viene utilizzato questo indicatore per


comprendere le modalità di fruizione dell’informazione da parte dei cittadini e la
diffusione della stampa (indicatore dell’interesse dei cittadini verso la politica)

2) parallelismo politico: quanta autonomia c’è tra la sfera del giornalismo e la sfera
della politica.
Dal punto di vista del giornalismo si parla di watch dog (cane da guardia) 
assume la veste del controllore. Questa è la base del giornalismo d’inchiesta, ma si
può sempre sfociare nella ricerca dello scandalo a tutti i costi che può essere
anche dannosa. I politici prevengono questi fenomeni facendo outing. Questo
principio del watchdog è considerato il modello ideale da seguire per tutti i
giornalisti che fanno giornalismo politico. In questi contesti la separazione si vede
dal fatto che non esiste la stampa o la televisione di partito. Esistono testate
simpatizzanti, ma non organi di partito.

3) professionalizzazione: riguarda le regole interne che si danno i giornalisti

4) ruolo dello stato: modalità con cui lo Stato interagisce nel sistema dei media

NORD ATLANTICO

1) circolazione e diffusione della stampa

- Livello medio
- stampa di massa: alta diffusione della carta stampata
- tabloids (giornali con molte fotografie con titoli molto appariscenti- The Sun; sono
quotidiani molto popolari e accattivanti visivamente in cui le notizie sono
presentate in maniera spettacolare/scandalistica. In passato i tabloids si
distinguevano molto dai giornali tradizionali. Nel corso del tempo si è invece
realizzata una tabloidizzazione della stampa più tradizionale).

2)parallelismo politico

- Giornalismo d’informazione e di inchiesta


- No stampa o televisioni di partito
Scarso parallelismo politico e basso intervento statale

3)Professionalizzazione

- Forte professionalizzazione
- autoregolamentazione non formalizzata  cultura di controllo della categoria; si
punisce chi non rispetta certi comportamenti (ex. false notizie)

4)ruolo dello stato

- Sistema di mercato o televisione pubblica: poche restrizioni


Ex. gli spot negli Stati Uniti possono essere realizzati in maniera illimitata; In UK la BBC,
tuttavia, è pubblica, ma ha una programmazione che hanno un taglio divulgativo.
Non è assimilabile alla televisione commerciale. In Italia, invece, non c’è grande
differenza tra televisione pubblica e privata.

EUROPEO CENTRO-SETTENTRIONALE

1) circolazione e diffusione della stampa

- Alta circolazione di giornali


- stampa di massa  interesse per la politica

2) parallelismo politico

- Stampa commerciale neutrale


- stampa di partito  partiti e gruppi sociali coinvolti nella gestione delle trasmissioni
secondo modello corporativo, quindi con regolazione e formalizzazione
- C’è anche autonomia delle televisioni.

3. professionalizzazione

- Forte professionalizzazione
- autoregolamentazione formalizzata

4. ruolo dello stato

- Forte televisione pubblica


- sussidi statali  forte rapporto tra politica e comunicazione e informazione politica.
È comunque formalizzato e bilanciato: è riflesso di una cultura meno avversariale
sul livello politico. I paesi nordatlantici hanno strutture di competizione politica
molto nette (ex. negli Stati Uniti il sistema è binario; in UK c’è maggior varietà, ma si
alternano sempre 2 partiti al potere). In Europa viene anteposta la ricerca di
consenso all’antagonismo e si fanno coalizioni molto ampie.

MEDITERRANEO

1) circolazione e diffusione della stampa

- Bassa circolazione giornali


- stampa di élite (assenza di tabloids)

2) Parallelismo politico

- Alto livello di parallelismo: commistione politica e stampa più alta + modello


parlamentare di gestione della televisione pubblica
- Stampa di partito
- Controllo politico sulla televisione

3) Professionalizzazione

- Debole professionalizzazione

4) ruolo dello stato

- Forte intervento dello stato


- sussidi statali

L’ECOSISTEMA MEDIALE
La caratteristica fondamentale del sistema mediatico è la pluralità di mezzi e di forme che
è stata prodotta, da un lato dall’evoluzione di mezzi di informazione di lungo periodo;
dall’altro dall’avvento del mondo digitale che ha aperto gli orizzonti moltiplicando gli
strumenti e creando nuove modalità di fare informazione politica. Ciò ha creato
complessità, un sovraccarico informativo e la generazione di scorciatoie cognitive per
affrontare questa nuova realtà.

Abbiamo parlato di ibridità, ovvero della necessità di integrare il mondo online e offline.
Definiamo infatti una buona campagna elettorale una che coniuga questi due aspetti 
Le testate giornaliste si sono dovute adattare alla crescente rilevanza della rete, mentre
molte altre hanno voluto uno sviluppo online sin da subito.

Si apre però la questione dell’informazione a pagamento e quella libera. Per giustificare il


pagamento di prodotti in uno spazio in cui troviamo molta informazione. Il giornale deve
quindi fornire un’informazione che altrove non si troverebbe  alla semplice notizia si
aggiunge il commento.
L’avvento della rete ha portato nell’ambito del giornalismo e ai cittadini la nascita del
Citizen journalism (=giornalismo fatto dai cittadini). Gli stessi organi di stampa hanno quindi
richiesto ai cittadini la loro partecipazione attraverso l’invio di foto o testimonianze alla
redazione.

Ciascuno di noi è diventato potenzialmente creatore di contenuti  Assistiamo a una


distribuzione della celebrità. Si può ottenere quindi attenzione da nicchie. Anche in
politica si può vedere l’effetto di ciò. L’esempio di Conte è in tal senso emblematico.

C’è quindi oggi un affollamento degli attori.

L’evoluzione è andata nella direzione di dare spazio a forme più interattive. Si è passati
dal sito, al blog e poi ai social network, che in realtà sono diversificati tra loro e il
contenuto da portare dev’essere differenziato per funzionare. L’interazione c’è, ma in
realtà non è costante.

DISINTERMEDIAZIONE
La politica old style era di intermediazione.

La democrazia rappresentativa è utile per dedicarsi a un lavoro di informazione, di


prendere le decisioni se non proporre politiche. La democrazia è quindi la risposta alla
complessità.

Oggi il rapporto tra cittadini e partiti è venuto meno  l’intermediazione non è una
chiave così dominante. La rete ha ulteriormente scardinato le vecchie logiche di
intermediazione: prima la mediazione tra i tre attori (politici, media, cittadini) era netta.
Politici e media producevano informazione e i cittadini la recepiscono. Oggi i media si
sono trovati depauperati della loro funzione di mediazione tra politici e cittadini, ma in
parte si sono reinventati per non perdere il proprio ruolo.

Si è quindi generata una disintermediazione.

Dal punto di vista del politico le fasi sono state 3:

- gestione attraverso canali personali (bypassando i media)


- quando i canali personali vengono meno si punta sull’intermediazione televisiva
- oggi si utilizzano i social network

Non si tratta più di un’interazione tradizionale, ma c’è comunque una fase di


rielaborazione sia della piattaforma, sia del cittadino.

Ex. Se un politico fa un twitt che viene criticato è probabile che i cittadini la recepiscono
a partire da rielaborazioni  Affermare che non esista intermediazione quindi non ha
senso, ma non c’è più quella rigidità.
La rete si presenta come un mondo in cui le forme non intermediate sarebbero favorite. In
realtà anche in rete ci sono piattaforme dotate di grande potere e non tutti coloro che li
utilizzano sono uguali.

Tutto ciò che è movimento oggi nasce in rete. La rete moltiplica quello che accade fuori
dalla rete. Alcune cose che prima erano difficoltose sono però state semplificate dalla
rete. Organizzare movimenti e forme di partecipazione è diventato più semplice, ma ogni
movimento che nasce in questo modo ha problemi di istituzionalizzazione.

ECHO CHAMBERS E FILTER BUBBLES


Attraverso la rete le persone hanno possibilità di espandere la propria bolla informativa,
ma in realtà si tende a stare in gruppi in cui si condividono le stesse idee.

Contemporaneamente la rete raramente dà la possibilità di stabilire rapporti forti (strong


ties) e difficilmente ogni persona con cui entro in contatto, pur condividendo le stesse
passioni, ha le stesse idee.

Non è quindi corretto generalizzare sul tema dell’echo chambers.

Si ritiene che echo Chambers e filter bubbles incrementino la polarizzazione, che però c’è
sempre stata. Idea di gruppi fortemente contrapposti  non c’è spinta verso il centro, ma
movimento centrifugo.

Altri aspetti sono quelli di hate speech e negative politics.

Le filter bubbles sono un discorso più tecnico legato al ruolo dell’algoritmo di creare
determinati percorsi.

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