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VITA

3 FEBBRAIO 2012

PRIMO PIANO
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I numeri della crisi


I queste pagine presentiamo per la prima volta alcune delle elaborazioni tratte dalla ricerca sviluppata dall'economista Luigi Campiglio e che dimostrano come la crisi vada a gravare soprattutto sulle fasce di popolazione dal reddito pi basso.

Il tasso din azione stato maggiore per chi ha redditi bassi

130

120

110

100 1999 2009

Il primo decile corrisponde a chi ha i redditi pi bassi, il decimo a chi ha i redditi pi alti. In dieci anni lin azione stata maggiore di sette punti per i contribuenti pi poveri.

1 decile media 10 decile

LItalia un paese che costa caro in rapporto al Pil procapite

Ormai siamo solo io e il mio camion Il padroncino molla il volante


Sono 51mila i monoveicolari: camionisti, tartassati, dipendenti di se stessi
di Antonio Sgobba Prima volevano il piccolo trasportatore perch garantiva degli standard professionali, per la sua metodologia di lavoro. Ora non importa pi niente. Conta solo il prezzo, vince chi riesce a farsi pagare di meno. A queste condizioni chiaro che quelli che arrivano dallEst ci sbaragliano. Per questo tanti di noi sono costretti a smettere. Pierino Chiandussi un camionista di frontiera. Friulano, alla guida da 35 anni, un imprenditore ma con un solo dipendente: se stesso. Il suo capitale il suo mezzo: Uno Scania, ormai ha 11 anni, dovrei cambiarlo, dice, ma come si fa?. Classe zero allo stato puro. In Italia come lui sono in 51.192. Tutti monoveicolari, vale a dire imprese di autotrasporto che posseggono un solo camion. Trasportano di tutto: alimenti, farmaci, giornali, prodotti elettronici, ma anche carichi pesanti. Spesso sono molto specializzati. Sono il 45% del totale delle imprese del settore, la fetta pi importante dei 110mila autotrasportatori iscritti allalbo. Ma sono anche tra i pi esposti alle di colt. Sono tanti ma frammentati, per questo hanno scarso potere contrattuale verso la committenza, dice Cinzia Franchini, presidente nazionale Cna - Fita, una delle sigle pi rappresentative del settore. Le imprese pensano solo a spendere il meno possibile, e in questo periodo accade sempre pi spesso, continua Chiandussi, ma per noi i costi sono diventati esorbitanti, non ci stiamo pi dentro, il prezzo del gasolio insostenibile. Certo, adesso dal governo arrivato un sostegno per il rimborso delle accise sul carburante. Sar trimestrale e non pi annuale, un provvedimento accolto positivamente dai camionisti italiani. Ma per molti padroncini non ci sar neanche questa boccata daria: Il rimborso per i piccolissimi sar irrisorio. Il consumo di carburante signi cativo per unazienda che ha una ventina di camion, ma se ne hai solo uno ti cambia poco, a erma Marco Digioia, della segreteria nazionale di Confartigianato trasporti. Tanto pi che possono fare richiesta per i rimborsi solo i mezzi dalle 7,5 tonnellate in su. E tra i monoveicolari rimangono fuori quasi 19mila camionisti, quelli con mezzi sotto le 6 tonnellate, sempre secondo i dati dellAlbo. Al di l dei provvedimenti recenti, la crisi dei padroncini arriva da lontano. Il mercato stato snaturato negli ultimi quindici anni, la situazione peggiorata con lallargamento dellEuropa. Ormai entrano cani e porci, senza regole, denuncia Chiandussi, che anche presidente della Confartigianato Trasporti del Friuli. La rabbia si comprende se si guardano i dati nella sua regione: nel 2011 sono state registrate 720 imprese in meno, molte di camionisti autonomi. Siamo arrivati a questo punto perch in poco tempo abbiamo perso circa il 70% del trasporto internazionale; prima lo facevamo noi, ora preferiscono gli sloveni, osserva Chiandussi. E alla concorrenza sleale, poi, vanno aggiunti labusivismo e le in ltrazioni ma ose.

126 104 102 104 112

119 97 89

ITALIA

GERMANIA

FRANCIA

SPAGNA

I dati si riferiscono al 2010: fatta 100 la media dei 27 Paesi della Ue, lItalia ha prezzi pi alti di quattro punti e il Pil procapite soltanto di due punti.

livello dei prezzi Pil procapite

I beni ad alta frequenza dacquisto sono i pi colpiti


120

140

1 1999 2011

Paradossalmente, il tasso d'in azione e ettivo pi alto proprio sui beni a media e alta frequenza dacquisto, che sono anche quelli pi ricorrenti nella lista della spesa delle famiglie.

alta media bassa

PRIMO PIANO
Un padroncino pu reagire solo stringendo la cinghia, per andare avanti non pu mettersi a sfruttare i dipendenti, sfrutta solo se stesso, a erma Franchini. E per unimpresa micro come quella di un camionista, i problemi che stanno minando tutta la rete delle piccole-medie imprese italiane sono ancora pi grandi. A partire dal problema per eccellenza, laccesso al credito. Con le di colt economiche che si ritrovano ad avere, di cilmente i monoveicolari riescono ad accedere a prestiti. Il padroncino duro e puro su questo fronte ha anche pi ostacoli delle piccole e medie aziende, ricorda Digioia. Bisogna poi aggiungere i problemi caratteristici del territorio in cui si lavora. Il divario Nord- Sud pesa. Nelle regioni meridionali le tari e sono pi basse e le infrastrutture sono peggiori, ricordano a Confartigianato. Non un caso che le proteste pi rumorose siano nate in Sicilia. L un camionista si trova davvero in di colt a fare il suo lavoro. Le normative europee impongono di guidare al massimo nove ore al giorno. Poi devo riposarmi. Ma come possibile se in quel tempo non riesco neanche a portare a termine una consegna? Alla ne non ho scelta: o rispetto le richieste del committente o trasgredisco la legge. C una via di uscita? Chi da solo deve fare rete con gli altri. Gi ora molti si uniscono in cooperativa. La strada quella, rispondono da Confartigianato. Ci vuole laggregazione, ma fatta sul serio, continua Digioia, non solo per prendere gli incentivi o per diventare dipendenti di imprese pi grandi. Ma per essere pi e cienti, fare meno viaggi a vuoto. Bisogna cambiare mentalit imprenditoriale. In Francia lo hanno fatto dieci anni fa e oggi riescono a stare sul mercato.

3 FEBBRAIO 2012

VITA

Vita on-the-road Ivano Tesi, camionista: 1.200 euro al mese. Last minute compresi
Domani devo caricare da un artigiano a Modena, vado a San Donato Milanese e l faccio un altro carico per Sassuolo. Ivano Tesi, 64 anni, descrive cos la sua prossima giornata lavorativa. Faccio questo mestiere da quarantanni, una vita da camionista, dice. Ivano uno dei cosiddetti monoveicolari. Lo far nch ho le forze. Ho un piccolo camioncino, da 35 quintali, faccio trasporti leggeri, ormai non ho pi il sico per fare quelli pi pesanti, una volta trasportavo i prefabbricati, dice. Il mezzo duttile, ci mettiamo al servizio del territorio. Tra le aziende con cui lavoro pi di frequente ce n una che fa porte e serramenti, ma fornisco servizi a tutto lartigianato modenese che non ha mezzi propri, racconta Tesi. Per lui questo il periodo pi di cile. A gennaio va tutto a rilento. Lattivit stenta a riprendere. Le aziende erano ferme no a poco tempo fa e alcune neanche hanno ripreso, spiega Tesi. Quanto guadagna? Al mese tra i 1.200 e i 1.300 euro netti. Un terzo delle spese vanno via in gasolio. Una volta lincidenza dei costi rispetto al fatturato era molto pi bassa in percentuale, oggi ci sono dei margini veramente stretti. Un tir con un litro di gasolio fa due chilometri e mezzo. Poi c lautostrada, anche 15 centesimi al chilometro, una cosa pesantissima. Ora lavora intorno alle trenta ore settimanali. Si fa fatica ad arrivare alle quaranta o cinquanta ore che facevamo no a poco tempo fa, dice. Secondo Tesi per gli autonomi ci sono due possibilit. O si rimane da soli oppure ci si mette in cooperativa, per avere un potere pi forte. Io ad esempio faccio parte di una cooperativa di artigiani a propriet divisa, ciascuno possiede il proprio mezzo. Gli artigiani si associano per acquisire le consegne insieme e distribuire il lavoro. La sua coop si chiama Movitrans Group, la sede a Modena. Sul sito si trovano anche le o erte Last Minute. [A.S.]

Far la spesa uno slalom, tra o erte sottoprezzo e il boom dei discount sotto casa
Le catene low cost crescono dell8% e i prodotti in promozione sono il 26,7%
Di solito, la grande distribuzione anticiclica: in periodi di crisi, cresce. E invece.... E invece stavolta la crisi smentisce anche le regole assodate, come con dovizia di numeri mostra Cristina Farina, Client manager di Nielsen, che ha sviluppato una ricerca sui trend del largo consumo italiano, mettendo a confronto quelli della Gdo classica (iper e supermercati) con quelli delle catene di discount. Fenomeno in crescita (fatturato a +8,4% a dicembre 2011, rispetto al -2,1% di iper e super), soprattutto dal settembre 2011, dopo le prime manovre anti default, sottolineano da Nielsen, ad indicare come lulteriore compressione della capacit dacquisto delle famiglie italiane si sia subito tradotta in un cambiamento drastico di abitudini nellacquisto dei beni primari di consumo. Alimentari in testa. Quello cui stiamo assistendo una ride nizione del carrello della spesa, spiega Francesco Cecere, direttore Marketing information e controllo di Coop Italia: Pi che fare attenzione al singolo prezzo, ora gli italiani stabiliscono a priori quanto vogliono spendere, per esempio 50 euro ogni volta che fanno la spesa al super, e dentro quella cifra cercano di ottimizzare il rapporto costi-bene ci: magari prendono il detersivo per i panni di primo prezzo, perch mi basta che i panni siano puliti, mentre magari il ca lo scelgono di marca, o prendono il prodotto di marca quando in promozione.... Gi, le promozioni, una delle leve attraverso le quali la Gdo cerca di tamponare la perdita del potere dacquisto delle famiglie. Tra il 2004 e il 2009 lincidenza delle promozioni sugli acquisti totali era del 22%; nel primo semestre del 2011 siamo arrivati al 26,7%. E si tratta di ribassi che arrivano anche al 30, 40% del prezzo, sottolinea Stefano Crippa, direttore Area ricerche di Federdistribuzione. Le altre due leve attraverso le quali i nostri associati tentano di arginare la situazione sono lallargamento dei prodotti di primo prezzo, ovvero della fascia di prezzo pi basso, che in genere tengono come benchmark di costo i prezzi del discount pi vicino, e laumento di tipologie di prodotto alimentari in primis a marchio del distributore: no al 2006 rappresentavano il 12,5% degli acquisti, oggi siamo al 16,6%. Pur nel generale arretramento degli acquisti, c un dato positivo che gli esperti tendono a osservare: sar la crisi, sar che la sostenibilit comincia a diventare pratica comune, fatto che gli italiani sprecano molto meno. Si fanno meno acquisti di grande volume, le scorte di cibo che poi si niva per buttare anche al 30, 40%, e acquisti pi frequenti di minore importo, dice Cecere. Quel che si acquista viene e ettivamente consumato in una percentuale maggiore, segno di un cambiamento di cultura nelleconomia domestica. [Mattia Schieppati]

Il tasso din azione 2002 2011 per alcuni beni e servizi simbolici
ITA
pane pane latte latte pesce pesce a tto a tto elettrodomestici elettrodomestici ristoranti e ca ristoranti e ca parrucchieri parrucchieri gioiellieri gioiellieri totale totale 26,2 26,2 21 21 28,5 28,5 24,5 24,5 3,7 3,7 29,2 29,2 22,1 22,1 127,2 127,2 22,2 22,2

FRA
15,8 15,8 10,5 10,5 14 14 26,1 26,1 -15,3 -15,3 19,6 19,6 18 18 74,7 74,7 18,6 18,6

GER
11,8 11,8 11,7 11,7 27,1 27,1 10 10 -5,4 -5,4 13,6 13,6 10,2 10,2 29,7 29,7 16,5 16,5

EU
24,4 24,4 17 17 21 21 17,9 17,9 -4,7 -4,7 27,1 27,1 21 21 73,9 73,9 20,4 20,4

I prezzi dei beni alimentari dal 2002 cresciuti oltre il 20%


115

125

105

1 2002 2011

Laumento del costo del cibo in Italia nettamente superiore a quello dei grandi Paesi e anche della media dei Paesi area euro

Italia Euro area (17) Francia Germania

Elisa Locci

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