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La religione funeraria al

tempo degli antichi egizi


Gabriele Rottura
Il rito funebre
Perché il corpo del defunto possa continuare
a vivere nell'aldilà è necessario che esso sia
preservato integro. Tale ine veniva assicurata
tramite la tecnica della mummi icazione.
Questo procedimento consisteva
nell'asportazione dei visceri, che venivano
avvolti in bende e conservati in quattro vasi,
detti canopi. Il cadavere veniva
successivamente trattato con vari ingredienti,
avvolto in bende e deposto nel sarcofago, in
genere fatto di legno o di pietra. Seguiva la
processione verso la tomba, dove, prima della
sua chiusura, veniva compiuto il rito
dell’apertura della bocca.
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Le tombe egizie
In epoca storica le tombe egizie erano
sostanzialmente di tre tipi: l’ipogeo
spesso identi icato nella tomba rupestre
scavata nella parete rocciosa, la mastaba,
costituita da una cappella sovrastante la
camera sepolcrale sotterranea, e la
piramide. Le tombe rupestri presentano
almeno due tipologie di sepolture che
sono: la tomba a sa e la tomba a
piramide.
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L’oltretomba
La concezione egizia dell'aldilà ha subìto
notevoli trasformazioni nel corso dei secoli.
In epoca arcaica il mondo delle anime era
considerato il cielo stellato. All'incirca dalla
sesta dinastia si assiste a un'evoluzione dei
concetti riguardanti la religiosità funeraria:
la igura di Anubi, l'originario signore degli
inferi, ne diviene il guardiano. Anche le
tecniche di salvezza interessano sempre di
più anche gli uomini comuni, ad eccezione
degli strati sociali inferiori: ed ecco che chi
poteva, provvedeva al culto funerario, che
comprendeva il cibo per il ka, gli appropriati
riti di sepoltura e i testi magici di preghiere.
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Verso la dodicesima dinastia si assiste a
un'inversione di tendenza riguardo alla
localizzazione del regno dei morti, che
viene ubicato sotto terra e governato da
Osiride, il Signore dell'Occidente.
Il dio del sole Ra arreca la luce ai
defunti, visitandoli ogni notte.
Il passaggio al regno di Osiride doveva
però essere preceduto da un'operazione
rituale: il cuore del defunto veniva
messo sul piatto di una bilancia dove
era pesata. Se il cuore era leggero come
la piuma di Maat, posta sull'altro piatto,
Anubi lasciava il defunto nelle mani di
Osiride, altrimenti il cuore era dato in
pasto al coccodrillo Ammit.

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