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Malattia Interstiziale Polmonare secondaria

La malattia interstiziale polmonare o interstiziopatia polmonare o polmonite interstiziale,


può essere secondaria a diverse malattie sistemiche (malattia interstiziale polmonare
secondaria); in particolare si riconoscono forme di malattia interstiziale polmonare associate a:
 Connettiviti
 Sarcoidosi
 Linfoangioleiomiomatosi

Malattia Interstiziale Polmonare associata a malattie del tessuto connettivo


La malattia interstiziale polmonare è una complicanza ben conosciuta di varie malattie del
tessuto connettivo.

Le patologie implicate più di frequente sono sclerodermia, artrite reumatoide, sindrome di


Sjògren, polimiosite/dermatomiosite e lupus eritematoso sistemico.

In tutte queste patologie, il coinvolgimento polmonare può restare nascosto fino a quando non
compare un deterioramento importante, perché questi pazienti possono essere inattivi come
conseguenza della sottostante malattia del tessuto connettivo.

Inoltre, vi è tendenzialmente una bassa correlazione tra la gravità delle manifestazioni


polmonari e non polmonari di queste malattie.

A volte, la malattia polmonare può oscurare o comparire prima degli altri sintomi della malattia
di base.

Quando i sintomi evolvono, la dispnea e la tosse sono comuni.

All’esame obiettivo del torace, si possono auscultare rantoli, sibili o rumori di sfregamento
pleurico per via dei vari tipi di coinvolgimento polmonare in tali disturbi.

La fisiologia è comunemente restrittiva con ridotta DLCO, ma può essere ostruttiva a seconda
della localizzazione anatomica della malattia, soprattutto nella sindrome di Sjògren perché le
raccolte di linfociti che caratterizzano questa malattia si concentrano maggiormente nei
bronchioli.

I reperti della TC ad alta risoluzione variano da una normale architettura polmonare alle
alterazioni a vetro smerigliato, alle anomalie reticolari e fibrotiche.

Il quadro patologico della lesione in queste malattie è altrettanto diversificato e correlato con i
reperti della TC ad alta risoluzione.

I quadri di lesione infiammatoria sono quelli che si osservano con più frequenza, come
la polmonite interstiziale non specifica (Non-Specific Interstitial Pneumonitis) e la polmonite
organizzata (Organizing Pneumonia).
Il quadro della lesione infiammatoria di Polmonite Interstiziale Non Specifica si manifesta
sotto forma di alterazioni a vetro smerigliato alla TAC ad alta risoluzione, mentre la polmonite
organizzata è caratterizzata da un consolidamento polmonare a chiazze con broncogrammi
aerei.
Questi quadri patologici, attraverso una immunosoppressione aggressiva, possono migliorare
entrambi.

All’altro estremo dello spettro di risposta patologica si trova la lesione fibrotica, che si presenta
come polmonite interstiziale comune, con opacità fibrotiche reticolari ed alterazioni cistiche
a nido d’ape alla TC ad alta risoluzione e che, normalmente, non migliora con
l’immunosoppressione, anche se mancano studi controllati a lungo termine.
Il trattamento specifico della malattia interstiziale polmonare associata a malattia del tessuto
connettivo deve essere personalizzato per ogni paziente.

I pazienti con segni di infiammazione extrapolmonare, un quadro patologico infiammatorio


come Polmonite Interstiziale Non Specifica o polmonite organizzata alla TC ad alta
risoluzione o alla biopsia, o sintomi rapidamente progressivi, vengono trattati solitamente con
farmaci immunosoppressivi come ciclofosfamide, azatioprina, micofenolato o tacrolimus, per
un periodo di tempo prolungato.
Ricerche più recenti hanno suggerito una terapia basata sulle evidenze per questi diversi
pazienti.

Il Scleroderma Lung Study ha mostrato che 1 anno di ciclofosfamide orale ha dato un modesto
miglioramento alla funzione polmonare rispetto al lieve calo nel gruppo di controllo.

I pazienti con il più elevato grado di fibrosi alla TC ad alta risoluzione sono migliorati
maggiormente, mentre le alterazioni a vetro smerigliato o il quadro infiammatorio al lavaggio
bronco-alveolare non sono risultati predittivi di beneficio.

Dopo 1 anno senza terapia immunosoppressiva, i pazienti trattati con ciclofosfamide sono
peggiorati e non erano distinguibili dai pazienti non trattati del gruppo di controllo.

Molti medici hanno ipotizzato che per conservare la funzione polmonare acquisita con la
ciclofosfamide, possa risultare necessaria una immunosoppressione continua e il micofenolato
è l’agente più frequentemente utilizzato.

La malattia interstiziale polmonare associata a polimiosite viene sempre di più riconosciuta


come un’entità patologica comune.

I pazienti mostrano di solito “mani da meccanico”, ovvero sviluppo di cute ipercheratosica e


presenza di fissurazioni dolorose alle punte delle dita; il 50% possiede anticorpi Jo-1 alle
analisi degli anticorpi antinucleo.

La patologia polmonare è tipicamente una Polmonite Interstiziale Non Specifica fibrosante o


una polmonite organizzata.
Come si può immaginare in questi quadri di lesione infiammatoria, i pazienti traggono di solito
beneficio dalla immunosoppressione.

II trattamento classico è con ciclofosfamide, ma tacrolimus e rituximab stanno prendendo


piede come agenti di salvataggio.

Malattia interstiziale polmonare associata da Sarcoidosi


La sarcoidosi è una malattia infiammatoria multisistemica idiopatica che coinvolge
normalmente il polmone.
E la più diffusa interstiziopatia polmonare negli Stati Uniti.

L’infiammazione tissutale che si manifesta nella sarcoidosi presenta un quadro tipico, formato
da cellule infiammatorie che si raccolgono in noduli microscopici detti granulomi.
Differentemente dalla Fibrosi Polmonare Idiopatica, la sarcoidosi è più diffusa nei giovani adulti
piuttosto che negli adulti più anziani.

La sarcoidosi evolve spesso secondo un decorso benigno di infiammazione, senza sintomi o


conseguenze a lungo termine, e si risolve spontaneamente.

La manifestazione più frequente della sarcoidosi è l’adenopatia ilare asintomatica.

A volte, la radiografia del torace evidenzia opacità parenchimali nei campi medi polmonari che
possono essere nodulari, reticolonodulari o alveolari.
Quando si presentano i sintomi, la tosse, il dolore toracico, la dispnea e il respiro sibilante sono
quelli che si riscontano maggiormente.

La fisiologia polmonare può essere normale, restrittiva, ostruttiva o mista, con una
ridotta DLCO in ciascun caso.
L’insufficienza ostruttiva può essere associata ad infiammazione granulomatosa o cicatrici
endobronchiali.

I corticosteroidi sono normalmente somministrati nella cura della sarcoidosi, ma il


trattamento è di solito riservato ai pazienti con sintomi marcati o con compromissione
fisiologica da attribuire alla malattia.
Sebbene i corticosteroidi riducano quasi sempre l’infiammazione attiva di tipo sarcoide, gli
effetti collaterali a lungo termine dovrebbero dare un limite alla sua durata.
Nei pazienti che hanno bisogno di immunosoppressione a lungo termine, si dovrebbero usare
farmaci immunosoppressori alternativi quali metotrexato, azatioprina, leflunomide o gli
inibitori del fattore di necrosi tumorale a come infliximab.
Altri organi che possono necessitare della terapia con corticosteroidi includono
l’interessamento cardiaco, l’uveite e il coinvolgimento del sistema nervoso centrale o periferico
con compromissione dei nervi cranici.
L’attività della malattia è difficile da confermare in molti pazienti.

I livelli sierici dell’enzima di conversione dell’angiotensina e la scintigrafia con gallio non


associano nella maniera migliore con l’attività della malattia e il loro utilizzo di routine è
sconsigliato.

Malattia interstiziale polmonare associata da Linfangioleiomiomatosi


La linfangioleiomiomatosi (Linfangioleiomiomatosi) è una rara patologia scatenata da
un’anomala proliferazione del tessuto muscolare liscio che si trova attorno alle piccole vie
aeree e porta ad una grave ostruzione e distruzione degli alveoli, con conseguente sviluppo di
cisti a parete sottile.
Tutti i pazienti sono donne, anche se sia uomini che donne con il complesso della sclerosi
tuberosa possono essere colpiti da una patologia polmonare identica alla
Linfangioleiomiomatosi che è chiamata Linfangioleiomiomatosi associata al complesso della
sclerosi tuberosa. Questa particolare patologia è causata da alterazioni del gene TSC-2.
La dispnea da sforzo ed un’anomalia ventilatoria ostruttiva con riduzione della DLCO sono
quasi sempre presenti, eccetto che nelle fasi precoci della malattia.

L’evolversi della malattia è molto variabile; alcune donne manifestano un continuo


peggioramento della funzione polmonare nella mezza età, mentre alcune donne anziane
presentano un declino particolarmente lento nel corso di molti anni.

I fattori di rischio per il peggioramento della funzione polmonare includono una forte risposta ai
broncodilatatori e forse la gravidanza.
Altre importanti caratteristiche della malattia comprendono lo pneumotorace per rottura di
cisti sotto-pleuriche.
In circa un terzo dei pazienti, si evidenzia un chilotorace unilaterale o, più raramente,
bilaterale.

Quest’ultimo è causato ad un’ostruzione linfatica provocata dal tessuto muscolare liscio


patologico.

La cura con una dieta a basso contenuto di grassi o l’inibizione dell’assorbimento intestinale dei
grassi è normalmente inefficace e bisogna effettuare una pleurodesi.

La pleurodesi non preclude un successivo trapianto di polmone.

Il trattamento comprende broncodilatatori e corticosteroidi per via inalatoria.


I pazienti più giovani possono fare richiesta eventualmente per un trapianto di polmone.
Gli studi in corso con rapamicina, che inibisce il gene TSC-2 mutato e riduce la proliferazione
delle cellule Linfangioleiomiomatosi, possono presentare la prima terapia malattia-specifica per
una polmonite interstiziale.
 

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