Il pensiero dei più importanti Trattatisti per chitarra da fine ‘700 fino ad oggi.
chitarra, ma i due principali esponenti della cosi detta “scuola parigina” sono certamente G.
Scritti di Merchi, (“Guida degli studenti di chitarra”1761 - “Trattato degli argomenti della
musica esecutiva sulla chitarra” 1777) questi non mostrano particolare dedizione al nostro
argomento specifico.
Contrariamente, Doisy ne struttura un Art. nel Capitolo XIV del suo Principes Generaux de
la guitare. In questa sua indagine teorica, di particolare fascino è l’incipit del Cap.3 che cita
“In generale, il SUONO, è dentro l’anima, un sentimento” (l’unico a farne una definizione
espressiva, si riprenderà solo dopo con Pujol). Ci parla poi del suono in termini puramente
acustici definendo un corpo sonoro come una lunga successione di Vibrazioni che si
susseguono, e che la durata del suono è, ovviamente, in relazione con la durata della
E’ da precisare come in questo periodo, in tutta Europa, privilegiava l’attacco con il solo
perpendicolarità rispetto alle corde. Ne troviamo traccia negli Scritti della scuola viennese
come quelli di Bartolazzi, Bergman e soprattutto Molitor già agli inizi dell ‘800.
Grande rilevanza in questo ambito ha la figura di Dioniso Aguado. Nel suo Methode complete
(Parigi 1826) troviamo capitoli e sezioni dedicate al suono, alla propria qualità e al
autori - e i futuri - , del suono come fondamento acustico e come Vibrazione, permettendosi
però, di dettare tre regole fondamentali per “tocar bien la musica de guitarra” : 1. suonare la
corda con la forza necessaria 2. La forza deve essere costante (concetto ripreso poi solo da
Nella sezione terza, afferma ampiamente come per un’ottima qualità del suono siano
necessari tre fattori generali, quali una buona chitarra, un buon esecutore, e si sofferma in
particolare sul luogo dell’esecuzione, descrivendo quella che sarebbe una sala ideale in cui
suonare. L’idea principale che porta avanti il chitarrista spagnolo, però, è quella di un’attacco
alla corda completamente diverso, che presuppone anche l’uso delle unghie e una direzione
più obliqua e non più prettamente perpendicolare. Nel primo Cap. espone alcuni articoli in cui
ci da delle direttive da seguire per poter suonare secondo questa prassi. Dà particolare
importanza alle dimensioni e specialmente alla buona proporzione delle unghia, che devono
inoltre essere flessibili e non troppo dure; ci parla quindi del tocco, che deve essere con forza
Le idee proposte da Aguado, però, entrarono in disaccordo con quelle del connazionale
nonché amico Fernando Sor. Su questo argomento si esprime più volte e molto chiaramente,
affermando “Mai nella mia vita ho ascoltato un chitarrista il cui suonare con le unghie fosse
sopportabile”, ma soprattutto sosteneva che usando le unghie “si potessero produrre soltanto
Dal Methode complete pour la guitare (Parigi 1830) si evince come Sor dia grandissima
importanza alla qualità del suono, e a questa in relazione al tocco. Nel capitolo A proposito
dell’attacco delle corde il chitarrista ci propone un nuovo espediente, quello del tocco di tipo
percussivo; egli afferma quindi che per un’adatta vibrazione della tavola armonica sia
necessario che le corde vibrino in senso parallelo a questa, e che siano totalmente libere di
oscillare. Interessante notare come la sua sia una trattazione e uno studio di tipo meramente
Qualità del suono, definendola prerogativa di una chitarra ben costruita, con adeguate
proporzioni e dotata di buone corde. Ci parla poi del punto di attacco in relazione al timbro
che si desidera ottenere; afferma di aver trovato,nella decima parte della corda partendo dal
ponticello, il punto che definisce “normale” per la mano destra, in cui la tensione non è
suono morbido e più sostenuto consiglia nell’ ottava parte la scelta migliore, adottando una
posizione più obliqua in modo da sfregare con l interno della falangetta la corda; per un
timbro invece più incisivo propone un attacco con più forza vicino al ponticello.
Del concetto di suono e di tocco Emilo Pujol ne fa uno dei punti cardine dei suoi metodi e in
generale dei suoi Scritti, partendo dall’Escuela Razonada fino al celebre El Dilema Del
cui il Tarreghiano affronti l’argomento nel suo primo metodo, dedicandogli un intero capitolo
(XI) intitolato “Il Suono”. All’ inizio del capitolo (particolarità del suono di ogni corda) ci da
già delle direttive generali, spiegando che il timbro e la sonorità possono cambiare attraverso:
il punto in cui si sceglie di toccare la corda; se si suona con o senza unghie; se il tocco è
perpendicolare o obliquo.
Molto interessante e in un certo senso innovativo è quello che fa dopo, cioè considerare il
Nel sottoargomento “Suono considerato oggettivamente” ci fa, come tutti, una trattazione
acustica vera e propria e si concentra in particolare sulla questione con o senza unghia. Ci
offre entrambi i punti di vista, con i propri pregi e i propri difetti. Il tocco senza unghie, dice,
favorisce il suono fondamentale, che egli ritiene “pieno” e “puro”, a discapito dei suoni
ausiliari, cioè gli armonici, che rendono però il suono più “metallico” e brillante; il tocco con
le unghie fa invece l’ esatto contrario. Subito dopo, però trova una terza via citando Aguado,
facente uso sia delle unghie che del polpastrello definendo come “questo modo di toccare la
corda attenua in parte la durezza del suono prodotta dall’unghia, pur lasciando tuttavia
merita di essere citata per intero, poiché vera essenza di quello che cerchiamo attraverso
questo studio:
“Se invece di considerarlo soltanto dal punto di vista fisico, ci abbandoniamo al suono come
Divina facoltà di evocazione propria dell’anima, nella quale si adagia il più elevato concetto
della Musica, ogni sonorità suggerirà al nostro subcosciente un sentimento distinto che sarà
Qui continua a parlare, in ottica espressiva, delle sensazioni che i due tipi di tocco possono
suscitare.
Afferma come un suono prodotto con l’uso dell’unghia, susciti un “senso di esteriorità”, e che
in chiarezza, forza e sfumature del timbro sia imparagonabile al tocco con il solo polpastrello.
Paragona questo tipo di suono a quello nasale del liuto o della spinetta, definendolo
Il tocco senza unghie, invece, ci offre un “senso emotivo di raccoglimento” dove fanno da
padroni l’ uniformità dei suoni e la dolcezza, paragonando la chitarra all’arpa, e citando Sor e
Tarrega come Maestri nell’ arte della corda pizzicata. È di particolare curiosità come Pujol
inserisca proprio Tarrega tra i principali rappresentanti del tocco con il polpastrello,
nonostante il chitarrista spagnolo gli abbia sempre preferito quello con le unghie, apparte gli
Tutti questi concetti saranno poi ripresi nel El Dilema del Sonido en la Guitarra, concedendo
però, a mio avviso, una predilezione verso il tocco con il polpastrello, affermando che
risveglia i più profondi sentimenti della nostra sensibilità, che ricorda la gravita di un organo
umane. Alla fine, in entrambi i casi vuole lasciare questa difficoltosa scelta allo studente,
che ,osservando le differenze, sceglierà il tipo di attacco adatto alla propria concezione, senza
mai concedersi ad un esclusivismo assoluto, poiché << la chitarra offre una tavolozza ricca
di sonorità e, unica fra tutti gli strumenti, si adatta ad ogni genere, ad ogni temperamento, ad
ogni stile.>>
Un altro grande didatta che porta l’idea di una qualità sonora in relazione al tocco e
all’attacco è Abel Carlevaro. Tra la sue numerose opere spicca - in particolare per il nostro
argomento - l’ Escuela de la guitarra,, in cui esplicita sin dall’ inizio la propria idea :
<< Il suono è la conseguenza più diretta della personalità del musicista, attraverso il suono
riconosci l’artista>>
Dal trattato si può notare come, per Carlevaro, la qualità del suono del chitarrista sia
Interessante come Carlevaro non approcci minimamente la materia acustica. Li dove i suoi
contemporanei e predecessori si erano ampiamente espressi nei loro trattati, il didatta si limita
a considerare il suono come vibrazione, e a cosa si può creare, in maniera affascinante, dall’
Attribuisce alla chitarra un timbro unico, di carattere espressivo, paragonandola, come molti
Interessante è la trattazione sulle unghie. In un epoca ormai dominata dall’uso dell unghia
sulla chitarra, è uno dei primi a soffermarsi sulla loro forma in relazione all’attacco sulla
corda, affermando che queste giocano un ruolo fondamentale anche nella dinamica e nella
timbrica. Nella Seconda parte ci parla della mano destra in particolare, preferendo una
perpendicolarità dell’ attacco, in modo che l unghia debba colpire la corda in un solo punto
per un suono migliore. Se da questo punto di vista è in contrasto con Aguado, si trovano
come fattore quello della resistenza contro la corda, che deve essere ridotta al minimo.
. Angelo Gilardino
Gilardino dedica il capitolo IV al “bel suono” e al timbro, definendo questo come suprema
ragion d’essere della chitarr; se la chitarra rispetto ad altri strumenti è inferiore in intensità
sonora e risorse polifoniche, il timbro è invece UNICO e RICCO. Ci parla di una “ricetta
armonica” per distinguere quello che ci sembra un buono suono da un altro, attraverso la
Porta avanti la tesi per cui due sono i coefficienti che caratterizzano il timbro nella chitarra:
1. La distanza del “punto” in cui il dito attacca la corda dal ponticello e dal centro della
corda
2. Le modalità del rilascio della corda da parte del dito che l’ha deformata
Sul punto 1. si divaga nelle solite trattazioni acustiche per cui spostando il punto di attacco si
interessante è invece il secondo punto; qui osserva come la corda può essere rilasciata in due
modi diversi, cioè graduale e istantaneo. Per un rilascio istantaneo bisognerà adottare una
posizione perpendicolare della mano destra, con un attacco alla corda “stretto” (unghia
sagomata a punta) e duro ( unghia non elastica): in questo caso avremo lo sviluppo di più
armonici che tendono a sovrastare la fondamentale. Per un rilascio graduale, invece, l esatto
contrario, cioè con un attacco più largo e in particolare con una posizione più obliqua della
mano destra, in modo che la corda venga colpita quasi per sfregamento, per cui la corda, dopo
. Mauro Storti
Di notevole interesse è anche il “Trattato di chitarra” di Mauro Storti; nella sua ampia
trattazione non manca certo di parlare del suono, del timbro e del tocco in relazione a questo,
Storti definisce il suono come materia prima della musica, da cui manipolazioni di altezza,
Punto di sollecitazione Nel cap.14 spiega come si possa creare un timbro più chiaro o
Si noti come a differente direzione di impulso risulti una “consistenza”, un timbro diverso.
Avendo introdotto i tre tipi di tocco (libero, teso e appoggiato) nel punto 62, e avendone
ampiamente discusso in ambito tecnico-meccanico, ora inserisce tutti i fattori studiati fino a