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Henri Didon
Henri Didon
Indice
Biografie
Opere
Note Henri Didon nel 1893
Bibliografia
Voci correlate
Altri progetti
Collegamenti esterni
Biografie
Dall'età di nove anni frequentò una scuola cattolica di Grenoble, il Petit
séminaire du Rondeau, attestandosi come un brillante studente ed un ottimo
atleta; nel 1855 vinse tre titoli ai “Rondeau Olympic Games” che si tengono
ogni quattro anni dal 1832.[1] Durante un viaggio al monastero della Grande
Chartreuse, vicino Grenoble, si risvegliò in lui la fede religiosa, prendendo poi
i voti dell'Ordine dei Domenicani nel settembre 1856, grazie anche
all'influenza che ebbe su di lui Jean-Baptiste Henri Lacordaire.[2] Didon
completò la sua formazione nel collegio della Basilica di Santa Maria sopra
Minerva di Roma,[3] dove si distinse come abile oratore. Due anni dopo fu
ordinato sacerdote di Aix-en-Provence, all'età di 22 anni.[1]
Il primo incontro tra Didon e il barone francese si ebbe il 2 gennaio 1891, quando de Coubertin chiese al
padre domenicano un aiuto per convincere le scuole religiose a disputare alcuni incontri sportivi contro le
varie istituzioni laiche. Pochi giorni dopo il colloquio tra i due, Didon creò un'associazione sportiva ufficiale
all'interno del collegio, che partecipò ad un primo evento di sport il 7 marzo, in cui il nobile era direttore di
gara; per quest'occasione inventò e fece ricamare sulla bandiera della scuola la massima Citius, Altius,
Fortius ("Più veloce, più alto, più forte"), che tre anni più tardi divenne il motto ufficiale del Giochi olimpici
moderni durante il congresso del 1894. Sempre nello stesso anno divenne segretario generale dell'Union des
sociétés françaises de sports athlétiques ("Unione delle società francesi degli sport atletici", nota anche con
l'acronimo "USFSA").[6] Didon e de Coubertin si incontrarono di nuovo nel 1896 ad Atene per i Giochi
della I Olimpiade, in cui il religioso celebrò la messa ufficiale.[7] Di ritorno dalla capitale greca ad Arcueil,
proseguì con le sue riforme, ponendo particolare attenzione ai valori dello sport, dicendo tra le altre cose:
"Credo che i vincitori nel calcio abbiano buone possibilità di essere i vincitori di domani nelle gare
intellettuali". Prese parte anche al II congresso olimpico di Le Havre del 1897.[8]
Tra il 1898 e il 1899 fece un viaggio di studio in Gran Bretagna per osservare il sistema educativo inglese e
fu ospitato a Cambridge e a Oxford, dove gli venne chiesto di tenere alcune conferenze, visitando anche
l'Harrow School, l'Eton College e il Rugby School. Un mese dopo il suo ritorno dall'Inghilterra fu invitato a
riferire le sue conclusioni al governo francese; nonostante le proteste dei Gesuiti, fu ricevuto dalla
commissione didattica dove presentò i suoi orientamenti pedagogici. Didon morì il 13 marzo 1900 a Tolosa,
partito per una missione verso Roma in cui era incaricato di consegnare al Papa un messaggio di Pierre
Waldeck-Rousseau per appianare il conflitto tra Chiesa e Stato.[9]
Opere
L'Homme selon la science et la foi, conférences (1875)
L'Enseignement supérieur et les Universités catholiques (1876)
La Science sans Dieu, conférences (1878)
Indissolubilité et divorce, conférences de Saint-Philippe du Roule (1880)
Les Allemands (1884)
Discours prononcé par le R. P. Didon à la conférence Saint-François de Sales, le 17 juin
1891, à l'occasion des fêtes du centenaire de Saint-Bernard (1891)
Discours prononcé par le P. Didon, des Dominicains, à la cérémonie de mariage de M.
Pierre Valentin et de Mlle Léontine Devillas, (1891)
La Foi en la divinité de Jésus-Christ, conférences prêchées à l'église de la Madeleine,
carême de 1892 (1894)
Jésus-Christ (2 volumi, 1891)
Influence morale des sports athlétiques, discours prononcé au congrès olympique du Havre
(1897)
Lettres du R. P. Didon, de l'ordre des frères prêcheurs, à mademoiselle Th. V. (1901)
Lettres du P. Didon à un ami (1902)
Lettres à madame Caroline Commanville (2 volumi, 1930)
Note
1. (FR) DIDON Henri Didon, su journals.openedition.org. URL consultato il 25 agosto 2021.
2. (FR) Alain Arvin-Bérod, Genèse olympique: le père Didon, in L’Empreinte de Joinville, 150
ans de sport, Les Cahiers de l'INSEP, 2003, pp. 139-146.
3. (EN) Encyclopædia Britannica, vol. 8, Chicago, Encyclopædia Britannica Inc., 1911, ISBN
non esistente.
4. ^ (FR) Un dominicain français, le p. Henri Didon, à l’origine de la devise des Jeux
olympiques, su fr.zenit.org.
5. ^ (EN) Henri Didon, su newadvent.org. URL consultato il 25 agosto 2021.
6. ^ (FR) Jean Durry, Le vrai Pierre de Coubertin, Parigi, UP Productions, 1997, pp. 97, ISBN
non esistente.
7. ^ (EN) The Olympic motto, su Olympics.com. URL consultato il 18 agosto 2021.
8. ^ (EN) Stephan Wassong, The Olympic Rituals and Symbols, su Coubertin.org.
9. ^ (FR) Henri Didon, le dominicain auteur de la devise olympique, su cath.ch, 29 luglio 2021.
URL consultato il 25 agosto 2021.
Bibliografia
(FR) Alain Arvin-Bérod, Et Didon créa la devise olympique, Grenoble, Editions Scriforius,
2003, ISBN 2-908854-16-3.
(FR) Alain Arvin-Bérod, Les Enfants d'Olympie, Juvisy-sur-Orge, Editions du Cerf, 1996,
ISBN 2-204-05341-4.
(FR) Jaël De Romano, Henri Didon, Paris, Plon, 1903, ISBN non esistente.
Voci correlate
Motto olimpico
Pierre de Coubertin
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