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generale-cinese moderno
Linguistica Generale
Università degli Studi di Napoli L'Orientale
41 pag.
2.4 Promozione del cinese standard moderno a Taiwan, Hong Kong e Singapore
2.4.1 Taiwan
Taiwan ha sempre seguito il continente per quanto riguarda la forma standard del cinese, infatti già
nel XVIII secolo furono organizzati istituti per formare funzionari e studiosi locali di guānhuà, ma
quando Taiwan fu ceduta al Giappone nel 1895 la lingua divenne una questione fortemente politica
sull’isola. Infatti, da parte del Giappone ci furono sin da subito forti pressioni volte all’utilizzo del
giapponese e ne conseguì che quando Taiwan tornò alla Cina nel 1945, molte persone e soprattutto i
giovani non erano in grado di parlare cinese.
Fu inviata un’unità operativa speciale per promuovere il Guóyǔ sull’isola che portò a Taiwan tutti i
libri e i servizi utilizzati in Cina. Nel 1946 fu istituito il “Taiwan Provincial Guóyǔ Promotion
Council” e fu avviato un forte movimento, inizialmente accolto con entusiasmo, con lo scopo di
rimpiazzare il giapponese con il cinese in un breve periodo di tempo. Per un breve periodo di tempo i
dialetti locali vennero impiegati come mezzo per promuovere il Guóyǔ, ma successivamente tutti i
dialetti oltre quest’ultimo vennero fortemente repressi, in modo anche ingiustificato dopo
l’oppressione causata dall’occupazione giapponese.
Queste misure provocarono reazioni negative da parte dei parlanti dei dialetti locali generando
proteste e disprezzo ma comunque la diffusione del Guóyǔ fu efficace.
2.4.2 Hong Kong
Il termine “lingua cinese” usato ad Hong Kong comprende il cantonese come lingua parlata e il cinese
moderno come lingua scritta.
Il Pǔtōnghuà come lingua scritta fu utilizzato poco fino alla metà degli anni ’80, ma in seguito, un
numero sempre più alto di abitanti, in particolare quelli impiegati nel servizio pubblico, commercio,
business e educazione, hanno imparato il Pǔtōnghuà a partire dal 1997, quando Hong Kong ritornò
alla Cina.
2.4.3 Singapore
Singapore è un esempio simile a Taiwan, in cui la promozione del cinese moderno standard ha
riscosso successo. Nella prima metà del secolo, il "National Language Movement" che prese avvio in
Cina, ebbe un impatto anche tra i cinesi a Singapore. Il huáyǔ è stato il principale mezzo di istruzione
nelle scuole cinesi fino a quel momento, in parte dovuto al fatto che la comunità cinese parlava fino a
sei principali dialetti intelligibili, e nessuno di loro giocava un ruolo predominante.
Mentre le iniziali e finali sono parti segmentali della sillaba, il tono è supersegmentale. La struttura
segmentale della sillaba è composta da varie parti come rappresentato nel diagramma 3.2 sottostante:
È chiaro dal diagramma che tutte le finali devono avere una vocale principale.
Inoltre, alcune finali possono iniziare con uno dei tre suoni [i] [u] o [y], chiamati yùntóu, “suono
medio” nella fonologia cinese.
Nella radice della finale (conosciuta come yùnjī “base della finale”) la vocale principale, chiamata
yùnfù, (“pancia della finale”), può essere seguita dallo yùnwěi, cioè una delle due vocali finali [i] o
[u], o una delle due nasali [n] o [ŋ].
La tavola 3.1 presenta le iniziali del cinese moderno standard in pīnyīn, con annotazioni tra parentesi
in IPA. Le sillabe che non iniziano con nessuna delle consonanti nella tabella 3.1 hanno un valore
iniziale pari a zero. Ci sono 39 finali nel cinese moderno standard, come vediamo nella Tabella 3.2. e
quattro toni nel come mostrato nella Tabella 3.3.
Questo fenomeno è una caratteristica del cosiddetto accento delle studentesse negli studi del dialetto
di Pechino, osservato già nel 1920, raramente usato tra le donne anziane, e mai tra gli uomini.
Il cambio di pronuncia è generalmente considerato una caratteristica peculiare del dialetto di Pechino,
mai stato assimilato nell'uso standard del cinese moderno.
Inoltre, molti madrelingua del dialetto di Pechino, in particolare i giovani, tendono a leggere l'iniziale
[w] in alcune sillabe come [v], come nei seguenti esempi:
3.2.3 Rotacismo
Nel dialetto di Pechino, forme rotacizzate sono usate in tre situazioni.
In primis, la rotacizzazione può servire a differenziare semanticamente le parole, ad esempio:
4) báimiàn ‘farina’ báimiànr ‘eroina’
chǎomiàn ‘noodles fritti’ chǎomiànr ‘farina secca
huǒxīng ‘Marte’ huǒxīngr ‘scintilla’
xìn ‘lettera’ xìnr ‘messaggio’
In secondo luogo, alcune parole di solito si trovano nella forma rotacizzata, mentre la loro controparte
non-rotacizzata, anche se accettabile, suona poco naturale. Esempi:
(5) huā o huār ‘fiore'
pén o pénr ‘bacino’
In terzo luogo, la forma rotacizzata può differire dalla corrispondente forma non-rotacizzata solo in
termini di effetto stilistico, questo soprattutto nell’uso informale è molto comune. Intere sillabe
possono essere ridotte ad un suono -r in un discorso veloce, come negli esempi seguenti:
(6) bù zhī dào ‘non lo so’ → bùr dào
duōshǎo qián ‘quanto denaro’ → duōr qián
cinese moderno standard, codificato in Xiàndài Hànyǔ cídiǎn, è molto selettivo nell'ammissione di
parole rotacizzate. In generale, sono ammesse solo quelle semanticamente distinte dalle
corrispondenti forme piane o quelle che sono abitualmente usate come parte del cinese moderno
standard.
3.2.4 Debole/leggero stress (tono neutro)
Ci sono molte parole o morfemi nel cinese moderno standard normalmente lette con il “qīngshēng” e
cioè con il ‘tono neutro’. Queste sillabe sono caratterizzate da una durata più breve, e
dall'indebolimento della distinzione sillabica e del contorno tonale (tonal contour). Il tono neutro si
trova tipicamente su parole funzionali e morfemi come particelle e affissi; sulla seconda parte di
sostantivi, verbi o aggettivi duplicati e su alcuni nomi, verbi, e aggettivi bisillabici solitamente nella
parte finale.
Come con la rotacizzazione, sillabe con un tono neutro nel dialetto di Pechino rientrano in tre
categorie principali secondo il loro rapporto con le sillabe tonali corrispondenti. In primo luogo, il
tono neutro, in contrasto con gli altri toni, può servire un ruolo semantico differenziante, come nelle
coppie seguenti:
(7) dōngxi ‘cosa’ vs. dōngxī ‘est-ovest’
xiōngdi ‘fratello minore’ vs. xiōngdì ‘fratello’
dìdao ‘genuino’ vs. dìdào ‘tunnel’
In secondo luogo, la sillaba in questione viene abitualmente letta con un tono neutro senza alcun
contrasto semantico rispetto alla corrispondente tonale, che raramente si sente nel dialetto di Pechino.
(8) dòufu o dòufǔ ‘tofu'
miánhua o miánhuā ‘cotone’
huánggua o huángguā ‘cocomero’
Infine, la sillaba con tono neutro viene alternata liberamente con quella corrispondente tonale. Una
caratteristica del dialetto di Pechino è che ha un gran numero di parole in cui il tono neutro è
allofonico con gli altri toni, come negli esempi:
(9) kēxue o kēxué ‘scienza’
xìngfu o xìngfú ‘felice’
3.4.4 Singapore
La situazione a Singapore è molto simile a quella di Taiwan. Qui si parla il huayu e sono stati
individuati 3 tipi: il primo tipo riprende le caratteristiche del dialetto standard di Pechino; il secondo
tipo è il dialetto parlato dagli abitanti locali e poi c’è il terzo tipo che comprende un notevole numero
di caratteristiche da altri dialetti cinesi. Alla luce di queste considerazioni, gli studiosi hanno
riconosciuto che il guoyu parlato a Taiwan e il huayu parlato a Singapore rappresentano due varietà
standard del cinese moderno standard.
4 Lo standard e i dialetti
4.1 Dialetti a contatto
I dialetti sono le principali varianti geografiche della lingua. Quando su uno stesso territorio ci sono
più dialetti, possono avvenire 3 fenomeni: la sostituzione, la fusione o la coesistenza.
1) La sostituzione si verifica quando uno dei dialetti è più forte rispetto all’altro in termini di numero
di parlanti.
2) La fusione si ha quando due dialetti presenti nella stessa area geografica si fondono formando un
dialetto che ha le caratteristiche di entrambi.
3) La coesistenza si ha quando nessun dialetto prevale sull’altro ma questi coesistono e gli abitanti
diventano bilingue.
Nelle lingue parlate da un bilingue si riconosce una varietà alta e una varietà bassa: la varietà bassa
corrisponde al primo dialetto, usato nel linguaggio di tutti i giorni; la varietà alta è, invece, quella
utilizzata nelle situazioni formali (a scuola…).
In Cina il dialetto più diffuso è quello del nord, ossia il mandarino. Il cantonese, però, è un altro
dialetto molto importante, soprattutto nella Cina meridionale, anche se meno sviluppato rispetto al
mandarino. La diffusione del cantonese si deve allo sviluppo economico della parte meridionale e al
suo stretto legame con Hong Kong.
Un altro dialetto diffuso ma che col tempo sta perdendo la sua importanza è quello Min, il quale è il
dialetto locale di Taiwan. Esso ha perso la sua importanza perché è entrato in contatto con il
cantonese e mandarino. Gli altri quattro dialetti principali, Wu, Kejia, Xiang, e Gan, d’altro canto,
sono dialetti deboli a confronto. Le loro aree si sono ridotte, e raramente sono apprese da parlanti di
4.4.3 Singapore
La situazione diglossica a Singapore è simile a quella di Hong Kong in quanto l'inglese è la lingua
alta, mentre vari dialetti cinesi sono le lingue basse. La campagna di promozione Huáyǔ ha mirato a
sostituire i dialetti meridionali con huáyǔ per scopi di basso livello tra i cinesi etnici e mantenere
intatto lo status dell'inglese. La campagna si è rivelata un successo. Dalla fine degli anni '80, ci sono
segnali che il governo intendeva migliorare ulteriormente lo status dei cinesi: l'ex primo ministro Lee
Kuan Yew ribadì la politica linguistica ufficiale secondo la quale l'inglese è la prima lingua e il cinese
la seconda. Ma allo stesso tempo, proclama anche che il mandarino sarebbe diventata la lingua sociale
dei cinesi al posto dei dialetti, ovviamente ad un livello efficace per la comunicazione sociale e
culturale tra i cinesi singaporiani.
Indubbiamente, è perfettamente possibile scrivere in wényán senza nessuna delle sette caratteristiche
elencate qui. L’articolo stesso, infatti, fu scritto in wényán. Ciò che fece disprezzare il wényán era il
fatto che essi erano sotto una forte influenza di uno stile specifico del wényán, chiamato bāgǔwén
‘saggio di otto parti’, che presenta le caratteristiche indesiderate menzionate sopra: le persone che
scrivevano in wényán tendevano a seguire questo stile convenzionale in un modo sia conscio che
inconscio. Hu sottolineò esplicitamente e sistematicamente nel suo articolo successivo che il wényán
fosse una lingua morta, poichè la letteratura viva in Cina deve essere composta in volgare. La ragione
per cui non c’era una lingua cinese standard in Cina, nonostante il fatto che ci fosse stato un grande
numero di opere in báihuà, insinuò, era che non c’era nessuno che proponeva in termini espliciti che il
volgare dovesse diventare la lingua base della letteratura. Il punto di vista di Hu fu ripetuto da Chen
Duxiu, che fece degli attacchi anche più forti alla letteratura in wényán. Chen ribadì, che non aveva
nulla se non stravaganza, artificio e confusione. Era chiaro che le rinnovazioni politiche dovessero
precedere con quelle letterarie, che dovevano partire con la riforma della lingua. Hu e Chen
contemporaneamente richiesero il báihuà come lingua ufficiale scritta. Il loro punto di vista guadagnò
presto supporto da altri noti studiosi. Nel 1919, il 4 Maggio il Movimento impartì un senso di urgenza
per il bisogno di riforme interne radicali. In questo contesto la richiesta di sostituire il wényán con il
báihuà ottenne grande successo in un paio di anni, guadagnando il supporto da tutti gli intellettuali
della comunità e del governo. Fu stabilito dal Ministro dell’Educazione del governo centrale nel 1920
che tutti libri di testo sarebbero stati scritti in báihuà. Un numero crescente di articoli apparì sui
giornali e riviste che promossero il báihuà come lingua ufficiale da utilizzare in tutte le occasioni, ed
anche molte opere letterarie in báihuà furono pubblicate negli anni 20’ dimostrando che il báihuà
potesse diventare una lingua elegante in letteratura, rivaleggiando il classico wényán. Tra queste opere
vi sono La vera storia di Ah Q di Lu Xun, e la prima collezione di poemi in báihuà di Guo Moruo,
entrambe pubblicate nel 1921. Essi divennero velocemente dei modelli per un’intera nuova
generazione di letterati da apprezzare ed imitare. In meno di un decennio, il báihuà sostituì il wényán
come lingua scritta base ufficiale. Gli articoli pubblicati da Hu Shi, Chen Duxiu ebbero un ruolo
6.1 I recenti sviluppi delle norme grammaticali nel cinese moderno scritto.
Alcune delle nuove norme grammaticali nel cinese moderno scritto hanno dato origine a dialetti
diversi dal mandarino del nord.
Es:
1.yǒuméiyǒu+VP-originariamente limitato ai dialetti dell’area meridionale,nelle zone di Wu,Min e
Canton,non si trovava nel Mandarino Settentrionale che usava lo schema 2.
2.VP+méiyǒu.
I dialetti meridionali usano lo schema 5,dove il posto di destinazione segue il verbo:
lái/qù verbo di movimento+luogo di destinazione
Es:nǐ zuótiān lái zhèr le ma? tu ieri venuto qui(Sei venuto ieri?).
Un’altra caratteristica è l’uso della parola yīxià(un po’). Nel báihuà,questa parola era usata solo con
dei verbi,quelli legati al significato di ‘’colpire’’. Ora,invece,il suo uso è stato esteso ad altri verbi nel
cinese moderno come il verbo vedere-kàn.
6.2.1 Taiwan
Poiché la maggior parte della popolazione è bilingue e parla il ‘’Min meridionale’’ e il
‘’guóyǔ’’,alcuni tratti del Min meridionale sono entrati a far parte della grammatica del vocabolario
del cinese moderno scritto.
Per quanto riguarda la deviazione delle norme grammaticali della Cina continentale un esempio può
essere l'uso di yǒu e méiyǒu che hanno funzione verbale(sono verbi).Essi possono essere utilizzati
anche per sottolineare l'esistenza o la non esistenza di una situazione, Questo è un tipico esempio
dell'influenza del Southern Min sul cinese moderno a Taiwan.. Secondo Cheng,due parole come ’’u’’
e ‘’bo’’ nel Southern Min sono usate per le funzioni di yǒu e méiyǒu.
6.2.3 Singapore.
Come a Taiwan,il cinese scritto di Singapore si trova sotto l'influsso del dialetto dominante di ‘’Min
meridionale’’,quasi tutte le caratteristiche grammaticali che sono generalmente accettate nel cinese
scritto di Taiwan, non sono accettate in quello della Cina continentale,ma utilizzate anche a
Singapore.
(a).Traduzione con prestito:Il termine straniero viene tradotto letteralmente con morfema-per-
morfema tra le due lingue, questo metodo è quello più usato per tradurre composti o frasi;
Es: mǐ-yuè(una di miele)
(b.)Traduzione semantica:una nuova parola cinese viene coniata usando morfemi in un modo che
cerca di catturare gli elementi più caratteristici del concetto straniero, ma il significato della parola
cinese potrebbe non coincidere con quello originale.
Es:qí-chē(veicolo a vapore),auto.
(c).Traduzione fonetica:Le parole sono direttamente prese in prestito dalle lingue e i caratteri cinesi
vengono usati per simulare la loro pronuncia originale.
Es:Shāfā-sofà.
(d) Giustapposizione: un morfema che è aggiunto alla parola per indicare il significato semantico
Es. che-tai (macchina-) pneumatico
(e) Combinazione: si abbina il suono della parola originale ed è indicativo del contenuto semantico
della parola
Es. mi-ni (sei incantevole) mini
Con l’evoluzione del cinese moderno, le regole hanno differito per tempi e luoghi: vi era una nozione
con più nomi, anche le aree dialettali differiranno per essere forme predilette.
La preferenza è data ai nomi del Mandarino del nord piuttosto che altri e alla traduzione con prestito e
traduzione semantica. I lettori cinesi hanno più attenzione per il significato semantico anziché quello
fonetico infatti i caratteri usati nella translitterazione sono usati per il valore fonetico. I caratteri usati
per il con riferimenti alle forme grafiche richiedono maggiore sforzo di lavorazione da parte dei
lettori.
Hong Kong
Le caratteristiche del cinese scritto moderno di Hong Kong ricordano l’inglese e il cantonese. Gli
elementi presi all’inglese sono maggiori rispetto a quelli presi al cinese.
Es. Huchuan - chunlian - “new year couplets”
Singapore
A Singapore le regole non sono ben definite, vi sono quindi più variazioni. Dopo il 1970 si comincia
ad adottare una politica di apertura che garantirà cambiamenti nelle regole lessicali del cinese
moderno: vengono aggiunte nuove espressioni. Parole come cùjin “promuovere” sono usate sempre di
più nei giornali.
6.5 SFORZI NEL PIANIFICARE UN CORPUS NELLO SVILUPPO DEL CINESE SCRITTO
MODERNO
Freguson descrive tre tipi di pianificazione: “graftizzazione”, modernizzazione, standardizzazione.
Il primo si riferisce ad attività che stabiliscono il sistema di scrittura, il secondo si riferisce agli sforzi
fatti per espandere le risorse di una lingua soprattutto il vocabolario, il terzo è lo sviluppo di una
regola che va oltre i dialetti regionali e sociali.
Modernizzazione e standardizzazione vanno di pari passo. Secondo Rubin sono composte da 6 parti
collegate : isolamento della regola, valutazione attraverso alcuni gruppi significativi, prescrizione
della regola per specifici funzioni. La regola quindi, per passare alla standardizzazione, deve essere
accettata, usata e rimanere in funzione fino a quando non verrà rimpiazzata.
Il primo tentativo di standardizzazione per la grammatica e il lessico si ebbe nella Cina continentale.
Viene descritta come una realtà caotica infatti si analizzavano tutti gli usi sbagliati e non
grammaticali.
Servì come manuale per molti anni, ma non tutti i suoi cambiamenti furono accettati con piacere come
l’uso di morfemi -xing e -hua che indicavano i suffissi occidentali – zione e -are furono mantenuti
nonostante le proteste.
Si pensò che anche la scrittura dovesse basarsi sul dialetto pechinese e questo punto di vista portò alla
definizione di putonghua. Bisognava compilare una grammatica standard per riuscire a standardizzare
il cinese moderno.
Sono stati definiti dei principi:
-le parole confinate del dialetto locale pechinese furono sostituite da espressioni diffuse nel
Mandarino del Nord;
-parole di zone del Mandarino che non fanno parte del Nord hanno lasciato il posto a parole del
Mandarino del Nord;
- le translitterazioni hanno ceduto il posto a parole formate grazie alla traduzione semantica;
-i nomi dovrebbero essere tradotti con combinazioni che non traducono connotazioni indesiderate.
Queste norme di standardizzazione hanno avuto successo nella Cina continentale. Anche se rispetto al
cinese antico sono stati aggiunti pochi elementi.
A Taiwan la standardizzazione si è concentrata sulla traduzione delle parole e su alcuni aspetti
grammaticali.
La diminuzione delle differenze in termini di parole si può avere soltanto nel caso in cui i rapporti
politici migliorino.
7.DIALETTO SCRITTO
Non c’è una tradizione scritta consolidata. L’uniformità del cinese scritto viene raggiunta a discapito
dei madrelingua del mandarino settentrionale. Dato che il wenyan era dissociato dai dialetti non
creava alcuna differenza, mentre il baihua i meridionali sono in svantaggio linguistico. Uno degli
obiettivi principali era l’unificazione sia parlata che scritta e la sostituzione del wenyan con il baihua e
con un codice standard scritto.
Alcuni dialetti hanno anche una propria letteratura soprattutto il Cantonese, oltre ad essa ci sono
anche delle scritture dialettali.
I missionari occidentali che arrivarono in Cina nel diciannovesimo secolo ebbero un approccio
diverso alla scrittura dialettale: furono progettati dei sistemi scrittura per ogni dialetto meridionale.
Nella prima fase di riforma linguistica si dava attenzione a diminuire il tasso di analfabetismo, ma poi
viene reindirizzata verso le forniture di aiuti per far si che a tutti gli oratori fosse consentito di
apprendere i caratteri tradizionali.
I sistemi di scrittura non erano stati pensati per il mandarino settentrionale o altri dialetti.
Anche il PCC cambia atteggiamento nei confronti della scrittura dialettale , prima era convinti
dell’utilità teorica e pratica che avesse fare sistemi di scrittura separati poi cambiano idea in favore di
FATTORI MOTIVAZIONALI
L'attuale movimento per lo sviluppo di un sistema di scrittura standard per il dialetto Min meridionale,
mira ad obiettivi che superano la semplice alfabetizzazione della lingua madre. L’attuale impegno
linguistico costituisce una parte importante dello sforzo per elevare lo status della lingua e della
cultura. A partire dal 1970 e in particolare dopo la formazione nel 1987 del Partito Democratico
Progressivo (DPP), la politica linguistica che il governo ha adottato a partire dal 1945, è stata
attaccata. Ciò può essere visto come una conseguenza delle severe misure di pianificazione
linguistica. La politica di affermare il Guóyǔ come lingua standard è stata denunciata come un atto di
imperialismo linguistico, ingiusto nei confronti della madrelingua dei dialetti mandarini del sud. Si
sostiene che il successo del Guóyǔ sia andato a scapito de dialetti locali, che sono oramai in via di
estinzione. Tra gli obiettivi della politica linguistica nel programma del DPP ci sono l’istruzione
bilingue e la parità dei diritti per tutti i dialetti, nei mass media e nella vita pubblica. Inoltre si
propone, alla fine, che il Guóyǔ venga rimpiazzato del tutto con il dialetto Min meridionale, ovvero la
lingua madre della popolazione locale. Essenziale per raggiungere questo obiettivo è la
standardizzazione e la promozione di una lingua scritta basata sul dialetto. Con i dialetti locali la
questione linguistica della scrittura dialettale è diventata simbolo di una causa politica e culturale più
ampia. Si sostiene che i dialetti svolgono un ruolo essenziale per promuovere e rafforzare il senso
dell’identità regionale. IlGuóyǔ è la lingua usata per la maggior parte delle funzioni formali come
l’istruzione e l’amministrazione, mentre i dialetti nativi sono usati nella vita di tutti i giorni. Secondo
alcune persone le differenze presenti tra le lingue native e il mandarino utilizzato a nord sono
inaccettabili; a loro avviso sviluppare e standardizzare una lingua scritta basata sul dialetto locale
costituisce il primo passo verso il cambiamento.
MORFEMI E PAROLE
Una delle sostanziali differenze tra il cinese antico e il cinese moderno è che molti morfemi liberi del
cinese antico sono diventati legati nel cinese moderno, utilizzati cioè solo in combinazione con altri
morfemi come una parte di parole o altri tipi di espressione. Tuttavia la scrittura tradizionale ha i suoi
punti di forza che gli ha permesso di sopravvivere come il principale sistema di scrittura logografico
nel mondo. Il sistema di scrittura cinese ha due principali vantaggi rispetto alle varie scritture
fonografiche. Ad esempio la sua capacità di distinguere i morfemi omofoni o la versatilità di
connettere tempo e dialetti. (Uno dei meriti della scrittura cinese è proprio la sua abilità di attraversare
tempi e dialetti. Dato che i caratteri possono avere diversi valori fonetici in tempi e luoghi diversi,
possono essere usati per rappresentare la lingua cinese parlata in tempi differenti e in diverse aree
geografiche).
DIFFICOLTÁ DI APPRENDIMENTO
Molte persone ritengono molto difficile imparare a leggere e scrivere i caratteri. Mentre il numero dei
simboli fonetici di base in una lingua fonografica è pari a circa poche dozzina, un’analisi dei
xíngshēng del cinese moderno mostra che ci sono circa 1.300 simboli diversi. La sillaba rappresentata
da un carattere cinese è generalmente composta da tre parti: iniziale, finale e tono. Alcuni studi
rivelano che solo 1.578 sono pronunciati correttamente per quanto riguarda iniziale, finale e tono. Con
i caratteri diversi dai xíngshēng non c'è alcun indizio nella struttura grafica, così come il valore
fonetico. Come risultato un gran numero di grafemi dei xiàngxíng, zhǐshì e huìyì, hanno perso molti
tratti di iconicità, e sono diventati dei simboli mnemonici. É stimato che, per imparare questo sistema
di scrittura, i cinesi in media impiegano due anni in più rispetto a chi utilizza una scrittura fonografica.
Questa è generalmente considerata una delle cause dell'alto analfabetismo in Cina, specialmente nelle
aree rurali.
A causa della complessità della struttura grafica, la lingua cinese non è indicata per indicizzare,
consultare, catalogare ecc. (cioè quando è coinvolta la disposizione di simboli quando si utilizza un
dizionario). I sistemi di indicizzazione del cinese sono divisi in quattro gruppi:
1.Numero di radicali e tratti
2.Sistema di tratti iniziale
3.Sistema dei quattro angoli
4.Sistema di fonetizzazione
Il primo tipo è il sistema più usato, è basato sui bùshou “radicali”. I caratteri che hanno lo stesso
radicale sono differenziati in base al numero di tratti nella parte rimanente del carattere. Per quanto
riguarda il secondo gruppo, i caratteri sono ordinati in base al loro tratto iniziale perché sono scritti in
modo ordinato, i caratteri con lo stesso tratto iniziale sono ordinati in base al numero di tratti. Il terzo
tipo venne introdotto da Wang Yunwu nel 1920, è basato sulla forma dei quattro angoli dei caratteri
quadrilaterali. I caratteri sono ordinati secondo i quattro numeri che sono assegnati loro, ci sono anche
delle forme varianti che assegnano dei numeri ai caratteri sulla base della forma grafica in tre angoli.
2.Zhu4yi1n zi4mu3
Il primo sistema di scrittura fonografico fu promulgato nel 1918 dal ministero dell’educazione della
repubblica cinese, i simboli di questo sistema erano adattati dai caratteri semplici del cinese antico
caratterizzati da pochi tratti e forme semplici.
Il metodo che fu adottato fu quello del triplo spelling nella rappresentazione della struttura sillabica,
all’inizio i toni ya2ngpi2ng, sha3ng, qu4 e ru4 erano segnati da un punto collocato in uno dei quattro
angoli della parola; in seguito, il punto fu sostituito da 4 distinti segni diacritici collocati sulla parola:
inizialmente si voleva rappresentare un sistema fonologico basato sul pechinese, ma che includesse
anche caratteristiche di altri dialetti, come quello di Nanjing.
Successivamente, fu deciso di focalizzarsi esclusivamente sul pechinese e, dunque, alcuni simboli che
rappresentavano suoni diversi da questo dialetto furono aboliti.
Questo sistema viene definito come il culmine del primo periodo della riforma della scrittura iniziato
nel 1892 da Lu Zhuangzhang, è tuttavia in contrasto con il sistema precedentemente citato (wang
zhao) in base all’obiettivo della scrittura fonetica: tanti schemi originari furono creati per svolgere
almeno un ruolo delle 3 funzioni principali (supplementari, alternativi, o sostituivi in aggiunta al ruolo
ausiliare), al momento della promulgazione fu affermato che il zhuyin zimu avrebbe svolto soltanto
un ruolo ausiliare (annotare la pronuncia dei caratteri) .
Alcuni dei suoi progettisti concepirono un ruolo più attivo aggiungendovi anche una funzione
supplementare o alternativa, ad esempio Li Jinxi sostenne che tutti i caratteri avrebbero dovuto essere
accompagnati da zhuyin zimu (nelle pubblicazione i caratteri tradizionali dovrebbero essere sostituiti
da un nuovo tipo di scrittura composta da caratteri in giustapposizione con zhuyin zimu)
3.Guoyu Luomazi
Fu pubblicato da un gruppo di studiosi e linguisti nel 1926 e promulgato dal governo nel 1928,
rappresenta il primo sistema romanizzato che fu ufficialmente riconosciuto dall’istituzione della
pianificazione linguistica.
Il sistema era principalmente basato sul dialetto pechinese e su alcune caratteristiche presenti in
dialetti settentrionali, doveva servire ad una romanizzazione standard dei caratteri cinesi per tutti gli
obiettivi rilevanti del tempo, come la trascrizione di sostantivi corretti, e doveva inoltre funzionare in
relazione ai caratteri scritti.
Non soddisfatti dello stampo conservativo che il governo assunse riguardo al ruolo dello zhuyin zimu,
un gruppo di intellettuali liberali avviò un feroce dibattito in merito al fato dei caratteri scritti verso la
fine del 1910.
Nelle riviste come Xīn Qīngnián, la maggior parte degli articoli ha intrattenuto una visione abbastanza
radicale, sostenendo la sostituzione del carattere scritto da uno più facile da imparare e usare. La
richiesta dell’abolizione dei caratteri a favore dell’alfabeto romanizzato raggiunse il picco intorno al
1923. Nel guóyǔ luómǎzì i toni sono rappresentati in termini di ortografia invece che da segni
diacritici. Ciò rende il sistema inutilmente complicato e per questo motivo non riscosse successo.
Hànyǔ pīnyīn
Hànyǔ pīnyīn venne progettato durante la metà del 1950 e promulgato nel 1958 dal governo della
repubblica cinese; viene adottato dall’alfabeto romano e assunse una rappresentazione fonemica
seguendo le linee di guóyǔ luómǎzi e Latinxua si wenz. Il pīnyīn ha ricevuto il pieno sostegno de
governo statale, in un modo non testimoniato in qualsiasi precedente periodo di riforma linguistica in
Cina. È l’ufficiale schema fonografico in Cina, quello più utilizzato nelle scuole e nelle pubblicazioni.
È stato adottato dall’International Standardization Organization nel 1982 come modulo standard per la
trascrizione di parole cinesi. Ci sono due aspetti del pīnyīn di cui vale la pena discutere: la base
dialettale del sistema e l’altro riguardo alle funzioni a cui è destinato il pīnyīn. Il pīnyīn è basato
esclusivamente sulla pronuncia del dialetto Pechinese; non è stato fatto alcun tentativo da parte
dell’istituzione di pianificazione linguistica di progettare schemi simili per altri dialetti. Il concetto di
lingua standard nella forma del pǔtōnghuà è stato abbracciato dal nuovo governo, infatti una delle
principali funzioni del pīnyīn è di facilitare l’acquisizione del pǔtōnghuà dai parlatori di altri dialetti.
Il governo della Repubblica Cinese ha optato per l’uniformità del linguaggio; il pīnyīn è destinato ad
un uso ausiliario, in opposizione all’uso sostitutivo del Latinxua si wenz. Zhou Youguang uno dei
principali progettisti del pīnyīn, osservò 4 decenni dopo che il progetto di un nuovo schema fonetico