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Idrosadenite Suppurativa

L'idrosadenite suppurativa, o acne inversa o più semplicemente idrosadenite, è una malattia


cronica della pelle, che presenta la particolarità di provocare, in alcune specifiche regioni
del corpo umano, piccoli noduli sottocutanei, spesso gonfi e quasi sempre dolorosi per colpa di
un processo infiammatorio a loro carico.
L'idrosadenite suppurativa agisce in maniera localizzata; per la precisione, ha una preferenza
per le ascelle, la regione appena sotto il seno, l'inguine, l'area genitale, la zona in mezzo
ai glutei e, infine, la regione perianale.
L'idrosadenite suppurativa è una malattia molto spiacevole e fastidiosa per almeno due motivi,
che sono: la sua cronicità e l'inarrestabile tendenza a peggiorare con il tempo. 

Epidemiologia

L'idrosadenite suppurativa è una malattia poco comune; secondo le statistiche, infatti,


interesserebbe tra l'1% e il 4% della popolazione generale.
Studi relativi al sesso più colpito hanno dimostrato che l'idrosadenite suppurativa colpisce le
donne con una frequenza tre volte superiore rispetto agli uomini.
L'insorgenza dell'idrosadenite suppurativa avviene generalmente in giovane età (pubertà);
sono difatti molto rari i casi di idrosadenite in età adulta (specialmente in persone sopra la
cinquantina).

Cause

L'idrosadenite suppurativa compare successivamente a un particolare processo di ostruzione e


infiammazione dei follicoli piliferi presenti nell'ascella, appena sotto il seno, nella zona
dell'inguine, nella regione genitale, nella regione perianale o tra i glutei. Nonostante i numerosi
studi in merito, le cause del sopraccitato processo di ostruzione e infiammazione sono un
mistero e questo vuol dire che non è chiaro cosa scateni l'idrosadenite suppurativa.

Alcune teorie relative alle cause di idrosadenite suppurativa

Nel tentativo di capire le cause di idrosadenite suppurativa, medici ed esperti in materia sono
arrivati a sospettare che, all'origine della condizione in questione, possano esserci:

Fattori genetici. L'idea che l'idrosadenite suppurativa possa avere una base genetico-ereditaria
deriva dalla sua frequente constatazione in più persone di uno stesso nucleo familiare (quindi
in persona che hanno almeno una parte del corredo genetico in comune).

Fattori ormonali. I ricercatori imputano un ruolo causale all'eccesso di ormoni androgeni, in


quanto hanno osservato che, nelle donne, la sintomatologia peggiora poco prima
delle mestruazioni e dopo la gravidanza (ossia due periodi caratterizzati da un aumento dei
livelli di androgeni circolanti), mentre migliora durante la gravidanza e dopo
la menopausa (cioè due periodi in cui, per motivi diversi, cala la produzione di androgeni).

Risposte anomale del sistema immunitario. L'idea che possa giocare un ruolo il cattivo
funzionamento del sistema immunitario deriva dalla frequente rilevazione dell'idrosadenite
suppurativa in pazienti malati di una qualche malattia autoimmune (es: morbo di Crohn).

Fattori ambientali. Diverse ricerche hanno evidenziato una connessione tra l'idrosadenite
suppurativa e condizioni come l'obesità, il tabagismo o l'uso di contraccettivi orali.
Fattori di rischio di idrosadenite suppurativa

Per motivi ancora sconosciuti, sembrano favorire l'insorgenza dell'idrosadenite suppurativa


fattori, come l'età giovanile, il sesso femminile, una storia familiare di idrosadenite,
la sindrome metabolica, il diabete, l'artrite, l'acne severa, l'obesità, le malattie
infiammatorie intestinale (es: morbo di Crohn), il fumo di sigaretta e l'uso abituale
di deodoranti.

Alcune certezze sull'origine causale dell'idrosadenite suppurativa

Tra i numerosi dubbi che aleggiano attorno alle cause di idrosadenite suppurativa, ci sono
anche alcune certezze, che sono:

L'idrosadenite non ha sicuramente un'origine infettiva. Quindi, non è dovuta a batteri, virus o


funghi;

L'idrosadenite suppurativa non è oggetto di trasmissione sessuale;

L'idrosadenite non è contagiosa e non è legata alla cattiva igiene personale.

Sintomi e Complicazioni

L'idrosadenite suppurativa esordisce sempre col provocare un esiguo numero di


quei noduli sottocutanei citati all'inizio; dopodiché, col trascorrere del tempo, i noduli in
questione aumentano in quantità, si presentano in altre aree anatomiche a rischio, diventano
sempre più dolorosi e, infine, acquisiscono nuovi connotati (inducendo un peggioramento
generale del quadro sintomatologico).

L'idrosadenite suppurativa tende ad avere inizio in una certa zona del corpo (es: ascella) e, nel
giro di qualche tempo, a diffondersi altrove, sempre ovviamente in regioni anatomiche a lei
predisposte (es: inguine, area genitale ecc.).

Caratteristiche del noduli dell'idrosadenite suppurativa

I noduli dolorosi che caratterizzano l'idrosadenite suppurativa possono avere diverse


peculiarità:

Possono presentarsi come semplici rigonfiamenti della pelle. In genere, hanno questo aspetto
all'inizio dell'idrosadenite;

Possono combinarsi alla formazione di puntini cutanei di colore nero. Si tratta di puntini isolati
oppure multipli;

Possono assumere l'aspetto di papule arrossate e pruriginose. Segni tipici dell'idrosadenite


avanzata, queste papule possono rompersi ed emettere una sorta di pus maleodorante;

Possono evolvere in pustole, pseudo-cisti o ascessi;

In una certa regione (es: ascella), possono interconnettersi a livello sottocutaneo, tramite una
serie di tunnel o gallerie. Questi tunnel/gallerie sono, di fatto, ferite della pelle, la cui
guarigione è molto lenta e che determinano l'emissione di pus e altro materiale analogo.

Le fasi dell'idrosadenite suppurativa

Sulla base di come evolve la sintomatologia, l'idrosadenite suppurativa è suddivisibile in tre


fasi di gravità crescente, distinte molto semplicemente con i termini "fase 1", "fase 2" e "fase
3".
La fase 1 dell'idrosadenite suppurativa corrisponde, di fatto, agli esordi della malattia in
questione; a caratterizzarne la presenza è la sporadica formazione di noduli isolati o multipli
soltanto leggermente dolenti.
La fase 2 dell'idrosadenite suppurativa è la fase patologica intermedia; essa si contraddistingue
per la formazione ricorrente di noduli isolati o multipli, la cui dolenza correlata è decisamente
superiore a quella riscontrata in fase 1.
Infine, la fase 3 dell'idrosadenite suppurativa costituisce la fase finale della condizione in atto
nonché la fase più grave; al suo sfociare, il paziente sviluppa ripetutamente noduli multipli in
più aree anatomiche a rischio, noduli da cui fuoriesce sovente pus e che sono interconnessi tra
loro a livello sottocutaneo.

Lo sapevi che…

L'idrosadenite suppurativa ha gli effetti peggiori nelle aree anatomiche in cui la pelle è oggetto
di sfregamenti continui, o con i vestiti (specie se sono troppo attillati) o con una zona del corpo
adiacente (es: la zona inguinale dell'interno coscia o l'ascella).

Complicazioni dell'idrosadenite suppurativa

L'idrosadenite suppurativa in fase avanzata può essere causa di:

Infezioni cutanee in corrispondenza dei noduli. A favorirle sono la rottura di quest'ultimi e la


conseguente emissione di pus;

Cicatrici e altre alterazioni della pelle. Queste si devono al processo di interconnessione


sottocutanea che contraddistingue i noduli multipli della fase 3 della malattia;

Limitazione ai movimenti delle braccia. Può dipendere dal forte dolore all'ascella prodotto dai
noduli oppure, nelle fasi più avanzate, da un eccesso di tessuto cicatriziale;

Ostacolo al corretto drenaggio linfatico. Molte delle regioni anatomiche su cui agisce


l'idrosadenite suppurativa ospitano quantità importanti di linfonodi (es: linfonodi ascellari); il
tessuto cicatriziale derivante dai noduli può pregiudicare il corretto funzionamento dei
sopraccitati linfonodi e compromettere in modo profondo il drenaggio linfatico nelle regioni
anatomiche interessate;

 Depressione e isolamento sociale. Le alterazioni cutanee dovute all'idrosadenite suppurativa


sono a volte così profonde, che il paziente si sente a disagio di fronte alle altre persone e si
vergogna della sua condizione.
Tumori della pelle del tipo carcinoma spinocellulare (o carcinoma squamoso). Sebbene accada
molto di rado, i noduli prodotti dall'idrosadenite suppurativa in fase avanzata possono
diventare dei tumori maligni.

Come i lettori avranno di certo dedotto, le possibili complicanze dell'idrosadenite suppurativa


condizionano profondamente la qualità di vita dei pazienti.

Quando rivolgersi al medico?

L'idrosadenite suppurativa è una malattia il cui riconoscimento e trattamento tempestivi


consentono di controllare meglio la sintomatologia e le complicazioni, anche nelle fasi più
avanzate.
Detto questo, un individuo malato di idrosadenite dovrebbe contattare immediatamente il
medico quando:

Il dolore alle zone interessate è molto intenso;

Il dolore non accenna a diminuire nel giro di un paio di settimane;

Nonostante la terapia pianificata, l'intera sintomatologia permane;

Le aree anatomiche d'interesse aumentano (es: da un'idrosadenite confinata alle ascelle si


passa a un'idrosadenite che riguarda ascelle e inguine);

La formazione di noduli diviene sempre più frequente.

Diagnosi

Attualmente, non esiste un test strumentale o di laboratorio capace di rivelare la presenza di


idrosadenite suppurativa; per la diagnosi di quest'ultima, pertanto, i medici non possono far
altro che affidarsi alle informazioni provenienti dall'esame obiettivo e l'anamnesi, relativamente
alla sintomatologia, e procedere per esclusione (la cosiddetta diagnosi differenziale).

Esame obiettivo e anamnesi

In un contesto di idrosadenite suppurativa, l'esame obiettivo e l'anamnesi consistono


sostanzialmente in una valutazione critica dei sintomi; oltre a un'accurata osservazione dei
segni presenti sul corpo del paziente, essi includono domande relative a:

La sintomatologia (es: quando sono comparsi i primi sintomi? I sintomi sono insorti dopo un
evento particolare? Ecc.);

Lo stato di salute generale (sono domande focalizzate a individuare quelle condizioni


solitamente correlate alla presenza dell'idrosadenite suppurative, come per esempio
la sindrome metabolica, il diabete ecc.);

La storia familiare (sono quesiti volti a scoprire se, nella famiglia del paziente, ci sono altri
soggetti con gli stessi sintomi; una siffatta ricerca si spiega sulla possibile natura genetico-
ereditaria dell'idrosadenite).

Diagnosi differenziale

All'interno del percorso diagnostico che porta all'individuazione dell'idrosadenite suppurativa, la


diagnosi differenziale consiste, principalmente, in esami del sangue, eseguiti per escludere che
la sintomatologia in atto possa dipendere da una qualche malattia infettiva.
Lo sapevi che…

Il termine diagnosi differenziale indica l'approccio diagnostico che permette di individuare una
patologia, mediante l'esclusione di tutte quelle dai sintomi e segni simili; esclusione che può
avvenire attraverso l'esecuzione di test strumentali e di laboratorio.

Terapia

Attualmente, l'idrosadenite suppurativa è una malattia incurabile, cioè da cui è impossibile


guarire; grazie però ad alcuni trattamenti sintomatici, messi a punto negli ultimi decenni, i
portatori di questa spiacevole patologia hanno la preziosa opportunità di controllarne i sintomi
principali, rallentarne la progressione e impedirne le complicanze (o buona parte di esse),
talvolta anche con risultati sorprendenti. 
I trattamenti sintomatici in questione sono più d'uno e, occorre precisarlo fin dalle prime
battute, non tutti si prestano a ogni paziente (nel senso che, per qualche paziente, certi
trattamenti sono controindicati).
Prima di vedere nei dettagli in cosa consistono i trattamenti sintomatici per l'idrosadenite
suppurativa, è bene sottolineare un concetto già espresso in parte in precedenza: la terapia
sintomatica dell'idrosadenite è tanto più efficace, quanto prima avvengono la sua pianificazione
e la sua messa in pratica.

Trattamenti sintomatici di tipo farmacologico

Tra i farmaci impiegati nel controllo dei sintomi dell'idrosadenite suppurativa, figurano:

Antibiotici a somministrazione orale o topica. Non sono utilizzati  tanto per i loro poteri
antibatterici (l'idrosadenite non ha un'origine batterica), ma per le loro
proprietà  antinfiammatorie.
Esempi: tetracicline, clindamicina, eritromicina,
limeciclina, doxiciclina, minociclina e rifampicina.

Retinoidi. Ideali per l'acne, questi medicinali sono di una certa utilità solo per alcuni individui
con idrosadenite.
Esempi: isotretinoina e acitretina.

Corticosteroidi a somministrazione orale o iniettabili. Sono degli efficaci antinfiammatori, il cui


utilizzo prolungato (o inadeguato) può causare diversi effetti avversi, alcuni anche molto
gravi. 
L'impiego dei corticosteroidi iniettabili prevede l'iniezione di questi farmaci direttamente
laddove ci sono i noduli.
Esempi: prednisone e prednisolone.

Immunosoppressori. Sono medicinali che agiscono sulla risposta immunitaria, rendendola


meno potente. Sono utili in quei casi di idrosadenite in cui la malattia sembra connessa a
un'alterazione del sistema immunitario.
Esempi: azatioprina, ciclosporina, infliximab e adalimumab.

Contraccettivi (terapia ormonale). Trovano impiego nei pazienti di sesso femminile, che
dimostrano un peggioramento della sintomatologia in specifiche fasi del ciclo mestruale.
Sono controindicati nelle donne incinte.
Esempi: pillola anticoncezionale combinata (o estroprogestinica) e pillola progestinica
(o minipillola).  
Potenti analgesici. Servono a mitigare il dolore, quando questo è intollerabile.
Esempi: fentanyl (oppioide sintetico), codeina e derivati, gabapentin e pregabalin.

Trattamenti sintomatici di tipo chirurgico

Il ricorso alla chirurgia in presenza di idrosadenite suppurativa avviene nelle circostanze più
critiche. Per esempio, ha luogo quando i trattamenti farmacologici sono completamente
inefficaci; quando la malattia causa in maniera continuativa noduli multipli; quando i noduli, a
forza di ripresentarsi, hanno alterato in modo profondo i tessuti cutanei; quando le ferite
derivanti dai noduli sono molto dolorose e a forte rischio di infezione.
Tra i diversi interventi chirurgici adottabili in caso di idrosadenite suppurativa, rientrano:

L'operazione di incisione e drenaggio chirurgico dei noduli;

L'ablazione laser dei noduli e delle interconnessioni sottocutanee (gallerie o tunnel);

Il curettage dei noduli, seguito dal deroofing ("scoperchiamento") delle gallerie/tunnel;

Il cosiddetto punch debridement per l'eliminazione di singoli noduli;

L'asportazione tramite elettrochirurgia dei tessuti interessati;

La rimozione chirurgica totale dei tessuti interessati;

Rimedi casalinghi e stile di vita

Oltre che dai sopraccitati approcci terapeutici, i pazienti con idrosadenite suppurativa possono
trarre giovamento da alcuni "rimedi casalinghi" e dall'adozione di uno stile di vita sano.
Per quanto concerne i rimedi casalinghi, si segnalano: il lavaggio delle ferite
con saponi antisettici, l'applicazione con finalità antidolorifiche di impacchi umidi e caldi sulle
zone interessate, l'uso di abiti larghi e comodi (gli abiti attillati peggiorano la sintomatologia) e
la rinuncia all'uso di qualsiasi tipo di deodorante (anche questi, come gli abiti attillati,
peggiorano i sintomi).
Per quanto riguarda lo stile di vita sano, invece, meritano una menzione comportamenti come:
il controllo del peso corporeo (se c'è un problema di obesità), la rinuncia al fumo (se c'è un
problema di tabagismo) e la pratica costante di attività fisica.

Prognosi

Ricordando che dall'idrosadenite suppurativa non si guarisce, la prognosi per quanto concerne
questa fastidiosa malattia dipende principalmente da due fattori, che sono: la diagnosi precoce
e l'attuazione tempestiva di un trattamento sintomatico ad hoc.
In termini pratici, quanto appena affermato significa che una prognosi meno infausta di
idrosadenite si ha quando il paziente si sottopone a tutte le terapie del caso fin dagli esordi
della condizione in questione.

Prevenzione

La mancanza di informazioni relative alle cause di idrosadenite suppurativa rende questa


patologia una condizione impossibile da prevenire.

Tratto da http://www.my-personaltrainer.it/salute-benessere/idrosadenite-suppurativa.html

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