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cessa di essere una pura e indifferente tecnica per diventare strumento di una
riforma individuale, che si attua nell'esercizio dell'attivit intellettuale. La fama
che ben presto circonda Erasmo nell'ambito dell'umanesimo nordico lo porta in
Italia, a Torino (dove laureato), a Bologna, a Roma, dappertutto accolto col
pi vivo consenso. Umanesimo italiano e umanesimo nordico si rendono
reciproci onori. Lasciata l'Italia (1509), Erasmo va in Inghilterra e vi scrive la
sua opera pi celebre, l'Elogio della pazzia. L'insoddisfatto vagheggiamento di
una riforma della societ si esprime in una satira vivace, che il motivo
dell'elogio della pazzia rende particolarmente briosa e comunicativa. L'Elogio
della pazzia un estemporaneo inno alla incoercibile vitalit del mondo. Ma
attraverso questo inno Erasmo trova modo di giungere a una spietata
elencazione delle opere dell'impostura e dell'astuzia pretesca, della corruzione,
che pervade la societ politica e religiosa, dell'ignoranza e rozzezza teologale.
Dal 1514 Erasmo a Basilea, dove si dedica all'edizione di testi critici dei padri
della Chiesa (Girolamo, Ambrogio, Agostino) e del Nuovo Testamento: attivit,
anche questa, che, mentre appaga il suo gusto di diffondere la conoscenza dei
boni auctores al posto di quella dei barbari teologi medievali e contemporanei,
fornisce l'esempio di un ritorno alle fonti cristiane criticamente purgate. Erasmo
ancora a Basilea quando si hanno le prime manifestazioni dello scisma. Di
fronte agli avvenimenti, che sembrano procedere troppo sollecitamente, egli,
che ne era stato l'autorevolissimo, anche se non del tutto consapevole,
ispiratore, colto da preoccupazioni e incertezze, mentre nella coscienza
generale in ribellione il suo nome viene associato a quello di Lutero e Lutero
stesso, trovando in lui i germi delle sue accuse alla Chiesa cattolica, lo sollecita
a prendere posizione a favore della Riforma (1519). Ma di fronte allo
scatenamento delle passioni, allo scisma della cristianit, alla rivolta dei
contadini che la religione riformata porta ineluttabilmente con s, Erasmo si
astiene giacch vede minacciati quegli ideali civili della humanitas e della
tolleranza, che lo avevano nutrito, e perseguitate da Lutero le stesse bonae
litteram cui attendeva. A sancire il suo totale distacco dai riformati sta la
polemica con Ulrich von Hutten prima e poi con Lutero stesso (Diatriba de
libero arbitrio) a proposito del libero arbitrio (1524). Nella polemica Erasmo si
fa assertore del valore dell'uomo come natura libera andando cos a cozzare
contro la concezione luterana che negava libert all'uomo e faceva dipendere
da Dio ogni impulso umano verso il bene. Erasmo essenzialmente un
umanista e come tale egli considera anche i problemi filosofici e teologici.