Socrate nato nel V secolo a.C. ha una capacità straordinario nell'arte della discussione.
Platone uno dei giovanissimi
aristocratici seguaci di Socrate, nei suoi dialoghi lo paragona ora a una torpedine marina che tramortisce la sua preda con una scarica elettrica, ora a un tafano che stimola il cavallo pigro facendolo correre al meglio delle sue potenzialità. Socrate tratti temi come la condizione umana la realtà sociale l'eccellenza nella vita pubblica. Mentre i sofisti si pongono l'obbiettivo a sostenere brillantemente qualsiasi tesi, indipendentemente da come stanno realmente le cose, Socrate vuole scoprire come stanno realmente le cose. Socrate li impartisce gratuitamente a chiunque, Egli esercita l'attività di insegnamento a beneficio della sua città. Socrate è legato ad Atene infatti l’ha lasciata quattro volte la prima per pellegrinaggio al santuario di Corinto invece per le altre tre per combattere valorosamente in difesa della patria stessa nella guerra del Peloponneso nella battaglia di Potidea, Delio e Anfipoli. Socrate non ha mai scritto nulla: il suo pensiero si manifesta esclusivamente in forma orale. Si tratta di un pensiero e sinceramente basato sulla discussione Ora se condannandoli nell'ora ragionamenti ora criticandoli e confutandoli sempre allo scopo di cooperare nella ricerca della verità. Una tale discussione e i suoi peculiari effetti sarebbero impossibili se Socrate si rivolgesse ai lettori di un libro. Testimonianze dei suoi contemporanei o dei resoconti di epoche posteriori: Principalmente quattro autori - Aristofane, Senofonte, Platone e Aristotele. Aristofane che era un commediografo ha modo di assistere in prima persona lo sviluppo della sua filosofia, Bensì ne fa una caricatura trasformandolo nel bersaglio di una satira. È un poeta E vede nei filosofi una minaccia per i valori tradizionali della società ateniese. Socrate appare come un pericoloso ciarlatano, per cui la rappresentazione di Aristofane è tendenziosa e malevola. Grazie alle altre fonti sappiamo che Socrate si distingueva adesso dai sofisti quanto al metodo e dai fisici quanto al tema della ricerca, infatti, il suo metodo era smascherare le tesi false e andare in cerca di quelle vere quindi gli interessava bensì la società umana. Senofonte e Platone aveva un'ammirazione per il loro maestro ed erano stati allievi negli ultimi anni della sua vita. Senofonte è uno storico grazie a lui abbiamo informazioni biografiche. Riguardo alla filosofia di Socrate proviene dai dialoghi di Platone: il problema è che il personaggio di Socrate veniva utilizzato da Platone per esporre la propria filosofia. Aristotele, che era stato un allievo di Platone, invece era una testimonianza indiretta ma ci dà un resoconto che brilla per sintesi e chiarezza. Aristotele si focalizza su quello che per lui era il contributo principale di Socrate alla storia della filosofia cioè la domanda “che cos'è” il quale è il problema della definizione. Socrate nasce ad Atene intorno al 470 a.C. Il padre era uno scultore invece la madre era un’ostetrica, quindi, era una classe di lavoratori godeva di un buon reddito ma rinuncia a cercarsi un lavoro redditizio per dedicare alla propria esistenza la ricerca del sapere. il suo stile di vita è semplice e austero talmente tanto che non necessita di un guadagno infatti vive soltanto tramite l'eredità dei genitori e aiuti che gli venivano dati spontaneamente dagli amici e dai giovani aristocratici interessati ai suoi insegnamenti. Socrate si sposa con Santippe dalla quale ha tre figli. La formazione filosofica di Socrate ha luogo negli anni della grande fioritura culturale di Atene sotto il governo di Pericle. Inizialmente, Socrate frequenta la scuola di Anassagora e si interessa agli studi sulla natura. Gli interessa scoprire come è bene che le cose siano, come è giusto che le cose siano. Vai in cerca di una conoscenza che gli permetta di valutare i fatti: Una conoscenza che verta su criteri di valutazione cioè su valori ma per perseguire questo scopo è necessario andare indagare la realtà sociale, bensì il mondo degli uomini. Poiché nell’Atene di Pericle i principali esperti della realtà sociale e delle azioni umane sono i sofisti, Socrate si rivolge a loro per avere chiarimenti, ma rimane deluso: i sofisti si occupano sì della realtà sociale e delle azioni umane, ma il loro sapere non verte nel sostenere con efficacia una certa posizione a prescindere dal fatto che sia giusto o meno. Gli anni della formazione di Socrate si concludono dunque con un esito insoddisfacente. Il responso della Pizia ha una svolta nel percorso filosofico di Socrate avvenuto intorno al 430 a.C. La sacerdotessa del tempio di Apollo a Delfi dove si attribuiva la capacità di riferire i pensieri di Dio. Costei interrogata da Cherefonte un amico di Socrate diceva che Socrate è il più sempre sapiente fra tutti gli uomini. Questo lascia Socrate perplesso soprattutto perché si trova in una fase in cui ha l'impressione di non possedere nessuna certezza significativa e di dover dipendere dall'insegnamento degli altri. Socrate va in cerca di qualcuno che sia più sapiente di lui in modo da contraddire la Pizia. Comincia così una serie di discussioni in cui Socrate si confronta con coloro che si reputano sapienti. si incontra con i politici e Socrate comprende che sono ritenuti massimi esperti nella vita pubblica ma poi scopre che il loro sapere non ha fondamenta certa, non è un vero sapere. Infatti, dimostra che quanto un presunto sapiente crede di sapere è soltanto un'illusione. L'incontro con i poeti è deludente, incapaci di rendere esplicito il sapere che dovrebbe trovarsi nelle loro opere. Infine, gli artigiani appaiono più abili dei poeti a spiegare il loro lavoro e più sapienti dei politici. Infatti Socrate rimane perplesso perché se hai bisogno di un vaso si rivolgono i vasai che possiedono un sapere genuino su come si costruisce un vaso mentre affidano il governo della città a persone sprovviste di qualsiasi competenza su come si governa una città. Il sapere che interessa a Socrate è proprio quello che riguarda la vita pubblica e l'attività politica. Su questo tema gli artigiani si rivelano altrettanto ignoranti dei politici e dei poeti e non meno presuntuosi. Alla fine Socrate intuisce che cosa può significare il responso della Pizia: ne Socrate negli altri cittadini possiedono il sapere più prezioso quello riguardante la vita pubblica e l'attività politica ma a differenza degli altri cittadini Socrate è consapevole della mancanza di questo dono mentre gli altri sono erroneamente convinti di possederlo. e proprio la consapevolezza della mancanza del sapere che spinge Socrate ad andare in cerca e a chi fa di lui più sapienti degli uomini. Quali sono i valori i cioè i criteri in base quali stiamo valutando L'esito delle indagini di Socrate è sconcertante nessuno tra gli ateniesi in grado di dire che cosa significano queste parole bellezza bontà coraggio virtù che cosa sono esattamente questi valori e valutano in base a criteri che non sanno esplicatare, anche gli esperti i sapienti. Aporìa (strada impraticabile) Socrate ha fatto sorgere nei suoi interlocutori la consapevolezza che egli stesso possiede il sapere di non sapere punto di partenza imprescindibile di una vera ricerca. Può uscire dall'ignoranza soltanto chi la riconosce in se. Strumenti fondamentali del suo metodo filosofico l'ironia L'ironia di Socrate consiste nel trattare il proprio interlocutore come sapienti allo scopo di verificare se loro è un vero sapere. L'atteggiamento di colui che rivolse la domanda al proprio interlocutore presentandosi come un ignorante di fronte al sapiente ma senza escludere la possibilità che il presunto sapiente si rilevi all'altrettanto ignorante anzi ancora più ignorante perché ignora anche di essere tale. L'ironia permette a scuola Socrate di analizzare quello che gli altri credono di sapere in modo da svelarne progressivamente l'inconsistenza. Socrate dice l'interlocutore che ha ragione e questo consegue una serie di domande e ragionamenti al cui termine l'interlocutore stesso a dubitare di avere ragione. L’aporia, l’irrimediabile mancanza di un esito risolutivo.