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Riuscir lala sociale

della Lega a cambiare


la storia del Carroccio?

ONO ENTRATA NELLA LEGA PER LATTENZIONE ALLE FASCE DEBOLI, ai disabili,
alla povert. Parla Silvana Saita, 74 anni, leghista dal 1995 e dal
2009 sindaco di Seriate, circa 25mila abitanti, il comune pi grande
della provincia di Bergamo. Mai fatto politica prima, anche se ero impe-
gnata nellAzione Cattolica. Signora sindaco, sicura di far parte dello
stesso partito accusato di usare nanziamenti pubblici per pagare auto,
lauree, cure mediche, amanti, diamanti e lingotti? Non immaginate la
preoccupazione, la delusione, la soerenza che hanno provocato quelle
notizie. Ma sono cose utili per tornare alla realt, risponde. Questo per
S
pratica quotidiana spesso si superano anche bar-
riere ideologiche che paiono a priori insormontabili:
Da leghista avevo molti pregiudizi nei confronti
delle cooperative, spiega, col tempo per mi sono
dovuta ricredere, sono un elemento essenziale per
la creazione di una comunit coesa. E in questi casi
le posizioni politiche non contano. Non importa
che siano coop rosse o bianche, quando si tratta di
arontare dei problemi lo si fa in maniera pragma-
tica. Mi sono meravigliata quando ho ritrovato que-
sto atteggiamento anche da parte del mondo coo-
perativo.
Lelenco di amministratrici potrebbe continuare
spostandosi poi in provincia di Como, dove ad Erba
per le prossime amministrative la candidata leghi-
sta, Erica Rivolta, deputata promotrice di diverse
iniziative a favore del servizio civile, sar sostenuta
nel suo comune dalla lista civica Erba solidale.
Ma, pur passando da una provincia allaltra, la linea
di pensiero (e di azione) coincide.
Rinnovamento veneto
Segnali nella stessa direzione si colgono anche fuori
dalla Lombardia. Basta leggere il Manifesto dei rin-
novatori, documento in 18 punti sostenuto da di-
versi esponenti leghisti in Veneto. Nella regione go-
vernata da Zaia ha raccolto consensi trasversali: tra
i rmatari si trovano sia maroniani sia bossiani or-
todossi. Si va dai sindaci di Castelfranco e Vittorio
Veneto, Luciano Dussin e Gian Antonio Da Re, al-
limprenditore creatore del fondo Solidariet Ve-
neto, Bepi Covre. Quando si parla delle vere sde
sulle quali si deve rifondare la politica della Lega,
nel testo si cita la ritessitura delle reti di solidariet
a fronte del rischio che collassi il sistema di welfare
pubblico. E al punto 16 c quella che
la Lega il momento della svolta. Molti la danno
per spacciata, per i sondaggi in calo. Da dove pu
ripartire? La signora sindaco non ha dubbi: Noi
siamo quelli che possono vantare Comuni ammi-
nistrati con servizi di qualit assoluta. Si sempre
parlato solo delle sparate di Bossi, non si dato il
giusto spazio alla nostra attivit, soprattutto al no-
stro impegno nel sociale.
Non un caso che il rito del passaggio di conse-
gne tra Bossi e Maroni si sia svolto proprio
a Bergamo, nella cosiddetta notte delle
scope. Quasi che la Lega dovesse ripartire
proprio da qui, guardando a come ammini-
strano i Comuni di questa provincia i suoi
sindaci. Ne convinto un maroniano di fer-
ro come Giacomo Stucchi, deputato berga-
masco: Questo il momento di tornare a
correre. In molti casi ci siamo fatti prendere
dalla foga oratoria, cos si messa in ombra
lattivit quotidiana dei nostri amminista-
tori, dice. Ma supponiamo che lopera-
zione pulizia di Maroni vada a buon ne,
tolte le scope, che cosa rimarr della Lega?
Lavoriamo in territori che hanno una gran-
dissima tradizione di volontariato, Lombardia e Ve-
neto sono tra le regioni dove pi forte lassocia-
zionismo. Spesso si tratta di volontari che non pren-
dono un soldo dallo Stato, continua Stucchi, che
ricorda di essere tesserato Anmil e di aver promosso
alla Camera disegni di legge a sostegno dei disabili.
In questa provincia ci sono molte donne che am-
ministrano, forse vanno meno in tv rispetto ad altri,
ma quando diciamo che dobbiamo ripartire dalla
meritocrazia intendiamo proprio dare pi spazio a
gure come queste. E se nora le esponenti fem-
minili pi inuenti del Carroccio erano la moglie di
Bossi e le altre signore del cerchio magico come
Rosi Mauro e lex assessore della Regione Lombar-
dia, Monica Rizzi, dimessa dal partito nellinfuriare
della bufera, qualcosa potrebbe cambiare.
La pratica batte lideologia
Non siamo tutte cos, bisogna ricordarsi della ba-
se, dice infatti Alessandra Sangalli, presidente
dellAssemblea dei sindaci dellambito di Bergamo,
e che a 37 anni ricopre anche la carica di assessore
alle Politiche sociali del Comune di Torre Boldone.
Il rischio che queste vicende vadano a minare il
nostro lavoro quotidiano. Sarebbe grave, soprattut-
to in un momento in cui nel dibattito politico na-
zionale c poca attenzione alle politiche sociali,
mentre arrivano nuove emergenze e le famiglie so-
no sempre pi fragili. Sangalli per indicare una exit
strategy al suo partito non si perde in discorsi di
alta politica, ma parla della sua attivit quotidiana:
Qui abbiamo elaborato strumenti amministrativi
nuovi, anche grazie alla collaborazione con le as-
sociazioni e le realt non prot locali. Per noi sono
dei grandi sollecitatori il volontariato, la Chiesa, le
cooperative sociali.
Unattenzione confermata da Elena Poma, leghi-
sta, vicepresidente del dipartimento Welfare e Sa-
nit di Anci Lombardia e prima cittadina di Stezza-
no. Su circa 200 Comuni amministrati della Lega
in Regione, pi di 100 assessori ai Servizi sociali
vengono dal nostro partito. Questa attenzione fa
parte della nostra identit, ricorda la Poma. E nella
Bergamasca, donna, sindaco di buon senso. Dimenticatevi le Rosi
Mauro, i Trota e i cerchi magici. Sta nei piccoli Comuni del Nord
leredit migliore di questi ventanni di leghismo. Una generazione
di sindaci e di assessori ai servizi sociali che hanno messo da parte
le sparate populiste per avviare buone pratiche di welfare
Rifondazione
padana
di Antonio Sgobba
gi al Nord
In molti casi ci siamo fatti prendere dalla
foga oratoria, cos si messa in ombra lattivit
quotidiana dei nostri amministatorin


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VITA 20 APRILE 2012 4
COVER STORY
Non stato amore a prima vista. Questo certo.
E, se poi non stato idillio, di sicuro si avviato
un confronto sempre molto schietto e diretto, una
condivisione dei problemi e uno sforzo da entrambe
le parti per risolverli, dice Stefano Rota, presidente
della cooperativa sociale LImpronta di Seriate, Ber-
gamo, una delle voci sul territorio che siamo an-
dati a scomodare per avere un riscontro dal territo-
rio, attraverso le realt sociali e associative che con
le Giunte in verde hanno costantemente a che fare,
in particolare nella gestione dei servizi alla persona.
Allinizio, anzi, ad essere didenti sono state al-
cune associazioni, pi che sindaci e amministratori
leghisti: una parte del non prot, allinsediamento
delle Giunte verdi, per un po di tempo stato alla
nestra; poi, entrando nel merito del lavoro quoti-
diano, le barriere sono via via cadute, spiega Rota.
Chi, come la sua cooperativa, non partito col so-
spetto, ha trovato un buon modus operandi: Dove
operiamo, a Seriate per esempio, la giunta leghista
ha dimostrato n da subito disponibilit nellentrare
nel merito delle questioni, non ha mai considerato
noi delle cooperative sociali solo come prestatori
dopera, ma sono entrati nel merito, dandoci credito
sul medio-lungo termine anche se operiamo in un
settore dove il riscontro, i risultati non sono mai im-
mediati, sottolinea Rota.
Parte da posizioni pi caute Omar Piazza, presi-
dente di Federsolidariet Bergamo e vicepresidente
di Confcooperative Bergamo, addossando la respon-
sabilit del gelo iniziale ai neoamministratori leghi-
sti (il mondo della cooperazione veniva considerato
parte di un mondo politicamente distante dalla Le-
ga: stato dicile far capire chi siamo, cosa faccia-
mo, qual il valore del nostro operare...), e criti-
cando soprattutto i primi passi mossi dalle Giunte
del Carroccio: Nellirruenza degli esordi, sono state
buttate via anche tante esperienze buone che le am-
ministrazioni precedenti avevano avviato. Pi che
per ideologia, molto spesso per mancanza di cultura
politico-amministrativa.
Rota e Piazza concordano su un aspetto: il ter-
reno comune su cui col tempo si sono avviati dia-
logo e collaborazione quello dei problemi con-
creti delle comunit, soprattutto quando, con la
crisi, le appartenenze politiche e le posizioni pre-
concette si sono un po livellate, osservano en-
trambi. Scoglio ancora insormontabile resta invece
anche nelle amministrazioni pi aperte il tema
dellimmigrazione e, collegato a questo, quello della
sicurezza intesa come paura dellaltro, chiusura.
La posizione ideologica sullimmigrazione ha com-
promesso politiche pi ampie sullinclusione e sulla
coesione delle comunit, conclude Piazza, e su
questo fronte purtroppo non abbiamo mai trovato
porte aperte. [M.S.]
Sui problemi concreti si lavora bene
ma il tema immigrazione resta tab
Gli imprenditori sociali della bergamasca giudicano le Giunte verdi
Toni Iwobi
Un nigeriano in verde
Per me la Lega come una famiglia, ci sono entrato
nel 1993; adesso sapr uscire anche da questo
momento di dicolt. Lo dice Toni Iwobi, 57 anni,
nato in Nigeria, assessore alle Politiche sociali di
Spirano, comune di poco pi di 5mila abitanti in
provincia di Bergamo. Laureato negli Stati Uniti in
Diritto dellinformazione, in Italia ha una ditta di sette
dipendenti che ore servizi informatici a ospedali e
altre istituzioni della zona. Sono assessore da soli tre
mesi, per me una grande responsabilit. Ma non
dimentico lAfrica, stiamo portando avanti un progetto
sanitario in Ghana. La Lega ha scommesso pi sulla
Tanzania, provochiamo noi... Lasciamo stare. Le parlo
di Rosi Mauro. La conosco da vicino, abbiamo lavorato
insieme quando io ero uno dei segretari del sindacato.
Allora si chiamava Sal, Sindacato autonomista
lombardo. Poi lei ha fatto la scelta di stare vicina a
Bossi quando si ammalato, da quel momento lho
persa di vista. Perch ha scelto di occuparsi di
politiche sociali? unesperienza unica, piena di
soerenza umana. Ogni giorno si entra in contatto con
i veri bisogni della gente. In questo periodo si
avvertono soprattutto i problemi legati alla perdita del
lavoro, col mio Comune sto cercando di avere un
rapporto pi stretto con le aziende per poter
intervenire subito. questo che deve fare la Lega. Da
quando sono in Italia non ho mai sentito nessun partito
che mettesse al centro della sua agenda la famiglia.
Senza politiche famigliari, un Paese non esiste. A
maggior ragione ne ha bisogno un grande Paese come
lItalia. Alle accuse di xenofobia che spesso si
rivolgono alla Lega, ribatte: La Lega non quella che
viene dipinta da fuori, bisognerebbe vedere come
lavoriamo sul territorio, come amministriamo i
Comuni. A quel punto si capirebbe che per noi
lattenzione al sociale fondamentale. [A.S.]
commento
di Aldo Bonomi
Belle storie, ma
sempre in roccaforte
ON MI MERAVIGLIANO I DATI CHE EMERGONO dallinchiesta realizzata da Vita questa
settimana. La Lega un partito territorializzato in modo vero, e solo gli ste-
reotipi della grande politica impediscono di vedere quella che invece in tanti
Comuni, soprattutto piccoli, una macchina che funziona. Sono stereotipi
che invece nei contesti locali sfumano e permettono alleanze inedite per co-
struire buone pratiche di welfare. Se si guarda alla storia della Lega, e alle sue
radici, si capisce che un posizionamento di questo tipo anche una questione
di eredit. La Lega come dimostra il caso di Silvana Saita, il sindaco di Seriate
intervistato da Vita ha raccolto leredit della Democrazia Cristiana, sia nella
sua dimensione interclassista, sia nella sua funzione di mediazione. La Dc
mediava tra ceti sociali marginalizzati e categorie produttive. In secondo luogo
il partito fondato da Bossi si consolidato attorno allidea di un recupero della
comunit originaria: obiettivo che poteva essere conseguito solo costruendo
comunit. La grande attenzione al sociale del Carroccio quindi si spiega grazie
a questi due fattori.
Dato alla Lega quel che della Lega, dove sta allora il problema? Il problema
sorge nel momento in cui si stacca dal tondino di ferro dellambito comunale.
Quando si esce dalla comunit locale e si va verso il mondo. Allora a anco
dellesercito di assessori alle Politiche sociali si deve mettere in campo lidea
del sindaco scerio: la comunit viene perimetrata.
Nella Lega il passaggio dalla trib al mondo, dalla comunit alluniversale
a non funzionare. Ma questo rivela una mancanza di visione per uscire dalla
crisi. Lho potuto vericare ascoltando settimana scorsa Roberto Maroni a un
aollatissimo incontro a Sondrio. Lui stesso ha ammesso che in termini di im-
migrazione le cose sono molto cambiate da ventanni a questa parte. E che
per parlare del problema bisogna allargare lo sguardo su quello che succede
sullaltra sponda del Mediterraneo. Ma alla ne si rifugiato nelle parole dor-
dine di sempre, in quegli slogan del tutto inadeguati rispetto a una societ
che sta cambiando.
Ricordo che ai tempi della guerra in Iraq e del dibattito sul pacismo, Giu-
seppe De Rita aveva citato come caso simbolo quello di Bevagna, il Comune
umbro che aveva pubblicamente dichiarato di non aderire a quella guerra.
Ma, sottolineava De Rita, se anche se Bevagna non andava alla guerra, la
guerra ugualmente andava in scena. Allo stesso modo Seriate, il Comune-mo-
dello guidato del sindaco Saita, aggiuster le cose al suo interno, ma si ritira
dal confronto con la crisi in senso universale. Invece non basta pi sviluppare
lempatia locale. Oggi la Lega dovrebbe dimostrare di essere forza politica in
grado di risolvere i problemi e di dire come lItalia possa uscire dalla crisi.
N
VITA 5 20 APRILE 2012
COVER STORY
Flavio Tosi? un uomo interessante. Don Antonio
Mazzi, fondatore della comunit Exodus, un tipo con-
trocorrente, si sa. Ma il dubbio che stia parlando della per-
sona sbagliata viene comunque: Tosi, 42 anni, non quel
sindaco leghista di Verona (citt natale di don Mazzi) che
appena insediato fece costruire le panchine anti dormitorio
e viet la consumazione di cibarie per strada, in nome del
decoro? S, lui. O, meglio, era: ora ha capito che i luoghi
comuni non portano a nulla, si slegato dallideologia del
suo partito per legarsi al territorio, ribadisce
il religioso. Il primo cittadino che non voleva
il ritratto del presidente della Repubblica in
ucio, e condannato per incitamento allodio
razziale verso i rom, sembra essere diventato
il sindaco di tutti. Andiamoci piano: ha in-
trapreso un cammino diverso e non riuta il
dialogo con buona parte del mondo del vo-
lontariato, ma c molta altra strada da fare.
Di certo si nota la dierenza tra il politico
dinizio mandato, plateale e celodurista (era il 2007, Tosi si
present in ucio il primo giorno con una tigre al guinza-
glio: Un peccato di giovent, che non rifarei, ha confes-
sato) e lattuale cittadino comune, che si presenter alle
elezioni del prossimo 6-7 maggio con una lista civica dopo
aver preso le distanze dal cerchio magico bossiano.
molto vicino alla comunit, gira in giacchetta a quadretti
tra la gente e lontano dai palazzi. Ma non niente di straor-
dinario; un sindaco libero che vuole intercettare le neces-
sit dei veronesi, conferma Patrizia Allegra, responsabile
di Exodus a Verona, con lui stiamo pensando a un progetto
per gli adolescenti di quattro quartieri periferici, c colla-
borazione reciproca. Le panchine con il divisorio per non
far stendere i senzatetto per rimangono: Ma sa che sono
pi comode ora? Le persone mettono le gambe sotto il
bracciolo e dormono senza il rischio di cadere, scherza
ma non troppo Rino Allegro, vicepresidente da 15 anni
della Ronda della carit, onlus di 200 volontari che assi-
stono ogni notte centinaia di homeless della citt. Che su
Tosi, dice: partito da leghista doc, con decisioni ad eet-
to come questa, ma poi s reso conto che la citt com-
plessa, e ha iniziato a riconoscere il lavoro delle associazioni
come la nostra. Quando abbiamo chiesto, Tosi ci ha aiutato,
soprattutto per mezzo dellassessore ai Servizi sociali, Ste-
fano Bertacco: ad esempio nel periodo delle-
mergenza freddo, quando ha ben coordinato
noi enti per non lasciare in strada nessuno.
Lassessore Bertacco, uomo dal forte dia-
logo, per rimasto nel Pdl e non far parte
di uneventuale prossima giunta Tosi. Pecca-
to, era luomo giusto, con il quale il sindaco
aveva dato segni di cambiamento, si veda lot-
timo lavoro nella gestione delle case comunali
Agec, ammette Roberto Milano, neopresi-
dente delle Acli Verona ed ex consigliere comunale di una
lista civica di segno opposto. Per attenzione, il cambia-
mento dovuto a una nuova strategia per promuovere la
propria immagine, avverte Milano. Sulla stessa linea anche
buona parte dellassociazionismo sullimmigrazione, rac-
colto nel cartello Nella mia citt nessuno straniero,
non ostacolata ma nemmeno vista di buon occhio da Tosi.
Sta attuando una politica pi aperta verso il terzo settore,
ma lo stile quello del benefattore, sottolinea Mario Lo-
nardi, presidente dellong Mlal ed ex sindaco di un paese
della provincia, crea un legame di forte dipendenza: se ti
va bene essere gestito da lui, ti d carta bianca. Altrimenti
blocca quasi ogni tua iniziativa.
di Daniele Biella
Modello Tosi: Verona
il laboratorio del neo-leghismo
Le associazioni della citt riconoscono (con riserva) che qualcosa cambiato
a molti sembrata una sorprendente autocriti-
ca: Le dichiarazioni xenofobe, i richiami a una
chiusura localista, linvocazione di un tradizio-
nalismo di facciata hanno nuociuto alla causa
e alla crescita della Lega. I popoli che hanno
conosciuto lemigrazione sanno coniugare lac-
coglienza col necessario rigore per il rispetto
delle regole.
Tra gli estensori del documento c Marzio
Favero, sindaco di Montebelluna. Dobbiamo
ripartire dallidea di comunit di destino che
aveva Simon Weil, mettendo al centro la per-
sona, spiega Favero, dobbiamo aprirci alle
tradizioni culturali che fanno la nostra identit,
quella cattolica, quella liberale, quella sociali-
sta. Dobbiamo ricordarci di Bobbio, che diceva
che destra e sinistra sono categorie del passa-
to. Per il sindaco-losofo, leghista dal 1993,
quello che stiamo attraversando un momento
storico: Ho unimmagine biologistica del no-
stro movimento: abbia-
mo avuto uninfanzia le-
gata alla ne dei partiti
della prima Repubblica,
unadolescenza turbo-
lenta in cui urlavamo
per la secessione. Ora
il momento della matu-
rit, in cui si superano i
sogni della giovinezza e
ci si assumono le re-
sponsabilit. Anche per
questo dico e ripeto che
le nostre comunit de-
vono dare pi spazio
allinclusione nel rispetto delle regole e meno
alle sparate razziste.
Sar questo il futuro della Lega? Per capirlo
non passer molto tempo: poche settimane se-
parano il partito dal congresso di giugno. Allora
si vedr se le donne di Bergamo e i rinnovatori
veneti saranno sucienti ad andare oltre le sco-
pe e il cerchio magico...
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VITA 20 APRILE 2012 6
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