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Il cosiddetto ablativo assoluto è un costrutto molto frequente in latino. Si riconosce facilmente perché è
formato da due elementi concordati tra loro:
un participio, presente o perfetto, in caso ablativo
un sostantivo o un pronome, anch’esso in ablativo.
La coppia dei due vocaboli deve essere considerata sempre insieme e corrisponde ad una proposizione
subordinata nella quale il sostantivo funge da soggetto e il participio da predicato.
Tale subordinata non ha alcun legame sintattico con la frase reggente (“assoluto” deriva da absolutus che
significa “sciolto”):
il soggetto dell’a.a. è diverso dal soggetto della reggente;
non è presente nella reggente alcun elemento che si riferisca all’a.a.
L’ablativo assoluto con il participio presente si può trovare con tutti i verbi, transitivi o intransitivi. Ha
sempre valore attivo ed esprime un rapporto di contemporaneità rispetto alla reggente.
In italiano si può tradurre inizialmente con il gerundio semplice, sempre preposto al soggetto.
La frase si può poi trasformare in una proposizione subordinata esplicita (in genere temporale e
causale) di valore attivo e in rapporto di contemporaneità rispetto alla reggente.
L’ablativo assoluto con il participio perfetto si può trovare solo con i verbi transitivi attivi. Ha sempre
valore passivo ed esprime un rapporto di anteriorità rispetto alla reggente.
In italiano si può tradurre inizialmente con il participio passato italiano o con il gerundio
composto passivo, sempre preposto al soggetto.
La frase si può poi trasformare in una proposizione subordinata esplicita (in genere temporale e
causale) di valore passivo e in rapporto di anteriorità rispetto alla reggente.