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Filoso ia

Nel V secolo Atene raggiunge l’apice del suo splendore, sia dal punto di vista politico (si
ritorna alla democrazia), sia da quello culturale (teatro, iloso ia…). Questo periodo è
chiamato Illuminismo Greco.
Con Pericle Atene diventa un laboratorio di democrazia diretta (quando si vota una persona e
svolge il lavoro per cui è stato votato).
I so isti furono intellettuali che fecero della loro sapienza un mestiere retribuito (ciò era visto
male). Solo successivamente verranno rivalutati.

Gorgia
Fu il più notevole rappresentante dell'antica so istica dopo Protagora, e insieme il creatore
dell'arte retorica. A erma che nulla esiste, e che se anche esistesse non sarebbe conoscibile
dall’uomo, e che se fosse conoscibile non sarebbe comunicabile.
Relativismo: concezione che ritiene che le diverse civiltà umane esprimono valori, usi,
costumi…, e nessuno di questi è da contrastare (a patto che non ledano la dignità umana).
Protagora scrive le “Antilogie” o “Ragionamenti doppi”. Sostiene che il bene e il male sono
entrambi difendibili e che non sono valori universali. Le Antilogie sono volte a determinare
ciò che è più utile per il singolo e per la collettività.
Protagora riconosceva un principio di scelta, più debole ma comunque valido. Ritiene l'utile
come il bene del singolo.
Gorgia era interessato allo sviluppo di una retorica, che doveva servire a commuovere le
persone per farle persuadere. La religione era fondamentale anche nella cultura greca.
Con Protagora nasce l’agnosticismo (l’uomo non è in grado di determinare se Dio esiste
oppure no).
I so isti si interrogano sul rapporto tra legge e natura. Crizia (capo dei 30 tiranni) riteneva che
la legge è uno strumento di egemonia e potere.
Ippia ritiene che la legge è sempre divina, e che la legge della città può ostacolare il
raggiungimento della felicità.

Socrate
Fu uno dei più importanti iloso i greci nonostante non scrisse mai niente. Si interroga sul
pensiero profondo dell'umanità e sull'essenza del nostro essere al mondo. Si chiede come
giungere alla conoscenza di ciò che è bene per l'uomo e per la Polis.
Non scrisse nulla perché riteneva che la verità fosse dentro l’uomo. Sosteneva che con il
dialogo si capiva sé stessi.
Socrate cercava il dialogo con le persone. Gnosis eauton —> conosci te stesso.
Chi parlò di lui:
- Aristofane. Fu un poeta conservatore. Vedeva in Socrate una minaccia ai valori tradizionali.
Per questo Socrate venne condannato a morte. Ne “le nuvole” di Aristofane, Socrate è il
bersaglio della sua satira. Socrate veniva descritto con un’immagine brutta (paragonata ai
Sileni, brutti fuori ma con un’anima all’interno).
- Senofonte. Fu uno storico, allievo e ammiratore di Socrate.
- Platone. Fu un allievo e ammiratore, che spesso si serviva di Socrate per esporre la propria
iloso ia.
- Aristotele. Fu un suo allievo ammiratore.brilla per sintesi e chiarezza. Si focalizza su quello
che ritiene il suo contributo fondamentale: il problema della de inizione.
Secondo Socrate non ha senso vivere se non si ricerca la verità. Socrate non fu un anti-so ista
ma erede e al contempo l'avversario della so istica. È interessato ad andare oltre al
relativismo conoscitivo e morale (a di erenza dei so isti). È interessato all'uomo, era
spregiudicato, anticonformista e interessato alla dialettica (come so isti).
La prima condizione necessaria per il dialogo e la ricerca è la conoscenza della propria
ignoranza (“sapiente è colui che sa di non sapere”).
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Invita indagare e cercare (entro limiti dell’esperienza) i problemi fondamentali dell’uomo.
Fu il primo a chiamarsi ilosofo “amante del sapere”/“in cerca del sapere”.
Fasi del dialogo socratico:
1) ironia: ingere di non sapere svelando all’interlocutore la propria ignoranza
2) confutazione: nel momento critico dell'ironia Socrate usa questa tecnica con
l'interlocutore per dimostrare l'inconsistenza delle sue posizioni (metodo dialettico-
zenoniano). Entrambe le fasi sono volte a liberare la mente da false certezze per invogliare
la ricerca della verità.
3) maieutica: “tecnica della levatrice”. Il ilosofo aiuta l'interlocutore a partorire la verità che
egli custodisce dentro di sé. Socrate per questo si faceva chiamare ostetrico di anime.
4) ricerca della de inizione: attraverso un dialogo serrato (domande brevi e veloci) Socrate
arrivava de inire i tratti le caratteristiche di un concetto (la de inizione).

Aristotele
Attribuisce a Socrate la scoperta dell'induzione e del concetto, che però per Socrate non è
mai una forma di sapere assoluto e statico. La verità è piuttosto una forma di omologhia
(accordo razionale su un tema che si raggiunge attraverso il dialogo). Socrate ritiene che la
virtù sia una conquista faticosa e che sia sempre scienza, cioè una forma di sapere e di
ricerca intellettuale (come i so isti).

La nozione di legalità è indipendente dalla nozione di giustizia. Una legge deve essere
osservata in quanto tale e non per ciò che sostiene (indipendentemente se sia giusta o
sbagliata). Ciò lo aveva dichiarato Socrate.
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