Sei sulla pagina 1di 7

PROTAGORA DI ABDERA: VITA E OPERE

Protagora nacque nel 486 a. C. ad Abdera, in Tracia (regione dell’Asia


minore) da una nobile famiglia.
Fu discepolo di Democrito e insegnò ai giovani l’oratoria e la dialettica.
Protagora divenne celebre e ricco grazie al suo fascino intellettuale e alla
sua straordinaria eloquenza.
Ad Atene riscosse grande ammirazione, tanto da frequentare la casa di
Pericle, il leader della democrazia ateniese.

Le opere scritte da Protagora sono:


I RAGIONAMENTI DEMOLITORI e LE ANTILOGIE.

Le Antilogie sono “discorsi antitetici”, contrapposti, dove ad ogni


argomento corrisponde il suo contrario.

L’UOMO È MISURA DI TUTTE LE COSE

La principale tesi filosofica di Protagora è la seguente:


“l’uomo è misura di tutte le cose, delle cose che sono in quanto sono,
delle cose che non sono in quanto non sono”.

La centralità dell’uomo è evidente in questa affermazione di Protagora.


L’uomo è il metro (MISURA), cioè il soggetto di giudizio delle cose.
La misura di cui parla Protagora è la norma di giudizio: l’uomo è giudice e
le cose sono tutti i fatti, senza eccezione.
L’uomo è la misura, cioè il soggetto di giudizio, di tutte le cose (quindi di
tutti i fatti) che sono in quanto sono e che non sono in quanto non sono
(senza eccezione).
1
Sul preciso senso filosofico della tesi esistono varie interpretazioni (vedi
sul testo da pag. 126 a pag. 128 e la sintesi a pag. 146).

L’uomo è l’unico strumento di misura per giudicare la realtà e la verità.

Secondo Protagora, non esistono verità assolute (complete, totali), ma


ogni verità è relativa: ciascun individuo si forma la sua opinione sulle
cose.

L’opinione è l’unica verità possibile, relativa ad ogni individuo, quindi


soggettiva. 

2
GORGIA DI LENTINI: L’IMPORTANZA DELLA PAROLA

Gorgia di Lentini (in provincia di Siracusa) è stato un grande oratore,


capace di battere qualsiasi avversario con la sua dialettica.
Questa grande capacità oratoria gli permise di accumulare una ingente
fortuna economica, tra l’altro sperperata prima della sua morte avvenuta
all’età di 109 anni.

Gorgia era in grado di confutare qualsiasi tesi a richiesta.


Spesso, nemmeno lui si curava troppo, di credere in ciò che sosteneva.

Scopo della sua filosofia: la scelta delle parole più utili che gli garantissero
di prevalere nello scontro dialettico.

Gorgia fu il più grande sostenitore dell’importanza fondamentale della


PAROLA nel mondo umano.
Con la parola l’uomo può convincere, colpire, difendersi.

La parola può tutto: la parola è la vera forza dell’uomo e Gorgia ne


affermò la sua straordinaria potenza:
“Potenza della parola: nulla è se non la parola”.

Da Gorgia ha origine l’ERISTICA.


L’eristica è l’arte della parola, l’arte della disputa, l’arte di vincere nelle
discussioni confutando le affermazioni dell’avversario.
Tutto sta nell’abilità a sostenere e confutare contemporaneamente
argomenti tra loro contraddittori.
3
SUL NON ESSERE O SULLA NATURA E L’ENCOMIO DI ELENA

Gorgia scrisse due opere:


SUL NON ESSERE O SULLA NATURA e L’ENCOMIO DI ELENA.

Nella prima opera, Gorgia stabilisce le tre tesi fondamentali della sua
filosofia, dando grande prova della sua abilità dialettica:
- NULLA C’È
- SE ANCHE QUALCOSA C’È, NON È CONOSCIBILE DALL’UOMO
- SE ANCHE È CONOSCIBILE, È INCOMUNICABILE AGLI ALTRI

Queste sono le 3 tesi attraverso le quali Gorgia rovesciò la tesi di


Parmenide:
- NULLA ESISTE
- SE ANCHE QUALCOSA ESISTESSE, NON POTREBBE ESSERE
COMPRENSIBILE DALL’UOMO
- SE ANCHE QUALCOSA FOSSE COMPRENSIBILE, SAREBBE
INCOMUNICABILE

Per Parmenide esiste soltanto l’essere (l’essere è), mentre il non-essere non
esiste perché sappiamo che il nulla non è.

Gorgia sostiene invece che, non solo il non-essere, ma anche l’essere non
esiste. L’essere non esiste, perché se anche esistesse, non sarebbe
comunicabile (perché per comunicare ci si serve delle parole e le parole
non sono l’essere). Per Gorgia l’unica realtà è data dalla parola.

4
Nell’altra opera, L’ENCOMIO DI ELENA, Gorgia vuole difendere la bella
di Troia, appunto Elena, ritenuta colpevole di aver scatenato la guerra di
Troia scoppiata tra i greci e i troiani.
Per Gorgia, Elena non ha colpa e sostiene che essa fu convinta a tradire il
marito Menelao, dalle affabulazioni verbali di Paride (dalle parole di
Paride).
In sostanza, Gorgia riconosceva alla parola, il potere di ipnotizzare
l’interlocutore fino a fargli perdere la ragione.

LA CRISI DELLA SOFISTICA E LA SUA RIVALUTAZIONE ODIERNA

Con la seconda generazione dei Sofisti, o sofisti minori, abbiamo la crisi e


la dissoluzione del movimento.

I filosofi sofisti meno noti della seconda generazione sono: Antifonte,


Trasimaco, Crizia, Callicle e gli eristi Eutidemo e Dionisodoro.

Nell’Eutidemo1, un dialogo di Platone, si parla di due fratelli Eutidemo e


Dionisodoro, gli interlocutori del dialogo, che si divertono a dimostrare,
per esempio, che solo l’ignorante può apprendere e, subito dopo, che
invece apprende solo il sapiente.

Platone e Aristotele, nei loro scritti utilizzano il termine sofista con un


significato nettamente spregiativo, riferendosi agli “ERISTI, Eutidemo e
Dionisodoro.
1
Platone scrisse complessivamente 34 dialoghi.
Tre sono i dialoghi di Platone contro i sofisti: oltre all’Eutidemo, che riguarda la
polemica contro gli eristi, abbiamo il Protagora, che riguarda il problema della
insegnabilità della virtù, e il Gorgia, che riguarda la polemica contro la retorica.
5
Con l’eristica si ebbe la totale risoluzione della filosofia nella retorica.
Platone condannò aspramente la retorica, un’arte che riesce a persuadere
solo gli ignoranti, che hanno una conoscenza inadeguata e sommaria delle
cose.
La retorica è però rivalutata da Aristotele che la definisce:
<<arte di scoprire i mezzi di persuasione possibili in relazione a qualsiasi
argomento>>.

I Sofisti sono sempre stati visti e schematizzati nei loro aspetti più
negativi, come una sorta di pseudofilosofi da opporre agli angeli del vero
sapere: Socrate, Platone e Aristotele.

Ma la critica contemporanea appare più obiettiva e favorevole ad una


rivalutazione globale della Sofistica e della sua importanza storica e
filosofica.

Uno dei primi a rivalutare i Sofisti è stato Hegel, filosofo tedesco, il


maggiore rappresentante dell’idealismo tedesco.

Va precisato che, grazie alle ricerche effettuate da molti studiosi, si è


anche imparato a distinguere nettamente fra i grandi maestri della
prima generazione e quelli della seconda, evitando di ridurre i sofisti
ad un unico blocco.

L’importanza storica e filosofica dei Sofisti va vista anche in virtù di


quella “SVOLTA” che hanno operato nella filosofia antica, con il
passaggio dall’indagine sulla natura all’uomo e con l’apertura al

6
pubblico della filosofia (precedentemente la filosofia era stata una
disciplina più che altro chiusa, insegnata dal maestro ai soli allievi).

Potrebbero piacerti anche