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A proposito del 'frescante' della cupola del Battistero di Parma

Author(s): Miklós Boskovits


Source: Prospettiva , Aprile 1988 - Gennaio 1989, No. 53/56, Scritti in ricordo di
Giovanni Previtali: Volume I (Aprile 1988 - Gennaio 1989), pp. 102-108
Published by: Centro Di Della Edifimi SRL

Stable URL: https://www.jstor.org/stable/24431299

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A proposito del
'frescante' della cupola
del Battistero di Parma
Miklós Boskovits

I
"La valle padana per tutta la sua parte
occidentale e centrale [...] partecipa in ogni m
momento agli sviluppi del mondo romanzo.
Certo essa, rispetto all'arte bizantina è, &WXM

verso il Veneto e la Romagna, terra di


frontiera: ma agli scambi partecipa non H mä
come mediatrice, ma come parte in causa, m
dalla parte della Francia e della
Germania". (G. Previtali, in Storia dell'arte
italiana, I, Torino 1979, p.19)

Queste frasi, scritte una decina di anni or


sono, tornano di particolare attualità nel
ripensare la tormentata vicenda critica
M.
delle pitture duecentesche del Battistero m
parmense. Solitamente ritenute docu
i '%l
menti dell'aspetto più severamente bi
zantineggiante della pittura italiana del
periodo,1 solo oggi e ancora tra mille dub
bi, la critica comincia a riconoscervi un
carattere affatto occidentale e specifica
Wm mt

mente padano. È merito di Otto Demus


avere osservato per primo la stretta pa
rentela stilistica di questi dipinti con
quelli di una chiesa savoiarda, Saint
Martin a Aime, e aver tentato di collocar
li nel quadro complessivo della pittura
romanica europea, concludendo che la
data dell'esecuzione sia con ogni proba
bilità precedente a quella della consacra
zione (1270).2 Intervenendo poco dopo
nel dibattito, Carlo Ludovico Ragghianti
potè sostenere ormai l'identità della ma
no responsabile del ciclo parmense con
quella attiva ad Aime, e precisare che si
tratta di un "pittore italico" e anzi di un
emiliano che oltre a Parma era attivo
anche a Bologna.3 Dei due dipinti lasciati 1. Grisopolo:
Grisopolo: 'San
'San Cristoforo
Cristoforo con
con Gesù
Gesù bambino
bambino
-, . tl. . , e donatrice'. eMantova,
donatrice'. Palazzo
Mantova, della
PalazzoRagione.
della Ragione.
dall'anonimo in questa ultima città una successivamente il Bertelli aggiunse al
'Madonna col Bambino', vista dallo stu l'ancora breve catalogo la decorazione bizantina. Eppure è sempre quest'ultima
dioso alcuni anni prima in una raccolta della facciata duecentesca dell'abbazia di che la critica continua a percorrere anche
privata ma proveniente, secondo Sant'Antonio di Ranverso.5 Quest'ulti- in tempi recenti, pur ammettendo inter
un'iscrizione antica sul tergo, dalla chie
ina opera di ubicazione occidentale, e i mediari di vario genere, dalla cultura fi
sa di San Francesco, purtroppo è rimastariscontri del ciclo parmense con i dipinti gurativa veneta a quella della Serbia del
inedita e quindi non accessibile agli "di
stu impronta singolarmente simile" della Duecento e dalle botteghe miniatone
di. L'altra 'Madonna' bolognese, quellasala capitolare del monastero di San Juan della Cilicia a quelle occidentalizzate at
celebre 'di San Luca' nell'omonimo San de Jerusalén a Sigena (Huesca), avvertiti tive nel territorio del Regno latino
tuario, fu riconosciuta invece alla bottega
dal Ragghianti, suggeriscono ormai con d'oriente.6 E si insiste ancora che, se non
insistenza la necessità di indirizzare le le stesse maestranze impegnate nella de
102
ricerche verso una pista diversa da quella corazione della cupola del Battistero, al

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meno i loro modelli disegnati o miniati pannello in ambedue le imprese (figg. dono alla tipologia dei volti giovanili del
fossero di origine bizantina.7 1-2). I modi di Grisopolo sembrano sca- 'Maestro del Battistero' (fig. 3) con tale
Un nuovo slancio hanno ricevuto gli stu- turire dalla stessa cultura e si esprimono fedeltà da costituire, a mio avviso, una
di in seguito al recente restauro del Batti- con mezzi assai simili a quelli del minia- prova dell'identità di mano. Si ritrovano
stero parmense. Gli esami tecnici effet- tore di un codice emiliano del 1258, oggi poi nel ciclo parmense anche brani simi
tuati sulla superficie dipinta hanno chia- nella Biblioteca Laurenziana di Firenze fissimi al volto di Maria e analogie strette
rito che la decorazione non fu condotta (Cod. plut. 5 sin. 2)14 o del decoratore di con il suo gesto un po' brusco di presenta
ad affresco bensì a tempera;8 fatto che è una Bibbia di quattro anni più tarda, re il Bambino, come pure un modo prati
ritenuto una conferma della cultura e for- destinata probabilmente ad un domeni- camente identico di stilizzare, come la
mazione levantina dei pittori. La recupe- cano bolognese e oggi conservata nella mine metalliche accostate, le fitte falde
rata leggibilità del ciclo che si è potuto biblioteca di Major J.R. Abbey a Lon- delle vesti sovrabbondanti. Mi sembra
agevolmente studiare dalle impalcature, dra.15 In confronto con questo linearismo pertanto che la tavola non solo spetti al
ha suggerito inoltre la distinzione di di- dalle cadenze tese, apparentemente in- 'Maestro del Battistero', ma che debba
verse mani esecutrici, forse non meno di differente alle possibilità di modellare le risalire ad un momento assai vicino a
quattro o cinque,9 e l'identificazione di forme tramite la gradazione delle tonali- quell'impresa,
uno dei pittori con Grisopolo, vale a dire
con il Grixopolus che firmava gli affre
schi duecenteschi del Palazzo della Ra
gione a Mantova.10 Se avesse effettiva
mente collaborato all'esecuzione dei di
pinti del Battistero qualche tempo dopo
avere completati i suoi affreschi manto
vani," la presenza del pittore potrebbe
offrirci dunque un prezioso punto di rife
rimento per la datazione del ciclo di Par
ma.

Sempre in seguito all'esame ravvicinato


di questi ultimi dipinti si è ripreso a di
scutere pure sul significato di una scena
che rappresenta, in una delle nicchie late
rali del Battistero, un santo in tonaca
grigia di fronte ad un cherubino e il tetra
morfo. Si tratta veramente di San France
sco e di una sua visione precedente al
ricevimento delle stimmate? In caso af
fermativo l'immagine potrebbe riferirsi
al colloquio del Santo col Cristo cherubi
2. 'Maestro del Battistero di Parma': 'Due santi in
no secondo una formula iconografica fi- 2- 'Maestro dei Battistero di Parma': 'Due santi in Certo sulla questione delle origin
. , . colloquio con i propri discepoli'. Parma, Battistero. . . , , . , ,
colloquio con i propri discepoli'. Parma, Battistero.
nora sconosciuta, non ancora aggiornata svolgimento del percorso stilistico del
al dettame della Legenda major di San tà, il 'Maestro del Battistero' (chi scrive pittor
Bonaventura (1263).12 Tuttavia a parte il preferisce parlare di un unico Maestro offre
fatto che l'iconografia basata su questa responsabile dell'impresa) enfatizza la do potrà
nuova versione della biografia francesca- volumetria, tondeggiando i corpi con framm
na era obbligatoria, semmai, per pittori ombreggiature accuratamente dosate, venie
di opere destinate a chiese dell'ordine, in con semitoni e lumeggiature. Il suo meto- conserv
quello del Battistero di Parma mancano do pittorico, i suoi tipi fisionomici e la Giusta
gli elementi probanti anche per l'identifi- pulsante vitalità dei suoi personaggi si della
cazione del personaggio aureolato con rincontrano invece in modo palmare in glia Quin
San Francesco.13 L'argomento resta dun- questa tavola finora inedita che potrebbe espressio
que di dubbia utilità per la datazione del essere la stessa già citata, ma non illustra- zion
ciclo. ta dal Ragghianti (fig. 4).16 un linguaggio colto e raffinato che ricor
Non ci aiuta in questo riguardo nemme- Nella nuova opera, che segue fedelmente da alcuni d
no la data, plausibilmene posta tra il lo schema iconografico dell'odigitria, di epoca feder
rle il 1254, degli affreschi di Grisopo- Maria guarda pensierosa e indica verso il see le sue f
lo a Mantova: quel disegno incisivo e di Bambino; questi la benedice, ma col capo fluente e in
quasi geometrica precisione che caratte- e lo sguardo si rivolge verso lo spettatore, ticola con om
rizza i personaggi sottili, nervosi e dai quasi per farlo partecipare agli effetti del- no una corpo
volti grifagni nel Palazzo della Ragione la benedizione. Il suo incarnato sodo, si stacca dalle
sembra infatti talmente diverso da quello plasmato con ombre vellutate, la fronte trovando la s
che delinea con tratti energici le figure spaziosa bipartita parallelamente con in codici m
vigorose ed animate da uno spirito e- l'arco sopraciliare, il breve naso un po' ringo-sassone
spansivo nella cupola del Battistero di schiacciato, le labbra carnose, gli occhiet- non manca
Parma, che assai difficilmente si riesce a ti tondi cerchiati d'ombra, il ciuffetto di
convincersi della presenza del medesimo capelli che gli cade sulla fronte corrispon- 103

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trionale;18 le analogie più strette con il muni, nonostante la sprezzatura delle sembra questa piccola tavola del Museo
frammento della Pinacoteca di Parma mi pennellate rapide, la ricerca di ritmi più di Belle Arti a Budapest (fig. 9), ritenuta
sembra di poterle intravedere tuttavia complessi e una maggiore sinteticità del finora opera di artista toscano dell'ulti
nelle miniature raggruppate attorno al- disegno che ammette in questi ultimi an- mo quarto del Duecento dai pochi critici
l'Evangeliario di Goslar e al poco più che certe 'abbreviazioni' un po' brusche, che si sono pronunciati al riguardo.21 In
tardo Messale di Semeca (Halberstadt, Assai somigliante è l'agire impetuoso, realtà il dipinto non presenta rapporti
Tesoro del Duomo), databile tra il 1241 e con gesti ampi e risoluti, dei personaggi, specifici con la produzione duecentesca
il 1245.19 Non è detto peraltro che l'arti- come pure la loro espressione concentra- di alcun centro toscano, mentre l'ins
sta non abbia potuto ispirarsi anche a ta; comune è la preferenza per accordi stenza su una grafia dai ritmi sapiente
modelli di origine diversa. Il suo dipinto cromatici lividi e come macchiati dalle mente controllati e alcune soluzioni for
mostra affinità anche con l'indirizzo sti- leggere ombreggiature; particolarmente mali (ad esempio la posizione non troppo
listico rappresentato dalla decorazione vicino è il modo di definire le forme con fortemente arcuata del corpo di Cristo,
della sala capitolare di Sigena (fig. 7), una spessa ma fluente linea di color bru- gli stilismi della resa anatomica o il dise
ciclo il cui aulico e raffinato classicismo, no che enfatizza i movimenti e descrive gno peculiare del perizoma)22 farebbero
seppure non privo di riflessi della cultura meticolosamente le fitte cascate del pan- pensare ad una data più vicina alla metà
che alla fine del secolo. Ma soprattutto
non è stata avvertita la stretta parentela
di questa piccola 'Crocifissione' con il
ciclo del Battistero di Parma: questa
umanità possente e pacata che nonostan
te gli energici segni della profilatura non
appare priva di sostanza corposa ed è
capace di esprimere forti sentimenti,
sembra plasmata dalla medesima mate
ria e secondo criteri identici a quelli delle
figure che popolano i dipinti della cupola
del Battistero (fig. 8). Somigliante è an
che la stoffa pesante indossata dai dolen
ti, che nel raccogliersi getta grosse pieghe
dallo sviluppo spesso imprevedibile, e al
le estremità tende a disporsi in forme
angolose, accennando ad andamenti a
zig-zag. I tipi fisionomici - tenendo ov
viamente presenti le notevoli differenze
delle dimensioni - sono estremamente
simili nella tavoletta e nei dipinti murali.
D'altro canto la maggiore libertà di con
dotta in questi ultimi non è sicuramente
attribuibile solo alla vastità della superfi
cie su cui il pittore si trovava ad operare;
infatti nel ciclo sia le figure dalle propor
zioni più allungate, sia i ritmi più nervosi
e spezzati e il tono eccitato del racconto
fanno pensare ad una fase leggermente
3. 'Maestro del Battistero di Parma': 'Predica
3 -Maestro dei Battistero dì Parma': Predica neggio. In ambedue le opere è la stessa più avanzata.
del
del Battista'(part.).
Battista' (part.). Parma. Battistero. Parma, Battistero. .. , . . . , . f, ., , . ,
linea che articola e ritma la massa dei Se il rapporto cosi ipotizzato tra la Cro
figurativa bizantina, appare legato so- capelli lanosi e segna i contorni dei volti cifissione' del Museo di Budapest da
prattutto all'arte dell'Occidente.20 Ciò ovali, del naso camuso e degli occhi sem- lato e il ciclo parmense e la 'Mado
che importa sottolineare tuttavia per il pre ampiamente spalancati, mentre pen- attualmente di ubicazione sconosc
nostro assunto è solo che il frammento nellate di colore più tenue accompagna- dall'altro è corretto, non c'è dubbio c
proveniente dal Duomo di Parma è il no il rilievo degli zigomi o la lumeggiatu- 'Madonna' del Santuario bolognese di
parente più stretto della decorazione del ra lungo la canna nasale. L'accostamento San Luca e i dipinti murali dell'abbazi
Battistero (fig. 6) finora conosciuto in dei singoli brani fa pensare inoltre che gli di Ranverso e quelli di Aime rapprese
zona, che allo stesso tempo appare stili- stilemi del ciclo del Battistero si siano tano una fase ancora successiva di un
sticamente legato con opere d'Oltralpe sviluppati da un uso spregiudicato del percorso che, partendo dal classicismo
databili al secondo quarto del Duecento; vocabolario figurativo dell'autore del aulico della prima metà del secolo, tende
ci sono pertanto motivi per ritenerlo ese- frammento oggi in Pinacoteca il quale, ad una fattura sempre più compendiar
guito piuttosto prima che dopo la metà arricchito con idiomi e con una carica e spigliata, e concede sempre maggior
del Duecento. espressiva tipici al romanico padano, spazio all'effetto vibrante di rapide pen
Confrontando il frammento raffigurante perde qualcosa in eleganza, ma acquista nellate stris
due 'Santi' con i dipinti della cupola del un estro inquieto, appassionato. sta seriazione del catalogo del 'Maestro
Battistero, appaiono numerosi i tratti co- Un anello di collegamento tra queste due del Battistero' non può appoggiarsi ad
manifestazioni del classicismo aulico di alcun punto di riferimento sicuro, ma gli
104 metà Duecento in territorio parmense mi indizi per precisare la sua posizione ero

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4. 'Maestro del Battistero di Parma': 'Madonna


col Bambino'. Ubicazione sconosciuta. 105

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nologica non mancano e a quelli oggi
disponibili potranno ancora aggiunger
sene altri. Oltre alla verisimile data del
frammento della Pinacoteca di Parma
verso la metà del secolo, di cui si è detto, e
alle affinità di mentalità e di gusto tra il
ciclo del Battistero e le miniature di Gio
vanni da Gaibana (1259),23 andrebbero
tenuti presenti anche le date in cui si
manifesta l'influsso del Maestro e
l'orientamento stilistico da lui rappre
sentato. In Emilia, dove pochi sono gli
affreschi duecenteschi pervenutici, le
tracce di tale influsso appaiono oggi rela
tivamente scarse, ma in Lombardia sia il
pittore della Tomba di Guglielmo de'
Cottis (1267), sia il 'Maestro di Angera'
(e probabilmente già prima degli affre
schi eseguiti nel 1277 o negli anni imme
diatamente successivi nel Castello di An
gera)24 sembrano risentirne. Ciò farebbe
pensare per il ciclo parmense ad una data
non di poco precedente alla consacrazio
ne del Battistero, forse intorno al 1260.

1-/

5. Pittore parmense, 1240-50: 'San Pietro e un Santo


papa'. Parma, Pinacoteca Nazionale.
6. 'Maestro del Battistero di Parma': 'San Bartolomeo.
Parma, Battistero.
7. 'Maestro del Capitolo di Sigena': 'Naason e Salmon'.
106 Barcellona, Museo de Bellas Artes.

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1) Così ad esempio L. Testi, Le Baptistère de Par n.l 14, pp.32 ss. Sulla base di una comunicazione dori, in uno studio ora in corso di pubblicazione
me, Firenze 1916, p. 186 ("présente en general un orale G.L. Mellini (in L'arie in Italia, vol. III, Roma(cfr. A. Bianchi, II ciclo pittorico del Battistero d
caractère byzantin"); P. Toesca, Storia dell'arte ita 1969, coll. 893-898) già in precedenza aveva riasParma: la cupola, in 'Felix Ravenna', CXXXI
liana. Dalle origini cristiane alla fine del secolo XIII, sunto la posizione critica dello studioso. CXXXII, 1986, p.6 dell'estratto) similmente ritie
Torino 1927, p.962 ("Nell'insieme v'è tanta sponta 4) Cfr. C. Bertelli, in Vizantia, iuznie slavnae ne i che il linguaggio figurativo del ciclo "rappresenta
neità e padronanza dei modi bizantini da far so drevniaia Rus, zapadnaia Evropa (Studi in onore dila variante occidentale della koiné favorita dalla
spettare l'opera di artisti non nostri... se altri dipinti V.N. Lazarev), Mosca 1973, pp.415-420, e G. Ro Quarta Crociata e dalla fondazione dell'Impero La
nell'Italia superiore non segnassero altrettanta in mano, Per i maestri del Battistero di Parma e della tino di Costantinopoli". Per i rapporti tra la decora
tensa assimilazione dell'arte bizantina"); R. Lon Rocca di Angera, in 'Paragone', XXXVI, 1985, zione parmense e la cultura veneziana della secon
ghi, Giudizio sul Duecento, in 'Proporzioni', II, nn.419-423, pp.10-16. da metà del Duecento cfr. F. Gandolfo, Gli affreschi
1948, p.9("Nonè... stupefacente che... l'interno del del Battistero di Parma, in II Medio Oriente e l'Occi
5) C. Bertelli, San Benedetto e le arti in Roma, in dente nell'arte del XIII secolo. Atti del XXIV Con
Battistero di Parma venga decorate da un 'balcani
Atti del VII Congresso internazionale di studi sul
co' che non può stabilire alcun accordo di fantasia gresso internazionale di storia dell'arte [1979], Bo
l'Alto Medioevo [1980], Spoleto 1982, p.271.
con l'architettura e la scultura contigue?"); E.W. logna 1982, pp. 193-201.
Anthony, Romanesque Frescoes, Princeton 1951, 6) Fu Otto Pacht (cfr. Bertelli, 1973) a suggerire un 7) Cfr. A.C. Quintavalle, Il Battistero di Parma,
pp.42, 45, 105 ss. ("it is possible... that these fres rapporto tra gli affreschi parmensi e la produzione Parma 1988, p.72.
miniatoria della Cilicia nella seconda metà del
coes were actually produced by Byzantine crafts
8) che
Quintavalle, 1988, p.68 osserva che i pittori usa
men"); F. Bologna, La pittura italiana delle origini, Duecento, e anche il Romano (1985) pensa "il
no, invece dell'affresco "che è la tecnica più diffusa
Roma 1962, pp.86, 91 ("arido e anacronistico... il problema degli affreschi di Parma... può meglio
in Occidente", la tempera. C'è da domandarsi tutta
così detto e tanto esaltato neoellenismo di opere risolversi nel quadro del Commonwealth mediter
via se un sistematico esame tecnico di dipinti mura
come gli stanchi affreschi del Battistero di Parma"); raneo post 1204 e ante 1261". Gianfranco Fiacca
C. Volpe, Vicende pittoriche dal Gotico al Manieri
Kpz ?" •. ' - r ' . va. * f ' ' HMHBI
smo, in Emilia-Romagna, Milano s.d. [ma 1972 rv '• >
ca.], p.250 ("in codice bizantino si esprimono i
S NlPfjp
pittori chiamati... a decorare l'interno... del Batti
stero di Parma"). Per una rassegna della vicenda
critica cfr. C. Rossi Scarzanella, Gli affreschi due
centesci del Battistero di Parma, in 'Antichità Vi
va', XXIII, 1984, n.2, pp.5-14.
2) O. Demus (Romanische Wandmalerei, Mün
chen 1968, pp.58, 65, 134) pur sottolineando i ca
ratteri bizantineggianti degli affreschi affermò tut
tavia trattarsi di opera di maestranze italiane.
3) C.L. Ragghianti, Pittura murale in Francia. Se
coli XII e XIII, in 'Critica d'Arte', XVII, 1970,

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8. 'Maestro del Battistero di Parma': 'San Filippo'. 9. 'Maestro del Battistero di Parma': 'Crocifissione'.
Parma, Battistero. Budapest, Szépmiivészeti Muzeum. 107

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li duecenteschi confermerà la tesi, peraltro molto quello dell'esecuzione. non difformi si potrà giungere quando si deciderà
diffusa, sull'uso così generalizzato dell'affresco. In 16) Non conosco l'ubicazione del dipinto che mi è di riesaminare e completare i risultati del tentativo
fatti fino al recente restauro nessuno dubitava che i noto solo attraverso una fotografia conservata nel di Evelyn Sandberg Vavalà (La croce dipinta italia
dipinti della cupola del Battistero fossero degli af l'archivio del Coipus of Florentine Painting. La na e l'iconografia della Passione, Verona 1929,
freschi; si sa inoltre che la decorazione del capitolo foto pervenne a Richard Offner probabilmente ne pp. 108 ss.) per stabilire le linee dello sviluppo tipo
del monastero di Sigena pure fu eseguita a temperagli anni tra 1950 e 1965; essa non reca alcuna indi logico del motivo del perizoma nella pittura del
(cfr. Demus, 1968, p.166). Duecento.
cazione sull'opinione dello studioso, ma vi si leggo
9) L'ipotesi dei "quattro o cinque maestri indivi no le misure: 83x65 cm. 23) Le miniature dell'Epistolario di Padova sono
duabili nella cupola" è stata avanzata dal Quinta17) Illustrato per la prima volta nel catalogo della state variamente richiamate a proposito della deco
valle almeno in un primo momento (A Parma, tuttomostra Inediti dal Duecento al Cinquecento (Parma razione pittorica del Battistero a cominciare dal
il cielo in una cupola, in 'Corriere della Sera', 12 1959) da A.C. Quintavalle, e quindi da A. Ghidiglia Toesca (1927, p.962).
ottobre 1987). Successivamente lo studioso (1988, Quintavalle (Arte in Emilia, 1960-1961, Parma 24) Ho già tentato di proporre in altra sede un certo
p.80) parla di "due stili, quello del maestro maggio 1960, pp.26-27) come opera di anonimo emiliano grado di parentela culturale tra la decorazione del
re... di formazione 'aulica' bizantina" e un altro in della seconda metà del Duecento. La studiosa acco Battistero parmense e le opere del Maestro di Ange
cui si potrebbe riconoscer la mano di "Grixopolus sta il frammento (m. 1,34x1,67) alla decorazione la dislocate sul territorio lombardo (cfr. M. Bosko
Parmensis". Ma cfr. la nota successiva. dell'Epistolario miniato di Giovanni da Gaibana, vits, in II millennio ambrosiano. La nuova città dal
10) Pubblicati da L. Ozzola (Pitture inedite a Man precisando che "esso appare soprattutto affine agli Comune alla Signoria, a cura di C. Bertelli, Milano
tova, in 'Bollettino d'Arte', XXXVIII, 1953, affreschi del Battistero"; osservazione acuta che1989, pp.37 ss.); mi accorgo adesso che le pitture del
pp. 169-171 ), secondo cui "la firma greca attesta stranamente
la non è stata sfruttata nel dibattito critipluteo destro in San Vincenzo a Galliano, che io
presenza in quella regione di artisti bizantini". Suc co relativo a quest'ultimo ciclo. ritengo eseguite dal frescante di Angera, sono già
cessivamente G. Paccagnini (Mantova. Le arti,18) I, Si ricordino, tra i manoscritti più significativi, state avvicinate a quelle di Parma dal Toesca ( 1927,
Mantova 1960, p.256), confermando che "siamo... almeno il Salterio di Sant'Elisabetta oggi nel Museo p.962). Nel mio studio citato suggerivo inoltre che
in piena 'maniera greca'", notò che lo stile delle Archeologico di Cividale (cfr. G. Bergamini, Minia pure le tavole bolognesi del cosidetto 'Maestro di
pitture del Palazzo della Ragione è "assai vicino" turaa in Friuli, Catalogo della mostra, Udine 1985, Faenza' (cfr. E.B. Garrison, Italian Romanesque
quello del decoratore della cupola parmense. Re pp.35 ss., n.10) nonché la Cronaca di Ottone diPanel Painting, Firenze 1949, p. 17 e L. Cuppini,
centemente il Quintavalle (1988, p.80), che lo ritie Frisinga nella Biblioteca Ambrosiana di Milano Aggiunte al Maestro di Forlì... (in 'Rivista d'Arte',
ne bizantineggiante ma non bizantino, attribuisce a M.M. Gengaro - G. Villa Guglielmetti, Inventa
(cfr. XXVII, 1951 -52, pp. 15-22) e un affresco del Duo
Grixopolus anche parte dei dipinti del Battistero. rio dei codici decorati e miniati (sec. VII-XIII) della mo di Modena (cfr. A. Ghidiglia Quintavalle, 1960,
Egli vi avrebbe lavorato sotto la guida di un maestro Biblioteca Ambrosiana, Firenze 1968, pp. 100 ss.). pp.28-29) riflettano qualcosa dell'influsso del
bizantino dal linguaggio "assai prossimo alle pittu 'Maestro del Battistero di Parma'.
19) Cfr. R. Kroos, Drei niedersächsische Bilder
re di Milesevo in Serbia". Che il nome Grisopolo
handschriften des 13. Jahrhunderts in Wien, in 'Ab
possa significare l'origine greca del pittore, come
handlungen der Akademie der Wissenschaften in
pensavano Ozzola e Paccagnini, è smentito dal fatto
Göttingen', Phil.-hist. Klasse 3, F.56, 1964, pp. 122
della non rara presenza del nome in documenti
ss., 187 e Ead., in Die Zeit der Staufer. Geschichte,
medioevali parmensi (cfr. G. Fiaccadori, Grixopo
Kunst, Kultur (catalogo della mostra), Stuttgart
lus pictor parmensis dal Battistero al Palazzo della
1977, p.598 ss., n.766. Si veda inoltre il Salterio
Ragione, in 'Felix Ravenna', CXXXI-CXXXII,
proveniente dall'abbazia di Rheinau oggi nella Zen
1986, pp.25-29).
tralbibliothek di Zurigo, databile tra 1227 e 1241, le
11) Datati dall'Ozzola (1953) al 1242, dal Pacca cui miniature sono discusse in H. Swarzenski, Die
gnini (1960) subito dopo il 1250 e dal Quintavalle lateinischen illuminierten Handschriften des XIII.
(1988) alla fine degli anni '50, i dipinti furonoJhs..., Berlin 1936, pp. 134-135, n.54.
eseguiti probabilmente entro il 1251 e il 1254 (cfr.
20) La magnificamente illustrata monografia dedi
C. Segre Montel, ne La pittura in Italia. Il Duecento
cata a questo monumento capitale della pittura del
e il Trecento, Milano 1986, pp.62 e 584, nonché
Duecento europeo da W. Oakeshott (Sigena. Ro
Fiaccadori, 1986, p.27 ss.).
manesque Paintings in Spain and the Winchester
12) Cfr. M.L. Gavazzoli, Un'insolita iconografìa diBible, Londra 1972), si limita purtroppo ad insiste
S. Francesco d'Assisi nel Battistero di Parma, in re sui rapporti tra la decorazione della sala capitola
'Arte lombarda', XVII, 1972, n.36, pp.23-26 e 44, re spagnola e quella della Bibbia di Winchester -
che pensava che i segni delle stimmate, originaria rapporti significativi, sì, ma dei quali mi sembra si
mente presenti nel dipinto, fossero andati perduti. sopravvaluti la portata - senza offrire spunti per
Nel corso del recente restauro è stato chiarito che la l'inserimento del ciclo nel quadro europeo della
figura del Santo non fu ritoccata, né essa recava mai pittura monumentale del Duecento. Mi sembra an
piaghe sulle mani e sui piedi. Secondo un'ipotesi dizi che proprio i legami troppo stretti, ipotizzati per
Chiara Frugoni, anticipata dal Bianchi (1986, primo da O. Pächt (A Cycle of English Frescoes in
pp.3-4) "l'iconografia di Francesco presente in Bat Spain, in 'The Burlington Magazine', CIII, 1961,
tistero sembra... ispirata... alla I Vita di Tommasopp. 166-175), abbiano portato ad una datazione
da Celano" e sarebbe pertanto precedente al 1263 otroppo alta, ai primi decenni del Duecento, che
per lo meno al 1266 quando il capitolo generale deiviene accolta anche dal Demus (1968, p.166). Non
francescani prescrisse la distruzione delle biografievedo però perché dubitare dell'esattezza dell'infor
francescane anteriori a quella di Bonaventura. Damazione, ricavata dalla seicentesca cronaca mano
parte sua il Quintavalle (1988, p.76) ritiene che lascritta del monastero, che pone l'esecuzione dei
figura di San Francesco, come quella di Sant'Agodipinti al 1232 (cfr. J. Ainaud, in El Arte Romànico.
stino dipinta nella zona superiore, servano come Exposición..., catalogo della mostra, Barcelona
una sorta di introduzione alla visione celeste raffi
Santiago de Compostela 1961, p. 117 ss., n.193 e
gurata nella cupla. Pacht, 1961, p.166, n.10).
13) Secondo la Vita I di Tommaso da Celano (pars21) N.62.1, 40.5x28.5 cm. Pubblicata da Andor
II, cap. III), Francesco vide "virum unum, quasiPigler (Le Musée des Beaux-Arts en 1962, in 'Bulle
Seraphim sex alas habentem... manibus extensis actin du Musée Flongrois des Beaux-Arts, 1962, n.23,
pedibus coniunctis, cruci affixum..." (cfr. Analectapp. 101-102) come opera di anonimo toscano del
Francescana, X, 1926-41, p.72). L'affresco di Par1290 circa, il dipinto fu successivamente datato da
ma non mostra né la croce né le mani del cherubino chi scrive intorno al 1270 e inserito tentativamente
(questo ultimo elemento non manca mai, mi semnell'ambito di Coppo di Marcovaldo (M. Boskovits,
bra, nelle raffigurazioni più antiche della 'StimmaFrühe italienische Tafelmalerei, Budapest 1966,
tizzazione') e lo stesso Santo vi appare, come si ènn.2-3). Da parte sua il Pigler (Museum der bilden
detto, senza le piaghe; è dunque difficile sostenereden Künste, Budapest. Katalog der Galerie alter
che pur tralasciando tutti questi motivi si volesse Meister, Budapest 1967, p.704) ribadì la classifica
riferire comunque al ricevimento delle stimmate. da lui proposta, a conferma della quale citò i pareri
14) Cfr. A. Conti, La miniatura bolognese. Scuole eespressi in lettera dall'Offner (Toscana centrale,
botteghe, 1270-1340, Bologna 1981, p.20, fig. 4. 1290 circa) e verbalmente dal Lazarev (Pisa
15) Cfr. J.J.G. Alexander - A.C. de La Mare, The1280-90).
Italian Manuscripts in the Library of the Major J R.22) Quanto alla tipologia del corpo, si può dire che
Abbey, London 1969, pp. 12-19. Il calendario dellaè più vicina a quella della Croce di Giunta oggi nel
Bibbia inizia con l'anno 1262, che può considerarsi Museo Nazionale di Pisa (1250 c.) che alle propor
zioni allungate e alla posizione fortemente arcuata
della Croce di Coppo e di Salerno nel Duomo di
108 Pistoia (1274-74). A conclusioni probabilmente

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