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18/3/2014

Vocazione di san Matteo - Wikipedia

Vocazione di san Matteo


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Vocazione di san Matteo un dipinto realizzato tra il 1599 ed il 1600 dal pittore italiano Michelangelo Merisi detto Caravaggio, ispirato all'episodio raccontato in Matteo 9,9-13 (http://www.laparola.net/wiki.php? riferimento=Mt9%2C9-13&formato_rif=vp). Esso si trova nella Cappella Contarelli, nella chiesa di San Luigi dei Francesi a Roma. La vocazione di San Matteo la prima opera, eseguita da Caravaggio, per una destinazione pubblica: il primo dipinto visto da tutta la popolazione della citt di Roma e soprattutto dai pittori suoi colleghi e concorrenti. Il dipinto realizzato su due piani paralleli, quello pi alto vuoto, occupato solo dalla finestra, mentre quello in basso raffigura il momento preciso in cui Cristo indicando san Matteo, lo chiama all'apostolato. Il santo seduto ad un tavolo con un gruppo di persone, vestite come i contemporanei del Caravaggio, come in una scena da osteria.

Vocazione di san Matteo

la prima grande tela nella quale Caravaggio, per accentuare la tensione drammatica dell'immagine e focalizzare sul gruppo dei protagonisti l'attenzione di chi guarda, ricorre all'espediente di immergere la scena in una fitta penombra tagliata da squarci di luce bianca, che fa emergere visi, mani (per evidenziare e guidare lo sguardo dello spettatore sull'intenso dialogo di gesti ed espressioni) o parti dell'abbigliamento e rende quasi invisibile tutto il resto.

Autore Data Tecnica Dimensioni Ubicazione

Michelangelo Merisi da Caravaggio 1599-1600 olio su tela 322 cm 340 cm San Luigi dei Francesi, Roma

La tela, inoltre, densa di significati allegorici. In primo luogo proprio la luce, grande protagonista della raffigurazione pittorica, assurge a simbolo della Grazia divina (non a caso non proviene dalla finestra dipinta in alto a destra che, anzi, resta del tutto priva di luminosit, ma dalle spalle di Cristo), Grazia che investe tutti gli uomini pur lasciandoli liberi di aderire o meno al Mistero della Rivelazione; non bisogna dimenticare, poi, che la chiesa di S. Luigi rappresentava la nazione francese, e l'allora Re di Francia, Enrico IV, s'era appena convertito al Cattolicesimo, scegliendo cos la Salvezza. E cos, solo alcuni dei personaggi investiti dalla luce (i destinatari della "vocazione" insieme a Matteo il Pubblicano) volgono lo sguardo verso Ges, mentre gli altri preferiscono restare a capo chino, distratti dalle proprie solite occupazioni. Forse non casuale che uno dei compagni di Matteo porti gli occhiali, quasi che fosse accecato dal denaro. La luce inoltre ha la funzione di dare direzione di lettura alla scena, che va da destra a sinistra e torna indietro quando incontra l'umanissima espressione sbigottita ed il gesto di San Matteo che punta il dito contro se stesso al fine di ricevere una conferma, come se chiedesse a Cristo e a San Pietro: "State chiamando proprio me?". Altri, tra i quali Sara Magister[1] invece notano come San Matteo sia invece il giovane a capotavola.

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L'opera prende vita, movimento dalla luce ed i personaggi si muovono sulla tela come attori su un palco grazie ad essa. Il fatto, poi, che essi siano vestiti alla moda dell'epoca del Pittore ed abbiano il viso di modelli scelti tra la gente comune e raffigurati senza alcuna idealizzazione, con il realismo esasperato che ha sempre caratterizzato l'opera di Caravaggio, trasmette la percezione dell'artista dell'attualit della scena (il quale vuole comunicarci che la chiamata di Dio universale e senza precisa collocazione nel tempo: ognuno di noi sar chiamato), la sua intima partecipazione all'evento raffigurato, mentre su un piano altro, totalmente metastorico, si pongono giustamente il Cristo e lo stesso Pietro, avvolti in una tunica senza tempo. La gestualit dei personaggi dipinti dal Caravaggio (gi di sicuro visti dal pittore nell'Ultima cena di Leonardo Da Vinci) danno un movimento e un coinvolgimento dei personaggi unico nel suo genere e fanno notare come il Merisi sia stato un frequentatore di locande dei "bassi fondi" romani del periodo e sia stato in grado di riprodurre atteggiamenti, espressioni e azioni (come nelle Scene di Genere da lui dipinte) di sicuro appresi da esso nella sua vita. Tale partecipazione viene espressa in modo ancor pi efficace, se possibile, nell'altra tela di grandi dimensioni, raffigurante il Martirio del Santo, nella quale da una colonna sulla sinistra sbuca timido e pregno di compassione, volto che non altro se non l'autoritratto di Caravaggio stesso, che pare riaffermare la propria personale partecipazione all'evento narrato. Di grande intensit e valenza simbolica, nella Vocazione, il dialogo dei gesti che si svolge tra Cristo, Pietro e Matteo. Il gesto di Cristo (che altro non che l'immagine speculare della mano protesa nella famosissima scena della Creazione di Adamo Cristo il "nuovo Adamo"! della Cappella Sistina michelangiolesca, che Caravaggio avr certo avuto modo di studiare ed apprezzare) viene ripetuto da Pietro, simbolo della Chiesa Cattolica Romana che media tra il mondo divino e quello umano (siamo in periodo di Controriforma) e a sua volta ripetuto da Matteo. la rappresentazione simbolica della Salvezza, che passa attraverso la ripetizione dei gesti istituiti da Cristo (i sacramenti) e ribaditi, nel tempo, dalla Chiesa. Tuttavia alcuni storici dell'arte hanno notato la stretta analogia del gesto di Cristo del Caravaggio con quello del Masaccio ne "Il Tributo di Pietro" , suo capolavoro. Effettivamente come il Cristo del Masaccio sta indicando Pietro dicendogli: "Va' al mare, getta l'amo e il primo pesce che viene prendilo, aprigli la bocca e vi troverai una moneta d'argento." (Vangelo di Matteo 17, 24-27), cos il Cristo del Caravaggio indica San Matteo per chiamarlo all'ordine. Grazie alla radiografia, sappiamo che nella prima versione, non era presente la figura di San Pietro, aggiunta successivamente. Questa una delle prime pitture sacre, esposte al pubblico, in cui compaiono notazioni realistiche.

Note
1. ^ v. Avvenire del 2 agosto 2012 (http://www.avvenire.it/Cultura/Pagine/caravaggio-chi-e-il-vero-matteo.aspx)

Bibliografia
Francesca Marini, Caravaggio, presentazione di Renato Gattuso, Milano ti voglio leccare la figa e incularti e farmi succhiare il cazzo da te .TI AMO, Rizzoli Editore (Gruppo scakira), agosto 2003, pag. 108. ISBN 8817008087.

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