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LA CHIESA DI VETRO

Architetto dal 1980, associato con nella medesima collana

Giulio Barazzetta
a cura di
Massimo Sacchi e Sergio Gianoli nello studio 20 architetti per 20 case Santa Giulia, Brescia
SBG architetti, ha progettato e costruito Mercedes Daguerre dalle Domus romane al museo della città
abitazioni, impianti sportivi, spazi pubblici Giovanni Tortelli, Roberto Frassoni
(www.sbgarchitetti.it). Stazioni

di Angelo Mangiarotti, Bruno Morassutti, Aldo Favini


a cura di Manuela Castagnara Codeluppi
Professore associato di Composizione Dalla Gare de l’Est alla Penn Station
architettonica al Politecnico di Milano Alessia Ferrarini Álvaro Siza: due musei
Museo d’arte contemporanea Serralves a Porto
Dipartimento ABC, insegna Progettazione Butabu

la storia e il restauro
Museo d’arte Iberê Camargo a Porto Alegre
architettonica al corso di laurea magistrale Architetture in terra dell’Africa occidentale
Maddalena d’Alfonso, Marco Introini
in Architettura delle costruzioni. James Morris
È coordinatore del comitato scientifico con un saggio di Suzanne Preston Blier Ville in Svizzera
Mercedes Daguerre

a cura di Giulio Barazzetta


di Fondazione Aldo Favini e Anna Gatta Progettare un Museo
e membro del comitato scientifico Le nuove Gallerie dell’Accademia di Venezia Ville in Portogallo
di Association Les Pierres Sauvages a cura di Renata Codello Carlotta Tonon
de Belcastel. È autore e curatore dei volumi

La chiesa di vetro
Case in Giappone Palerm & Tabares de Nava
Provenza, monumenti e città del Rodano
Francesca Chiorino Natura e artificio
(1992); Aldo Favini, architettura e ingegneria
Il Barranco de Santos a Santa Cruz de Tenerife
in opera (2004); Bruno Morassutti Case Latinoamericane
Marco Mulazzani
1920-2008. Opere e progetti (2009) e delle Mercedes Daguerre
mostre itineranti connesse tenute in Italia, Massimo Carmassi
Carlo Scarpa
Svizzera e Spagna. Attualmente è curatore di Recupero, conservazione, restauro
La Fondazione Querini Stampalia a Venezia
sezioni e/o mostre tematiche per la Triennale Un centro culturale nel Mattatoio di Roma
Francesco Dal Co, Sergio Polano
di Milano. Suoi scritti su progettazione Marco Mulazzani
fotografie di Prosdocimo Terrassan
architettonica urbana e costruzione sono Massimo Carmassi
Roma
pubblicati in volumi di riferimento, articoli Un restauro per Verona
La nuova architettura
e contribuiti in «Casabella» e altri periodici La nuova sede universitaria di Santa Marta
Giorgio Ciucci, Francesco Ghio,
di architettura. Maddalena Scimemi
Piero Ostilio Rossi
fotografie di Andrea Jemolo Michele De Lucchi
Il ponte della pace
Carlo Scarpa
Tbilisi, Georgia
Villa Ottolenghi
testi di Marco Biagi, Stefano Bucci,
Francesco Dal Co
Philippe Martinaud, Maurizio Milan
Richard Meier
Cantine secolo XXI
Il Museo dell’Ara Pacis
Architetture e paesaggi del vino
Autori vari
Francesca Chiorino
Pierre-Louis Faloci testi di Ampelio Bucci, Carlo Tosco
Architettura per ricordare
Future Systems, Shiro Studio
Mauro Galantino
Museo Casa Enzo Ferrari
Architettura e vino Modena
Nuove cantine e il culto del vino testi di Fabio Camorani, Giuseppe Coppi,
Francesca Chiorino Piero Ferrari, Andrea Morgante, Deyan Sudjic,
con un saggio di Luca Maroni Mauro Tedeschini, Adriana Zini
La Casa del Jazz a Roma La Casa della Ricerca
Il recupero di Villa Osio, sottratta Centro ricerche Chiesi, Parma
alla criminalità e consegnata ai cittadini Emilio Faroldi Associati
a cura di Guido Ingrao
Cristina Donati
Teatri e luoghi per lo spettacolo Rogers Stirk Harbour + Partners
Orietta Lanzarini Compact City. Nuovo centro civico,
Alberto Muffato Scandicci, Firenze
Ville in Italia dal 1945 Edoardo Milesi
Roberto Dulio Forum Fondazione Bertarelli
Marco Mulazzani

euro 35,00
in copertina foto di
Marco Introini
la chiesa di vetro
di Angelo Mangiarotti, Bruno Morassutti, Aldo Favini
la storia e il restauro della chiesa di Baranzate
a cura di
Giulio Barazzetta

la chiesa di vetro
di Angelo Mangiarotti, Bruno Morassutti, Aldo Favini
la storia e il restauro della chiesa di Baranzate

progetto di restauro di
SBG Architetti

prefazione di
Rafael Moneo
testi di
Giulio Barazzetta
Marzia Marandola
Giancarlo Santi

fotografie di
Giorgio Casali
Marco Introini

3
Ringraziamenti Volume realizzato grazie al contributo di:
Desidero ringraziare, in primo luogo, Bruno Morassutti, Franz Graf per l’affiancamento e lo stimolo continuo, AL.FA, Fondazione Aldo Favini e Anna Gatta, Milano
per la fiducia personale e la responsabilità che mi ha sin dal dottorato di Cristiana Chiorino, il cui prezioso Casalgrande Padana, Casalgrande, Reggio Emilia
affidato; Bruno ha innescato e sostenuto con la sua contributo è stato indispensabile. iGuzzini, Recanati, Macerata
presenza questo lavoro sin dall’inizio, e con lui Aldo Gli studi dedicati a Bruno Morassutti a Madrid hanno Progetto Arte Poli, Verona
Favini e Angelo Mangiarotti. Per il continuo contributo come protagonista Carmen Díez Medina, contatto Seregni Costruzioni, Milano
essenziale al progetto Anna Mangiarotti, Enrico Malli essenziale con tutto l’ambiente dell’architettura
e Kinue Horikawa della Fondazione Mangiarotti, madrilena testimoniato qui dal contributo di
Tito Negri e Bernardo Favini che, oltre al progetto Rafael Moneo, che ringrazio sentitamente.
con la Fondazione Aldo Favini e Anna Gatta, In Italia ringrazio particolarmente, per i loro contributi
Sommario
ha sostenuto economicamente la documentazione su ingegneria e costruzione, Tullia Iori e Sergio Poretti,
di tutto questo lavoro. Claudia Conforti e Marzia Marandola.
Indispensabile è stato il contributo della figlia del Gli Archivi Storici del Politecnico di Milano e l’Archivio 7 Prefazione
donatore della parrocchia: Caterina Peduzzi, che con la Progetti dell’università Iuav di Venezia per la Rafael Moneo
sua generosità e insistenza ha innescato la raccolta consultazione diretta e l’utilizzo delle fonti documentarie.
dei fondi per l’appalto; con lei ringrazio qui tutte le Il gruppo di progettazione, la direzione lavori 9 La chiesa di Baranzate, da prototipo a modello
persone e le istituzioni che si sono raccolte per e il cantiere hanno avuto il sostegno di Giulio Ballio
Giancarlo Santi
contribuire al restauro. del Politecnico di Milano con, fra gli altri, la
Ringrazio sentitamente don Carlo Chiesa e Angelo competenza di Ingrid Paoletti. Nel lavoro di SBG
Bonissoni a nome della parrocchia di Nostra Signora Architetti è stato essenziale quello di Sergio Gianoli, 17 Il dispositivo architettonico e costruttivo
della Misericordia di Baranzate, il consiglio parrocchiale sostenuto da Gustavo Zani nell’appalto e nel cantiere, Marzia Marandola
e i parrocchiani, per aver concretamente compreso e quello di Agostino Besana che ha affiancato
il valore universale di un’opera che a loro finalmente quotidianamente Bruno Morassutti e me nel progetto. 29 Il ritorno al futuro di un capolavoro laconico
appartiene. Infine, indispensabile è l’opera di Marco Introini
Giulio Barazzetta
Sono stati attivi sostenitori di questo lavoro e di Giuseppe Baresi, per la raccolta di immagini
Carla Di Francesco, promotrice a suo tempo del vincolo, e testimonianze che permettono questo volume
e Alberto Artioli, soprintendente belle arti e paesaggio di e il cortometraggio ora in lavorazione. 52 Il progetto di restauro
Milano; monsignor Giuseppe Arosio con monsignor Tutto questo non sarebbe stato realizzato in modo SBG Architetti
Giancarlo Santi, preziosi consiglieri; la Curia eccellente senza l’impresa di costruzioni Seregni
arcivescovile di Milano con Giorgio Corbetta e Giovanni Costruzioni srl di Milano, con la direzione di Riccardo 58 Il restauro
Maggi, dell’ufficio amministrativo; Giorgio Capponi per i Moratti; il rivestimento in acciaio e vetro di Progetto
fotografie di Marco Introini
beni culturali e per il progetto Cantieri dell’Arte. Infine, Arte Poli srl di Verona, con il contributo di Albano
gli eredi e i soci di Bruno Morassutti: la moglie Lalla e Paolo Poli e la cura di Riccardo Bazzerla;
Ramazzotti e i figli Sebastiano, Valentina e Antonella , le pavimentazioni di Casalgrande Padana e 93 Cronologia sintetica
Mario Memoli e Gabriella Benevento, sempre presenti. l’illuminazione di iGuzzini. 94 Crediti di progetto
Devo a Francesco Dal Co l’inaugurazione di questo Ringrazio collettivamente qui tutte le persone, 95 Biografie
lavoro su Casabella 721 del 2004 e il suo sostegno le ditte e le competenze che hanno contribuito 96 Bibliografia
giunto sino a promuovere questo volume. al cantiere non potendole citare per esteso.
97 Referenze iconografiche
Fra tutti gli studiosi e i progettisti incontrati in questi Un ringraziamento finale va a Giovanna Crespi,
anni sono stati fondamentali: Frank Mayer e i suoi esemplare coordinatrice editoriale, a Paola Ranzini
studenti Zhw, con un ringraziamento particolare a e Donatella Caruso per l’impaginazione e la redazione
Stefan Maeder, direttore Zhw 2005, per la sua lucidità. di questo volume.

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© 2015 by Mondadori Electa spa, Milano


Tutti i diritti riservati
prefazione
titolo testo
autore testo Ricordo bene la sorpresa che suscitò, fra coloro che putrescet materia / labescet paries: fatiscent latera: dell’introduzione del cemento precompresso nelle tecniche
come me seguivano il corso dell’architettura italiana omnisque denique structura sensim dissoluetur…»1. costruttive e celebra il fatto che la sua condizione pietrosa
di quegli anni, la pubblicazione della chiesa di Baranzate, Perché in effetti, spogliando la chiesa di Baranzate non sia limitata dalla compressione: si abbandona
opera di Angelo Mangiarotti e Bruno Morassutti. La chiesa del suo involucro di vetro, l’edificio appare nella sua la stereotomia tradizionale per dare spazio a un nuovo
di Baranzate, in effetti, aveva poco a che vedere con radicale nudità, mostrandosi a noi come se, ciò cui aspiri, materiale capace di essere modellato con inaspettata
il sofisticato equilibrio fra alte visioni intellettuali e sia semplicemente la costruzione della copertura. Dal punto delicatezza. L’intelligente impostazione dei sistemi
pragmatismo di BBPR, ignorava le raffinatezze formali di vista architettonico, la chiesa di Baranzate comincia architravati e il delicato disegno degli elementi utilizzati
e la volontà di stile di Gio Ponti, si poneva agli antipodi con la costruzione della copertura. È nel momento in cui si sono sempre lontani dal brutalismo che prevaleva in quegli
rispetto al classicismo e ai sistemi di costruzione progetta la copertura che si delinea ciò che sarà l’edificio. anni, un aspetto che oggi è sicuramente molto apprezzato.
tradizionali di cui faceva uso Ignazio Gardella ed era Lo stesso accadeva nel tempio greco, paradigma Se osserviamo il modo in cui la chiesa di Baranzate
completamente estranea agli esperimenti linguistici di Carlo dell’architettura classica, che va considerato come lo sforzo si inserisce nel territorio definendo con chiarezza il recinto
Scarpa. La chiesa di Baranzate appariva nel panorama compiuto dagli architetti per costruire un tetto perfetto. Nel murario del sagrato, il pensiero va, non tanto all’architettura
italiano come una rarità, come una singolarità, giustificata tempio greco è la copertura – triglifi e metope – a definire la religiosa antica, quanto all’importanza che il concetto
solo dal talento di Mangiarotti e Morassutti, la cui abilità pianta. Nella cattedrale gotica, al contrario, e quantunque di sequenza spaziale aveva, all’epoca in cui essa fu
professionale era riconosciuta già allora. Oggi, però, possa sembrare altrimenti, a determinare la copertura sono costruita, nella configurazione architettonica. Tutto ciò
osservando la chiesa con il distacco creato dal trascorrere le fondamenta, è la pianta. La chiesa di Baranzate si resta in secondo piano se la si intende come architettura
degli anni, a interessarci non è tanto l’inserimento avvicina dunque, perlomeno nelle intenzioni, al tempio che fa della copertura la sua sostanza. È stato il restauro
dell’opera nel contesto culturale in cui nacque, quanto greco. Il contributo del tempio ha radici nella perfezione, a permetterci di riscoprire quella che era la sua ragion
l’idea di accostarci a essa cercando di comprendere a cosa non nella pretesa di comunicare suggestioni emotive d’essere e a giungere alla conclusione che, una volta
era dovuta l’ammirazione e la meraviglia che suscitò. e sensoriali ai fedeli. Una perfezione che si manifesta costruita la copertura, tutto il resto era secondario.
Sarebbe esagerato dire che la chiesa di Baranzate nella forma e che richiede una conoscenza tecnica che, A differenza di ciò che accade nel corso di tanti altri restauri
ci faceva dimenticare, anche se per qualche istante, se anche non si rende visibile, è sempre presente in essa. in cui il deterioramento della copertura è responsabile
il dibattito in cui eravamo coinvolti, trasportandoci in un È importante, a questo punto, mettere in evidenza del logoramento dell’edificio, nel caso di Baranzate essa è
territorio in cui ad avere valore erano i principi di una il contributo conclusivo prestato all’opera di Mangiarotti rimasta intatta. Sono state le pareti – l’involucro di vetro
disciplina che, avendo come ragion d’essere la permanenza, e Morassutti dall’ingegnere Favini. Il restauro ha permesso grazie al quale Mangiarotti e Morassutti vollero conferire
era estranea alle contingenze e al tempo? Le immagini con di riconoscere nuovamente l’importanza, nella chiesa alla loro architettura un’atmosfera in cui non era difficile
cui ci confrontiamo in questo libro, molte delle quali sono di Baranzate, della componente strutturale. Inevitabilmente, riscontrare la loro simpatia per l’oriente – gli elementi che è
state scattate nel corso del restauro portato a termine le immagini della struttura ci fanno pensare a Louis Kahn stato necessario restaurare; e, proprio in questo processo di
di recente, mi hanno fatto pensare all’Alberti, all’epoca e ci spingono a interpretare l’opera di Mangiarotti, recupero che il libro ci racconta, abbiamo avuto la possibilità
in cui i trattatisti rinascimentali aspiravano a stabilire Morassutti e Favini come un’attenta risposta all’architetto di tornare ad apprezzare l’architettura di Mangiarotti,
i principi dell’architettura. Ci spiega Alberti: «Tectorum di Philadelphia, che tanto aveva influenzato gli architetti Morassutti e Favini in tutto il suo splendore e a capire
utilitas omnium est prima et maxima: Non enim solum del Team X. La struttura della chiesa di Baranzate possiede la ragione per cui la chiesa di Baranzate creò quel poderoso
incolarum saluti confert / dum noctem imbremque atque tuttavia una finezza e una precisione che la liberano impatto di cui abbiamo parlato all’inizio di queste righe.
in primis æstuantem solem repellunt atque excludunt: completamente dalla retorica che accompagna la pedagogia
Verum et mirifice omne tuetur ædificium: Tolle tectum kahniana. La struttura della chiesa si avvale Rafael Moneo, settembre 2015

Note
1 «L’utilità della copertura è maggiore vacillano, i loro fianchi si fendono,
di quella di tutte le altre parti. Essa a poco a poco l’intera costruzione
infatti non soltanto giova alla salute va in rovina», in L.B. Alberti, De re
degli abitanti, che difende dal freddo aedificatoria, libro I, incipit
della notte, dalla pioggia e soprattutto del capitolo XI, edizione italiana
dai raggi cocenti del sole, ma L’architettura. Leon Battista Alberti,
rappresenta un’ottima protezione traduzione di Giovanni Orlandi, con
Veduta notturna della facciata per tutto l’edificio. Senza il tetto, introduzione e note di P. Portoghesi,
6 d'ingresso a sud-est, 1958. 7 il legname si deteriora, i muri Il Polifilo, Milano 1989, p. 41.
la chiesa di baranzate,
da prototipo a modello

Giancarlo Santi

Il contesto il ritmo delle costruzioni aumentò notevolmente. In Italia6,


La chiesa parrocchiale dedicata a Nostra Signora della in quegli stessi anni, per far fronte alla rapida urbanizza-
Misericordia1 è stata costruita tra il 1956 e il 1958 in zione di masse ingenti di popolazione, si costruivano un
quella che allora era la frazione di Baranzate del Comune centinaio di complessi parrocchiali nuovi ogni anno.
di Bollate2, un’area agricola in via di urbanizzazione alla Proprio nel 1958, a Roma, alla morte di papa Pio XII
periferia nord di Milano. All’epoca, era parroco a Baran- (1939-58), venne eletto Giovanni XXIII (1958-63)7, che
zate, primo della nuova parrocchia, don Livio Milani che già nel 1959 avrebbe annunciato l’intenzione di convo-
fu confermato fino al 1992, quando venne sostituito da care il Concilio Vaticano II allo scopo di unire i cristiani,
don Carlo Chiesa. La popolazione della parrocchia non aggiornare la Chiesa e riconciliarla con la cultura contem-
superava qualche centinaio di persone. In quegli anni era poranea dopo un lungo periodo di conflitti e di chiusure.
da poco tempo arcivescovo di Milano il cardinale Giovan- La costruzione della chiesa di Baranzate, dunque, si
ni Battista Montini (1954-63)3, che nell’arco di pochi colloca in un momento storico prossimo al Concilio Vati-
anni sarebbe diventato papa con il nome di Paolo VI. La cano II, ne esprime il clima di mutamento e di attesa e,
chiesa venne dedicata solennemente e aperta al culto il a suo modo, si può considerare un segno anticipatore dei
7 novembre 1958 con una celebrazione presieduta dal tempi nuovi della Chiesa.
cardinale Giovanni Battista Montini in persona che, Negli anni cinquanta del XX secolo il clima di attesa
nell’occasione, pronunciò un’omelia divenuta famosa4. e di mutamento non interessava solo Milano, Bologna e
Il contesto storico-ecclesiale, a Milano come nell’inte- l’Italia, ma era presente in tutta Europa e nelle Americhe
ra Chiesa cattolica, era prossimo a una svolta. Stavano e si esprimeva anche con la costruzione di un discreto
scomparendo le grandi figure ecclesiali che avevano vissu- numero di chiese decisamente innovative. Ne ricordo al-
to la seconda guerra mondiale e la ricostruzione – a Milano cune tra le più significative. A Milano la chiesa di San
il cardinale Ildefonso Schuster, a Roma papa Pio XII. Gabriele (1957, A. e P. Castiglioni), la chiesa dell’Idro-
Milano, Torino, Genova e tutto il nord Italia stavano scalo (1955-57, V. Gandolfi), la chiesa di Cesate (1957,
conoscendo un periodo di intenso e rapido sviluppo indu- I. Gardella), la chiesa di Rescaldina (1959, V. Magistret-
striale ed economico; gli imponenti flussi migratori e i con- ti), la chiesa Santa Maria Nascente al QT8 (1954-55, V.
seguenti nuovi insediamenti residenziali richiedevano alla Magistretti), la chiesa della Madonna dei Poveri (1954-
Chiesa un grande impegno su molti fronti. La diocesi di 56, L. Figini e G. Pollini), Sant’Ildefonso (1955, C. De
Milano5, in particolare, fin dagli anni trenta, per far fronte Carli). In Italia le chiese di Francavilla al Mare-Pescara
alla crescita demografica dovuta all’immigrazione prove- (1949-59, L. Quaroni), del borgo La Martella-Matera
niente in prevalenza dalle regioni del sud, con il cardinale (1951, L. Quaroni), della Sacra Famiglia a Genova
Ildefonso Schuster (1929-54) aveva avviato la costruzione (1959-62, L. Quaroni), di Corte di Cadore (1959-61, C.
di nuovi complessi parrocchiali. Con l’arcivescovo Montini Scarpa e E. Gellner)8, la chiesa del Cuore Immacolato di
Veduta diurna dell'aula verso
la facciata est con la scala d'ingresso
a destra, 1958.
Il portone scorrevole aperto
sulla facciata d'ingresso, 1958. 9
Maria a Borgo Panigale-Bologna (1955, G. Vaccaro), la committenza di una chiesa milanese non è ecclesiastica liturgia secondo il rito ambrosiano). Il progetto è limitato alla luce interna nel breve tratto di percorso che, varcan-
Sant’Antonio a Recoaro Terme (1949-51, G. Vaccaro), la ma interamente laica, e per di più espressa in forma diretta. all’essenziale: solo la chiesa, senza campanile, senza do la piccola rampa di accesso, conduce dall’esterno,
cattedrale di La Spezia (1956, A. Libera), San Giovanni I progettisti scelti dai donatori sono due architetti lai- casa parrocchiale né opere parrocchiali, diversamente dai all’ingresso superiore, alla navata vera e propria). Nell’au-
Bosco a Bologna (1958-67, G. Vaccaro), la chiesa del ci, giovani molto preparati e promettenti, privi di espe- complessi che venivano progettati nella diocesi di Milano, la non mancano confessionali e cantoria.
Sacro Cuore a Canton Vesco-Ivrea (1958, M. Nizzoli e M. rienze precedenti nel campo dell’architettura per il culto. i quali, di regola, comprendevano tutti quegli elementi. A La chiesa è a navata unica, a sala, di dimensioni ri-
Oliveri con Aldo Favini), il monastero delle carmelitane di Il progetto della nuova chiesa – da quanto risulta – Baranzate, evidentemente, si intendeva procedere per dotte. Quattro colonne, molto evidenti, non decorative
San Remo (1958, Gio Ponti). In Germania, negli anni sembra sia stato elaborato dai progettisti in totale auto- gradi, sulla base delle limitate risorse disponibili. ma dichiaratamente strutturali, non dividono lo spazio
cinquanta, vengono costruite numerose chiese progettate nomia. Non vi è notizia di consulenti liturgici che li af- La chiesa si presenta come un edificio in forma di interno in navate. La separazione tra presbiterio e navata
da Emil Steffan (già collaboratore di Rudolf Schwarz)9; in fiancassero. Non risulta neppure che il progetto sia stato parallelepipedo di non grandi dimensioni (14 metri per è del tutto tradizionale. La chiesa è come dominata da
Francia, proprio negli anni cinquanta, vedono la luce il esaminato e valutato dagli organismi di Curia del tempo, 28 di base e 10 metri di altezza), dalle componenti un’unica immagine, il monumentale Crocefisso sospeso
santuario di Ronchamp (1950-55, Le Corbusier)10 e la come era prassi comune in quegli anni16. tecnologiche ben leggibili ma non esibite, luminescen- sull’altare.
cappella del Rosario di Vence (1948-52, H. Matisse)11. Non abbiamo elementi per dire se alla progettazione te, elevato (meglio, sospeso) in mezzo alla campagna Lo spazio interno è nitido e dotato in modo essenzia-
In America la chiesa dell’IIT di Chicago (1952, Mies van abbia preso parte – e in che misura – la comunità locale lombarda. le dei suoi attributi tradizionali: l’altare con il tabernaco-
der Rohe) e la cattedrale di Brasilia (1958, O. Niemeyer). destinataria dell’opera che, peraltro, era solo agli inizi e Ciò che della chiesa colpisce immediatamente è, da lo incluso, la sede e il piccolo ambone. Colpisce la totale
Si trattava comunque di casi isolati, spesso contrastati, si sarebbe definita e consolidata con il tempo, come ca- una parte, l’evidenza data ai materiali contemporanei assenza di immagini devozionali la cui presenza non è
non accolti e guardati con diffidenza o mal tollerati dalle pitava spesso in quegli anni nei contesti periferici. (cemento armato, acciaio e vetro) e, dall’altra, il primato prevista dai progettisti.
gerarchie ecclesiastiche che, in genere ma non sempre, si Pur in presenza di tutte queste incertezze, sembra attribuito a un elemento simbolico del tutto tradizionale In quegli anni in Italia non esistevano linee guida per
mantenevano molto prudenti nei riguardi delle innovazioni. possibile concludere che la chiesa di Baranzate si possa come la luce. La chiesa è dichiaratamente un’architettu- la progettazione delle nuove chiese. I riferimenti comun-
Infatti le nuove chiese, in larga maggioranza, venivano co- considerare una testimonianza del modo con cui alcuni ra luminosa e (specialmente di notte) irradia luce20. que erano tre: il Codice di diritto canonico (1917), che
struite evitando le innovazioni, con obiettivi meramente laici immaginavano la Chiesa del futuro, una Chiesa pie- Siamo di fronte a forme assolutamente semplici, modu- insisteva sul rispetto della tradizione, le Istruzioni di San
pratici12. In Italia, in particolare, i vescovi intendevano co- namente riconciliata con la contemporaneità. lari e disadorne (totalmente prive di decorazioni di qualun- Carlo (1577), che costituivano un riferimento lontano ma
struire in modo rapido e a basso costo numerosi nuovi edi- que tipo). Il distacco, rispetto ai modelli storici e all’imma- ancora ricco di insegnamenti, e la tradizione locale che
fici per il culto senza altra preoccupazione che non fosse di I progettisti gine di chiesa comune in quegli anni, non può essere più investiva anche la dimensione costruttiva. Per quanto ri-
ordine economico. Le loro risorse finanziarie erano estrema- Gli architetti scelti e incaricati di progettare e di dirigere la netto. Ma, in realtà, a una più attenta considerazione, supe- guarda la liturgia era in vigore il codice delle rubriche.
mente limitate. La chiave culturale comune era costituita costruzione della chiesa di Baranzate lavorano insieme rata la sorpresa per le novità, il distacco rispetto alla tradi- Il progetto non sembra ignorare nessuno dei riferi-
semplicemente dal desiderio di assicurare la presenza ec- nello stesso studio di architettura che hanno aperto nel zione non è così radicale: le forme geometriche elementari, menti citati ma li interpreta in modo molto libero. Quanto
clesiale sul territorio. Solo la diocesi di Milano, con il cardi- 195517. Mangiarotti18 si è laureato nel 1948 al Politecni- la stessa luce, la posizione elevata, il monumentale muro di all’immagine di chiesa, decisamente innovativo, i proget-
nale Montini, e la diocesi di Bologna, con il cardinale Ler- co di Milano, Morassutti19 a Venezia nel 1946. Nel 1956 cinta21 con la Via Crucis di Gino Cosentino (1916-2005) tisti non dichiarano i loro riferimenti specifici. Sembra
caro – promotore del movimento “Chiesa e Quartiere” negli Angelo Mangiarotti ha trentacinque anni; è stato in Svizze- rinviano alla tradizione dell’architettura di chiesa. ragionevole ritenere che le architetture religiose di F.L.
anni cinquanta13 – con il tacito appoggio della Pontificia ra e negli Usa; ha incontrato i maestri del razionalismo Questa architettura afferma la serena assunzione de- Wright e la recentissima cappella di Mies all’IIT di Chica-
commissione centrale per l’arte sacra in Italia14, nel perio- europeo come Max Bill e, negli Usa, dove ha insegnato gli elementi della contemporaneità da parte della Chiesa go (un semplice parallelepipedo con la facciata intera-
do in cui fu guidata da monsignor Giovanni Fallani, ritene- all’IIT di Chicago, figure come F.L. Wright, W. Gropius, e non nasconde la sua confidenza con la tradizione, tut- mente vetrata) non li abbiano lasciati indifferenti.
vano importante e da curare anche la dimensione architet- Mies van der Rohe, K. Wachsmann. Bruno Morassutti ne tavia senza manifestare alcun rimpianto. In particolare il progetto liturgico e iconografico, così
tonica di tale presenza. Benché Milano e Bologna fossero ha trentasei, ha viaggiato negli Usa dove è stato alcuni Si nota subito che questa nuova chiesa non teme di diversi rispetto a quelli comuni in quegli anni, fanno ri-
importanti diocesi italiane, esse erano solo due delle tre- mesi a contatto con F.L. Wright. Entrambi sono giovani mostrare la propria vicinanza ai nuovi modi di concepire flettere e pongono domande. Quali sono i riferimenti rea-
centoventicinque diocesi allora esistenti in Italia. professionisti, aperti verso i linguaggi, i materiali e le tec- e costruire l’architettura (la prefabbricazione, sia pure in li? Vi sono consulenti? A quale dei due progettisti sono da
nologie contemporanee conosciute direttamente in Ameri- misura ridotta) e con ciò dichiara la fine di una intera attribuire principalmente le scelte riguardanti liturgia e
La committenza15 ca. Sono due sperimentatori, ciascuno portatore di sensi- epoca e l’inizio di un tempo nuovo. Con Mies van der iconografia?
I committenti della chiesa di Baranzate sono due laici bilità e inclinazioni specifiche. Nessuno dei due è inserito Rohe e Romano Guardini22 i due giovani architetti espri- I riferimenti del progetto liturgico non pare siano stati
credenti – Giuseppe Peduzzi e Francesco Andreoletti – nella cerchia dei professionisti che collaborava con la dio- mono la convinzione che i tempi nuovi, la tecnica moder- indagati. Non è chiaro se vi sia stato un consulente speci-
che donano alla diocesi il terreno e le risorse finanziarie cesi di Milano per la progettazione di chiese né è presente na, non pongono fine alla grande tradizione umanistica fico che abbia orientato i progettisti in materia liturgica.
per costruire la chiesa in un contesto territoriale in corso nel dibattito italiano in tema di architettura sacra (che ma possono dialogare con e innestarsi in essa. Non è chiaro quale sia stato il ruolo dei due architetti in
di urbanizzazione, nel quale alla parrocchia di Bollate – aveva come riferimenti la Pro Civitate Christiana di Assisi, Il progetto liturgico presenta aspetti del tutto singola- quelle scelte. Da alcuni accenni sembra ipotizzabile che
la parrocchia madre di quella di Baranzate – mancavano la diocesi di Bologna e la Pontificia commissione a Roma). ri dal momento che colloca il battistero nel piano della Morassutti vi abbia avuto la parte principale. Se le cose
i mezzi sia per acquistare il terreno sia per costruire la campagna, mentre l’aula eucaristica viene posta al piano stanno così, si apre un’ulteriore serie di domande circa le
nuova chiesa. Il progetto elevato, suggerendo un percorso iniziatico dalle tenebre fonti delle scelte di Morassutti in materia di liturgia23.
I donatori-benefattori scelgono anche i progettisti. Sia- Il progetto architettonico incorpora senza tensioni il pro- alla luce, dal basso verso l’alto (ma senza escludere quel- Dal punto di vista iconografico è rilevante la scelta
mo cioè di fronte a un caso, non del tutto infrequente, in cui gramma liturgico (cioè esprime e consente di celebrare la lo, più frequente, dalla luce esterna alla lieve penombra del tutto inconsueta dei progettisti di non collocare una

Vedute della cripta, 1958:


l'altare della Vergine; la cappella
della Vergine, ora penitenzieria;
la sacrestia. 10 11
piccola croce in posizione elevata sul frontone della chie- modello. Solo in qualche caso, in Svizzera e in Germania, abbiano espresso qualche valutazione a proposito della Insegna in primo luogo, che quel progetto, così antici-
sa, ma di collocare una croce monumentale in grande ha conosciuto alcune riprese27. chiesa. Sarebbe interessante svolgere un’indagine su patore e innovativo, non è stato rifiutato anzi, gradualmen-
evidenza, a terra, ai piedi della rampa di accesso. Inoltre In che modo la comunità cristiana di Baranzate ha questo punto. Dai comportamenti e dalle scelte compiute te, è stato fatto proprio dalla comunità cristiana per la qua-
la collocazione del titolo di dedicazione, in latino, non è accolto la nuova chiesa? La comunità cristiana locale ha dall’Amministrazione comunale sembra emergere un so- le era stato pensato e progettato quando essa non esisteva
in corrispondenza con la grande porta superiore di in- trattato la chiesa in modo pragmatico per quello che essa stanziale disinteresse dal punto di vista urbanistico. La ancora. Si tenga presente che quella di Baranzate era una
gresso ma in corrispondenza con l’ingresso inferiore, a era, un edificio da abitare, un prototipo da collaudare28. popolazione di Baranzate è cresciuta nel corso degli anni. comunità composta quasi integralmente da immigrati che
segnalare l’itinerario preferenziale che dal battistero, Abitando la chiesa, facendone esperienza anno dopo Baranzate è diventata Comune autonomo rispetto a Bol- nel 1958 probabilmente non l’avrebbero accettata, ma nel
mediante una scala interna, sale alla navata. anno, la comunità parrocchiale, a suo modo, ne ha com- late. Gli insediamenti residenziali e artigianali si sono tempo l’ha apprezzata e si è riconosciuta in una chiesa “di
Per quanto riguarda le scelte delle opere d’arte, colpi- piuto un’ampia e approfondita valutazione critica sotto il moltiplicati, ma senza alcun disegno, senza tener conto vetro”. La relazione tra comunità e architettura contempo-
sce positivamente – perché avveniva e avviene raramente profilo pratico e materiale. Una valutazione che riguarda né della storia, né della presenza di architetture significa- ranea è venuta crescendo e si è consolidata nel tempo.
ancora oggi – che lo scultore Cosentino sia stato invitato alcuni punti, non l’insieme dell’opera. Il complesso della tive come la chiesa. Oggi la chiesa di Baranzate è som- Un secondo insegnamento. Quella comunità, inizial-
a collaborare al progetto fin dall’inizio. Nello stesso tem- chiesa viene abitato con continuità e senza problemi. La mersa in un contesto edilizio privo di forma e di misura. mente assente, una volta costituita non è rimasta passi-
po non si può non notare il fatto che il suo contributo sia comunità locale non si spaventa di fronte a una chiesa di La fortuna critica29 della chiesa è stata rapida, gran- va, ma ha saputo esprimere precise valutazioni ed esi-
limitato alla componente devozionale – la Via Crucis – vetro, dimostra di non avere pregiudizi su questo punto. de ed è ampiamente documentata. Occorre riconoscere genze che hanno trovato risposta sul piano progettuale.
collocata all’esterno della chiesa, mentre le opere collo- Su altri punti, invece, esprime con chiarezza le sue valu- che è stata proprio la fortuna critica così grande a porre La relazione tra comunità e progettisti perciò ha preso
cate nella chiesa – il grande Crocefisso posizionato tazioni. Di fatto, alcune scelte del progetto vengono ac- le premesse per la sua conservazione, evitando il rischio corpo ed è risultata solida.
nell’aula e la statua della Vergine nel battistero – sono cantonate (non capite, non condivise, ritenute poco prati- di trasformazioni incongrue. Grazie a essa nel 2002 la Una terza lezione. Risulta evidente che la storia del pro-
opere appartenenti al repertorio storico. Queste scelte cabili), come l’uso del battistero al piano inferiore o chiesa è stata riconosciuta di interesse culturale e posta getto e dell’opera non è avvenuta in tempi brevi ma, al con-
pongono qualche interrogativo. A che cosa si deve la chia- l’ingresso dal basso, dalle tenebre alla luce. Di preferenza, sotto tutela dal Ministero per i beni e le attività culturali trario, ha richiesto tempi medio-lunghi. Siamo in presenza
mata di Cosentino e la limitazione del suo intervento? infatti, l’ingresso utilizzato è quello superiore, direttamen- e il turismo. Il progetto di restauro è stato avviato da di una regola di carattere generale: un’opera pubblica, una
Perché non ha realizzato anche il Crocefisso e la statua te dall’esterno. La carenza di immagini devozionali viene Bruno Morassutti stesso con la collaborazione di Giulio chiesa, specialmente se è un’architettura viva, richiede tem-
della Vergine? Per scarsità di risorse? Per prudenza? risolta collocando due sculture in legno sulle colonne a Barazzetta e, dopo la scomparsa di Morassutti, è stato pi lunghi per esprimersi, farsi capire e anche per raggiunge-
lato del presbiterio e collocando una Via Crucis con for- condotto a termine da Giulio Barazzetta in un contesto di re una conformazione e una configurazione mature.
La ricezione melle di piccole dimensioni lungo le pareti interne della vivace partecipazione sia degli organi della Curia milane- La presenza costante del progettista – Morassutti pri-
Da quanto risulta, la comunità cristiana locale, a partire chiesa (mentre la Via Crucis esterna viene utilizzata rara- se sia, soprattutto, della comunità cristiana30. ma e Barazzetta poi – lungo il tempo della maturazione,
dal 1958, si è limitata a ricevere e ad abitare l’opera re- mente per ragioni climatiche; la Via Crucis è una pratica Di fortuna pastorale non si può quasi parlare. La chie- prima e dopo il restauro della chiesa – un caso raro in
alizzata. Non abbiamo notizia di valutazioni di tipo este- soprattutto primaverile, quando il clima a Milano è ancora sa di Baranzate è stata apprezzata dal vescovo Montini, Italia – è risultata provvidenziale per la tenuta dell’edifi-
tico da parte sua24. L’unica valutazione conosciuta è rigido). L’uso della chiesa in tutte le stagioni mette in evi- ma non è stata capita e assimilata in alcun modo né dalla cio alla distanza e per la sua lenta messa a punto.
quella del cardinale Montini, che la esprime durante l’o- denza i limiti degli impianti di riscaldamento e di ventila- Chiesa milanese né da quella italiana. Si trattava indub- Sul tema dell’adeguamento liturgico, che anche in
melia della dedicazione il 7 novembre 195825. Osservan- zione. Le vetrate, danneggiate dolosamente nel 1979, biamente di una lezione alta e difficile destinata a dare questo caso ha una notevole rilevanza, sarebbe necessa-
do la nuova chiesa il vescovo di Milano non nasconde il vengono completamente sostituite nel 1980. Emerge il frutto ma non in tempi brevi31. Quel progetto ha anticipa- rio uno studio specifico.
suo stupore. Ha dedicato numerose chiese ma una chie- desiderio di avere il campanile accanto alla chiesa (che to i tempi. Solo nel 1965, con il Concilio Vaticano II, la Due problemi, a mio parere, sono ancora da risolvere:
sa “di vetro” mai. La sua reazione, comunque, è positiva. effettivamente viene costruito negli anni 1984-85 su pro- Chiesa cattolica farà la pace con il mondo e la cultura il programma iconografico e la sostenibilità nel tempo.
Si interroga sul senso del nuovo edificio. Ne dà un’inter- getto di Morassutti). Gradualmente si percepisce la neces- contemporanea, ma esclusivamente in linea di principio. Il programma iconografico e devozionale era stato im-
pretazione biblica acuta. Prende lo spunto per mettere in sità di una cappella feriale, di spazi per la penitenza e di In pratica, infatti, quella data segna solo l’inizio, almeno postato in maniera essenziale ma non sufficiente fin
evidenza la connessione tra la ricerca della novità in spazi di servizio. Le dimensioni della chiesa a un certo per l’Italia, di una graduale e timida apertura alla cultura dall’inizio e va ancora studiato in accordo tra comunità e
campo artistico e la vivacità della Chiesa. punto sembrano troppo ridotte dal momento che la popo- contemporanea che, a distanza di cinquant’anni è ancora progettisti evitando forzature da entrambe le parti. Trat-
Non sono note valutazioni o giudizi da parte degli lazione con gli anni è notevolmente aumentata; si ventila lontana dall’essere raggiunta32. D’altra parte occorre te- tandosi di una questione molto delicata, ritengo che pos-
altri arcivescovi e degli organi della Curia milanese. Dopo l’idea di ampliare la chiesa. Con il passare del tempo nere presente che si tratta di un’architettura che ha rag- sa essere risolta in un clima di collaborazione aperta e
Montini la diocesi non si esprime. I cardinali Colombo, emerge anche il problema della manutenzione e della so- giunto la sua configurazione definitiva nel corso del tem- paziente tra comunità e progettista.
Martini, Tettamanzi, Scola tacciono. Non può sfuggire, stituzione degli infissi e del materiale isolante utilizzato. po. La chiesa di Baranzate è un’opera prima, un prototipo La sostenibilità economica. In primo luogo sarebbe
però, che i progettisti di Baranzate, nonostante le lodi di Nell’arco di cinquant’anni la comunità prende possesso che, solo a distanza di più di sessant’anni, può essere opportuno scrivere un bilancio di sessant’anni e tentare
Montini e la grande fortuna critica della loro chiesa, dopo della sua chiesa, vi si insedia, la riconosce come propria e considerato un modello e che, certamente, può diventare qualche previsione. L’opera ha avuto un costo rilevante,
quella prova non hanno ricevuto altri incarichi di tipo perciò esprime numerose esigenze di interventi che corri- un esempio per quanto riguarda l’intervento di restauro33. sostenuto prevalentemente da soggetti esterni alla comu-
ecclesiastico né dalla diocesi26 né da privati, né a Milano spondono a una concreta critica operativa. Abitandola la nità. La comunità locale sarà in grado di conservare la
Dettaglio dell'ambone sull'altare, 1958. né in Italia o in altri paesi. Evidentemente la chiesa di trasforma da prototipo in edificio pienamente utilizzabile. Qualche riflessione conclusiva sua chiesa? Che cosa si può prevedere per il futuro? Si è
Accesso principale all'aula e alla
cripta, 1958. Baranzate, benché conosciuta e ammirata, non è stata Non risulta, ma la cosa non è del tutto certa, che la Anche solo a partire da questa analisi schematica, quello di pensato a un progetto di gestione e di manutenzione e ai
Accesso al presbiterio dalla sacrestia, considerata un prototipo (migliorabile), né tanto meno un comunità civile di Baranzate e le amministrazioni locali Baranzate risulta essere un caso che ha molto da insegnare. suoi costi?
1958.
Veduta diurna dei banchi e dell'ambone
verso la facciata ovest, 1958.
Veduta notturna durante la celebrazione
del Natale, 25 dicembre 2014. 12 13
Note
1 Questo è l’attuale titolo di dedicazio- 12 Quanto ai rapporti tra Chiesa e arte ting Light in Premodern Times, Silvana, Il richiamo alla bella pagina della sacra 28 Il rapporto tra una nuova chiesa e la tamente, costituisce una soluzione assai
ne della chiesa di Baranzate secondo la contemporanea, negli anni cinquanta Cinisello Balsamo (Mi) 2014; S. Berselli, Scrittura non acquista valore giustificati- comunità di destinazione, quella per cui indovinata).
Guida della diocesi di Milano 2014, p. del XX secolo il clima complessivo era M. Brunner, D. Mondini (a cura di), Le vo: è autentica significazione mistica che una chiesa viene progettata, che poi la La chiesa – resa “aerea” dalla trasparen-
314. La Guida informa che nel 2014 la piuttosto teso, come attesta l’Istruzione jeu savant. Luce e oscurità nell’architet- offre simbolismo prezioso alla materia; abita, la gestisce e inevitabilmente la tra- za della fascia vetrata superiore (su cui la
parrocchia di Baranzate ha 7.083 abi- sull’arte sacra pubblicata il 30 giugno tura del XX secolo / Light and Darkness anche il vetro che per la sua luminosità sforma, è molto delicato, non può essere presenza della travi a “X” crea un motivo
tanti, fa parte del decanato di Bollate e 1952 che richiamava al rigoroso rispetto in 20th Century Architecture, Silvana, Ci- significa la luce di Dio e il calore dell’a- dato per scontato. Al contrario esso varia forse eccessivamente ornamentale) – e
appartiene alla IV zona pastorale della delle disposizioni vigenti sia in materia di nisello Balsamo (Mi) 2014. more divino, può ben essere usato nella nel tempo e dipende dall’atteggiamento dalla sottile banda inferiore, è inoltre
diocesi di Milano (Rho). Nel Comune architettura che di arte per il culto. Cfr. 21 Sia la posizione alquanto elevata sia costruzione di un edificio sacro. dei responsabili delle comunità – i par- perfezionata da altri particolari: l’imma-
di Baranzate esiste una seconda par- C. Costantini, L’istruzione del S. Offizio il muro di cinta sono richiesti per ogni La chiesa poi presenta una novità e la roci – e delle comunità stesse oltre che ne architrave in granito rosso che reca la
rocchia, dedicata a Sant’Arialdo, con sull’arte sacra, Pontificia Commissione chiesa dalle “Istruzioni” di San Carlo al novità rientra nel novero delle cose sa- dall’atteggiamento dei progettisti. Le Cu- dedica della chiesa, il muro perimetrale
3.700 abitanti. Gli abitanti del Comune Arte Sacra, Roma 1952. n. 1 e al n. 120. Il n. 120, in realtà, si cre: la religione, quando è viva, non solo rie diocesane, dalle quali ci si attende- ad “opus incertum”. E, nell’interno, la
di Baranzate in totale superano dunque 13 Gl. Gresleri, M.B. Bettazzi, Gi. Gresle- riferisce al muro che circonda il cimitero non esclude la novità, ma la vuole, la rebbe una più decisa azione di tutela e sobrietà del pulpito, dell’altare e dell’an-
i 10.000. ri, Chiesa e Quartiere. Storia di una rivi- che, al tempo di San Carlo, circondava esige, la cerca, la sa ricavare nell’anima. di controllo, di fatto non se ne occupano tico crocefisso».
2 Attualmente Baranzate non è più frazio- sta e di un movimento per l’architettura le chiese, come tuttora avviene in alcu- Cantate Domino canticum novum, – dice che assai debolmente. In alcuni casi mi- «L’art sacré», 1-2, 1959, dedica anch’es-
ne di Bollate, ma è Comune autonomo. a Bologna, Compositori, Bologna 2004. ne chiese site in zone alpine in Italia e, la Scrittura. Ed io sono qui a tendere le lanesi noti, come le chiese di Gardella, di sa un numero doppio alle nuove chiese
3 X. Toscani (a cura di), Paolo VI. Una 14 D. De Marchis (a cura di), L’archivio comunemente, nei paesi di cultura ger- braccia a tutte le novità che l’arte mi dà. Figini e Pollini (la Madonna dei Poveri), di Milano. La chiesa di Baranzate (pp.
biografia, Brescia, Istituto Paolo VI, della Commissione centrale per l’arte manica. L’idea che il muro che recinge Non ho nessuna prevenzione contro le di De Carli (Sant’Ildefonso e San Gerola- 5-12) viene documentata con ben nove
Studium, Roma 2014; in particolare G. sacra in Italia, Archivio Segreto Vaticano, la chiesa di Baranzate possa alludere novità, purché la novità non sia capriccio mo Emiliani), la relazione tra parrocchia fotografie (comprese quelle in copertina
Adornato, L’episcopato milanese, pp. Città del Vaticano 2013. all’antico muro cimiteriale consentirebbe o frutto di ignoranza. Sono lieto di consa- e chiesa/progettista non è stata positiva e in controcopertina) rispetto alle due de-
241-356 e sulle nuove chiese pp. 326- 15 In tema di committenza ecclesiastica di rileggere anche lo spazio attorno alla crare questo sforzo materiale, sono lieto ma risentita e rancorosa; il rapporto con dicate alle altre chiese, oltre che con le
328. G. Adornato, A. Gianni, L. Vacca- cfr. G. Santi, Architettura e liturgia. La chiesa come area cimiteriale. di accogliere l’omaggio del vostro inge- i progettisti è stato vissuto in modo assai piante e le sezioni, e viene commentata
ro (a cura di), Paolo VI beato. L’uomo, Chiesa committente di architettura, Il 22 A proposito della relazione tra Mies gno, di dire a voi “venite e continuate in problematico tanto che ha finito per in- con una sobria descrizione tecnica e una
l’Arcivescovo, il Papa, Fondazione Am- Pozzo di Giacobbe, Trapani 2011 e, con e Guardini rinvio a F. Neumeyer, Mies questo sforzo di ricerca per offrire a Dio terrompersi; i religiosi responsabili hanno nota spirituale (“Impressioni di visita”).
brosiana Paolo VI-Nomos Edizioni, Gaz- specifico riguardo alla situazione milane- van der Rohe. Le architetture, gli scritti, sempre qualcosa di nuovo”». trattato la chiesa in maniera strumentale, 30 Sotto la guida del parroco don Carlo
zada-Busto Arsizio (Va) 2014, riedizione se, cfr. G. Santi, Il ruolo della commit- Skira, Milano 1996, p. 213 e seguenti. Giovanni Battista Montini (arcivescovo di talvolta brutale; in taluni casi vi hanno in- Chiesa.
del volume Montini Paolo VI. Cultura, tenza nella diocesi ambrosiana, in C. De 23 Nel corso della sua intensa attività Milano), Discorsi e scritti milanesi (1954- trodotto trasformazioni incongrue, in altri 31 Sembra che uno degli elementi più
arte, annuncio del 2003, con bibliografia Carli (a cura di), Le nuove chiese, cit., progettuale Morassutti dimostra costante 1963), v. II (1958-1960), Istituto Paolo hanno preferito abbandonare il progetto criticati del progetto di Baranzate sia sta-
aggiornata a cura di G. Adornato; sulle pp. 27-38. Nel caso di Baranzate sareb- interesse per i temi religiosi. Al riguardo VI, Brescia, pp. 2418-2419. iniziale lasciato in condizioni di “non fi- to quello della prefabbricazione, un tema
chiese nuove si veda M.A. Crippa, Un be interessante conoscere come e per- rinvio a G. Barazzetta, R. Dulio, Bruno 26 A partire dagli anni settanta la diocesi nito” come nel caso della Madonna dei che in precedenza non era ancora stato
paradigma di metodo offerto agli artisti ché i due donatori abbiano conosciuto e Morassutti, cit., pp. 180-187. L’interesse di Milano si pose il problema di costru- Poveri. Nel caso di Baranzate, invece, il affrontato nella progettazione di chiese
impegnati nell’arte e nell’architettura per incaricato i due giovani progettisti. di Angelo Mangiarotti per i temi religiosi ire in tempi rapidi numerose chiese in rapporto è stato positivo fin dall’inizio. Il nuove definitive (non in quelle provviso-
le chiese, pp. 93-104. 16 Nella Curia di Milano era presente si esprime in due progetti: per un cali- condizioni di grande scarsità di risorse parroco non ha alimentato atteggiamenti rie). In forma diversa il tema verrà ripreso
4 Vedi sotto nota 27. un responsabile per le chiese nuove, un ce (rimasto a livello di studio) e per una e fece ricorso alle “chiese-tipo”, frutto di risentiti e aggressivi verso la nuova chie- negli anni sessanta in Italia a Torino da
5 C. De Carli (a cura di), Le nuove chiese ufficio e un comitato dedicato alla pro- panca di chiesa (realizzata come prototi- un concorso interno; i progetti vennero sa e verso i progettisti i quali, da parte parte di Roberto Gabetti, Aimaro Isola e
della diocesi di Milano 1945-1993, Vita e mozione. Le persone responsabili sono po per la fiera dell’arredo liturgico Koinè affidati agli architetti C. Bassi e G. Bo- loro, si sono mostrati molto pazienti ed Luciano Re nella chiesa Santi Apostoli a
Pensiero, Milano 1994. G. Arosio, Chiese state nel tempo: monsignor Vittore Maini, presso la Fiera di Vicenza). schetti e successivamente agli architetti elastici. In queste condizioni è stato pos- Piossasco-Torino (1969-73) e in Austria
nuove verso il terzo millennio. Diocesi di monsignor Aldo Milani, monsignor Rena- 24 Sarebbe interessante conoscere con V. e G. Latis. Cfr. E. Brivio, Le chiese-tipo sibile mettere a fuoco e risolvere man (San Raffaele, Vienna, 1964) e Germa-
Milano 1985-2000, Electa, Milano 2000. to Corbella, monsignor Giuseppe Arosio. maggior precisione l’atteggiamento e le nell’aggiornamento postconciliare degli mano i problemi emersi, senza ignorare nia (San Giuda Taddeo, Karlsruhe-Neu-
6 Cfr. G. Santi, Nuove chiese italiane L’attuale responsabile è don Enzo Bar- valutazioni del parroco e della comunità anni sessanta e settanta, in C. De Carli (a i risvolti finanziari, mai da sottovalutare. reut, 1980-89) da Ottokar Uhl. I progetti
(1861-2010). Sette lezioni, Vita e Pen- bante. I nuovi progetti dovevano essere del tempo. cura di), Le nuove chiese…, cit., pp. 65- 29 Mi limito a citare due riviste cattoli- citati, tuttavia, furono oggetto di polemi-
siero, Milano 2011. esaminati e approvati dalla Commissione 25 Il 7 novembre 1958 a Baranzate (Mi- 78. Alcune delle chiese di Bassi e Bo- che. «Chiesa e Quartiere», 9-10, 1959, che violente e non ebbero seguito.
7 G. Alberigo, Vita di papa Giovanni, diocesana per l’arte sacra istituita nel lano) benedice la chiesa parrocchiale schetti sono documentate in C. Bassi, G. pp. 72-79; il numero doppio di «CeQ» 32 Cfr. G. Santi, Arte e artisti al Concilio
EDB, Bologna 2013. 1927 dal cardinale Ildefonso Schuster. dedicata a Nostra Signora della Mise- Boschetti, Architetture per nove chiese, è dedicato alla presentazione di dieci Vaticano II. Preparazione, dibattito, pri-
8 E. Gellner, F. Mancuso, Carlo Scarpa 17 Ma chiuderanno solo cinque anni ricordia: «… È possibile che il Vescovo Interbooks, Ferrara 1986, catalogo della nuove chiese milanesi e, alle pp. 33-42, ma attuazione in Italia, Vita e Pensiero,
e Edoardo Gellner. La chiesa di Corte di dopo, nel 1960. benedica una chiesa così? È possibile mostra, Ferrara, Istituto di cultura casa riporta il giudizio di Gillo Dorfles sulla Milano 2014.
Cadore, Electa, Milano 2000. 18 F. Burkhardt, Angelo Mangiarotti. perché io scorgo nella nuova costruzione G. Cini, 19 aprile-11 maggio 1986. Le chiesa di Baranzate: «Questa chiesa di 33 Negli ultimi anni sono segnalati vari
9 T. Grisi, Konnen wir noch Kirchen Opera completa, Motta Architettura, Mi- un profondo simbolismo, che richiama chiese dei fratelli Latis sono documen- Mangiarotti e Morassutti è, comunque, interventi di restauro di chiese con-
bauen? Possiamo ancora costruire chie- lano 2010. all’essenza della casa del Signore, cioè tate in M.V. Capitanucci, Vito e Gustavo di tutte quelle considerate, la più inte- temporanee come quelle di Quaroni a
se? Emil Steffan und sein e il suo Atelier, 19 G. Barazzetta, R. Dulio (a cura di), luogo di riunione, dove gli uomini elevano Latis. Frammenti di città, Skira, Milano ressante per l’audacia delle sue strutture La Martella e a Genova, quelle di Gio
Schnell+Steiner, Regensburg 2014. Bruno Morassutti 1920-2008. Opere e la loro mente a Dio e si ritrovano fratelli. 2007, pp. 160-163. portanti e per la sobria precisione dei Ponti a Milano e a Taranto, il monaste-
10 M.A Crippa, F. Caussé, Le Corbusier. progetti, Electa, Milano 2009. Questa chiesa di vetro, infatti, ha un lin- 27 Riprendono liberamente l’imposta- suoi particolari costruttivi, per il com- ro di La Tourette e la cappella dell’IIT.
Ronchamp. La cappella di Notre-Dame 20 Sul tema della luce in architettura guaggio che può essere ricavato dall’A- zione della chiesa di Baranzate St. Pius plesso gioco di spazi vuoti ed estroversi Il restauro della chiesa di La Martella è
du Haut, Jaca Book, Milano 2014. rinvio a D. Forconi (a cura di), Luce nelle pocalisse, dove è scritto: Vidi civitatem a Meggen (Svizzera) di F. Füeg (1960- (nella chiesa superiore) e di spazi pieni e stato documentato in M. Saito, La chie-
11 M.-T. Pulvenis De Séligny, Matisse la chiese, Edipla, Milano 2010; D. Mondi- sanctam descendentem de caelo… Le 66) e Herz Jesu a Monaco (Germania), introversi nella chiesa inferiore (dove la sa di Quaroni a La Martella. Restauro di
cappella del Rosario, Jaca Book, Milano ni, V. Ivanovici (a cura di), Manipolare la sue pareti – continua l’Apocalisse – era- di Allmann Sattler Wappner Architekten cripta, dalle pareti ad angoli arrotondati un’architettura contemporanea, Clear,
2013. luce in epoca premoderna / Manipula- no di cristallo… (2000). in cemento sabbiato, e illuminata indiret- Roma 1991.

Veduta notturna della facciata ovest, 1958. 14 15


il dispositivo architettonico
e costruttivo

Marzia Marandola

Un limpido processo ideativo coniugato a scelte co- ordite, addolcite da angoli stondati, conduce alla sacre-
struttive originali e sofisticate, ponderate fin nei più mi- stia e alla sala del catechismo.
nuti dettagli, è la condizione segreta dell’essenzialità Quattordici gradini segnano il trapasso dall’oscurità
iconica e dell’apparente semplicità della piccola chiesa appena attenuata artificialmente della cripta, alla luce
parrocchiale di Baranzate: un edificio magistrale per l’u- ferma e soffusa dell’aula, il cui spazio s’impone con iera-
so disinvolto e sorprendente del cemento armato precom- tica semplicità. La struttura è quella dell’aula tetrastila
presso e del calcestruzzo semplice1. ovvero di un grande baldacchino le cui quattro colonne
Un compatto parallelepipedo traslucido s’innalza, angolari, lievemente rastremate, delimitano un rettangolo
come un tempio greco, maestoso e solenne, su un po- minore proporzionale a quello dell’aula e supportano il
dio in pietra dolcemente gradonato: tutt’intorno il terre- piano di copertura, corrugato come un panneggio tessile.
no di pertinenza è delimitato come sagrato da un recin- Questa piccola architettura sacra, preziosa come una
to murario in calcestruzzo con inclusi a vista ciottoli di miniatura, a dispetto della prefabbricazione della coper-
fiume. La facciata principale, compartita in cinque tura che ne soprintende la costruzione, nasce in realtà
campate, delle quali quella centrale funge da porta ce- come prototipo: un modello di chiesa parrocchiale, facil-
rimoniale, è segnalata da una grande croce lignea in- mente ripetibile nelle periferie che crescono velocemente
combente che, addossata al muro di spalla dell’ingres- intorno a Milano e che si vuole dotare di strutture religio-
so alla cripta, introduce un inaspettato disassamento se di presidio.
nella cristallina simmetria del sacro volume. L’accesso A questo obbiettivo sono finalizzate le scelte progettua-
feriale della chiesa, che avviene attraverso la cripta, è li, che approdano a un edificio rapidamente realizzabile,
dunque disassato e modellato da un portale “estruso” composto da elementi prefabbricati prodotti negli stabili-
in cemento, sormontato da un architrave marmoreo in menti industriali di zona, che le locali imprese artigianali
granito rosso dei Vosgi con l’epigrafe dedicatoria Matri di costruzione siano in grado di assemblare facilmente.
Misericordiae. Non si tratta di un semplice portale d’in- Una premessa di progetto analoga a quella posta,
gresso, ma di un vero volume scatolare, svuotato e rab- proprio negli stessi anni (1956-58), a Pier Luigi Nervi
buiato, che si contrappone alla luminosa e piena volu- per il palazzetto dello Sport di Roma, uno dei più felici
metria dell’aula liturgica. Esso ritaglia il podio progetti del geniale ingegnere realizzato per le Olimpiadi
gradonato per l’equivalente di due campate della chie- del 1960. Anche in questo frangente il manufatto nasce
sa ed è penetrato da una sorta di viottolo lastricato che come prototipo di un impianto sportivo capace di cinque-
fiancheggia la vasca d’acqua semiesterna del fonte bat- mila spettatori, riproponibile in tutte le città della Peni-
tesimale posizionato nella cripta. In questo piano semi sola carenti di attrezzature sportive. Anche a Roma, come
Veduta frontale della struttura
della copertura terminata, in primo ipogeo si snoda il percorso avvolto nella penombra che, a Baranzate, l’edificio ideato in elementi prefabbricati,
piano di spalle Bruno Morassutti, stretto da pareti continue cementizie accuratamente virtualmente ripetibile senza difficoltà, resterà un uni-
in fondo a destra in basso Angelo
Mangiarotti, 1957.
Il ponteggio di cantiere nella fase
di posizionamento dei conci delle travi
di copertura, 1958. 17
cum, straordinario per la perfetta coniugazione di for-
ma e di originalissima scelta costruttiva2.
La chiesa di Baranzate fu finanziata da un privato
cittadino, che incaricò del progetto l’architetto Bruno
Morassutti in collaborazione con l’architetto Angelo Man-
giarotti e con l’ingegnere Aldo Favini3. La presenza di un
ingegnere è indizio della singolarità costruttiva che era
richiesta per garantire la potenziale, facile ripetibilità del
manufatto, assimilabile a un prodotto semindustriale.
I progettisti hanno a disposizione un lotto rettan-
golare di 15x30 metri, che suggerisce un’aula longitu-
dinale, con i pilastri perimetrali, in modo da lasciare lo
spazio liturgico quanto più libero dalla struttura. In
pianta la chiesa sviluppa una superficie rettangolare di
28,60x14,35 metri per un’altezza di 10 metri. Il rapi-
do dimensionamento della struttura evidenzia imme-
diatamente come la distribuzione perimetrale dei pila-
stri richieda una struttura molto impegnativa, con
possenti travi di copertura per scavalcare grandi luci.
Questa scelta imponeva travi di dimensioni elevate e
pesi eccessivi, inadatte alla realtà dei cantieri delle
piccole imprese locali, che dovevano essere necessa-
riamente coinvolte nell’opera. Proprio questo vincolo
sollecita Favini verso una soluzione in grado di sempli-
ficare il cantiere e di rendere l’opera compatibile con
processi costruttivi artigianali. Per ridurre le luci libe-
re, la struttura, una semplice copertura piana, viene
impostata su quattro elementi di appoggio posti ai
vertici di un rettangolo che, minore rispetto a quello di
pianta, abbia l’interasse maggiore di 16,80 metri e
quello minore di 8,25 metri. La posizione in pianta
delle colonne, oltre che finalizzata a ridurre sensibil-
mente le luci, è fissata in modo tale che nelle travi di
copertura i momenti flettenti sugli appoggi uguaglino
in valore assoluto i momenti flettenti in mezzeria4.
Questo equilibrio dei momenti si verifica sia per le tra-
vi principali che per le travi secondarie, portando a
una riduzione apprezzabile degli spessori in copertura.
La struttura definisce lo spazio interno dell’aula
unica, nella quale lo spazio libero è intaccato solo da
quattro colonne in calcestruzzo armato semplice a se-
zione tronco-conica alte 8 metri, rastremate verso l’alto
con un diametro variabile da 60 centimetri alla base
Progetto della struttura, Aldo Favini,
1956: sezione trasversale con distinta fino a 50 centimetri al vertice. L’elemento più comples-
dell'armatura di un concio prefabbricato so e originale dell’opera è la copertura, realizzata su
delle travi secondarie. un’orditura di due travi principali e sei travi secondarie.
Montaggio della copertura, 1957 (da Le due travi principali in cemento armato semplice (se-
sinistra a destra): Mangiarotti sul
ponteggio; infilaggio dei cavi negli zione rettangolare 125x30 centimetri) di lunghezza
elementi a formare le travi (seconda
e terza immagine); Morassutti sul
ponteggio; le travi secondarie
parzialmente montate; posa degli
elementi di copertura fra le travi. 18 19
14,35 metri con una luce di 5,25 metri tra gli appoggi e In cantiere i trenta conci per ogni trave sono messi in de al bloccaggio anche degli appoggi scorrevoli di una delle
3,05 metri di sbalzo, sono gettate in opera e saldate alle opera disponendoli al di sopra di un ponteggio ligneo, travi principali; a questo punto si può passare al disarmo e
quattro colonne di appoggio. Questo sistema principale di poggianti su elementi di travi Alfa (lo stesso sistema uti- allo smontaggio delle opere provvisionali.
due travi supporta un sistema di sei travi secondarie a ele- lizzato per disporre le armature in attesa del getto dei La struttura portante configura l’immagine definitiva
menti prefabbricati cruciformi, le cui sezioni di testata solai tradizionali) e disponendo prima i diciotto conci tra dell’opera, istituendo una perfetta coincidenza con la for-
configurano il fregio sommitale del fronte di ingresso alla le travi principali, questi elementi sono affiancati e pre- ma architettonica. Le pareti esterne di tamponamento,
chiesa. Ognuna delle sei travi è conformata da trenta conci compressi solo dopo aver effettuato il getto delle travi giuntate esclusivamente alle quattro estremità delle travi
prefabbricati in calcestruzzo con sezione a X: la scelta è maggiori. Anche il sistema di travi maggiori in cemento principali, sono realizzate con doppie coppie di lastre di
giustificata dall’esigenza di ridurre il peso delle travi e per semplice ha necessitato di particolari accortezze, richie- cristallo, montate su profilati metallici, opacizzate trami-
consentire il passaggio dei cavi di precompressione5. La dendo per una trave che gli appoggi in corrispondenza dei te l’inserimento, nell’intercapedine, di fogli di polistirolo
conformazione a X infatti garantisce alle travi buona resi- pilastri sottostanti fossero realizzati con carrelli metallici espanso. In questo modo la chiesa durante le ore del
stenza a compressione, a trazione e una non trascurabile a rulli di acciaio, un dispositivo provvisionale che Favini giorno emerge come un enigmatico scrigno prezioso e
capacità di resistere agli sforzi trasversali; tale sezione a X pretendeva fosse lasciato a vista nel progetto finito. Que- opalescente, mentre all’imbrunire le luci interne la tra-
è rinforzata, agli appoggi, da una soletta inferiore e, in sti carrelli dovevano permettere la necessaria mobilità sformano in una luminosa e ieratica lanterna.
mezzeria e agli sbalzi, dall’inserimento di una soletta supe- delle travi principali conseguentemente all’accorciamen-
riore. Non si tratta, in realtà, di conci con diversi profili to delle travi secondarie per azione delle forze di precom- Un recinto murario intercetta l’area di rispetto intor-
resistenti, ma di elementi identici posti in opera alternati- pressione. Nonostante le insistenti richieste di Favini, gli no alla chiesa e rimanda al temenos, lo spazio sacro di
vamente in un verso o nell’altro, ribaltandoli sottosopra, architetti hanno preferito una soluzione architettonica in pertinenza del tempio, protetto da un muro perimetrale,
per resistere perfettamente alle opposte sollecitazioni pre- cui l’annegamento dei carrelli all’interno di un getto ce- che qui esibisce le formelle in pietra della Via Crucis
senti lungo le travi secondarie. Lo stesso concio prefabbri- mentizio trasformasse questo sistema in una sorta di ca- dell’artista Gino Cosentino. Le proporzioni della pianta:
cato è quindi posizionato, in corrispondenza degli appoggi, pitello semplificato che segna l’appoggio tra travi princi- un rettangolo con il lato maggiore doppio del minore, la
con l’estremità rinforzata disposta verso il basso per poi pali e pilastri. rastremazione dei pilastri, la sequenza modulare delle
essere ribaltato sottosopra in mezzeria e agli sbalzi, in Completano il sistema di copertura centottanta tego- partiture di facciata, intessono un consapevole omaggio
modo che la soletta di rinforzo si trovi invece all’estremità loni (91,15x230 centimetri) di spessore 4 centimetri, al proporzionamento che misura gli spazi architettonici
superiore. poggiati da trave a trave, anch’essi prefabbricati. I tego- del mondo classico. Ma questa linea concettuale è perva-
Il disegno di sezione è accuratamente configurato da loni hanno un profilo interno cruciforme che dall’affian- sa da molti e diversi richiami architettonici.
Favini, che in più occasioni ricorda il lento processo che camento di più elementi restituiscono un soffitto dell’au- In Baranzate riecheggiano, come la critica ha più vol-
lo ha condotto alla definizione del profilo cruciforme, par- la a elementi romboidali intradossati. te rilevato, l’insegnamento dei maestri a cui gli architetti
tendo da un profilo a sezione triangolare che nel passag- Vista dall’interno la copertura dell’aula presenta un di- Mangiarotti e Morassutti guardano con ammirazione, le
gio dalla mezzeria all’appoggio avrebbe dovuto ribaltarsi segno geometrico a losanghe, risultato del posizionamento opere dei quali sono meta di visite, o meglio di pellegri-
verticalmente. L’ingegnere rammenta che, mentre elabo- affiancato di tegoloni a intradosso cruciforme e leggermen- naggi di studio. Traspare il mitico magistero di Frank
ra il profilo delle travi secondarie, per studiare meglio la te cuspidati all’estradosso, disposti all’interasse tra le travi Lloyd Wright: un dichiarato omaggio al maestro d’oltreo-
struttura, realizza un tavolo per il suo studio con le gam- secondarie. Il cantiere della chiesa utilizza pochi mezzi e ceano è rintracciabile nella grana materica del muro di
be conformate a X: una forma che riunisce il profilo di persone. I conci e i tegoloni prefabbricati sono trasportati calcestruzzo e ciottoli, così come nel rigore delle propor-
due triangoli, con le aste inclinate a 60 gradi che gli con autocarri e accatastati in cantiere; sollevati da una gru zioni spaziali, dove la lezione classica si fonde con la
servirà per verificare la resistenza e la qualità del profilo essi sono disposti su un ponteggio ligneo temporaneo. Gli tradizione architettonica giapponese8. La nostalgia di
cruciforme adottato sia per le travi che per i copponi di elementi sono alleggeriti in modo da essere sollevati dalla Wright è da attribuire a Morassutti, che in lui riconosce il
copertura6. gru e posizionati da due operai che li mettono in opera, at- suo maestro d’elezione, che incontrerà e seguirà come
Ogni concio lungo 89,5 centimetri, ha dimensioni 57 traverso la posa dei cavi e la sigillatura dei giunti. In segui- devoto fellowship tra il 1949-50, prima nello studio di
centimetri di larghezza e 100 centimetri di altezza per to sono poi gettate in cantiere le due travi principali, di cui Taliesin East, nel Wisconsin, e poi a Taliesin West, in
uno spessore di circa 8 centimetri: queste dimensioni ri- una è lasciata libera di muoversi su appoggi scorrevoli. Infi- Arizona, e al quale resterà legato tutta la vita.
dotte garantiscono, oltre la leggerezza e la manovrabilità ne si effettua la tesatura e il bloccaggio dei cavi mediante L’asciutto e sofisticato dispositivo architettonico, la
di ogni elemento, anche la necessaria rigidezza di inde- quattro martinetti con sistema di precompressione Favini; sua sottile e perturbante coincidenza con il dispositivo co-
formabilità della trave, ovviando al rischio di ovalizzazio- raggiunta la trazione ultima dei cavi questi vengono sigillati struttivo della chiesa di Baranzate rimandano inevitabil-
Veduta del cantiere dalla gru, 1957. ne dell’elemento. Nella fase di prefabbricazione, sui con- con iniezioni di cemento7. Per completare il sistema delle mente, e forse in modo più eclatante, alla lezione di un
In evidenza il solaio di copertura ci sono predisposti i fori con guaine metalliche che, travi secondarie precompresse, sono montate le teste delle altro grande maestro: a Mies van der Rohe, le cui opere
della cripta non ancora gettato
e gli elementi della copertura secondo un andamento variabile, assecondano il passag- travi in corrispondenza dei terminali dei cavi. Infine, assem- sono studiate e visitate ripetutamente dai giovani progetti-
a piè d'opera. gio dei cavi di precompressione. blati tutti gli elementi e definiti i carichi gravanti, si proce- sti. In particolare si impone il confronto con l’unica archi-
Montaggio della copertura, 1957:
elemento posato; tutti gli elementi
posati fra le travi; le travi chiuse
dagli elementi di testata che nascondono
il blocco dei cavi post-tensionati. 20 21
tettura sacra costruita da Mies: la Robert F. Carr Memorial Cha- tabili con i più raffinati prodotti dell’industrial design.
pel of St. Savior, una piccola cappella aconfessionale nel È utile ricordare alcuni dati fondamentali della formazione
campus universitario dell’Illinois Institute of Technology, IIT, a di Favini. Aldo Pio Favini, nasce nel 1916 a Varallo Pombia,
Chicago. All’interno del vasto progetto del campus, che Mies Novara, figlio di un imprenditore edile; nel 1919 si trasferisce
elabora tra il 1939 e il 1958, il minuscolo oratorio può sembra- a Roma, dove nel 1942 si laurea in Ingegneria Civile-Edile con
re marginale: un misuratissimo ambiente devozionale, una sem- il celebre professore Aristide Giannelli. Argomento della sua
plice scatola muraria, che riflette il rigore degli edifici universi- tesi di laurea è il progetto di un ponte sul Tevere. Chiamato alle
Note
tari. Un semplice parallelepipedo laterizio a base rettangolare, armi, nel 1943 passa il confine italiano e, rifugiato in Svizzera,
avvolto da due pareti laterali cieche, con i fronti brevi ritagliati diviene assistente del leggendario professor Gustavo Colonnet- 1 Sulla chiesa si vedano i numerosi e det- mezzerie e rialzati in corrispondenza degli
tagliati saggi di Giulio Barazzetta, che rin- appoggi e degli sbalzi) tesati con il siste-
al centro da pareti vetrate, conforma la cappella che, per le sue ti nel Campo Universitario Italiano presso il Politecnico di Lo- grazio per avermi coinvolto, da più di un ma di precompressione Favini della Stiap
forme sobrie e scatolari, è subito denominata God Box. Oltre che sanna, dove resta fino al 1945 insegnando ai corsi di scienza decennio, nelle tante iniziative scientifiche di Milano; per ogni trave secondaria sono
per la laconicità del volume, ad accomunare le due chiese è delle costruzioni, costruzioni in cemento armato e ponti. Lo- che ha entusiasticamente promosso su stati impiegati 48 ø 5. Si veda C. Castiglia,
anche la modulazione geometrica della facciata, che a Chicago sanna sarà l’occasione di incontro e confronto con personalità Aldo Favini. Per un’aggiornata e precisa di- Su un nuovo tipo di attrezzatura per strut-
esibisce cinque partiture, tre vetrate centrali e due laterali in di spicco, tra cui Ernesto Nathan Rogers, Angelo Mangiarotti e samina dell’opera si vedano S. Poli, Chiesa ture precompresse in «Giornale del Genio
Mater Misericordiae, in G. Barazzetta, R. Civile», 1, gennaio 1954, pp. 3-7.
laterizio. Nella chiesa a Baranzate la stessa modulazione a cin- Silvano Zorzi. Dal 1945 si stabilisce a Milano, dove nel 1956 Dulio (a cura di), Bruno Morassutti 1920- 8 R. Dulio, Ricordo di Frank Lloyd Wright
que è scandita dalle sei travi minori di copertura, che declinano inizia un’autonoma attività professionale. 2008. Opere e progetti, Electa, Milano in G. Barazzetta, R. Dulio (a cura di),
il fronte in campate rettangolari, ribadendo il rettangolo come La sua produzione è concentrata sulla costruzione in ce- 2009, pp. 104-115 (con bibliografia) e G. Bruno Morassutti, cit., pp. 11-17; A.
figura geometrica matrice dello spazio e della struttura dell’edi- mento armato, con una specifica attenzione a quello precom- Barazzetta, Morassutti, Mangiarotti, Favini. Longhi, C. Tosco, Architettura, chiesa e
Milano anni ’50: tecnica e architettura, in società in Italia (1948-1978), Edizione
ficio9. presso. Il magistero di Colonnetti sarà determinante e indiriz-
«Casabella», 721, aprile 2004, pp. 82-91. Studium, Roma 2010.
Le architetture sono per definizione opere collettive, dove i zerà gli interessi e le sperimentazioni del giovane Favini verso 2 Si veda T. Iori , Palazzetto dello Sport 9 La cappella dell’IIT è costruita in late-
contributi di singole arti, tecniche e mestieri si fondono in ma- la precompressione e, come ricorderà lo stesso ingegnere, nel a Roma, un prototipo ripetibile e a buon rizi, ferro e vetro e ha dimensioni di 60
niera indistinguibile: per antica convenzione la paternità viene 1950 Colonnetti lo sollecita a far visita al grande maestro mercato in «Casabella», 782, ottobre piedi di lunghezza, 37 piedi di larghezza
assegnata a chi ha orchestrato l’ideazione e la costruzione, sia Eugène Freyssinet, che però si sottrae all’incontro. Affascinato 2009, pp. 50-65. e 19 di altezza. La parete vetrata a est,
3 Si veda G. Barazzetta (a cura di), Aldo ossia quella del fronte d’ingresso, è tra-
esso architetto o ingegnere o capomastro. Nel caso di Baranza- dal progetto in precompresso, Favini al pari di Riccardo Moran-
Favini. Architettura e ingegneria in ope- sparente, mentre quella posta sul fronte
te il problema si presenta particolarmente inafferrabile, sfuma- di, Silvano Zorzi, Carlo Cestelli Guidi, sarà tra i grandi protago- ra, catalogo della mostra sull’opera di ovest è traslucida. I muri perimetrali in
to e complesso. nisti dell’epoca d’oro delle sperimentazioni costruttive e depo- Aldo Favini (facoltà di architettura civile, laterizi sono sormontati da una copertura
Se per le architetture progettate congiuntamente da Moras- siterà numerosi brevetti per sistemi di precompressione e di campus Bovisa, 20 ottobre-18 novem- piana in lastre cementizie prefabbricate.
sutti e Mangiarotti la critica sottolinea ripetutamente come sia elementi costruttivi. L’opera di Favini si pone a metà strada tra bre 2004), Clup, Milano 2004. All’interno l’altare è un semplice bloc-
4 Per un approfondimento tecnico si co del peso di 8 tonnellate e mezzo di
esercizio sterile ricondurre parti del progetto a un autore e parti gli studi dei grandi ingegneri che scelgono la via della precom-
vedano M. Marandola, La costruzione in travertino romano, importato dall’Italia.
a un altro, in questo specifico caso l’apporto dell’ingegner Favi- pressione e gli studi su pareti sottili e la prefabbricazione a piè precompresso. Conoscere per recupe- Si veda a riguardo A chapel by Mies
ni emerge invece incontestabile10. È utile menzionare le straor- d’opera di elementi, che trova nel ferrocemento sperimentato rare il patrimonio italiano, Il Sole 24Ore, van der Rohe in «Arts & Architecture»,
dinarie opere costruite da Favini, sia da solo che in collaborazio- da Nervi l’aspetto più celebrato. Milano 2009, pp. 27-36; Realizzazioni January, 1953, vol. 70, 1, pp. 18-19.
ne, per evidenziare come esse siano costantemente Favini concentra il suo interesse su strutture di piccole italiane in cemento armato precompres- Ringrazio Roberto Dulio per avermi se-
so 1962-66, V Congresso Internazionale gnalato l’articolo.
contrassegnate da una folgorante chiarezza costruttiva, matrice dimensioni, o meglio su strutture a elementi prefabbricati ac- del Precompresso (F.I.P.) Roma-Napoli 10 Chiesa a Baranzate presso Milano in
di un’efficacia formale che, allo sguardo esperto, rivela il funzio- curatamente disegnati che in numero ridotto riescono a risol- 1962, Aitec, Roma 1962, pp. 301-304; «Casabella-Continuità», 224, febbraio,
namento statico e i componenti strutturali. Favini è un progetti- vere problemi costruttivi diversi. Il sistema a elementi cemen- A. Favini, Copertura in c.a.p. di una 1959, pp. 19-24. Nell’articolo i proget-
sta di elevatissimo livello, ha alle spalle una carriera professio- tizi prefabbricati per Favini è capace di rispondere bene alla chiesa (Baranzate) in «Giornale del Ge- tisti menzionati sono solo gli architetti
nale che lo assimila ai grandi dell’ingegneria italiana11. struttura di una chiesa, come a Baranzate, ma anche di trasfor- nio Civile», 6, giugno 1960, pp. 3-7. Mangiarotti e Morassutti e non si fa cen-
5 I conci sono prefabbricati nello stabi- no alcuno a Favini, seppur l’aspetto tec-
Progetterà l’elegantissima stazione di servizio carburanti Aquila mare in eleganti spazi basilicali i capannoni industriali, ope- limento di Lodi della Società S.I.C.C. - nico e costruttivo è centrale e illustrato
(1949) a Sesto San Giovanni, oggi demolita, e per Morassutti le rando sulle proporzioni geometriche e sull’accurato disegno Società Italiana Calcestruzzi Centrifugati. con numerose foto di cantiere, disegni
strutture di alcuni riconosciuti capolavori: basti citare la villa dei profili cementizi. La ditta costruttrice è l’impresa Meroni delle componenti strutturali e l’intera re-
Von Saurma (1962-64) a Termini di Sorrento, e in collaborazio- L’ingegnere mostra una predilezione per il sistema trilitico, Giuseppe Beniamino di Bollate. lazione tecnica.
6 G. Barazzetta (a cura di), Aldo Favini. 11 Una documentazione ampia su Favi-
ne anche con Mangiarotti, l’edificio industriale Morassutti a Pa- come testimonia il fronte principale della chiesa di Baranzate,
Architettura e ingegneria, cit., pag. 38. ni e la sua opera progettuale è consulta-
dova (1959) e l’edificio residenziale (1960-62) in via Quadron- dove al pari dei triglifi che scandiscono la trabeazione classica, 7 I conci sono attraversati da sei cavi per bile in www.fondazionefavini.it.
no a Milano. L’opera di Favini, ancora trascurata dagli studi, contrassegnando le teste delle travi, le X delle sei travi cementi- ancoraggio (due cavi superiori da 6 ø 5 e
merita l’attenzione non solo dei tecnici, ma anche degli storici zie cadenzano la facciata, ne compartiscono le campiture e si due cavi inferiori da 6 ø 5 ad andamento
dell’architettura, per i suoi originali esiti formali, coniugati con attestano come segno iconico identitario ed esplicitazione dello quasi rettilineo lungo la trave e due cavi da
La copertura montata dall'interno;
12 ø 5 ad andamento curvilineo inferiori in
sofisticati elementi costruttivi, dove conci di travi sono confron- straordinario dispositivo costruttivo della chiesa. dettagli esterno e interno della testata
delle travi, 1957.
Veduta laterale della struttura della
copertura e il recinto nella campagna,
1957; il montaggio della parete di
22 rivestimento in ferro e vetro, 1958. 23
Veduta diurna esterna da nord-est
a fine lavori, 1958.
Il fronte principale del complesso
di Baranzate – recinto sacro e chiesa –
a fine lavori, 1958. In evidenza la
sequenza degli ingressi e la posizione
degli accessi: recinto, cripta, portone
scorrevole chiuso e scala del sagrato
sono raggruppati attorno al simbolo
della croce, mentre il culmine del
recinto coincide con il pavimento
dell'aula superiore. 24 25
titolo testo
autore testo

Progetto della struttura, Aldo Favini,


1956: travi secondarie di copertura,
dettagli costruttivi con l'andamento
dei cavi di precompressione, elementi
e schema di montaggio; elementi e schema
di montaggio della copertura.
Progetto della struttura, Aldo Favini,
1956: appoggio della trave principale
della struttura in c.a. ordinario sulle
colonne portanti, nascosto dal capitello;
armatura dei ferri della trave principale
in c.a. ordinario; sezione trasversale;
26 pianta della copertura. 27
il ritorno al futuro
di un capolavoro laconico1

Giulio Barazzetta

Il raggio di sole s’infila nell’intervallo fra la trave in I colori cangianti del bianco-diafano e del grigio me-
calcestruzzo e la parete di acciaio e vetro. Si proietta tallico del rivestimento ora raccolgono anche i riflessi
sulla parete di fondo, dietro l’altare, investe le due co- dalla predominante rossa del nuovo pavimento in gres2.
lonne del presbiterio che reggono la copertura. La sottile Una sfumatura che non raggiunge comunque il viraggio
diagonale di luce traccia tutta la facciata interna, attra- rosato della diapositiva Kodachrome scattata da Bruno
versando i rettangoli opalini del rivestimento, fermandosi Morassutti nell’estate del 1958. Così come il tralucere
a distanza di un pannello dal pavimento. degli strati del vetro attuale3 può esser solo vagamente
Lo stesso raggio di sole stacca lo scabro calcestruzzo simile al chiarore del polistirolo di allora.
martellinato delle colonne con la sua materia grezza dal-
la diafana luminosa levigatezza che pervade tutta l’aula. La chiesa di Baranzate è un prisma di vetro coperto da
Questo gioco rivela l’essenziale esilità dei sostegni del- cemento armato, alto poco più di 9 metri, largo 14 e lun-
la trave principale. Colonne e trave rustiche, di cemen- go 284, grande quanto una cappella o un oratorio – piut-
to armato ordinario, che sopportano il cassettonato del tosto che quanto una chiesa parrocchiale – appoggiato su
soffitto che si intravede ricamato nell’ombra in secondo un rilievo a 2 metri dal suolo raccordato con il piano di
piano, appoggiato sulla liscia snellezza delle travi prefab- campagna da un pendio erboso. Il suo fragile volume è
bricate, slanciate dal vuoto scavato al di sotto della loro racchiuso in un recinto che delimita lo spazio all’intorno,
lunghezza riempito solo nel luogo dello sforzo necessario largo 30 metri e lungo 60, costruito da un muro sago-
all’incrocio con la trave principale. mato a scarpa verso l’esterno di calcestruzzo e ciottoli a
La parete di vetro opalino è sospesa fra trasparenze. vista, alto 2 metri. Sulla faccia interna questo muro porta
Fessure orizzontali continue la staccano dal pavimento; in le formelle della Via Crucis in pietra, scolpite da Gino
verticale è interrotta in corrispondenza delle colonne, in Cosentino, che circondano la bianca aula liturgica.
alto separata dalla copertura lungo tutte le fiancate, sui Varcata la soglia del muro di fronte alla chiesa ci si
fronti è staccata dal cielo fra le travi. Ciò lascia entrare trova davanti a due scalinate affiancate. A sinistra, una
raggi di luce diretta dove e quando è permesso dal coinci- larga come un sagrato che sale verso l’aula risplendente,
dere delle aperture con il giro del sole. La facciata viene a destra una stretta in discesa che scende verso l’ingres-
decorata così dalle opalescenze e dai riflessi, dalle ombre so in ombra, a fianco della vasca d’acqua dinnanzi al fon-
portate e dalle luci che vi si proiettano, dal comparire dia- te battesimale. Se si entra in chiesa – come si dovrebbe
fano dei diversi strati che compongono il suo rivestimento. – dal basso, si deve salire la scalinata interna per giun-
Animata dal mattino alla sera dal costante automatismo gere sopra all’aula di luce dalla penombra degli ambienti
del giorno, la parete cambia il suo aspetto col variare della inferiori murati dal calcestruzzo. Sotto il tetto, sorretto
luce naturale: velature piatte di nebbie e nubi o luci ta- dalle sole colonne necessarie, animato dal chiaroscuro
glienti dei cieli d’inverno, soffuse nelle afe estive. della sua ombra, l’aula racchiusa da un sipario di luce

28 Vedute notturna e diurna dell'aula, 1958. 29


diafana è un luogo di raccoglimento incorporeo, uno spa- della genesi di una forma situata tra le architetture del
zio protetto dal rigore assoluto della struttura. tempo, dei diversi apprendistati e dei maestri scelti.
La “chiesa di vetro” è una costruzione semplice e Ora vale la pena di esaminare alcuni punti che am-
straordinaria in cui la tecnica viene assunta come fonda- pliano il campo delle considerazioni mostrando ulteriori
mento dell’architettura. Struttura e delimitazione dello rimandi. Sottolineo che si tratta di un modo di vedere
spazio si congiungono nella loro armonica diversità, in- i riferimenti e le immagini come strumenti, cultura e
gegneria e architettura si intrecciano nell’opera5. Con- metodo del progetto piuttosto che storia e storiografia.
siderata l’immagine di esordio della prefabbricazione Senza ripercorrere analiticamente tutte le vicende, ri-
italiana, quest’opera illustra le tecniche del cemento partiamo dalle esperienze oltre-atlantico di Morassutti
armato precompresso e la realizzazione con cura arti- e Mangiarotti.
gianale di un modello di esecuzione “industriale”, inte- Chicago e i viaggi in America accomunano le biografie
ramente predisposto nella progettazione, un esemplare dei due architetti. La permanenza a Taliesin East e West
preludio alla produzione dello spazio modulare e delle (1949-50), e la frequentazione assidua delle “Usonian-
tecniche seriali di montaggio. Si tratta, infine, di un House” segnano l’esperienza di Morassutti da Wright.
buon esempio di sperimentazione avanzata di una tec- Non c’è dubbio che la tettonica elementare composta di
nica di costruzione “mista” che ottimizza risultati pro- lisce lastre di solaio bianche, sorrette da muri e pilastri di
duttivi, comportamenti dei materiali e carattere architet- pietra, o altro materiale grezzo portante, abbia lasciato il
tonico della costruzione contemporanea, un’architettura segno negli spazi seminterrati del basamento di Baranza-
coerente con l’idea seriale e della variazione modulare, te. Così come echeggiano suoni di Carlo Scarpa nell’ac-
propria all’industria nella produzione di oggetti utili: la qua che zampilla e scende dal muro accanto alla vasca
possibile interpretazione del “bello” in veste di produ- davanti al battistero. È altrettanto chiaro che il recinto
zione di massa6. è in debito con il modo di fabbricazione e l’inclinazione
In coerenza con questa idea va notato che la pre- del recinto di Taliesin in Arizona, che Morassutti stesso
disposizione alla sostituzione delle sue parti è stata la costruisce assieme ai suoi compagni. In questo muro i
qualità sostanziale che ne ha permesso il restauro, met- ciottoli di fiume nostrani e il profilo curvo della scarpa,
tendo in luce, in questa proprietà, una concezione per attribuibile con certezza al tratto di Mangiarotti, si con-
parti autonome e sostituibili che è carattere della mecca- fondono in un manufatto comune che segna l’inizio di un
nizzazione e dell’industrializzazione. Il cantiere di questo sodalizio. Un debuttare comune anche alla tomba Roma-
lavoro ha così assunto la figura di un flashback, in cui lo nelli (1955)9, opera in prosecuzione dell’eredità profes-
smontaggio delle sue parti usurate ha fatto emergere non sionale di Angelo Masieri, portata avanti da Morassutti
la rovina ma la struttura riportata a nudo, nella sua inte- con Scarpa, che ha radice e forma simile, un’architettura
grità formale isostatica, e il rimontaggio del rivestimento elementare connotata anch’essa dalla luce entrante dalla
rinnovato ha assunto la forma retorica di un “ritorno al fessura fra copertura e pareti come a Baranzate. Si tratta
futuro”7, che ha riallineato il procedere del tempo inver- di un lavoro coevo o immediatamente precedente, proba-
tendo il degrado dell’opera, come nel film omonimo le bilmente il primo di Morassutti e Mangiarotti insieme, in
immagini dei protagonisti riacquistano vigore al variare cui si ritrova anche un riferimento alla 50x50 House di
del passato nel presente. Si è cioè realizzata la possibilità Mies van der Rohe (1951), individuabile negli appoggi
di immaginare l’architettura come macchina del tempo, centrati sui lati.
questa volta nella permanenza variabile di una forma Per proseguire con Mies, si rinvia alla permanenza
molteplice. Assieme all’iconografia della struttura in co- di Angelo Mangiarotti negli Usa (1953-54) da Gropius
struzione di Giorgio Casali, le diapositive di Bruno Moras- e allo IIT da Wachsmann. La Crown Hall era all’epoca in
sutti, scattate durante il cantiere e pubblicate qui per la costruzione ma altri edifici per il master plan del campus
prima volta, ci hanno accompagnato in questo viaggio. erano già stati costruiti e visti. Primo fra tutti il Minerals
and Metals Research Building, anche primo edificio di
F.L. Wright, Taliesin West, Arizona Altrove8 si è già detto a proposito dei legami di questo Mies in Usa, costruito durante la guerra e straordinaria-
(Usa), 1949: recinto e copertura edificio con l’architettura contemporanea, dei riferimen- mente simile a Baranzate nell’ordinamento della facciata
dell'aula di disegno.
A. Mangiarotti, B. Morassutti, cappella ti intrecciati con le biografie degli autori, del loro sodali- in vetro, era allora visitato essendo stato segnalato come
Romanelli, cimitero di Udine, 1956. zio compreso tra aspirazione all’anonimato e autorialità, straordinario esempio di architettura moderna dalla XV
Veduta da sud-ovest del complesso di
Baranzate – recinto sacro e chiesa – a
fine lavori, nel contesto del paesaggio
lombardo prima dell'espansione della
città metropolitana, 1958. 30 31
Veduta della facciata esterna d'ingresso
da sud-est, 1958.
Recinto e attacchi a terra, 1958:
il varco laterale nel recinto;
il varco di accesso alla sacrestia
nel basamento; la fontana del fonte
battesimale all'esterno dell'ingresso
principale. 33
mostra del MoMA (1944). La Robert F. Carr Memorial ampliamento e adeguamento della parrocchia si erano
Chapel nel campus era terminata nel 1952 e, certamen- fatte pressanti. Dai primi anni novanta il degrado del ri-
te, Mangiarotti stesso la afferma, è stata un modello per vestimento sollecitava un rinnovamento che si è avviato
le dimensioni e forse anche per la copertura di Baranza- fra polemiche sull’inadeguatezza funzionale dell’edificio
te. Infine casa Farnsworth (1951), seppur così diversa e il valore dell’opera.
dalla chiesa di cui ci stiamo occupando, ha le grandi Il rivestimento originale in vetro della cella, sostitu-
lastre di vetro direttamente assicurate alla struttura in ito nel 1980, era talmente disfatto e inadeguato all’uso
ferro da ferma-vetri piatti fissati con grosse viti ben in dell’edificio da non consentire altro che un’attenta sosti-
vista ed è integralmente dipinta di bianco come la chiesa tuzione. I ferri della sua struttura nella gran parte corrosi
di Baranzate nella versione originale (1958). in profondità da non esser recuperabili. Solo l’aspetto del
Mangiarotti, al rientro dagli Usa, documenta con le calcestruzzo della copertura, all’interno annerito e all’e-
sue fotografie in «Casabella»10 le case di Chicago argo- sterno dilavato, era compromesso, l’efficienza della co-
mentando sulla sincerità delle forme dei retri, liberi dalla pertura precompressa prefabbricata venne confermata da
necessità del decoro urbano dei fronti: «… dove esiste un collaudo nel 2002. Buone condizioni di conservazio-
una ragione reale delle cose … nasce una forma … come ne, tali da rendere necessari interventi minimi di lavaggio
quest’architettura anonima sopravviva e mantenga il co- e il ripristino di pochi punti di affioramento dei ferri nelle
stante interesse che per noi hanno tutte le forze creati- due travi principali in cemento armato ordinario.
ve…». Si trova forse qui evidenziato lo scarto fra la tradi-
zione tettonica con l’esempio di Mies e la serialità della Ciò nonostante la chiesa di Baranzate era ancora con-
produzione industriale associata alla tendenza all’anoni- trassegnata dal contrasto tra l’involucro opalescente e la
mato di Gropius. Un’aspirazione che viene affermata in copertura in calcestruzzo precompresso, dall’aula lumi-
un’intervista filmata11 proprio a proposito di Baranzate. nosa sopra la penombra del seminterrato e dal volume
Contradditoria ma complementare a questi riferi- ben delineato della chiesa composto nel recinto che lo
menti americani appare la struttura in calcestruzzo ar- contiene. Ma proprio il recinto ha salvaguardato questo
mato precompresso, prefabbricato e post-teso in opera, luogo nel mutare della campagna degli anni cinquanta
un’esperienza in linea con la contemporanea progetta- nell’odierna conurbazione metropolitana milanese.
zione industriale avanzata di ingegneria e architettura. L’apposizione del vincolo ministeriale13 (2003), ri-
Per questo è centrale la figura di Aldo Favini12 e il suo conoscendone l’importanza monumentale, ha attribuito
ruolo nei progetti con Mangiarotti e Morassutti, dalle alla chiesa di Baranzate il carattere di bene artistico, ne
esperienze sperimentali della ricostruzione alla prefab- ha legato il restauro al progetto degli autori e ha coinci-
bricazione degli anni sessanta-settanta. Favini è anima- so con la ripresa dell’interesse con studi e pubblicazioni
to da una singolare miscela di esperienze che sommano sull’edificio14. Infine, per iniziativa di Bruno Morassutti
l’incontro formativo con Ridolfi a quello dell’università si è formato un gruppo di progettazione composto dai
italiana di Losanna (1943-45) con Colonnetti e Rogers, tre autori affiancati da altri progettisti da loro indicati15,
uno straordinario prodromo dell’architettura italiana del in cui si sono assicurati l’autorialità e il profilo richiesto
dopoguerra. Tra gli allievi anche Angelo Mangiarotti e dal compito per la sua elaborazione durata dal 2006 al
Silvano Zorzi. 2008. La continuità di progettazione e le competenze
architettoniche, tecnologiche, strutturali e impiantisti-
Sino all’inizio del cantiere del restauro nel 2012 la chie- che sono proseguite e si sono ampliate nella direzione
sa di Baranzate era un luogo assimilabile nel suo disfa- dei lavori. Il progetto di restauro autorizzato nel 2008
cimento a un’installazione di arte contemporanea. Una è divenuto esecutivo nel 2011 e appaltato nel 2012. Il
figura ben colta da Armin Linke in una sua foto esposta cantiere16 è iniziato nell’estate del 2013 per concludersi
a «Giorni Felici 2010» alla vicina Casa Testori a Novate. nel 2015, con l’obiettivo di una nuova inaugurazione al
Il suo stato era il risultato del degrado dei materia- culto che si è già ristabilito nei fatti dalla messa della
li e dei cambiamenti imposti nel volgere di più di cin- notte di Natale 2014.
quant’anni. Aggiunte impiantistiche, di arredo sacro e Il progetto e la sua realizzazione hanno avuto il co-
B. Morassutti, A. Favini, campanile, non, anche agli spazi esterni, si erano accumulate per stante obbiettivo di ripristinare il complesso architetto-
schizzo di B. Morassutti, 1980. supplire all’inadeguatezza dell’ambiente, le richieste di nico tenendo come riferimento l’edificio inaugurato nel
B. Morassutti, A. Favini, veduta
del campanile dall'angolo nord-est
del recinto, 1985.
Veduta laterale dell'accesso principale
all'aula e alla cripta, 1958. 34
1958, in una situazione particolare del restauro che con- da un trasferimento integralista di tecnologie avanzate.
siste nella “riscrittura” di una stessa opera, necessaria- Un procedere simile ne avrebbe alterata la forma costru-
mente accoppiato ai termini della “conservazione” di un ita, ottenuta dalla composizione di materiali tradizionali
bene architettonico e di “adeguamento” alle esigenze e correnti assieme a materiali nuovi, assemblati in un can-
al comfort richiesti dalle condizioni d’uso di un edificio tiere artigianale con tecniche innovative, tratto primario
vissuto dalla comunità parrocchiale come inutilizzabile17. dell’architettura essenziale di questa costruzione. Nel
Il restauro operato dagli stessi ideatori del medesimo edi- restauro condotto, per la sua condizione di “riscrittura”,
ficio propone la definizione dei suoi termini: le loro inten- questo lavoro ha considerato prioritario il mantenimen-
zioni di progetto a fronte di un rinnovamento e la defini- to delle qualità estetiche e percettive del rivestimento,
zione di “vero” e “verosimile” in questo caso. Il confronto fondamentale nella combinazione con la copertura in
fra la realtà fisica dell’opera e quella storiografica della cemento armato precompresso per la conservazione dei
sua divulgazione, come di altre architetture moderne e caratteri architettonici dell’aula, mantenendo costante la
contemporanee, è qui proposto dalla vasta letteratura forte integrazione disciplinare di progetto21 nel necessa-
critica e liturgica18, soprattutto dalla straordinaria icono- rio adeguamento delle caratteristiche fisiche degli am-
grafia di Giorgio Casali19. La pratica di un rifacimento bienti e della costruzione.
pone poi la questione della “imitazione” dell’originale da
riprodurre con diverse tecnologie, ma anche la necessaria Per il rivestimento da sostituire, questo criterio ha si-
distinzione delle parti, lo scarto fra “nuovo” e “originale” gnificato l’attenta campionatura del grado di imitazione,
laddove vi è modificazione o aggiunta di elementi. dell’aspetto necessario per evocare il gioco della luce,
Nel progetto la rappresentazione della sezione tra- bilanciando possibilità materiali predisposte da strati-
sversale e dei dettagli costruttivi, usuali chiavi della co- grafie e caratteristiche dei vetri. Non essendo possibile
struzione del corpo dell’edificio, sono stati lo strumento recuperare gli elementi originari della parete – carpen-
del nostro lavoro permettendo confronti fra documenti, teria metallica a disegno semplice, saldata e verniciata,
reperti e campioni vecchi e nuovi, fra i progetti dal 1956 assemblaggio di profili di commercio corrente – la nuova
al 2008 e nella realtà materiale dell’edificio dal 1958 carpenteria in ferro portante è stata progettata e prodotta
a oggi20. nel modo più simile possibile all’originale con elementi
Questo dialogo problematico si è situato nel limite a profili semplici in acciaio inossidabile montati a secco,
delle murature e della facciata, negli strati interposti seguendo una garanzia di durata e affidabilità fra le pri-
fra pavimentazioni e struttura, fra fondazioni e terreno, me richieste della committenza. Viste le caratteristiche
individuando, in questo intervallo, il luogo delle nuove meccaniche ed estetiche accoppiate alle condizioni d’u-
installazioni e dei nuovi elementi costruttivi. Lo scarto so dei profili portanti22, il progetto ha circoscritto il ta-
fra vecchio e nuovo si trova in questo progetto nello glio termico solo al vetro e al suo telaio, che rappresenta
spazio ricavato fra interno ed esterno dell’edificio, ne- assieme a copertura e basamento la maggior parte delle
gli strati della materia. Un’interpretazione del termine superfici di scambio.
“restauro” che sta nelle differenze fra i materiali den- Il rivestimento, realizzato nel 1958 e rimasto in ope-
tro la costruzione. Ciò è avvenuto elaborando anche il ra fino all’attentato del 1979, era l’assemblaggio di un
riconoscimento per differenza dei nuovi elementi dal pannello di polistirene espanso frapposto in due lastre di
testo originario, laddove essi si palesano. Un criterio vetro industriale colato “rigato” con sezione a prismi23.
già adottato nel 1985 per il campanile costruito da Mo- La sua messa in opera risultava dalla sperimentazione di Rivestimento, 1958: dettaglio d'angolo
dell'appoggio sul basamento; dettaglio
rassutti e Favini. diverse soluzioni scartate: strati di fibra di vetro non tes- dell'apertura in corrispondenza
La discussione delle alternative di progetto ha inoltre suta fra lastre di vetro diverse, poi vetri retinati con isola- dell'ordine architettonico.
messo in evidenza che in casi simili bisogna evitare l’a- mento di polistirolo interposto. Nel processo di definizio- L. Mies van der Rohe, Farnsworth House,
Illinois (Usa), 1949, dettaglio d'angolo
dozione di un adeguamento a “tutti i costi” agli standard, ne sperimentale di questo progetto sono state messe alla con il fissaggio delle vetrate
peraltro non effettivamente necessario stante il vincolo e prova diverse tecnologie del vetro e di materiali isolanti del rivestimento alla struttura.
viste le caratteristiche dell’edificio, le sue necessità d’u- interposti, producendo parecchi campioni di assemblag- Veduta diurna interna dell'aula, 1958:
so e la normativa particolare per gli edifici di culto. Ciò ri- gi successivi che hanno portato a realizzare un pannello la scala d'ingresso principale
di collegamento con la cripta.
schiava di comportare lo slittamento del carattere di que- di facciata a più strati solo di vetri con alto rendimento
Cripta, cappella della Vergine, 1958:
sto edificio verso una costruzione high-tech, risultante energetico. veduta laterale verso l'ingresso
principale e il fonte battesimale;
veduta frontale dell'altare della
Vergine verso la
sacrestia attraverso
il corridoio interno principale
36 e il fonte battesimale. 37
Quello alla fine risultato24 e posto in opera è basa- facciata, chiusa e perfettamente inquadrata dal braccio
to sui filtri basso-emissivi e composto dall’alternanza di sinistro della croce.
camere e strati con diversi trattamenti superficiali che La chiesa di Baranzate è raffigurata in questa in-
danno una somma di effetti fisici a cui è affidato l’iso- quadratura commemorativa della sua inaugurazione
lamento termico e la protezione dall’irraggiamento. So- omettendo ogni riferimento di luogo ma rivelando la sua
stituendo alla verità materiale dell’originale distrutto la simmetria dinamica. Un “modello” inscritto in un pa-
copia verosimile della sua immagine e della sua qualità esaggio reso arcadico dalla macchia di pioppi alla sua
percettiva diafana e opalescente, quantomeno della sua sinistra. Solo in un’altra fotografia la chiesa di Baranzate
idea perseguita nelle successive costruzioni dagli autori, è ripresa da lontano. Giace di scorcio nella campagna
la riproduzione dell’aspetto e delle sensazioni percepibili ritagliata sulle sagome della Grigna e del Resegone in un
è affidata alla fitta rigatura irregolare acidata delle super- paesaggio allusivamente manzoniano. Più che compre-
fici esterne e alla colorazione bianca sommata al vetro sa nel suo recinto l’aula appare come fosse appoggiata
stampato corrugato delle superfici interne25. sopra un ampio basamento mostrando, nell’intenzionale
Questo effetto si è palesato appieno anche nel suo dispositivo della coincidenza fra la sommità del muro e
doppio negativo: l’illuminazione dell’aula alla sera, po- il pavimento dell’aula, l’eloquente ordinamento delle sue
tenziata da una sottile linea di luce aggiunta26, nascosta parti. Queste due ultime figure rivelano pienamente l’a-
sotto la trave di bordo del rivestimento che ha dato realtà spirazione di quest’opera all’anonimo classicismo che le
permanente all’aula trasfigurata in una lanterna diafana è proprio.
biancastra che rischiara lo spazio del recinto all’intorno.
Una scena in “esterno-notte” particolarmente efficace e
apprezzata da tutti nello scorso Natale 2014, alla riaper-
tura anticipata delle celebrazioni liturgiche.

Milano 1958.
La cartolina misura poco meno di 11 centimetri per 22,
rapporto 1/2 formato orizzontale. La chiesa di Nostra Si-
gnora della Misericordia a Baranzate è ripresa di fronte,
dal lato di accesso. Il muro del recinto occupa tutto il
lato lungo dell’immagine in basso.
La cella dell’aula, bianca con le sei teste a X del-
le travi in calcestruzzo grigie che si stagliano sul nero
dell’ombra all’interno, sotto la copertura, domina l’im-
magine e arriva a meno di metà della sua altezza. La
ripresa è centrata sulla prima campata destra e inquadra
la croce sull’asse del terzo montante del rivestimento,
dividendo la facciata nei suoi due terzi e segnando an-
che il confine fra l’accesso in basso nel basamento e la
scalinata esterna alla cella superiore.
La cancellata in ferro apre un varco nel muro del re-
cinto, anche qui a cominciare dal suo terzo, lungo un
quarto della sua ampiezza. La cancellata non è dunque
centrata, ma la porta d’ingresso metallica, bugnata dai
chiodi che la decorano, si diparte esattamente dalla sua
metà, coincidendo con l’asse mediano del recinto e con
il centro dell’accesso buio al seminterrato. Questa zona
d’ombra inferiore, sottostante ai due terzi della faccia-
Il complesso di Baranzate in una ta dell’aula superiore splendente del suo rivestimento
cartolina postale (1970); negli anni bianco, si contrappone alla grande porta scorrevole della
ottanta(1985), e negli anni duemila
con in primo piano Bruno Morassutti
(2008).
Facciata d'ingresso a sud-est prima
dei lavori, 2010. 38
Veduta interna diurna dell'aula verso
la facciata sud-est prima dei lavori, 2010.
Note
1 Questo scritto rappresenta il tentati- 9 Cfr. scheda di Roberta Martinis in G. da Giulio Barazzetta come capogruppo e facciata con taglio termico integrale. Tut- Caratteristiche test: 23.11.2011 lavori; Studio Zani: sicurezza; G. Corbetta
vo di una riflessione conclusiva su tale Barazzetta, R. Dulio (a cura di), Bruno con SBG Architetti come ufficio di proget- tavia questi studi hanno tralasciato la glo- Riflessione luminosa RL: 29,4 % e G. Maggi, ufficio amministrativo Arcidio-
esperienza e rimanda necessariamente Morassutti, cit. tazione e coordinamento, Anna Mangia- balità dell’edificio da conservare e il suo Trasmissione luminosa TL: 2,2 % cesi: direzione di progetto e assistenza;
ai testi pubblicati in proposito in «Casa- 10 A. Mangiarotti, L’altra facciata di rotti e Ingrid Paoletti per le tecnologie, Tito uso peculiare, non hanno considerato Riflessione solare diretta RE: 30,8% Seregni Costruzioni srl, Milano: impresa
bella», 721, 2004; «Firenze Architettu- Chicago, in «Casabella», 207, 1955 pp. Negri per le strutture, Giancarlo Chiesa gli aspetti strutturali assieme al carattere Trasmissione energetica diretta TED: 1,6 % generale di costruzioni; Progetto Arte Poli
ra», 1-2, 2014; «Archi», 5, 2014; F. Graf, 51-63. per la progettazione degli impianti. architettonico specifico del rivestimento Fattore solare FS: 6,3 % srl, Verona Immagini: rivestimento.
F. Albani (a cura di), Il vetro nell’architet- 11 Cortometraggio Ritratto di Aldo Favini, 16 L’intero cantiere è stato coordinato della chiesa di Baranzate e al ruolo che Termotrasmittanza vetro Ug: 0,7 W/mqK. Facciata realizzata con struttura in ac-
tura del XX secolo: conservazione e re- 2013, www.youtube.com/watch?v=KJfhh_ dall’impresa generale Seregni Costruzio- il profilo montante vi svolge. L’effettiva 25 Di seguito la cronologia e le tecnolo- ciaio inox AISI 304 pallinatura (shot-pe-
stauro, Accademia di Architettura-U.S.I., DGEZE. ni srl Milano. parte che gioca il montante nell’eserci- gie del rivestimento. ening) a diametro variabile, trattamento
Mendrisio 2011. 12 Cfr. sito http://www.fondazionefavini.it. 17 La rara circostanza della “riscrittura” zio dell’edificio va valutata assieme agli 1956-58 protettivo epossidico trasparente di
2 Appositamente campionato e prodotto 13 Dal vincolo 13.1.2003 Ministero beni ha coinciso recentemente a Milano con altri ponti termici non eliminabili, come Progetto e costruzione del complesso ori- finitura antimacchia. Pannelli: 1° strato
per questo restauro da Casalgrande Pa- e attività culturali L. 22.04.1941 n. 633 la manifestazione della necessità civile tutto il coronamento della facciata in ginale: A. Mangiarotti, B. Morassutti e esterno = vetro extrachiaro temperato
dana spa. e D.L. 03.02.1993 n. 29: «… L’opera è della ricostruzione del Padiglione d’Arte precompresso, considerando inoltre la A. Favini. Pannello di tamponamento ori- 6+6 mm con rigatura acidata sulla faccia
3 Nelle immagini di apertura e chiusura rappresentativa di ricerca strutturale e Contemporanea ricostruito da Ignazio e sua ricorrenza puntuale con la sua bas- ginario di progetto, esecuzione sperimen- esterna e pvb bianco interposto, interca-
dello scritto è compresa la cronologia e spaziale, che sperimenta le più innovative Jacopo Gardella a Milano nel 1996. sa percentuale di presenza nella facciata tale in cantiere, documentato nelle riprese pedine con gas inerte, vetro basso emis-
l’idea di questo edificio. Le fotografie di tecniche costruttive dell’epoca, unite alla 18 Per gli aspetti liturgici e il ruolo di que- rispetto alla grande superficie vetrata, dell’edificio finito e dai resti materiali, as- sivo 6 mm, intercapedine con gas inerte.
Marco Introini (2010-15) documentano scelta di un linguaggio formale essenziale sta chiesa nel rinnovamento del Concilio che rappresenta il problema principale semblaggio di due lastre di vetro industriale 2° strato = vetro basso emissivo 6 mm,
i lavori di restauro della parrocchia di e fondato sull’uso della luce, con esito di Vaticano II si rinvia al testo di monsignor in termini energetici e di irraggiamento, colato “rigato” con sezione a prismi, in- intercapedine con gas inerte. 3° strato =
Nostra Signora della Misericordia di Ba- grande interesse per la definizione dello Giancarlo Santi e ai suoi studi di seguito infine la casistica della possibilità della frammezzate da un pannello di polistirene vetro basso emissivo 6 mm, intercape-
ranzate e hanno accompagnato il tempo spazio sacro… elencati: G. Santi, Arte e artisti al Con- formazione di condensa, la sua localiz- espanso a bassa densità di colore bianco. dine con gas inerte. 4° strato = interno
del cantiere. Una ripresa metodica che … L’edificio si configura come il primo cilio Vaticano II. Preparazione, dibattito, zazione, la sua incidenza effettiva nelle Spessore circa 5 cm. vetro extra-chiaro temperato stratifica-
ha ricalcato espressamente i punti di ri- modello di chiesa su cui è stato speri- prima attuazione in Italia, Vita e Pendie- condizioni ambientali, i mezzi per porvi 1979-80 to con vetro bugnato 6+6 mm rigatura
presa che appartengono alla tradizione mentato l’uso di strutture in c.a. prefab- ro, Milano 2014; G. Santi, L’architettura rimedio consentiti dal progetto architet- Riprogettazione e ricostruzione del ri- acidata sulla faccia esterna e pvb bianco
iconografica di quest’opera, stabilita dal bricate … la particolarità risiede nella delle nuove chiese in Italia, Comunità di tonico e dai nuovi impianti. vestimento. Aggiunta del campanile: B. interposto. Spessore circa 7 cm.
lavoro di Giorgio Casali in stretta colla- qualità spaziale generata dalla tecnica Bose, Magnano 2012; G. Santi, Nuove 23 Ricostruito da Cristiana Chiorino Morassutti e A. Favini con A. Mangiarot- 26 Le riprese fotografiche notturne di
borazione con Mangiarotti e Morassutti costruttiva con cui è stata realizzata la chiese italiane (1861-2010). Sette lezio- nella tesi di dottorato sopra citata, docu- ti. Il rivestimento originario abbattuto nel Giorgio Casali della chiesa sono state
durante tutta la costruzione (1957-58), struttura portante… ni, Vita e Pensiero, Milano 2011. mentato dalle riprese dell’edificio finito e 1979, sostituito nel 1980 con pannello effettuate con banco ottico e apparec-
altri scatti del cantiere e opera conclusa … Il valore dell’originale edificio detto 19 In Iuav Università di Venezia, Archi- dai frammenti “archeologici” rintraccia- composto da vetro retinato, materassino chiature luminose di studio. Come è fa-
sono le diapositive 24x36 e 6x6 di Bruno anche “chiesa di vetro”, è esaltato an- vio Progetti, fondo Giorgio Casali. bili nel recinto fino al termine di questo di poliuretano/polietilene, lastra di poli- cilmente rilevabile dalla ripresa centrale
Morassutti. Entrambi conservati in Iuav che dal contesto entro cui tale opera è 20 I disegni originali del progetto architet- cantiere e testimoniato dal resoconto di carbonato alveolare. La struttura della dell’“interno giorno” in cui il cielo, fra il
Archivio Progetti, fondo Casali e fondo inserita: la chiesa sorge rialzata rispetto tonico del 1957 e del cantiere del 1958, Enrico Malli, collaboratore dei due autori facciata profili di ferro rivestita di alluminio bianco del rivestimento e la copertura,
Morassutti. al piano di campagna ed è circondata nonché del campanile del 1985, che sono dal 1955 al 1960 e, sino alla sua scom- anodizzato naturale. Spessore circa 5 cm. appare nero. L’immagine che ne risulta
4 Rapporti proporzionali: 1/2 pianta del- da un muro in c.a. rivestito con pietre a conservati in Iuav Università di Venezia, parsa nel 2015, dell’architetto Mangia- 2006-08 rende splendente il bianco dei pannelli
la chiesa e del recinto, 2/3 larghezza/ vista che delimita la zona sacra. Lungo Archivio Progetti, fondo Bruno Morassutti, rotti, guida essenziale nell’esame dei Progetto architettonico e supervisione all’interno così come accentua la diafa-
altezza, 1/3 altezza/lunghezza. tale muro è collocata una Via Crucis di si confrontano qui con quelli prodotti dal campioni e in genere nell’affiancamento del restauro (Progetto). G. Barazzetta, na trasparenza del materiale illuminato
5 Per l’ingegneria strutturale di questo grande suggestione eseguita contempo- progetto 2006-08 e dal progetto esecuti- alla progettazione esecutiva e alla dire- S. Gianoli, SBG Architetti: architettura; dall’interno nell’“esterno notte”. Per ren-
edificio rimando al testo in questo volu- raneamente alla costruzione e in armo- vo appaltato per il cantiere terminato nel zione lavori. A. Mangiarotti, I. Paoletti: tecnologia; T. dere “vero” questo effetto che è proprio
me dell’ingegnere Marzia Marandola, in nia con essa dallo scultore Cosentino… marzo 2015 (cfr. cronologia). 24 Dal primo campione a tre stati e due Negri: strutture; G. Chiesa, M. Maistrello: dell’iconografia di questo edificio, soddi-
generale a M. Marandola, La costruzione … Negli anni ottanta è stata aggiunta su 21 Il nuovo impianto di trattamento camere, non prodotto, gennaio 2011. impianti; con la supervisione degli autori sfacendo anche la richiesta di maggiore
in precompresso. Conoscere per recu- progetto degli stessi autori la torre cam- dell’ambiente è stato progettato conside- Glassferr srl: A. Mangiarotti, B. Morassutti e A. Favi- illuminazione interna, si è aggiunta la
perare il patrimonio italiano, Il Sole24O- panaria, realizzata sul fianco destro del rando come fattore di dimensionamento Dimensioni: 90 x 270 x 5 cm 2,43 mq ni. Il pannello di rivestimento con filtri striscia luminosa nella trave di bordo del
re, Milano 2009. prospetto e in posizione distaccata, con- le rilevanti prestazioni di schermatura pannello basso-emissivi, composto dalla giustap- rivestimento. La realizzazione ha richie-
6 Cfr. Die gute form, Basel 1949, oggi in sistente in una leggera struttura in ferro e isolamento del nuovo rivestimento in Peso: 65 kg/mq 160 kg pannello posizione di camere, dalla sommatoria di sto attente sperimentazioni sul posto,
Max Bill’s view of things, die gute Form: a pianta quadrata … e in piena sintonia rapporto alle condizioni d’utilizzo, verifi- Costo: 320 €/mq 780 €/pannello strati, di trattamenti superficiali del vetro anche dell’illuminazione dal basso, che
An Exhibition 1949, Zurich, 2014. con il carattere della chiesa…». cate assieme agli utenti nel suo corrente Caratteristiche test: 13.12.2010 interno con imitazione serigrafica del po- si sono effettuate con l’aiuto di iGuzzini
7 http://www.dailymotion.com/videox2bx 14 Si segnalano il lavoro di ricerca a esercizio. Modi e tempi della frequenza Riflessione luminosa RL: 35,6 % listirene originario. Campionato e testato illuminazione spa, fornitore degli appa-
145_ritorno-al-futuro-1985-film-comple- Ginevra condotto da Franz Graf con la d’uso dei suoi spazi sono stati registrati Trasmissione luminosa TL: 5,6 % ma non posato in opera, approvato nel recchi illuminanti posti in opera.
to-ita_shortfilms. tesi di dottorato di Cristiana Chiorino e il in un rilievo condotto assieme alla par- Riflessione solare diretta RE: 28% suo aspetto esterno da migliorare per
8 Cfr. G. Barazzetta, Costruzione e pro- progetto di Bruno Morassutti con Frank rocchia che ha costituito la base condi- Trasmissione solare diretta TED: 3,2 % l’eccessiva predominante verde. Struttu-
getto nelle opere di Angelo Mangiarotti, Mayer, docenti e studenti della Zhw di visa di una progettazione non pedisse- Fattore solare FS: 9,7 % ra del rivestimento non a taglio termico
Bruno Morassutti e Aldo Favini, in La Winterthur, entrambi conclusi nel 2004 quamente normativa e performativa. La Termotrasmittanza vetro Ug: 0,7 W/mqK prodotta in officina, taglio termico solo il
concezione strutturale: ingegneria e che sono stati assunti come materiali di produzione di energia, alimentata dalla Al campione finale a quattro strati tre ca- telaio dei pannelli composta in profilati di
architettura in Italia negli anni cinquanta base del progetto. fonte rinnovabile dell’acqua di falda, è mere, in opera dal 2014. acciaio zincato e verniciato, montata a
e sessanta, Torino, 2013, in «Casabella», 15 Si rinvia ai crediti per il dettaglio di stata dimensionata per il consumo ne- Progetto Arte Poli srl: secco in cantiere. Spessore circa 7 cm.
812, 2012, e il volume G. Barazzetta, progettisti e collaboratori, ma sostanzial- cessario all’uso discontinuo attuale e a Dimensioni: 90 x 270 x5 cm 2,43 mq 2012-15
R. Dulio (a cura di), Bruno Morassutti, mente il gruppo di progettazione è stato quello futuro derivante dalla configura- pannello Progetto architettonico e supervisione del
1920-2008. Opere e progetti, Milano composto da Bruno Morassutti con An- zione dei nuovi spazi aggiunti. Peso: 89 kg/mq 216 kg pannello restauro (Costruzione: appalto e cantie-
2009. gelo Mangiarotti e Aldo Favini, affiancati 22 Vari studi hanno proposto soluzioni di Costo: 320 €/mq 900 €/pannello re). S. Gianoli, SBG Architetti: direzione

Degrado del rivestimento, dettagli, 2006-08. 42 43


Progetto di Angelo Mangiarotti
e Bruno Morassutti, 1956-57.
Pianta della copertura dall'interno
dal basso; pianta dell'aula e del
sagrato; sezioni longitudinale e
trasversale.

Accesso alla sacrestia attraverso


il basamento, sezioni e dettagli;
il coro, sezioni e dettagli della scala;
elemento di copertura; il coro, pianta
e sezione longitudinale. 45
Ordine architettonico principale:
angolo, prospetto laterale interno,
copertura e rivestimento; angolo,
prospetto del fronte esterno; sezione
trasversale interna della struttura;
dettaglio della trave di irrigidimento
del rivestimento, sezione e pianta.
Doccione; campanile; elemento di testata
46 47 delle travi.
1 2 3 4 5 6

Inizio lavori, il solaio Campionature, lo stato Campionature, il nuovo Campionature, la nuova bocchetta Campionature, pulitura Campionature, pulitura
dell'aula, 2012. del rivestimento, 2011. rivestimento, 2012. perimetrale, 2013. e trattamento della e trattamento della trave
trave di bordo, 2013. di bordo, 2013.

7 8 9 10 11 12

La struttura della copertura Montaggio della struttura Montaggio della struttura Montaggio dei pannelli Montaggio dei pannelli Montaggio dell'illuminazione,
e quella del rivestimento, 2013. del rivestimento, 2013. del rivestimento, 2013. del rivestimento, 2014. del rivestimento, 2014. 2014.

13 14 15 16 17 18

Campionature, attacco al basamento Campionature, attacco al basamento Attacco al basamento Montaggio dei pannelli del Albano Poli e don Carlo Chiesa Montaggio dei pannelli
del nuovo rivestimento, 2012. del nuovo rivestimento, 2012. del nuovo rivestimento alla rivestimento all'interno, 2014. in cantiere, 2013. del rivestimento
fine dei lavori, 2014. all'esterno, 2014.
19 20 21 22 23 24

Don Carlo e don Fabio Posa del pavimento, fornitura Posa del pavimento, fornitura Riprese in cantiere, 2014. L'esterno a opera finita, 2014. Don Carlo Chiesa, Massimo Bazzerla, Albano
con Andrea Seregni e Riccardo ad hoc Casalgrande Padana, 2014. ad hoc Casalgrande Padana, 2014. Poli, in cantiere a opera finita, 2014.
Moratti in cantiere, 2013.

25 26 27 28 29 30

Posa del pavimento, Dettaglio d'angolo bocchette, Il fonte battesimale Il rivestimento precedente Il campione del nuovo rivestimento, Facciata laterale esterna est,
dettaglio di bordo, 2014. luci Disano e pavimento in restauro, 2013. il restauro, un pannello 2014. il doccione, 2014.
Casalgrande Padana, 2014. superstite, 2011.

31 32 33 34 35 36

Monsignor Giancarlo Santi, Enrico Malli in visita La sistemazione dell'altare, Facciata e giardino sul retro, Angolo sud-est della facciata La chiesa di vetro nell'immagine
don Carlo Chiesa, don Fabio Riva, al cantiere, 2013 2014. estate 2015. principale, febbraio 2015. di Armin Linke per la
Giulio Barazzetta a opera finita, comunicazione di Mi-Art 2010.
2014.
il progetto di restauro
SBG Architetti

B A

C 5
6
0 5m
C

4
D D
3
2

Baranzate, foto aerea del 1995, in alto


a destra la chiesa nel suo recinto
accanto un grosso capannone, alle spalle
della strada “Varesina” che attraversa
l'immagine dal centro in basso
all'angolo destro. 0 5m
B A
Planimetria generale del complesso
delle chiesa di Baranzate.
Pianta dell'aula liturgica (+2,00 metri).
Pianta della cripta (-1,00 metri).
Gli ambienti originali sono indicati
come pavimentati, quelli nuovi aggiunti
(cappella feriale, locale impianti
e servizi) non sono campiti.
Legenda: 1 cappella feriale 2 sacrestia
3 cappella della Vergine/penitenzieria
4 corridoio 5 locale impianti 6 servizi. 52 53
AA CC

BB DD

Sezione trasversale (sotto da sinistra


a destra): la cappella della Vergine
ora penitenzieria, la scala d'accesso
all'aula, il fonte battesimale, sopra
l'aula con l'altare.
Prospetto principale dentro il recinto.
Sezione trasversale (sotto da sinistra
a destra): la nuova cappella feriale,
il corridoio per la sacrestia, il
corridoio di servizio, i servizi
e la centrale impianti, sopra l'aula
con l'altare.
Prospetto principale fuori
dal recinto.
Sezione longitudinale sulle scale
di accesso all'aula e alla cantoria.
Sezione longitudinale sul sagrato
e sugli ambienti della penitenzieria,
il corridoio per la sacrestia
0 5m e la sacrestia.
54 Prospetto laterale da ovest. 55
Ordine architettonico in corrispondenza
delle quattro colonne: a sinistra
il prospetto dall'esterno, a destra
la sezione trasversale dall'interno;
pianta del dettaglio d'angolo.
Confronto del rivestimento alle diverse
epoche: sezioni complete e dettaglio
corrispondente.
1958: il pannello di tamponamento
originario di esecuzione sperimentale
in cantiere, documentato nelle riprese
dell'edificio finito e dai resti
materiali, era il risultato
dell'assemblaggio di due lastre di vetro
industriale colato “rigato” con sezione
a prismi, inframmezzate da un pannello
di polistirene espanso a bassa densità
di colore bianco.
1980: il rivestimento originario,
abbattuto da un attentato nel 1979,
è stato sostituito dagli stessi
progettisti nel 1980 con un pannello
composto da vetro retinato, materassino
di poliuretano e successivamente
polietilene, lastra di policarbonato
alveolare. La struttura della facciata
in acciaio è stata rivestita di alluminio
anodizzato naturale.
2014: la facciata realizzata, campionata
e testata e posata in opera, è sorretta
da struttura in acciaio inox AISI 304
0 1 2m rifinito con pallinatura (shot-peening)
a diametro variabile e trattamento
protettivo epossidico trasparente
di finitura antimacchia. Le vetrate sono
composte da: 1° strato esterno = vetro
extrachiaro temperato 6+6 mm con rigatura
acidata sulla faccia esterna e pvb bianco
interposto, intercapedine con gas inerte,
vetro basso emissivo 6 mm - intercapedine
con gas inerte; 2° strato = vetro basso
emissivo 6 mm - intercapedine con gas
inerte; 3° strato = vetro basso emissivo 1958 1980 2014
6 mm - intercapedine con gas inerte;
4° strato interno vetro extrachiaro
temperato stratificato con vetro bugnato
6+6 rigatura acidata sulla faccia esterna
e pvb bianco interposto.
Campione finale a quattro strati
tre camere, in opera primavera 2014.
Dimensioni 90x270x5 cm, 2,43 mq pannello
Peso 89 kg/mq, 216 kg pannello
Costo 320 €/mq, 900 €/pannello
Caratteristiche luminose ed energetiche
test 23.11.2011.
Riflessione luminosa RL: 29,4%
Trasmissione luminosa TL: 2,2%
Riflessione solare diretta RE: 30,8%
0 5 cm Trasmissione solare diretta TED: 1,6%
Fattore solare FS: 6,3%
Termotrasmittanza vetro Ug: 0,7 W/mqK. 57
il restauro
fotografie di Marco Introini

La struttura della copertura denudata


58 (novembre 2013).
Chiesa e recinto prima dei lavori
(febbraio 2010).
La struttura della copertura senza
il rivestimento (novembre 2013).
La struttura del nuovo rivestimento
montata (febbraio 2014).
L'opera di restauro terminata,
il complesso nel contesto (maggio 2015).

alle pagine successive


Recinto aula e campanile da est.
60 La sequenza degli accessi dal recinto. 61
L'ombra e il riflesso del campanile
sul rivestimento.
La facciata principale di scorcio
nel contesto.
Aula e recinto da ovest.
L'esterno del fonte battesimale.
Le facciate di scorcio.
L'aula sul basamento, in primo piano
l'accesso alla sacrestia scavato
nel pendio. 69
La chiesa nel recinto sacro decorato
dalla Via Crucis di Gino Cosentino.
Il muro del recinto e le formelle della
Via Crucis (Quattordicesima stazione:
70 Cristo posto nel sepolcro).
Dettagli del rivestimento sull'angolo
e nell'attacco al basamento. 73
titolo testo
autore testo

L'aula prima dei lavori (febbraio 2010)


e all'inizio dei lavori (giugno 2013).
La copertura senza il rivestimento
(novembre 2013).
La struttura del nuovo rivestimento
montata (febbraio 2014).
Veduta interna diurna dell'aula
74 liturgica terminata (luglio 2015).
Scorci della cantoria.
Veduta del prospetto laterale
76 dall'interno. 77
L'ambone e l'altare all'inizio dei
lavori (giugno 2013), senza rivestimento
(novembre 2013), con la struttura
del nuovo rivestimento (febbraio 2014),
78 e a opera finita (luglio 2015).
Aula e cantoria a inizio lavori (giugno
80 2013) e a opera finita (luglio 2015).
Ingresso principale all'aula prima
dei lavori (febbraio 2010), alla fine
dei lavori (novembre 2014) e a opera
finita (luglio 2015).
Rivestimento e cantoria.
Ordine architettonico: la colonna
e l'intervallo del rivestimento
corrispondente.
Dettagli dei materiali del rivestimento
e dell'angolo.
Vedute esterne della facciata principale
e degli ingressi all'aula.

alle pagine successive


Veduta notturna dell'interno dell'aula.
Veduta dall'altare verso la cantoria
al crepuscolo. 89
cronologia sintetica progetto e costruzione
del complesso originale
agosto 1955
progetto di restauro
2003
apposizione del vincolo Sbbaa
appalto
2011-12
programmazione lavori,
incarico per la chiesa per diritto d’autore campionature e gara d’appalto
e donazioni area e capitale
2004-05 giugno 2012
giugno 1956 Phd Chiorino-Graf e progetto muore Angelo Mangiarotti
prima stesura del progetto Morassutti-Mayer (Zhw)
costruzione
1957-58 2005-06
progetto esecutivo, progetto Morassutti-Barazzetta 2013
appalto e cantiere – incarico al gruppo di demolizioni, scavi e restauro
progettazione struttura in c.a. e in c.a.p.
novembre 1958
inaugurazione al culto 2006-08 settembre 2013
del cardinale G.B. Montini progetto preliminare e definitivo – muore Aldo Favini
autorizzazioni ottenute
2014
modifiche
settembre 2008 montaggio nuovo rivestimento,
1979 muore Bruno Morassutti finiture e impianti
attentato, demolizione
2008-10 dicembre 2014
del rivestimento originale
progetto esecutivo consegna parziale
1980-85 e approvazione definitiva e apertura per la Santa Messa
nuovo rivestimento, committenza + Sbbaa di Natale
progetto e costruzione
marzo 2015
del campanile
sistemazioni esterne
e fine lavori

93
1956-58 direzione lavori strutture Angelo Mangiarotti nasce a Milano e pubblicato nel 1987, a Milano. come direttore tecnico
Progetto e costruzione Tito Negri il 26 febbraio del 1921. Nel evidenziano le caratteristiche Dal 1961 al 1968 progetta la dell’impresa di costruzioni Ing.
del complesso originale sicurezza 1948 si laurea in architettura al intrinseche di ogni oggetto, poiché casa di Termini di Sorrento, la Mario Tamburini sino al 1956. Nel
Studio Zani Politecnico della stessa città. solo una progettazione "oggettiva" fabbrica Aperol a Padova, il 1956 inizia l’attività professionale
architettura condominio di via Fallopio a in proprio a Milano sino al 2000.
Negli anni 1953-54 svolge attività è in grado di evitare prevaricazioni
Angelo Mangiarotti, supervisione Padova, un edificio industriale a Nel 1988 presenta il suo lavoro al
professionale negli Stati Uniti nei confronti della propria utenza
Bruno Morassutti Giulio Barazzetta, Anna Longarone, il condominio le Collegio degli ingegneri e
partecipando, tra l’altro, al per diventare invece riconoscibile
strutture Mangiarotti, Enrico Malli concorso per il "Loop" di Chicago. collettivamente. Il linguaggio Fontanelle a San Martino di architetti di Milano in una
Aldo Favini impresa generale di costruzioni Durante questo periodo incontra architettonico diventa Castrozza, un edificio per il conferenza pubblica.
Seregni Costruzioni srl, Milano Frank Lloyd Wright, Walter l’espressione di un nuovo rapporto concorso In/Arch “Domosic”. Tra il 2003 e il 2006 il suo lavoro
1979-80 Dal 1969 al 1980, con lo studio è oggetto di studio con tesi di
rivestimento Gropius, Mies van der Rohe e tra uomo e ambiente, mentre
Riprogettazione e ricostruzione Morassutti & Associati Architetti laurea alla facoltà di architettura
Progetto Arte Poli srl, Verona Konrad Wachsmann. nell’attività di designer
del rivestimento. (B. Morassutti, M. Memoli, G. civile del Politecnico di Milano,
Immagini Nel 1955, di ritorno dagli Stati Mangiarotti riserva un ruolo molto
Aggiunta del campanile Gussoni, G. Benevento), si dedica dove viene realizzata la mostra
Uniti, apre uno studio a Milano importante alla ricerca plastica.

crediti di progetto biografie


architettura con Bruno Morassuti fino al 1960. Obiettivo della sua ricerca, al progetto di un centro itinerante «Aldo Favini.
Bruno Morassutti Nel 1989 dà vita al Mangiarotti & condotta sempre nel rigoroso d’istruzione Ibm a Novedrate e a Architettura e ingegneria in opera»
Associates Office con sede a rispetto delle caratteristiche della progetti per la prefabbricazione che si sposterà anche alla Scuola
strutture residenziale, fra cui “Spazio 3”, di Architettura di Winterthur
Tokyo. materia, è la definizione della
Aldo Favini per la ricostruzione per la Regione (Zhw), all’Ecole Polytechnique
Dal 1986 al 1992 è art director forma dell’oggetto come qualità
con Angelo Mangiarotti Friuli, e per la ricostruzione di Fédérale di Losanna (Epfl) e alla
della Colle Cristalleria. della materia. Muore a Milano il
2006-15 Mangiarotti affianca all’attività 30 giugno del 2012. Castelnuovo di Conza (vincitore facoltà di architettura Aldo Rossi a
Progetto architettonico professionale, pubblicata su libri, nel 1981 del concorso bandito dal Cesena. Nel 2011 viene
e supervisione del restauro riviste specializzate, quotidiani, Bruno Morassutti nasce a Padova Giornale Nuovo di Montanelli). riconosciuta la Fondazione Aldo
un’intensa attività didattica svolta nel 1920 e nel 1946 si laurea in Dal 1981 al 2008 partecipa a Favini e Anna Gatta.
committente concorsi urbani per il comparto Nel 2012 l’Archivio e la Biblioteca
in università italiane ed estere. architettura all’Istituto
Parrocchia Nostra Signora Garibaldi Repubblica a Milano, di Aldo Favini vengono donati agli
Nel 1953-54 è visiting professor universitario di architettura di
della Misericordia, Baranzate per una Nuova Porta per Venezia, Archivi Storici del Politecnico di
all’Institute of Design all’IIT di Venezia con Giuseppe Samonà.
finanziamento Chicago; nel 1963-64 è docente Suoi compagni di corso sono per la Darsena di Porta Ticinese a Milano. Muore a Milano il 4
Parrocchia Nostra Signora della all’Istituto superiore di disegno Masieri, Gellner, Valle. Sempre a Milano (2004). Dal 2004 al 2008 settembre del 2013.
Misericordia, Fondazione Cariplo, industriale di Venezia; nel 1970 è Venezia incontra Carlo Scarpa. progetta il restauro della chiesa di
Fondazione Lambriana, eredi visiting professor all’University of Tra il 1946 e il 1948 inizia la Baranzate. Muore a Belluno il 4 SBG Architetti è lo studio associato
Peduzzi Hawaii; nel 1974 all’Ecole collaborazione con lo studio del settembre del 2008. di architettura di Massimo Sacchi,
Polytechnique Fédérale di fratello Giovanni, ingegnere a Giulio Barazzetta e Sergio Gianoli,
2006-08 Losanna; nel 1976 all’University Padova; alla Triennale di Milano Aldo Favini nasce a Varallo Pombia che si occupa di progettazione di
Progetto of Adelaide e al South Australian del 1947 espone una sedia e un (No) il 4 agosto del 1916 e nel edifici, spazi pubblici e
Institute of Technology di tavolo nella sezione curata da 1919 la famiglia si trasferisce a trasformazione urbana.
supervisione Roma. Dal 1930 al 1935 studia Progetti e opere dello studio
Adelaide; nel 1982 è professore a Scarpa.
Angelo Mangiarotti, Bruno alla scuola per periti edili di sono consultabili sul sito
contratto presso la facoltà di Nel 1949 viaggia in Usa dove
Morassutti, Aldo Favini Roma, dove incontra Mario Ridolfi www.sbgarchitetti.it.
architettura di Palermo; nel 1983 incontra F.L. Wright a Taliesin, in
architettura è professore supplente presso la Wisconsin e in Arizona. e Vittorio Serao e comincia il suo Il lavoro dello studio SBG è basato
Giulio Barazzetta capogruppo, cattedra di Composizione alla Dell’itinerario americano apprendistato d’ingegnere sull’attività dei soci e dei
SBG Architetti facoltà di architettura di Firenze; rimangono le diapositive delle progettista. Nel 1942 si laurea in collaboratori integrati da
nel 1989-90 è professore a architetture che Scarpa usò per le ingegneria civile-edile specialisti qualificati, si sviluppa
tecnologia sue lezioni su Wright. all’Università di Roma. dal programma del committente,
contratto alla facoltà di
Anna Mangiarotti, Ingrid Paoletti Tra il 1950 e il 1953 realizza le Tra il 1943 e il 1945 incontra in dallo stato dei luoghi,
architettura di Milano; nel 1997 è
strutture professore a contratto al corso di sue prime opere: la casa di Svizzera Gustavo Colonnetti, che nell’individuazione del tema ed è
Tito Negri laurea in Disegno Industriale della vacanze a Jesolo e il lo chiama all’Università Italiana al svolto coordinando i ruoli di
facoltà di architettura del completamento di villa Romanelli Politecnico di Losanna. Svolge consulenti, costruttori e utente
impianti a Udine con Carlo Scarpa. Nel attività didattica in Scienze delle finale.
Politecnico di Milano. Tiene
Giancarlo Chiesa, Mario Maistrello 1954 progetta con Angelo costruzioni a Losanna, dove La qualità della costruzione e
numerosi seminari e conferenze
internazionali. La sua attività è Mangiarotti il negozio Morassutti conosce fra gli altri Vito Latis, dell’ambiente, dalla scala urbana
2012-15 contrassegnata da numerosi in corso Buenos Aires a Milano, il Angelo Mangiarotti, Vico ai dettagli esecutivi, è assicurata
Costruzione: appalto e cantiere riconoscimenti sia nel campo del Club 44 a La Chaux-de-Fonds Magistretti, Alberto Rosselli e dalla stretta integrazione di
design sia in quello delle (Svizzera). Silvano Zorzi. Si trasferisce al architettura e ingegneria nella
direzione lavori costruzioni. Tra il 1955 e il 1960, sempre con Politecnico di Zurigo, a forma costruita, insieme al
Sergio Gianoli, SBG Architetti I progetti e le opere di Mangiarotti, realizza, tra molte Winterthur, dove svolge ricerche controllo dei costi e tempi di
direzione di progetto e assistenza Mangiarotti, i cui fondamenti altre opere, capolavori come la sulle volte sottili. Nel 1945 rientra esecuzione, attraverso la direzione
Giorgio Corbetta, Giovanni Maggi, teorici sono stati espressi nel libro chiesa di Baranzate e la casa di a Roma e sposa Anna Gatta. lavori sino alla consegna
Arcidiocesi di Milano intitolato In nome dell’architettura appartamenti di via Quadronno 24 Successivamente, a Milano, lavora dell’opera conclusa.
Anna Mangiarotti a Baranzate, 1958;
Mangiarotti e Morassutti in studio,
1957; Aldo Favini in cantiere, 1955.

alle pagine 98-99


Il giro del sole all'interno
94 del rivestimento. 95
1959 1964 1986 2000 Europea. Alemania e Italia años works, in Architectonics referenze iconografiche
Chiesa a Baranzate presso Milano, T. Sammartini, The Work Torre campanaria, in «Acciaio A. Bruciati, La tomba Romanelli cincuenta, atti del convegno, of engineer V.G. Shuchov L’editore ringrazia la Fondazione
in «Casabella-Continuità», 224, of Angelo Mangiarotti & Bruno Forma e Funzione», 6, giugno. un ipotetico “ambiente spaziale” numero monografico di international scientific conference, Aldo Favini e Anna Gatta (Milano),
febbraio. Morassutti 1955- 1962, in Italy. di Lucio Fontana, in «QA. «Cuadernos de Investigación». Moscow. il Politecnico di Milano, l’Univerisità
Una chiesa di vetro in Lombardia, The Work of Mangiarotti 1988 Quaderni Accademia Udinese G. Barazzetta, R. Dulio (a cura di), G. Barazzetta, M. Landsberger, Iuav di Venezia, SBG Architetti
in «Domus», 351, febbraio. & Morassutti & Gino Valle, E.D. Bona, Mangiarotti, Sagep, di Scienze e Arti», 9, gennaio- Bruno Morassutti 1920-2008. Produrre_muoversi_abitare, (Milano) per aver fornito il materiale
Glaskirche in der Lombardei, in «Architectural Design», vol. Genova. giugno. Opere e progetti, Electa, Milano. struttura e forma nell'architettura iconografico autorizzandone la
in «Baukunst und Werkform», XXXIV, 3, marzo. G. Muratore, A. Capuano, Conservare il Novecento. B. Finessi, Angelo Mangiarotti, milanese contemporanea, pubblicazione:
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Milan, Italy, in «Liturgical Arts», Milano. 1998 C. Chiorino, Ombres, lumières. nuove chiese in Italia, Comunità
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1979 in «Domus», 807, settembre, Mangiarotti & Morassutti et Favini,
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Questo volume è stato stampato per conto di Mondadori Electa spa
presso lo stabilimento Mondadori Printing spa, Verona nell’anno 2015

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