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Gabriele Rottura 3G 11 febbraio 2021

Testo argomentativo sulla pena di morte

La pena di morte, o pena capitale, è una punizione crudele,


disumana e degradante ormai superata, abolita nella legge o
nella pratica, da più della metà dei paesi nel mondo.

La pena di morte viola il diritto alla vita, è irrevocabile e può


essere in litta a innocenti, mentre il suo uso sproporzionato
contro poveri ed emarginati è sinonimo di discriminazione e
repressione.
Oggi, più di due terzi dei paesi al mondo ha abolito la pena
capitale per legge o nella pratica.
Nel 2019, sono state messe a morte almeno 657 persone in 20
paesi, una diminuzione di qualche numero rispetto al 2018
(almeno 690). Il dato rappresenta il numero più basso di
esecuzioni registrate nel corso degli ultimi dieci anni. La
maggioranza delle sentenze capitali sono state eseguite in Cina,
Iran, Arabia Saudita, Iraq ed Egitto.
La Cina rimane il maggior esecutore al mondo, ma la reale verità
dell’uso della pena di morte in questo paese è sconosciuta,
perché i dati sono classi icati come segreto di stato; per questo
motivo, il dato complessivo di almeno 657 esecuzioni, non tiene
in considerazione le migliaia di sentenze capitali che si ritiene
siano eseguite in Cina ogni anno.
Il numero delle esecuzioni documentate diminuito del 5%
rispetto al 2018, raggiungendo il valore pi basso registrato in
almeno dieci anni e confermando cos la riduzione anno per
anno.
Tuttavia, alcuni paesi ci stanno ripensando riguardo l’abolizione
della pena capitale.




Gabriele Rottura 3G 11 febbraio 2021

In confronto al 2018, Iraq, Arabia Saudita, Sudan del Sud e


Yemen hanno incrementato in modo rilevante il numero delle
persone messe a morte. Bahrain e Bangladesh hanno ripreso le
esecuzioni dopo l’interruzione di un anno. Il parlamento delle
Filippine ha presentato delle proposte di legge per la
reintroduzione della pena capitale. In Sri Lanka invece hanno
minacciato di riprendere le esecuzioni, ferme ormai da anni.

Questa punizione così spietata dovrebbe diventare illegale per


ovvie ragioni:
• La pena di morte viola il diritto alla vita.
• La pena di morte è una punizione crudele e disumana.
• La pena di morte non è mai stata un provvedimento più
e icace degli altri, e mai lo sarà.
• La pena di morte è un omicidio premeditato dello stato.
• La pena di morte è sinonimo di discriminazione e
repressione. 
• La pena di morte non dà necessariamente conforto ai
familiari della vittima.
• La pena di morte può uccidere un innocente, senza poter
più tornare indietro.
• La pena di morte ha un e etto negativo sulla famiglia della
vittima, in liggendogli so erenza.
• La pena di morte nega qualsiasi possibilità di riabilitazione. 
• La pena di morte non rispetta i valori di tutta l’umanità

La domanda da porsi è: esiste un reato per cui è giusto uccidere


il suo autore?
La risposta è semplice: no
La pena di morte è una macelleria che si è presa il nome di
giustizia. Mai rispondere a un crimine con un altro crimine ha
reso un Paese sicuro.
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Gabriele Rottura 3G 11 febbraio 2021

Usare le proprie tasse per mettere in atto l’esecuzione capitale è


contrario all’utilizzare le tasse per il bene collettivo.

Chiudo questo testo con Georges Jacques Danton, un politico e


rivoluzionario francese, che chiese al boia Sanson, che stava per
ghigliottinarlo, un piccolo favore: “Non dimenticare di mostrare
la mia testa al popolo: ne vale la pena”.

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