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CAPITOLO I – IL TERRITORIO, LA GENTE, LA LINGUA

IL TERRITORIO

Il territorio della Corea, oggi diviso in due unità politiche in seguito agli avvenimenti seguiti
alla liberazione dal dominio giapponese nel 1945, è poco più di due terzi rispetto al
territorio italiano. Il termine Corea, deriva dal termine "Corai" utilizzato da Marco Polo nel
Milione, nome che si rifà senza dubbio a "Koryo", lo stato retto dalla dinastia Wang che
allora governava il territorio coreano, a sua volta derivato da "Koguryo", uno degli antichi
Tre Regni. La Corea, durante il corso della sua storia, è stata chiamata con diversi nomi,
come "Choson", che significa "calmo mattino", "Haedong", che significa "Paese ad est del
mare" oppure "Tongguk", ossia "Paese d'Oriente". La Corea è una penisola che confina a
nord con la Repubblica Popolare Cinese e, per un brevissimo tratto nella sua estrema parte
nord-orientale con la Russia. Ad ovest è bagnata dal Mar Giallo, ad est dal Mar del
Giappone. A sud lo Stretto di Corea e lo Stretto di Tsushima la separano dall'arcipelago
giapponese. Le coste coreane, essendo molto frastagliate, soprattutto nel loro tratto
meridionale e occidentale, hanno offerto la possibilità di ancoraggi e di comunicazioni
soprattutto con la Cina. Al contrario, le coste orientali, essendo quasi completamente lisce e,
essendo i fondali profondi già a breve distanza dalla riva, sono meno adatte alla creazione di
insediamenti portuali. Il territorio coreano conta molte isole, la più grande è Cheju, situata
quasi a metà strada tra la penisola coreana e l'isola giapponese di Kyushu. Un'altra isola
particolarmente importante, soprattutto per lo scenario politico, è quella di Tok, chiamata in
giapponese Takeshima. Il clima della corea è continentale ed è rigorosamente diviso in
quattro distinte stagioni. L'estate è molto calda, caratterizzata da una forte umidità e grandi
piogge, il 60% delle precipitazioni annuali avviene, infatti, nel periodo compreso tra luglio e
settembre, questo periodo viene denominato "Stagione delle Piogge". L'autunno è asciutto e
ventilato, mentre l'inverno è caratterizzato da temperature molto basse, che, soprattutto nelle
zone montane al confine con la Cina, possono arrivare a -40°, dovute soprattutto alle
correnti fredde provenienti dalla Siberia e dall'Artico. La primavera, invece, è caratterizzata
da una temperatura gradevole. Le fonti di maggiore preoccupazione sono caratterizzate dai
tifoni, fra agosto e settembre, a questi sommati alle forte precipitazioni, si aggiungono
frane, smottamenti e inondazioni, ad esempio quella del fiume Han nel 1925. Gran parte del
territorio coreano è montuoso, e, tal volta, la visita delle montagne assume valore di
pellegrinaggio. Alcune delle montagne più celebri sono il Paektu, il monte Kuwol e il
massiccio del Kumgang. Per quanto riguarda i fiumi hanno un corso relativamente breve,
ma una buona portata d'acqua. Il più lungo è lo Yalu, altri corsi d'acqua importanti sono il
fiume di P'yongyang, l'Han. Le pianure sono piuttosto scarse e concentrate soprattutto nella
regione meridionale del Cholla. Ed è proprio la natura del territorio, unita alle condizioni
climatiche, ad aver creato delle differenze alimentari tra la Corea del Sud e del Nord. Infatti,
mentre i piatti del Sud sono molto speziati e fondati sul riso, quelli del nord si fondano su
altri cereali, meno bisognosi di acqua, e sui legumi. Il territorio della Corea è diviso
amministrativamente in otto regioni, il Hamgyong, P'yong'an e Hwanghae, facenti parte
della Corea del Nord, inoltre, dopo il ridimensionamento delle regioni del Hamgyong e di
P'yong'an, si sono aggiunte due regioni confinanti con la Cina, Chagang e Yanggang. Le
regioni attraversate dalla linea di demarcazione sono Kyonggi e Kangwon. Mentre le regioni
appartenenti alla Corea del Sud sono Kyongsang, Ch'ungch'ong e il Cholla, anticamente,
queste tre regioni erano denominate "Samnam", ossia "le tre regioni meridionali".
LA GENTE

La civiltà coreana è il risultato di un lungo processo storico al quale hanno contribuito in


varia misura anche popolazioni straniere come cinesi, mongoli, mancesi, giapponesi e anche
popolazioni più ai margini, come ad esempio gli Ye e i Maek. Nonostante a prima vista il
popolo coreano possa sembrare fortemente nazionalista, basta conoscere un minimo della
sua storia per smentirlo. Infatti, la Corea ha conosciuto solamente due momenti di
nazionalismo, entrambi conseguenze di eventi particolari, infatti, il primo nazionalismo,
avvenuto tra la fine del XIV e gli inizi del XV secolo, fu dovuto al riscatto dalla
dominazione mongola e l'instaurazione della nuova dinastia Yi, ispirata ai principi del
cristianesimo. La seconda ondata, nel XX secolo, scaturì come reazione alle pretese origini
divine proclamate dai colonizzatori giapponesi. Si può dire, dunque, che il nazionalismo
coreano sia stato un nazionalismo episodico, perseguito a puro fine difensivo.

L'origine del popolo coreano viene considerata un mistero, infatti si sa ben poco a riguardo.
Il problema principale, secondo diversi studiosi, è che la penisola coreana ha subito varie
dominazioni ed influssi, infatti più volte si è sottolineata la somiglianza tra coreani e
mongoli, soprattutto per alcuni tratti distintivi quali i così detti "occhi a mandorla", gli arti
corti, i capelli spessi e pesanti ecc. Queste somiglianze non bastano, tuttavia, a circoscrivere
l'origine della popolazione. Infatti, molti sono i punti di collegamento anche tra cultura
coreana e civiltà giapponese, probabilmente dovuti anche alla dominazione di quest'ultima
sulla prima. Tuttavia la differenza, sul piano estetico, tra le due culture è evidente: l'altezza,
un maschio coreano è molto più alto di un giapponese, nelle fonti storiche coreane la
popolazione nipponica, infatti, viene descritta con l'appellativo di "wae", cioè "nano".
Esistono diversi miti che vertono sull'origine della Corea, uno di questi è quello contenuto
nel Samguk yusa, "Testimonianze storiche dei Tre Regni". Il mito narra di un dio, di nome
Hwanung, che decise di vivere sulla terra. Il padre di questa divinità scelse come luogo
destinato alla dimora del figlio il monte T'aebaek. In questo mito l'origine dei coreani è
legata alla figura dell'orso, questo perchè una tigre ed un'orsa chiesero al dio di renderli
umani, il dio decise di accogliere la loro richiesta a patto che fossero rimasti chiusi nella
caverna, senza vedere la luce, per 100 giorni. L'unico animale che ci riuscì fu l'orsa, che
venne fatta diventare una donna che successivamente si unì al dio e diedero alla luce colui
che formò la Corea.

LA LINGUA

La lingua coreana è di tipo agglutinante, la frase presenta una struttura soggetto-predicato-


verbo, mentre la morfologia è piuttosto semplice, in quanto mancano genere, numero e
flessioni verbali. Data la forte stratificazione sociale, la lingua coreana presenta numerosi
livelli di conversazione, usati a seconda dell'età, dello status e dalla familiarità
dell'interlocutore. Questi livelli vengono resi da suffissi verbali, dall'uso di proposizioni e da
sostantivi onorifici. La lingua viene, solitamente, assegnata al ramo degli idiomi uralo-
altaici, tuttavia questa classificazione non trova d'accordo tutti i linguisti, poichè in primo
luogo ci sono scarsissime conoscenze sul lessico della lingua antica e, in secondo luogo, la
forte sinizzazione subita dalla lingua nel corso dei secoli, infatti oggi circa il 60% del
lessico è costituito da termini di origine cinese. Infatti, proprio l'adattamento dei caratteri
cinesi alla lingua coreana fu uno dei grandi problemi. Sono tre i sistemi di scrittura che
sfruttano i caratteri cinesi, l'idu, che dispone i caratteri cinesi secondo l'ordine della sintassi
del coreano e viene utilizzato soprattutto nella prosa. L'hyangch'al, che è un sistema che
adopera i caratteri cinesi talora con valore esclusivamente fonetico, talora con valore
ideografico, usato principalmente per riportare graficamente le poesie. Infine c'è il kugyol,
usato per trascrivere testi di religione o filosofia che, dovendo essere resi nel modo più
chiaro possibile, presentano, a margine del testo in cinese, spiegazioni e integrazioni in
coreano rese graficamente attraverso caratteri cinesi semplificati, alcuni di questi molto
simili ai "kana" giapponesi. La svolta decisiva per la resa grafica del coreano avvenne,
tuttavia, nel XV secolo, grazie al Re Sejong che si pose a capo di un équipe di letterati e
riuscì, nel 1443, a consegnare il nuovo alfabeto. Dopo tre anni di prova, il 9 ottobre 1446, il
nuovo sistema di scrittura venne ufficialmente promulgato. Ovviamente, il cinese rimase
sempre la lingua dotta e fu, inoltre, la lingua nella quale vennero stilati tutti i documenti
ufficiali. L'alfabeto originario comprendeva diciassette consonanti, divise in cinque suoni
"base" e dodici "derivati", che riproducono graficamente le forme assunte dai vari organi
dell'apparato fonatorio umano nel pronunciare i suoni corrispettivi, e undici vocali,
anch'esse disegnate secondo un rigido simbolismo, furono infatti stabiliti tre segni base,
rappresentanti il Cielo, la Terra e l'Uomo, da cuisi formarono tutte le altre vocali e i
dittonghi.
CAPITOLO II – PREISTORIA E PROTOSTORIA

PALEOLITICO

Soltanto negli ultimi decenni l'archeologia in Corea ha assunto i contorni di una vera e
propria disciplina accademica e un autentico campo di ricerca scientifica. Tuttavia, la scarsa
tradizione delle indagini sul campo, la divisione del territorio e la forte urbanizzazione della
Corea del Sud, hanno fatto si che i dati, soprattutto per i periodi preistorico e protostorico,
siano ancora pochi e incerti. Infatti, le uniche cose "affermabili", alla luce dei dati raccolti
fino ad ora, sono che l'uomo fece la sua comparsa in Corea in tempi molto antichi, circa
400/600.000 anni fa. Era un cacciatore, raccoglitore, nomade e organizzato in bande o
piccoli gruppi che trovavano riparo in grotte preferibilmente vicino all'acqua. Nei siti,
soprattutto in quelli di Chongong-ni e Sokchang-ni, sono stati ritrovati segni della presenza
dell'uomo paleolitico.

NEOLITICO

Il passaggio tra il Paleolitico e il Neolitico è ancora oscuro, infatti non esistono provece
certe dell'esistenza di un periodo mesolitico. Il Neolitico viene suddiviso in tre diverse fasi,
antico, medio e tardo. L'elemento che caratterizza il Neolitico coreano è la ceramica con
decorazione a "pettine", si tratta per lo più di vasi dall'ampia bocca e dal fondo appuntito,
cotti a bassa temperatura e decorati con incisioni a linee oblique parallele, a volte disposte in
modo da ricordare una lisca di pesce. L'uomo del neolitico è un uomo sedentario, che vive
in villaggi costruiti per lo più su coste marine, lacustri o fluviali, identificati per via delle
enormi quantità di scarti alimentari, conchiglie di molluschi, che si sono accumulate nei
secoli fino a formare delle colline artificiali. In questo periodo cominciano già dei contatti
con le isole giapponesi, probabilmente per motivi commerciali. A partire dal II millennio
a.C, la cultura neolitica coreana inizia a cambiare, infatti la vecchia struttura circolare delle
capanne viene sostituita da una struttura quadrata, la ceramica non viene più decorata. Si
pensa che questo cambiamento sia stato portato da popolazioni nomadi provenienti dalla
Cina nord-orientale o dalla Manciuria.

L'ETÀ DEI METALLI: VERSO LO STATO CENTRALIZZATO

La diffusione sempre maggiore dell'agricoltura trasformò gran parte degli abitanti della
penisola in contadini, la svolta maggiore vi fu nel XI secolo a.C, con l'introduzione del riso.
All'inizio si praticarono colture "a secco", condotte col metodo "taglia e brucia", più tardi si
passò all'uso delle risaie allargate. Inoltre, a partire dal I millennio a.C, si riscontrarono
numerose differenze tra i reperti proveniente dalla parte settentrionale e quelli rinvenuti
dalla parte meridionale, soprattutto dopo l'introduzione del bronzo, tra il VI e il V secolo.
Le principali differenze si registrano soprattutto nelle strutture tombali e nei corredi
funerari. I sepolcri più usati sono le tombe a lastri, comuni nelle culture mancesi e
siberiane, e i dolmen, costruzioni per lo più autoctone. I due sistemi di sepoltura hanno
restituito corredi funerari diversi e contraddittori, infatti, preziosi oggetti in bronzo sono
stati rinvenuti nelle seplice tombe a lastri, mentre i dolmens contengono solo oggetti in
pietra. Più tardi, durante l'età del ferro, si aggiunse l'uso delle tombe a tumulo, di origine
cinese e siberiana. Sembra, quindi, che nella Corea di quel tempo si siano contrapposte due
culture, una "settentrionale", legata per lo più al nomadismo e alla pastorizia e formatasi
attraverso un flusso migratorio di popolazioni giunte attraverso la Manciuria, e una
"meridionale", legata a modelli culturali basati sull'agricoltura e sulla sedentarietà. Il I
millennio si può, quindi, considerare come il passaggio dalle culture tribali neolitiche ad una
società di tipo "chiefdom", ovvero un capo che domina sulla popolazione, un preludio verso
uno stato centralizzato. La fine del I millennio segna anche l'inizio delle fonti storiche che
parlano del popolo coreano. Tra il IV e il III secolo, lo Stato cinese di Yen aveva una certa
influenza sulle zone settentrionali della penisola coreana, mentre in Manciuria, si era
consolidata una confederazione di tribù ricordata come Stato di Puyo. Tutto ciò accadeva
mentre la Cina era dilaniata dal "Periodo degli Stati Combattenti" e iniziava ad avere potere
l'impero Xiong-nu, che si era esteso fino in Manciuria. Un condottiero, probabilmente
cinese, di nome Wiman, occupò una parte del territorio coreano, così nacque, intorno al 190
a.C, il regno detto Wiman Choson. Nel 108 a.C, dopo un anno di guerra, il regno di Wiman
Choson cadde in mano ai cinesi e il territorio venne diviso in quattro province.
CAPITOLO III – I TRE REGNI E KAYA

KOGURYO

Koguryo fu il primo fra i Tre Regni coreani a sorgere e ad affermarsi nella pensiola, la
storiografia tradizionale fa risalire l'origine del regno al 37 a.C. Tuttavia le origini di
Koguryo sono tutt'altro che chiare, si pensa che le tribù che dovevano costituire lo Stato di
Koguryo facessero parte, in principio, dello Stato di Puyo. Le fonti affermano che la
popolazione di questo "Stato" fosse formata da cinque clan, Yonno, Chollo, Sunno, Kwanno
e Kyeru. In origine i clan dovevano essere delle tribù indipendenti o riunita sotto una lega il
cui capo veniva di volta in volta scelto in funzione della propria autorità oppure eletto a
rotazione. I Kyeru, acquistando, col tempo, sempre più forza e potere, riuscirono ad
accorpare in un unico Stato le altre tribù e a regnare su di esse. Gli scontri con la Cina
iniziarono subito, il primo, nel 12 d.C, dovuto al rifiuto di Koguryo di unirsi all'impero
cinese nella lotta contro Xiongnu. Da quel momento tra le due potenze scoppiarono scontri
sempre più aspri, Koguryo, dopo il saccheggio della capitale, avvenuto tra il 244-245,
risorse sia dal punto di vista politico che da quello militare, riuscendo, nel 313, ad
impossessarsi di Lelang, l'ultima rimasta delle quattro province militari che i cinesi avevano
costituito dopo la vittoria contro Wiman Choson. Dal IV secolo in poi Koguryo ebbe come
avversari i regni di Paekche e Silla, nel 475 Koguryo riuscì ad espugnare la capitale di
Paekche e ad ucciderne il re, tuttavia, nel secolo successivo, i due regni si allearono contro il
potere di Silla, che aveva guadagnato l'alleanza della Cina, ora riunificata sotto la dinastia
Sui. Nel 598 Koguryo attaccò gli avamposti cinesi e la Cina non fu capace di operare una
controffensiva immediata. Nel 612 la Cina tentò un attacco inviando un esercito immenso
verso la penisola coreana, tuttavia fu una disfatta, di 300.000 soldati soltano 2700 rimasero
in vita. La forte sconfitta e il dissesto economico e sociale venutosi a creare in Cina
causarono la caduta della dinastia Sui. Successivamente, la dinastia Tang continuò la sua
alleanza con Silla, sia perchè vedeva Koguryo come un nemico mortale, sia perchè ambiva
al controllo della penisola coreana. Logorato sia dalle guerre, sia da dissesti politici interni,
Koguryo fu portato al collasso nel 668 dall'attacco combinato Silla-Tang, lasciando Silla
signore di gran parte della penisola coreana.

LA CULTURA DI KOGURYO

Nonostante l'intensa attività militare, Koguryo ebbe una cultura fiorente e una struttura
statale complessa, non si conosce molto riguardo ad essa, tuttavia si può affermare che
quello di Koguryo doveva trattarsi di uno Stato i cui poteri erano concentrati nelle mani del
sovrano e in quella di una ristretta fascia di aristocrazia, probabilmente collegata a rami
secondari della stessa famiglia regnante. La forte estensione del territorio, dovuta
principalmente a re Kwanggaet'o, che significa proprio "allargamento del territorio",
presupponeva, inoltre, che ci fosse un'amministrazione periferica, con ruoli e funzionari
votati a curare l'aspetto militare. Il cursus honorum comprendeva dodici gradi o cariche, la
più importanti delle quali era detta taedaero, corrispondente probabilmente al ruolo di
Primo Ministro. Le cariche, tuttavia, non dovevano costituire una vera e propria carriera
dato che erano assegnate in base allo status d'origine del funzionario. Le fonti cinesi, scritte
in un ambiente in cui i precetti confuciani erano vivi, descrivono il comportamento
"scandaloso" degli abitanti di Koguryo, partendo dalla libertà sessuale e della promiscutà
diffusa che portava uomini e donne a riunirsi la sera e ad abbandonarsi a canti e danze. Il
Confucianesimo era conosciuto, ma come argomento di studio e non come filosofia di vita
da praticare. Il Buddhismo venne ufficialmente introdotto nel 372, da un monaco cinese
chiamato Shundao. Il Taoismo ebbe molta fortuna, basti pensare al fatto che Yon
Kaesomun, uomo forte del regine, nel 643, si lamentò con il sovrano del fatto che il
Taoismo non fosse diffuso come il Confucianesimo e il Buddhismo. L'ascesa del Taoismo
preoccupò non poco i religiosi buddhisti e costituì, insieme ai problemi politici, un'ulteriore
fonte di instabilità che avrebbe portato alla distruzione del regno. Il Taoismo di Koguryo era
conosciuto anche come Odumi-gyo, che significa "Dottrina delle cinque misure di riso",
poichè si ispirava dall'omonima corrente fondata in Cina che, a sua volta, prendeva il nome
dal tributo che ogni famiglia doveva versare al luogo di culto. Questo era principalmente un
Taoismo comunitario, con formule e riti simili a quelli dello Sciamanesimo, che sarebbe poi
stato conosciuto come Kwaui togyo, "Taoismo delle regole".

Anche lettere e l'arte non venne trascurata, infatti venne fondata un'Accademia di Stato,
chiamata T'aehak. Ci furono anche diversi scritti andati perduti soprattutto per la damnatio
memoriae, voluta dal generale cinese Li Zhi dopo la sconfitta, attuata attraverso la
distruzione di tutta l'opera scritta. Le arti di Koguryo ritrovano una delle sue espressioni
nelle tombe a tumulo e negli affreschi presenti al loro interno, fondamentali sia dal punto
di vista artistico che storico, in quanto hanno permesso di conoscere quelli che dovevano
essere gli abiti e le cerimonie del tempo. I tumuli avevano una costruzione molto semplice,
le bare di legno venivano adagiate su una piattaforma di pietre fino a formare un tumulo o
una sorta di piramide, la mancanza di una via d'accesso ai sarcofagi, anche quando questi
accoglievano le spoglie di una coppia, fa pensare che si seppellisse accanto al defunto il
coniuge, vivo o dopo averlo ucciso. La struttura di queste tombe viene affiancata, e
successivamente superata, da quella che contemplava l'uso di una camera funeraria e la
copertura di legno, queste si sviluppano seguendo, probabilmente, il modello cinese. Gli
affreschi venivano fatti nei tumoli a camera, e rappresentavano, oltre all'immagine dei
defunti, una narrazione figurata dei principali avvenimenti da essi vissuti nel corso della
loro esistenza, le volte della camera funeraria, invece, erano solitamente adornate con pitture
di figure fantastiche, aventi una valenza apotropaica o connesse al tema dell'immortalità.

PAEKCHE

Il regno di Paekche, che occupava la parte sud-occidentale della penisola coreana, emerse
come entità definita solo nel IV secolo a.C, alla sua formazione contribuirono,
probabilmente, gruppi di rifugiati provenienti dal nord, e in particolare dal distrutto regno di
Puyo. Inzio fin da subito a guerreggiare con Koguryo, alleandosi con Silla, tuttavia, una
volta venuti meno gli accordi, i ruoli si capovolsero e Paekche iniziò una guerra contro Silla,
che si protrasse fino al 660, con la sconfitta definitiva. Si racconta che le tremila donne del
Palazzo Reale di Sabi, l'ultima capitale, piuttosto che consegnarsi nelle mani del nemico
preferirono uccidersi, lanciandosi da una rupe che, ancora oggi, prende il nome di
Nakhwaam, ovvero "Roccia dei fiori caduti".
LA CULTURA DI PAEKCHE

La cultura di Paekche, chiamata Kudara dai giapponesi, fu tendezialmente multiculturale


grazie anche alle sue interazioni con l'esterno, specialmente col giappone, da cui ricevette
aiuto almeno in una delle campagne contro Koguryo. Dal punto di vista politico ricordava
una struttura tribale, con un sovrano circondato da una stretta cerchia di aristocratici.
C'erano otto famiglie distinte, due delle quali fornivano, d'abitudine, le regine consorti. Una
figura simile al Primo ministro veniva scelta con una procedura insolita, i nomi di alcuni
candidati venivano posti in un contenitore sigillato che veniva aperto, il nome del candidato
che presentava un timbro era quello del designato. Vi erano poi sei chwap'yong, a capo di
altrettanti dipartimenti di stato, che avevano una carica simile a quella di ministro. I ranghi
successivi erano divisi in quindici gradi, distinguibili in base ad un codice ben preciso che
comprendeva anche il colore degli abiti. Dopo la sconfitta contro Koguryo, nel 475, lo stato
venne riorganizzato con la creazione di ventidue distretti territoriali, chiamati tamno, a capo
dei quali vi era un membro della famiglia reale. Dal punto di vista culturale, invece, secondo
la tradizione il Buddhismo venne introdotto nel 385, e divenne ben presto una roccaforte di
quest'ultimo, tanto che un monaco di Koguryo, quando il Taoismo prese piede nel regno, si
rifuggiò a Paekche.

SILLA ANTICO

L'antico regno di Silla occupava la parte sud-orientale della penisola coreana e la sua nascita
rappresentò, probabilmente, l'evoluzione di una o più delle vecchie tribù Han. Anche se
all'inizio, tra i "Tre Regni", doveva essere il meno evoluto, già a partire sotto il regno di
Nulchi, Silla asunse la fisionomia di monarchia ereditaria. Nel corso del IV secolo, Silla
intraprese una serie di conquiste territoriali, tra il 532 e il 562 conquistò, infatti, il piccolo
regno di Kaya e altri territori che Koguryo aveva strappato a Paekche. Dopo la caduta degli
altri due regni, a seguito dell'alleanza Silla-Tang, il dominio di gran parte della penisola
coreana fu in mano a Silla.

LA CULTURA E LA SOCIETÀ DI SILLA ANTICO

La cultura di Silla è senz'altro quella più conosciuta dei Tre Regni. Attraverso fonti scritte
sappiamo che questo regno completò il suo processo di formazione politica abbastanza tardi,
basti pensare al fatto che solo a partire dal regno di Chijung il sovrano viene indicato con il
termine cinese wang, ovvero "re". Prima di lui tutti i sovrani avevano diversi titoli, di cui
ancora oggi rimane ignoto il significato, quali kosogan, ch'ach'aung, isagum, maripkan.
Quindi, fu soltanto dal IV secolo che Silla appare come uno Stato centralizzato, con i
principali ruoli dell'amministrazione in mano ad una stretta aristocrazia. Il codice delle
leggi, promulgato nel 520, stabiliva la suddivisione dei gradi dei funzionari, diciassette in
tutto, e il "dualismo" basato sul sistema delle ossa. Questo sistema si trattava di una
divisione in "Ossa sacre", alla quale appartenevano i membri della famiglia regnante, e in
"Ossa autentiche", alla quale appartenevano i mebri del vecchio clan reale, o i ranghi
cadetti della famiglia regnante. Il rango veniva, probabilmente, acquisito da quello materno,
infatti le donne, nel regno di Silla, avevano un ruolo tutt'altro che secondario, infatti è
l'unico regno in corea a presentare dei casi di regine regnanti. La società di Silla era
rigidamente fondatata sui diritti di nascita che coinvolgevano la stessa aristocrazia, infatti,
nonostante le "ossa autentiche" non potessero, inizialmente, accedere al trono, erano
comunque gli unici a poter formare il Hwaebaek, una sorta di Consiglio di Stato, chiamato
a deliberare per questioni come la successione al trono o l'intervento militare. Il Hwaebaek
era presieduto da una figura eccezionale, detto sangdaedung, era la seconda carica dello
Stato ed aveva i poteri del Primo Ministro. Una delle istituzioni più famose di Silla è quella
dei hwarang, "fiore della gioventù", un corpo di giovani aristocratici di sesso maschile
istituito, probabilmente, alla fine del IV secolo, che praticavano un forte cameratismo,
cementato da pratiche ascetiche e lunghi ritiri in montagna, e si ispiravano ai principi della
lealtà e della giustizia. Per quanto riguarda il Buddhismo venne accettato definitivamente
intorno al 530 e presto diventò la religione nazionale, fu proprio il Buddhismo a dare
l'ispirazione per la produzione di opere artistiche e architettoniche, ma non solo, monumenti
significativi sono dati anche dalle tombe reali, tra le quali spicca la "Tomba del cavallo
celeste", scoperta nel 1973, databile alla seconda metà del V secolo.

KAYA

Anche se il periodo che va dagli inizi del IV secolo a 668 è solitamente detto "dei Tre
Regni", non bisogna dimenticare il piccolo regno di Kaya, chiamato anche Karak o Kara,
che fiorì contemporaneamente ai tre più famosi. Secondo la tradizione fiorì intorno al 42
d.C. Kaya si distinse soprattutto per le sue attività commerciali, che spaziavano dalla
Manciuria al Giappone. Sulla natura di questo regno si è scritto molto e, ancora oggi,
studiosi coreani e giapponesi si trovano in aperta polemica. I coreani, infatti, vedono Kaya
come una conferedazione di clan, evolutasi dalle antiche tribù Han, all'interno della quale si
distinguevano il Pon Kaya, ovvero "Kaya originario", che doveva essere un'entità politica
riconosciuta come guida dal resto della confederazione, e il Tae Kaya, ovvero "Grande
Kaya". Nonostante le vicissitudini legate alla politica estera, Kaya fu un importante centro
culturale e commerciale, eccelse nella musica e nella costruzioni di strumenti musicali, basti
pensare alla cetra a dodici corde, chiamata "kayagum" che significa "cetra di Kaya", che
viene utilizzata anche ai nostri giorni.
CAPITOLO IV – SILLA UNIFICATO

UNO STATO CHE NON SEPPE DIVENTARE NAZIONE

Con la vittoria sui regni rivali Silla unificò sotto il proprio dominio tutta la penisola coreana,
tuttavia, dopo l'unificazione Silla dovette subito affrontare diversi problemi. Il primo fu di
carattere militare, infatti, la Cina dei Tang aveva avuto un ruolo determinante nel successo
di Silla con lo scopo ultimo di estendere i propri confini e la propria influenza sulla penisola
coreana. A tale scopo, i cinesi avevano occupato i vecchi territori di Paekche e Koguryo
stabilendovi delle provincie amministrative. Ciò portò, tra il 671 e il 676, ad uno scontro tra
i vecchi alleati e, alla fine, la Cina abbandonò ogni pretesa sulla penisola coreana, lasciando
Silla padrone di tutto. L'allargamento del territorio comportò, tuttavia, notevoli problemi dal
punto di vista burocratico-amministrativo e portò ad un maggior accentramento del potere
nelle mani del sovrano. Silla, infatti, seguì i modelli cinesi nella ristrutturazione della
società, Muyol, il re che aveva dato inizio all'unificazione, fu il primo monarca a non
appartenere al ramo delle "Ossa sacre", facendo si che i suoi discendenti salissero al trono e
consolidando il potere nelle mani di una stessa linea dinastica rendendo un paese una
monarchia assoluta, questa si delineò già con re Sinmun che, oltre a limitare i poteri del
sangdaedung, cambiò il volto dell'amministrazione e dell'apparato militare. Vi fu, infatti, la
risuddivisione in cinque gradi del sistema di cariche pubbliche nel governo centrale, la
creazione di cinque capitali minori, chiamate "sogyong", nel raggio nelle nove regioni,
"chu", e l'aumento a nove dei corpi dell'esercito, "sodang". Al di fuori della capitale,
l'attuale Kyongju, vennero create dieci guarnigioni, "chong", per un controllo più capillare
del territorio. Tuttavia l'accentramento di tutti i poteri nelle mani del sovrano, pur
assicurando un certo grado di stabilità e sviluppo, non aveva risolto gran parte dei problemi.
Le enormi spese militari, infatti, si ripercossero nelle fasce meno protette della popolazione,
facendo si che molti esponenti dei ceti medio-bassi, incapaci di ripagare i debiti, si erano
ritrovati in schiavitù. Bisogna tener conto anche del malcomentento delle popolazioni degli
ex territori che appartenevano a Koguryo e Paekche, infatti la creazione delle cosidette
"capitali minori", o "secondarie", aveva avuto soltanto appartentemento lo scopo di dar voce
anche ai cittadini delle zone periferiche, in realtà si erano rivelate degli ottimi strumenti di
controllo, da parte del potere centrale, delle zone potenzialmente più turbolente. Un altro
elemento di scontro, dal punto di vista politico-ideologico, fu il conflitto tra
Confucianesimo e Buddhismo, infatti, intorno al 530 Silla era diventata una roccaforte del
Buddhismo, ma anche il Confucianesimo era conosciuto, più come elemeto didattico-
scolastico, tuttavia, i confuciani di Silla videro con ls realizzazione delle proprie idee nella
crescente centralizzazione del potere e al conseguente consolidarsi di "categorie" sociali e
relazioni umane ben definite. Inoltre, l'istituzione, nel 682, di un Accademia Nazionale,
chiamata Kukhak, in cui venivano insegnati i classici confuciani aveva spianato la strada
allo scontro ideologico, inoltre, non è escluso neanche che, dietro la creazione di questo
organismo, vi sia stata proprio la volontà della Casa Reale di creare una classe di letterati il
cui pensiero fosse in linea con la politica del Paese.

Nel 757, re Kyongdok, per rispondere alle istanze dei nobili per un allentamento del potere
centrale, sinizzò tutti i toponimi del Paese e, qualche anno più tardi, nel 759, anche i nomi
delle cariche pubbliche. Dopo la sua morte vi fu guerra aperta tra i sostenitori della Casa
Reale e i suoi oppositori. Nel 768 il funzionario Taegong, insieme al fratello, fu promotore
di una rivolta che insanguinò il Paese per tre anni, questa fu stroncata e Taegong venne
ucciso con tutta la sua famiglia. Nel 774, Kim Yangsang, discendente di re Naemul e
membro della fazione avversa alla Casa Reale, arrivò al grado di sangdaedung prendendo
le redini del governo e, d'accordo con altri funzionari, attraverso un complotto portò
all'uccisione, nel 780, del re Hyegong, portando alla fine dell'originaria dinastia reale.
Questo episodio gettò il Paese nel caos, mentre infatti le ribellioni e le lotte per il trono si
susseguirono a ritmo quasi continuo, pochi furono i sovrani che morirono di morte naturale,
la debolezza del potere centrale aveva fatto si che i latifondi dei grandi proprietari terrieri si
trasformassero in veri e propri piccoli regni, con leggi e milizie private. Vi furono tentativi
volti a migliorare la situazione, ad esempio, nel 788, re Wonsong introdusse nel Paese una
rudimentale forma di Esami di Stato che, in base ai risultati, attribuiva cariche nell'ambito
dell'amministrazione statale, tuttavia ciò non bastò a placare la situazione e gli eventi
precipitarono. Nella periferia, intanto, Chang Pogo, ufficiale militare nella Cina dei Tang,
tornato in Corea divenne comandante della guarnigione di Ch'onghae e aumentò, grazie ai
suoi successi, il proprio potere fino a diventare signore di buona parte del Mar Giallo,
esercitando u forte controllo sulle rotte commerciali tra Corea, Cina e Giappone. Nel 837
dichiarò guerra al potere centrale e, dopo l'uccisione del re Min'ae, salì al trono un re
fantoccio, Kim Ujing, che lo aveva aiutato nella battaglia, ucciso dopo pochi mesi dalla
"maledizione di Yi Hong" secondo la tradizione. L'influenza di Chang Pogo continuò anche
sotto re Munsong che, avendo paura del suo crescente potere, finì con il farlo assassinare.

I "NUOVI TRE REGNI" E LA FINE DI SILLA

Tra la fine del IX secolo e l'inizio del X secolo sorsero, all'interno del Paese due regni. Il
primo, al sud, nato nel territorio che era stato di Paekche grazie a Kyonhwon che, una volta
portato dalla sua parte un gran numero di rivoltosi, proclamò la propria indipendenza da
Silla, creando il regno di Nuova Paekche. Al nord, invece, nelle terre appartenute al regno
di Koguryo, la figura di Kungye fu centrale, infatti quest'ultimo, figlio di un sovrano di
Silla, riuscì miracolosamente a scappare dalla morte che il padre aveva decretato per lui e a
rifugiarsi al nord, in un templio buddhista. Dopo aver ricevuto consenso da gran parte della
popolazione, nel 901 si proclamò sovrano ed erede del distrutto regno di Koguryo, creando
il regno T'aebong. Nel 918, tuttavia, Kungye venne assassinato e il suo posto fu preso da
Wang Kon. Dopo la sconfitta, da parte di Nuova Paekche, di Silla, salì al suo potere un re
fantoccio, Kyongsun che, nel 935, consegnò sè e il proprio regno a Wang Kon, passato alla
storia con il nome postumo di T'aegong.

IL MONDO DI SILLA UNIFICATO

La cultura di Silla unificato trae orgine da quella di Silla antico. Il sistema ereditario dei
diritti di nascita continuò anche se si vide il trionfo delle "Ossa autentiche". Inoltre, con il
crescere del potere centralizzato anche l'importanza delle cariche diminuì fino a non avere
più una valenza specifica e a confondersi l'una con l'altra. A partire dal IX secolo, inoltre,
l'importanza degli studi accademici cominciò ad essere riconosciuta e risale, probabilmente,
a questo periodo l'istituzione di figure legate al valore intellettuale, come lo haksa e il
chinhaksa. Inoltre cominciò a scemare la sacralità della figura dello hwarang che furono
associati a manifestazioni dello sciamanesimo e relegati al gradino più basso della scala
sociale.

Dal punto di vista dell'economia, fino all'unificazione la terra era rimasta tutta di proprietà
del sovrano, anche se famiglie aristocratiche, grazie a meriti particolari si ritrovavano
proprietarie di interi feudi dai quali ricavavano un ingente guadagno. La situazione cambiò
dopo l'unificazione, infatti, il "sistema di concessione ai funzionari statali delle terre a tempo
indeterminato", il così detto nogup, nel 687 venne sostituito dal prestito annuale, sejo, che
prevedeva la restituzione allo Stato di ogni proprietà in caso di abbandono delle pubbliche
funzioni. Nel 722 , inoltre, re Songdok, promosse una legge detta "dei campi per gli adulti",
chongjon, che prevedeva l'assegnazione di un lotto di terra a ogni contadino maschio al di
sopra dei quindici anni. Tali riforme incontrarono l'opposizione dei nobili a tal punto che,
nel 757, vennero cancellate e venne ripristinato il nogup, grazie al quale le famiglie nobili si
trovarono a disporre di ricchezze tali da permettere loro di poter arruolare le milizie private.

La cultura di Silla lasciò tracce indelebili, anzi, può essere considerata come la base
dell'attuale Corea. Partendo dalla lingua che, diffusasi dopo l'unificazione, finì per costituire
la base del coreano moderno e contemporaneo. Silla, inoltre, fu uno Stato multiculturale, in
cui lo sviluppo del Buddhismo rappresentò uno degli aspetti principali di una fioritura di
arte e di pensiero. I monaci buddhisti, infatti, viaggiavano per il mondo accumulando
esperienze, procurandosi testi sacri e confrontandosi con i confratelli della Cina e dell'India.
Nomi importanti in quest'ambito sono il monaco Uisang, il religioso Hyech'o che si spinse
fino in India immortalando la propria esperienza nel diario di viaggio "Memorie di un
pellegrinaggio alle cinque regioni dell'India".

Dopo un'iniziale difficoltà, il Buddhismo dilagò a Silla anche grazie al religioso Chajang
che, ritenendo la Casa Reale e il casato del Buddha Sakyamuni accomunati nella casta dei
guerrieri, gli ksatriya, asseriva che il Verbo dell'Illuminato coincideva, a Silla, con le leggi
dello Stato. Questa, ovviamente, si trattava di un'operazione di propaganda, infatti non tutti i
religiosi erano dello stesso avviso in quanto politicizzava una dottrina libera e tollerante che
rifiutava l'uso delle armi e della violenza. Così, al Buddhismo proposto da Chajang si
oppose presto quello a uso del popolo, più semplice dal punto di vista dottrinale e
incoraggiato da maestri quali Taean, Hyegong e Wonhyo. Questo era il Buddhismo della
Terra Pura che, attraverso la semplice recitazione di una formula "Salvaci Buddha Amida"
poteva rappresentare la salvezza dei fedeli.

Dopo l'unificazione del paese e dopo l'aumento dei viaggi in Cina, la Corea vide l'espandersi
di nuove idee e correnti di pensiero, come la scuola Yul, la scuola Ch'ont'ae. Arrivarono
anche le scuole esoteriche del Buddhismo tantrico e il Buddhismo dei mantra, che in Corea
non ebbe molto successo. Una corrente fondamentale fu lo Zen, in coreano Son, che si
affermò decisivamente a partire dal IX secolo. Inoltre presero piede altre correnti
continuatrici del tradizionale Buddhismo scolastico. Si venne, in tal mondo, a creare un
dualismo fra un Buddhismo dottrinale, Kyo, e un Buddhismo della Meditazione, Son.

Anche il Taoismo, che era già conosciuto in Corea fin dagli albori, ebbe un ruolo
importante, infatti, durante la fine di Silla si affermò quella forma di Taoismo, Taoismo
della disciplina, che ha un aspetto individualista, incentrato sulle pratiche miranti a
raggiungere l'eterna giovinezza e l'immortalità.
Anche l'architettura e l'arte, principalmente di ispirazione Buddhista, raggiunsero vette
molto alte. Le tombe non differiscono di molto rispetto a quelle di Silla antico, del quale
continuano la tradizionale tecnica costruttiva. Oltre alle tombe reali vennero costruiti edifici
religiosi come templi buddhisti e le pagode in pietra.
CAPITOLO V – IL REGNO DI PARHAE

GLI EREDI DI KOGURYO

Il crollo di Koguryo, avvenuto nel 668, causò una diaspora di elementi fisici e culturali. Le
popolazioni a nord del 39° parallelo, fuori dal regno di Silla, vennero risucchiate, infatti, in
una zona con complicati equilibri etno-politici, dove convergevano gli interessi dei Tang,
delle tribù turche che si opponevano ai cinesi e le popolazioni mongoliche dei Khitan e dei
Malgal. I Tang, inoltre, istituirono l' "Ufficio per la sorveglianza della capitale dell'Andong",
riuscendo ad accrescere la propria influenza sulla regione e fungendo da sentinella contro le
tribù nomadi e seminomadi. A tal proposito, nel 696, Yi Chinch'ung, di origine khitan, ispirò
una rivolta che venne presto sedata. Tuttavia, questo avvenimento mise in luce la
vulnerabilità dei Tang e accentuarono le aspirazioni di indipendenza e di libertà. Un alto
ufficiale dell'ex Koguryo, Tae Choyong, alleatosi con Kolsa Piu, guida dei Malgal, iniziò
violente operazioni di guerriglia contro i Tang. L'imperatrice Wu Zetian, che allora regnava
sulla Cina, inviò un esercito immenso che riuscì a sconfiggere i Malgal, ma non Tae
Choyong. Una volta sbarazzatosi dei cinesi, Tae Choyong creò, nel 698, lo Stato di Chin,
poi rinominato in Parhae nel 713, di cui fu il primo sovrano sotto il nome di re Ko. Suo
figlio, Muye, salito al trono nel 719 con il nome di re Mu, si distinse per una politica di
stabilizzazione interna ed espansione territoriale. A quest'epoca risale l'ultimo scontro tra
Parhae e Tang. Infatti i Tang attuarono manovre che insospettirono il re Mu, quest'ultimo,
allora, mandò il fratello, Tae Munye, che perplesso per via dei suoi rapporti "positivi" con
la Cina cercè di far cambiare idea al sovrano. Quest'ultimo, furioso, gli inviò il cugino, Tae
Irha, comunicandogli di essere stato richiamato a corte. Tae Munye si rifugia sotto i Tang,
gesto che aggravò la situazione. Il conflitto si trascinò fino a quando re Mu non morì e salì
suo figlio, Hummu, ricordato come re Mun al trono. Quest'ultimo fu in buoni rapporti con i
Tang e con il Giappone, mentre con Silla mantenne un rapporto freddo. Il suo regno fu
caratterizzato da una frenetica attività amministrativa e commerciale che dette lustro e
ricchezza al regno. Più tardi, con il re Son, si assistette a nuove conquiste territoriali e
conseguenti riforme amministrative. Tuttavia nel 926 la popolazione mongola Khitan
attaccò il regno di Parhae che, dopo soli 20 giorni, crollò. Gli abitanti di origine coreana
trovarono rifugio nel regno di Koryo, appena costituito.

LA CULTURA DI PARHAE

A causa della sua perifericità geografica e della scarsità dei documenti arrivatoci, la storia e
la cultura del regno di Parhae non sono molto chiare. Si sa che arrivò ad occupare un
territorio molto vasto, confinante a sud con il regno di Silla, ad ovest con i Tang e a nord-
ovest occupava buona parte della Manciuria. Il territorio aveva un'amministrazione molto
complessa, infatti ebbe cinque capitali, quindici regioni, sessantadue provincie e centosette
distretti. Inizialmente, Parhae, sembra seguire, nell'assegnazione degli incarichi pubblici, il
tradizionale metodo tribale, successivamente, la burocrazia si uniformò, grosso modo, a
quella dell'impero Tang, comprendendo tre Uffici di consiglieri, sei Ministeri e sette
Dipartimenti. La Cina fu un modello culturale, infatti molti cittadini si recavano nell'Impero
Celeste per studiare, incoraggiati anche da un'ottima rete di comunicazione, avendo sei rotte
che lo collegavano alla Cina.
CAPITOLO VI – IL PERIODO KORYO

IL COSIDETTO "MEDIOEVO COREANO"

Dopo la battaglia con Nuova Paekche e, ottenuta la resa di Silla, Wang Kon, ricordato come
T'aejo, "Grande Antenato", si trovò a capo di un Paese le cui famiglie più potenti
rimanevano fonte di instabilità e preoccupazione. Molte di queste famiglie, infatti,
reclamavano la ricompensa per l'aiuto fornitogli, e, grazie alle sue capacità di mediazione e
grazie a matrimoni strategici riuscì a superare l'ostacolo. Concesse il cognome della Casa
Reale, Wang, a molte di queste famiglie assicurandosi fedeltà da parte di esse. Isituì,
seguendo le orme del sistema gorvernativo di T'aebong, nuove strutture politiche-
burocratiche ponendo alla guida di esse esponenti delle famiglie più autorevoli che
vennero così trasformate da potenziali avversari a funzionari dell'amministrazione centrale.
Per bloccare gli spiriti belligeranti delle famiglie importanti "periferiche", i rampolli di
queste venivano trattenuti nella capitale come "ospiti-ostaggi". Si attivò anche per una
propaganda mirata ad ottenere il consenso e l'approvazione incondizionata e, a tal
proposito, fece distribuire ai fedeli sudditi custodi dell'etica due opere di ammonimento ed
esortazione, il Chonggye, "Ammonimenti politici" in un libro, e il Kyebaek yoso, "Scritti
per l'ammonimento di cento funzionari" in otto sezioni, entrambe le opere, che sono state
perdute, vengono attribuite a Wang Kon stesso. Inoltre, accogliendo i fuggitivi di Parhae, si
era conquistato la fama di sovrano giusto e generoso.

Dopo la morte di Wang Kon, nel 943, venuta a mancare la prestigiosa figura del "grande
antenato", bastarono due anni a far precipitare la situazione. Nel 945, infatti, scoppiò la
rivolta di Wang Kyu, per il mancato successore al trono non scelto da re Hyejong, figlio di
T'aejo. Wang Kyu morì assassinato dopo essere stato esiliato e salì al trono re Chongjong,
sotto il controllo di Wang Singnyom. Soltanto con re Kwangjong si ebbe nuovamente
stabilità, infatti attraverso la diplomazia riuscì a limitare il potere delle grandi famiglie e
attuò nuove riforme. Tra le quali si ricorda la Legge sul controllo degli schiavi, del 956,
con la quale veniva restituita la libertà agli schiavi che avevano perso la libertà durante il
caos delle guerre fra i Nuovi Regni, l'effetto fu una notevole riduzione del numero degli
schiavi. Inoltre, nel 958, venne rinnovata l'istituzione degli esami di Stato come strumento
per la selezione e la nomina dei funzionari pubblici, questa riforma ebbe come scopo
primario quello di indebolire il potere delle grandi famiglie e di centralizzare sempre di più
il potere nelle mani del sovrano. Le grandi famiglie, tuttavia, non rimasero a guardare e
tentarono una violenta offensiva politica, che fallì. La risposta del sovrano fu violenta,
infatti, in quell'anno, il 960, saltò la testa di molti uomini illustri, tra cui il Primo Ministro e
il Consigliere di Sinistra. Il successore Kyongjong continuò la politica riformista del padre,
ma fu re Songjong a dare nuovi impulsi, infatti fu promotore di riforme sociali e culturali.
Inoltre, nel 983 creò, su tutto il territorio nazionale, dodici province, ognuna con un locale
centro amministrativo i cui funzionari venivano inviati direttamente dalla capitale, era
quindi la priva volta che un sovrano metteva mano all'amministrazione periferica.

Re Songjong fu, tuttavia, costretto ad attivarsi anche in campo militare. Infatti, al confine
con la Cina, i Khitan iniziavano a volgersi verso la Corea. Tra i Khitan e Koryo, infatti, non
correva buon sangue e re Songjong aveva provveduto a fortificare tutto il confine
settentrionale del paese in vista di uno scontro che, grazie alle abilità diplomatiche e
conciliatorie di So Hui fu scongiurato. Dopo la morte di re Songjong la situazione cambiò,
infatti il nuovo re Mokchong, debole, consegnò il paese nelle mani di Kim Ch'iyang che finì
per tramare contro di lui. La situazione si risolse soltanto grazie al generale Kang Cho che si
sbarazzò di entrambi e pose sul trono Hyonjong. I Khitan non si lasciarono sfuggire
l'occasione e invasero la Corea, sconfiggendone l'esercito e prendendo prigioniero Kang
Cho. Occupata poi la capitale di Koryo, non si sa per quale motivo, i Khitan accettarono di
ritirarsi a patto che Hyonjong facesse un atto di sottomissione. Quest'atto di sottomissione
non vi fu mai e, nel 1018, i Kithan tornarono ad attaccare la Corea. Tuttavia il generale
Kang Kamch'an, attraverso due battaglie, gli inflisse una rovinosa sconfitta. Essendo le
minacce della Manciuria costanti, dal 1033 al 1044, Koryo si trovò costretto a costruire una
vera e propria muraglia che si estendeva da una costa all'altra del Paese in linea col confine
settentrionale. Il IX secolo si concluse senza ulteriori scosse e venne, difatti, considerato
come il periodo d'oro della storia di Koryo.

LE TURBOLENZE INTERNE E IL COLPO DI STATO MILITARE DEL 1170

Le contraddizioni della società iniziarono a manifestarsi in modo sempre più violento. Il


potere politico era in mano all'aristocrazia, infatti, gli esami di Stato non riuscirono ad
eliminare del tutto l'attribuzione di cariche publiche per eredità. Inoltre, nonostante la terra
fosse di proprietà del sovrano non era raro che molti burocrati riuscissero ad entrare in
possesso di veri e propri latifondi amministrati come bene privato e non come beni
appartenenti al sovrano. Non tutti gli aristocratici avevano gli stessi benefici e questo
alimentò ostilità e brama di potere. Il primo episodio che mise in luce la fragilità della
società di Koryo fu nel 1126, con la rivolta di Yi Chagyom, membro di una famiglia
influente, che aveva dato in sposa la sua seconda figlia a re Yejong. Conservatore ed avverso
nei confronti dei "nuovi aristocratici" cercò di ottenere sempre più potere e, una volta morto
il re, diede come mogli al nuovo sovrano Injong, la terza e la quarta figlia. Pensò addirittura
di autoproclamarsi re, dopo aver deposto il sovrano leggittimo, tuttavia i suoi nemici si
coalizzarono e due funzionari organizzarono un complotto che fu scoperto e stroncato dal
generale Ch'ok Chun'gyong, che era da sempre stato fedele a Yi Chagyom. Subito dopo,
però, il generale si schierò dalla parte del sovrano e finì per mandare Yi Chagyom al
confine. Intanto, i Jurchen della Manciuria avevano guadagnato terreno organizzandosi in
uno stato, detto di Qin, che era riuscito a sottomettere l'intera Cina.

Dopo la scomparsa di Yi Chagyom dalla scena politica vi fu un altro episodio di stabilità


interna, la rivolta di Myoch'ong, un monaco buddhista ossessionato da idee utopiche. Cercò
di convincere il re Injong a trasferire il centro del potere presso la capitale occidentale, cioè
P'yongyang. Se così fosse avvenuto, secondo il monaco, si sarebbe realizzata l'armonia
universale nel Paese e lo Stato di Qin si sarebbe sottomesso a Koryo. Il re, per via dei costi
eccessivi che avrebbe provocato lo spostamento della capitale e per l'opposizioni dei
dignitari di corte, si oppose al progetto. Quindi il monaco, nel 1135, organizzò una rivolta
armata impossessandosi di P'yongyang e creando un fantomatico Stato detto di Taewi. La
rivolta durò un anno e, tra i condannati a morte, vi fu anche il grande letterato Chong
Chisang, fatto uccidere per "gelosia" da parte di Kim Pusik, l'esecutore degli ordini reali.

Il colpo di Stato militare del 1170 era nato dai conflitti delle famiglie aristocratiche e dallo
scontento tra i ranghi militari che venivano emarginati dall'aristocrazia. Infatti, i rampolli
delle famiglie aristocratiche finivano sempre a coprire carichi di maggior prestigio e, in
situazioni particolari, ottenevano anche ranghi alti nell'esercito, ovviamente senza merito. Il
problema alla base di ciò è collegabile alle caste, infatti, la maggior parte dei soldati a
Koryo era di origine contadina e, in quanto tali, avevano tutto il motivo di provare rancore
nei confronti dei nobili. Il disprezzo dei nobili verso i militari si manifestò quando un
funzionario civile bruciò la barba di Chong Chungbu, un autorevole rappresentante dei
quadri militari. Da lì la rivolta che gettò il paese nel caos con saccheggi e uccisioni di tutti i
letterati che si fossero ritrovati sulla loro strada. I principali capi della rivolta furono Chong
Chungbu, Yi Uibang e Yi Ko. Ben presto sorsero aspri conflitti tra di loro che si
schiararono l'uno contro l'altro vedendo, alla fine, come vincitore Chong Chungbu che fu
eliminato ben presto, nel 1179, per il suo modo dispotico di governare. Il potere passò da
una mano all'altra fino ad arrivare, nel 1196, a Ch'oe Ch'unghon che instaurò una sorta di
"shogunato" dove la propria famiglia deteneva il potere e i sovrani ridotti a semplici
fantocci. Approfittando della conclusione generale, gli stati più bassi della popolazione, i
diseredati e gli schiavi cominciano a sollevarsi, per via delle pesanti imposte e per la
sottrazzione delle terre, in un escalation di rivolte, insurrezioni e sommosse. Tra cui, una
delle più importanti, fu la rivolta guidata da Manjok, uno schiavo pubblico alle dipendenze
dello stesso Ch'oe Ch'unghon, nel 1198, che scoppiò nella capitale. La rivolta fu domata e
Manjok finì annegato. Ma ciò non fermò lo scoppio di altre rivolte, tutte quante represse dal
regime, o con la diplomazia o con la forza.

ARRIVANO I MONGOLI

Nel XIII secolo la potenza mongola, guidata da Cinggis Qan, spazzò via lo stato di Qin, e
quindi i Khitan, causando una migrazione forzata, verso la penisola coreana di genti Khitan
e Jurchen. Le incursioni e i saccheggi operati da questi popoli nel territorio di Koryo
indussero quest'ultimo a chiedere aiuto agli stessi mongoli perchè lo liberassero da queste
popolazioni. Una volta conclusa l'operazione, tuttavia, i mongoli pretesero, a titolo di
risarcimento, un tributo annuale enorme che non sempre Koryo riuscì a pagare. I mancati
pagamenti uniti all'assassinio, nel 1125, di Cho Koyo, un diplomatico mongolo durante il
viaggio di ritorno da una missione a Koryo, costituirono il pretesto per una guerra. Nel 1231
i mongoli, guidati da Sartaq, invasero la Corea e il generale Pak So non riuscì ad evitare
che la capitale finisse sotto assedio e la corte di Koryo chiese la pace, tuttavia, le durissime
condizioni imposte causarono, nel 1232 una nuova invasione. Il potere, in questo periodo,
era detenuto da Ch'oe U, figlio di Ch'oe Ch'unghon, che, dopo l'invasione del 1231, decise
di trasferire la corte nell'isola di Kanghwa, una roccaforte naturale. Nel 1232 i mongoli si
spinsero fino alla parte sud del fiume Han ma furono fermati dal monaco-generale Kim
Yunhu. Nonostante i tentativi di difesa i mongoli restarono presenti nel territorio coreano
ma, non riuscendo ad assaltare Kanghwa iniziarono a saccheggiare, bruciare e uccidere
cittadini. Tra gli anni 1254 e 1259 vi furono altre invasioni.

Dal punto di vista amministrativo, si può dire che i Ch'oe fossero divenuti una vera e propria
dinastia, e in questo clima buio apparsero, sulla scena politica, una nuova classe di
funzionari civili, dall'origine "oscura" e spesso non di eccelsi natali, chiamata sadaebu che
potrebbe significare "aristocratico-letterato", questi si consolidarono nel Sambyolch'o, "Le
tre unità speciali".
Nel 1258 il quarto e ultimo dittatore venne spodestato e ucciso da un'azione
controrivoluzionaria, nella quale la nuova classe dei letterati ebbe probabilmente un ruolo
importante, guidata da Kim Chun, successivamente, quest'ultimo fu ucciso da Im Yon che
prese il suo posto.

FINE DELLA DITTATURA MILITARE: LA COREA NELL'ORBITA MONGOLA

La nuova burocrazia civile di Koryo esercitava una pressione sempre più forte per una
soluzione pacifica per contrastare i mongoli. La parte militare, invece, spingeva verso una
soluzione di guerra. Dopo l'assassinio dell'ultimo esponente della famiglia Ch'oe, l'erede al
trono, re Wonjong, fece prevalere una "strategia trattativa" con i mongoli e, come prova di
buona volontà, la corte coreana iniziò i lavori per smantellare le fortificazioni dell'isola di
Kanghwa, ormai capitale. A quel punto i militari insorsero e cercarono di spodestare il
sovrano che, avendo l'aiuto dei mongoli, riuscì a ridurre il potere militare. I militari ribelli,
sotto la guida di Pae Chungson, elessero come re Wang On, una volta sconfitti, tuttavia, la
Corea entrava a far parte del dominio mongolo. Nonostante il paese non perse mai la propria
indipendenza, i mongoli operarono in modo da controllare strettamente i nuovi sudditi anche
dal punto di vista burocratico, infatti collocarono ai più alti gradi dell'amministrazione
uomini di loro fiducia, i re coreani vennero obbligati a mandare i loro principi in ostaggio
alla corte cinese, ad avere come regine consorti delle principesse mongole, che fungevano
da vere e proprie sorveglianti, le risorse e le ricchezze del paese dovevano essere mandati ai
mongoli. Così Koryo divenne praticamente una provincia della Cina, che intanto i mongoli
avevano conquistato dando inizio alla dinastia Yuan. Dovettero, inoltre, prestare aiuto
militare soprattutto contro il Giappone, verso il quale ci furono due spedizioni, nel 1274 e
nel 1281, entrambe fallite grazie, secondo i giapponesi, al "vento degli dei", ovvero il
"kamikaze". Il potere era nelle mani di famiglie "militari" che avevano deciso di schierarsi
con i mongoli, e quindi con i più forti. Alcune famiglie importanti furono i Kim, i Ch'ae, i
Cho e gli Yun. Un ruolo importante nell'orientamento dello stato fu svolto dai sadaebu,
ovvero i funzionari civili formati sotto la dittatura militare. Questi avevano una visione
diversa rispetto al passato infatti, essendo stati dei piccoli proprietari terririeri a differenza
dei grandi latifondisti, e avendo una "forza intellettuale" molto forte si erano fatti portavoce
di riforme radicali per una ristrutturazione dell'apparato statale. Fu proprio tra di loro che
iniziò a diffondersi la dottrina neoconfuciana, fondata dal cinese Zhu Xi, i cui scritti
arrivarono in Corea grazie a diplomatici di ritorno dalla Cina. Quest'ideologia era fondata
sul rispetto delle cinque grandi relazioni umane in modo da ricreare, sulla terra, l'armonia
celeste. Proponeva un approccio ai problemi sociali più razionale rispetto al clero buddhista,
che era accusato di disprezzare la vira ritenendola un'illusione e di aver guadagnato, a
dispetto dei loro principi, ricchezze e potere deleterio per la Patria. Tuttavia per atturare
questa serie di riforme bisognava vincere l'opposizione delle grandi famiglie e ricevere
l'approvazione degli Yuan. A tal proposito, nel 1298, quando salì al trono Ch'ungson, i
sadaebu avevano convinto il sovrano ad abolire il Chongbang, ovvero l'Ufficio di governo.
Tuttavia l'episodio causò una reazione dalle famiglie potenti, ben allacciate con i mongoli,
che portò alla rimozione del sovrano dalle sue funzioni.
L'ASCESA DEI SADAEBU E LA FINE DELLA DINASTIA

Nonostante i focolai di resistenza fossero stati soffocati, la ribellione contro i mongoli


continuava a covare a Koryo e non appena la forza dei dominatori si affievolì essa non tardò
a divampare. Sull'onda della riscossa, avvenuta in Cina, dalla neonata dinastia Ming, da
dove i mongoli erano stati cacciati, il re di Koryo, re Kongmin tentò di dare una svolta
definitiva alla politica del Paese. Accolse il programma di riforme proposto dai sadaebu,
provvedendo ad epurare tutti i funzionari pro-mongoli, fece chiudere "L'Ufficio per l'attacco
ad Oriente", istituito dai mongoli al tempo della prima spedizione contro il Giappone, e
ripristinò l'antico sistema di governo dei "Tre Uffici di Consiglieri e Sei Ministeri". Una
figura molto importante che affiancò il re Kongmin fu il monaco buddhista Sin Ton che,
una volta conquistata la completa fiducia del re, divenne non solo l'esecutore della volontà
riformatrice del re, ma spesso ne fu addirittura l'ispiratore. Fece piazza pulita dei vassalli
meno fidati, anche quelli più potenti, restituì le terre ingiustamente sottratte ai ceti medi
facendosi interprete della volontà di riscatto dei miseri. Tuttavia la reazione fu
violentissima, infatti Sin Ton e re Kongmin, a tre anni di distanza, furono assassinati. La
Corea venne attaccata, tra il 1359 e il 1361, dai "Turbanti rossi", delle bande di briganti
cinesi. Il problema principale restò, tuttavia, quello dei pirati giapponesi. Il governo di
Koryo decise di affrontarli lanciando, a partire dalla metà degli anni '70, una campagna
militare guidata da Ch'oe Yong e Yi Songgye. Dopo l'assassinio di re Kongmin, salì al trono
re U. Ai Ming fu chiesto il riconoscimento della successione regale in Corea e, fino a
quando i Ming non chiesero la sottomissione di settante guarnigioni militari, la situazione fu
stabile. Il vecchio generale Ch'oe Yong, arso d'indignazione si pose a capo di quasi 40.000
uomino con lo scopo di attaccare i Ming, tuttavia Yi Songgye si tirò indietro ritirando le
proprie truppe e, per evitare le ripercussioni di quest'atto ribelle, uccise il generale e
detronizzò re U. All'interno della corte coreana, quindi, gli uomini di particolare rilievo
furono Cho Minsu e Yi Songgye. Inizialmente fu Cho Minsu a far prevalere la propria
influenza mettendo sul trono il figlio di re U. Successivamente però l'ago della bilancia si
spostò verso Yi Songgye che pose sul trono Kongyang e iniziò una serie di riforme, come la
revisione dell'intero sistema di attribuzione delle terre, codificata dalla legge Kwajon, che
significa "Terra per legge". Tuttavia i sadaebu, che appoggiavano Yi Songgye volevano
tagliare tutti i ponti con il passato, abbattendo la dinastia regnante e creandone una nuova il
cui capostipite sarebbe stato proprio Yi Songgye. Fu così che, nel 1392 re Kongyang venne
deposto e Yi Songgye salì al trono come primo sovrano della dinastia Yi, facendo iniziare il
periodo Choson.

POLITICA AMMINISTRATIVA DI KORYO

A partire da re Songjong l'amministrazione assunse una fisionomia delineata. La base


dell'ordinamento centrale rimase il sistema Tang dei "Tre Uffici dei Consiglieri e Sei
Ministeri", ma semplificato, al quale si aggiunsero strutture amministrative Song, come il
Samsa, ovvero "Tre Enti", e il Chungch'uwon, la "Segreteria Reale", e istituzioni locali
come il Tobyong masa, il "Comando militare" e lo Singmok togam, "Ispettorato alle
regole". La natura dei "Tre Uffici" subì, a Koryo, una modifica per la quale i primi due
uffici, Chungsosong e Munhasong, vennero accorpati sotto il nome di
Chungsomunhasong, mentre il terzo, Sangsosong rimase autonomo e delegato alla
gestione dei sei ministeri. Il dirigente del Chungsomunhasong, il nucleo del governo, era
detto Munhasijung ed equivaleva al Primo Ministro. Un gradino sotto stavano i dirigenti
del Sangsosong, detti Chwabogya e Ubogya. I funzionari avevano un grado in una scala
sociale che contò diciotto gradi, nove "normali" e nove "ridotti".

I "Sei Ministeri" si occupavano del personale e degli affari civili, questioni militari, fisco,
finanze, giustizia, riti e cerimonie, affari diplomstici e concorsi nazionali e dei lavori
pubblici.

Il Samsa, i "Tre Enti", era un ufficio delegato principalmente alle questioni economiche
come pagamenti e distribuzione di alimenti.

Il Chungch'uwon era un ufficio che si avvicinava ai nostri servizi segreti, che si occupava
principalmente di ordini reali, intelligence militare e sorveglianza. Era conosciuto anche col
nome Ch'umirwon, ovvero "Ufficio segreto principale".

Lo Osade, poi chiamato Saganwon, svolgeva le funzioni di un Censorato, mentre il


Hallimwon, "Centro dei letterati confuciani", aveva in origine il compito di trascrivere i
documenti reali e registrare gli eventi di corte, ma, nella parte finale della dinastia venne
considerato come un vero e proprio organo di governo.

Il Kukchagam, l'Accademia di Stato istituita nel 992, aveva il carattere di una vera e
propria università, divisa in varie facoltà accessibile in baso al grado detenuto dal
capofamiglia. Alle facoltà letterarie, ritenute più prestigiose, avevano accesso soltanto i
gradi maggiori. Mentre ad altre facoltà, quali arte, giurisprudenza e medicina erano riservati
ai rampolli di famiglie con un grado minore e ai semplici cittadini. Nel 1109 venne istituita,
per venire incontro alle richieste dell'emarginata classe dei militari, una facoltà di studi
militari.

Inoltre, a partire dalla creazione delle dodici "province" nel 983, Koryo si era dotato di un
sistema istituzionale, il cui nucleo era composto da varie unità amministrative, circa 500,
indicate con nome di kunhyon e guidate da funzionari provenienti dalla capitale. Dopo
l'opera di riordinamento dello Stato, intrapresa da re Songjong, il territorio di Koryo
includeva una regione intorno alla capitale, cinque regioni e due distretti di frontiera. Le
regioni di frontiera avevano, naturalmente, una presenza militare più massiccia.

Per quanto riguarda l'esercito vi erano due armate, una stanziata nella regione della capitale
e una stanziata nelle regioni periferiche. L'esercito della capitale comprendeva otto reparti,
due dei quali erano detti kun che costituivano la Guardia Reale, gli altri sei erano detti wi e
avevano funzioni di polizia ordinaria e penitenziaria. L'esercito contava circa 45.000
uomini, la cui inità di misura era lo yong che corrispondeva a 1000 uomini, e aveva il suo
organo direttivo nel Chungbang. L'esercito periferico si divedeva in due corpi stanziati uno
nei due distretti di periferie e l'altro nelle cinque regioni. A differenza dei soldati della
capitale, i soldati dell'esercito di periferia erano costituiti per lo più da contadini.
LA SOCIETÀ DI KORYO

La società di Koryo, fortemente classista, si può dividere in aristocrazia, kwijok, comuni


cittadini, paekchong o yangin, che erano per lo più contadini che lavoravano o i terreni
statali o quelli privati, in tal caso, tuttavia, dovevano pagare una percentuale del 50% del
raccolto. Anche i commercianti e gli artigiani facevano parte degli yangin, ritenuti meno
utili all'economia del paese. La classe dei cittadini aveva una sottoclasse, quella dei
ch'onmin, il cui status era a metà tra uomini liberi e schiavi, questi svolgevano attività
manuali, quali la tessitura e il lavoro del metallo, lavoravano in albergo, nei punti di
traghettamento e nelle stazioni di posta. Infini vi erano gli schiavi, nobi, il cui status era
ereditario, si dividevano in pubblici, che lavoravano per lo Stato, e privati, che lavoravano
nelle case dei ricchi che, a loro volta si distinguevano in solko nobi, schiavi "tutto fare", e in
"oego nobi", schiavi "distaccati", che si occupavano delle terre del padrone, dei veri e propri
mezzadri. Equiparati agli schiavi, ma di fatto lavoratori indipendenti, erano i macellai, o in
genere tutti i mestieri collegabili al sangue, cacciatori e gli artisti di strada. Nonostante a
Koryo ci fosse una severa distinzione classista, soprattutto dopo il colpo di stato del 1170,
cambiò qualcosa soprattutto grazie all'istituzione degli Esami di Stato, che rappresentarono
la parte più importante del progetto dei sovrani di Koryo. C'erano due tipi di esame, uno per
la carriera civile e uno per la carriera militare. Quello per la carriera civile comprendeva tre
indirizzi, il chesul che aveva un programma principlamente letterario e retorico, il
myonggyong, il più importante, che era basato sulla conoscenza dei classici cinesi, e chi lo
superava otteneva il titolo di chinsa, e godeva di un trattamento preferenziale
nell'inserimento nei ruoli dell'amministrazione, e infine l'esame detto chap, cultura generale,
basato su discipline minori quali l'astronomia, medicina, divinazione, geografia, diritto ecc.
I vincitori dei concorsi non sempre avevano automaticamente l'accesso nel mondo del
lavoro, questo sia perchè i posti disponibili erano minori delle persone qualificate, sia
perchè l'eredarietà delle cariche non venne mai superata del tutto.

L'ECONOMIA

L'inizio della circolazione monetaria, a partire dal 996, fu costituito dal cosidetto "tesoro a
peso", konwon chungbo, che costituì la prima moneta. Poi, nel 1101 venne creato l'Ufficio
per la fusione delle monete, che oltre al denaro fabbricava altro metallo di scambio in forma
di vasi d'argento che consentivano di acquistare, a seconda del peso, dai 15 ai 50 sacchi di
riso, usato quindi soprattutto dai nobili. Dal 1102 vennero coniate moneta a legenda varia,
come le famose Haedong t'ongbo o le Samban t'ongbo. Nonostante l'inizio della
circolazione l'economia di Koryo rimase sempre fondata sul baratto e sui pagamenti in
natura. La divisione delle terre rimase sempre il fondamento di ogni riforma o iniziativa
economica nazionale.

L'economia iniziale di Koryo era incentrata sullo yokpunjon, "Terra distribuita in base al
merito", sistema promulgato nel 919, che privileggiava esclusivamente quei sudditi che si
erano distinti nelle loro azioni in favore del paese. Questo sistema di distribuzione rimase in
vigore anche dopo il 976, anno in cui il vecchio sistema venne sostituito dalla Legge per la
distribuzione delle terre, in coreano "Chonsigwa", questo sistema, oltre che ai gradi delle
cariche d'ufficio considerava i diritti di nascita, ma quando la legge venne rivista nel 998 ci
furono dei cambiamenti, la terra tornava allo Stato alla morte del beneficiario, i funzionari
in servizio attivo erano privileggiati rispetti a quelli fuori ruolo, e le cariche civili erano
meglio retribuite rispetto alle cariche militari. All'interno del sistema Chonsigwa si screano,
col tempo, delle deroghe e criteri speciali d'attribuzione. Nel 1024 venne istituito il
kubunjon, Terra per bocche da sfamare, attribuzione di terra per i militare a riposo senza
figli o per le vedove di guerra. Nel 1049 fu istituito la "Terra al merito dei funzionari civili e
militari" che venivano distribuite secondo il grado e secondo il ruolo. Le terre fulcro
dell'economia di Koryo erano dette Kongjon, ovvero "terre pubbliche" e venivano
assegnate direttamente alla classe contadina, che aveva una condizione precaria. Lo stato
fornì aiuto attraverso l'istituzione di istituzioni come il Chewibo, cassa di soccorso per i
contadini più indigenti, Hyeminguk, forma primitiva di servizio sanitario pubblico.
Esistevano, inoltre, magazzini per la distribuzione di viveri durante le cattive annate. Re
Songjong aveva limitato lo sfruttamento dei contadini da parte delle amministrazioni locali,
previdendo una serie cresente di esenzioni fiscali in caso di disastri naturali che
distruggessero i raccoliti, nel caso peggiore di perdita, oltre il 70% i contadini venivano
esentati anche dal lavoro pubblico. Il vecchio sistema della distribuzione di terra venne
rimodernato da Yi Songgye promotore della Legge kwajon nel 1391, secondo la quale tutto
il territorio nazionale venne diviso in due parti, la regione della capitale, Kyonggi, e le
regioni periferiche, Oebang. Le terre della regione della capital toccavano ai funzionari di
corte, mentre i terreni pubblici, i terreni per i militari e quelli per i funzionari provinciali si
trovavano nelle regioni periferiche. L'estenzione dell'appezzamento era proporzionata al
grado della carica, si andava dunque da un minimo di 10 a un massimo di 150 kyol, unità di
misura in cui 1 kyol si aggira intorno ai 10.000 metri quadrati.

IL PENSIERO, LE SCIENZE, LE LETTERE

Il periodo di Koryo, nonostante l'instabilità politica, fu fecondo dal punto di vista


scientifico/tecnologico, filosofico e letterario.

IL PENSIERO

Il pensiero filosofico-religioso dominante fu, per la maggior parte del periodo, il


Buddhismo che, nel periodo Koryo rimase, nonostante i vari conflitti, la religione di Stato e
arrivò a maturare appieno, tanto che diversi membri della Casa Reale presero i voti. Fu il
caso di Uich'on, fratello di re Songjong, che si dedicò per tutta la vita alla pubblicazione di
testi sacri provenienti da Cina, Corea e Giappone. Dal punto di vista del pensiero religiogo,
Uich'on propose la corrente Ch'ont'ae, sperando nella riconciliazione tra le correnti Kyo e
Son che, la morte prematura di quest'ultimo, impedì. Ad imprimere la svolta decisiva ci fu
Chinul, considerato il padre fondatore del Buddhismo coreano. Questo, pur coltivando il
Son, si oppose fermamente ad ogni pratica personale e improvvisata, considerando
fondamentale, per il raggiungimento dell'Illuminazione, la forza dell'insegnamento e della
parola. Chinul proponeva, quindi, la fondamentale unità fra Kyo e Son, questa teoria fu
espressa in due suoi scritti, il Wondon songbullon, Trattato sull'istantaneo raggiungimento
della Buddhità, e il Kanhwa kyoruiron, Trattato per lo scioglimento dei dubbi sul Kanhwa.
Tuttavia, nonostante l'opera conciliatrice di Chinul portò un certo sollievo, dal punto di vista
pratico il clero buddhista accelerò il proprio processo di secolarizzazione accumulando
sempre più privilegi e ricchezze. Ed è proprio in questo ambito, alla fine del periodo Koryo,
che si sviluppa il Neoconfucianesimo, che propagandava la vanità del Buddhismo.
Quest'ideologia fu fondante per il pensiero dei sadaebu. Ruotò intorno a persone come
Chong Mongju, Yi Saek e soprattutto Chong Tojon. Il Neoconfucianesimo fu aggressivo e
polemico nei confronti del Buddhismo e del Taoismo, ai quali rimproverava soprattutto lo
scarso antropocentrismo, la piena cognizione della natura umana poteva essere raggiunta,
infatti, solo prestando attenzione alla forza interiore dell'individuo. Inoltre, i neoconfuciani
rivendicavano per l'essere umano un ruolo attivo nel processo di trasformazione
dell'Universo, dove emozioni e sentimenti, piuttosto che essere semplicemente annullati
come nel Buddhismo, si sarebbero dovuti incanalare verso binari più retti e produttivi.
Erano anche contro la reincarnazione, in quanto gli esseri del mondo aumentano o
diminuiscono in base all'azione di volta in volta positiva o negativa della Forza Materiale.
Nè i cicli della natura possono essere dovuti al ritorno di ciò che è già scomparso o andato
perduto. A tal proposito, Chong Tojon faceva notare come a ogni primavera gli alberi si
rivestissero di foglie, ma anche come quelle foglie non fossero certo da considerarsi le
stesse cadute dell'anno precedente. I taoisti, invece, venivano criticati soprattutto per
l'egoismo nella coltivazione del sè, sdoppiato dalla mente. I neo-confuciani consideravano
l'etica e la politica un tuttuno, furono sensibilissimi ai problemi sociali e uomini di cultura.
Infatti ritenevano che il sovrano sarebbe dovuto essere affiancato e consigliato da
un'oligarchia di funzionari-letterati, reclutati attraverso l'Esame di Stato. La mente è infatti
un dono del Cielo e come tale essa deve essere rivalutata in un sistema che tenga conto del
merito individuale.

Un'altra corrente, nella sua duplice forma di "collettivo" e "individuale", fu il Taoismo che
godette a Koryo di un certo successo, dimostrato dalla costruzione di vari templi, e lo
Sciamanesimo, che trovò a Koryo riconoscimenti istituzionali e successi tanto che venne
edificato un Tempio degli dei come sede fissa di riti sciamanici.

TECNOLOGIA

In ambito artistico, l'arte sacra, contando sulla padronanza della fusione dei metalli e di un
uso estensivo di pitture su seta, illustrò la figura del Buddha e del suo universo in una
grande quantità di statue e dipinti di buona qualità. Uno dei prodotti più tipici e raffinati di
Koryo poi furono gli incensieri in bronzo. Fu, tuttavia, la ceramica, a dominare l'arte di
Koryo. A partire dal XI secolo, l'importazione della tecnica della porcellana cinese cotta ad
altissime temperature permise lo sviluppo di una particolare ceramica invetriata, chiamata
celadon, di colore blu-verdastro. Dopo una prima fase senza decorazioni, a partire dal XII
secolo i vasi celadon si arricchiscono di motivi animali o vegetali prodotti con incisioni
comate da argilla chiara o scura.

In campo tecnico fecero grandi progressi gli studi militari, con l'uso della polvere da sparo,
e medicina, grazie alla ripubblicazione di importanti testi cinesi. Ma l'innovazione più
importante fu certamente l'invenzione della stampa con caratteri mobili di metallo, dopo
la tradizione di stampa con matrici lignee (con le quali venne stampato il Canone Buddhista
coreano alla fine del XI secolo come protezione per il Paese). Questo tipo di stampa sembra
risalire al XIII secolo, e, il primo libro stampato in questo modo fu il Sangjong kogum
yemun, "Scritti sulle antiche e moderne cerimonie da osservare a corte", edito nel 1234.

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