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INTRODUZIONE
Il paese che noi chiamiamo “Cina”, viene chiamato dai suoi abitanti Zhongguo (Paese centrale).Questo
termine risale all’antichità ed indicava tutti i domini del sovrano circondato dai territori dei feudatari (in senso
più lato tutto l’impero circondato dai barbari). I cinesi quindi si chiamano Zhongguoren o Hanren.
Naturalmente gli stranieri non potevano ammettere di vivere alla periferia di uno stato “al centro
dell’universo” e hanno dato a questo Paese diversi nomi nel tempo. I Greci e i Romani li chiamavano “Seres”
per identificare i produttori della seta (in cinese: si). Nel Medioevo troviamo il termine “Catai”che deriva dal
nome di un regno sino-barbarico nel Nord. Lo stesso termine “Cina” deriva dalla dinastia dei Qin.
Lo Huange (Fiume Giallo), lo Yangzijiang (Fiume Azzurro) e il Xijiang (Fiume Occidentale) la dividono in senso
orizzontale in 3 parti. Tutti 3 i fiumi scorrono da occidente a oriente, iniziando in modo precipitoso e finendo
in modo lento e tranquillo. La pianura attraversata dallo Huange ha clima secco, freddo d’inverno, poco
alberata; quella attraversata dallo Yangzijiang ha clima umido,freddo d’inverno,caldo d’estate. Le differenze
delle 3 fasce rigardano anche la popolazione: a Nord sono alti,robusti, di carattere posato e grave; al Centro
sono svelti,furbi,emotivi; a Sud più gracili e di carattere più chiuso. La maggior parte sono di etnia Han anche
se sono presonti migliaia di etnie diverse con tradizioni esemplari (Es: Hakka= zingari di mare).
In tutto il territorio cinese sono presenti diversi idiomi: la lingua degli Han, il mongolo, tibetano, mancese ecc.
Si deve distinguere tra lingua “parlata” e “scritta”; la lingua parlata si divide in tanti dialetti diversi tra loro.
La lingua ufficiale Guoyu è quella che deriva dalla lingua parlata dai mandarini negli uffici dell’impero
(guanhua). Riguardo la lingua scritta noi sappiamo che la lingua cinese è monosillabica (quasi 400 sillabe), ma
le sillabe non sono infinite quindi a ognuna di esse corrispondono più parole. Per differenziare i significati
vengono utilizzati i toni, in caso di parole con sillaba e tono uguale ma significato diverso si ricorre a composti
plurisillabici (sempre per indicare un concetto). A differenza della lingua parlata la lingua scritta è uniforme
in tutta la Cina, lo stesso carattere può essere letto in modo diverso in base a dialetti e inflessioni: ne deriva
che la scrittura è importante anche da collante socio-culturale.
1.3 LA STORIA
La storiografia è cominciata solo in epoca Han con Sima Qian, prima di allora si erano avuto solo aride
cronache, resoconti, racconti di aneddoti ecc.
Lo Shujing (Libro dei documenti) è la più antica di tali compilazioni. Consiste di una 50ina di brani, dei quali
non più di una 30ina possono essere considerati autentici ( gli altri sono interpolazioni posteriori). I soggetti
sono diversi: arringhe pronunciate dai sovrani prima delle battaglie, piccoli trattati di governo geografia e
diritto, colloqui dei sovrani ecc. Lo stile dei brani è solenne, maestoso ma anche molto conciso e di difficile
interpretazione. Il tono è altamente morale, i sentimenti sono nobili e onesti e si arriva a sviluppare il
concetto di mandato celeste “Tian Ming” (Il Cielo sceglie determinati individui per governare e i suoi eredi
possono continuare a governare a patto che siano giusti,allorchè essi si dimostrano crudeli e tirannici il Cielo
ritira il suo mandato e sceglie qualcun altro da mandare sul trono): ovviamente il Tian Ming diviene un
espediente per giustificare rivoluzioni e camb0i di potere nella storia.
La seconda opera storica è il Chunqiu (Annali delle primavere e autunni) ovvero la cronaca del feudo di Lu
(dove nacque Confucio). Essa è arida, schematica ma precisa ed è stata salvata grazie all’ interesse dei
confuciani (che addirittura gli attribuiscono la paternità dell’opera).L’ aridità di questo testo non ci permette
di individuare l’entusiasmo di Confucio in quest’ opera m a ciò ci è permesso dai 3 commenti principali: Zuo
zhuan (Tradizione o commentario di Zuo), Gongyang zhuan (traduzione o commentario di Gongyang) e
Guliang zhuan (traduzione e commentario di Guliang). Il più ampio e interessante è il Zuo zhuan: è lui che ci
permette di poter descrivere la vita della Cina antica e che ci descrive i capi feudali non come figure
monolitiche (come il Libro dei documenti) ma come esseri umani con i propri vizi e virtù.Inoltre a differenza
degli altri commentari concede spazio a storie di fantasmi e spiriti.
L’ ultima importante opera storica della Cina antica è il Zhanguo ce ( Intrighi degli stati in guerra), in 33 capitoli
esso abbraccia gli anni che vanno dal 452 al 216 ( gli anni delle guerre più feroci), parlando di intrighi di corte,
strategie politiche e di come gli shi esponevano i loro piani e di come servivano il loro padrone. L’autore
rimane sconosciuto.
1.4 LA FILOSOFIA
Alle origini del pensiero filosofico cinese si trova lo Yijing (Libro dei mutamenti): un manuale di divinazione
che sarebbe stato composto da Re Wen (fondatore della dinastia Zhou). Esso si basa sul sistema di divinazione
per mezzo dei bastoncini di achillea, diverso da quello dei gusci e ossa.Da un recipiente, di solito formato da
una sezione di tronco di bambù, gli indovini estraevano a caso tali bastoncelli, marcati col segno “positivo”
(yang/linea continua);o col segno “ negativo” (yin/linea spezzata). Dopo aver ripetuto 6 volte tale operazione
andavano a creare ciò che chiamavano esagramma. Il libro ne elencava 64, ognuno con un significato diverso,
le descrizioni erano però brevi frasi volutamente oscure che aprivano a numerose interpretazioni che
risultavano speso vaghe.
Durante l’ epoca Zhou e quella degli Stati Combattenti c’era bisogno di armi e eserciti forti, ma anche di
coniglieri capaci di amministrare politica e guerra. I pensatori “erranti” erano esperti e dotti che erano liberi
di passare da uno stato all’ altro offrendo i servigi al sovrano di turno. I più famosi tra essi raccoglievano
intorno a se ammiratori e seguaci, dando così luogo alla formazione di “scuole” o correnti di pensiero politico.
Secondo Ban Gu le principali sono 9: 1) Scuola dei confuciani (Rujia) 2) Scuola dei daosti (Daojia) 3)Scuola
dello Yinyang (Yinyangjia) 4)Scuola dei legisti 5)Scuola dei dialettici (MIngjia) 6)Scuola dei moisti (Mojia)
7)Scuola dei politici (Zonghenjia) 7)Scuola degli eclettici (Zaijia) 8)Scuola degli agronomi (Nonjia). Di alcune di
queste si sono perdute tutte le traccie (scuola dello yinyang); le ultime 3 sono considerate minori
IL complesso di dottrine tramandate e insegnate, e poi rielaborate nel tempo vanno sotto il nome di
confucianesimo. Esso non è una religione, Confucio non si fece banditore di una nuova fede o si dichiarò
profeta, era scarsamente interessato a spiriti e problemi dell’aldilà. Non pretese neanche di insegnare
qualcosa di nuovo, bensì solo di trasmettere la saggezza del passato. Egli auspicava al ritorno a una primitiva
età dell’oro (rappresentata dai primi periodi della dinastia Zhou). Per far ciò bisognava restaurare le
istituzione e ridare importanza ai riti (il fatto che onn venivano più osservati era la causa di tutti i mali). Era
necessario che ciascuno svolgesse il ruolo assegnatogli in una società ben regolata. Il confucianesimo rivolge
la sua attenzione soprattutto alla formazione dell’individuo nobile (il junzi). Un vero e proprio “uomo
superiore” che deve essere la sintesi delle virtù confuciane: ren-umanità/yi-giustizia/shu-altruismo/xiao-
pietà filiale/zhong-lealtà/zhi-dirittura/ e quele che deve acuisire wen-cultura/li-buone maniere. I principali
testi sono Wujing (Cinque Libri) e i Sishu (Quattro libri) DI CUI SO GIA IL NOME. Di questi Confucio è
responsabile solo del Lunyu (Dialoghi), ovvero una raccolta delle sue parole fatta dai suoi discepoli, le altre
opere sono a lui preesistenti.
Fra i pensatori confuciani, dopo il Maestro viene sicuramente Mengzi (Maestro Mencio), anche lui come
Confucio visitò varie corti feudali in cerca di un bravo sovrano che lo ascoltasse. La sua opera scritta sul
modello dei Dialoghi, è letteriamente più curata ma non c’è vivacità di stile; i suoi concetti sono espresi
tramite periodi costruiti perfettamente. Per Mencio la natura dell’uomo è fondamentalmente buona. Il male
viene compiuto da essi quando tale bontà vien dimenticata, trascurata o abusata. Così nel governo, basterà
ristabilire gli ordinamenti del passato per liberare la società dai mali. Contrario all’ idea di Mencio c’era Xunzi:
per lui la natura dell’uomo è cattiva, la bontà è acquisita solo mediante l’educazione. Oltre al Lunyu,Mengzi
e Xunzi (che esprimono i pensieri dei più influenti confuciani), esistono un gruppo di opere a caratere rituale
che da sempre sono state caratterizzate come confuciane. Si tratta del Zhou li (riti di Zhou),, Yili (riti di Yi), e
Liji (memorie sui riti). Il Liji mette insieme frammenti di riti appartenenti as epoche diverse; 2 capitoli del Liji:
Daxue (Grande studio) e Zhongyang (Giusto mezzo) sono stati inclusi nei 4 libri.
Con il temine “daoismo” si indicano le dottrine a carattere filosofico esposte da Laozi,Zhuangzi e Liezi; inoltre
anche la “religione daoista” formatasi dal primo secolo della nostra era; in cinese i pensatori sono detti Daojia
(Scuola del Dao) e la religione Daojiao (Dottrina del Dao).
Il punto di partenza del daoista è lo scopo di preservare la vita ed evitare ogni inguria alla propria persona
(concezione tacciata come egoista ed individualista). Il Daodejing è stato composto da Laozi. Di questo
personaggio si sa davvero poco, il nome era Li Er, Laozi vuol dire “vecchio maestro”. Nel Daodejing vengono
esposti in uno stile oscuro,ma avvincente i principi della prudenza,dell’umiltà,della sobrietà. L’uomo
dovrebbe svolgere le sue attività in modo naturale e spontaneo; la semplicità e l’ innocenza dei bambini sono
qualità che ogni uomo di cultura dovrebbe possedere (mentre nel bambino è naturale, nell’uomo saggio è
sinonimo di conquista di spirito). Applicando i principi alla politica, il governate saggio è colui che governa
poco e lascia che il suo popolo faccia quel che può e che vuole:emana poche leggi, stabilisce pochi divieti,
bandisce l’ istruzione nel suo stato. Se per i confuciani il Cielo decide e controlla, per i daoisti il Cielo non si
cura degli atti degli uomini.
Il Dao è immutabile,anche se muta d’ aspetto.Non può essere descritto, esisteva prima del nulla, prima del
Cielo,prima della Terra; vari noi lo designano (Mistero,Mistero del mistero,Porta di tutti i prodigi). Il Dao è
profondo,inscrutabile,inesauribile nei suoi effetti simile a un recipiente che continuamente versa,senza mai
svuotarsi. Il Saggio è colui che lavora il minimo indispensabile,che quando governa cerca di mantenere il
popolo ignorante e incolto.
Lo Zhuangzi (Il Maestro Zhuang) è composto da 33 capitoli divisi in 3 sezioni. La sezione “interna” contiene 7
cap con le parti flosoficamente più importanti, le sezioni “esterna” e “miscellanea” sono state aggiunte in
data posteriore. Zhuangzi è l’ opera più avvincente non solo della filosofia daoista, ma di tutta la letteratura
cinese per lo stile brillante e fantasioso seppur profondo. Presenta una serie di piccoli trattati, favole,
aneddoti ecc. non mancano mostri,animali,esseri grotteschi e spiriti.
Il Liezi (il Maestro Lie) è per molti versi simile allo Zhangzi,non ne ha la stessa profondità di pensiero ne la
vivacità dello stile; in esso non manca una nota di umorismo che come sempre ha come vittima Confucio e i
confuciani.
1.4.3 I LEGISTI
La terza grande scuola filosofica è quella dei legisti. Unica fra tutte le scuole, è l’ unica che raccomanda la
guerra come mezzo per accrescere i poteri del sovrano e allargare i confini dello Stato e rendere il popolo
disciplinato e forte. Lo stato viene governato da una serie di leggi che stabiliscono esattamente i doveri di
ciascun cittadino, esse vengono applicate senza pietà o compromessi. La popolazione veniva divisa in gruppi
di 5 o 10 perone, se una di esse trasgrediva tutti dovevano pagare pene così pesanti da scoraggiare i
trasgressori. La concezione politica è esattamente opposta a confuciani e daoisti: Se i confuciani prevedevano
riforme sociali basate sull’educazione i legisti sostengono che il governo deve basarsi su un rigido sistema di
leggi, se i daoisti applicavano una politica liberale,basata sul principio del “lasseiz-faire”, i legisti attuano una
politica dirigista e pianificatrice. Il pensiero deriva dalla concezione pessimistica di Xunzi, che fu il maestro
del più influente legista Han Fei (autore dell’ Han Feizi). Il legismo è la politica del primo imperatore che
riunificò i feudi: Qin Shihuangdi.
1.4.4 I DIALETTCI
I maggiori esponenti della scuola dei dialettici sono Hui Shi e Gongsun Long, del primo non ci è rimasto niente.
Gongung long è autore dell Gongsung Longzi (Il maestro Gongsung Long) che ci è pervenuto. Grazie alle loro
capacità i dialettici dovevano trovarsi avvantaggiati nelle continue deatribe con i loro avversari politici ma
non sono mai riusciti a convincere e a lasciare un segno profondo nella storia della Cina.
1.4.5 I MOISTI
Mo Di ( latinizzato in “Micius”) è il fondatore di questa scuola che sosteneva una dottrina di pacifismo a
oltranza, fu un acerrimo avversario dei confuciani. Confucio sosteneva che i sovrani dovevano farsi assistere
da saggi consiglieri, Mo Di arrivò a dire che essi dovevano cedere il posto a chi era più preparato di loro. Mo
Di predicava l’ amore universale tra gli uomini, seguendo l’esempio del Cielo che manifesta amore per tutte
le creauture. Mo Di diede una salda organizzazione al suo movimento, inquadrando i suoi discepoli in corpi
pronti a intervenire in caso di minaccia di guerra, questo lo portò a studiare i principi della guerra difensiva;
nella sua opera Mozi (Il Maestro Mo) molte pagine sono dedicate all’arte di difendere le città (in cui lui e i
suoi discepoli erano diventati degli specialisti)
Nel II sec d.C Wang Yi raccolse nel Chuci (Testi di Chu) le poesie del regno di Chu, indicandone i nomi degli
autori. Qu Yuan sarebbe l’ autore di gran parte delle composizioni: 1)Lisao (Incontro al dolore) 2)Jiuge (I nove
canti) 3)Tianwen (Le domande celesti) 4)Jiuzhang (Le nove dichiarazioni) 5)Yuanyou (Il viaggio lontano) 6)Buju
(Divinazione) 7)Yufu (Il pescatore) 8)Jiubian(Le nove dissertazioni) 9)Zhaohun (L’evocazione dell’anima)
10)Dazhao (La grande evocazione) 11)Xishi (Lamento per la fede tradita) 12)Zhao yinshi (Invocazione di un
eremita) 13) QIjian (I sette rimproveri) 14) Ai shiming (Ahime,la sorte!) 15)Jiuhuai (I nove rimpianti) 16) Jiutan
(I nove lamenti) 17) Jiusi (I novi pensieri). Gli ultimi 7 componimenti,scritte in epoca Han, sono poco
interessanti e originali. Merita di essere citato il Tianwen una lunga serie di domande sulla natura storia e
mitologia che è di scarso valore letterrio ma ci permette di conoscere le più antiche concezioni religiose cinesi.
Le nove dichiarazioni è un gruppo di 9 domande in cui Qu Yuan ripete il suo sconforto per non esser stato
apprezzato. Il viaggio lontano è un imitazione in chiave daoista del Lisao (sempre di Qu Yuan) che descrive un
viaggio fantastico nelle regioni clesti che si conclude con l’annullamento del Grande Dao. Infine Divinazione
e Il pescatore sono 2 dialoghi che hanno come protagonista Qu Yuan stesso:il primo esalta la rettitudine del
poeta, il secondo mette in rilievo l’assurdità e il ridicolo di certi atteggiamenti troppo rigidi e intransigenti.
Solo il Tianwen è tetrasillabico (come lo Shijing), le altre hanno versi di 5,6,7 sillabe.
2.3 I FILOSOFI
La fondazione dell’impero ha avuto un effetto negativo sullo sviluppo del pensiero filosofico cinese,
soprattuto dopo la creazione dell’ Accademia che esaltò solo una corrente di pensiero. La varietà e
ricchezza culturale dei Regni Combattenti non fu mai più raggiunta. Il daoismo fece suo tutte le credenze e
superstizioni popolari sciamaniche e divenne una religione che si proponeva di condurre il credente alla vita
eterna (non dello spirito ma del corpo) da raggiungersi tramite pratiche respiratorie,ginnastiche,sessuali,
dietetiche e alchemiche. Queste ultime prevedevano la preparazione della pillola dell’immortalità a base di
cinabroo (in realtà chi la prendeva moriva avvelenato). Proprio contro queste superstizioni e ipocrisie si
scagliò Wang Chong che utilizzò un lingauggio popolare per faesi capire meglio da tutti.
2.5 LA POESIA
Nella poesia di epoca Han sono distinguibili 2 filoni: la corrente letteraria,dotta e artificiosa del FU, e quella
semplice e spontanea dello YUEFU.
Il fu è un componimento che partecipa della natura della prosa e della poesia: scritto in uno stile ricercato,
cricco di iperboli e fronzoli. Si servono dei fu gli autori che vogliono sfoggiare la propria cultura per
descrivere le bellezze della città, narrare battute di caccia imperiali e svolgere temi a carattere morale ed
educativo. Per la critica più recente, i fu sono tutti uguali. Gli autori più importanti sono Jia Yi (che scrisse
della sua storia come precettore di un principe talmente benevolo che quando morì lui lo segui a 32 anni;
ripensando a Qu Yuan); Mei Chiang che scrisse Qifa (I sette avvisi),Sima Xiangru e Zhang Heng.
Ben diversa è la poesia popolare rappresentata dagli yuefu. All’ inizio questo termine designava l’ ufficio
che aveva il compito di raccoflier le canzoni popolari (controllo di opinioni popolari a corte). Durante l’
imperatore Wu esso aveva anche il compito di fornire le arie. Gli yuefu vengono divisi in quelli su ordine in
occasione di eventi importanti e quelli più spontanei,freschi e ingenui (canzoni popolari). Erano
accompaganati da strumenti musicali. Il metro era irregolare (versi da 5/6/7 car inframezzati dalla particella
xi che impone la pausa nella lettura). La scena di ultimo period di epoca Han è dominata da Cao Cao (uomo
di stato e poeta), ricordato come tiranno ma ammirato. Una sua poesia è particolarmente famosa ma molto
diffivile dato il suo stile tetrasillabico (Ecco il vino! Dunque si canti…).
In seguito alla decadenza delle istituzioni confuciane molti letterati pretesero di affermare liberamente il
proprio pensiero e personalità,senza i freni delle convenzioni sociali. Si formò così il gruppo dei “Sette Saggi
del bosco di bambù”, il cui ideale di vita era nettamente all’opposto di quelo confuciano. Il gruppo si riuniva
in un bosco di bambù fuori Luoyang in solitudine e libertà, per vivere un breve periodo la vita ideale
dell’eremita daoista e poi far ritorno a Luoyang. Era una specie di Arcadia, ma i cui membri erano animati
da uno slancio mistico che dava loro la forza di affrontare anche la morte, come per Xi Kang ucciso per
essersi opposto all’ortodossia confuciana. L’amore per il vino ha gran parte nelle loro poesie e insieme
all’amore per la natura è l’elemento che accomuna i 7 al massimo poeta del periodo Tao Qian.
3.2 LA PROSA
I missionari buddhisti iniziarono l’immane lavoro di traduzione, influenzarono anche i daoisti ce iniziarono a
dare un ordine a tutte quelle credenze popolari e pratiche. Il massimo esponente di questo nuovo daoismo
è Ge Hong autore del Baopuzi (Il filosofo che abbraccia la natura), dallo stile ineuguale. C’è infatti una
tendenza al parallelismo (tipica degli scrittori cinesi grazie alla natura monosillabica), durante quest’ epoca
questa tendenza viene spinta all’estremo fino a crearer la prosa parallela (pianwen). I periodi (gruppi di 4 o
6 ideogrammi) sono disposti a 2 a 2. Durannte questo periodo nascono le opere di critica letteraria. Cao Pi
scrive il Dian Lun (Saggio sui Classici), Lu Ji è autore del Wenfu (il fu sulle lettere): per lui la letteratura è
qualcosa di eterno e divini, Liu Xie scrive il Wenxin Diaolong (Gli ornamenti dello spirito letterario) diviso in
50 capitoli (i primi 25 trattano diversi generi letterari, i restanti delle varie possibilità di espressione), critica
il fu .
3.4 LA NOVELLA
Xiaoshuo corrisponde a novella o romanzo, xiao era usato in modo dispreggiativo come sinonimo di
letteratura frivola e leggera dai letterati. Nei secoli con il termine xiaoshuo si sono indicati scritti ben diversi
da i nostri romanzi e novelle,bensì racconti di aneddoti,racconti di fantasia e magia,zibaldoni ecc. Possiamo
dividere gli xiaoshuo dell’epoca dele dinastie meridionali in gruppi:1)biografie romanzata 2)raccolte di
aneddoti 3)raccolte di motti e storie da ridere 4)raccolte di misteriosi e strani.
La riforma dello stil letterario si fece sentire anche nel genere dello xiaoshuo:brevi narrazioni di fatti veri o
immaginarui, raccontati però in maniera documentaristica,col fine di attribuirgli un sens di autenticità.
(Trama del giovane studioso o in città o che studi adi note in qualche tempio e riceve la visita di spiriti) In
epoca Tang gli xiaoshuo sono presenti in raccolte, fra i migliaia di autori il principale è Li Fuyan (830) che
pubblicò “Registro di avvenimenti curiosi e strani”
Altri racconti si distinguono perché più lunghi e non fanno parte di collezioni. Sono detti CHUANQI
(narrazioni meravigliose) e possono essere suddivisi in 3 categorie: 1)racconti d’amore 2)racconti
d’avventure 3)racconti di magia.
4.3 LA POESIA
La vera gloria della letteratura Tang è costituita dalla poesia: per il numero sterminato di poesie prodotte.
(circa 50000). Tra tutti Li Bai è l’unico che gode di fama anche in Occidente e non solo agli studiosi. Bai Juyi
è il più popolare dei poeti Tang:parla della vita di tuti i giorni e canta dell’ amore tra Xuanzong e la favorita
Yang Gufei.
I poeti Tang si servono di metri già creati nelle precedenti dinastie o di alcuni creati in questa. I primi
conosciuti come GUTI (stile antico) o GUSHI (poesie antiche), sono liberi senza limitazioni ne allalunghezza
ne al numero di versi. I secondi sono invece sottoposti a regole rigide e si suddividono in 2 tipi: i LUSHI (u
con dieresi/poesie codificate) e JUEJU (versi troncati).
Le poesie codificate contano 8 versi, ciascuno dei quali comprende 5 o 7 caratteri. Il terzo e il quarto verso,
il quinto e il sesto sono paralleli e simmetrici (le parole corrispondono sia per senso che per valore
grammaticale).
La poesia Tang è descrittiva in modo essenziale (bastano pochi versi). Inoltre batte sui temi fissi:la vita dei
funzionari, che potevano essere trasferiti lontano dalla capitale,condannati a consumarsi in atesa di un
richiamo da soli,il dolore del commiato,la tristezza dei lunghi viaggi.Ben altro carattere hannno le poesie
che narrano della vita di corte, sia che cantano dell’amore diXuanzong per la sua favorita sia che
compiangano la sorte delle cortigiane sfortunate( condannate a consumare la giovinezza nele prigioni
dorate degli harem nell’inutile attesa della visita dell’imperatore). Molte poesie Tang hanno accenti
oraziani, con l’invito al “carpe diem”(soprattutto nelle poesie di Li Bai).