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Le PROTEINE sono i principi nutritivi contenuti nella carne, nel pesce, nel latte, nelle uova, e in tutti gli
alimenti di origine animale; e, contrariamente a quanto creduto da molti, anche alcuni alimenti di origine
vegetale contengono proteine, come i legumi e i cereali. Dalla loro combinazione avremo a disposizione
l’intero patrimonio proteico.
Gli aminoacidi delle proteine servono al nostro organismo per:
•la costruzione e l’accrescimento delle strutture corporee;
• la funzione plastica (espletata anche dall’apporto di alcuni sali minerali (calcio, fosforo, ecc.), che
permette di costruire ex-novo le cellule dei tessuti dell’organismo in crescita e di ricostruire quelle parti del
corpo che si consumano o vengono danneggiate (pelle, unghie, capelli, ecc.);
• proteggerci, facendo parte del nostro sistema immunitario;
• come fonte di energia alternativa in caso di carenza alimentare.
Alcuni esempi di proteine sono il COLLAGENE e la CHERATINA.
La quantità di proteine nella dieta deve aggirarsi intorno al 15% del fabbisogno calorico giornaliero; è
importante NON esagerare con le diete iperproteiche perché l’eccesso di proteine è causa di spiacevoli
conseguenze, soprattutto a livello renale, con aumento dei livelli di azoto nel sangue.
Le VITAMINE sono sostanze che, se pur in piccole quantità, sono necessarie per il buon funzionamento del
nostro metabolismo e quindi per il nostro benessere, perché anche se NON hanno funzione energetica,
hanno importanti funzioni REGOLATORIE. In base alla loro SOLUBILITÀ (nei grassi o in acqua), si dividono in
due grandi gruppi:
-le vitamine IDROSOLUBILI, cioè quelle del gruppo B e C;
-le vitamine LIPOSOLUBILI, cioè A, D, E e K.
Mentre le vitamine idrosolubili, essendo solubili in acqua, NON SI ACCUMULANO nell’organismo anche se
introdotte in grosse quantità, le vitamine liposolubili possono accumularsi nel FEGATO e nel TESSUTO
ADIPOSO, e quindi, se assunte in quantità eccessive, provocare gravi danni alla salute.
La carenza di vitamine, in genere, determina delle malattie chiamate “AVITAMINOSI” Le cause:
• eccessivo utilizzo cibi conservati con metodo industriale
• cottura dei cibi contenenti vitamine
• eliminazione acqua di cottura
• lavaggi ripetuti
• insufficiente apporto in alcune condizioni fisiologiche.
I SALI MINERALI sono degli elementi semplici la cui presenza nel nostro organismo, in piccole quantità, è
indispensabile per la vita e la salute. Come avviene per le vitamine, l’uomo NON è in grado di sintetizzare i
sali minerali: è indispensabile, perciò, introdurre quotidianamente dosi sufficienti di ognuno dei minerali
necessari all’assolvimento di tutte le funzioni vitali. Un esempio è il FERRO, senza il quale i globuli rossi NON
potrebbero trasportare ossigeno; sono fonti di ferro i legumi secchi, il tuorlo d’uovo, carne e pesce, spinaci
e frutta secca.
L’ACQUA è la componente più abbondante nel corpo umano: nei bambini costituisce il 75%, mentre
nell’adulto il 60%, perché diminuisce col passare dell’età.
anche se NON ha funzione energetica, svolge molteplici compiti fondamentali:
• aiuta a mantenere costante la temperatura corporea
• scioglie i principi nutritivi e li trasporta alle
cellule dei tessuti
• aiuta ad eliminare le sostanze di scarto che si
accumulano nel corpo
• partecipa a tutte le reazioni vitali
• fornisce sali minerali
• migliora il transito intestinale
• è una alleata insostituibile nel corso di diete
ipocaloriche
• protegge dall’osteoporosi (soprattutto quella ricca di calcio).
Nella struttura chimica dei FITOCOMPOSTI sono frequentemente presenti uno o più gruppi FENOLICI,
capaci di BLOCCARE efficacemente i RADICALI LIBERI. Alle proprietà ANTIOSSIDANTI dei fitocomposti è stata
originariamente attribuita l’efficacia nella prevenzione di tumori, aterosclerosi e altre gravi patologie. Ma
gli studi più recenti NON hanno confermato che l’attività antiossidante di alcune vitamine e di molti
fitocomposti sia correlata con la protezione anti-neoplastica; per esempio il FENIL ISOTIOCIANATO presente
nelle CRUCIFERE (broccoli, cavolfiori) ha SCARSO potere antiossidante, ma è una delle molecole PIÙ
EFFICACI nella PREVENZIONE ONCOLOGICA. Tuttavia le ricerche sugli antiossidanti hanno contribuito alla
conoscenza dei meccanismi d’azione di diversi fitocomposti, che sono tuttora oggetto di studio
sperimentale e clinico.
Tra i fitocomposti più studiati, la GENISTEINA (un polifenolo presente nella SOIA) si è rivelata efficace nella
prevenzione primaria del TUMORE MAMMARIO e di quello della PROSTATA. La sua struttura chimica rivela
strette SOMIGLIANZE con i principali ORMONI SESSUALI, l’estradiolo e il testosterone, suggerendo che il
fitocomposto possa COMPETERE con gli ormoni sessuali nella regolazione dei meccanismi di proliferazione
e differenziazione cellulare alla base dello sviluppo tumorale. Nella seconda metà del secolo scorso gli studi
epidemiologici avevano evidenziato una ridotta incidenza del tumore della mammella e della prostata nelle
popolazioni ASIATICHE, che consumavano abitualmente alimenti a base di soia, rispetto ai paesi occidentali
che non consumavano tale alimento; inoltre, questi studi confermarono che la protezione dai tumori NON
era legata a caratteristiche genetiche, perché veniva rapidamente perduta quando membri di una
popolazione orientale, lasciando il paese di origine, abbandonavano alimentazione e stile di vita
tradizionale, come nel caso dei Giapponesi emigrati nelle Hawaii.
Diversi studi stanno dimostrando che la genisteina COMPETE con l’estradiolo per il legame con i RECETTORI
ESTROGENICI, riducendo la stimolazione proliferativa dell’ormone sul tessuto mammario. La recente
osservazione che la genisteina INTERFERISCE anche con i MECCANISMI EPIGENETICI, che regolano
l’espressione genica, rende più complesso ed importante lo studio dei meccanismi d’azione di questo
fitocomposto.
Altri campi di ricerca, aperti di recente, come la NUTRIGENOMICA, stanno dimostrando che alcuni
micronutrienti (noti da tempo, ma solo di recente indagati a livello molecolare, come le vitamine
liposolubili) o diversi fitocomposti (attualmente in corso di studio) REGOLANO l’attivazione e l’espressione
genica IN SINERGIA O COMPETIZIONE con ormoni o messaggeri chimici, interagendo con gli stessi bersagli
molecolari e a concentrazioni comparabili. Per esempio, i meccanismi molecolari di attivazione genica da
parte delle vitamine liposolubili A e D sono condivisi dagli ormoni steroidei SESSUALI, dall’ormone
TIROIDEO e dalle PROSTAGLANDINE, perché essendo liposolubili, queste possono entrare nel nucleo delle
cellule bersaglio e regolare l’espressione genica, legandosi a specifici recettori e attivando la trascrizione di
geni.
Diversi studi indicano che anche la vitamina E interviene nella regolazione genica, sia modulando ATTIVITÀ
ENZIMATICHE e VIE DI TRASDUZIONE DI SEGNALI, sia INTERAGENDO con fattori di trascrizione. Particolare
interesse è la capacità di regolare gruppi di geni, che modulano l’infiammazione, lo sviluppo tumorale, il
metabolismo dei farmaci e la risposta all’ipossia. Infine è stato dimostrato che il derivato fosforilato dell’-
TOCOFEROLO (un tipo di vitamina E) possiede attività e meccanismi regolatori tipici degli ormoni.
Il contenuto totale di nutrienti di un alimento NON fornisce un’indicazione precisa circa la quantità di
nutrienti che vengono effettivamente utilizzati dall’organismo perché generalmente solo una FRAZIONE di
questi viene assunta (digerita, assorbita e trasportata in circolo) e realmente utilizzata. Tale frazione
(espressa come percentuale del contenuto totale di nutriente) viene definita come “BIODISPONIBILE”.
Pertanto la BIODISPONIBILITÀ di un nutriente o di un composto bioattivo è la quantità presente in un
alimento in forma chimica e struttura fisica necessarie al suo assorbimento, e corrisponde alla percentuale
(rispetto al contenuto totale) che viene effettivamente utilizzata dall’organismo. La biodisponibilità è
influenzata dalla DIGESTIONE, dall’ASSORBIMENTO e dall’UTILIZZAZIONE. A sua volta, la digestione è
influenzata da:
-FATTORI INTRINSECI ALLA DIETA: caratteristiche chimico-fisiche del nutriente e composizione della dieta;
-FATTORI INTRINSECI ALL’ORGANISMO: funzionalità gastro-intestinale e disponibilità enzimatica.
L’assorbimento è influenzato da:
-FATTORI INTRINSECI ALLA DIETA: interazioni chimico-fisiche tra nutrienti;
-FATTORI INTRINSECI ALL’ORGANISMO: funzionalità dell’enterocita e microflora intestinale.
Infine, l’utilizzazione è influenzata da:
- FATTORI INTRINSECI ALL’ORGANISMO: stato fisiologico, stato nutrizionale e stato di salute.
Analizziamo ora la biodisponibilità di alcuni nutrienti, non nutrienti e fitocomposti:
La quota di AMIDO NON biodisponibile (perchè resistente alla digestione anche dopo cottura) RIDUCE
proporzionalmente l’INDICE
GLICEMICO dell’alimento o della
preparazione alimentare e pertanto
è di fondamentale importanza nella
prevenzione e nel trattamento del
DIABETE. Anche l’assunzione
giornaliera di FIBRA ALIMENTARE è
notoriamente importante per il
controllo della glicemia, della colesterolemia, della trigliceridemia e per l’equilibrio ponderale, ma anche
per la prevenzione del tumore del colon e probabilmente di altre neoplasie.
Monosaccaridi come il FRUTTOSIO o
disaccaridi come il LATTOSIO, in
determinate condizioni, possono
risultare più o meno disponibili. A
BASSE CONCENTRAZIONI (nella
frutta) la biodisponibilità del
fruttosio è LIMITATA dalla FIBRA e dalla SATURABILITÀ del trasportatore specifico. Ad ALTE
CONCENTRAZIONI (sciroppo di mais) la biodisponibilità è STIMOLATA dalla presenza di GLUCOSIO e di LIPIDI
SATURI (ma non di quelli insaturi). In tali situazioni una parte del fruttosio può non essere assorbita e
provocare intolleranza. Il LATTOSIO NON viene assorbito quando manca la LATTASI (che scinde il
disaccaride nei due monomeri assorbibili), difetto enzimatico frequente nella popolazione adulta dei paesi
mediterranei. Il riconoscimento dell’intolleranza al lattosio o al fruttosio rende facile il trattamento
dietetico dei relativi disturbi enterici, spesso misconosciuti.
Da tempo è noto che la
biodisponibilità dei minerali, in
particolare FERRO e CALCIO, è
modesta negli alimenti di origine vegetale (a dispetto dell’elevato contenuto di tali nutrienti) per la
presenza di anti nutrienti, soprattutto acido fitico. Con lo sviluppo dell’economia, della produzione e
dell’industria alimentare, strati sempre crescenti di popolazione del globo sono orientati verso la scelta,
facile ma pericolosa, di privilegiare carni e latticini come sorgenti di proteine ad elevato valore nutrizionale
e rispettivamente di Fe e Ca, con disponibilità più elevata rispetto ai vegetali; emarginando questi ultimi
alimenti e abbandonando alcune metodiche tradizionali di preparazione (ammollo di cereali e legumi,
lievitazione lenta del pane, fermentazione di cavoli, rape, ecc.), che attivando le FITASI ENDOGENE
rendevano biodisponibili quote consistenti di Ca e Fe.
La biodisponibilità di VITAMINE e
FITOCOMPOSTI negli alimenti e nei
piatti tradizionali, rispetto a quelle
dei nutrienti isolati o assunti
separatamente dall’alimento
(integratori alimentari) conferma
clamorosamente i rischi che corrono
le società moderne, ripudiando
abitudini e cultura del cibo e della
cucina tradizionale. La VITAMINA E è
assai stabile e biodisponibile in
presenza di POLIFENOLI, caratteristici dell’OLIO EXTRAVERGINE D’OLIVA di recente spremitura; mentre
stabilità e biodisponibilità decadono rapidamente in altri alimenti e in particolare negli oli di semi, privi di
polifenoli e ricchi di acidi grassi poliinsaturi. La BIOTINA (o VITAMINA H) è il coenzima delle CARBOSSILASI,
enzimi che catalizzano il legame della CO2 (utilizzano la forma idratata bicarbonato HCO3- ) agli acidi
organici; i substrati sono ACIDI MONOCARBOSSILICI ed i prodotti sono ACIDI DICARBOSSILICI. La VITAMINA
B12 negli alimenti si trova legata sotto forma di COENZIMA; per il suo assorbimento e metabolismo sono
necessarie proteine per il trasporto attraverso il tubo digerente e nell’organismo. Il flagello della PELLAGRA
ha imperversato a lungo in Europa dove intere popolazioni subivano i danni da carenza di VITAMINA PP,
che sta per Preventing Pellagra, (NON disponibile nella polenta, che preparavano direttamente dalla farina
di mais). Questa malattia è anche della malattia delle 3D, cioè DERMATITE, DIARREA e DEMENZA.
Il LICOPENE, un fitocomposto presente nei POMODORI, è in corso di studio per le sue capacità di prevenire
il tumore alla prostata, è scarsamente
biodisponibile in ambiente acquoso.