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El dilema del sonido en la guitarra pubblicato a Buenos Aires nel 1934 e ripubblicato nel 1960, è

un altro breve trattato di Pujol che approfondisce alcuni concetti già espressi nella Escuela
razonada.

Con supporto di un’indagine storica che trova in Sor e Tarrega nobili predecessori, Pujol dimostra
le migliori prerogative del tocco con il polpastrello, convinzioni contrastate però dalla crescente
popolarità di Segovia, autorevole sostenitore del tocco con l’unghia, il cui modo di suonare
divenne presto regola generale.

Tra gli altri didatti seguaci di Tarrega, si ricorda Julio Sagreras, il quale scrisse le Lecciones e la
Tecnica superior de guitarra.
Scopo principale di Pujol è quello di sottomettere lo strumento alla completa volontà
dell’esecutore per arrivare alla migliore realizzazione artistica possibile, attraverso la completa
conoscenza dello strumento, dalla meccanica delle mani alle facoltà intellettuali.
1. Nel primo volume vi sono nozioni sulla conoscenza delle parti dello strumento, sul suono,
intervalli, sull’impostazione dello strumento e delle mani, e consigli sul modo di studiare,
criteri di diteggiatura, sulla specificità del suono di ogni corda, sulle qualità del suono
ottenute dall’unghia e dal polpastrello
2. Nel secondo libro vi sono scale, arpeggi, armonici, legature
3. Il terzo libro perfeziona il precedente con esercizi più impegnativi aggiungendo
l’esecuzione di abbellimenti, la dilatazione, il vibrato, gli armonici ottavati ed in appendice
vi sono esercizi composti dallo stesso Pujol in grado di unire la buona musica all’intento
pedagogico
4. Il quarto libro affronta il problema della virtuosità con la sincronizzazione e l’agilità dei
movimenti su una o più corde, con scale a note doppie (terze, seste, ottave e decime), varie
formule di arpeggi, esercizi sul tremolo, doppie legature, effetti speciali di sonorità, analisi
della diteggiatura riferita anche a criteri espressivi, tutto questo seguito da una serie di
studi complementari.
Emilio Pujol (1886-1980) si adoperò per diffondere la didattica tarreghiana attraverso:
 Un saggio pubblicato nel 1926 compilando la voce “Guitare” per l’Encyclopédie de la musique
et Dictionnaire du Conservatoire dove troviamo i fondamenti teorici che stanno alla base
dell’Escuela razonada
 L’Escuela razonada de la guitarra

L’Escuela razonada è dedicata alla memoria di Tarrega ed è introdotta da una lettera di Manuel de
Falla. Si tratta di un’opera monumentale, senza precedenti storici per l’ampiezza della trattazione
e l’approfondimento analitico, segnando la nascita della didattica moderna. Si tratta di 4 volumi
pubblicati tra il 1933 e il 1971 (ma prima della pubblicazione del primo volume Pujol aveva iniziato
a lavorarci 10 anni prima).
Su questo nuovo strumento produce esperienze preziose Francisco Tarrega (1852-1909), il quale
dopo molti anni di studio, definì un proprio linguaggio dove pensiero musicale e accorgimenti
tecnici trovavano una coerenza ideale.
Ai suoi allievi Tarrega insegna la nuova impostazione delle mani, il tocco appoggiato, la verticalità
delle dita, e le possibilità di far cantare la melodia non soltanto sulla prima corda (come era usuale
al tempo), ma anche sulla seconda e la terza corda e concede di frequente anche ai bassi una
funzione melodica e perfeziona anche la scrittura a parti late.
La sua intenzione di scrivere un Metodo rimase solo un’idea, ma esercitò una grande influenza.
Anche il suo miglior allievo Miguel Llobet (1878-1938) non scrisse Metodi, ma nella sua
produzione musicale si notarono notevoli progressi tecnici.
I Metodi della seconda metà dell’Ottocento e dei primi anni del Novecento
Nella seconda metà dell’Ottocento si verificò il declino artistico della chitarra e la cultura
chitarristica si riduce a ristretti circoli regionali o cittadini e così tre fine Ottocento e gli anni Venti
del Novecento vennero pubblicati molti Metodi con nozioni sull’accompagnamento di una
canzone.
Dopo la prima Guerra Mondiale gli Italiani persero l’occasione di rinnovare per primi la didattica
dello strumento, infatti nuovi Metodi vennero pubblicati all’estero (Madrid, Londra, Parigi),
mentre in Italia sono uno di Giuseppe Branzoli. Tutti questi erano comunque metodi che non
hanno fatto storia.

La scuola di Tarrega
Verso la fine dell’Ottocento Antonio de Torres inventò uno strumento con dimensioni più ampie
ed un nuovo sistema di incatenatura capaci di offrire maggior potenza sonora, più estese
dimensioni dinamiche e migliori possibilità timbriche.

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