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Pizza
Pizza
Etimologia
L'etimologia del sostantivo pizza (che non è necessariamente legata all'origine del prodotto) è dibattuta.
Esistono varie ipotesi, tra cui la derivazione da pizzo e questo, a sua volta, da un'onomatopea p... zz
associata all'idea di "punta"[14]. Altre ipotesi sono che derivi da picea (placenta) come calco del greco
antico πίττα, pítta nel senso di "pece"[15]. Si è pensato anche a una derivazione dal germanico (longobardo
o gotico) dell'alto tedesco d'Italia bĭzzo-pĭzzo (da cui anche in tedesco moderno Bissen: "boccone", "pezzo
di pane", "tozzo di focaccia")[16][17]. Questa tesi sarebbe pure confermata dall'area di diffusione originaria
della parola, che coinciderebbe con il regno e i ducati longobardi di Benevento e Spoleto. Tuttavia la
diffusa presenza, in area balcanica di pita, induce alcuni studiosi[18] a cercare nel greco πίτα, píta l'origine
dell'italiano pita, da cui poi pizza per incrocio con
pezzo. Anche lo storico Alessandro Barbero propone
una sua derivazione dal termine greco/medio-orientale
"pita" ma attraverso la pronuncia dei Longobardi
"pitza".
Nel 2007 gli studiosi Mario Alinei ed Ephraim Nissan hanno proposto un'etimologia semitica[20].
Origine
Lo stesso argomento in dettaglio: Storia della pizza.
La pizza ha una storia lunga, complessa e incerta. In assoluto, le prime attestazioni scritte della parola
"pizza" risalgono al latino volgare della città di Gaeta nel 997[21]. Un successivo documento, scritto su
pergamena d'agnello, di locazione di alcuni terreni e datato sul retro 31 gennaio 1201 presente presso la
biblioteca della diocesi di Sulmona-Valva, riporta la parola "pizzas" ripetuta due volte. Già comunque
nell'antichità focacce schiacciate, lievitate e non, erano diffuse presso gli Egizi e i Romani (offa).
Benché si tratti ormai di un prodotto diffuso in quasi tutto il mondo, la pizza è un piatto originario della
cucina napoletana. Nel sentire comune, spesso, ci si riferisce con questo termine alla pizza tonda condita
con pomodoro e mozzarella, ossia la variante più conosciuta della cosiddetta pizza napoletana, la pizza
Margherita. Esiste, del resto, anche un significato più ampio del termine "pizza". Infatti, trattandosi in
ultima analisi di una particolare specie di pane o focaccia, la pizza si presenta in innumerevoli derivazioni e
varianti, cambiando nome e caratteristiche a seconda delle diverse tradizioni locali.
Pizza tonda
Pizza al taglio
La pizza alla pala, come la pizza in teglia, è una pizza di grandi dimensioni messa in mostra e venduta a
peso ma la sua cottura avviene, analogamente alla pizza tonda, direttamente sul piano del forno.
Pizza al metro
Lo stesso argomento in dettaglio: Pizza al metro.
Variante della pizza alla pala, di cui ne condivide aspetto e forma, che viene ordinata generalmente da
asporto non a peso, bensì a lunghezza. Fu proposta per la prima volta in penisola sorrentina nei primi anni
cinquanta del Novecento.
Pizza napoletana
Lo stesso argomento in dettaglio: Pizza napoletana.
La lavorazione e gli ingredienti della pizza napoletana artigianale sono definiti nella norma UNI 10791:98.
La pizza napoletana è l'unico tipo di pizza italiano riconosciuto in ambito nazionale ed europeo. Dal 4
febbraio 2010, infatti, è ufficialmente riconosciuta come Specialità tradizionale garantita dell'Unione
europea.[23]
Essa si presenta come una pizza tonda dalla pasta morbida e dai
bordi alti (cornicione). Tale rigonfiamento della crosta è dovuto
all'aria, che durante la fase di manipolazione del panetto si sposta
dal centro verso l'esterno. Nell'impasto classico napoletano non è
ammesso nessun tipo di grasso. Soltanto acqua, farina, lievito (di
birra o naturale) e sale. Nella più stretta tradizione prevede solo due
varianti per quanto riguarda il condimento:
Pizza siciliana
Lo stesso argomento in dettaglio: Pizza siciliana.
Sempre nel catanese, in particolare nell'area etnea (Viagrande e Zafferana Etnea), si trova la tipica siciliana,
un calzone fritto a pasta morbida con ripieno di formaggio, acciughe dissalate, funghi porcini, olive e altri
ingredienti. Nel siracusano, specialmente nei comuni di Solarino e di Sortino, si può gustare il pizzolo, una
sorta di pizza tonda farcita e chiusa da uno strato superficiale condito con origano, peperoncino e
parmigiano o grana grattugiato, mentre nella versione dolce solitamente si utilizzano la crema o la granella
di pistacchio, la nutella, e soprattutto il miele di Sortino. Nel messinese, principalmente a Messina, viene
prodotto il tradizionale piduni, piccolo calzone fritto o al forno ripieno di verdure, il quale condivide i suoi
ingredienti con la focaccia alla messinese, la quale viene tradizionalmente preparata in teglia con verdure,
formaggio, pomodoro e acciughe salate. Nel ragusano, in particolare tra Modica e Ragusa, si prepara la
focaccia, detta anche scaccia[25].
Pizza romana
La pizza romana è una pizza tonda dalla pasta molto sottile e croccante. L'impasto viene prodotto con
farina di grano tenero tipo 00 o 0, acqua, lievito di birra (oppure lievito naturale), olio d'oliva (oppure olio
di semi, per ottenere una pizza più croccante) e sale, in proporzioni tali che risulti duro e consistente, tanto
da rendere spesso necessaria la stesura con il mattarello. Diffusasi a partire da Roma solo dopo l'ultimo
dopoguerra, si chiama Napoli la variante di condimento con pomodoro, mozzarella e alici. I libri di cucina
tradizionale romana sembrerebbero avvalorare che la variante con le acciughe dissalate sia un'usanza
propria della capitale; la pizza romana, secondo gli stessi ricettari, dovrebbe comprendere anche basilico
tagliuzzato, pecorino e pepe.[26]
Una particolare specialitá romana è la cosiddetta "pizza bianca", che si presenta come una specie di
focaccia senza condimento oltre a sale ed olio, ma che può essere farcita a piacimento.
La pizza romana non va confusa con la cosiddetta pinsa, una focaccia farcita che gode di una certa
notorietà nella capitale. A dispetto di ciò che si tende a credere, tale piatto non ha antiche origini ed è un
marchio registrato nel 2001.[27][28][29]
Pizza genovese
La pizza genovese è una pizza in teglia dalla pasta piuttosto alta e morbida, prodotta con farina di grano
tenero, acqua, sale, lievito di birra e, talvolta, un poco di latte. Dopo la lievitazione viene stesa con le mani
direttamente nella teglia e cotta in forno, preferibilmente a legna. Deriva dalla focaccia genovese.[30]
Pizza pisana
La pizza pisana è una pizza in teglia rotonda con pasta di medio spessore, condita con grana grattugiato o
mozzarella, acciughe e capperi.[31] Solitamente la pizza viene consumata come cibo di strada in
combinazione con la cecina: un quarto di pizza viene piegato e al suo interno viene inserita la cecina. La
pizza è disponibile principalmente nelle pizzerie storiche di Pisa e Provincia e nelle province di Lucca,
Livorno.
Pizza marchigiana
Condimenti
Lo stesso argomento in dettaglio: Condimenti della pizza.
La pizza prevede un'infinità di condimenti possibili; alcuni di essi col tempo hanno assunto dei veri e propri
nomi, che sono divenuti noti tanto quanto la stessa pizza. Tuttavia il disciplinare STG della pizza
napoletana prevede solo due varianti per il condimento: la marinara e la Margherita.[40]
Varianti
Calzone
Lo stesso argomento in dettaglio: Calzone.
A Napoli la cosiddetta pizza chiusa, ossia pizza ben condita e
coperta dalla stessa pasta, si chiama anche calzone, ma in seguito
altre varietà di calzone con un tipo di pasta differente sono state
ideate e preparate in Puglia.
Pitta chjina
Lo stesso argomento in dettaglio: Pitta (gastronomia).
Calzone al forno
Anche in Calabria si prepara qualcosa di simile quando si inforna il
pane. Specie in passato, assieme al pane "normale" per la famiglia,
si faceva spesso anche una pitta chjina (pitta ripiena, dove pitta è
un nome generale per una forma di pane). Tale prodotto ha l'aspetto
di una pizza chiusa, ovvero formata da due strati di pasta con il
ripieno al loro interno. Chiamata anche "pizza chiena", "pizza
fragula" o "pizza frangula". La denominazione "pizza fragula" era
diffusa nelle zone di Contursi Terme e Battipaglia.[41]
Col tempo le sue varianti sono state molte, fino alla sua variante dolce riempita di cioccolata alla nocciola e
la diffusione in tutti i paesi del promontorio del Gargano.
Gli anziani raccontano che intorno al XVI secolo, per non sprecare la pasta che rimaneva attaccata alla
madia (la cosiddetta fazzatura), essa veniva utilizzata per creare questo lungo e caratteristico alimento.
Panzerotto
Lo stesso argomento in dettaglio: Panzerotto.
Il panzerotto è una piccola pizza chiusa. Può essere cotto al forno o
fritto in padella. Tipico della rosticceria italiana è molto diffuso nel
meridione dove in Puglia e Campania viene chiamato Panzerotto ,
"calzone" oppure pizza fritta.
Pizzetta
Sperimentazioni e innovazioni
Pizze dolci
Pizza all'estero
La pizza all'estero è stata diffusa direttamente dagli emigrati italiani o indirettamente, principalmente per
imitazione della pizza diffusa dalla cinematografia statunitense o dalle grandi catene, anch'esse statunitensi.
In Francia le prime pizzerie furono aperte all'inizio del novecento a
Marsiglia in seguito alla forte immigrazione napoletana in questa
città[54].
Pizza statunitense
Valori nutrizionali
La più celebre delle pizze, la pizza margherita, contiene varie sostanze nutrienti: i carboidrati sotto forma di
amido (nella farina), i lipidi vegetali dell'olio extravergine d'oliva e quelli animali della mozzarella di bufala
o fior di latte, proteine animali (ancora dalla mozzarella).
Queste indubbie qualità non devono però far dimenticare che la pizza non è un alimento ipocalorico adatto
a qualunque regime dietetico: una margherita del peso di 300 g dà un apporto di oltre 800 calorie peraltro
molto sbilanciate a favore dei carboidrati (circa 75%).[55]
Impasto
Molto importante nella pizza, oltre che la qualità degli ingredienti, è la giusta maturazione e lievitazione. La
maturazione è il processo necessario affinché l'amido contenuto nella farina (polisaccaride) venga da alcuni
enzimi (alfa- e beta-amilasi) scisso in zuccheri semplici, questo fa sì che la pizza, ben maturata, risulti
digeribile. Mentre il lievito di birra compie il suo lavoro producendo nell'impasto anidride carbonica e gas
nobili, da qui, la lievitazione, cioè il raddoppio del volume che avviene nell'impasto.[56][57][58][59]
L'Antica Pizzeria Port'Alba, nel centro antico di Napoli, è valutata come la prima pizzeria del mondo.[60]
A causa della forte immigrazione ed influenza italiana, la città con il più alto numero di pizzerie nel mondo
è la città di New York seguita da San Paolo in Brasile.[61] In quest'ultima città le pizze hanno spesso
guarnizioni derivanti dalla gastronomia locale, come il palmito e il catupiry, un formaggio cremoso.
Negli Stati Uniti d'America e in varie parti del mondo esistono
numerose catene di pizzerie; una delle maggiori catene in
franchising è Pizza Hut, la quale ha aperto propri ristoranti in 86
paesi del mondo, ma non in Italia. Dal 1999 è attiva in Italia la
catena Spizzico, collegata al marchio Autogrill, che propone un
concetto a metà strada tra la pizzeria e il fast food tipico del
Nordamerica. In Spagna e Portogallo è popolare Telepizza, che
effettua anche consegne a domicilio.
La pizza è stata accolta favorevolmente anche in Asia. Per esempio Pizza brasiliana
in Giappone, dove oltre alla pizza delle grandi catene americane, ed
a nuove forme di pizza locali, è possibile trovare anche la pizza
artigianale prodotta secondo standard qualitativi italiani[62][63].
Legislazione
Il 9 dicembre 2009 l'Unione europea, su richiesta del parlamento italiano, ha concesso la denominazione di
Specialità Tradizionale Garantita (STG) a salvaguardare la tradizionale pizza napoletana, in particolare la
"Margherita" e la "Marinara".
Statistiche
Secondo uno studio dell'Accademia Pizzaioli, in Italia sono presenti circa 75.500 pizzerie: 28.000 pizzerie
artigianali da asporto ed al taglio, 43.000 ristoranti-pizzerie e 4.500 alberghi con pizzerie-ristoranti, con una
media di 80 pizze sfornate al giorno, che ne fanno un totale di 6.040.000 pizze prodotte al giorno,
157.040.000 al mese e 1.884.480.000 all'anno.
Con un chilo di farina si producono circa 8 pizze, dunque vengono utilizzate 755 tonnellate di farina al
giorno, 19.630 tonnellate al mese e 235.560 tonnellate all'anno. Per quanto riguarda i condimenti, il
consumo di pomodoro e mozzarella è pressoché identico, con 8 chili al giorno, 208 chili al mese e 2,5
tonnellate all'anno per entrambi gli ingredienti per singolo rivenditore.[64]
Record
La pizza più lunga al mondo (1,93 chilometri) è stata realizzata il 10 giugno 2017 a Fontana,
in California. Secondo il Guinness Book of Records sono state utilizzate 8,85 tonnellate di
farina, 2,5 tonnellate di salsa di pomodoro, e 2 tonnellate di mozzarella ed è stata cucinata
in 54 ore (40 ore per preparare fogli di impasto già pronti e stesi, più 14 ore per cuocerli a
più riprese) da un team di oltre 100 cuochi. Il precedente record venne stabilito il 9 maggio
2016 sul lungomare di Napoli, con una lunghezza di 1.853,88 metri in un totale di 9
ore.[65][66]
La più grande pizza mai prodotta è quella dell'ipermercato Norwood Pick 'n Pay
(Johannesburg, Sudafrica). Secondo il Guinness Book of Records la pizza – preparata nel
1990 con 500 kg di farina, 800 kg di formaggio e 900 kg di salsa di pomodoro – aveva un
diametro di oltre 37 metri.[67]
A Feltham il nuovo record per la più distante consegna di pizza spetta a Lucy Clough. Una
pizza è stata cotta il 17 novembre 2004 ed ha percorso una distanza di 16.949 km per
essere consegnata in Ramsey Street, a Melbourne, il 19 novembre 2004. Il record è
presente nell'edizione 2006 del Guinness Book of Records.[68]
Note
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accademiadellacrusca.it, Accademia della Crusca, luglio 2014. URL consultato il 1º ottobre 2014
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5. ^ Unesco: l’arte del pizzaiolo napoletano diventa patrimonio dell’umanità, in LaStampa.it.
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6. ^ L'Unesco consacra la pizza napoletana: l'arte del pizzaiuolo napoletano è patrimonio
culturale dell'umanità - See more at: http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Unesco-
consacra-la-pizza-arte-del-pizzaiolo-napoletano-patrimonio-culturale-dell-umanita-
595f45e1-1d8c-4525-a8ae-ded74d9b34a1.html, su rainews.it. URL consultato il 7 dicembre 2017.
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9. ^ Ciao compie (solo) 200 anni: è la parola italiana più celebre dopo «pizza», su corriere.it.
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11. ^ John Dickie, Delizia!: The Epic History of the Italians and Their Food (2008), p. 186.
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Bibliografia
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Tania Mauri, Luciana Squadrilli, La buona pizza Storie di ingredienti, territori e pizzaioli,
Giunti, 2016, p. 16, ISBN 88-09-83334-1.
Voci correlate
Calzone Pizza alla marinara Pizza Margherita
Cartone della pizza Pizza alle quattro Pizza napoletana
Condimenti della pizza stagioni Pizza Rossini
Crocchè Pizza al metro Pizza siciliana
Panzerotto Pizza al tegamino Pizzeria
Pastacresciute Pizza capricciosa Rotella tagliapizza
Pita Pizza di Pasqua Sfincione
Pizza a domicilio Pizza Express Storia della pizza
Pizza Hut Teorema della pizza
Pizza ai quattro formaggi
Altri progetti
Wikiquote contiene citazioni sulla pizza
Il Libro di cucina di Wikibooks contiene ricette relative a questo argomento
Wikizionario contiene il lemma di dizionario «pizza»
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elang=it)
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