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Wali (governatore)

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Il termine Wālī (in arabo ‫والي‬‎? , wālī), o semplicemente Wali, ha indicato dal VII secolo fino al XX
secolo il governatore di una grande provincia conquistata dagli Arabi musulmani e assoggettata dapprima al
potere del califfato (wilāya, in arabo ‫ﻭالﻳـة‬‎? , ossia "governatorato"), e in seguito del califfato della
Sublime porta, in cui in turco-ottomano il sostantivo Wālī era pronunciato Valì e la parola wilāya diventava
vilayèt.

Indice
Etimologia
Wālī e Valì
Storia
Cariche derivate
Valli di Sicilia
Valì
Note
Voci correlate
Collegamenti esterni

Etimologia
La radice di riferimento < w-l-y > si ricollega al concetto di "cura", "tutela" e origina anche il termine walī
(in arabo ‫ولى‬‎? ), usato in senso più direttamente giuridico nell'ambito degli istituti legati alla successione
patrimoniale e al contratto matrimoniale, per i quali è prevista appunto la figura di un "curatore".

Con l'espressione invece walī l-ʿahd (in arabo ‫وﻟﻲ العهد‬‎? ) si indicava invece l'erede designato (il
"tutore del patto") che viene per lo più tradotto con l'espressione "erede presuntivo".

Wālī e Valì
Il vocabolo è stato adottato dal Dizionario Enciclopedico Italiano della Treccani in questa forma,[1] anche se
un maggior numero di dizionari gli preferisce l'accezione turca contemporanea Valì.[2][3][4][5][6][7][8]

La maggior frequenza d'uso dell'accezione turca nel lessico italiano[2][3][4][5][6][7] dipende dal più intenso
contatto intercorso nei secoli tra le realtà politiche ed economiche della penisola italiana e l'Impero
ottomano, fino alla guerra italo-turca che portò nel 1911 il Regno d'Italia a conquistare le province ottomane
della Tripolitania e della Cirenaica, e all'epilogo della prima guerra mondiale, in cui Italia e Impero
ottomano combatterono su fronti contrapposti. In epoche più remote, in particolare nei diplomi medioevali
in lingua araba raccolti da Michele Amari, era invece accezione comune l'uso del lemma wālī[9][10].

Storia
La figura e la nomina del governatore risale al primo periodo "ortodosso", cioè ai primi quattro califfi.
Questa figura acquisisce una certa autonomia durante l'età omayyade, quando il califfo che lo nominava
lasciava libero il suo wālī di scegliersi i collaboratori amministrativi, come pure i giudici statali, di nomina
politica (qāḍī, in arabo ‫) ? قاﺿﻲ‬.

In epoca abbaside invece il califfo si riservò, insieme alla nomina del wālī, anche il diritto di scelta di tali
funzionari operanti nei governatorati. Tale fortissimo accentramento del potere califfale divenne ostativo di
una buona amministrazione man mano che il califfato raggiunse dimensioni assai estese, ingenerando un
progressivo degrado delle periferie e forme di lotta autonomistica che saranno alla base della crisi che
porterà alla frammentazione del califfato stesso in "dinastie" o "Stati", sia sul continente asiatico sia su
quello africano, a partire dall'XI secolo.

Cariche derivate

Valli di Sicilia
Lo stesso argomento in dettaglio: Vallo di Sicilia.

Nella Sicilia islamica è ipotizzata la figura del wālī, da cui si sarebbe derivato il termine vallo. Sebbene
esistessero dei governatori sull'Isola nel periodo in questione, tuttavia, è bene precisare che Idrisi, nella sua
carta geografica dell'Isola, pubblicata nel 1154, qualificava iqlīm (dal termine greco clima) il Val Demone,
segno della persistenza delle tre grandi entità territoriali della Sicilia derivante dai precedenti distretti
amministrativi che presero il nome di Themata di Sicilia in età bizantina, vale a dire a partire dalla metà del
VII secolo.

Secondo quanto proposto dallo storico siciliano Michele Amari, il termine usato in Sicilia di "valli" - plurale
di "vallo", usato per identificare i tre principali distretti territoriali in cui era divisa l'isola (il Val di Mazara, il
Val Demone e il Val di Noto) - potrebbe derivare dalla lingua latina (vallum) o da quella araba (wālī) e
risalirebbe alla seconda metà del IX secolo[9]. Tale suddivisione territoriale, divenuta solo formale durante la
dominazione islamica dell'Isola, assunse nuovamente un valore amministrativo quando la Sicilia fu sotto la
dominazione dei Normanni. I tre "valli" in cui venne divisa l'Isola, quindi, rimasero a lungo la principale
suddivisione amministrativa - salvo poche variazioni - fino alla loro definitiva abolizione nel 1818 in base
alla riforma amministrativa borbonica.

Valì
La carica di governatore viene assorbita dal califfato della Sublime Porta durante l'impero ottomano e viene
adattato alla lingua turca come valì. Il valì era posto a capo delle province in cui si divideva lo stato,
mantenendo la denominazione anche durante la repubblica kemalista, titolo comunque riservato al capo
dell'unità amministrativa locale, analogo al "prefetto" delle nazioni occidentali[1].

Note

1. «Wālī <uàalii> s. m., arabo (pl. wulā't). - Vocabolo che risale alla stessa radice del
precedente [Walī NdR] ma da esso semanticamente distinto, col senso di
"governatore, prefetto". Tale appare fino dal secolo I dell'egira il nome dei governatori
delle province nello stato musulmano. Nell'impero ottomano, esso, pronunciato alla
turca valì (e in questa forma adattato in italiano), indicava del pari il governatore delle
grandi province (vilayèt) in cui si divideva lo stato. E anche nella repubblica
kemalista il nome si è mantenuto, riservato al capo dell'unità amministrativa locale,
analogo al "prefetto" delle nazioni occidentali.»

(Dizionario Enciclopedico Italiano (DEI) dell'Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Vol. X, p. 1, colonna


C.)

2. Cfr. il lemma valì (http://www.treccani.it/vocabolario/vali/) sul Dizionario Treccani.


3. Cfr. il lemma valì (http://www.grandidizionari.it/Dizionario_Italiano/parola/V/val.aspx?query=v
al%C3%AC) sul Grande Dizionario Italiano Hoepli
4. Cfr. il lemma valì (http://www.sapere.it/sapere/dizionari/dizionari/Italiano/V/VA/val%C3%AC.h
tml) sul dizionario Sapere.
5. Si veda il lemma «valì» sul Lessico Universale Italiano della Treccani.
6. Cfr. il lemma valì sulla Nuova Enciclopedia Rizzoli-Larousse, vol. XX, p. 335.
7. Cfr. il lemma valì sul Grande Dizionario Garzanti della Lingua Italiana.
8. ^ Cfr. il lemma valì (http://www.dizionario.rai.it/poplemma.aspx?lid=1458&r=586819)
Archiviato (https://web.archive.org/web/20141219215910/http://www.dizionario.rai.it/poplem
ma.aspx?lid=1458&r=586819) il 19 dicembre 2014 in Internet Archive. sul DOP.
9. A tal proposito lo storico siciliano ricordava in via del tutto ipotetica, senza prendere
posizione, i sostantivi arabi wilāya e wālī (nota 3 a p. 610 del I volume della II edizione). Si
veda Michele Amari, Storia dei Musulmani di Sicilia (http://books.google.it/books?id=sn5KAA
AAYAAJ), vol. I, Firenze, Le Monnier, 1854, pag. 465 (http://books.google.it/books?id=sn5KA
AAAYAAJ&printsec=frontcover&source=gbs_ge_summary_r&cad=0#v=onepage&q=Val%20
di%20Mazara%3A%20regione%20piana&f=false) o, meglio, la seconda edizione in 5 tomi,
pubblicata nel 1933 a Catania da Romeo Prampolini, con note a cura di Carlo Alfonso
Nallino (I, p. 610).
10. ^ Idem, Biblioteca arabo-sicula, Lipsia, Deutschen Morgenländischen Gesellschaft, 1857
(rist. Torino-Roma, Ermanno Loescher, 1880).

Voci correlate
Califfato
Qadi (turco Cadì)
Muftī (turco Muftì)

Collegamenti esterni

wālī, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.


WĀLĪ, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1937.
wālī, su sapere.it, De Agostini.

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