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Iniziamo illustrando la differenza tra un trattato e un metodo in generale:

Con il termine trattato [dal lat. tractatus -us, der. di tractare «trattare»] indichiamo in generale un’opera
scientifica o tecnica, storica, letteraria, che svolge metodicamente una materia o espone i principî e le
regole di una disciplina, nel nostro caso quindi regole e principî legati al flauto traverso. In particolare i
trattati sul flauto hanno scopo didattico, e illustrano a chi voglia approcciarsi allo strumento nozioni sulle
principali problematiche legate all’ imboccatura, all’ articolazione, alla tecnica, al suono, all’ interpretazione
e così via, e sul come affrontarle correttamente.

La principale differenza che intercorre tra un trattato e un metodo è il carattere prettamente teorico del
primo e quello pratico del secondo. Infatti per metodo si intende un’ opera in cui gli elementi per lo studio
di un’arte, di una scienza, di una lingua, ecc., sono esposti soprattutto sotto forma di esercizi, graduando le
difficoltà in modo da renderne facile l’apprendimento. Nel nostro caso quindi parliamo raccolta di esercizi
tecnici o di studi di diversi gradi e difficoltà, frutto del lavoro di importanti flautisti e messi a punto nel corso
della loro carriera didattica.

Molte volte però in un’ unica opera possiamo trovare una parte teorica e quindi a carattere trattatistico e
un’ altra di illustrazione pratica e quindi a carattere metodico

In questo elenco ci soffermeremo solo sui trattati e sui metodi più importanti e storicamente rilevanti.

Jacques Martin Hotteterre “Principes de la Flute Traversiere” -1707

Scritto per il flauto “Hotteterre”, a una chiave, è il primo trattato dedicato al flauto traverso e dimostra
come lo strumento incontrasse già i favori di molti amatori intenzionati a studiarlo.

Alla prefazione seguono tre sezioni distinte sul flauto traverso ( di 9 capitoli), sul recorder ( 4 capitoli) e sull’
oboe. I nove capitoli sul flauto comprendono:

- spiegazioni relative all’ impostazione sul flauto a sei fori e ad una chiave;
- indicazioni sulle posizioni dei suoni dal re al sol3 e dei trilli;
- consigli per correggere l’ intonazione;
- illustrazioni ed esemplificazioni esecutive di tutti gli abbellimenti.

Michele Corette “Methode pour apprendre aisment à jouer de la flute traversiere” (1785);

Johann Joachin Quantz “Versuch einer Anweisung die Flote traversiere zu spielen ”ovvero “Saggio di un
metodo per ben suonare il flauto” (1752)

Il saggio è dedicato a Federico II di Prussia, flautista e allievo di Quantz. Il flauto descritto nel saggio è diviso
in 4 parti, col tappo a vite, a 6 fori e 2 chiavi (oltre a quella del re#, quella del mib aggiunta dallo stesso
Quantz). Il Versuch è una testimonianza preziosa sulla prassi musicale settecentesca vocale e strumentale,
sul gusto e sugli stili in Europa, sulle tecniche compositive e sui parametri estetici del giudizio musicale.

E’ così strutturato: dedica al re, Prefazione, Introduzione, 18 capitoli , 24 tavole contenenti numerose figure
esemplificative degli argomenti trattati.

L’ introduzione dal titolo “Delle qualità necessarie a chi voglia dedicarsi alla Pratica Musicale” definisce le
doti e il tipo di preparazione necessari a chi voglia approcciarsi alla musica.

I capitoli dal I all’ VIII sono incentrati sulla tecnica flautistica, dalla maniera di tenere il flauto, all’
imboccatura, l’ articolazione, le diteggiature, sull’ uso del fiato.
I successivi undici capitoli sono i più storicamente importanti per le indicazioni sulla prassi musicale e sull’
esecuzione degli abbellimenti. Quantz tratta in capitoli diversi i cosiddetti abbellimenti essenziali, cioè quelli
nello stile francese e l’ ornamentazione di derivazione italiana, evidenziando la principale differenza tra le
due: la prima lascia poco spazio all’ arbitrio dell’ esecutore, al contrario della seconda, dove il compositore
lascia libertà di interpretazione.

Il capitolo XV è dedicato a una particolare forma di ornamentazione, la Cadenza, una fioritura in stile
italiano usata nei collegamenti tra un movimento e il successivo, entrata in auge dopo la pubblicazione
delle sonate di Corelli.

Oltre a questa parte dedicata ai procedimenti razionalistici del secolo abbiamo nel versuch anche una
componente legata alla sensibilità, e si avverte un cambiamento nella teoria degli affetti. Infatti non
abbiamo più un singolo affetto ma un perpetuo alternarsi delle passioni ( l’idea che porterà all’
Empfindsamer Stil). Quantz elenca le seguenti categorie di sentimenti che si potranno incontrare nel corso
di un brano: maestosità, sublime, pateticità, gravità, baldanza, gaiezza, dolcezza, tenerezza, malinconia e
indica quali sono gli elementi compositivi e le scelte dell’ esecutore che contribuiscono a delinearle.

Il capitolo XVII si sofferma sulla prassi esecutiva singola e d’ insieme degli strumenti dell’ orchestra mentre il
capitolo XVIII analizza le caratteristiche delle principali forme musicali secondo i tre stili: francese, italiano e
tedesco e arriva alla conclusione che la Musica Italiana è arbitraria, quella Francese è molto limitata, poiché
è legata alla volontà del compositore, mentre la Musica Tedesca ha alla base una profonda conoscenza dei
precetti dell’armonia, ma non ha un vero e proprio stile, poiché è la sintesi tra i tratti migliori della scuola
italiana e di quella francese.

Antonio Lorenzoni “Saggio per ben sonare il flauto traverso” (1779)

Il saggio, scritto su modello del Versuch, costituisce un altro importante documento per la prassi esecutiva
del periodo di passaggio dal tardo barocco allo stile sentimentale di C.P.E. Bach.

Il Saggio si articola in Prefazione, Introduzione, sedici capitoli e un’ appendice di quattro tavole contenenti
127 figure e affronta argomenti già trattati da Quantz sia nei capitoli dedicati alla tecnica che a quelli
dedicati all’ interpretazione.

Alla fine del Settecento assistiamo allo sviluppo di una copiosa letteratura didattica opera di flautisti-
compositori destinata non solo ai professionisti, ma anche ai dilettanti ( molti appartenenti alla nuova
classe della borghesia). Questi metodi si occupano degli aspetti tecnici del flauto esposti araverso una serie
di esercizi in tutte le tonalità, studi, sonate, preludi, arie variate. Tra i lavori più importanti abbiamo quelli
di:”

J. George Tromlitz “Ausführlicher und gründlicher unterricht die flöte zu spielen” letteralmente “istruzioni
dettagliate e approfondite per suonare il flauto)”

Francois Devienne “Nouvelle Mèthode theorique et pratique pour la flute (1794 ca.)

Devienne consiglia l’ uso del flauto ad una sola chiave poiché più semplice e suddivide il metodo in una
parte “teorica” cioè relativa al modo in cui suonare lo strumento e in una parte “pratica” nella quale offre
allo studioso una serie di Arie, Duetti, Sonate e Preludi. I Preludi, di stampo virtuosistico, costituiscono a
loro volta significativi modelli propedeutici per lo studio dei tredici Concerti che Devienne dedicò al flauto.
Theobald Monzani “Instruction book,containing the rudiments of Music, the art of fingering, lipping and
slurring the notes (1801)

Antoine Hugot e Johann George Wunderlich Mèthode de Flute, adottato nel 1804 al Conservatorio di
Parigi, in cui si prende in considerazione anche il flauto a quattro chiavi;

Charles Nicholson Complete Preceptor for the German Flute (1816);

Benoit T. Berbiguier Nouvelle Mèthode pour la flute (1818);

Louis Drouet Mèthode pour la flute, ou Traité complet & raisonnè pour apprendre à jouer de cet Instrument
(1827) che presenta diteggiature sia per flauto ad una chiave, sia a quattro chiavi e che successivamente
sarà tradotto in inglese con alcune differenze di contenuto;

Louis Tulou Mèthode progressive et raisonné pour la Flute op 100 (1835), in cui partendo dal flauto ad una
sola chiave, Tulou giungerà fino all’ illustrazione di uno strumento a dodici chiavi;

Antoine Bernhard Fürstenau Studi op. 107 importanti per il loro carattere metodico, gli studi preceduti tutti
da un preludio,una sorta di cadenza priva di segni di battuta e lasciata alla libera interpretazione dell’
esecutore, affrontano l’intera gamma delle tonalità maggiori e minori e diverse difficoltà tecniche
( articolazioni, abbellimenti, arpeggi ecc.);

In Italia nel XIX secolo si assiste alla nascita di varie disput tra il flauto “vecchio sistema” e il nuovo flauto
cilindrico Boehm che in italia sarà ufficialmente introdotto e riconosciuto con il Metodo per flauto cilindrico
alla Boehm op 103 di Emanuele Krakamp.

La principale produzione didattica di questo periodo è opera dei più importanti docenti del periodo:

Giuseppe Rabboni Collezione di Esercizi, Sonate e Studi formanti seguito e compimento al Metodo di
Berbiguier, dove propone un flauto vecchio sistema;

Emanuele Krakamp, insegnante al Conservatorio di Napoli, oltre al Metodo op.103, scrive raccolte di studi
per flauto solo 30 Studi op 240 e 30 Etudes caractèristiques e altri con accompagnamento pianistico, quali i
12 Studi capricci op. 123-134 e lo Studio caratteristico op. 253;

Cesare Ciardi Metodo elementare per flauto (comprendente un Gran Solo di Studio e 6 Soli su temi
verdiani);

Giulio Briccialdi i famosi 24 Studi di Briccialdi sono in realtà ricavati da due opere ben distinte: i 30 Esercizi e
i 18 Soli op.31 scritti per il flauto nuovo sistema;

Raffaele Galli il suo metodo L’ Indispensapile contiene i famosi Trenta Esercizi;

Giuseppe Gariboldi, insegnante al Conservatorio di Parigi, è autore di un Methode complète de flute op.
128 scritto per flauto Boehm, scrive inoltre dai più semplici 30 etudes faciles et progressives e 15 Etudes ai
più complessi Grandes ètudes de style op.134 e i 12 Etudes de perfectionnement op. 217;

Luigi Hugues Scuola del Flauto op.51 divisa in quattro gradi ed esposta in forma di duettini originali e
progressivi; 40 esercizi op.101; 40 nuovi studi op 75; 24 studi di perfezionamento op. 15; 30 studi op.32 e 6
grandi studi brillanti op. 50;

Ernesto Koehler tre volumi dagli Studi op.33 ai Trenta Studi di virtuosità op.75;

Ma il lavoro più importante in questo periodo è sicuramente quello svolto da Theobald Boehm che oltre al
lavoro per la costruzione dello strumento ci ha lasciato diverse opere compositive e didattiche:
Il trattato Die Flote un die Flotenspiel (1871) che può essere considerato un compendio di tutta la vita del
lavoro di una vita. Si divide in due parti: la prima relativa allo strumento e la seconda all’ esecuzione.
Questo trattato è importante per comprendere l’ evoluzione del pensiero di Boehm sia come costruttore
che in merito all’ interpretazione della musica flautistica dell’ Ottocento. Scrive inoltre diverse raccolte di
studi : 12 Etudes pour la flute, propres a ègaliser le digtè dans toutes les gammes, op. 15; 24 Caprices-
Etudes pour la Flute, op.26; 24 Caprices- Etudes pour la Flute, op. 26; 24 Etudes pour la Flute seule ou avec
accompagnement du Piano, op. 37.

La rivoluzione apportata al flauto Boehm prima nel 1832 e poi nel 1847 produsse tra i flautisti oltre ai
confronti e alle discussioni anche nuovi metodi dedicati al nuovo strumento:

Jean Baptiste Victor Coche Mèthode pour servir à l’einsegnement de la nouvelle flute inventèe par Gordon,
modifièe par Boehm et perfectionèe par V. Coche et Buffet op. 15 (1838);

Henry Altes Methode pour la flute système Boehm op. 31 contenente lezioni esposte nella forma del
duetto.

Karl Joachim Andersen otto raccolte di studi in ordine di difficoltà dai 18 piccoli studi op. 41 ai 24 grandi
studi op. 15 e 24 grandi studi op. 60

Arthur Herman 4 raccolte di studi: 12 Studi op. 5, 12 Studi op.66, 22 Esercizi da Gavinies e 24 Capricci di
Paganini.

Per quanto riguarda il ‘900 è in Francia che si assiste al grande sviluppo della didattica flautistica iniziando
dai due maggiori maestri di inizio secolo Paul Taffanel e Philippe Gaubert e dal frutto del loro lavoro:

il Mèthode Complete de Flute (1923). Gaubert, professore di flauto al Conservatorio di Parigi tra il 1919 e il
1931, compilò il Mèthode su appunti di Taffanel, suo predecessore, con aggiunta di esercizi propri. In
questo modo venne sistematizzata l’ eredità di Taffanel che non aveva lasciato un metodo scritto ma era
stato padre della cosiddetta “scuola moderna francese”. Il Mèthode è articolato in 8 parti:

- Nozioni preliminari;
- Abbellimenti;
- Colpi di lingua;
- Esercizi giornalieri;
- Studi progressivi;
- Studi di virtuosismo;
- lo Stile;
- Passi orchestrali difficili;

Marcel Moyse maestro di molte generazioni di flautisti è autore di numerose pubblicazioni didattiche di
cui i titoli sono esplicativi per il loro contenuto:

-Gamme et Arpèges, 480 Exercices;

- Ecole de l’ articulation;

- Exercices journaliers

- De la Sonorité, art et techinque

- Le Developpement du son par l’ interpretation;

- 25 Etudes mèlodiques avec variations


- 24 petites Etudes mèlodiques.

Quindi Moyse tratta sia i problemi legati allo sviluppo del suono che quelli puramente tecnici e per
questi ulimi si ispira alla disciplina delle scuole pianistiche e violinistiche.

Per quanto riguada la trattatistica contemporanea sono tre i principali lavori che provvedono alla
catalogazione, analisi, razionalizzazione e realizzazione pratica delle principali tipologie di tecnica
flautistica d’ avanguardia. Essi sono:

- Bruno Bartolozzi New sounds for woodwind (1967) che si articola in 5 capitoli: Osservazioni
preliminari; Possibilità omofone; Possibilità polifone; Combinazione di possibilità omofone e polifone;
Osservazioni finali. Da questi titoli si evince che l’ indagine di Bartolozzi si incentra sull’ osservazione e la
sperimentazione pratica di nuove possibilità per i legni, in particolare si sofferma sulla possibilità di
produrre gruppi di suoni in accordo simultaneo e quindi una scrittura polifonica;
- Robert Dick The Other Flute: A Performance Manual of Contmporary Techniques (1975) che si divide nei
seguenti capitoli: Introduzione; Il flauto tradizonale; Suoni singoli; Suoni mulipli; Altri suoni; Il flauto
elettrico. Anche l’ intento di Dick è quello di elencare e descrivere come ottenere, grazie a dettagliate
tavole di diteggiature, una grande varietà di effetti dai microintervalli, ai suoni percussivi, armonici
naturali, suoni multipli, suoni residui ecc.
- Pierre-Yves Artaud- Gerard Gay Flutes au present: traitè des techniques contemporaines (1980) che si
presenta quale metodo pratico ad uso dei compositori e dei flautisti mediante esaurienti tavole delle
diteggiature e indicazioni su “altri suoni”.

Inoltre sono da considerare i lavori di Trevor Wye A Beginner’s Book for the Flute (1984) e Practce
Book for the Flute in sei quaderni divisi per argomento: Suono; Tecnica; Articolazione; Intonazione e
vibrato; Respirazione e scale; Tecnica avanzata. In quest’ opera è evidente l’ influenza di Moyse,
Taffanel e Gaubert i cui esercizi sono ripresi e trasformati, ma ciò che cambia è l’ approccio, la
semplicotà del linguaggio

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