Sei sulla pagina 1di 42

riassunti di linguistica

generale-cinese moderno
Linguistica Generale
Università degli Studi di Napoli L'Orientale
41 pag.

Document shared on www.docsity.com


Downloaded by: rita-di-maio-2 (rrdima200@gmail.com)
Riassunto Il Cinese Moderno
Il cinese è la lingua madre di circa un miliardo di persone.
É la lingua ufficiale della Cina Continentale e di Taiwan, ed è una delle lingue ufficiali di Hong Kong
e Singapore. Conta, inoltre, altri 30 milioni di parlanti sparsi per il mondo.
Da un punto di vista di analisi genealogica appartiene alla famiglia delle lingue sino-tibetane. La
prima prova attestata della lingua cinese risale a 3000 anni fa e si trova sotto forma di “ossa
oracolari”, da allora la periodizzazione della lingua risulta più complicata a causa della mancanza di
prove documentali sufficiente e anche perché nella periodizzazione vengono presi in considerazioni
tutti i componenti principali della lingua (fonologia, grammatica e lessico) che non sempre ebbero
un’evoluzione concomitante.
Schema periodizzazione:
➝ Cinese Arcaico
➝ Cinese Medievale
➝ Cinese Pre-moderno
➝ Cinese Moderno
Il cinese arcaico si ritrova nelle opere classiche del periodo precedente alla dinastia Qin e alla dinastia
Han occidentale. Gli scritti dalla dinastia Han orientale in poi presentano delle innovazioni
grammaticali e di vocabolario che dimostrano l’affermarsi del cinese medievale (un periodo di
transizione). Cinese arcaico e medievale insieme costituiscono il cinese antico.
La comparsa di testi in stile volgari dalla dinastia Tang, segnano l’inizio del cinese pre-moderno.
I testi di questo periodo presentano numerose caratteristiche innovative in campo fonologico, lessicale
e grammaticale. I successivi dieci secoli vedono l’affermarsi del cinese moderno.
La lingua cinese comprende numerosi dialetti.
Secondo il quadro ideato da Norman, Xu e Zhan, i dialetti possono essere classificati in sette gruppi
principali che differiscono tra loro per caratteristiche, principalmente, fonologiche. I principali gruppi
sono:
▸Mandarino (gruppo maggiore)
▸Cantonese
▸Min
▸Kejia
▸Xiang
▸Gan
Ciascuno dei principali gruppi dialettali è a sua volta composto da una varietà di caratteristiche per le
quali in ogni dialetto si distinguono un: sotto-dialetto, dialetto e accento.
Il cinese moderno viene indicato oggi da una serie di nomi diversi come:
“pǔtōnghuà” (lingua comune) nella Cina continentale
“guóyǔ” (lingua nazionale) a Taiwan.
La civiltà cinese ebbe origine nelle aree del Fiume Giallo. C’erano circa 1800 clan che abitavano
lungo le sponde del fiume all’epoca della dinastia Shang. Con lo svilupparsi delle attività commerciali
e militari, è nata tra questi parlanti la necessità di una lingua comune. La prima forma di tale lingua
prese forma a partire dalla lingua parlata nella zona oggi conosciuta come Yinxun (parte occidentale
della provincia di Henan) che fu la capitale della dinastia Shang.
La successiva dinastia Zhou diede vita in Cina al sistema feudale che comprendeva oltre 130 stati
distribuiti nelle varie aree. Le guerre caratterizzarono questo periodo, portando al collasso delle
politiche più piccole in favore della nascita di stati più grandi, in cui i principali dialetti locali si sono
sviluppati dando inizio a quella differenziazione dei dialetti cinesi in gruppi principali. Al tempo
stesso cresceva l’urgenza di un cinese parlato standard.

Document shared on www.docsity.com


Downloaded by: rita-di-maio-2 (rrdima200@gmail.com)
In realtà una prima forma di cinese parlato standard esisteva ed era nota al tempo come “Yayan”
(discorso elegante) . Lo Yayan ottiene il pieno riconoscimento, sia in termini di importanza che di
distinzione rispetto agli altri dialetti, nel periodo occidentale degli Zhou. Esso era la lingua insegnata
nelle scuole di tutti gli stati, era ampiamente utilizzata nelle attività culturali e diplomatiche, era la
lingua in cui venivano scritte le opere letterarie e in cui si tenevano le cerimonie ufficiali.
Yayan era basato sulla lingua evolutasi a partire dalla dinastia Shang e fu parlato nella Cina centrale,
centro delle attività politiche, commerciali e culturali. Sulla base delle caratteristiche geografiche
dell’area in cui si sviluppò la lingua era conosciuta anche come il dialetto dell’area “Zhongzhu”
(Cina centrale), la connessione esistente tra Yayan e Zhongzhu ha portato gli studiosi a considerarli
sinonimi. Storicamente la Cina si è più volte disintegrata in più stati autonomi e molto spesso le
famiglie reali hanno dovuto spostare le loro capitali dal nord al sud, in particolare ciò avvenne nel
periodo Wei Jin quando la famiglia reale ed altre nobili e prestigiose famiglie si trasferirono
nell’attuale Nanchino. Questo influenzò la diffusione del dialetto Zhongzhu anche al sud. Mentre nel
nord della Cina andavano insediandosi nuove popolazioni non di etnia Han che furono presto
assimilati alla cultura Han adottando il cinese come lingua ufficiale principale. Di conseguenza il
dialetto Zhongzhu ebbe modo di imporsi come lingua parlata standard da nord a sud.
La pronuncia standard fu codificata e promulgata in tutto il paese.
Tra i dizionari più influenti del tempo troviamo il “Qieyun” compilato nella dinastia Sui e rivisto in
seguito sotto le dinastie Song e Tang, si basava essenzialmente sul dialetto Zhongzhu.
Nel corso dei secoli la divergenza tra nord e sud aumentò.
Sin dall’inizio dell’epoca del cinese pre-moderno è possibile identificare due gruppi maggiori di
dialetti: il gruppo settentrionale (nella regione del fiume Giallo) e quello meridionale (nella regione a
sud del fiume Yangtze). Il cinese standard parlato nei tempi pre-moderni era basato sul mandarino.
Si è molto discusso quando il dialetto Zhongzhu ha lasciato il proprio posto ad altri dialetti, secondo
la visione tradizionale esso fu sostituito dal dialetto di Beijing già nella dinastia Yuan.
Tuttavia non tutti gli studiosi concordano, secondo Li Xinkui la graduale assunzione del dialetto di
Beijing sarebbe avvenuta molto dopo, infatti la letteratura della dinastia Ming e della prima dinastia
Qing parlavano del dialetto di Beijing come un dialetto locale in contrasto con il dialetto standard
nazionale che era invece detto “guanhua” (mandarino).
Fu verso la metà del XIX secolo che il dialetto di Beijing ottenne l’ascesa sul dialetto di Nanjing
(Zhongzhu) come base del cinese standard nazionale. Ci furono vari fattori che contribuirono a tale
ascesa: tra tutti il più importante fu sicuramente il fatto che Beijing era ormai capitale da tre dinastie
ed era divenuto il centro politico e culturale, di contro Nanjing aveva con il tempo perso la propria
centralità soprattutto a causa di una pesante diminuzione della popolazione.
In realtà prima della fine del ventesimo secolo, quando entrò effettivamente in vigore la riforma
linguistica, il concetto di lingua standard nazionale era piuttosto vago, non ben definito, generalizzato
nella formula “guanhua” la quale si basava sui dialetti principali di Nanjing e Beijing.
Inizialmente il cinese disponeva di un sistema di scrittura logografica in cui i valori sonori non
venivano indicati in maniera diretta, esplicita e scomponibile come in qualsiasi altro sistema
fonografico.
Fu solo a partire dai primi anni del XX secolo che i cinesi svilupparono una serie di simboli fonetici
che potevano essere usati in tutto il paese per annotare il suono in modo chiaro.
L’anno del 1840 segna una svolta nella storia moderna della Cina (scoppio guerre dell’oppio). Per la
prima volta i cinesi si rendono conto che la loro Grande Potenza non era più così grande e che era anzi
in una posizione di arretratezza rispetto alle grandi potenze occidentali. Furono dunque compiuti
numerosi sforzi da parte del governo e della popolazione per modernizzare il paese. Una delle riforme
più urgenti ed importanti fu proprio quella linguistica. Di fronte all’esistenza di svariati dialetti,
l’istituzione di un cinese moderno standard assieme ad una riforma del sistema di scrittura furono

Document shared on www.docsity.com


Downloaded by: rita-di-maio-2 (rrdima200@gmail.com)
viste come priorità, l’unificazione della lingua era un presupposto necessario all’unità del paese.
Ispirati dal successo nella promozione di una lingua standard in Giappone, numerosi studiosi
proposero l’idea di una “lingua nazionale” anche in Cina. Il più influente fu Wu Rulun, uno dei primi
studiosi a sostenere apertamente lo slogan “Unificazione della lingua nazionale” da cui prese vita il
“Movimento linguistico nazionale”. Vi fu un notevole consenso sull’opportunità di adottare una forma
unificata della lingua cinese, tuttavia le opinioni differivano per quanto riguarda lo standard della
lingua nazionale e gli approcci da adottare per la sua promozione. Sebbene il dialetto di Beijing fosse
la lingua nazionale accreditata, furono avanzate varie proposte riguardanti la base dialettale da cui
partire per la fonologia della lingua standard.
Alcuni esponenti del Movimento linguistico ritenevano che, nella formulazione del nuovo cinese
moderno standard, sarebbe stato meglio sostituire la tradizionale scrittura logografica con una scrittura
fonetica, la quale avrebbe permesso di indicare i valori fonetici del linguaggio in modo esplicito e
preciso. Furono proposti molti schemi di fonazione.
Mentre altri esponenti prediligevano un approccio diverso, piuttosto che promuovere un dialetto
specifico codificato in una scrittura fonetica, era preferibile prima stabilire delle norme per scopi
letterari attraverso la standardizzazione della pronuncia di alcuni caratteri di uso comune. Questa
seconda visione prevalse nella prima fase del Movimento linguistico. Nel 1911 fu approvato l’Atto di
approccio all’unificazione della lingua nazionale. Si era raggiunto il consenso su diverse questioni:
innanzitutto la standardizzazione ha coinvolto non solo la fonologia ma anche la grammatica e il
vocabolario, in secondo luogo la lingua nazionale si sarebbe basata sul dialetto nazionale ovvero
quello di Beijing e avrebbe dovuto soddisfare alcuni criteri in modo tale da essere definito corretto
elegante e logico. Inoltre, invece che basarsi su uno specifico dialetto o gruppo dialettale, il cinese
moderno standard doveva incorporare diverse funzionalità e dunque rifarsi a più dialetti.
Il lavoro di pianificazione linguistica riprese subito dopo la fondazione della Repubblica Cinese nel
1912. Venne istituita una nuova Commissione a cui fu affidato il compito di determinare lo standard
fonologico del nuovo cinese moderno. La Commissione era composta da esperti designati dal
Ministero della Pubblica istruzione e da due rappresentanti per ogni provincia, contava
complessivamente 80 membri. La Commissione si riunì per lavorare principalmente a tre punti.
1.decidere la pronuncia standard dei caratteri di uso comune
2.determinare il repertorio dei suoni di base nella lingua standard
3.decidere un alfabeto fonetico per l’annotazione del suono
L’opinione prevalente all’interno della Commissione era che la lingua nazionale avrebbe dovuto avere
una struttura più generalizzata e avrebbe dovuto incorporare più dialetti cinesi. Dopo un mese di
lavoro la Commissione fu d’accordo sulla pronuncia di 6500 caratteri di uso comune che furono
trascritti in un primo “dizionario” considerato il testo fonetico di base per le successive annotazioni
sonore, tuttavia esso non fu pubblicato prima del 1919 con alcune modifiche tra cui l’aggiunta,
accanto alla pronuncia dei 6500 caratteri di uso comune, della pronuncia di altri 6000 caratteri di uso
meno comune. La fonologia della nuova lingua nazionale presente nel dizionario del 1919
rappresentava un sistema ibrido: sebbene si basasse sul dialetto pechinese, includeva anche
caratteristiche di altri dialetti. In particolar modo la fonologia presentata nel nuovo dizionario
discostava dal dialetto pechinese su tre punti importanti:
1.tre iniziali di consonanti sonore sono conservate per dei caratteri anche se esse scompaiono nel
dialetto pechinese
2.le iniziali palatali, che nel dialetto pechinese erano vocali anteriori alte, si evolvono in sibilanti
dentale e velare
3.il tono “rù” è trattato come tonema, ciò presuppone che abbia distinte manifestazioni fonetiche,
anche se i caratteri appartenenti a questo gruppo tonale non hanno più le stesse caratteristiche
distintive del dialetto pechinese

Document shared on www.docsity.com


Downloaded by: rita-di-maio-2 (rrdima200@gmail.com)
Il Ministero dell’educazione decretò che la nuova lingua nazionale dovesse essere promossa in tutto il
paese. Il Dizionario del 1919 fu rivisto nuovamente e una sua versione aggiornata fu pubblicata nel
1921, essa fornì la pronuncia standard del cinese fino al 1932.
Tuttavia, subito dopo la pubblicazione del Dizionario del 1919, si generarono dissensi riguardo lo
standard fonologico della lingua nazionale che scaturirono nella formazione di due gruppi distinti: chi
sosteneva l’ibrido sistema fonologico e chi di contro avrebbe preferito un sistema interamente basato
sul dialetto di Pechino, prevalse questo secondo gruppo.
Un aspetto realmente problematico del Dizionario del 1919 fu il trattamento dei toni, il dizionario
indicava solo la categoria tonale dei caratteri, senza spiegarne l’effettiva realizzazione fonetica.
Due set fonografici furono allora pubblicati registrati da Wang Pu e da Chao Yuen Ren, i quali si
basarono sul dialetto di Pechino per le realizzazioni fonetiche dei quattro toni, per differenziare il tono
rù dagli altri questa categoria tonale veniva realizzata con una durata più breve.
Questa differenziazione fu totalmente artificiale.
Le discussioni all’interno del Movimento linguistico ripresero, il Comitato per l’unificazione della
lingua fu dunque nuovamente convocato con l’obiettivo di rivedere la pronuncia della lingua
nazionale. La questione fu risolta nel 1926, la lingua nazionale si sarebbe basata esclusivamente sul
dialetto di Pechino con le distinzioni artificiali introdotte. La nuova pronuncia standard chiamata “xin
guoyu” (nuova lingua nazionale) fu introdotta a partire dal 1932.
La sostituzione della vecchia pronuncia con la nuova fu un momento fondamentale della storia cinese,
prima di allora c’era più attenzione per la pronuncia letteraria dei caratteri o veniva ipotizzata una
fonologia più generalizza piuttosto che adottare quella di uno specifico dialetto.
Negli anni ‘30 per la prima volta nella storia della lingua cinese la fonologia del dialetto Pechinese si
elevava a pronuncia standard, uno standard che sarebbe stato anche letterario. Tuttavia questo fu un
processo lungo e complesso, a quel tempo la pronuncia letteraria dei caratteri aveva ancora un ruolo di
primo ordine rispetto a qualsiasi altro dialetto, nonostante Pechino fosse la capitale da tre dinastie e
fosse al centro della vita politica ed economica della Cina e nonostante il fatto che la maggior parte
delle caratteristiche fonologiche e grammaticali del dialetto pechinese non si discostassero dalla
pronuncia letteraria. Prima degli anni ‘30 il pechinese era ancora considerato come un “dialetto
inferiore”.
Per facilitare l’accettazione della nuova lingua nazionale il Ministero dell’educazione compì una serie
di riforme, come l’insegnamento della nuova lingua nazionale nel primo e nel secondo anno delle
scuole primarie cambiando il contenuto dei testi in “guoyu”. Questo rappresentò il momento di inizio
di una nuova fase in Cina, si mirava a diffondere tra gli studenti lo studio del cinese moderno e non
più del cinese antico .
Nel 1935 fu istituito un vero e proprio Comitato per la promozione di “Guoyu”.
Lo slancio del Movimento linguistico fu fermato bruscamente allo scoppio della guerra tra Cina e
Giappone, nel 1937 le truppe giapponesi invasero la Cina. Nel 1944, un anno prima della conclusione
del conflitto, il Movimento provò a riprendere l’impresa, avviando un nuova programma riformatore
che contava diversi punti ma che ottenne risultati poco positivi.

2.3 Promozione del Pǔtōnghuà dopo il 1949


2.3.1 Definizione di Pǔtōnghuà e della sua promozione
Dopo la fondazione della Repubblica popolare cinese (1949) ci furono molti cambiamenti in tutti gli
ambiti volti a una riforma linguistica. Lo scopo era quello di creare una chiara definizione del cinese
standard moderno. Nell’ottobre del 1955 furono convocate due importanti conferenze a Pechino, la
“Conferenza nazionale sulla riforma del sistema di scrittura” e il “Simposio sulla standardizzazione
del cinese moderno” che miravano a raggiungere consensi per la pianificazione linguistica della nuova
era, tra cui la stesura di un nuovo schema fonetico e uno schema di semplificazione dei caratteri da

Document shared on www.docsity.com


Downloaded by: rita-di-maio-2 (rrdima200@gmail.com)
adottare per il cinese moderno parlato e scritto.
Nel 1955 fu raggiunto l’accordo generale: alla Conferenza Nazionale sulla riforma del sistema di
scrittura, fu approvata la forma standard del cinese moderno, il Pǔtōnghuà basato sui dialetti
settentrionali e sul dialetto di Pechino per sua pronuncia standard. Nel 1956 il Pǔtōnghuà fu definito
come:
“la forma standard del cinese moderno, con il sistema fonologico e le regole di pronuncia di Pechino,
basato sui dialetti settentrionali con attenzione alle opere esemplari moderne in báihuà “lingua
letteraria vernacolare” per le norme grammaticali”.
Dunque, il Pǔtōnghuà si basa su tre aspetti linguistici: fonologia, lessico e grammatica. Lessico e
grammatica sono trattati per la prima volta in questa breve definizione, mentre la pronuncia segue
quella della nuova pronuncia nazionale del Guóyǔ promossa dal governo nazionalista negli anni ’30.
Per determinare ciò fu istituito un comitato speciale e i risultati vennero pubblicati e incorporati nei
dizionari.
Inizialmente il termine Pǔtōnghuà venne usato nel tardo XIX secolo con il significato di “generale”;
in seguito, alle due conferenze del 1955 al termine venne assegnato un nuovo significato, diverso dal
precedente, che è “comune”, funzionalmente equivalente alla lingua standard o al precedente termine
Guóyǔ. Il Guóyǔ è stato scartato a favore del Pǔtōnghuà, presumibilmente perché il primo risultava
come prendere la lingua di un gruppo etnico, l’Han, come lingua nazionale, ignorando i numerosi altri
gruppi etnici che parlano altrettante numerose lingue.
Dopo la definizione del Pǔtōnghuà fu istituito il Comitato centrale di lavoro per la promozione della
lingua a livello nazionale e vennero emesse una serie di direttive tra cui:
•fu stabilito che il Pǔtōnghuà dovesse essere il mezzo di insegnamento impiegato dagli insegnanti in
tutte le scuole e la lingua usata dai mass media in tutto il paese;
•furono organizzati venti seminari per formare istruttori qualificati in Pǔtōnghuà, poi assegnati alle
province per divulgare la lingua;
•le persone di ogni ceto sociale e in particolare gli impiegati nei servizi pubblici e dell’esercito,
vennero incoraggiati ad imparare e ad usare il Pǔtōnghuà sul posto di lavoro.
Inoltre, la diffusione di un nuovo schema fonetico, Hànyǔ Pīnyīn, che indicava la pronuncia del cinese
standard in modo semplice e conciso, si rivelò un utile strumento nella promozione del Pǔtōnghuà.
Dal 1955 la campagna di promozione entrò in pieno svolgimento per i successivi due anni, in seguito
si iniziò progressivamente a perdere l’interesse fino al 1986 quando fu convocata a Pechino la
Conferenza Nazionale sulla Lingua e Scrittura, che impostò un nuovo programma per il futuro:
1. il Pǔtōnghuà doveva diventare il mezzo di insegnamento in tutte le scuole;
2. il Pǔtōnghuà doveva diventare la lingua di lavoro nel governo e in tutti i settori;
3. il Pǔtōnghuà doveva essere la lingua utilizzata nelle trasmissioni radiofoniche e televisive, nei
cinema e nei teatri;
4. il Pǔtōnghuà doveva diventare la lingua franca tra i parlanti dei vari dialetti locali.
2.3.2 La situazione attuale
Negli anni ’80 e ’90 furono condotte numerose indagini e risultò che il 90% dell’intera popolazione
cinese era in grado di comprendere il Pǔtōnghuà e circa il 50% poteva parlarlo. Un notevole
miglioramento rispetto agli anni ’50. Si notò che geograficamente le località e i gruppi sociali
differiscono notevolmente nell’estensione della divulgazione del Pǔtōnghuà, la promozione, come
previsto, fu più efficace nelle scuole che altrove.
Tra l’altro molti altri fattori determinarono la diffusione della lingua, tra cui:
Il primo fattore è che qualora esistesse già un dialetto locale di alto prestigio, poteva competere con il
Pǔtōnghuà come lingua franca. Ad esempio, il Cantonese e in particolare la verità parlata a
Guangzhou e Hong Kong ha sempre goduto di grande prestigio nella provincia del Guangzhou e nelle
aree adiacenti.

Document shared on www.docsity.com


Downloaded by: rita-di-maio-2 (rrdima200@gmail.com)
Di conseguenza la promozione del Pǔtōnghuà in queste aree ha incontrato più difficoltà, rispetto a
quelle in cui mancava un dialetto così prestigioso.
Il secondo fattore è il grado di omogeneità dei dialetti locali. Generalmente, era più facile divulgare il
Pǔtōnghuà in un’area linguisticamente eterogenea rispetto ad un’area linguisticamente omogenea.
Allo stesso modo, nei luoghi in cui gran parte della popolazione locale è costituita da persone
provenienti da diverse aree dialettali è più facile la diffusione del Pǔtōnghuà rispetto ai luoghi abitati
da persone con un simile background dialettale. Le città in via di sviluppo tendono ad avere più
persone che parlano Pǔtōnghuà rispetto alle città affermate.
Il terzo fattore è il ruolo dell’economia locale. I luoghi con un’economia dinamica sono più esposti al
mondo esterno rispetto alle zone difficilmente accessibili, ne consegue che è più facile divulgare il
Pǔtōnghuà nelle prime aree piuttosto che nelle seconde.
L’ultimo fattore è il grado di istruzione. In genere, più alta è l’educazione, maggiore è la competenza
in Pǔtōnghuà; infatti, in Cina, la competenza in Pǔtōnghuà oltre al dialetto locale, è generalmente
considerato con un indicatore, sebbene non sempre affidabile, rispetto alla quantità di istruzione
ricevuta, e quindi risulta che coloro che comprendono ma non parlano Pǔtōnghuà sono persone che
hanno ricevuto poca o nessuna istruzione.

2.4 Promozione del cinese standard moderno a Taiwan, Hong Kong e Singapore
2.4.1 Taiwan
Taiwan ha sempre seguito il continente per quanto riguarda la forma standard del cinese, infatti già
nel XVIII secolo furono organizzati istituti per formare funzionari e studiosi locali di guānhuà, ma
quando Taiwan fu ceduta al Giappone nel 1895 la lingua divenne una questione fortemente politica
sull’isola. Infatti, da parte del Giappone ci furono sin da subito forti pressioni volte all’utilizzo del
giapponese e ne conseguì che quando Taiwan tornò alla Cina nel 1945, molte persone e soprattutto i
giovani non erano in grado di parlare cinese.
Fu inviata un’unità operativa speciale per promuovere il Guóyǔ sull’isola che portò a Taiwan tutti i
libri e i servizi utilizzati in Cina. Nel 1946 fu istituito il “Taiwan Provincial Guóyǔ Promotion
Council” e fu avviato un forte movimento, inizialmente accolto con entusiasmo, con lo scopo di
rimpiazzare il giapponese con il cinese in un breve periodo di tempo. Per un breve periodo di tempo i
dialetti locali vennero impiegati come mezzo per promuovere il Guóyǔ, ma successivamente tutti i
dialetti oltre quest’ultimo vennero fortemente repressi, in modo anche ingiustificato dopo
l’oppressione causata dall’occupazione giapponese.
Queste misure provocarono reazioni negative da parte dei parlanti dei dialetti locali generando
proteste e disprezzo ma comunque la diffusione del Guóyǔ fu efficace.
2.4.2 Hong Kong
Il termine “lingua cinese” usato ad Hong Kong comprende il cantonese come lingua parlata e il cinese
moderno come lingua scritta.
Il Pǔtōnghuà come lingua scritta fu utilizzato poco fino alla metà degli anni ’80, ma in seguito, un
numero sempre più alto di abitanti, in particolare quelli impiegati nel servizio pubblico, commercio,
business e educazione, hanno imparato il Pǔtōnghuà a partire dal 1997, quando Hong Kong ritornò
alla Cina.
2.4.3 Singapore
Singapore è un esempio simile a Taiwan, in cui la promozione del cinese moderno standard ha
riscosso successo. Nella prima metà del secolo, il "National Language Movement" che prese avvio in
Cina, ebbe un impatto anche tra i cinesi a Singapore. Il huáyǔ è stato il principale mezzo di istruzione
nelle scuole cinesi fino a quel momento, in parte dovuto al fatto che la comunità cinese parlava fino a
sei principali dialetti intelligibili, e nessuno di loro giocava un ruolo predominante.

Document shared on www.docsity.com


Downloaded by: rita-di-maio-2 (rrdima200@gmail.com)
3 Norme e varianti del cinese moderno
3.1 Fonologia del cinese moderno
3.1.1 Struttura sillabica
Le discussioni sulle regole fonologiche e sui cambiamenti in cinese sono state raccolte in tre grandi
componenti: iniziali, finali e toni.
Anche con l’introduzione dei fonemi moderni sviluppati nell’est, il tradizionale quadro concettuale
resta molto popolare nell’analisi della fonologia cinese.
La struttura delle sillabe del Cinese moderno standard è rappresentata nel diagramma sotto:

Mentre le iniziali e finali sono parti segmentali della sillaba, il tono è supersegmentale. La struttura
segmentale della sillaba è composta da varie parti come rappresentato nel diagramma 3.2 sottostante:

È chiaro dal diagramma che tutte le finali devono avere una vocale principale.
Inoltre, alcune finali possono iniziare con uno dei tre suoni [i] [u] o [y], chiamati yùntóu, “suono
medio” nella fonologia cinese.
Nella radice della finale (conosciuta come yùnjī “base della finale”) la vocale principale, chiamata
yùnfù, (“pancia della finale”), può essere seguita dallo yùnwěi, cioè una delle due vocali finali [i] o
[u], o una delle due nasali [n] o [ŋ].

La tavola 3.1 presenta le iniziali del cinese moderno standard in pīnyīn, con annotazioni tra parentesi
in IPA. Le sillabe che non iniziano con nessuna delle consonanti nella tabella 3.1 hanno un valore
iniziale pari a zero. Ci sono 39 finali nel cinese moderno standard, come vediamo nella Tabella 3.2. e
quattro toni nel come mostrato nella Tabella 3.3.

3.1.2 Processo fonologico del rotacismo

Document shared on www.docsity.com


Downloaded by: rita-di-maio-2 (rrdima200@gmail.com)
La maggioranza delle finali nel cinese moderno standard può subire il processo fonologico del
rotacismo, noto anche come ér-huà, caratterizzato dal suffisso -ér alla fine ed è spesso accompagnato
da cambiamenti di pronuncia.
È chiaro dalla Tabella 3.4 che molte delle finali del cinese moderno standard si sono unite in valore
fonetico dopo il rotacismo.

3.2 Differenza tra il cinese moderno standard e il dialetto di Pechino


Il cinese moderno standard è basato sul dialetto di Pechino per il suo sistema fonologico, ma ciò non
significa che i due siano fonologicamente e foneticamente identici. La linea tracciata tra le regole del
cinese moderno standard e i localismi del dialetto di Pechino è a volte arbitraria, tuttavia ci sono
alcune caratteristiche nel dialetto di Pechino che non sono generalmente accettate come parte del
cinese moderno standard.
Tra queste caratteristiche emergono:

3.2.1 Le sillabe peculiari


Le iniziali, le finali e i toni nel cinese moderno standard di norma possono coesistere soltanto in
determinate configurazioni, risultando in un numero finito di sillabe. Ci sono più sillabe nel dialetto di
Pechino, tra cui alcune rappresentano parole e morfemi peculiari del dialetto, non ammesse nel
repertorio delle sillabe di cinese moderno stand.
La grande maggioranza delle sillabe in più nel dialetto di Pechino sono quelle che non hanno
rappresentazione convenzionale nei caratteri.

3.2.2 Variazioni dei valori fonetici delle consonanti iniziali


Ci sono alcune regole fonologiche nella lingua di alcuni pechinesi che cambiano la pronuncia di
alcune consonanti iniziali. C'è una tendenza, in particolare tra le giovani ragazze di Pechino, a
pronunciare le iniziali j[tç], q[tçh], e x [ç] o [ts], [tsh] e [s] rispettivamente prima di [i]. Esempi:

Questo fenomeno è una caratteristica del cosiddetto accento delle studentesse negli studi del dialetto
di Pechino, osservato già nel 1920, raramente usato tra le donne anziane, e mai tra gli uomini.
Il cambio di pronuncia è generalmente considerato una caratteristica peculiare del dialetto di Pechino,
mai stato assimilato nell'uso standard del cinese moderno.
Inoltre, molti madrelingua del dialetto di Pechino, in particolare i giovani, tendono a leggere l'iniziale
[w] in alcune sillabe come [v], come nei seguenti esempi:

Document shared on www.docsity.com


Downloaded by: rita-di-maio-2 (rrdima200@gmail.com)
(3) wàn ‘diecimila’ [wan] → [van]
wèi ‘for’ [wei] → [vei]

3.2.3 Rotacismo
Nel dialetto di Pechino, forme rotacizzate sono usate in tre situazioni.
In primis, la rotacizzazione può servire a differenziare semanticamente le parole, ad esempio:
4) báimiàn ‘farina’ báimiànr ‘eroina’
chǎomiàn ‘noodles fritti’ chǎomiànr ‘farina secca
huǒxīng ‘Marte’ huǒxīngr ‘scintilla’
xìn ‘lettera’ xìnr ‘messaggio’
In secondo luogo, alcune parole di solito si trovano nella forma rotacizzata, mentre la loro controparte
non-rotacizzata, anche se accettabile, suona poco naturale. Esempi:
(5) huā o huār ‘fiore'
pén o pénr ‘bacino’
In terzo luogo, la forma rotacizzata può differire dalla corrispondente forma non-rotacizzata solo in
termini di effetto stilistico, questo soprattutto nell’uso informale è molto comune. Intere sillabe
possono essere ridotte ad un suono -r in un discorso veloce, come negli esempi seguenti:
(6) bù zhī dào ‘non lo so’ → bùr dào
duōshǎo qián ‘quanto denaro’ → duōr qián
cinese moderno standard, codificato in Xiàndài Hànyǔ cídiǎn, è molto selettivo nell'ammissione di
parole rotacizzate. In generale, sono ammesse solo quelle semanticamente distinte dalle
corrispondenti forme piane o quelle che sono abitualmente usate come parte del cinese moderno
standard.
3.2.4 Debole/leggero stress (tono neutro)
Ci sono molte parole o morfemi nel cinese moderno standard normalmente lette con il “qīngshēng” e
cioè con il ‘tono neutro’. Queste sillabe sono caratterizzate da una durata più breve, e
dall'indebolimento della distinzione sillabica e del contorno tonale (tonal contour). Il tono neutro si
trova tipicamente su parole funzionali e morfemi come particelle e affissi; sulla seconda parte di
sostantivi, verbi o aggettivi duplicati e su alcuni nomi, verbi, e aggettivi bisillabici solitamente nella
parte finale.
Come con la rotacizzazione, sillabe con un tono neutro nel dialetto di Pechino rientrano in tre
categorie principali secondo il loro rapporto con le sillabe tonali corrispondenti. In primo luogo, il
tono neutro, in contrasto con gli altri toni, può servire un ruolo semantico differenziante, come nelle
coppie seguenti:
(7) dōngxi ‘cosa’ vs. dōngxī ‘est-ovest’
xiōngdi ‘fratello minore’ vs. xiōngdì ‘fratello’
dìdao ‘genuino’ vs. dìdào ‘tunnel’
In secondo luogo, la sillaba in questione viene abitualmente letta con un tono neutro senza alcun
contrasto semantico rispetto alla corrispondente tonale, che raramente si sente nel dialetto di Pechino.
(8) dòufu o dòufǔ ‘tofu'
miánhua o miánhuā ‘cotone’
huánggua o huángguā ‘cocomero’
Infine, la sillaba con tono neutro viene alternata liberamente con quella corrispondente tonale. Una
caratteristica del dialetto di Pechino è che ha un gran numero di parole in cui il tono neutro è
allofonico con gli altri toni, come negli esempi:
(9) kēxue o kēxué ‘scienza’
xìngfu o xìngfú ‘felice’

Document shared on www.docsity.com


Downloaded by: rita-di-maio-2 (rrdima200@gmail.com)
dāying o dāyìng ‘essere d’accordo’
Poche sillabe con tono neutro del dialetto di Pechino sono state ammesse nel cinese moderno
standard, infatti molte delle sillabe della seconda e della terza categoria si trovano con gli altri quattro
toni nel cinese moderno standard.
Va notato che i parlanti del Pǔtōnghuà fuori da Pechino hanno molto meno probabilità di usare le
sillabe rotacizzate o con tono neutro, poiché imparano a parlare Pǔtōnghuà dai materiali stampati,
dove c'è molto meno indicazione di rotacizzazione o toni neutri rispetto a quanto in realtà si verifica
nel dialetto parlato di Pechino.

3.3 Il Putonghua alterato


Ci sono più persone che capiscono il Putonghua, rispetto a quelle che lo parlano. Tra le persone
provenienti da aree al di fuori di Pechino, solo una piccola percentuale è capace di parlarlo insieme al
loro dialetto nativo. Le altre persone, invece, parlano un Putonghua alterato, cioè subisce l'influenza
dei dialetti locali e questo prende il nome di “putonghua locale”. Ci sono delle differenze tra il
putonghua locale e standard e questo lo si può notare soprattutto nella parlata di Shanghai in cui gli
abitanti locali parlano il putonghua con un accento. Le sue caratteristiche sono:
1) le sillabe nel tono rù, prima del cinese moderno, erano lette con una durata più corta.
2) la distinzione tra le finali [in] [ɘn] e [iŋ] è sfumata.
3) la distinzione tra le sibilanti dentali e retroflesse è sfumata.
4) i dittonghi sono spesso sostituiti da singole vocali, come [ai] e [au] sono cambiate rispettivamente a
[ε] e [ɔ].] e [ɔ].
Troviamo ulteriori differenze tra il putonghua standard e quello locale, osservando il putonghua che si
parla a Shaoxing, una citta nella provincia di Zhejiang:
1. le forme/i contorni dei quattro toni si discostano da quelli del pǔtōnghuà standard;
2. i dittonghi diventano singole vocali;
3. la [n] come sillaba finale si è persa, con la vocale principale nasalizzata;
4. [n] e [ŋ] come sillabe finali si sono unite;
5. iniziali [tș] e [tș h ] e s diventano [ts], [ts h ], e [s] rispettivamente;
6. l’iniziale fricativa [x] diventa una fricativa labio dentale;
7. l'iniziale [r] diventa [l], o viene eliminata /sostituita con la vocale rotacizzata;
8. una occlusiva glottidale sorda appare nello spazio iniziale zero;
9. L’intero gruppo/serie dei suoni delle consonanti iniziali nel dialetto di Shaoxing è mantenuto;
10. L’occlusiva glottidale sorda come sillaba finale nel carattere dal tono rù è conservata o nel dialetto
di Shaoxing;
11. [u] come suono mediale è a volte perso;
12. [y] come suono mediale o vocale principale cambia ad un altro suono.
Inizialmente il putonghua locale non ricevette molta attenzione dai linguisti ma verso gli anni ’80,
grazie alle sue varietà locali, i linguisti lo iniziarono a ritenere importante poiché è una caratteristica
della situazione linguistica in Cina. Di conseguenza il puntonghua è stato diviso in 3 livelli: il livello 1
è il cinese moderno standard; il putonghua del livello 2 è caratterizzato da alcune deviazioni; mentre il
putonghua del livello 3 è fortemente influenzato dal dialetto locale. Il livello 1 è richiesto ai
professionisti della lingua nei mass media; il livello 2 è richiesto agli insegnanti di lingua,
specialmente quelli delle scuole primarie e secondarie; il livello 3 è raggiunto solo dalle persone più
colte.
Le grandi varietà di putonghua ci aiutano a capire lo sviluppo dei vari dialetti cinesi, in particolar
modo del mandarino, Wu e cantonese, che si sono evoluti in modi diversi.

3.4 Norme de cinese moderno standard al di fuori della Cina continentale

Document shared on www.docsity.com


Downloaded by: rita-di-maio-2 (rrdima200@gmail.com)
3.4.1 Taiwan
Inizialmente Taiwan iniziò a seguire le norme del cinese moderno standard. Tuttavia, poiché fino alla
metà degli anni ’80 non esisteva alcuna comunicazione tra Taiwan e la Cina, si sono sviluppate alcune
discrepanze nella pronuncia di un gran numero di parole a causa dei decenni di separazione. Questa
differenza di pronuncia deriva dal fatto che la Cina tende a scegliere la pronuncia più popolare nelle
attuali aree del nord, mentre quelli di Taiwan sono più propensi ad aderire alla pronuncia tradizionale.
Ci sono altre differenze tra il gouyu (parlato a Taiwan) e il putonghua (parlato in Cina):
1. Iniziali [ts], [tsh ], e s tendono a fondersi con [tș], [tș h ], e [ș] rispettivamente;
2. Finali [in] e [iŋ] hanno in gran parte fuso/unito, e così come [ɘn] e [ɘŋ].
Come per il putonghua, esistono diverse varianti del guoyu, definito anche “Taiwan mandarino”. Le
caratteristiche principali sono:
1. L'ultimo [ɘŋ] diventa [ɔŋ] dopo un iniziale labiale come [p], [p h ], [m], [f], e [w];
2. La finale [ɔŋ] è pronunciata [en];
3. le iniziali [n] e [l] sono talvolta sintetizzabili, soprattutto prima delle finali contenenti un suono
nasale;
4. le iniziali [l] e [ɹ]sono crollate, diventando più vicini al suono [ř];
5. La parte anteriore alta arrotondata [y] come la vocale mediale o principale tende a diventare senza
limiti...

3.4.4 Singapore
La situazione a Singapore è molto simile a quella di Taiwan. Qui si parla il huayu e sono stati
individuati 3 tipi: il primo tipo riprende le caratteristiche del dialetto standard di Pechino; il secondo
tipo è il dialetto parlato dagli abitanti locali e poi c’è il terzo tipo che comprende un notevole numero
di caratteristiche da altri dialetti cinesi. Alla luce di queste considerazioni, gli studiosi hanno
riconosciuto che il guoyu parlato a Taiwan e il huayu parlato a Singapore rappresentano due varietà
standard del cinese moderno standard.

4 Lo standard e i dialetti
4.1 Dialetti a contatto
I dialetti sono le principali varianti geografiche della lingua. Quando su uno stesso territorio ci sono
più dialetti, possono avvenire 3 fenomeni: la sostituzione, la fusione o la coesistenza.
1) La sostituzione si verifica quando uno dei dialetti è più forte rispetto all’altro in termini di numero
di parlanti.
2) La fusione si ha quando due dialetti presenti nella stessa area geografica si fondono formando un
dialetto che ha le caratteristiche di entrambi.
3) La coesistenza si ha quando nessun dialetto prevale sull’altro ma questi coesistono e gli abitanti
diventano bilingue.
Nelle lingue parlate da un bilingue si riconosce una varietà alta e una varietà bassa: la varietà bassa
corrisponde al primo dialetto, usato nel linguaggio di tutti i giorni; la varietà alta è, invece, quella
utilizzata nelle situazioni formali (a scuola…).
In Cina il dialetto più diffuso è quello del nord, ossia il mandarino. Il cantonese, però, è un altro
dialetto molto importante, soprattutto nella Cina meridionale, anche se meno sviluppato rispetto al
mandarino. La diffusione del cantonese si deve allo sviluppo economico della parte meridionale e al
suo stretto legame con Hong Kong.
Un altro dialetto diffuso ma che col tempo sta perdendo la sua importanza è quello Min, il quale è il
dialetto locale di Taiwan. Esso ha perso la sua importanza perché è entrato in contatto con il
cantonese e mandarino. Gli altri quattro dialetti principali, Wu, Kejia, Xiang, e Gan, d’altro canto,
sono dialetti deboli a confronto. Le loro aree si sono ridotte, e raramente sono apprese da parlanti di

Document shared on www.docsity.com


Downloaded by: rita-di-maio-2 (rrdima200@gmail.com)
altri dialetti. Quindi, si stanno lentamente estinguendo.

4.2 Distinzione socio-funzionale tra il cinese standard moderno e i dialetti


4.2.1 Modelli di utilizzo per putonghua e i dialetti locali
Come abbiamo già detto, le persone che non vivono nelle aree del nord della Cina diventano bilingue,
dovendo apprendere non solo il dialetto locale ma anche il putonghua. Tuttavia, le due lingue vengono
utilizzate in modo diverso: il dialetto locale viene utilizzato nelle situazioni informali mentre il
putonghua in quelle formali, ad esempio nei programmi televisivi: tuttavia, talvolta ci sono dei
programmi televisivi in cui si parla un dialetto locale per coloro che non capiscono il putonghua. Il
putonghua viene utilizzato anche nei film e nei teatri: l’unica eccezione è che nelle opere locali viene
utilizzato sempre il dialetto locale.

4.2.2 Comportamenti popolari verso il putonghua e i dialetti


Nonostante il putonghua sia usato nelle situazioni formali, questo minaccia in qualche modo
l’esistenza dei diversi dialetti locali, eliminando la diversità linguistica dei vari dialetti cinesi. I
dialetti, però, non potranno mai essere eliminati poiché rappresentano il simbolo di quella determinata
comunità locale.

4.3 Politica linguistica nei confronti dei dialetti


Dal 1949 la Repubblica Popolare Cinese ha adottato una politica tollerante nei confronti dei dialetti,
anche se si cercava di ridurre l’ambito di utilizzo dei dialetti per promuovere il putonghua. Dalla metà
degli anni ’80 c’è stato un aumento nell’uso dei dialetti, soprattutto nell’ambito della cinematografia,
in quanto molto spesso gli attori che interpretavano personaggi anziani parlavano i dialetti locali:
questa pratica ha l’obiettivo di sfruttare i sentimenti più intimi associati ai dialetti in quanto lingue
basse, ottenendo così l’effetto speciale di una forte solidarietà tra il palco e il pubblico.
Quest’aumento nell’uso dei dialetti ha preoccupato i linguisti poiché temono che il troppo utilizzo dei
dialetti possa compromettere la diffusione del putonghua, già lenta. Dall’inizio degli anni ’90 sono
state adottate delle misure per arrestare la diffusione dei dialetti:
1) Le stazioni radio e televisive dovrebbero utilizzare di meno i dialetti e di più il putonghua.
2) A scuola dovrebbe essere usato il putonghua e dovrebbe anche essere un requisito obbligatorio per
l’assunzione e la promozione degli insegnanti.
3) I dipendenti del settore dei servizi pubblici dovrebbero saper utilizzare il putonghua e devono
passare un test di putonghua prima di essere assunti.

4.4 Taiwan, Hong Kong e Singapore


4.4.1 Taiwan
L’uso dei dialetti a Taiwan è stato soggetto a maggiori restrizioni rispetto alla Cina. Durante
l’occupazione giapponese, il giapponese rappresentava la lingua ufficiale utilizzata dalla generazione
dei giovani mentre i dialetti cinesi erano parlati dai più anziani. Dopo l’occupazione venne introdotto
il mandarino e il Min meridionale, anche se a Taiwan gli abitanti locali parlano come prima lingua il
guoyu e come seconda lingua le lingue aborigene. Il Min meridionale è considerato il più importante
simbolo del patrimonio culturale e linguistico dei parlanti del dialetto e il suo uso è aumentato, dopo
essere stato trascurato e danneggiato nel corso della promozione del guoyu. Col tempo però l’uso del
Min meridionale è stato considerato un requisito in ambito lavorativo per molte aziende private.
Come reazione alla dura politica contro i dialetti locali, gli atteggiamenti popolari nei confronti dei
dialetti, in particolare del Min Meridionale, sono stati molto più emotivi a Taiwan. Il Min Meridionale

Document shared on www.docsity.com


Downloaded by: rita-di-maio-2 (rrdima200@gmail.com)
è considerato il più importante simbolo del patrimonio culturale e linguistico è stato a lungo trascurato
e danneggiato nel corso della promozione del guóyǔ. Nel 1987, il Ministero della Pubblica Istruzione
ha abolito formalmente la pena contro i bambini che parlano dialetti a scuola. Nel 1991, i limiti di
tempo per i programmi dialettali sulle stazioni televisive e radiofoniche furono revocati. L'uso del
Min Meridionale è drammaticamente in aumento in tutti i settori della società. Ha ampliato il suo uso
dai mercati alle aree in cui il guóyǔ era tradizionalmente il codice predominante, come le arene
politiche e culturali. La promozione del Min Meridionale e di una lingua scritta basata sul dialetto è
all'ordine del giorno di alcuni educatori, pianificatori linguistici e politici.

4.4.2 Hong Kong


A Hong Kong la principale lingua è l'inglese, anziché il cinese standard moderno. Dopo l'ordinanza
linguistica ufficiale del 1974 che stabiliva che sia l'inglese sia il cinese erano lingue ufficiali di Hong
Kong, lo status del cinese è stato in qualche modo migliorato: quindi documenti importanti sono
pubblicati sia in inglese e cinese. Tuttavia l'inglese rimaneva l'alta lingua indiscussa per fini
commerciali, amministrativi, accademici e di alto livello, mentre il cantonese era la lingua di uso
quotidiano usata dai residenti locali. Ci sono stati ovvi cambiamenti nella politica sulle questioni
linguistiche da quando Hong Kong è diventata una Regione amministrativa speciale della Repubblica
popolare cinese nel luglio 1997. Il cinese ha ricevuto molta più enfasi di prima, spesso a spese
dell'inglese. Il cantonese stava diventando la norma nelle funzioni pubbliche del governo. Viene
inoltre stabilito che il cinese dovesse essere il mezzo di insegnamento nella maggior parte delle scuole
secondarie. Il Pǔtōnghuà, in una certa misura, era in procinto di assumere un ruolo simile a quello
dell'inglese. La situazione linguistica a Hong Kong era abbastanza difficile: a tempo debito il
pǔtōnghuà sarà una lingua quotidiana usata dalla popolazione insieme al cantonese e l’inglese.

4.4.3 Singapore
La situazione diglossica a Singapore è simile a quella di Hong Kong in quanto l'inglese è la lingua
alta, mentre vari dialetti cinesi sono le lingue basse. La campagna di promozione Huáyǔ ha mirato a
sostituire i dialetti meridionali con huáyǔ per scopi di basso livello tra i cinesi etnici e mantenere
intatto lo status dell'inglese. La campagna si è rivelata un successo. Dalla fine degli anni '80, ci sono
segnali che il governo intendeva migliorare ulteriormente lo status dei cinesi: l'ex primo ministro Lee
Kuan Yew ribadì la politica linguistica ufficiale secondo la quale l'inglese è la prima lingua e il cinese
la seconda. Ma allo stesso tempo, proclama anche che il mandarino sarebbe diventata la lingua sociale
dei cinesi al posto dei dialetti, ovviamente ad un livello efficace per la comunicazione sociale e
culturale tra i cinesi singaporiani.

5 Sviluppo e promozione del cinese scritto moderno


5.1 Il cinese antico scritto
Per 2.000 anni, il linguaggio scritto standard, il wényán ‘linguaggio letterario classico’, era quasi
completamente separato dal parlato di coloro che lo usavano. Il wényán, per la sua grammatica e le
sue norme, osserva lo stile degli scritti prevalenti nel periodo della Primavera e l’Autunno dell’Han
Orientale. I linguisti cinesi generalmente affermano che la discrepanza tra la lingua scritta e parlata
esiste dalle origini. Dopo che l’imperatore Qiu Shihuang unificò la Cina per la prima volta nel 221
a.C., tra le prime cose che fece fu unificare il sistema scritto usando lo xiǎozhuàn "lo stile del ‘piccolo
sigillò", bruciando libri scritti in altri sistemi scritti, giustiziando gli studiosi che non erano d’accordo
con le dure misure. Ciò portò alla nascita della standardizzazione della lingua scritta in tutto il paese.
Questo stato fu conservato fino al Movimento del 4 Maggio 1919. La logografia del sistema scritto è
il fattore cruciale linguistico che ha facilitato il mantenimento del wényán per molto tempo. Il cinese
antico differisce da quello moderno perché la stragrande maggioranza di parole in cinese antico è

Document shared on www.docsity.com


Downloaded by: rita-di-maio-2 (rrdima200@gmail.com)
composta da parole monosillabiche. Per tutti gli inconvenienti che può aver causato, la mancanza di
un’associazione diretta tra il suono e la forma grafica nel sistema grafico cinese ha dato al wényán un
alto grado di accessibilità, in effetti la logografia principalmente ha preservato il wényán da
cambiamenti nel linguaggio volgare.

5.2 Emersione del primo cinese moderno scritto


Alla fine della dinastia dei Tang, un numero crescente di parole e costruzioni grammaticali dal
volgare iniziarono ad apparire negli scritti, come un nuovo tipo di lingua scritta, il báihuà ‘lingua
volgare letteraria’. Il Báihuà si distingueva dal wényán perché era molto più vicino al volgare
contemporaneo. Quindi mentre il wényán rimase la più grande come lingua standard scritta, il báihuà
servì a tutte le funzioni delle culture basse, cosicché perun lungo periodo, ci fu la coesistenza di due
tipi di cinese scritto, wényán e báihuà. Il wényán considerato come una lingua più raffinata ed
elegante, ideato per le funzioni delle classi culturali alte, mentre il báihuà fu considerato come grezzo
e volgare, adatto solo all’uso delle classi basse. Ciononostante la letteratura in lingua báihuà era
immensamente popolare in tutti i settori della società. Il báihuà tradizionale generalmente seguì lo
standard del parlato nazionale sia per la grammatica che per il vocabolario. Nei primi momenti del
periodo pre-moderno, era basato soprattutto sul dialetto Zhongzhou.

5.3 La sostituzione de wényán dal báihuà come lingua standard cinese


5.3.1 I primi tentativi
Dopo la guerra dell’Oppio nel 1840-2, si chiedeva di sostituire il wényán col báihuà come lingua
scritta standard, in quanto uno dei modi migliori per aumentare l’alfabetismo del paese era di adottare
una lingua scritta che, per approssimazione dei parlanti del volgare, sarebbe stata più facile da
imparare ed usare. Tra tutti il primo ad esortare l’unificazione del parlato con lo scritto fu Huang
Zunxian, che nel 1868 in breve riassunse la sua proposta con la sua famosa frase “wǒ shǒu xiě wǒ
kǒu” “le mie mani scrivono ciò che dico con la mia bocca”. Seguendo lui, un altro studioso Qiu
Tingliang, sottolineò l’importanza della lingua scritta per l’educazione generale del popolo quando
scrisse nel 1898: “Non c’è assolutamente nessun motivo per tenere il wényán facendo rimanere il
popolo ignorante, e non c’è più nessuna ragione per non rendere il báihuà saggio”. Verso la fine del
secolo, molti studiosi e politici realizzarono che il báihuà era una lingua molto più efficace del
wényán per diffondere idee e vincere il supporto popolare. Subito dopo la famosa Riforma del
Movimento del 1898, più di una dozzina di giornali, libri di testo e dizionari che insegnavano il
báihuà, storie e romanzi furono tutti scritti in báihuà.

5.3.2 La cultura del nuovo movimento


Verso la fine del secondo decennio del ventesimo secolo, nonostante le forti opposizioni dall’élite
letteraria conservativa, c’era un consenso crescente tra gli studiosi tradizionali che il báihuà doveva
sostituire il wényán come lingua scritta standard per tutte le cose formali. Vari fattori hanno
contribuito all’avviamento della diffusione del báihuà come lingua scritta standard. Ad es. importante
fu l’abolizione nel 1905 degli esami di stato in cui gli studiosi erano selezionati per le posizioni
ufficiali nel governo. Come risultato gli studenti erano meno motivati ad attaccarsi al wényán, che
ormai non serviva più ad avanzare prospettive di carriera. Inoltre 6 anni più tardi, la dinastia Qing fu
deposta, e fu dichiarata la Repubblica Cinese. Con questo grande e radicale cambiamento nel sistema
politico, il paese era più preparato che mai per cambiamenti drastici su altri aspetti della società. Tutto
questo avvenne in uno scenario che comportò un aumento dell’influenza delle idee occidentali e una
forte coscienza di nazionalismo, che fu conosciuta come Il Nuovo Movimento Culturale iniziato negli
ultimi anni ’10 del Novecento. C’erano tre temi principali: la rivoluzione letteraria, la democrazia e la

Document shared on www.docsity.com


Downloaded by: rita-di-maio-2 (rrdima200@gmail.com)
scienza, che erano mirate a creare una cultura più consona con i tempi moderni. Gli iniziatori del
movimento, soprattutto gli intellettuali con una preparazione occidentale come Hu Shi, Chen Duxiu,
Liu Bannong, Qian Xuatong, Fu Sinian, e Lu Xun, sostenevano che la democrazia e la scienza erano
l’unica prescrizione corretta per una Cina forte e prosperosa, e che avere la democrazia e la scienza in
Cina significava che le persone dovevano avere un facile accesso all’educazione. Quando la lingua
scritta standard wényán fu separata dal parlato reale, rimase comunque come l’ostacolo principale per
lo sviluppo di un alto alfabetismo nel paese. Uno dei principali obiettivi della Rivoluzione Letteraria,
pertanto, era sostituire il wényán con una lingua scritta che fosse più vicina al volgare parlato ogni
giorno in modo che imparare ed usare la lingua scritta diventi una pratica più facile per le masse. Il
báihuà fu scelto come sostituto. Nel famoso articolo di Hu Shi “Visioni preliminari sulla riforma della
letteratura”, pubblicato nel giornale “Xīn Qīngnián”, 1917, iniziarono le prime discussioni
sistematiche sulla costruzione del báihuà come lingua standard scritta nella letteratura cinese. In
questo articolo, Hu Shi fece una lista di otto aspetti in cui la letteratura cinese doveva migliorare:
1.Deve avere sostanza
2.Non c’è bisogno di imitare gli antichi
3.Fare attenzione alla grammatica
4.Non adottare sentimentalismi
5.Disfarsi dei clichés
6.Evitare riferimenti e allusioni letterari
7.Non c’è bisogno di usare costruzioni antitetiche
8.Non evitare espressioni in volgare

Indubbiamente, è perfettamente possibile scrivere in wényán senza nessuna delle sette caratteristiche
elencate qui. L’articolo stesso, infatti, fu scritto in wényán. Ciò che fece disprezzare il wényán era il
fatto che essi erano sotto una forte influenza di uno stile specifico del wényán, chiamato bāgǔwén
‘saggio di otto parti’, che presenta le caratteristiche indesiderate menzionate sopra: le persone che
scrivevano in wényán tendevano a seguire questo stile convenzionale in un modo sia conscio che
inconscio. Hu sottolineò esplicitamente e sistematicamente nel suo articolo successivo che il wényán
fosse una lingua morta, poichè la letteratura viva in Cina deve essere composta in volgare. La ragione
per cui non c’era una lingua cinese standard in Cina, nonostante il fatto che ci fosse stato un grande
numero di opere in báihuà, insinuò, era che non c’era nessuno che proponeva in termini espliciti che il
volgare dovesse diventare la lingua base della letteratura. Il punto di vista di Hu fu ripetuto da Chen
Duxiu, che fece degli attacchi anche più forti alla letteratura in wényán. Chen ribadì, che non aveva
nulla se non stravaganza, artificio e confusione. Era chiaro che le rinnovazioni politiche dovessero
precedere con quelle letterarie, che dovevano partire con la riforma della lingua. Hu e Chen
contemporaneamente richiesero il báihuà come lingua ufficiale scritta. Il loro punto di vista guadagnò
presto supporto da altri noti studiosi. Nel 1919, il 4 Maggio il Movimento impartì un senso di urgenza
per il bisogno di riforme interne radicali. In questo contesto la richiesta di sostituire il wényán con il
báihuà ottenne grande successo in un paio di anni, guadagnando il supporto da tutti gli intellettuali
della comunità e del governo. Fu stabilito dal Ministro dell’Educazione del governo centrale nel 1920
che tutti libri di testo sarebbero stati scritti in báihuà. Un numero crescente di articoli apparì sui
giornali e riviste che promossero il báihuà come lingua ufficiale da utilizzare in tutte le occasioni, ed
anche molte opere letterarie in báihuà furono pubblicate negli anni 20’ dimostrando che il báihuà
potesse diventare una lingua elegante in letteratura, rivaleggiando il classico wényán. Tra queste opere
vi sono La vera storia di Ah Q di Lu Xun, e la prima collezione di poemi in báihuà di Guo Moruo,
entrambe pubblicate nel 1921. Essi divennero velocemente dei modelli per un’intera nuova
generazione di letterati da apprezzare ed imitare. In meno di un decennio, il báihuà sostituì il wényán
come lingua scritta base ufficiale. Gli articoli pubblicati da Hu Shi, Chen Duxiu ebbero un ruolo

Document shared on www.docsity.com


Downloaded by: rita-di-maio-2 (rrdima200@gmail.com)
determinante in questo processo: evidenziavano il fatto che la letteratura in wényán era artefatta,
lontana dalla vita reale, innaturale e fossilizzata. Con analisi più accurate, era lo stile convenzionale
del wényán, soprattutto il bāgǔwén, invece del wényán per sé, che era molto repulsivo.

5.3.3 Rivisitare il wényán o migliorare il báihuà?


Dato che il wényán è stata per millenni l’unica lingua scritta per le formalità, sostituirlo con il báihuà
non era possibile in modo così rapido. La situazione linguistica può essere denominata come multi-
glossic (ovvero si usavano più lingue). Come osservato da Qu Qiubai, per decenni c’erano in grosso
modo quattro tipi principali di cinese scritto contemporaneamente di uso abituale, ognuno di essi
aveva la sua area in cui veniva applicato.
1.Wényán tradizionale
2.Wényán moderno
3.Báihuà tradizionale
4.Il nuovo stile del Báihuà
Il wényán tradizionale continuò ad essere la lingua scritta principale più usata da chi si opponeva al
báihuà. Il wényán moderno incorporò un grande numero di vocaboli prestati dal giapponese o dal
volgare contemporaneo: era lo stile convenzionale usato in molti giornali e riviste, e per la maggior
parte dei materiali amministrativi e legali. Il báihuà tradizionale, come discusso sopra, essenzialmente
si riferisce a linguaggi usati in determinate opere letterarie in volgare. Il nuovo stile del báihuà, anche
chiamato lo stile del báihuà del 4 Maggio, che spesso ha portato una connotazione negativa, era un
nome generale che si riferiva ai vari tipi del nuovo stile che gli scrittori riformisti stavano
sperimentando. Si distingue dal báihuà tradizionale soprattutto perché è influenzato dalla grammatica
delle lingue occidentali. Sebbene fosse comunque basato sul mandarino nordico, era anche
caratterizzato da un grande numero di espressioni del cinese antico o traduzioni letterali dalle lingue
straniere. Queste due caratteristiche combinate significavano che era ancora del tutto lontano dal vero
parlato di qualsiasi gruppo di lingua. Qu Qiubai rimarcò che siccome questo nuovo stile báihuà poteva
essere soltanto letto e non poteva essere parlato. Seguendo il decreto del Ministero dell’Educazione
nel 1920, tutti i nuovi libri di testo della scuola primaria furono compilati in báihuà, e il wényán fu
esplicitamente bannato dai primi anni della scuola primaria. Fu anche stipulato che i libri di testo dei
licei scritti in wényán dovevano essere sostituiti da quelli scritti in báihuà, tranne quelli per lingua
cinese (intesa come materia scolastica) che includeva ancora qualche saggio in wényán. Nei college,
comunque, gli studenti in lingua cinese studiavano esclusivamente il wényán. Sebbene il báihuà fosse
diventato la norma nelle composizioni letterarie come nei romanzi, poemi e spettacoli dai primi anni
del 1920, il wényán in generale rimase nei fatti la lingua scritta standard nel commercio e nel
business, così come nel governo e nelle istituzioni legali. Gli scrittori del 4 Maggio dello stile báihuà
erano soprattutto preparati nel wényán, infatti quando essi iniziarono a scrivere in báihuà, molti hanno
semplicemente sostituito le parole in wényán con espressioni equivalenti nel loro volgare, lasciando le
altre parti invariate. Ciò risultò uno strano modo di mischiare gli stili. Altri scrivevano in un modo
particolarmente influenzato dallo stile europeo, producendo testi che sembravano essere letti come
traduzioni letterali di una lingua straniera. Uno dei problemi più seri del báihuà in quel momento era
la carenza di vocaboli. Il bisogno di un’espressività maggiore si sentì in modo più acuto quando il
báihuà divenne la nuova lingua scritta che era obbligatoria per mantenere tutte le funzioni di un
codice standard scritto in una società modernizzata. Per esempio, come osservato da Xia Mianzun,
fùqin ‘padre’ e mǔqin ‘madre’ erano usati entrambi nel báihuà nonostante il fatto che fossero usate di
rado nel parlato quotidiano. Non essendo all’altezza degli obiettivi dei suoi sostenitori, coloro che
prevedevano un báihuà semplice come il volgare parlato, in realtà era molto artificiale quindi
distaccato dal parlato. Dato il divario tra ciò che era insegnato a scuola e ciò che veniva davvero
richiesto degli studenti rispetto alle abilità in cinese scritto, non era sorprendente che l’insegnamento

Document shared on www.docsity.com


Downloaded by: rita-di-maio-2 (rrdima200@gmail.com)
della lingua cinese divenne un problema di interesse e dibattito negli ultimi anni ’20 e inizi anni’30,
con proposte per il miglioramento prendendo due direzioni opposte. Una soluzione proposta fu di
ritornare al wényán. Discutendo contro le direttive del Ministero dell’educazione è stato proposto che
wényán avrebbe dovuto esser insegnato nelle scuole superiori, e, inoltre, che sarebbe stato
reintrodotto nella scuola primaria. Ma la maggior parte di coloro che si occupano dello sviluppo del
cinese moderno scritto hanno optato per il miglioramento del baihuá del 4 maggio. Più tardi è stato
suggerito da studiosi come Fu Sinian e Qian Xuantong che il nuovo báihuà avrebbe dovuto
incorporare le costruzioni grammaticali delle lingue europee al fine di soddisfare la necessità di
trasmettere pensieri complicati. È stato suggerito che il nuovo stile báihuà avrebbe dovuto essere
sostituito da quello che chiamato dàzhòngyǔ (lingua delle masse’), una lingua che era in realtà parlata
da persone comuni. Due questioni spiccavano nella difesa del dàzhòngyǔ. Uno relativo alla base
dialettale dello standard scritto, e l'altro al rapporto tra la lingua scritta e il sistema di scrittura. Mentre
alcuni hanno proposto che la lingua scritta dovrebbe essere basata principalmente su Nord Mandarino,
altri hanno sostenuto che i parlanti di vari dialetti, in particolare quelli dei dialetti meridionali,
avevano diritto ad uno standard scritto basato sul proprio dialetto. Secondo quest'ultimo punto di
vista, sulla base di queste varietà di dàzhòngyǔ una lingua scritta standard accettata dai parlanti di tutti
i dialetti potrebbe infine emergere. Finchè il sistema di scrittura logografico è mantenuto, è
impossibile aspettarsi che la lingua scritta sia veramente semplice come discorso. Inoltre, ci sono
parecchie espressioni in dialetti che non hanno una rappresentazione convenzionale in caratteri. Il
metodo migliore per realizzare l'unificazione del discorso e della scrittura era il sistema di scrittura
fonografico. Le opinioni a favore di un dàzhòngyǔ multi-standard, codificato da un sistema di
scrittura fonografica, non sono stati condivisi da tutte le lingue riformatori. Lo sviluppo del baihuà
moderno ha subito un costante arricchimento nel suo repertorio linguistico, incorporando tutti gli
elementi utili che ha trovato necessari dal cinese antico, dialetti mandarini non settentrionali e lingue
straniere.

5.4 Fonti e vie di influenza sulla scrittura del cinese moderno


5.4.1 Dialetti diversi dal Jiang-Huai e il Mandarino settentrionale
L’obiettivo della riforma era quello di eliminare, o almeno ridurre, il divario tra parola e scrittura.
Proposero di scrivere quello che si diceva ma questo avrebbe potuto dato luogo a gravi problemi.
Furono scritti testi basati esclusivamente sui dialetti meridionali, ma difficilmente comprensibili ai
lettori che non avevano famigliarità con i dialetti. Quindi parlanti dei diversi dialetti dovevano
conformarsi alle norme grammaticali e lessicali del tradizionale Báihuà. D’altro lato era molto
difficile per i scrittori sradicare l’influenza del proprio dialetto dalla loro scrittura. Poiché il concetto
di standardizzazione del Cinese Moderno scritto non è stato discusso fino a più tardi, gli scrittori di
altre opinioni dialettali nei primi tempi del movimento per la nuova Cultura, erano in realtà
abbastanza liberi nella scelta di dispositivi grammaticali e lessicali, limitati solo dalla preoccupazione
che il loro lavoro dovesse essere comprensibile ad un’ampia gamma di lettori. Gli scrittori più
influenti degli anni ’20 e ’30 erano Lu Xun, Zhou Zuoren, Yu Dofu, Xu Zhimo, Mao Dun. Tutti i loro
scritti mostravano caratteristiche tipiche della grammatica e del vocabolario della loro lingua madre.
A causa della popolarità di questi scrittori, molte di queste caratteristiche successivamente divennero
parte delle norme stabilite della scrittura moderna cinese. Il cinese Moderno scritto a Taiwan, Hong
Kong e Singapore è stato anche sotto l’influenza dei dialetti locali, principalmente Min Meridionale a
Taiwan e Singapore e Cantonese a Hong Kong. Di conseguenza, le norme grammaticali e lessicali
della scrittura cinese moderna, sono un po' diverse tra le quattro principali comunità.

5.4.3 lingue straniere.


Le lingue straniere sono la più importante fonte di influenza sull'evoluzione delle norme del cinese

Document shared on www.docsity.com


Downloaded by: rita-di-maio-2 (rrdima200@gmail.com)
moderno scritto, Infatti sia la scienza che la tecnologia cinese assorbito un gran numero di prestiti da
lingue europee e dal giapponese. Il processo di espansione lessicale ha inizio a metà del 19 secolo.
Prima è stato utilizzato in wényán,le parole prestito continuano il loro uso in báihuà dopo che ha
sostituito wényán come base del cinese moderno scritto. Le lingue straniere in particolare le lingue
come l'inglese, il francese e il russo,hanno costituito l'influenza più importante sull'evoluzione delle
norme grammaticali del cinese moderno scritto dal 1910.
WONG LI,ha osservato che,come risultato dello sviluppo del cinese nella sua struttura
grammaticale,articoli ben scritti nei giornali e le riviste possono essere tradotte in russo o in inglese in
una parola senza alterare la scrittura.
I radicali ed estremisti tra loro sostenevano che la lingua cinese doveva essere sostituita da un'altra
lingua,come l'inglese,al fine di modernizzare l'intera nazione. Nel tradurre delle lingue europee in
cinese, e si proposero che la struttura del testo originale doveva essere seguita da vicino il più
possibile. Inoltre,un gran numero di opere che sono state tradotte,e sono state sul mercato,sono state
fatte da persone che non erano qualificate per quel compito. C’erano due periodi in cui le opere
tradotte hanno costituito una parte importante della lettura del cinese istruito.
Il primo è stato nel 1920-1930, quando le opere tradotte hanno fornito la fonte principale di
informazioni per gli studiosi interessati all'idee occidentali anziché allo studio tradizionale del cinese.
Il secondo periodo è iniziato negli anni 50,quando gli insegnamenti di Marx e Lenin erano venerati
come l'ideologia guida nella Cina continentale,infatti è stato sostenuto,che gli scritti politici degli
ideologi spesso in pessima traduzione dovevano essere letti da ogni letterato cinese. Il linguaggio
utilizzato in questi scritti,che è altamente europeizzato in grammatica e vocabolario, ha giocato un
ruolo di modello che è imitato da scrittori di cinese moderno scritto.

5.5 Usi del wényán e báihuà degli anni ‘40.


Il cinese moderno scritto dovrebbe essere una lingua basata sul mandarino nordico
contemporaneo,ma allo stesso tempo assorbe elementi dal cinese antico. L’uso del wényán fu ridotto
dopo il 1949. Luo CHANPEI e LU SHUXIANG,hanno sostenuto c'era solo dopo il 1949 che il báihuà
aveva vinto una battaglia globale sul wényán,Utilizzata come forma standard del cinese moderno
scritto. Inoltre,è è stata lanciata una campagna negli anni 50 per riformare la lingua utilizzata per
scopi commerciali,che mirava a stabilire báihuà come la norma del cinese scritto.
I testi raramente sono stati scritti completamente in wényán in Cina dal 1950,solo raramente leggiamo
libri scritti da contemporanei che sono composti esclusivamente in wényán tradizionale,il cinese
scritto è per scopi legali,commerciali ed amministrativi ad Hong Kong in genere vi è un misto tra
wényán e báihuà. La stessa situazione è a Taiwan,dove la maggior parte dei documenti legali e
commerciali presentano un misto tra wényán e báihuà,però qui alcuni documenti importanti sono
ancora composti in wényán,anche se vi è una mancanza di statistiche sulla frequenza delle espressioni
caratteristiche del cinese antico nel cinese moderno utilizzato a Taiwan e Hong Kong.

5.6 Istituzione del cinese scritto moderno e pianificazione dello status.


Sono stati riconosciuti in letteratura due importanti di programmazione del linguaggio:
status planning:si riferisce alla distribuzione delle varietà delle lingue o di una lingua per dare
significato;
corpus planning:si riferisce alle attività che puntano allo sviluppo di una singola lingua, rispettandone
la fonologia,grammatica, lessico.
Il rimpiazzo di wényán da báihuà come base del cinese moderno scritto dal 1910,è un caso di status
planning. Ha raggiunto un grande successo,ma d’altro lato è un caso diverso dal latino. Il rimpiazzo di
wényán fu suggerito dal desiderio di ridurre il diffuso analfabetismo come una parte integrale della
guida per modernizzare la nazione.

Document shared on www.docsity.com


Downloaded by: rita-di-maio-2 (rrdima200@gmail.com)
La Cina all'inizio del secolo fu caratterizzata dal sorgere del nazionalismo proprio come successe
nell'Europa dell'ovest 300 anni prima. Invece di essere considerati un sacro simbolo di nazionalismo o
stato, linguaggio cinese venne trattato più come un colpevole responsabile della miseria della nazione.
Báihuà vinse finalmente su wényán come base del cinese scritto moderno,poichè era più facile da
imparare ed usare.Quando il latino lasciò spazio al linguaggio moderno europeo divenne una lingua
morta,al contrario in Cina wényán continua ad avere un importante ruolo nella cinese moderno scritto.
Come osserva Cooper, la gente approva che un modello polivalente esista per utilizzarne uno per tutti
gli scopi per i quali lo ritengono appropriato,una delle ragioni,è che dobbiamo muoverci da stile a
stile,da varietà a varietà,per avere il nostro contenuto comunicativo. come stile indicativo di
formalità,wényán è ancora vivo e vegeto in cinese moderno scritto.

6.1 I recenti sviluppi delle norme grammaticali nel cinese moderno scritto.
Alcune delle nuove norme grammaticali nel cinese moderno scritto hanno dato origine a dialetti
diversi dal mandarino del nord.
Es:
1.yǒuméiyǒu+VP-originariamente limitato ai dialetti dell’area meridionale,nelle zone di Wu,Min e
Canton,non si trovava nel Mandarino Settentrionale che usava lo schema 2.
2.VP+méiyǒu.
I dialetti meridionali usano lo schema 5,dove il posto di destinazione segue il verbo:
lái/qù verbo di movimento+luogo di destinazione
Es:nǐ zuótiān lái zhèr le ma? tu ieri venuto qui(Sei venuto ieri?).
Un’altra caratteristica è l’uso della parola yīxià(un po’). Nel báihuà,questa parola era usata solo con
dei verbi,quelli legati al significato di ‘’colpire’’. Ora,invece,il suo uso è stato esteso ad altri verbi nel
cinese moderno come il verbo vedere-kàn.

6.1.2 Europeizzazione del cinese moderno scritto.


Alcune delle nuove norme grammaticali del cinese moderno scritto sono i risultati del processo di
europeizzazione in corso dal 1910. Uno di questi è l'estensione dell’uso di bèi come un marcatore
passivo. Nel báihuà,questo marcatore era utilizzato per gli eventi indesiderati.
Es:Lao Wang zuótiān bèi lǎobǎn xùn le yídùn.
Lao Wang è stato sgridato dal capo ieri.
Il tradizionale báihuà tende ad avere frasi brevi,a causa della sua somiglianza stilistica con il discorso
reale,ciò spiega anche quei vincoli nelle costruzioni di frasi lunghe che erano caratteristiche del cinese
nelle varie fasi del suo sviluppo prima che avesse un contatto con le lingue europee.
Nell’attuale cinese scritto,le frasi lunghe sono molto comuni,soprattutto nei testi espositivi e
argomentativi. In un articolo di Mao Zedong,de si verifica 123 volte,introducendo vari tipi di
modificatori pronominali,al contrario,un discorso di un operaio,contiene solo 43 de. Tutti i
modificatori di sostantivi sono situati davanti al sostantivo modificato insieme al de.
I modificatori pronominali, anche se elementi grammaticali, sono stati molto raramente.
Nelle traduzioni delle clausole restrittive relative delle lingue europee in cinese, si dovevano mettere i
modificatori davanti al sostantivo in modo da distinguerli da quelli dell'interpretazione non
restrittiva.Dal 1910,nel cinese moderno scritto è emerso un gruppo di morfemi che hanno la funzione
di prefissi e suffissi come quelle delle lingue europee, ad esempio in inglese(-tion;-ness).
Es:fēi’’non’’+huìyuán’’membro’’-fēi huìyuán-’’non membro’’.
I morfemi utilizzati in questo modo sono ancora in aumento,l'emergere di questi affissi come morfemi
in cinese,soprattutto nel cinese scritto,è un'altra caratteristica importante che si è sviluppata nel 1910
sotto l'influenza delle lingue europee.

Document shared on www.docsity.com


Downloaded by: rita-di-maio-2 (rrdima200@gmail.com)
6.2 Variazioni regionali delle norme grammaticali del cinese moderno scritto.
Le nuove norme emerse nel cinese scritto sono stabilite non solo nella Cina continentale,ma anche
nelle altre tre principali comunità cinesi:Taiwan Hong Kong e Singapore .

6.2.1 Taiwan
Poiché la maggior parte della popolazione è bilingue e parla il ‘’Min meridionale’’ e il
‘’guóyǔ’’,alcuni tratti del Min meridionale sono entrati a far parte della grammatica del vocabolario
del cinese moderno scritto.
Per quanto riguarda la deviazione delle norme grammaticali della Cina continentale un esempio può
essere l'uso di yǒu e méiyǒu che hanno funzione verbale(sono verbi).Essi possono essere utilizzati
anche per sottolineare l'esistenza o la non esistenza di una situazione, Questo è un tipico esempio
dell'influenza del Southern Min sul cinese moderno a Taiwan.. Secondo Cheng,due parole come ’’u’’
e ‘’bo’’ nel Southern Min sono usate per le funzioni di yǒu e méiyǒu.

6.2.2 Hong Kong.


La scrittura cinese di Hong Kong è presumibilmente basata sul mandarino settentrionale,le norme del
cinese scritto di Hong Kong si discostano da quelle della Cina continentale,anche se le differenze più
notevoli si trovano nel vocabolario.
Es:1.Tā huì zài zhèr zhù duō jǐ tiān;
2.Tā huì zài zhèr duō zhù jǐ tiān.
L'avverbio precede il verbo nel mandarino settentrionale,ma lo segue nel cantonese. Entrambi gli
ordini delle parole si trovano spesso nel cinese moderno scritto di Hong Kong.

6.2.3 Singapore.
Come a Taiwan,il cinese scritto di Singapore si trova sotto l'influsso del dialetto dominante di ‘’Min
meridionale’’,quasi tutte le caratteristiche grammaticali che sono generalmente accettate nel cinese
scritto di Taiwan, non sono accettate in quello della Cina continentale,ma utilizzate anche a
Singapore.

6.3 Norme lessicali recentemente sviluppate nel cinese moderno scritto.


A partire dal 1910,nuove parole ed espressioni sono entrati nel cinese scritto da tre fonti principali:
vecchio cinese, dialetti mandarini meridionali e lingue straniere.

6.3.1 Prestiti da dialetti non settentrionali mandarino.


Basato sul mandarino settentrionale per il suo vocabolario di base,il cinese scritto ha preso in prestito
molte parole da altri dialetti,tali prestiti hanno riempito alcune lacune lessicali,esprimendo nozioni che
non avevano nomi nel mandarino settentrionale.
Es. la parola ‘’spazzatura’’ nel mandarino settentrionale,come nel dialetto di Pechino,è zāngtǔ,cioè
‘’sporco terreno’’,ma se la parola fosse usata nel cinese moderno,i lettori la interpreterebbero in
termini del significato letterale dei caratteri del componente che è abbastanza diversa dal significato
dell'espressione nel parlato.

6.3.2 Nuove parole provenienti dalle lingue straniere.


Ci sono state tre volte in cui cinese ha importato parole ed espressioni da altre lingue. La traduzione
dei canoni buddisti dalla dinastia Han Orientale a quella Song ha portato nella lingua cinese centinaia
di nuove parole,come ‘’Shìjiè’’’-’’mondo’’.
Le opere scritte o tradotto in cinese comprendevano un gran numero di titoli in matematica anatomia e

Document shared on www.docsity.com


Downloaded by: rita-di-maio-2 (rrdima200@gmail.com)
biologia.
Tra i convertiti cinesi c'erano molti studiosi come XuGuangqi, molto interessato alla scienza e alla
tecnologia occidentale,alcuni hanno coniato parole nuove come dìqiú-terra,che sono entrate a far parte
dell’uso comune da quel periodo.Contrariamente al tardo Ming e all'inizio del periodo Qing,la
maggior parte delle opere tradotte durante questo periodo riguardavano i campi delle scienze sociali e
umanistiche.
Il giapponese ha cominciato l'importazione su larga scala dei concetti e delle istituzioni occidentali
durante il periodo di più Meiji. Secondo Masini,I giapponesi hanno preso in prestito dal cinese un
determinato numero di nuove parole usate dai cinesi o dagli occidentali per tradurre da lingua in
cinese, alcuni di esse sono state successivamente prese in prestito dal cinese, denominato da Masini ‘’
prestiti di rendimento’’.
Es:pànjué-giudizio,giudice.
Il giapponese ha coniato molte nuove parole usando il kanji,l'alfabeto cinese, spesso con riferimenti ai
loro significati nel cinese antico. Queste parole nuove nel giapponese si dividono in due gruppi:
1. composto da parole che furono usate precedentemente nei classici cinesi,ma a cui sono stati
assegnati nuovi significati;
2. parole che furono nuovamente coniate dal giapponese, con i componenti caratteri spesso usati nei
significati del cinese antico.
Es: Lìshǐ(cinese)-storia(italiano)-Rekishi(giapponese).

(a).Traduzione con prestito:Il termine straniero viene tradotto letteralmente con morfema-per-
morfema tra le due lingue, questo metodo è quello più usato per tradurre composti o frasi;
Es: mǐ-yuè(una di miele)
(b.)Traduzione semantica:una nuova parola cinese viene coniata usando morfemi in un modo che
cerca di catturare gli elementi più caratteristici del concetto straniero, ma il significato della parola
cinese potrebbe non coincidere con quello originale.
Es:qí-chē(veicolo a vapore),auto.
(c).Traduzione fonetica:Le parole sono direttamente prese in prestito dalle lingue e i caratteri cinesi
vengono usati per simulare la loro pronuncia originale.
Es:Shāfā-sofà.
(d) Giustapposizione: un morfema che è aggiunto alla parola per indicare il significato semantico
Es. che-tai (macchina-) pneumatico
(e) Combinazione: si abbina il suono della parola originale ed è indicativo del contenuto semantico
della parola
Es. mi-ni (sei incantevole) mini
Con l’evoluzione del cinese moderno, le regole hanno differito per tempi e luoghi: vi era una nozione
con più nomi, anche le aree dialettali differiranno per essere forme predilette.
La preferenza è data ai nomi del Mandarino del nord piuttosto che altri e alla traduzione con prestito e
traduzione semantica. I lettori cinesi hanno più attenzione per il significato semantico anziché quello
fonetico infatti i caratteri usati nella translitterazione sono usati per il valore fonetico. I caratteri usati
per il con riferimenti alle forme grafiche richiedono maggiore sforzo di lavorazione da parte dei
lettori.

6.4 VARIANTI REGIONALI NELLE REGOLE LESSICALI DEL CINESE SCRITTO


MODERNO
Le regole lessicali variano sia nel tempo che nel luogo, infatti le 4 maggiori comunità differiscono tra
loro. Spesso una stessa cosa assume nelle diverse zone nomi diversi con caratteri diversi ma con
pronunce simili.

Document shared on www.docsity.com


Downloaded by: rita-di-maio-2 (rrdima200@gmail.com)
Queste differenze sono dovute a tre fattori:
-a causa del lungo periodo di separazione le due aree hanno sviluppato regole lessicali diverse;
- mezzo secolo del governo giapponese di Taiwan ha influenzato il cinese moderno scritto;
-alcune espressioni del Sud Min sono diventate regole nel Taiwan.

Hong Kong
Le caratteristiche del cinese scritto moderno di Hong Kong ricordano l’inglese e il cantonese. Gli
elementi presi all’inglese sono maggiori rispetto a quelli presi al cinese.
Es. Huchuan - chunlian - “new year couplets”

Singapore
A Singapore le regole non sono ben definite, vi sono quindi più variazioni. Dopo il 1970 si comincia
ad adottare una politica di apertura che garantirà cambiamenti nelle regole lessicali del cinese
moderno: vengono aggiunte nuove espressioni. Parole come cùjin “promuovere” sono usate sempre di
più nei giornali.

6.5 SFORZI NEL PIANIFICARE UN CORPUS NELLO SVILUPPO DEL CINESE SCRITTO
MODERNO
Freguson descrive tre tipi di pianificazione: “graftizzazione”, modernizzazione, standardizzazione.
Il primo si riferisce ad attività che stabiliscono il sistema di scrittura, il secondo si riferisce agli sforzi
fatti per espandere le risorse di una lingua soprattutto il vocabolario, il terzo è lo sviluppo di una
regola che va oltre i dialetti regionali e sociali.
Modernizzazione e standardizzazione vanno di pari passo. Secondo Rubin sono composte da 6 parti
collegate : isolamento della regola, valutazione attraverso alcuni gruppi significativi, prescrizione
della regola per specifici funzioni. La regola quindi, per passare alla standardizzazione, deve essere
accettata, usata e rimanere in funzione fino a quando non verrà rimpiazzata.
Il primo tentativo di standardizzazione per la grammatica e il lessico si ebbe nella Cina continentale.
Viene descritta come una realtà caotica infatti si analizzavano tutti gli usi sbagliati e non
grammaticali.
Servì come manuale per molti anni, ma non tutti i suoi cambiamenti furono accettati con piacere come
l’uso di morfemi -xing e -hua che indicavano i suffissi occidentali – zione e -are furono mantenuti
nonostante le proteste.
Si pensò che anche la scrittura dovesse basarsi sul dialetto pechinese e questo punto di vista portò alla
definizione di putonghua. Bisognava compilare una grammatica standard per riuscire a standardizzare
il cinese moderno.
Sono stati definiti dei principi:
-le parole confinate del dialetto locale pechinese furono sostituite da espressioni diffuse nel
Mandarino del Nord;
-parole di zone del Mandarino che non fanno parte del Nord hanno lasciato il posto a parole del
Mandarino del Nord;
- le translitterazioni hanno ceduto il posto a parole formate grazie alla traduzione semantica;
-i nomi dovrebbero essere tradotti con combinazioni che non traducono connotazioni indesiderate.
Queste norme di standardizzazione hanno avuto successo nella Cina continentale. Anche se rispetto al
cinese antico sono stati aggiunti pochi elementi.
A Taiwan la standardizzazione si è concentrata sulla traduzione delle parole e su alcuni aspetti
grammaticali.
La diminuzione delle differenze in termini di parole si può avere soltanto nel caso in cui i rapporti
politici migliorino.

Document shared on www.docsity.com


Downloaded by: rita-di-maio-2 (rrdima200@gmail.com)
Singapore fa riferimento alle forme standard dello huayu nei suoi aspetti grammaticali, lessicali e
fonologici.
Si riconoscono modelli grammaticali differenti da quelli di Pechino.

7.DIALETTO SCRITTO
Non c’è una tradizione scritta consolidata. L’uniformità del cinese scritto viene raggiunta a discapito
dei madrelingua del mandarino settentrionale. Dato che il wenyan era dissociato dai dialetti non
creava alcuna differenza, mentre il baihua i meridionali sono in svantaggio linguistico. Uno degli
obiettivi principali era l’unificazione sia parlata che scritta e la sostituzione del wenyan con il baihua e
con un codice standard scritto.
Alcuni dialetti hanno anche una propria letteratura soprattutto il Cantonese, oltre ad essa ci sono
anche delle scritture dialettali.
I missionari occidentali che arrivarono in Cina nel diciannovesimo secolo ebbero un approccio
diverso alla scrittura dialettale: furono progettati dei sistemi scrittura per ogni dialetto meridionale.

7.2 CAUSE DEL SOTTOSVILUPPO DELLA SCRITTURA DIALETTALE


I testi scritti in dialetto rappresentano una parte della letteratura trascurabile in quanto le pubblicazioni
furono poche, fu anche per questa ragione che la scrittura dei dialetti del mandarino settentrionale non
furono molto ricordati nella storia. Il sottosviluppo della scrittura dialettale sono attribuibili
all’inadeguatezza della scrittura cinese nel rappresentare i dialetti meridionali.
Quando viene utilizzata la scrittura cinese per rappresentare dialetti meridionali, i caratteri con cui
esse vengono rappresentati non sono adeguati. Per risolvere questi problemi si ricorre a delle tecniche:
-Benzi alcune parole avevano delle rappresentazioni in caratteri ma questi caratteri detti benzi sono
caduti in disuso;
-Prestito fonetico che consiste nel prendere in prestito caratteri di pronuncia simile per scrivere parole
nei dialetti;
-Prestito semantico i caratteri che rappresentano le parole scritte in cinese possono essere prese in
prestito per scrivere parole con lo stesso significato;
-Coniare nuovi caratteri vengono coniati nuovi caratteri per scrivere il dialetto.
La scrittura dialettale è sempre stata molto apprezzata, non ha pero goduto dell’uso popolare del
baihua.
Ci sono stati due atteggiamenti opposti al dialetto: un gruppo a favore e uno contro. Il gruppo a favore
riteneva ci si dovesse impegnare di più nella progettazione dei sistemi di scrittura. Il gruppo contro,
invece, sosteneva che ci dovesse essere una sola lingua scritta standard e che la scrittura dialettale
doveva essere proibita. Questo gruppo a sfavore è il principale elemento che causa il sottosviluppo
della scrittura dialettale, erano motivati dalla preoccupazione per l’uniformità del cinese scritto che
credono abbia un ruolo fondamentale nella storia cinese.
Era stato detto che una lingua standard sia scritta che parlata facilitava le comunicazioni. I
madrelingua pero sostenevano che piuttosto che imparare una lingua scritta standard ma limitata
bisognava scegliere quella usata dalla maggioranza della popolazione. Chi sosteneva l’esistenza di
lingue separate aveva dato priorità alla semplicità di apprendimento.

Nella prima fase di riforma linguistica si dava attenzione a diminuire il tasso di analfabetismo, ma poi
viene reindirizzata verso le forniture di aiuti per far si che a tutti gli oratori fosse consentito di
apprendere i caratteri tradizionali.
I sistemi di scrittura non erano stati pensati per il mandarino settentrionale o altri dialetti.
Anche il PCC cambia atteggiamento nei confronti della scrittura dialettale , prima era convinti
dell’utilità teorica e pratica che avesse fare sistemi di scrittura separati poi cambiano idea in favore di

Document shared on www.docsity.com


Downloaded by: rita-di-maio-2 (rrdima200@gmail.com)
un'unica lingua scritta standard.

7.3 ATTUAZIONE DELLA SCRITTURA A TAIWAN


A Taiwan lo sforzo per lo sviluppo della scrittura dialettale era andato avanti. Ci sono due gruppi di
schemi per la scrittura de Min meridionale a Taiwan: il primo gruppo usa schemi prevalentemente di
scrittura latina, l’altro gruppo utilizza schemi che adottano la scrittura tradizionale ed anche una
scrittura fonetica per scrivere i morfemi grammaticali o parole che non hanno una rappresentazione
convenzionale. Suggeriscono una nuova scrittura modellata sul coreano che è fonetica e assume la
forma della scrittura tradizionale cinese, ma non ci sono ancora dettagli relativi ad essa.

FATTORI MOTIVAZIONALI
L'attuale movimento per lo sviluppo di un sistema di scrittura standard per il dialetto Min meridionale,
mira ad obiettivi che superano la semplice alfabetizzazione della lingua madre. L’attuale impegno
linguistico costituisce una parte importante dello sforzo per elevare lo status della lingua e della
cultura. A partire dal 1970 e in particolare dopo la formazione nel 1987 del Partito Democratico
Progressivo (DPP), la politica linguistica che il governo ha adottato a partire dal 1945, è stata
attaccata. Ciò può essere visto come una conseguenza delle severe misure di pianificazione
linguistica. La politica di affermare il Guóyǔ come lingua standard è stata denunciata come un atto di
imperialismo linguistico, ingiusto nei confronti della madrelingua dei dialetti mandarini del sud. Si
sostiene che il successo del Guóyǔ sia andato a scapito de dialetti locali, che sono oramai in via di
estinzione. Tra gli obiettivi della politica linguistica nel programma del DPP ci sono l’istruzione
bilingue e la parità dei diritti per tutti i dialetti, nei mass media e nella vita pubblica. Inoltre si
propone, alla fine, che il Guóyǔ venga rimpiazzato del tutto con il dialetto Min meridionale, ovvero la
lingua madre della popolazione locale. Essenziale per raggiungere questo obiettivo è la
standardizzazione e la promozione di una lingua scritta basata sul dialetto. Con i dialetti locali la
questione linguistica della scrittura dialettale è diventata simbolo di una causa politica e culturale più
ampia. Si sostiene che i dialetti svolgono un ruolo essenziale per promuovere e rafforzare il senso
dell’identità regionale. IlGuóyǔ è la lingua usata per la maggior parte delle funzioni formali come
l’istruzione e l’amministrazione, mentre i dialetti nativi sono usati nella vita di tutti i giorni. Secondo
alcune persone le differenze presenti tra le lingue native e il mandarino utilizzato a nord sono
inaccettabili; a loro avviso sviluppare e standardizzare una lingua scritta basata sul dialetto locale
costituisce il primo passo verso il cambiamento.

RISPOSTE PER LA SCRITTURA IN MIN MERIDIONALE


Il movimento per sviluppare un sistema di scrittura standard per il min meridionale ha incontrato
risposte contrastanti da parte delle comunità accademiche e dal pubblico in generale. Molti dizionari
del Min meridionale, libri di testo la scrittura dialettale sono stati composti con l'obiettivo di fornire
alcune norme ortografiche per la lingua in processo di standardizzazione. Sia il settore
dell'intrattenimento che il circolo letterario sostengono questo entusiasmo per la scrittura dialettale.
Ma l'uso sempre più diffuso del Min meridionale in tutti i settori della società, ci sono un gran numero
di film, canzoni e programmi televisivi sul Min meridionale che si sono dimostrati molto popolari tra
il pubblico. Infatti gli sceneggiatori di queste produzioni trovano più conveniente scrivere
direttamente in dialetto. Pubblicazioni esclusivamente in dialetto scritto sono notevolmente aumentate
negli ultimi anni molti lavori letterari, originariamente scritti in cinese moderno, sono stati tradotti nei
dialetti locali. Le risposte dalle scuole ed altri settori della Comunità sono state invece più caute.
finora l'insegnamento della scrittura del min è condotto principalmente basandosi sugli sforzi di ogni
singolo individuo e sulla sua volontà di impararlo. Mentre il la graduale sostituzione del mandarino
con il minor meridionale è stato un argomento di acceso dibattito che attirò molta attenzione, la

Document shared on www.docsity.com


Downloaded by: rita-di-maio-2 (rrdima200@gmail.com)
scrittura dialettale non è riuscita a trarre molto interesse dalla comunità.

IMPLICAZIONI SULLA STANDARDIZZAZIONE DEL DIALETTO SCRITTO


I sostenitori della scrittura dialettale aspiravano a una società caratterizzata dal multilinguismo: la
coesistenza di più lingue, e con ognuna la propria letteratura scritta standardizzata. Da questa
situazione potrebbero nascere due possibili situazioni nelle maggiori comunità di parlanti cinesi. In
entrambi i casi ci saranno così tanti problemi prevedibili che la maggior parte della popolazione può
decidere di preferire l’attuale situazione linguistica al nuovo mondo descritto dai riformatori
linguistici. Dato che la lingua scritta basata sul mandarino settentrionale è stata per molto tempo
utilizzata come unico codice scritto per tutte le aree geografiche, probabilmente manterrà la sua
posizione di lingua alta in tutte le comunità cinesi bilingue. Come evidenziano Lu Zhuangzhang e Qu
Qiubai, i sistemi di scrittura dei dialetti locali dovevano essere usati per la vita di tutti i giorni. Inoltre
le persone alfabetizzate potevano continuare ad imparare la lingua scritta (di maggiore accettazione)
come mezzo di acquisizione di scienze e arti; di conseguenza molti studenti avrebbero dovuto
imparare due lingue scritte separate. Come proposto nel Cheng i materiali importanti verranno
pubblicati in tutte e tre le lingue:
●Guóyǔ,
●Min meridionale,
●Kejia, nel caso di Taiwan.
Quelli che non sono importanti saranno pubblicati in una lingua che è compresa dalla maggior parte
delle persone nella comunità. Sebbene ciò può far risparmiare alle persone il problema dell’imparare a
parlare o scrivere in una lingua diversa dalla propria, vi sono ovviamente vantaggi e svantaggi:
●la loro competenza comunicativa sarà limitata se la loro lingua madre sembrerà essere minore in
termini di parlanti,
●la comunicazione scritta tra i principali gruppi linguistici e tra comunità potrebbe diventare un
problema se ogni gruppo imparasse a scrivere solo nel proprio dialetto,
●ciò può inoltre portare a una frammentazione sociale e regionale lungo le linee linguistiche.
Nonostante le differenze tra i dialetti, il fatto che ci sia stato un unico sistema di scrittura standard,
rende la lingua cinese meno un fattore di disintegrazione di quanto non lo sarebbe altrimenti. A causa
della mancanza di entusiasmo per la scrittura dialettale da parte del pubblico generale, sembra che
la ,maggior parte della popolazione cinese non è convinta che la standardizzazione della scrittura
dialettale e il suo uso diffuso porteranno loro grandi benefici.

8. CARATTERISTICHE BASI DEL SISTEMA SCRITTO CINESE


CARATTERIZZAZIONE TIPOLOGICA
Il sistema di caratteri cinesi è uno dei sistemi di scrittura più antico del mondo ed è l’unico che è in
continuo uso da più di tre millenni. Mentre la maggior parte delle lingue moderne hanno adottato
sistemi di scrittura fonografici, il cinese è conosciuto come la lingua più importante che conserva un
sistema di scrittura logografico. Sono stati fatti molti tentativi per semplificare la scrittura
tradizionale; infatti nel mondo non c’è mai stata una riforma di scrittura paragonabile al tentativo fatto
dai cinesi per passare da un sistema di scrittura logografico a uno fonografico. I sistemi di scrittura nel
mondo si possono dividere in due dimensioni:
●la prima è la dimensione dei segmenti del discorso rappresentati dalle unità grafiche di base,
●la seconda determina se le unità grafiche codificano solo il suono o anche il significato delle parole.
Seguendo De Francis, utilizziamo il termine grafema per riferirci alle unità grafiche di base in un
testo, che corrisponde al segmento più piccolo del discorso rappresentato nel testo. I grafemi
dell’inglese sono le lettere, mentre i grafemi del cinese sono i caratteri.
●I grafemi, in lingue come l’inglese, rappresentano i fonemi, che possono assumere la forma di una

Document shared on www.docsity.com


Downloaded by: rita-di-maio-2 (rrdima200@gmail.com)
lettera o di un gruppo di lettere.
●I grafemi in lingue come il cinese o il giapponese, al contrario, rappresentano una sillaba codificata
da un carattere.
Pertanto i sistemi di scrittura di lingue come l’inglese sono chiamati fonetici, mentre quelli del cinese
sono sillabici. I grafemi differiscono poi rispetto a sé codificano solo il valore fonetico, o anche il
significato; quelli utilizzati come simboli sono chiamati fonografici o cenemici, mentre quelli che
codificano il significato sono chiamati logografici, plemerici o morfemici.

BREVE STORIA DELLA SCRITTURA CINESE


La scrittura cinese risale al XV secolo a.C., nonostante alcuni caratteri potrebbero essere anche più
antichi.
●la scrittura allo stadio di sviluppo primario è rappresentato dai jiǎgǔwén 甲骨文
ovvero i caratteri incisi o dipinti su ossa o gusci,
●in seguito si evolse in jīnwén 今文, ovvero le scritture su bronzo,
●lo sviluppo successivo è rappresentato dai xiǎozhuàn 小传,
●un altro tipo di scrittura più semplice è lìshū 梨树, era in uso durante le dinastie Qin e Han insieme
ai xiǎozhuàn. Con il tempo i xiǎozhuàn vennero rimpiazzati dai lìshū, che vennero a loro volta
sostituiti dai kǎishū 楷书, ovvero la scrittura regolare durante il periodo della dinastia del Nord e del
Sud, e da quel momento è rimasta la forma standard della scrittura cinese.
La maggior parte dei caratteri cinesi durante la fase iniziale erano segni logografici, che indicavano
sia il suono che il significato dei morfemi. Nella letteratura della filologia cinese tradizionale, questi
caratteri si dividono in 3 gruppi principali, secondo una regola che sottolinea la loro struttura grafica:
●xiàngxíng, pittogrammi,
●zhǐshì, ideogrammi,
●huìyì, ideogrammi combinati.
- I xiàngxíng mostrano una somiglianza fisica con l’oggetto a cui si riferiscono come ad esempio shān
山 montagna, shuǐ 水 acqua.
- I zhǐshì sono utilizzati per creare caratteri che rappresentano concetti più
astratti, come per esempio shàng 上 sopra, xià 下 sotto.
- Gli huìyì combinano i segni delle prime 2 categorie per creare nuovi caratteri,
come ad esempio cóng 从 seguire, formato da due rén 人 persona.
I caratteri formati su l'iconicità costituiscono la maggior parte dei caratteri del sistema di scrittura ai
suoi stadi primitivi. Ovviamente l’iconicità presenta delle limitazioni, poichè parole che indicano dei
concetti complicati sono difficili da rappresentare con forme grafiche. Per risolvere questo problema, i
cinesi ricorrono al metodo del prestito fonetico, dove i caratteri utilizzati come segni fonetici che non
hanno alcuna relazione semantica con il carattere originale. In cinese alcuni segni sono collegati ai
determinanti semantici o determinanti fonetici. L’aggiunta dei determinanti serve a migliorare la
chiarezza della scrittura.

NUMERI E STRUTTURA DEI CARATTERI COMUNI


Nonostante nel tempo si siano accumulati circa 56.000 caratteri nella lingua cinese, solo poche
migliaia servono per scrivere il cinese moderno. In Cina di recente sono state pubblicate delle liste che
contengono i caratteri di uso comune del cinese moderno. Una è la lista dei caratteri comuni del
cinese moderno (List of Common Characters in Modern Chinese), che fu pubblicata nel gennaio 1988
ed è composta da 2 parti:
●la prima parte contiene 2.500 caratteri comuni,
●la seconda parte contiene 1.000 caratteri meno comuni.
L’altra lista è quella dei caratteri usuali del cinese moderno (List of Regular Characters in Modern

Document shared on www.docsity.com


Downloaded by: rita-di-maio-2 (rrdima200@gmail.com)
Chinese), pubblicata nel marzo 1988 che contiene 7.000 voci. L’alfabetizzazione in cinese è misurata
dal numero di caratteri che una persona conosce; la soglia generale è intorno ai 2.000 caratteri. La
parte primaria della struttura grafica di un carattere è chiamata tratto, e il numero medio di tratti per
carattere è 11. I tratti si combinano dunque per per formare una delle 3 componenti dei caratteri:
fonetica, semantica e segno simbolico. Quando un carattere è composto da due o più componenti è
chiamato carattere composto, mentre se è formato da una sola componente è chiamato carattere
semplice. Inoltre vi è un gran numero di caratteri omofoni, come ad esempio sotto la sillaba ji sono
elencati in totale 137 caratteri diversi che codificano morfemi diversi.

MORFEMI E PAROLE
Una delle sostanziali differenze tra il cinese antico e il cinese moderno è che molti morfemi liberi del
cinese antico sono diventati legati nel cinese moderno, utilizzati cioè solo in combinazione con altri
morfemi come una parte di parole o altri tipi di espressione. Tuttavia la scrittura tradizionale ha i suoi
punti di forza che gli ha permesso di sopravvivere come il principale sistema di scrittura logografico
nel mondo. Il sistema di scrittura cinese ha due principali vantaggi rispetto alle varie scritture
fonografiche. Ad esempio la sua capacità di distinguere i morfemi omofoni o la versatilità di
connettere tempo e dialetti. (Uno dei meriti della scrittura cinese è proprio la sua abilità di attraversare
tempi e dialetti. Dato che i caratteri possono avere diversi valori fonetici in tempi e luoghi diversi,
possono essere usati per rappresentare la lingua cinese parlata in tempi differenti e in diverse aree
geografiche).

DIFFICOLTÁ DI APPRENDIMENTO
Molte persone ritengono molto difficile imparare a leggere e scrivere i caratteri. Mentre il numero dei
simboli fonetici di base in una lingua fonografica è pari a circa poche dozzina, un’analisi dei
xíngshēng del cinese moderno mostra che ci sono circa 1.300 simboli diversi. La sillaba rappresentata
da un carattere cinese è generalmente composta da tre parti: iniziale, finale e tono. Alcuni studi
rivelano che solo 1.578 sono pronunciati correttamente per quanto riguarda iniziale, finale e tono. Con
i caratteri diversi dai xíngshēng non c'è alcun indizio nella struttura grafica, così come il valore
fonetico. Come risultato un gran numero di grafemi dei xiàngxíng, zhǐshì e huìyì, hanno perso molti
tratti di iconicità, e sono diventati dei simboli mnemonici. É stimato che, per imparare questo sistema
di scrittura, i cinesi in media impiegano due anni in più rispetto a chi utilizza una scrittura fonografica.
Questa è generalmente considerata una delle cause dell'alto analfabetismo in Cina, specialmente nelle
aree rurali.
A causa della complessità della struttura grafica, la lingua cinese non è indicata per indicizzare,
consultare, catalogare ecc. (cioè quando è coinvolta la disposizione di simboli quando si utilizza un
dizionario). I sistemi di indicizzazione del cinese sono divisi in quattro gruppi:
1.Numero di radicali e tratti
2.Sistema di tratti iniziale
3.Sistema dei quattro angoli
4.Sistema di fonetizzazione
Il primo tipo è il sistema più usato, è basato sui bùshou “radicali”. I caratteri che hanno lo stesso
radicale sono differenziati in base al numero di tratti nella parte rimanente del carattere. Per quanto
riguarda il secondo gruppo, i caratteri sono ordinati in base al loro tratto iniziale perché sono scritti in
modo ordinato, i caratteri con lo stesso tratto iniziale sono ordinati in base al numero di tratti. Il terzo
tipo venne introdotto da Wang Yunwu nel 1920, è basato sulla forma dei quattro angoli dei caratteri
quadrilaterali. I caratteri sono ordinati secondo i quattro numeri che sono assegnati loro, ci sono anche
delle forme varianti che assegnano dei numeri ai caratteri sulla base della forma grafica in tre angoli.

Document shared on www.docsity.com


Downloaded by: rita-di-maio-2 (rrdima200@gmail.com)
Per questo gruppo ci sono delle incertezze perché i parlanti devono memorizzare il metodo di
numerazione, che spesso differisce da un autore ad un altro. Nel quarto tipo i caratteri sono ordinati
secondo l’ordine dei simboli fonetici utilizzati per trascrivere\rappresentare i caratteri. In
comparazione con gli altri sistemi, questo è il più efficiente e conveniente per organizzare i caratteri.
L’unico problema con questo metodo è che bisogna sapere la pronuncia del carattere prima di poterlo
localizzare. L’inconveniente della scrittura ha comportato delle restrizioni per quanto riguarda l’uso
del cinese nella comunicazione digitale che ancora oggi è poco utilizzato, difatti l’inglese viene
considerato più conveniente del cinese nella comunicazione digitale

8.5.3 CONTRIBUTO ALLA DIVERSITA’ DIALETTALE E LA DISCREPANZA TRA


SCRITTURA E DISCORSO
È sostenuto che la logografia della scrittura è un fattore che contribuisce alla diversità dialettale della
lingua cinese. Dato che i caratteri hanno differenti pronunce nei diversi dialetti, il sistema di scrittura
non incoraggia la promozione di una “lingua franca” tra i parlanti dei dialetti. Il sistema di scrittura
tradizionale è un importante fattore della discrepanza tra lingua scritta e parlata. Il fatto che
espressioni, nel discorso orale, a causa dell’eccessiva omofonia possano essere differenziati nel
sistema di scrittura tradizionale è responsabile dell’inerzia del cinese antico nel cinese moderno scritto

8.6 APPROCCI ALLA RIFORMA DELLA SCRITTURA


La riforma della scrittura ha iniziato ad essere un problema solo dopo la guerra dell’oppio e iniziò ad
acquisire importanza durante il XX secolo. Si è discusso del fatto che la lingua scritta codificata nella
scrittura cinese tradizionale sia responsabile dell’alto tasso di analfabetismo del paese e rappresenta
un impedimento per il processo di modernizzazione. Per affrontare i problemi della scrittura
tradizionale sono stati adottati due approcci: il primo è semplificare la scrittura e l’altro è adottare un
sistema di scrittura fonografico

9.1 I METODI PER LA SEMPLIFICAZIONE


La semplificazione del sistema tradizionale di scrittura avviene in due modi: il primo attraverso la
riduzione del numero di tratti per carattere, ciò avviene quando un componente del carattere è
sostituito con un altro con minor numero di tratti, o quando l’intero carattere è rappresentato da uno
dei suoi componenti. L’altro metodo si attua attraverso la riduzione di caratteri in uso. Quando un
carattere veniva usato in diversi luoghi e in diversi tempi spesso subivano dei cambiamenti nella loro
forma grafica dando vita a varianti che in linguistica sono chiamati yìyizì (varianti grafiche), ce ne
sono molti nella lingua cinese e corrispondono al 40% del totale dei caratteri. Solitamente il sistema di
scrittura è semplificato scegliendo una delle varianti dello stesso carattere e facendo cadere tutti gli
altri in disuso

9.2 SEMPLIFICAZIONE DEL XX SECOLO


I due processi fondamentali che hanno operato durante l’evoluzione della scrittura cinese sono
complicazione e semplificazione. Quest’ultima fu effettuata sia come risultato di una tendenza verso
la facilitazione e sia come frutto di meticolosi esercizi. Durante la dinastia Zhou Orientale esisteva un
funzionario il cui dovere era promuovere un sistema di scrittura standard in tutto il paese.
L’indebolimento delle autorità fu accompagnato da maggiore diversità nelle scritture usate negli stati.
La composizione dei caratteri della categoria Xingsheng rappresenta un percorso di complicazione,
con il profilare di questi caratteri la scrittura è diventata più complicata sia per la struttura grafica, sia
per il numero totale di caratteri nel sistema. Fu l’imperatore Qin Shihuang a mettere fine alla diversità
di scrittura nelle diverse parti del paese. Dopo aver unificato la Cina, stabilì come sistema di scrittura
standard quello usato nello stato Qin, lo Xiaozhuàn, nonostante ciò continuarono ad esserci varianti

Document shared on www.docsity.com


Downloaded by: rita-di-maio-2 (rrdima200@gmail.com)
all’interno del sistema, per esempio LiShu (per contesti informali), CaoShu (scrittura in corsivo),
Kaishu e lo Xingshu (scrittura in esecuzione). Mentre il Kaishu ha sostituito il LìShu e divenne
standar, il Caoshu e lo Xingshu sono stati utilizzati in contesti informali, come per la corrispondenza
personale o la letteratura popolare. Va notato che la semplificazione si trova alla base della
successione Xiaozhuàn, Lishu, Kaishu. I caratteri presi per sostituire altri omofoni erano trattati alla
pari di quelli utilizzati per rappresentare le parole che non avevano caratteri con cui essere
rappresentate. Definito Jiajiè ‘prestito’, il metodo era uno dei sei modi principali in cui i caratteri
erano fatti ed impiegati. I criteri per definire la correttezza nella scrittura si rafforzarono all’inizio
della dinastia Tang, quando sono stati fatti seri tentativi per stabilire una scrittura standard. Il concetto
di correttezza fu ulteriormente rafforzato nella dinastia Song quando la nuova tecnologia di stampa
rese più disponibili le copie dei libri. Stili oltre a quello standard erano conosciuti con vari nomi con
connotazione negativa come Suti (stile rotto), Bieti (stile variante), Erti (secondo stile)

9.3.1 PRIMA DEL 1949


A partire dalla seconda metà del XIX secolo la semplificazione del sistema di scrittura ha assunto una
nuova dimensione, come riforma della lingua cinese. La prima fase della riforma negli ultimi anni
della dinastia Qing è stata caratterizzata dall’alto entusiasmo per la fonetizzazione della scrittura. I
riformatori linguistici credevano che il sistema tradizionale era incompatibile con una Cina che si
stava modernizzando e quindi bisognava sostituirlo o completarlo con un sistema fonografico. Qian
Xuantong ha pubblicato un articolo dove parla della motivazione e del programma per la riforma della
scrittura. Lui sosteneva che, a meno che la scrittura non subisse una rivoluzione, l’istruzione
universale in Cina sarebbe stata impossibile, quello di cui c’era bisogno per la rivoluzione era la
fonetizzazione. Secondo Qian la scrittura cinese era solo a un passo dall’essere fonetica, l’uso del
‘metodo dei prestiti’ mostrò la caratteristica di scrittura fonetica. L’incapacità di compiere il passo
cruciale è stata attribuita alla stupidità dell’élite alfabetizzata. Qian sperava in cambiamenti entro un
decennio, le sue proposte principali furono:
1 Selezionare dalle varianti di un carattere quello con la struttura grafica più semplice
2 Usare caratteri con una struttura grafica semplice per sostituire quelli omofoni con struttura
complicata
3 Usare simboli fonetici per parole dialettali che non hanno caratteri esistenti a rappresentarle
4 Scrivere parole prese in prestito da altre lingue nella loro forma originale
5 Promuovere lo Zhuyin Zimu, una scrittura fonetica di nuova concezione
Il suggerimento di Qian si è dimostrato fondamentale per tutte le future riforme della scrittura, solo i
primi due punti però furono attuati. Un altro suggerimento di Qian fu quello di dare il riconoscimento
formale ai caratteri semplificati che erano stati proibiti e disprezzati durante le dinastie Ming e Qing.
Per Qian i caratteri semplificati non dovrebbero essere trattati come appartenenti allo ‘stile rotto’ ma
piuttosto ad uno stile migliorato. Sotto la spinta dei riformatori linguistici nel 1935 fu pubblicato il
primo elenco dei caratteri semplificati contenente 324 caratteri semplificati che dovevano essere
utilizzati nelle scuole e nelle pubblicazioni. Tuttavia fu abrogato dopo 6 mesi a causa della feroce
opposizione di funzionari del governo

9.3.2 DOPO IL 1949


La riforma della scrittura è stata ripresa dopo la fondazione della repubblica popolare cinese. Tra i
primi passi importanti ricordiamo la riduzione del numero di caratteri in forme varianti e la
divulgazione di caratteri semplificati per uso ufficiale. Il primo elenco di caratteri fu pubblicato nel
1955 e includeva le forme varianti più utilizzate. Dalle forme varianti di ogni gruppo solo uno fu
scelto come standard e tutti gli altri vennero considerati non più utilizzabili. Furono aboliti 1053
caratteri, per di più quelli con il maggior numero di tratti o forme obsolete. L’eliminazione di questi

Document shared on www.docsity.com


Downloaded by: rita-di-maio-2 (rrdima200@gmail.com)
caratteri ha reso la maggior parte dei caratteri più facili da scrivere e ha anche ridotto il numero di
caratteri in uso, ciò rappresenta un risultato molto positivo per la riforma della scrittura. Nel 1956 fu
promulgato il primo piano dei caratteri cinesi semplificati, composto da tre liste. La lista 1 e la lista 2
contengono rispettivamente 230 e 285 caratteri semplificati, mentre la lista 3 è formata da 54 radicali.
Questi caratteri erano destinati all’uso di prova e furono accettati come forma standard negli anni
seguenti. Nel 1964 fu pubblicata una lista completa di 2236 caratteri semplificati, essa comprendeva
tutti i caratteri semplificati delle tre liste. La lista generale dei caratteri semplificati pubblicata nel
1964 fu ripubblicata nel 1968, apportando lievi modifiche. Dagli anni ’50 i caratteri semplificati sono
stati usati dalla Cina continentale come forma standard. Il comitato per la riforma della scrittura si
approcciò alla semplificazione della scrittura in relazione con gli altri aspetti della riforma, come la
promozione di un parlato standard nazionale. La bozza del primo piano fu completato verso la fine del
1954 e le risposte furono generalmente positive. Nel 1964 il governo centrale ha emanato una
direttiva per un’ulteriore semplificazione dei caratteri secondo cui tutti i caratteri di uso comune
dovevano avere il numero di tratti ridotto a 10 o meno per facilitare l’alfabetizzazione. Il secondo
piano dei caratteri cinesi semplificati fu promulgato nel 1977 e comprendeva 853 caratteri che
rientrano in due liste. A differenza del primo piano, la preparazione del secondo piano è stata
considerata come avventata e mal preparata, portata avanti da membri dello staff nell’istituto di
pianificazione linguistica statale che non era qualificato per trattare problemi linguistici e quindi non
avevano attuato una pianificazione meticolosa, inoltre non ci fu un’ampia consultazione infatti furono
chiesti pochi consigli agli esperti e al pubblico. Per questi motivi il secondo piano è stato subito
criticato e fu abrogato a causa della disapprovazione generale

9.3.3 PRINCIPI ALLA BASE DELLA SEMPLIFICAZIONE


La semplificazione è stata pensata per risolvere alcune difficoltà associate all’uso della scrittura
tradizionale. Per promulgare la prima lista dei caratteri semplificati sono stati seguiti 3 principi.
Innanzitutto, tutti i caratteri semplificati a cui fu confesso lo statuto standard dovevano già essere
utilizzati tra le masse. In secondo luogo, sono stati selezionati quelli più utilizzati. In terzo luogo, i
caratteri che erano già abbastanza semplici in forma grafica non sarebbero stati semplificati
ulteriormente. Il piano del 1965 fu redatto seguendo gli stessi principi, l’unica differenza è che
conteneva anche alcune forme semplificate recentemente progettate. I caratteri del primo piano
rientrano in diverse categorie principali in base al metodo di semplificazione adottato nel processo:
1.I caratteri complicati che vengono sostituiti da quelli con meno tratti, che possono essere già in uso
popolare per scopi informali o adottati allo stile corsivo dei caratteri
2. I caratteri complicati che vengono sostituiti da omofoni che hanno meno tratti
3.I caratteri complicati che vengono sostituiti da quelli semplificati di recente, o che precedentemente
erano in uso limitato
Lo stesso insieme di principi è alla base della preparazione del secondo piano, solo con maggiore
ponderazione ai punti 2 e 3 rispetto al primo piano

9.4 VANTAGGI E PROBLEMI


Lo scopo principale del primo piano era ridurre il numero di tratti dei caratteri, in particolare i
caratteri di uso comune, questo obbiettivo fu raggiunto, difatti il numero dei tratti fu ridotto quasi alla
metà. Dato che il 90% dei caratteri semplificati era già in uso popolare, la promulgazione non fece
altro che concedere il riconoscimento alle pratiche convenzionali. Sembra che la semplificazione della
scrittura abbia reso i caratteri più semplici da leggere, scrivere e riconoscere, andando ad allievare il
peso di chi usa la scrittura o la impara. Tuttavia ci sono dei problemi, il primo è relativo alla
diminuzione del valore indicativo del suono dovuto alla semplificazione della scrittura dei
componenti che li ha resi più difficili da riconoscere e il secondo è l’aumento del numero dei segni

Document shared on www.docsity.com


Downloaded by: rita-di-maio-2 (rrdima200@gmail.com)
simbolici. Dato che sono simboli arbitrari che non hanno nessun valore fonetico riconoscibile, sono
più difficili da memorizzare. In questo modo la semplificazione dei caratteri li rende meno
prevedibili, in termini di suono e significato, di quelli complicati. L’argomento più forte contro la
semplificazione dei caratteri si basa sull’affermazione che questa svolge un ruolo di divisione tra
passato e presenta e tra la Cina continentale e le altre comunità di lingua cinese, in tal modo la
semplificazione impedisce un facile accesso agli scritti di epoche e luoghi diversi. Ciò ha portato
anche a delle difficoltà nella comprensione a causa delle differenze tra i caratteri complicati e
semplificati.

9.5 OBIEZIONI AL SECONDO PIANO


L’incapacità del secondo piano di ottenere ampio sostegno secondo Zhou Youguang è attribuibile a
due fattori. Il primo è che i caratteri non erano ancora abbastanza popolari da essere considerati come
le forme semplificate convenzionali dei caratteri coinvolti, difatti il pubblico ha avuto difficoltà ad
accettare tanti caratteri semplificati sconosciuti. In secondo luogo, l’introduzione di questa
semplificazione alla fine del tumultuoso decennio della Rivoluzione Culturale è stata inopportuna.
L’esperienza di quegli anni ha lasciato alla popolazione una forte avversione per qualsiasi
cambiamento radicale, incluso il cambiamento in questioni linguistiche. Inoltre ha prodotto un
aumento del numero di caratteri che erano più semplici nella forma grafica ma erano facilmente
confondibili tra loro. In secondo luogo non riesce a dare il dovuto riconoscimento alla correlazione tra
frequenza di occorrenza e numero medio dei tratti, in questo modo non fornisce vantaggi reali a chi
scrive. Mentre il 70% dei caratteri del primo piano rientrava nell’intervallo dei 2000 caratteri di uso
più frequente, solo il 44% nel secondo piano apparteneva a questa categoria. Sebbene il secondo piano
semplificava quasi tutti i caratteri del primo piano, molti erano usati raramente e alcuni nemmeno
inclusi nei dizionari. Wang Fengyang stabilisce che il numero di tratti per carattere è ridotto di 4.7 per
quelli del primo piano, ma solo di 1 per quelli del secondo piano. Questo suggerisce che, mentre i
caratteri introdotti nel secondo piano hanno ridotto la differenziazione grafica del sistema di scrittura
nel suo insieme, i vantaggi per gli scrittori sono stati limitati a causa della frequenza basse dei
caratteri coinvolti

9.6 SEMPLIFICAZIONE DELLA SCRITTURA FUORI DALLA CINA CONTINENTALE


Dopo che il governo nazionalista si instaurò a Taiwan nel 1949, la riforma della scrittura per la
semplificazione dei caratteri fu reinserita. Nel 1956 il Ministro dell’educazione in Taiwan emise una
direttiva che proibiva l’uso dei caratteri semplificati al fine di contrastare il “vandalismo dei comunisti
sul continenti, distruggendo la scrittura tradizionale, attraverso la promozione dei caratteri
semplificati”. La semplificazione dei caratteri divenne un delicato problema politico in Taiwan.
L’argomento fu risollevato nel 1960 con ulteriori richieste per l’adozione di semplificazione dei
caratteri. In realtà un gran numero di caratteri semplificati erano stati usati ampiamente in Taiwan per
fini informali, ma la pianificazione del linguaggio istituzionale ha mantenuto un atteggiamento
proibitivo sull’uso di caratteri semplificati nelle pubblicazioni. La più ovvia differenza tra Taiwan e la
Cina continentale sulla promulgazione dei caratteri è che i caratteri semplificati sono usati in Taiwan
soprattutto in forma scritta a mano e raramente stampata, mentre nel continente sono usati sia in forma
scritta che in forma stampata. Recentemente le due parti hanno realizzato comuni tentativi per
unificare la scrittura. Ad Hong Kong i caratteri semplificati sono popolari nella forma scritta e
tacitamente accettati dall’autorità. Singapore ha seguito la Cina continentale nella semplificazione
della scrittura, stipulando nel 1976 che un totale di caratteri semplificati dovrebbero sostituire i
caratteri complessi come forma standard.
Nonostante la scrittura Phags-pa, creata tra il 1260 e il 1269 per volere dell’imperatore fondatore della

Document shared on www.docsity.com


Downloaded by: rita-di-maio-2 (rrdima200@gmail.com)
dinastia Yuan, Yuan Shizu, fosse usata per trascrivere il Cinese e altre lingue, fu primariamente creata
per scrivere il mongolo.
I primi schemi designati specificatamente per la fonetica e per la romanizzazione del cinese furono
tutti sviluppati da missionari occidentali: Matteo Ricci, il gesuita che nel 1538 andò in Cina, è ritenuto
il primo uomo che ha creato una scrittura romanizzata sistematica per il cinese.
Questo schema fu poi modificato da un altro missionario, Nicolas Trigault; i loro schemi avevano 2
obiettivi: trascrivere i nomi propri cinesi e aiutare gli stranieri ad imparare il cinese e i suoi caratteri.
A causa dei conflitti tra i gesuiti e la corte imperiale della dinastia dei Qing, l’influenza dei
missioniari gesuiti nel XVIII secolo fu notevolmente ridotta e dunque la romanizzazione del cinese fu
arrestata per circa un secolo, fu poi ripresa nel 1800.
Tra il 1815 e il 1823, il missionario protestante britannico Robert Morrison pubblicò un dizionario nel
quale era presente un sistema di romanizzazione creato per il cinese mandarino.
Conosciuti con il nome di jia4o hui4 luo2 ma3zi4 questi schemi furono molto influenti, tuttavia con la
fondazione della repubblica cinese nel 1912 questi schemi persero il loro valore e il loro uso fu isolato
a pochissime parti della Cina.

10.2 Schemi proposti dai nativi


L’anno 1892 segna l’inizio di un’era in cui la riforma della scrittura divenne una parte importante nel
tentativo di modernizzare la Cina, a tal proposito Lu Zhuangzhang pubblicò un sistema fonografico
specificatamente creato per la sua lingua nativa, il dialetto di Xiamen.
Dalla prefazione del suo libro emergono alcuni aspetti condivisi anche dagli altri schemi a questo
molto simili:
-la scrittura cinese è inferiore alla scrittura fonografica delle lingue occidentali e del giapponese, e
dovrebbe essere sostituita da un sistema fonetico
-è ovvio che tutte le proposte erano alimentate da un forte desiderio di contribuire alla
modernizzazione del paese piuttosto che per una semplice motivazione intellettuale.
- si credeva che la causa principale dell’analfabetismo fosse da imputare al sistema di scrittura allora
vigente
Le riforme della scrittura in Cina sono concentrate in un arco temporale di 100 anni, nel quale
possiamo individuare 4 periodi:
Primo periodo: dal 1892 al 1911, durante il quale Lu pubblicò il suo sistema fonografico e così vari
intellettuali seguirono il suo esempio pubblicando in tutto 30 schemi di fonetizzazione.
Secondo periodo: inizia nel 1913 con la stesura della prima forma fonetica di scrittura cinese che fu
ufficialmente accettata nel 1918 e chiamata “zhu4yi1n zi4mu3”
Terzo periodo: inizia tra il 1925 e il 1926 con la pubblicazione del “Guóyǔ Luómǎzì” il più sofisticato
schema di romanizzazione; nel 1929 viene pubblicato Latinxua sin wenz.
Quarto periodo: ha inizio con il 1950, periodo in cui vi fu un grande slancio di entusiasmo per la
romanizzazione del Cinese.
Nel 1958 al Congresso Nazionale delle persone fu approvato lo schema “Hànyu3 pi1nyi1n” o anche
semplicemente chiamato “pi1nyi1n”

10.3 Raggruppamenti di schemi


I vari schemi di scrittura fonetica per il cinese che sono stati proposti nei secoli scorsi differiscono tra
di loro essenzialmente per 5 punti: il ruolo previsto in relazione ai caratteri tradizionali, la forma
grafica della scrittura, il dialetto in base al quale il sistema è basato, il modo in cui la struttura sillabica
è rappresentata e infine, in che modo i toni sono rappresentati
10.3.1 Ruoli previsti in relazione ai caratteri tradizionali
Tutti gli schemi fonetici della scrittura sono stati concepiti con l’obiettivo di affrontare i problemi di

Document shared on www.docsity.com


Downloaded by: rita-di-maio-2 (rrdima200@gmail.com)
coloro che imparano e usano i caratteri, ogni schema propone una soluzione che differisce a seconda
del ruolo che gli schemi hanno in relazione alla scrittura tradizionale.
Identifichiamo 4 ruoli: ausiliari, supplementari, alternativi e sostitutivi
Ausiliari: una scrittura fonetica intesa soltanto ad esercitare un ruolo ausiliare non ha alcun effetto
sullo status del sistema di scrittura e sui caratteri, è meramente utilizzato per facilitare
l’apprendimento e l’uso dei caratteri (annotazione della pronuncia o trascrizione)
Supplementari: una scrittura fonetica intesa per essere usata insieme ai caratteri in qualsiasi
situazione, i simboli fonetici sono usati in giustapposizione con i caratteri e creano così nuovi simboli
composti da due parti (il carattere e il suo simbolo fonetico che indica il suono) oppure sono usati per
sostituire i caratteri in alcune parti del testo come in giapponese, dove i kanjii, kana e romaji possono
essere trovati nello stesso testo.
Alternativi: un sistema fonetico alternativo può correttamente adempiere alle funzioni basiche che
sono esercitate dai caratteri nel sistema di scrittura tradizionale, solitamente c’è una divisione tra due
tipi di sistemi di scrittura autonomi: uno è usato per obiettivi pratici di basso livello della vita
quotidiana mentre l’altro, è usato per occasioni formali.
Questi due sistemi costituirebbero quello che in linguistica è conosciuto come digraphia.
Sostitutivi: un sistema fonetico creato per sostituire il sistema logografico, come Quoc Ngu e Hangul
hanno fatto con i caratteri cinesi rispettivamente in vietnamita e coreano.
Il ruolo sostitutivo è quello più radicale, secondo i proponenti di questa teoria il problema associato
alla difficoltà dell’apprendimento dei caratteri può essere risolto con un sistema fonografico.

10.3.2 Forme di scrittura


Le forme grafiche degli schemi proposti si riducono in tre categorie principali: scrittura stenografica,
kana e alfabeto romano.
Scrittura stenografica: il fatto che i simboli giapponesi kana sono forme adottate dei caratteri cinesi
usati come simboli fonetici ha fornito molta inspirazione ai creatori della scrittura fonetica per il
cinese: alcuni simboli fonetici di questi schemi erano basati o su caratteri cinesi già esistenti e sui loro
componenti, o su creazioni completamente nuove.
Questo periodo culminò nella prima scrittura fonetica promulgata dal governo centrale: zhu4yi1n
zi4mu3
Vi erano poi alcuni schemi che mantennero i caratteri cinesi come simboli basici della scrittura, ma
furono usati come simboli fonetici e rappresentavano le sillabe nella lingua (esempi: yi1n bia3ozi4
proposto da Zhai Jiaxiong nel 1930 che conteneva 454 caratteri intese a rappresentare tutte le sillabe
cinesi senza una differenza tra toni)
Il rappresentante più importante di questa categoria è il linguista Chao Yuen Ren che propose il
sistema generale dei caratteri cinesi (GCC) o anche “to1ngzi4” basato sul sistema fonologico del
cinese, le sillabe fonemiche nel tongzi comprendevano le caratteristiche principali delle consonanti
iniziali dei dialetti del Wu, le vocali del mandarino e le finali del cantonese.
Alfabeto romano: paragonando questo sistema a quelli già discussi, lo schema che usa l’alfabeto
romano fu uno sviluppo più tardivo: il primo schema di questo tipo è quello di Zhu Wenxiong
chiamato “Jia1ngsu1 xi1n zi4mu3” il nuovo alfabeto di Jiangsu del 1906.
2 sono i fattori più rilevanti nella scelta della forma di scrittura: uno è il vantaggio tecnico della
scrittura in termini di facilitazione dell’apprendimento ed efficienza dell’uso; l’altro è come richiama
al sentimento nazionalistico che ha tradizionalmente legato il sistema ai caratteri cinesi tra il pubblico
generale in Cina.
Questi due fattori possono entrare in conflitto tra di loro quando si tratta di selezionare una forma
particolare di scrittura: la scrittura stenografica non sembra quella adatta, le sue forme sono facili da
scrivere ma non da leggere essendo costituite da simboli che non sono sufficientemente differenziati

Document shared on www.docsity.com


Downloaded by: rita-di-maio-2 (rrdima200@gmail.com)
tra di loro.
Durante il primo periodo fu l’affezione nazionalistica per la scrittura tradizionale che prevalse sulle
considerazioni tecniche nella scelta di forme di scritture: alcuni schemi adottano caratteri regolari
come simboli basici della scrittura fonetica, ciascuno rappresenta una sillaba singola.
Per ridurre l’omofonia alcuni schemi introdussero distinzioni nei dialetti diversi da quello pechinese
nel sillabario, tonzi è uno schema di questo tipo.
La scrittura kana che assomiglia alla forma grafica dei caratteri cinesi tradizionali viene considerata
superiore alla scrittura romanizzata per il suo appello nazionalistica, i simboli kana tuttavia non sono
caratteri convenzionali e servono meglio come simboli fonetici essendo liberi dal loro significato
semantico che è stato associato al carattere logografico.
In termini di convenienza tecnica ed efficienza, paragonato ai simboli kana, l’alfabeto romano è
superiore: è economico nella quantità dei simboli basici ed è anche più facile da memorizzare .
La scrittura romanizzata rappresenta il linguaggio in una maniera fonetica, più precisa e più flessibile
delle rappresentazioni semi-fonetiche e semi-sillabiche adottate dalla scrittura kana: dal 1930
l’alfabeto romano è diventato il principale tipo di scrittura, essendo stato adottato in tutti gli schemi
più importanti come il “guoyu luomazi” latinxua e pinyin.
Agli inizi del 1950 Mao ZeDong insistette che la fonetizzazione del sistema di scrittura cinese sarebbe
stato nazionale nella forma, e sarebbe stato elaborato sulle basi di caratteri cinesi già esistenti

10.3.3. Basi dialettali


In relazione ai dialetti, i caratteri cinesi funzionano come simboli algebrici, e per quanto riguarda la
loro base dialettale gli schemi di scrittura fonetica finora proposti, occorre menzionare due gruppi
principali: quelli non specifici del dialetto o inter-dialettali e quelli che, invece, sono specifici.
1.non specifici
Alcuni schemi romanizzati sono creati per fungere da sistema di scrittura per tutti i dialetti cinesi,
svolgendo lo stesso ruolo della scrittura cinese tradizionale senza il problema associato ai caratteri:
questo sistema è possibile in quanto quasi tutti i dialetti moderni del cinese possono essere ricondotti
al sistema fonologico del cinese medievale come rappresentato in Qie4yu4n , si può dimostrare che i
dialetti moderni derivano da questo sistema mediante regole fonologiche che collegano particolari
fonemi e tonemi al segmento finale corrispondente.
Le differenze tra i dialetti si rilevano nei diversi ruoli fonologici dei termini, e i parlanti di uno
specifico dialetto giungono ad una specifica pronuncia mediante l’applicazione di una serie di regole
fonologiche equivalenti a quelle usate nella derivazione storica di parole del sistema qieyun.
Il primo schema da ricordare in questa categoria è “La romanizzazione inter-dialettica” proposto dai
preti cattolici Henri Lamasse ed Ernest Jasmin tra il 1931-1932, uno schema basato sulla pronuncia
del cinese come veniva presentato nel qieyun.
Wang Li e Chao Yuen Ren crearono sistemi basati approssimativamente sullo stesso principio: quello
di Wang era chiamato wenyan luomazi 2223 cioè “la classica romanizzazione letteraria cinese” teso a
codificare il cinese antico; quello di Chao era chiamato “Romanizzazione generale del cinese” ossia
un sistema di scrittura applicabile a tutti i dialetti e a tutti gli stili letterari.
2. dialetti specifici
La maggioranza dei dialetti specifici apparteneva a questo gruppo ed erano basati sui dialetti non
mandarini, tra i dialetti rappresentati vi erano il min meridionale, il cantonese e il Wu.
In concomitanza alla difesa del guoyu, la tendenza giunse ad assumere il dialetto pechinese come base
della romanizzazione; a partire dal 1913 vi furono vari tentativi per decidere la pronuncia standard del
guoyu per ogni carattere e da quel momento vari schemi di romanizzazione furono creati per
rappresentare il nuovo cinese moderno standard.
D’altra parte, l’idea di basare la scrittura fonetica del cinese su un singolo dialetto fu rifiutata, in

Document shared on www.docsity.com


Downloaded by: rita-di-maio-2 (rrdima200@gmail.com)
favore di una separata romanizzazione per ciascuno dei principali dialetti: si arrivò così agli schemi
del latinxua sin wenz, tuttavia molti accademici considerano questi schemi come un mero esercizio
intellettuale piuttosto che un’attività con applicazioni pratiche.
Il loro insuccesso è da imputare al modo in cui decodificano l’informazione fonologica in quanto non
presenta una crescita compensativa significante: i simboli di base sono supposti a rappresentare valori
puramente fonetici e la facilità di riconoscimento, raggiunta dal sistema logografico con le sue distinte
forme grafiche per morfemi omofoni, è persa.
D’altro canto, dal momento che i simboli fonografici sono rimossi dalla pronuncia di molti dialetti,
richiede molto impegno da parte dei parlanti prima che loro possano stabilire corrispondenze tra
grafemi e il loro discorso.

10.3.4 Rappresentazione della struttura sillabica


Gli schemi fonografici differiscono nel modo in cui la struttura segmentale delle sillabe viene
rappresentata, si suddividono in tre gruppi principali: sillabico, sillabo-fonemico e fonemico.
1.Sillabico: un simbolo è usato per rappresentare un’intera sillaba proprio come i caratteri nella
scrittura tradizionale, tutti gli schemi che comprendono i caratteri usati come simboli puramente
fonetici appartengono a questa categoria.
2.Sillabo-fonemico: due o tre simboli fonetici sono usati per rappresentare la struttura sillabica del
carattere, alcuni codificano fonemi mentre altri sillabe; schemi che usano 2 simboli sono chiamati
shuangpin “doppio spelling” e solitamente usano un simbolo per l’iniziale, rappresentando un fonema,
e un altro per la finale, rappresentando una sillaba.
Quelli che usano 3 simboli sono chiamati sanpin “triplo spelling” e usano un simbolo per l’iniziale e
la mediale, e l’altro per la restante parte della finale: con questo schema la mediale è sempre
presentata con un simbolo separato.
3.Fonemico: ogni segmento è rappresentato da un simbolo, la maggioranza degli schemi romanizzati
adotta questo metodo; esso riflette una più sofisticata analisi della struttura sillabica, e a differenza del
sistema sillabo-fonemico, è caratterizzato da due caratteristiche che lo rendono superiore: utilizza un
numero minore di lettere fonetiche ed è in grado di rappresentare una grande varietà di tipi sillabici.

10.3.5 Rappresentazione di toni


Gli schemi differiscono anche in relazione ai toni delle sillabe, la differenza degli omofoni è la
maggior considerazione a favore dell’indicazione dei toni, dal momento che senza il tono segnato, le
parole omofone costituiscono 1/3 del vocabolario del cinese moderno.
Coloro che hanno deciso di omettere i toni nei loro schemi lo hanno fatto perché le ambiguità sono
risolte dal contesto, Latinxua sin wenz è lo schema più importante che non indica i toni, eccetto che in
casi di ambiguità come ma3i (comprare) ma4i (vendere).
D’altro canto, guoyu luomazi ha sviluppato un modo per indicare i diversi toni nel campo
dell’ortografia, altri schemi indicano i toni con numeri o segni diacritici posti in uno dei quattro angoli
della parola, questo offre maggior flessibilità.

10.4 Five representative schemes


1. L’alfabeto fonetico mandarino di Wang Zhao (gua1nhua4 zi4mu3)
Fu proposto nel 1900 e fu lo schema più influente durante il primo periodo della riforma della
scrittura.
L’alfabeto contiene 49 simboli per le iniziali e 12 simboli per le finali, rappresentando la struttura
sillabica mediante il metodo del double spelling: i toni sono marcati con un punto in uno dei quattro
angoli della parola e le parole assumono una forma grafica molto simile a quella del kana.

Document shared on www.docsity.com


Downloaded by: rita-di-maio-2 (rrdima200@gmail.com)
Originariamente vi era una stretta somiglianza tra il guanhua zimu e i caratteri scritti, poi con Lao
Naixuan fu ampliato per scrivere altri dialetti, come il Wu, il cantonese e il Min.
(Seguendo questo schema furono scritti moltissimi libri e circa 60,000 copie furono vendute in un
decennio)
Due sono i ruoli che furono svolti da questo schema: ha svolto un ruolo ausiliare fornendo aiuto per la
pronuncia dei caratteri e in secondo luogo, mirava ad offrire un sistema di scrittura totalmente
indipendente che fosse un’alternativa alla scrittura dei caratteri. (da un lato Wang zhao riteneva che
fosse impossibile abolire i caratteri cinesi a causa dell’esistenza dei classici cinesi, allo stesso tempo
riteneva che ci dovesse essere una scrittura alternativa, il guanhua zimu, più facile da apprendere)

2.Zhu4yi1n zi4mu3
Il primo sistema di scrittura fonografico fu promulgato nel 1918 dal ministero dell’educazione della
repubblica cinese, i simboli di questo sistema erano adattati dai caratteri semplici del cinese antico
caratterizzati da pochi tratti e forme semplici.
Il metodo che fu adottato fu quello del triplo spelling nella rappresentazione della struttura sillabica,
all’inizio i toni ya2ngpi2ng, sha3ng, qu4 e ru4 erano segnati da un punto collocato in uno dei quattro
angoli della parola; in seguito, il punto fu sostituito da 4 distinti segni diacritici collocati sulla parola:
inizialmente si voleva rappresentare un sistema fonologico basato sul pechinese, ma che includesse
anche caratteristiche di altri dialetti, come quello di Nanjing.
Successivamente, fu deciso di focalizzarsi esclusivamente sul pechinese e, dunque, alcuni simboli che
rappresentavano suoni diversi da questo dialetto furono aboliti.
Questo sistema viene definito come il culmine del primo periodo della riforma della scrittura iniziato
nel 1892 da Lu Zhuangzhang, è tuttavia in contrasto con il sistema precedentemente citato (wang
zhao) in base all’obiettivo della scrittura fonetica: tanti schemi originari furono creati per svolgere
almeno un ruolo delle 3 funzioni principali (supplementari, alternativi, o sostituivi in aggiunta al ruolo
ausiliare), al momento della promulgazione fu affermato che il zhuyin zimu avrebbe svolto soltanto
un ruolo ausiliare (annotare la pronuncia dei caratteri) .
Alcuni dei suoi progettisti concepirono un ruolo più attivo aggiungendovi anche una funzione
supplementare o alternativa, ad esempio Li Jinxi sostenne che tutti i caratteri avrebbero dovuto essere
accompagnati da zhuyin zimu (nelle pubblicazione i caratteri tradizionali dovrebbero essere sostituiti
da un nuovo tipo di scrittura composta da caratteri in giustapposizione con zhuyin zimu)

3.Guoyu Luomazi
Fu pubblicato da un gruppo di studiosi e linguisti nel 1926 e promulgato dal governo nel 1928,
rappresenta il primo sistema romanizzato che fu ufficialmente riconosciuto dall’istituzione della
pianificazione linguistica.
Il sistema era principalmente basato sul dialetto pechinese e su alcune caratteristiche presenti in
dialetti settentrionali, doveva servire ad una romanizzazione standard dei caratteri cinesi per tutti gli
obiettivi rilevanti del tempo, come la trascrizione di sostantivi corretti, e doveva inoltre funzionare in
relazione ai caratteri scritti.
Non soddisfatti dello stampo conservativo che il governo assunse riguardo al ruolo dello zhuyin zimu,
un gruppo di intellettuali liberali avviò un feroce dibattito in merito al fato dei caratteri scritti verso la
fine del 1910.
Nelle riviste come Xīn Qīngnián, la maggior parte degli articoli ha intrattenuto una visione abbastanza
radicale, sostenendo la sostituzione del carattere scritto da uno più facile da imparare e usare. La
richiesta dell’abolizione dei caratteri a favore dell’alfabeto romanizzato raggiunse il picco intorno al
1923. Nel guóyǔ luómǎzì i toni sono rappresentati in termini di ortografia invece che da segni
diacritici. Ciò rende il sistema inutilmente complicato e per questo motivo non riscosse successo.

Document shared on www.docsity.com


Downloaded by: rita-di-maio-2 (rrdima200@gmail.com)
Tuttavia è stato influente in quanto ha inaugurato un nuovo periodo di progettazione della scrittura
fonetica del cinese: il guóyǔ luómǎzì è caratterizzato da un passaggio di simboli basati sui caratteri
all’alfabeto romano come scrittura predefinita; quello che indica i toni dell’ortografia nel guóyǔ
luómǎzì potrebbe aver dato una seconda vita come strumento per insegnare il cinese agli stranieri. Il
motivo per cui guóyǔ luómǎzì è utile per inserire i toni corretti è che gli studenti occidentali sono
abituati a pensar che una parola sia diversa se questa è pronunciata in modo diverso; usando guóyǔ
luómǎzì devono pensare a tono corretto ogni volt che usano una sillaba.

Latinxua sin wenz


Latinxua sin wenz venne progettato da alcuni studiosi comunisti cinesi in esilio in Unione Sovietica e
pubblicato nel 1929; è stato il primo schema romanizzato messo su larga scala come sistema di
scrittura indipendente. Latinxua si wenz differisce dagli schemi precedenti in tre aspetti: gli schemi
già discussi sono progettati e promossi come parte dello sforzo per promuovere un linguaggio
nazionale basato sul dialetto Pechinese; i fautori di Latinxua si wenz erano contrari a rendere il
dialetto Pechinese la base di una lingua nazionale standard per i parlanti di tutti i dialetti cinesi,
etichettando i Movimento Linguistico Nazionale come uno sforzo elitario che posizionò in svantaggio
coloro che non paravano mandarino. Invece di basare la scrittura romanizzata sulla pronuncia di un
dialetto hanno mantenuto uno schema separato per ciascuno dei dialetti importanti; ci furono ameno
13 schemi di Latinxua si wenz e il più influente era quello basato sul mandarino settentrionale in
quanto la popolazione era più vasta in quell’area. La fonologia è simile a quella guóyīn, incorporando
una serie di funzioni al di fuori del dialetto pechinese; i toni non sono marcati se non quando
strettamente necessario e ciò lo rende ‘’più semplice’’. Altra caratteristica riguarda l’atteggiamento
radicale dei sostenitori nei confronti dei caratteri; è stato affermato che i caratteri cinesi erano un
prodotto della vecchia società feudale, ed era diventato uno strumento con cui la casse dirigente
opprimeva le masse lavoratrici; erano un impedimento insormontabile ad una maggiore
alfabetizzazione e inadatto ad una società moderna. Nonostante l’ostilità del governo nazionale verso
lo schema, Latinxua si wenz era molto popolare come sistema di scrittura autonomo, in particolare
nelle regioni controllate dal partito comunista. Secondo Ni Haishu sono apparse più di 300
pubblicazioni; la cosa più importante per il notevole successo è che dimostro ai successivi sostenitori
della riforma della scrittura, solo cosa si otterrebbe tramite una scrittura fonetica, aprendo la strada
allo schema Hànyǔ pīnyīn pubblicato nel 1950.

Hànyǔ pīnyīn
Hànyǔ pīnyīn venne progettato durante la metà del 1950 e promulgato nel 1958 dal governo della
repubblica cinese; viene adottato dall’alfabeto romano e assunse una rappresentazione fonemica
seguendo le linee di guóyǔ luómǎzi e Latinxua si wenz. Il pīnyīn ha ricevuto il pieno sostegno de
governo statale, in un modo non testimoniato in qualsiasi precedente periodo di riforma linguistica in
Cina. È l’ufficiale schema fonografico in Cina, quello più utilizzato nelle scuole e nelle pubblicazioni.
È stato adottato dall’International Standardization Organization nel 1982 come modulo standard per la
trascrizione di parole cinesi. Ci sono due aspetti del pīnyīn di cui vale la pena discutere: la base
dialettale del sistema e l’altro riguardo alle funzioni a cui è destinato il pīnyīn. Il pīnyīn è basato
esclusivamente sulla pronuncia del dialetto Pechinese; non è stato fatto alcun tentativo da parte
dell’istituzione di pianificazione linguistica di progettare schemi simili per altri dialetti. Il concetto di
lingua standard nella forma del pǔtōnghuà è stato abbracciato dal nuovo governo, infatti una delle
principali funzioni del pīnyīn è di facilitare l’acquisizione del pǔtōnghuà dai parlatori di altri dialetti.
Il governo della Repubblica Cinese ha optato per l’uniformità del linguaggio; il pīnyīn è destinato ad
un uso ausiliario, in opposizione all’uso sostitutivo del Latinxua si wenz. Zhou Youguang uno dei
principali progettisti del pīnyīn, osservò 4 decenni dopo che il progetto di un nuovo schema fonetico

Document shared on www.docsity.com


Downloaded by: rita-di-maio-2 (rrdima200@gmail.com)
nei primi anni ‘50, fu incitato dall’insoddisfazione da parte dell’istituzione statale di pianificazione
linguistica e dai capi anziani di stato con i precedenti schemi come zhùyīn zìmǔ, guóyǔ luómǎzì e
Latinxua sin wenz. Essi sostenevano che questi erano scemi adatti a scopi ausiliari e non sostitutivi e
per questo motivo bisognava adottarne uno nuovo. Quando il pīnyīn fu promulgato ci fu un ritiro dalla
precedente funzione attribuitagli; il pīnyīn è destinato ad un ruolo ausiliario in quanto utile per la
promozione del moderno cinese standard tra i madrelingua di altri dialetti. Quando la prima bozza
venne distribuita venne chiamata ‘’Prima bozza del sistema di scrittura fonetica cinese’’ ma quando
venne promulgata venne cambiata in Hànyǔ pīnyīn fāng'àn “schema fonetico cinese”.
Fonizzazione a Taiwan e altrove
Zhùyīn zìmǔ e guóyǔ luómǎzì furono rispettivamente ribattezzati zhùyīn fúhào "simboli di
annotazione sonora" nel 1930 e yìyīn fúhǎo "simboli di traslitterazione" nel 1940. I nuovi nomi
indicano esattamente le funzioni zhùyīn zìmǔ e guóyǔ luómǎzì da allora in servizio a Taiwan. zhùyīn
zìmǔ ha svolto un ruolo ausiliario mentre guóyǔ luómǎzì è principalmente utilizzato per traslitterare i
nomi cinesi in altre lingue. Nel maggio 1984, il Ministero della Pubblica Istruzione ha pubblicato una
versione rivista del guóyǔ luómǎzì e allo stesso tempo, ha annunciato che il nome yìyīn fúhào è stato
cambiato in Guóyǔ zhùyīn fúhào dì èr shì "Simboli di annotazione sonora del guóyǔ’’. Promulgato ne
1986 la versione rivista è più vicina al pīnyīn. La fonizzazione del cinese in altre comunità cinesi tra
cui Hong Kong e Singapore si limita in gran parte alla traslitterazione dei nomi propri cinesi in lingue
usando sistemi di scrittura fonografica.

Usi e riforme del sistema scritto del cinese: presente e futuro


Deviazione dalla politica ufficiale
Sul frontespizio della riforma scritta, c'è stato un chiaro andamento tra il pubblico che ha portato ad
un distaccamento dai controlli rigidi, presenti sino agli anni '50. In concomitanza con il ventennio
successivo al 1956, hanno assistito ad una maggiore deviazione dallo standard nell'uso dei caratteri; le
originali forme complesse dei caratteri semplificati sono state messe in scena. Le opere calligrafiche
di politici di alto livello contengono un gran numero di caratteri complessi; il rinnovato interesse per
la scrittura complessa è strettamente correlata all'ipotesi diffusa che gli utenti della scrittura complessa
siano più istruiti; la scrittura complessa è utilizzata in una miriade di classici cinesi. L'associazione
con un patrimonio culturale secolare conferisce alla scrittura complessa un'aura di prestigio che era
molto più attraente. L'associazione della scrittura complessa ad una tradizione di prestigio è rinforzata
dal fatto che molti studiosi stimati ed eminenti calligrafi sono abituati a scrivere con una scrittura
complessa, poiché la maggior parte di loro ha terminato gli studi molto prima della divulgazione dello
schema di semplificazione nel 1956. l'uso della scrittura complessa è giustificata sulla base del fatto
che sarebbe meglio accogliere i lettori delle comunità cinesi d'oltremare come: Taiwan, Hong Kong,
ecc. dove viene usata solo la scrittura complessa. Poiché le comunità cinesi d'oltremare sono
economicamente più sviluppate della Cina continentale, la scrittura complessa è associata alla
ricchezza. Allo stesso tempo, un gran numero di caratteri semplificati non autorizzati sono apparsi in
luoghi pubblici. L'esteso uso dei caratteri complessi e dei caratteri semplici non autorizzati in Cina
dall'inizio del 1980 contrasta nettamente con la considerevole uniformità nell'uso della scrittura prima
di quel momento. Seguendo l'adozione di una politica più liberale vi è stata una grande diversità in
tutti gli aspetti della società Cinese. Dal 1986 in poi, la State Language Commission, ha reagito
all'incremento delle deviazioni dallo standard emettendo una serie di direttive le quali hanno mirato a
riparare ciò che vedono come una situazione caotica nell'uso della scrittura. Fu ribadito che la scrittura
complessa dovesse essere utilizzata solamente nella pubblicazione di classici in wényán, e che la
forma standard dei carattere come promulgato dall'istituzione della pianificazione del linguaggio
dovrebbe essere strettamente osservato nelle pubblicazioni e in altri scritti esposti in pubblico.

Document shared on www.docsity.com


Downloaded by: rita-di-maio-2 (rrdima200@gmail.com)
Politica ufficiale della questione sulla scrittura
Per più di due decenni dopo il 1956, erano pochissimi che osavano sfidare la politica ufficiale sulla
riforma della scrittura. La situazione è cambiata considerevolmente dalla fine degli anni '70. Le
persone si sentono più libere di esprimere le proprie opinioni su tutti gli aspetti della pianificazione
linguistica. Mentre la promozione dello Standard Moderno Cinese E sono state accettate dalla
maggioranza del pubblico e dagli esperti allo stesso modo. Gli argomenti contro la sostituzione della
scrittura cinese tradizionale con una romanizzata sono molto più pubblicizzati di prima. Si sostiene
che mentre i lettori cinesi devono imparare circa 3000 caratteri per poter leggere Renmín Rìbào, i
lettori inglesi devono imparare nell'ordine di 50.000 parole per raggiungere lo stesso livello di
comprensione con il New York Times. La ragione di queste bugie risiede nel fatto che i 3000 caratteri
cinesi possono essere usati per combinare in centinaia e migliaia di parole. L'arretratezza del paese nel
suo insieme non può essere attribuita alla difficoltà del suo sistema di scrittura. Il rapido sviluppo
economico di Taiwan negli ultimi decenni è stato citato come prova contro l'affermazione che la
scrittura cinese tradizionale non è adatta ai tempi moderni. Ci sono sempre più richieste di un
atteggiamento più tollerante nei confronti dell'uso di caratteri complessi che sarebbero stati resi
obsoleti dalla promulgazione delle loro controparti semplificate. La posizione ufficiale che vieta l'uso
di caratteri complessi nei luoghi pubblici è criticata come troppo rigida. Si sostiene che, sebbene possa
essere desiderabile imporre una scrittura standard nei materiali stampati, le persone dovrebbero avere
più libertà nella scelta della scrittura per le opere scritte a mano. Si propone di ripristinare la scrittura
complessa nella stampa della Cina continentale, sia per facilitare la differenziazione dei caratteri, sia
per garantire un più ampio accesso ai lettori al di fuori della terraferma. Quelli a favore di un'ulteriore
semplificazione sostengono che esiste ancora un numero considerevole di caratteri che, a causa della
complessità della loro struttura grafica, dovrebbero essere semplificati nell'interesse della facilità di
riconoscimento e scrittura. Dato che centinaia di milioni di persone nella Cina continentale sono già
state addestrate nella scrittura semplificata, sarebbe altamente antieconomico cambiare il sistema di
scrittura semplicemente per accogliere altre comunità cinesi. La proposta pratica di leggere nella
scrittura complessa ma di scrivere in quella semplificata, a loro avviso, porterebbe solo a un onere più
pesante agli studenti, che per essere alfabetizzati dovrebbero conoscere sia script semplificati che
complessi.

Cambio nella politica della riforma della scrittura


Le argomentazioni contro la fonizzazione e l'ulteriore semplificazione su larga scala, hanno avuto un
impatto sul processo fatto dagli istituti di pianificazione linguistica. Nel gennaio 1986, la seconda
Conferenza Nazionale sulla lingua e la scrittura fu convocata a Pechino. Questa conferenza segna
alcuni cambiamenti nella politica ufficiale sulla riforma della scrittura; gli obiettivi della Conferenza
del 1986 erano di rivedere ciò che era stato realizzato finora nella riforma linguistica e di elaborare
obiettivi e strategie per il futuro. Il secondo schema di caratteri cinesi semplificati, promulgato nel
1977, fu formalmente abrogato in base al fatto che sarebbe stato un disagio eccessivo per la
compilazione di dizionari e caratteri per uso informatico. Durante l'incontro è stato rivelato che
l'istituzione di pianificazione linguistica preparò un altro elenco di caratteri da semplificare,
contenente complessivamente 111 caratteri, che sperava potesse ricevere un'accoglienza più
favorevole. Si è scoperto che anche il sistema molto più conservatore non è riuscito a ottenere
l'approvazione degli esperti partecipanti e del legislatore. La risoluzione indica che l'obiettivo fissato
negli anni '50, e ribadito nel 1964, per ridurre il numero di tratti di caratteri comuni a 10 o meno è
stato abbandonato.

Prospettive della riforma della scrittura

Document shared on www.docsity.com


Downloaded by: rita-di-maio-2 (rrdima200@gmail.com)
Mentre l’obiettivo di sostituire lo script logografico con uno fonografico è stato quasi abbandonato, si
stanno ancora facendo tentativi di promuovere gli usi di pīnyīn oltre a quello di un sistema ausiliario.
Si ritiene che se il pīnyīn avrà mai un ruolo più ampio, dovrebbe iniziare con i bambini in età scolare;
mentre avanzano ai gradi più alti e imparano più caratteri, tuttavia, perdono per lo più le abilità in
pīnyīn. Questa perdita di competenza in pīnyīn ha riscontrato poca sorpresa o rimpianto da parte degli
educatori o dei linguisti. In un certo senso, il pīnyīn è destinato a svolgere approssimativamente lo
stesso ruolo nelle scuole del sistema ITA. Uno dei motivi principali per cui un tale sistema ausiliario
non riesce a diventare un sistema di scrittura è che sono state stampate pochissime pubblicazioni;
senza sufficienti opportunità per praticare il pīnyīn e senza sufficiente motivazione, esso si disattiva
prima che gli studenti si diplomino alla scuola elementare. Sebbene la standardizzazione
dell'ortografia in pīnyīn contribuirà al miglioramento della qualità e della quantità di scritti e
pubblicazioni, è improbabile che il pīnyīn svolgerà un ruolo oltre quello di transizione, a meno che la
società in generale diventi più aperta a una scrittura diversa dai caratteri logografici.
Ottimizzazione del tradizionale sistema di scrittura
Vi è un crescente consenso sul fatto che, invece della semplificazione o della fonizzazione,
l'approccio migliore per adattare il sistema di scrittura tradizionale alla società moderna dovrebbe
essere quello che viene chiamato ottimizzazione ed include: delimitazione del numero di caratteri di
uso comune, miglioramento del suono e significato e standardizzazione dell’ordine dei caratteri.
-Delimitare il numero di caratteri di uso comune
Si pensa che il numero molto ampio d caratteri cinesi che devono essere appresi possa spiegar la gran
parte della difficoltà con il sistema di scrittura. Sebbene i 3000 più comuni coprano oltre il 99% di
tutti i caratteri utilizzati negli scritti moderni, gli altri caratteri possono anche apparire
occasionalmente, spesso con nomi propri o in scritti di alta letteratura. Con la pubblicazione del set di
caratteri per uso informatico (codice GB) nel 1981, il numero di caratteri per uso generale
nell'elaborazione al computer della scrittura cinese nella Cina continentale è stato delimitato in modo
efficace. Tuttavia, finora non ci sono restrizioni su giornali o case editrici per quanto riguarda il
numero di caratteri utilizzati.
-Migliorare il suono e il significato indicando la capacità dei caratteri
Dato che i caratteri della categoria xíngshēng comprendono circa il 90% dei caratteri di uso comune
in cinese moderno, la scrittura sarebbe più facile da imparare e usare se le componenti fonetiche e
semantiche dei composti erano migliori indicatori dei valori fonetici e semantici. Vi è un crescente
riconoscimento della necessità di prestare maggiore attenzione alla funzione delle componenti dei
caratteri all'interno dell'intero sistema di scrittura quando sono soggetti a semplificazione. I caratteri
coinvolti nel processo non devono essere trattati separatamente, ma in relazione ad altri caratteri che
contengono componenti fonetici o semantici identici o simili. Allo stesso tempo, il numero di segni
simbolici dovrebbe essere ridotto al minimo.
-Standardizzare l'ordine dei caratteri
Le differenze tra dizionari, cataloghi, ecc. nell'ordinamento dei caratteri in termini di struttura grafica
hanno creato molti disagi agli utenti. La standardizzazione dell'ordine dei caratteri per tali scopi è
anche uno dei compiti importanti nell'ottimizzazione del sistema di scrittura cinese. Ciò richiederebbe
la designazione e l'ordinamento dei radicali, nonché la standardizzazione in termini di numero e
ordinamento dei tratti dei caratteri. Preparato dall'istituto di pianificazione linguistica nel 1983, una
bozza di schema per l'indicizzazione dei caratteri da parte dei radicali è stato distribuito per la
discussione; una volta finalizzato, il sistema fungerà da standard per tutti gli scopi che richiedono
l'ordinamento dei caratteri. Con la fonizzazione o l'ulteriore semplificazione su larga scala del sistema
di scrittura cinese, la maggior parte della discussione sulla riforma della scrittura dall'inizio degli anni
'90 è diretta verso aspetti dell'ottimizzazione. È probabile che le istituzioni di pianificazione
linguistica adottino a tempo debito proposte sulla delimitazione del numero di caratteri per l'uso

Document shared on www.docsity.com


Downloaded by: rita-di-maio-2 (rrdima200@gmail.com)
quotidiano e sulla modificazione della struttura grafica di alcuni singoli caratteri in conformità con i
principi di ottimizzazione

Document shared on www.docsity.com


Downloaded by: rita-di-maio-2 (rrdima200@gmail.com)

Potrebbero piacerti anche