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Pizza

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Disambiguazione – Se stai cercando altri significati, vedi Pizza (disambigua).

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Motivo: Voce che presenta numerose indicazioni contraddittorie interne per ingiusto
rilievo e localismo, che nel complesso danneggiano sia la validità della voce stessa sia la
sua differenziazione dalla voce pizza napoletana.

La pizza è un prodotto gastronomico salato, che consiste in Pizza


un impasto a base di farina, acqua e lievito, che viene
spianato per essere farcito tipicamente con pomodoro e
mozzarella o altri ingredienti e poi cotto in un forno a
legna. Tipica della cucina napoletana, è oggi, insieme alla
pasta, la pietanza italiana più conosciuta al mondo.[1][2]

Col nome pizza, praticamente ignoto al di là della cinta


urbana napoletana, ancora nel XVIII secolo, si indicavano
le torte, quasi sempre dolci. Fu solo a partire dagli inizi del
XIX secolo che la pizza assunse, sempre a Napoli, la sua
attuale connotazione. Il seguente successo planetario della
Pizza napoletana (Margherita)
pietanza ha portato, per estensione, a definire nello stesso
modo qualsiasi preparazione analoga.[3] Origini

Nel 2017 l'UNESCO ha dichiarato l'arte del pizzaiolo IPA [ˈpittsa]


napoletano come patrimonio immateriale Luogo
dell'umanità. [4][5][6][7]
Dopo il riso, la pizza è l’alimento più Italia
d'origine
mangiato al mondo, seguito dalla pasta.[8] Secondo il
Corriere della Sera, "pizza" è la parola italiana più famosa Regione Campania
al mondo, prima di "ciao".[9] Il napoletano Raffaele Diffusione mondiale
Esposito viene spesso indicato come il padre della pizza
moderna.[10][11][12][13] Dettagli
Categoria piatto unico
Settore Paste fresche e prodotti
Indice della panetteria, della
Etimologia biscotteria, della
pasticceria e della
Origine
confetteria
Tipologia per preparazione
Pizza tonda Ingredienti per la pasta
Pizza al taglio principali farina
Pizza alla pala acqua
Pizza al metro sale
Tipologia per origine geografica
Pizza napoletana lievito di birra
Pizza siciliana altri ingredienti
Pizza romana differiscono in base alle
Pizza genovese varianti
Pizza pisana
Varianti pizza fritta, calzone
Pizza marchigiana
Pizza al tegamino (Torino)
Pizza al trancio (Milano)
Condimenti
Varianti
Calzone
Pitta chjina
Paposcia di Vico del Gargano
Panzerotto
Pizzetta
Sperimentazioni e innovazioni
Pizza con la pasta
Pizza senza glutine
Pizze dolci
Pizza all'estero
Pizza statunitense
Valori nutrizionali
Impasto
Dove si mangia la pizza
Legislazione
Statistiche
Record
Note
Bibliografia
Voci correlate
Altri progetti
Collegamenti esterni

Etimologia
L'etimologia del sostantivo pizza (che non è necessariamente legata all'origine del prodotto) è dibattuta.
Esistono varie ipotesi, tra cui la derivazione da pizzo e questo, a sua volta, da un'onomatopea p... zz
associata all'idea di "punta"[14]. Altre ipotesi sono che derivi da picea (placenta) come calco del greco
antico πίττα, pítta nel senso di "pece"[15]. Si è pensato anche a una derivazione dal germanico (longobardo
o gotico) dell'alto tedesco d'Italia bĭzzo-pĭzzo (da cui anche in tedesco moderno Bissen: "boccone", "pezzo
di pane", "tozzo di focaccia")[16][17]. Questa tesi sarebbe pure confermata dall'area di diffusione originaria
della parola, che coinciderebbe con il regno e i ducati longobardi di Benevento e Spoleto. Tuttavia la
diffusa presenza, in area balcanica di pita, induce alcuni studiosi[18] a cercare nel greco πίτα, píta l'origine
dell'italiano pita, da cui poi pizza per incrocio con
pezzo. Anche lo storico Alessandro Barbero propone
una sua derivazione dal termine greco/medio-orientale
"pita" ma attraverso la pronuncia dei Longobardi
"pitza".

Franco Fanciullo e Pierpaolo Fornaro hanno proposto


che pizza possa derivare dal greco antico: ἀπίκια ? ,
Pizze appena infornate in un forno a legna
apíkia (in latino *apīcia) "focaccia all'Apicio", dal
nome dell'autore latino di ricette di cucina[19].

Nel 2007 gli studiosi Mario Alinei ed Ephraim Nissan hanno proposto un'etimologia semitica[20].

Origine
Lo stesso argomento in dettaglio: Storia della pizza.

La pizza ha una storia lunga, complessa e incerta. In assoluto, le prime attestazioni scritte della parola
"pizza" risalgono al latino volgare della città di Gaeta nel 997[21]. Un successivo documento, scritto su
pergamena d'agnello, di locazione di alcuni terreni e datato sul retro 31 gennaio 1201 presente presso la
biblioteca della diocesi di Sulmona-Valva, riporta la parola "pizzas" ripetuta due volte. Già comunque
nell'antichità focacce schiacciate, lievitate e non, erano diffuse presso gli Egizi e i Romani (offa).

Benché si tratti ormai di un prodotto diffuso in quasi tutto il mondo, la pizza è un piatto originario della
cucina napoletana. Nel sentire comune, spesso, ci si riferisce con questo termine alla pizza tonda condita
con pomodoro e mozzarella, ossia la variante più conosciuta della cosiddetta pizza napoletana, la pizza
Margherita. Esiste, del resto, anche un significato più ampio del termine "pizza". Infatti, trattandosi in
ultima analisi di una particolare specie di pane o focaccia, la pizza si presenta in innumerevoli derivazioni e
varianti, cambiando nome e caratteristiche a seconda delle diverse tradizioni locali.

Tipologia per preparazione

Pizza tonda

Per la pizza tonda l'impasto di farina, acqua, lievito, sale ed


eventualmente olio, previamente fatto lievitare in un impasto intero
e poi suddiviso in monoporzioni (panetti o panielli), viene steso in
forma di disco, variamente condito e cotto a contatto del piano
rovente di un forno. È la più conosciuta e consumata nel mondo;
viene detta anche pizza classica o pizza napoletana. Tipica in
diverse cucine regionali italiane, è divenuta famosa come specialità
della cucina napoletana. La città di Napoli[22] ha svolto infatti un
ruolo importantissimo nella storia della pizza, creando ed
esportando questa specialità che è ora la più diffusa nel mondo
(vedi sezione Dove si mangia la pizza). Per questo motivo si usa
ancora l'espressione "pizza napoletana" come sinonimo di "pizza Pizza tonda al piatto
tonda" anche se le sue caratteristiche sono spesso diverse rispetto a
quelle della tradizione partenopea.
Soprattutto fuori dall'Italia invece della pasta di pane si usano spesso impasti più grassi e talvolta anche
dolci; il condimento è sempre abbondante e varia notevolmente a seconda delle abitudini locali. La stesura
dell'impasto in forma di disco può avvenire con l'uso del matterello oppure, preferibilmente come la
tradizione vuole, a mano girando e tirando le palline lievitate d'impasto sopra un piano di lavoro o con
evoluzioni aeree. Specialisti di quest'ultimo metodo sono i pizzaioli acrobatici.

Pizza al taglio

Per la pizza al taglio o pizza in teglia la pasta lievitata viene stesa,


condita e cotta in grandi teglie di metallo tonde o rettangolari e poi
messa in mostra per essere venduta a peso a scelta del cliente o, in
casa, consumata a tranci. La vendita di questa varietà di pizza è
diffusa oltre che nelle pizzerie al taglio vere e proprie, anche nelle
panetterie.

Poiché la pizza in teglia deve essere tenuta in mostra ed


eventualmente riscaldata necessita dell'utilizzo di impasti molto
Pizza al taglio o da asporto
acquosi che pure in queste condizioni non si secchino ma diano il
massimo del gusto. A tal fine vengono usate farine forti,
procedimenti di rigenerazione o soda in polvere che permettono di
aggiungere agli impasti una maggiore percentuale di acqua.

Pizza alla pala

La pizza alla pala, come la pizza in teglia, è una pizza di grandi dimensioni messa in mostra e venduta a
peso ma la sua cottura avviene, analogamente alla pizza tonda, direttamente sul piano del forno.

Pizza al metro
Lo stesso argomento in dettaglio: Pizza al metro.

Variante della pizza alla pala, di cui ne condivide aspetto e forma, che viene ordinata generalmente da
asporto non a peso, bensì a lunghezza. Fu proposta per la prima volta in penisola sorrentina nei primi anni
cinquanta del Novecento.

Tipologia per origine geografica

Pizza napoletana
Lo stesso argomento in dettaglio: Pizza napoletana.

La lavorazione e gli ingredienti della pizza napoletana artigianale sono definiti nella norma UNI 10791:98.

La pizza napoletana è l'unico tipo di pizza italiano riconosciuto in ambito nazionale ed europeo. Dal 4
febbraio 2010, infatti, è ufficialmente riconosciuta come Specialità tradizionale garantita dell'Unione
europea.[23]
Essa si presenta come una pizza tonda dalla pasta morbida e dai
bordi alti (cornicione). Tale rigonfiamento della crosta è dovuto
all'aria, che durante la fase di manipolazione del panetto si sposta
dal centro verso l'esterno. Nell'impasto classico napoletano non è
ammesso nessun tipo di grasso. Soltanto acqua, farina, lievito (di
birra o naturale) e sale. Nella più stretta tradizione prevede solo due
varianti per quanto riguarda il condimento:

Pizza marinara: con pomodoro, aglio, origano e olio


extravergine di oliva. Un forno a legna. Tipica e unica
Pizza Margherita: con pomodoro, mozzarella STG a modalità di cottura della pizza
listelli, mozzarella di bufala campana DOP a cubetti o napoletana e siciliana
Fior di latte o Provola affumicata campana, basilico e
olio extravergine di oliva. Questa pizza che ha i colori
della bandiera italiana (bianco la mozzarella, rosso il
pomodoro e verde il basilico) venne così denominata in
omaggio alla regina Margherita di Savoia in occasione
della sua visita a Napoli (tale episodio è oggi
considerato da vari studiosi un falso storico).[24]

La cottura della pizza napoletana, infine, avviene sempre ed


esclusivamente tramite l'utilizzo del forno a legna e mai quindi
utilizzando altri modi di cottura come per esempio il forno elettrico.
Oggi la pizza napoletana è uno dei piatti più diffusi al mondo ed è Food truck a New York - interamente
presente in quasi tutti i ristoranti e locali di cucina italiana all'estero alimentato da fonti alternative di
con il nome pizza napoletana o pizza Napoli. energia - che vende pizze
napoletane

Pizza siciliana
Lo stesso argomento in dettaglio: Pizza siciliana.

In Sicilia vi sono diverse varianti collegate alla tradizione culinaria


rurale che si differenziano anche molto dalla pizza vera e propria. A
Palermo è diffuso "u sfinciuni" (lo sfincione), una focaccia morbida
con pangrattato, cipolla, caciocavallo e strattu ossia conserva di
pomodoro essiccata al sole. A Catania è diffuso l'uso quotidiano
della scacciata, in origine, nel XVIII secolo e solo nel periodo
natalizio, formata da un primo strato di impasto, tuma, olive ed
acciughe sotto sale, dissalate oppure nella versione alla paesana,
con patate, salsiccia, broccoli, pepe nero, pomodoro e tuma. In
entrambi i casi si chiude con un secondo strato di impasto, e Il pizzòlu di Solarino e Sortino
infornata dopo una spennellata di uovo.

Sempre nel catanese, in particolare nell'area etnea (Viagrande e Zafferana Etnea), si trova la tipica siciliana,
un calzone fritto a pasta morbida con ripieno di formaggio, acciughe dissalate, funghi porcini, olive e altri
ingredienti. Nel siracusano, specialmente nei comuni di Solarino e di Sortino, si può gustare il pizzolo, una
sorta di pizza tonda farcita e chiusa da uno strato superficiale condito con origano, peperoncino e
parmigiano o grana grattugiato, mentre nella versione dolce solitamente si utilizzano la crema o la granella
di pistacchio, la nutella, e soprattutto il miele di Sortino. Nel messinese, principalmente a Messina, viene
prodotto il tradizionale piduni, piccolo calzone fritto o al forno ripieno di verdure, il quale condivide i suoi
ingredienti con la focaccia alla messinese, la quale viene tradizionalmente preparata in teglia con verdure,
formaggio, pomodoro e acciughe salate. Nel ragusano, in particolare tra Modica e Ragusa, si prepara la
focaccia, detta anche scaccia[25].

Pizza romana

La pizza romana è una pizza tonda dalla pasta molto sottile e croccante. L'impasto viene prodotto con
farina di grano tenero tipo 00 o 0, acqua, lievito di birra (oppure lievito naturale), olio d'oliva (oppure olio
di semi, per ottenere una pizza più croccante) e sale, in proporzioni tali che risulti duro e consistente, tanto
da rendere spesso necessaria la stesura con il mattarello. Diffusasi a partire da Roma solo dopo l'ultimo
dopoguerra, si chiama Napoli la variante di condimento con pomodoro, mozzarella e alici. I libri di cucina
tradizionale romana sembrerebbero avvalorare che la variante con le acciughe dissalate sia un'usanza
propria della capitale; la pizza romana, secondo gli stessi ricettari, dovrebbe comprendere anche basilico
tagliuzzato, pecorino e pepe.[26]

Una particolare specialitá romana è la cosiddetta "pizza bianca", che si presenta come una specie di
focaccia senza condimento oltre a sale ed olio, ma che può essere farcita a piacimento.

La pizza romana non va confusa con la cosiddetta pinsa, una focaccia farcita che gode di una certa
notorietà nella capitale. A dispetto di ciò che si tende a credere, tale piatto non ha antiche origini ed è un
marchio registrato nel 2001.[27][28][29]

Pizza genovese

La pizza genovese è una pizza in teglia dalla pasta piuttosto alta e morbida, prodotta con farina di grano
tenero, acqua, sale, lievito di birra e, talvolta, un poco di latte. Dopo la lievitazione viene stesa con le mani
direttamente nella teglia e cotta in forno, preferibilmente a legna. Deriva dalla focaccia genovese.[30]

Pizza pisana

La pizza pisana è una pizza in teglia rotonda con pasta di medio spessore, condita con grana grattugiato o
mozzarella, acciughe e capperi.[31] Solitamente la pizza viene consumata come cibo di strada in
combinazione con la cecina: un quarto di pizza viene piegato e al suo interno viene inserita la cecina. La
pizza è disponibile principalmente nelle pizzerie storiche di Pisa e Provincia e nelle province di Lucca,
Livorno.

Pizza marchigiana

La pizza tipicamente marchigiana non si trova nelle pizzerie-


ristoranti, dove si prepara un tipo di pizza uguale a quello che si
trova in altre parti d'Italia. È nelle panetterie e nei negozi di pizza da
vendere al taglio che si prepara ancora la pizza marchigiana tipica,
erede dell'antica crescia[32]. Con la crescia ha in comune la presenza
di olio di oliva o di strutto nell'impasto, quest'ultimo assente nelle
pizze di altre regioni[33]; nella cacciannanze ascolana l'olio d'oliva è
d'obbligo[34]. Nelle pizzerie al taglio, si vende al pezzo e non a peso
come altrove. Pizza marchigiana coi grasselli
Le varianti tradizionali sono quattro: bianca con il rosmarino, bianca alla cipolla, rossa semplice e rossa con
la mozzarella, dove per "bianca" e "rossa" si intende rispettivamente senza e con pomodoro. D'inverno si
può trovare anche la saporita pizza coi grasselli[33]. È una preparazione invernale in quanto i grasselli sono i
residui della fusione dello strutto e perciò sono disponibili solo in concomitanza con la macellazione del
maiale, tra novembre e gennaio[35]. La pizza preparata nelle panetterie è più alta e morbida rispetto a quella
delle pizzerie al taglio.

Pizza al tegamino (Torino)


Lo stesso argomento in dettaglio: Pizza al tegamino.

La pizza al tegamino, o al padellino, è una tipicità culinaria


torinese, con impasto a doppia lievitatura e cottura al forno
all'interno di un piccolo tegame, precedentemente oliato in funzione
antiaderente.[36]

Pizza al trancio (Milano)

Questo tipo di pizza, da non confondere con la pizze al metro o al


taglio (generalmente più basse) è tipica della metropoli lombarda Pizze al tegamino
dove si è diffusa in modo capillare in tutto l'hinterland milanese
intorno agli anni '80, sebbene alcuni locali storici la presentassero
già negli anni '50 e '60.[37][38] La pizza è alta e morbida; viene cotta in teglia, la quantità di pomodoro è
solitamente esigua mentre la mozzarella (nella variante asciutta) è molto abbondante e ricopre l'intera
pietanza (bordo compreso), l'impasto è fatto con acqua, farina, sale, olio e lievito di birra.[38] Alcuni addetti
ai lavori aggiungono la patata bollita e poi schiacciata alla farina come ingrediente "segreto" per rendere la
pizza più colorata e morbida all'interno e leggermente croccante alla base. L'uso di quest'ultimo ingrediente
è tipico di alcune focacce e pani delle zone mediterranee d'Italia[39] e si è diffuso a Milano dopo il periodo
del boom economico italiano.

Condimenti
Lo stesso argomento in dettaglio: Condimenti della pizza.

La pizza prevede un'infinità di condimenti possibili; alcuni di essi col tempo hanno assunto dei veri e propri
nomi, che sono divenuti noti tanto quanto la stessa pizza. Tuttavia il disciplinare STG della pizza
napoletana prevede solo due varianti per il condimento: la marinara e la Margherita.[40]

Varianti

Calzone
Lo stesso argomento in dettaglio: Calzone.
A Napoli la cosiddetta pizza chiusa, ossia pizza ben condita e
coperta dalla stessa pasta, si chiama anche calzone, ma in seguito
altre varietà di calzone con un tipo di pasta differente sono state
ideate e preparate in Puglia.

Pitta chjina
Lo stesso argomento in dettaglio: Pitta (gastronomia).
Calzone al forno
Anche in Calabria si prepara qualcosa di simile quando si inforna il
pane. Specie in passato, assieme al pane "normale" per la famiglia,
si faceva spesso anche una pitta chjina (pitta ripiena, dove pitta è
un nome generale per una forma di pane). Tale prodotto ha l'aspetto
di una pizza chiusa, ovvero formata da due strati di pasta con il
ripieno al loro interno. Chiamata anche "pizza chiena", "pizza
fragula" o "pizza frangula". La denominazione "pizza fragula" era
diffusa nelle zone di Contursi Terme e Battipaglia.[41]

Paposcia di Vico del Gargano


Pitta chjina calabrese
La Paposcia, anche conosciuta come "Paposcjola", chiamata così
per la sua forma a pantofola, detta anche "Pizza schett" o "Pizza
Vamp"[42], è un piatto tipico del Gargano, territorio Pugliese.

Le sue origini si perdono nella notte dei tempi, e le motivazioni


della sua creazione sono tra le più varie. La motivazioni più diffusa
era che gli "antichi", per constatare esattamente la temperatura dei
forni, posizionavano nel forno stesso una piccola parte della pasta
lavorata. A seconda se questo filone cresceva o meno, e a seconda
Paposcia ripiena del Gargano
della sua cottura si poteva capire se il forno era pronto.
Naturalmente, per non sprecare la pizza panino così ottenuta essa
veniva tagliata e riempita con, nella sua forma classica e antica, olio
esclusivamente proveniente dal Gargano e pecorino grattugiato locale o con rucola selvatica, pomodori,
olio del Gargano e un po' di sale. Di difficile riproduzione in quanto il lievito madre per farla molto spesso
consiste in antichi lieviti madre ancora in vita custoditi dagli antichi forni del posto.

Col tempo le sue varianti sono state molte, fino alla sua variante dolce riempita di cioccolata alla nocciola e
la diffusione in tutti i paesi del promontorio del Gargano.

Gli anziani raccontano che intorno al XVI secolo, per non sprecare la pasta che rimaneva attaccata alla
madia (la cosiddetta fazzatura), essa veniva utilizzata per creare questo lungo e caratteristico alimento.

Panzerotto
Lo stesso argomento in dettaglio: Panzerotto.
Il panzerotto è una piccola pizza chiusa. Può essere cotto al forno o
fritto in padella. Tipico della rosticceria italiana è molto diffuso nel
meridione dove in Puglia e Campania viene chiamato Panzerotto ,
"calzone" oppure pizza fritta.

Pizzetta

Come suggerisce il nome, la pizzetta è una variante di dimensioni


ridotte della normale pizza. Le pizzette vengono preparate Panzerotti
utilizzando il classico impasto per la pizza, quella della focaccia, o
la pasta sfoglia, e contengono ingredienti a piacere.[43][44] Le
dimensioni delle pizzette sono varie e spaziano dalle più piccole, che si presentano come dei salatini del
diametro di pochi centimetri[43][45] a quelle più grandi, di poco più piccole di una pizza tradizionale e che
costituiscono un pasto leggero.[46]

Sperimentazioni e innovazioni

Pizza con la pasta

Le prime sperimentazioni in tal senso sono avvenute negli Stati


Uniti d'America, dove venivano proposte pizze con la pasta[47] su
tutta la superficie della pizza.

Nel 2018 in un ristorante di Viterbo, nel Lazio, fu proposta come


piatto alla carta con diverse varianti e con la presentazione della
pizza molto curata esteticamente.
Pizza margherita con gnocchi al
pesto.
Pizza senza glutine

Negli ultimi anni del XX secolo si è andata affermando anche la


pizza senza glutine, preparata con farine non a base di frumento,
adatte a chi soffre di celiachia.

Pizze dolci

In Italia e all'estero sono state proposte anche delle varianti non


tradizionali del piatto esclusivamente a base di ingredienti dolci e
che, a differenza delle pizze salate, sono da considerare dei veri e
propri dessert. Le pizze di questo tipo contengono ingredienti
zuccherini a piacere che possono trattarsi di frutti, leguminose, Pizza con spaghetti ai quattro
creme, confetture ecc. e possono essere ispirate ad altri formaggi.
dolci.[48][49][50][51][52][53]

Pizza all'estero
La pizza all'estero è stata diffusa direttamente dagli emigrati italiani o indirettamente, principalmente per
imitazione della pizza diffusa dalla cinematografia statunitense o dalle grandi catene, anch'esse statunitensi.
In Francia le prime pizzerie furono aperte all'inizio del novecento a
Marsiglia in seguito alla forte immigrazione napoletana in questa
città[54].

Il tipo di pizza all'italiana, più o meno attinente alla tradizione


comunque prende lentamente piede ed è possibile assaggiarla anche
in luoghi dove originariamente non era presente.

Pizza statunitense

Negli Stati Uniti d'America la pizza ha avuto una sua evoluzione


particolare, per adattarsi alla differenza o carenza di alcuni Pizza a Tel Aviv, con salsa di
ingredienti e al diverso gusto degli americani, fino alla pizza pomodoro, formaggio americano e
all'americana contraddistinta dalla morbidezza, dallo spessore e dal mozzarella, petto d'oca, aglio,
condimento sempre abbondante. Non raramente all'impasto peperoncino e pesto.
vengono aggiunti burro o margarina (o altri tipi di grassi) e
zucchero. Tra queste annoveriamo la pizza newyorchese, la pizza di
Chicago e la pizza californiana. Uno degli ingredienti più usati per la pizza negli Stati Uniti è la salsiccia
americana chiamata pepperoni.

Valori nutrizionali
La più celebre delle pizze, la pizza margherita, contiene varie sostanze nutrienti: i carboidrati sotto forma di
amido (nella farina), i lipidi vegetali dell'olio extravergine d'oliva e quelli animali della mozzarella di bufala
o fior di latte, proteine animali (ancora dalla mozzarella).

Queste indubbie qualità non devono però far dimenticare che la pizza non è un alimento ipocalorico adatto
a qualunque regime dietetico: una margherita del peso di 300 g dà un apporto di oltre 800 calorie peraltro
molto sbilanciate a favore dei carboidrati (circa 75%).[55]

Impasto
Molto importante nella pizza, oltre che la qualità degli ingredienti, è la giusta maturazione e lievitazione. La
maturazione è il processo necessario affinché l'amido contenuto nella farina (polisaccaride) venga da alcuni
enzimi (alfa- e beta-amilasi) scisso in zuccheri semplici, questo fa sì che la pizza, ben maturata, risulti
digeribile. Mentre il lievito di birra compie il suo lavoro producendo nell'impasto anidride carbonica e gas
nobili, da qui, la lievitazione, cioè il raddoppio del volume che avviene nell'impasto.[56][57][58][59]

Dove si mangia la pizza


Lo stesso argomento in dettaglio: Pizzeria.

I luoghi dove si cucina e si consuma la pizza si chiamano pizzerie.

L'Antica Pizzeria Port'Alba, nel centro antico di Napoli, è valutata come la prima pizzeria del mondo.[60]

A causa della forte immigrazione ed influenza italiana, la città con il più alto numero di pizzerie nel mondo
è la città di New York seguita da San Paolo in Brasile.[61] In quest'ultima città le pizze hanno spesso
guarnizioni derivanti dalla gastronomia locale, come il palmito e il catupiry, un formaggio cremoso.
Negli Stati Uniti d'America e in varie parti del mondo esistono
numerose catene di pizzerie; una delle maggiori catene in
franchising è Pizza Hut, la quale ha aperto propri ristoranti in 86
paesi del mondo, ma non in Italia. Dal 1999 è attiva in Italia la
catena Spizzico, collegata al marchio Autogrill, che propone un
concetto a metà strada tra la pizzeria e il fast food tipico del
Nordamerica. In Spagna e Portogallo è popolare Telepizza, che
effettua anche consegne a domicilio.

La pizza è stata accolta favorevolmente anche in Asia. Per esempio Pizza brasiliana
in Giappone, dove oltre alla pizza delle grandi catene americane, ed
a nuove forme di pizza locali, è possibile trovare anche la pizza
artigianale prodotta secondo standard qualitativi italiani[62][63].

Legislazione
Il 9 dicembre 2009 l'Unione europea, su richiesta del parlamento italiano, ha concesso la denominazione di
Specialità Tradizionale Garantita (STG) a salvaguardare la tradizionale pizza napoletana, in particolare la
"Margherita" e la "Marinara".

Statistiche
Secondo uno studio dell'Accademia Pizzaioli, in Italia sono presenti circa 75.500 pizzerie: 28.000 pizzerie
artigianali da asporto ed al taglio, 43.000 ristoranti-pizzerie e 4.500 alberghi con pizzerie-ristoranti, con una
media di 80 pizze sfornate al giorno, che ne fanno un totale di 6.040.000 pizze prodotte al giorno,
157.040.000 al mese e 1.884.480.000 all'anno.

Con un chilo di farina si producono circa 8 pizze, dunque vengono utilizzate 755 tonnellate di farina al
giorno, 19.630 tonnellate al mese e 235.560 tonnellate all'anno. Per quanto riguarda i condimenti, il
consumo di pomodoro e mozzarella è pressoché identico, con 8 chili al giorno, 208 chili al mese e 2,5
tonnellate all'anno per entrambi gli ingredienti per singolo rivenditore.[64]

Record
La pizza più lunga al mondo (1,93 chilometri) è stata realizzata il 10 giugno 2017 a Fontana,
in California. Secondo il Guinness Book of Records sono state utilizzate 8,85 tonnellate di
farina, 2,5 tonnellate di salsa di pomodoro, e 2 tonnellate di mozzarella ed è stata cucinata
in 54 ore (40 ore per preparare fogli di impasto già pronti e stesi, più 14 ore per cuocerli a
più riprese) da un team di oltre 100 cuochi. Il precedente record venne stabilito il 9 maggio
2016 sul lungomare di Napoli, con una lunghezza di 1.853,88 metri in un totale di 9
ore.[65][66]
La più grande pizza mai prodotta è quella dell'ipermercato Norwood Pick 'n Pay
(Johannesburg, Sudafrica). Secondo il Guinness Book of Records la pizza – preparata nel
1990 con 500 kg di farina, 800 kg di formaggio e 900 kg di salsa di pomodoro – aveva un
diametro di oltre 37 metri.[67]
A Feltham il nuovo record per la più distante consegna di pizza spetta a Lucy Clough. Una
pizza è stata cotta il 17 novembre 2004 ed ha percorso una distanza di 16.949 km per
essere consegnata in Ramsey Street, a Melbourne, il 19 novembre 2004. Il record è
presente nell'edizione 2006 del Guinness Book of Records.[68]

Note
1. ^ I 3 piatti italiani più famosi nel mondo, su vitavip.it. URL consultato il 1º gennaio 2020.
2. ^ Enciclopedia Britannica, Pizza, su britannica.com. URL consultato il 1º ottobre 2014.
3. ^ Ugo Vignuzzi (Università "La Sapienza", Roma), L'italiano in cucina: parole e fornelli, su
accademiadellacrusca.it, Accademia della Crusca, luglio 2014. URL consultato il 1º ottobre 2014
(archiviato dall'url originale il 10 settembre 2014).
4. ^ L'Arte del Pizzaiuolo Napoletano, su unesco.it, dicembre 2017. URL consultato il 2 agosto 2019.
5. ^ Unesco: l’arte del pizzaiolo napoletano diventa patrimonio dell’umanità, in LaStampa.it.
URL consultato il 29 dicembre 2017.
6. ^ L'Unesco consacra la pizza napoletana: l'arte del pizzaiuolo napoletano è patrimonio
culturale dell'umanità - See more at: http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Unesco-
consacra-la-pizza-arte-del-pizzaiolo-napoletano-patrimonio-culturale-dell-umanita-
595f45e1-1d8c-4525-a8ae-ded74d9b34a1.html, su rainews.it. URL consultato il 7 dicembre 2017.
7. ^ Unesco. Art of Neapolitan ‘Pizzaiuolo’. (https://ich.unesco.org/en/RL/art-of-neapolitan-pizz
aiuolo-00722)
8. ^ Qual è il cibo più consumato al mondo? - Focus.it (https://www.focus.it/amp/cultura/curiosit
a/riso-cibo-piu-consumato-al-mondo)
9. ^ Ciao compie (solo) 200 anni: è la parola italiana più celebre dopo «pizza», su corriere.it.
URL consultato il 1º gennaio 2020.
10. ^ Arthur Schwartz, Naples at Table: Cooking in Campania (1998), p. 68.
ISBN 9780060182618.
11. ^ John Dickie, Delizia!: The Epic History of the Italians and Their Food (2008), p. 186.
12. ^ Father Giuseppe Orsini, Joseph E. Orsini, Italian Baking Secrets (2007), p. 99.
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Food Editore, 2009.
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Giunti, 2016, p. 16, ISBN 88-09-83334-1.

Voci correlate
Calzone Pizza alla marinara Pizza Margherita
Cartone della pizza Pizza alle quattro Pizza napoletana
Condimenti della pizza stagioni Pizza Rossini
Crocchè Pizza al metro Pizza siciliana
Panzerotto Pizza al tegamino Pizzeria
Pastacresciute Pizza capricciosa Rotella tagliapizza
Pita Pizza di Pasqua Sfincione
Pizza a domicilio Pizza Express Storia della pizza
Pizza Hut Teorema della pizza
Pizza ai quattro formaggi

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Collegamenti esterni

(EN) pizza, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.


Thesaurus BNCF 4806 (https://thes.bncf.firenze.sbn.it/termine.php?id=4806) ·
LCCN (EN ) sh85102546 (http://id.loc.gov/authorities/subjects/sh85102546) · GND
(DE) 4046188-9 (https://d-nb.info/gnd/4046188-9) · BNE (ES) XX551577 (http://catal
Controllo di ogo.bne.es/uhtbin/authoritybrowse.cgi?action=display&authority_id=XX551577)
autorità (data) (http://datos.bne.es/resource/XX551577) · BNF (FR ) cb12002171q (https://ca
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Portale Cucina Portale Napoli

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