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Corso di Laurea: LETTERATURA, MUSICA E SPETTACOLO 2010

Insegnamento: STORIA DELLA MUSICA DELL'OTTOCENTO E DEL NOVECENTO


Lezione n°: 15
Titolo: Liszt
Attività n°: 1

Facoltà di Lettere

05. Liszt
Le composizioni pianistiche di Liszt vengono comunemente suddivise in almeno tre gruppi:
quelle a scopo didattico; le trascrizioni; le composizioni originali. Le prime tendono a fare in
modo che l’esecutore possa acquisire una superiore bravura tecnica, brillantezza di suono,
velocità nell’uso delle mani. Liszt scrisse studi per pianoforte davvero estremamente difficili,
pieni di arpeggi, accordi, scale discendenti e ascendenti da eseguirsi molto rapidamente, salti da
una parte all’altra della tastiera, trilli, doppie note. In pratica, contengono tutto quanto è
necessario al pianista per diventare un vero virtuoso della tastiera.
Una pagina molto rilevante della sua produzione è costituita poi dalle trascrizioni, cioè dalla
riscrittura per pianoforte di brani di altri autori che sono stati composti originariamente per altre
formazioni strumentali. «Si dividono in 2 categorie: da un lato quelle che Liszt definiva “partiture
per pianoforte”, in genere arrangiamenti fedeli di melodie od opere orchestrali. In un’epoca in
cui i mezzi di riproduzione meccanica non esistevano ancora e le esecuzioni musicali erano
relativamente rare, questi adattamenti consentirono la volgarizzazione di opere controverse o
ancora poco familiari, come i Lieder di Schubert, le composizioni sinfoniche di Beethoven e di
Berlioz.

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Insegnamento: STORIA DELLA MUSICA DELL'OTTOCENTO E DEL NOVECENTO
Lezione n°: 15
Titolo: Liszt
Attività n°: 1

Facoltà di Lettere

05. Liszt
Dall’altro lato si trovano le numerose parafrasi (Liszt soleva chiamarle reminiscenze
o fantasie): vere e proprie opere originali su temi di altri compositori e non fantasie
convenzionali, da cui si distinguono per struttura formale e ricchezza d’inventiva.
[…] Le migliori, come quelle sulla Norma e sulla Sonnambula di Bellini, sulla Lucia di
Lammermoor di Donizetti […], sul Don Giovanni di Mozart, sono composizioni
sorprendenti che meravigliosamente descrivono l’atmosfera delle opere considerate,
fornendone al tempo stesso un riassunto originale.» (Gut, cit., p. 427)
Infine ci sono le opere per pianoforte che non sono riconducibili a nessuna delle due
categorie precedenti, e che rientrano pienamente nell’atmosfera romantica del pieno
Ottocento: «stile romantico espressivo dalle armonie e dai ritmi audaci, rottura della
metrica tradizionale attraverso l’impiego del rubato, sentimentalismo carico di
emozione tradotto da ampie cantilene in dolce parlante, libertà formale che dà
l’impressione di improvvisazioni nate nel fuoco dell’ispirazione.» (Idem) Rientrano in
questo gruppo le Années de pélerinage, le Légendes di San Francesco d’Assisi e di
San Francesco da Paola, Le jeux d’eaux à la Villa d’Este.

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Insegnamento: STORIA DELLA MUSICA DELL'OTTOCENTO E DEL NOVECENTO
Lezione n°: 15/S1
Titolo: Liszt
Attività n°: 1

Facoltà di Lettere

06. Liszt
Sul fronte delle composizioni per orchestra sono già stati citati i suoi poemi sinfonici
che rientrano nel quadro della musica a programma. Liszt infatti fu autore che
utilizzò spesso materiali extra-musicali come fonte di ispirazione dei suoi lavori,
soprattutto dopo che ebbe modo di ascoltare le composizioni di Berlioz, autore che
egli ammirò profondamente. Proprio in occasione di un’esecuzione della sinfonia di
Berlioz Harold en Italie, Liszt scrisse una lunga dissertazione sull’importanza della
musica a programma, intitolata Berlioz und seine Harold-Symphonie (1855), nella
quale propugnava la necessità di un legame tra letteratura e musica. Se ne
riportano qui alcuni stralci:
«Il programma ha in sé la facoltà di trasmettere alla musica strumentale
caratteristiche quasi identiche a quelle delle diverse forme poetiche. Può conferire
ad essa il portamento dell’ode, del ditirambo, dell’elegia, in una parola di qualsiasi
forma di poesia lirica. E la musica strumentale, anche quando ha già compiutamente
dato voce alle potenzialità espressive di ciascuno di questi generi poetici, può
conseguire ancora nuovi e insospettati vantaggi con una più ferma determinazione
del soggetto, con l’accostamento di certe idee, con l’affinità elettiva di certe figure,

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Lezione n°: 15/S1
Titolo: Liszt
Attività n°: 1

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06. Liszt
con la scissione o il collegamento, la successione o la fusione di certe immagini e
cadenze poetiche. E finalmente il programma può ancora render possibile nella
musica l’equivalenza con un tipo di poesia che l’antichità non conosceva, e che deve
la sua esistenza a un caratteristico atteggiamento della sensibilità moderna:
intendiamo quelle poesie concepite per lo più in forma dialogica, che ancor meno
dell’epos risultano adatte a un’esecuzione drammatica. […] E la musica dovrebbe
essere inadatta a far parlare nella propria lingua tali nature [quelle eccezionali degli
eroi di Goethe e Byron]? A esprimere il loro essere e il loro divenire? […] Potrebbe
forse far ciò in forma di dramma? Difficile. Poiché la letteratura stessa non può
rappresentare sulla scena passioni il cui labirintico percorso dev’essere seguito nel
vortice del passato dal principio alla fine. E l’interesse ch’esse destano s’indirizza
assai più ai processi interiori che alle azioni rivolte al mondo esterno. Sarebbe allora
la sinfonia specificamente musicale meglio adatta a esprimere una simile materia?
Anche ciò noi dubitiamo, perché risulterebbe spiacevole il contrasto fra lo stile
indipendente di quella e lo stile imposto da un soggetto: uno stile cui verrebbe a
mancare un’evidente e comprensibile ragion d’essere.

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Lezione n°: 15/S2
Titolo: Liszt
Attività n°: 1

Facoltà di Lettere

07. Liszt
Il compositore non potrebbe più trasportare la nostra fantasia nelle regioni di un ideale che sia
patrimonio di tutta l’umanità, e riuscirebbe, senza un’adeguata indicazione della particolare
strada da lui scelta, soltanto a confondere l’ascoltatore. È invece diverso s’egli ricorre a un
programma. Con l’aiuto di questo egli spiega l’indirizzo delle sue idee e il punto di vista dal
quale egli considera il soggetto.
Qui il compito del programma coincide con un’esigenza insopprimibile, che al tempo stesso ne
giustifica l’ingresso nelle più alte sfere dell’arte. Non possiamo mettere in dubbio la capacità
della musica di riprodurre caratteri simili a quelli disegnati dai massimi poeti della nostra età. Del
resto essa con le sue intime connessioni con la letteratura, riallacciandosi e ispirandosi ad essa,
è giunta al punto in cui tutto l’umano sentimento e pensiero e studio e poesia appaiono in
prevalenza indirizzati a una profonda ricerca di quel che siano le sorgenti della nostra miseria e
del nostro errore, al punto in cui noi vediamo tutte le altre arti a gara animate dall’esclusivo
desiderio di esprimere ed appagare il gusto, i bisogni e le aspirazioni del tempo, sì che
l’introduzione del programma nella sala da concerto è, secondo la nostra convinzione,
altrettanto inevitabile di quella dello stile declamatorio dell’opera.»

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Insegnamento: STORIA DELLA MUSICA DELL'OTTOCENTO E DEL NOVECENTO
Lezione n°: 15/S2
Titolo: Liszt
Attività n°: 1

Facoltà di Lettere

07. Liszt
A queste idee si oppose piuttosto ferocemente il già citato Eduard Hanslick (v. lezione n. 2), che
si trovò a recensire proprio i poemi sinfonici di Liszt nel 1857 e che non risparmiò dure critiche:
«[Liszt] ha affrontato l’impresa con la sua consueta agilità mentale e con invidiabile energia.
Troppo intelligente per non riconoscere le proprie più ovvie manchevolezze, ha scelto, per
accostarsi alla musica, un angolo visuale dal quale essa, ispirata da idee esterne, impegna le
facoltà comparative dell’intelletto e stimola fantasie pittoresche o poetiche. Così, quasi con un
sol tratto di penna, ha tirato fuori nove sinfonie o, com’egli le chiama, “poemi sinfonici”,
corredandoli di speciali programmi esplicativi. […] Egli immagina che la sua musica, a furia
d’archi e di fiati, sia capace di rappresentare i fatti più grandiosi del mito e della storia, i pensieri
più profondi della mente umana. Un musicista non può fare a meno di trovare questo metodo
rischioso, perché in base ad esso l’invenzione musicale diventa alcunché di solamente riflesso. Il
primo posto è preso dalla materia poetica, e la musica è una sorta di annotazione marginale
brillantemente illustrata. […] È appena necessario sollevare qui la questione se la musica a
programma possa o no essere giustificata. Nessuno ormai è così ristretto di mente da negare al

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Corso di Laurea: LETTERATURA, MUSICA E SPETTACOLO (D.M. 270/04)
Insegnamento: STORIA DELLA MUSICA DELL'OTTOCENTO E DEL NOVECENTO
Lezione n°: 15/S2
Titolo: Liszt
Attività n°: 2

Facoltà di Lettere

08. Liszt
compositore gli stimoli poetici che possono essergli offerti da riferimenti a temi esteriori. La
musica certo non sarà mai capace di esprimere un qualsiasi oggetto definito, o di
rappresentarne le caratteristiche essenziali in modo che le si possano riconoscere senza un
titolo; ma da quell’oggetto può prendere il fondamentale atteggiamento espressivo, e, dato
un titolo, può fornire un’allusione, se non una rappresentazione grafica. Il requisito
indispensabile è che la musica sia basata su leggi proprie e rimanga specificamente musica,
producendo così, anche senza programma, un’impressione chiara e indipendente. L’obiezione
principale che dev’essere sollevata contro Liszt è ch’egli ha imposto ai soggetti delle sue
sinfonie un compito assai più ambizioso ed arbitrario: cioè, o di colmare il vuoto lasciato
dall’assenza d’un contenuto musicale, oppure di giustificare l’atrocità di quel contenuto così
com’è.» (entrambe queste citazioni sono tratte da Renato Di Benedetto, Romanticismo e
scuole nazionali nell’Ottocento, Torino, Edt, 1991, pp. 231-238)
Per meglio illustrare questa dialettica, di Liszt si propone appunto un poema sinfonico, il
terzo in ordine di composizione, intitolato Mazeppa (1851).

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Lezione n°: 15/S2
Titolo: Liszt
Attività n°: 2

Facoltà di Lettere

08. Liszt
Ascolto: Franz Liszt, Mazeppa, poema sinfonico.
Il poema sinfonico Mazeppa fu composto già nel 1851 ma fu eseguito per la prima
volta nell’aprile del 1854 sotto la direzione dello stesso Liszt nel Teatro Granducale
di Weimar. Liszt aveva già scelto questo soggetto per uno dei suoi Studi
trascendentali per pianoforte. Mazeppa è un personaggio storico: Ivan Stefanovic
Mazeppa infatti fu un avventuriero cosacco (1639-1709) che si rese famoso per
alcune eccezionali imprese, così da essere nominato principe dallo zar Pietro il
Grande. Secondo la leggenda ripresa da Voltaire Byron e Hugo, Mazeppa, poiché
ebbe l’ardire di frequentare la moglie di un nobile russo, fu legato nudo ad un
cavallo selvaggio lanciato al galoppo in una interminabile corsa. La figura di
Mazeppa è protagonista di due diversi poemi, uno di Byron e l’altro di Hugo. Liszt
sembra rifarsi più al secondo che al primo, soprattutto nell’episodio della cavalcata
selvaggia, che percorre tutto il poema sinfonico incessantemente: il ritmo
forsennato è spesso affidato agli ottoni, strumenti dal suono caldo e potente. Il
termine della corsa viene sottolineato dai timpani che precedono uno squillare di
trombe e la riapparizione del tema iniziale.
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Lezione n°: 15/S3
Titolo: Liszt
Attività n°: 1

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Test n. 2
Questa lezione contiene il test n. 2, relativo alle lezioni 9-15.

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