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Tesi di baccalaureato
VITERBO
2011
PREMESSA
Come mai una tesina sul profilo antropologico del presbitero nella missione
della Chiesa? Per dire la verità, avevo come prima intenzione di scrivere sulla
centralità del giovane nella missione apostolica dei Giuseppini di Murialdo
(Congregazione di San Giuseppe, una famiglia religiosa nella quale appartengo). Poi
venendo a scoprire che si sono stati vari scritti su tale tema, ho deciso di lasciarlo
perdere. Pensai invece di scrivere sull’iniziazione cristiana come partecipazione alla
pasqua del Signore. Preparai uno schema sul tema e lo presentai a Don Martin.
Al cominciare dell’anno accademico, incontrai Don Martin per avere notizie sul
tema. Egli mi spiegò come tante persone hanno già scritto su questo tema e sarebbe
bene scrivere sul qualcosa un po’ diverso. Immaginate come mi trovavo al sentire tale
notizia. Improvvisamente, Don Martin mi disse: “ma perché non scrive sul sacerdote,
anche perché siamo nell’anno sacerdotale”? Sono rimasto molto contento a questa
proposta e con un sì pieno di entusiasmo, accettai la proposta. Don Martin
immediatamente mi offrì un libro sulla missione del prete nella missione della Chiesa
da leggere e a partire da questo punto è diventato indispensabile per me scrivere sul
sacerdozio per scoprire di più l’essenza dell’essere presbitero nella Chiesa e per la
Chiesa nel suo cammino di perenne rinnovamento interiore e di incisiva testimonianza
evangelica nel mondo sulle orme di Gesù Cristo. Ecco come siamo arrivati al tema: «Il
profilo antropologico del presbitero nella missione della Chiesa».
È chiaro da questa presentazione che da solo non c’è la faccio ad arrivare alla
fine dell’elaborato. Colgo quindi l’occasione di ringraziare tutti le persone che mi hanno
aiutato nel raggiungere questo punto.
Ringrazio i miei superiori che mi hanno mandato a studiare. Senza di loro non
sarebbe opportuno per me scrivere in questa sede un elaborato come questo. Gli
ringrazio insieme a tutti quelle persone di buone volontà che hanno contributo a pagare i
miei studi.
EV Enchiridion Vaticanum
LG Lumen Gentium
PO Presbyterorum ordinis
SC Sacrosanctum Concilium
1
Per le citazioni bibliche è stato seguito il criterio della Sacra Bibbia, CEI . UELCI, Roma, I
coedizione : ottobre 2008.
INTRODUZIONE
«Ogni sommo sacerdote, infatti, è scelto fra gli uomini e per gli uomini viene
costituito tale nelle cose che riguardano Dio, per offrire doni e sacrifici per i
peccati. Egli è in grado di sentire giusta compassione per quelli che sono
nell’ignoranza e nell’errore, essendo anche lui rivestito di debolezza. A causa di
questa egli deve offrire sacrifici per i peccati anche per se stesso, come fa per il
popolo. Nessuno attribuisce a se stesso questo onore, se non chi è chiamato da
Dio, come Aronne. Nello stesso modo Cristo non attribuì a se stesso la gloria di
sommo sacerdote, ma colui che egli disse: Tu sei mio figlio, oggi ti ho generato,
gliela conferì come è detto in un altro passo: Tu sei sacerdote per sempre,
secondo l’ordine di Melchìsedek» (Eb 5, 1-6).
La Chiesa quindi continua l’opera di Cristo nel mondo. Lo scopo ultimo della
sua missione è la salvezza di tutti gli uomini ed il presbitero è partecipe di tale missione.
«Egli contribuisce ad attuare, con la sua vita e con il suo ministero, nelle varie situazioni
che egli è chiamato a condividere. Il suo generoso servizio agli uomini del nostro
tempo, che incarna una missione ricevuta da Cristo mediante la Chiesa, non si ferma
dinanzi alla perenne difficoltà delle tenebre che sembrano chiuse allo splendore della
luce e accetta di spendersi nella sottile trama della vita quotidiana»2. Il presbitero
dunque è «chiamato ad essere il Volto e la Voce di Cristo Gesù» 3, «ad essere servitore
2
G. MARCANDALLI, Il sacerdote a servizio della comunità, Edizioni O. R., Milano 1974, p. 5.
3
M. GRAULICK – J. P. DOSS, La missione del prete nella missione della Chiesa, Libreria
Editrice Vaticana, Città del Vaticano 2010, p. 6.
fedele di Cristo» […], «annunciatore della sua Parola, della Verità che salva; ad essere
Sua voce nel mondo per portare ciò che giova al vero bene delle anime e all’autentico
cammino di fede» (cf. 1Cor 6,12).4 Egli deve essere anche la voce di Cristo che grida
nel mondo contro ogni tipo di ingiustizia, di oppressione, di sfruttamento, di
indifferenza, di intolleranza e così via. Egli deve sempre farlo alla luce del Vangelo di
Cristo. Tuttavia, «non predica solo per gli altri, ma vive anche lui in prima persona ciò
che insegna».5
Il presbitero quindi in quanto uomo non può da solo fare nulla se non in
comunione con Cristo, unico e vero Mediatore tra l’uomo e Dio. Non si comprende,
dunque il presbitero senza partire da Cristo, il Verbo di Dio fatto uomo, affinché tutti gli
uomini abbiano la vita in piena. L’umanità di Gesù dunque è lo strumento di cui serve la
divinità per la nostra salvezza.6 Se questo vale per Cristo quanto più vale per il
presbitero che opera nel nome Suo e nel nome nella Chiesa. Egli pertanto nella sua
umanità è chiamato ad essere disponibile alla volontà di Dio Padre, che lo ha elevato
alla dignità del ministro presbiterale a favore di tutti i popoli. Deve essere rivestito di
Cristo seguendo le sue orme e docile alle suggestioni dello Spirito Santo. Il presbitero
deve essere un segno visibile di Dio tra i suoi fratelli che si trovano in difficoltà,
confortandogli con la Parola di vita, con una carità concreta, cercando di sollevargli
dalla disperazione alla speranza in Dio.
Il presbitero è figlio del suo tempo, fatto di carne e di sangue. È vulnerabile agli
assalti del male, della concupiscenza, alle tentazione del mondo d’oggi che cambia. Egli
da sé non è degno di essere servo del Signore perché è un uomo debole. Perciò va
educato nel fare il bene. È per questo i candidati al sacerdozio sono dovuti ad una
formazione integrale specifica al ministero che vogliono assumere. Anch’oggi dopo
l’ordinazione sacerdotale sono provveduti alcuni aggiornamenti per la formazione
continua dei presbiteri sempre con lo scopo di fargli diventare ogni giorno in conformità
a Cristo buon Pastore, che ha vissuto la sua vita facendo il bene.
4
Ibid, p. 5.
5
M. GRAULICK – J. P. DOSS, op. cit., p. 85.
6
cf. CONCILIO ECUMENICO VATICANO II, costituzione dogmatica Sacrosanctum Concilium
(d’ora in avanti SC), n. 5, in AAS 56 (1964) 109; cf. EV 1/6.
È su questa scia che vorrei analizzare il «profilo antropologico del presbitero
nella missione della Chiesa» avendo il libro “La missione del prete nella missione della
Chiesa, curato da Markus GRAULICH e Jesu PUDUMAI DOSS, (Libreria Editrice
Vaticana, Città del Vaticano 2010) come fonte primaria insieme ad altri strumenti di
riferimento come alcune documenti del Magistero della Chiesa e alcuni studi pertinenti
al lavoro. Esaminerò quelli caratteristici che qualificano il presbitero come uomo tra gli
uomini, come cristiano tra i battezzati, ma in modo particolare quelli che lo definiscono
ministro di Dio, messo a parte per le cose che riguardano Dio ma non per essere
estraneo dalla realtà che lo circonda né dal tempo in cui si trovi. Infatti, la pastorale del
presbitero si colloca «al centro del dinamismo della vicenda umana e si pone nei suoi
confronti senza lasciarsi troppo condizionare dalle urgenze delle risposte immediate,
soprattutto in tempi di veloci e profondi cambiamenti».7
L’elaborato sarà diviso in tre capitoli. Nel primo, analizzerò l’umanità del
presbitero, cioè il suo essere anzitutto una persona umana che ha bisogno di una
formazione umana e che, tra le tante funzione, ha anche quella di educare e promuovere
i valori umani. Nel secondo capitolo, approfondirò il profilo del presbitero come
discepolo di Cristo, la sua formazione teologico e la sua partecipazione al sacerdozio
comune dei battezzati. Il terzo capitolo avrà come filo rosso il servizio apostolico che il
presbitero svolge nella Chiesa principalmente il servizio alla comunione, opere di carità,
santificare il popolo di Dio per mezzo della Parola e dei Sacramenti.
7
C. TORCIVIA, La parola edifica la comunità: un percorso di Teologia Pastorale, Il pozzo di
Giacobbe, Trapani 2008, p. 38.
CONCLUSIONE
Senza presbiteri «la Chiesa non potrebbe vivere quella fondamentale obbedienza
che è al cuore stesso della sua esistenza e della sua missione nella storia» 8 Vorrei quindi
in forma di sintesi richiamare alcune idee salienti dell’elaborato, cioè ciò che
qualificano il presbitero come uomo nella missione della Chiesa.
Precisato questo punto del presbitero che rende presente fra gli uomini la
strumentalità salvifica dell’umanità di Gesù che è una realtà singolare e concreta, con
anima e corpo di sesso maschile, è stato anche evidenziato l’importanza di una
formazione solida su piano umano del presbitero, con lo scopo di fargli capire bene la
struttura generale dell’uomo, la complessità delle azioni umane e delle componenti della
8
PdV 1
9
cf. P. GOYRET, Chiamati, Consacrati, Inviati: il sacramento dell’Ordine, Liberia Editrice
Vaticana, Città del Vaticano 2003, pp. 164-168.
decisione umana e il valore delle relazioni umane, vissute nella sicerità, nella giustizia,
nella’umiltà e nella serietà. Il presbitero è dunque anziano, si è guidato dalla sapienza di
Dio che lo permette di educare e incoraggiare gli altri a riscoprire i valori umani, di
vedere le necessità del prossimo.
Il capitolo terzo è una traccia di ciò che il presbitero è e deve fare come ministro
ordinato. Il sacerdozio non viene da lui bensì è stato donato a lui. Perciò, anche lui a sua
volta è chiamato a trasmetterla agli altri come hanno fatto gli apostoli e suoi successori.
Per questo il presbitero non è mai solo ma in quanto è in rappresentatio di Christi
Capitis, è chiamato a svolgere la sua missione in comunione con il suo vescovo, con i
suoi confratelli presbiteri e con il popolo di Dio a lui affidato. In una parola, egli deve
essere segno di comunione.
10
BENEDETTO XVI, Omelia della messa d’investitura, Roma 24 Aprile 2005.
BIBLIOGRAFIA
Fonte primaria
GRAULICK, M. – DOSS, J. P., La missione del prete nella missione della Chiesa,
Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 2010.
Costituzione Dogmatica Lumen gentium, sulla Chiesa, in AAS 57 (1965), 5-75; Cf. EV
1/284-456.
GIOVANNI PAOLO II, Lettera apostolica Novo Millennio Ineunte, Paoline editoriale,
Milano 2001.
Altre opere
MARCIAL, M., La formazione integrale del presbitero, Città Nuova Editrice, Roma
1991.
ZANON, G., Prefazione in CENCINI, A., L’albero della Vita. Verso un modello di
formazione iniziale e permanente, Edizioni San Paolo, Milano 2005.
INDICE
Premessa ………………………………………………………………………………..
INTRODUZIONE .............................................................................................................5
Capitolo primo
IL PRESBITERO SCELTO FRA GLI UOMINI E PER GLI UOMINI…………………..8
Capitolo secondo
IL PRESBITERO CHIAMATO ALLA VITA NUOVA IN CRISTO …………………….21
Capitolo terzo
IL PRESBITERO COOPERATORE DEL SERVIZIO APOSTOLICO ………………...32
CONCLUSIONE ………………………………………………………………………50