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Riassunto di Letteratura italiana

Letteratura Italiana
Università degli Studi di Udine (UNIUD)
43 pag.

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LETTERATURA ITALIANA
Legenda: appunti, libro

1. RETROTERRA OTTOCENTESCO
Domanda d’esame: Quali sono gli eventi principali che a fine 800 segnano il passaggio al 900?
Unità d’Italia (1861) che però aveva determinato dei problemi ossia lingua, differenza sociale ed
economica, divario tra nord e sud che genera brigantaggio e emigrazione. Divario sociale bc Unità
d’Italia era stata mossa dalla classe sociale della borghesia e c’è anche la 2^ rivoluzione industriale
(triangolo industriale di Torino, Genova e Milano).
Problema del brigantaggio del sud porta all’emigrazione e gli italiani quindi vanno in Nordamerica,
Argentina, Canada o nel Nord Italia.
Pasquale Villa: affronta il caos del Meridione.
Si crea il proletariato urbano con lo sviluppo dell’industria ma la 2^ rivoluzione industriale porta
un’altra conseguenza ossia il reperimento delle materie prime genera imperialismo (appropriazione
con la forza) e colonialismo (appropriazione in maniera umanitaria).
Nasce anche la figura del colonizzatore esploratore (es. Ardito Desio, i Marinelli, Piaggia, i Brazzà,
Feruglio, Gentili, Stanley).
Creazione della ferrovia.
Letteratura di viaggio utilizza la tecnica di descrivere la realtà come verismo o rappresenta la realtà
un po’ fantasticando (es. De Amicis con il libro Cuore).
Verismo (es. Verga): “fotografare” la realtà così com’è. Il movimento derivava dal naturalismo
francese quindi dal positivismo. Essere oggettivi, senza commentare. Poi questa tecnica nel 900
diventa neorealismo (es. Pasolini).
Autori a fine 800 che sono pietre miliari: De Amicis, Stoppani, Collodi, Salgari (genere fantastico).
Borghesia inizia ad interrogarsi sul fatto che ci siano delle falle e contraddizioni sociali (esiste il
proletariato urbano, nasce il partito socialista. L’uomo inizia a entrare in crisi all’inizio del 900 cioè
chi sono? Qual è lo scopo della vita e della società? Che fare?
Nel campo letterario ci sono diverse spinte che portano ad evadere dalla realtà (es. Bodeleaur) che in
Italia porta al Decadentismo (es. Pirandello, Svevo), Simbolismo (riprende dalla Francia), Estetismo,
Ermetismo (in poche parole esprimevano le emozioni es. Ungaretti, Quasimodo), Scapigliatura,
Futurismo (es. Marinetti), Crepuscolarismo (coloro che notano le piccole cose anche di pessimo gusto
es. Gozzano che ha scritto La signorina felicita), Vitalismo. Poi importanti sono Pascoli e Saba. Tra
Pascoli e D’Annunzio c’era un’affinità cioè atteggiamento decadente: D’Annunzio rappresenta il
vitalismo con esaltazione dell’uomo mentre Pascoli si racchiude in sé stesso e a cui attribuito il
concetto del fanciullino (c’è un fanciullo dentro di noi che rimane tale mentre cresciamo) e del nido
(rappresenta la famiglia).
Estetismo eccessivo di D’Annunzio che lo porta alla teoria del superuomo.

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Superomismo di Nietzsche
La sua filosofia si inserisce nel movimento di reazione antipositivistica e di polemica contro la
tirannia della ragione scientifica, esalta forza, vitalismo e volontà di partenza (componenti dello
spirito dionisiaco che si realizzerà nel superuomo).
Nichilismo: era in cui viviamo che si caratterizza per il venir meno di ogni valore capace di orientare
la vita (individui dominati da istanze edonistiche e utilitaristiche nell’illusione che il progresso
scientifico, industriale e tecnico possa corrispondere a tutti i bisogni e aspirazioni umane + questo
progresso materiale diffonde un universale conformismo di gusti e costumi che determina la nascita
dell’uomo di massa).
Componenti e aspetti del decadentismo
Estetismo
1870-80 ricerca di nuove vie che nasce dall’insoddisfazione per la poesia accademica tradizionale e
dalla rinuncia al culto del dato oggettivo che, teorizzato dal positivismo, era diventato anche
l’atteggiamento mentale della classe borghese volta all’ordine, concretezza e fruttuosa operosità: ne
deriva una produzione artistica e comportamenti di vita antiborghese.
Queste manifestazioni caratterizzane da un cupo senso di stanchezza, tristezza, sfiducia nell’agire
umano: definiti decadenti.
Questi atteggiamenti fa sì che l’artista si senta uno sradicato, estraneo al mondo che lo circonda e ai
valori che lo dominano (attività, produzione e profitto) e che si volga per superare il disgusto per la
mediocrità borghese verso un mondo dove c’è posto per ciò che si oppone all’ovvietà quotidiana:
fuga verso un mondo insolito anziché routinesco e monotono, raffinato a prezioso anziché mediocre
e ovvio ed è in questo che consiste l’estetismo decadente cioè un atteggiamento di fuga dalla realtà.
L’esteta e la società borghese
L’anticonformismo dai decadenti è di origine romantica: la ribellione romantica interpretava un
momento di ascesa della borghesia che lottava per le sue conquiste contro la Restaurazione e l’artista
romantico legava la sua ribellione e la sua poesia a concrete battaglie politiche, ora invece quella
classe inorridiva al ricordo della Comune parigina ed era una situazione di difesa dell’ordine e
normalità.
Non solidale con questo atteggiamento, l’artista decadente non ha più un retroterra sociale né d’altra
parte trova legami con i movimenti e ideologia che attaccano quella classe: il poeta decadente si isola
dalla società educandosi alla disciplina dell’indifferenza.
Marxismo ed estetismo
La società in Francia, Inghilterra, Germania e Italia c’è sviluppo industriale: aspetti antiumani, logica
del profitto, alienazione di tale società erano stati messi in luce sul piano filosofico-politico da Marx
ed Engels che avevano formulato la necessità di una lotta per il ribaltamento e l’edificazione di una
nuova società (Marx ed Engels rifiutano la società borghese-capitalistica per motivazioni politico-
sociali, attaccano lo sfruttamento e la riduzione dell’uomo a cosa VS gli artisti per motivazioni
estetiche, attaccano la volgarità, cattivo gusto del borghese, angusti orizzonti che vedono solo il
guadagno).

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Decadentismo
Per definire questo clima culturale di cui l’estetismo fa parte: termine caricato di un significato
negativo e di una connotazione spregiativa da Croce che nella sua polemica contro l’irrazionalismo
e nella sua sostanziale sordità di fronte alla letteratura novecentesca ha parlato di decadentismo come
complesso di autori, opere, atteggiamenti inficiati da fiacchezza morale e da insincerità e artificiosità
artistiche.
Poi il termine ha perso questa connotazione di giudizio morale negativo e viene usato in senso
storiografico cioè per definire un’età, la sua produzione artistico-letteraria, la sua ideologia.
Anche per questa definizione storiografica si pongono gli stessi problemi che per le altre: stabilire
quale periodo viene compresa nella definizione, identificare con sufficiente approssimazione le
specificità, atteggiamenti di pensiero e le modalità artistiche che caratterizzano e danno peculiare
fisionomia a questa fase della civiltà europea.
Fino a quando si può parlare di decadentismo? Per alcuni si conclude allo scoppio della IGM VS per
altri va oltre contaminandosi con apporti filosofici del 900 (es. esistenzialismo fra le 2 guerre).
Nasce da delusione fortissima verso uomo e società: borghesia aveva deluso bc non aveva raggiunto
gli obiettivi prefissati. Questa fase di confusione che vive l’uomo si esplica nella ricerca di
qualcos’altro che va in varie direzioni cioè decadentismo dignifica andare alla ricerca in varie
direzioni e in vari modi.
Tutta la lingua del 900 nasce da Pascoli (es. ricerca assonanze e metafore): ripiegamento dentro di
sé, un movimento introspettivo. L’ultimo classicista dell’800 è Carducci. Nasce l’eroe decadente sui
modelli di Dorian Gray di Wilde e Des Esseintes di Huysmans. L’ultima sigaretta.
Nelle novelle di Pirandello, nella Carriola: attraverso i suoi personaggi e la loro dissoluzione (ognuno
di noi è costretto in una gabbia nella società e se esce viene escluso e ricorda Verga con i Malavoglia).
Marinetti, Boboni. Ermetismo esprime la solitudine e l’angoscia attraverso una parola ermetica cioè
che vale x quello che trasmette, è importante cogliere l’essenziale.
Dal dato reale alle suggestioni musicali
La crisi della mentalità positivistica orienta verso un’arte non vincolata alla realtà, lontana da ogni
intento scientifico: lotta teorizzata per una conoscenza non della realtà ma dell’anima della realtà e si
attribuisce alla poesia il valore di strumento di conoscenza e si crea così un canone fondamentale del
decadentismo ossia arte = conoscenza.
Quest’attribuzione di nuovi fini alla poesia comporta la sperimentazione di nuovi mezzi: crollano la
rima e l’eloquenza e la poesia coglie suggestioni dalle altre arti (soprattutto dalla musica) + mentre
assume un ruolo incantatorio, magico e mistico insieme, diventa sempre più un’attività per iniziati
che danno un senso diverso e più puro alle parole della tribù.
A proposito della musica Wagner (1813-83) realizzava il supremo ideale perseguito dai poeti nuovi
cioè della fusione delle arti in una realtà superiore che di tutte raccolga i pregi e i conglobi in una
nuova manifestazione, ritrovamento felice di un’antica unità perduta dove parola e suono nascono
nell’ambito di un solo creatore.
Decadenza e morte
Sensibilità, cultura e protesta dei decadenti approdano ad un senso di disperazione: manca all’eroe
decadente un retroterra, quel rapporto che l’eroe romantico aveva con la borghesia in ascesa, quel
battagliero antagonismo che da ciò derivava e ciò determina tristezza perché l’eroe di tanti testi è un
personaggio che dal ripiegamento su sé stesso, rifiuto della società e conseguente auscultazione del
proprio io approda la coscienza della propria incapacità di vivere normalmente, della propria
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diversità, che in certi casi viene ostentata come privilegio (Wilde, D’Annunzio) e in altre come una
condanna (Mann).
Si collega a ciò la predilezione dei decadenti per le epoche storiche di decadenza, di crisi di valori.
Al fondo della produzione c’è in realtà un’ossessiva contemplazione della morte inoltre il
vagheggiamento della decadenza, del disfacimento, implica altre tematiche ossia stanchezza dei sensi
e complicazioni lussuriose, femminilità perditrice e satanica, Bisanzio, Salomè, Eodiade, tutte le
donne dannunziani, la bellezza ambigua teorizzata da Pater, componente sadica.
La difesa e quindi la fuga dalla banalità giornaliera approda in un mondo di artificio, carico di cultura
e di complicazioni.
L’esteta armato
Altra versione del decadentismo è da collegare all’influenza di Nietzsche: celebrazione del vitalismo,
teorizzazione del dominio spregiudicato del superuomo sui mediocri e sulla plebe aprono un’ampia
gamma di sviluppi alla sensibilità e agli atteggiamenti dei decadenti.
Estetismo e disprezzo per gli altri ora si possono calare nella realtà politica e diventare
antidemocrazia, esaltazione dell’avventura e violenza nella politica interna e internazionale, aumento
della guerra per la sperimentazione del rischio, del gesto al di là del bene e del male.
Alla disperazione di fondo, il sentore di morte, le suggestioni nietzschiane offrivano lo sbocco
dell’avventura e del rischio come illusione di un autentico rapporto con la vita: 2 direzioni di
decadentismo che in comune hanno la frattura fra artista e società perché l’artista o disprezzando gli
altri si incupisce nella contemplazione della morte oppure ora si esalta nel sogno dell’avventura
irripetibile ed eccezionale.
D’Annunzio: testimonia entrambe le fasi del decadentismo (es. Andrea Sperelli del Piacere del 1889
raffinato esteta e amatore diventa il Claudio Cantelmo delle Vergini delle rocce del 1896 che
trasferisce la sua eccezionalità dal piano delle sensazioni a quello dell’esperienza politica +
D’Annunzio da mondano diventa comandante e uomo d’armi).
Barrès (1862-1923): parte da posizioni di esasperato individualismo si fa decadentisticamente
celebratore di sensazioni rare che gli uomini comuni non saprebbero intendere ma dagli anni 90
proietta il suo egotismo decadente in direzione nazionalistica e poi si fa sostenitore
dell’antiparlamentarismo.
Quasi una conclusione: a gamma dei temi del decadentismo è vastissima e le modalità espressive
sono aperte a sviluppi molteplici + partecipi di tematiche del decadentismo anche autori oltre il primo
quindicennio del 900 quindi questa data non si può considerare conclusiva del movimento + forse la
definizione deve essere intesa oltre che quella di un periodo e clima culturale ma anche come una
categoria, un particolare modo di rapportarsi alla realtà, un insieme di atteggiamenti e di sensibilità
che non si esaurisce nella sua storicità ma si estrinseca in una dimensione di perennità.
Posizioni del decadentismo italiano
Ipotesi di classificazione
Posizioni che il decadentismo assume in Italia:
1) La produzione di Pascoli si lega ai motivi più autentici del decadentismo e, diversamente da
quella dannunziana nella quale c’è parecchio di dilettantesco, appare oggi come l’esperienza
poetica più profonda e fertile in Italia di tale movimento: smarrito di fronte al mistero del
cosmo, dolore dell’uomo, deluso nelle speranze laico-positivistiche (socialismo e progresso
scientifico), Pascoli tenta di carpire alle cose di ogni giorno il loro senso riposto.

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2) Posizione dannunziana che esplica in differenti atteggiamenti (con Il Piacere si inserisce nel
clima di A ritroso e Ritratto di Dorian Gray e crea col personaggio di Sperelli il Des Esseintes
italiano: pieno estetismo) ma poi diventa mito del superuomo, estetismo armato.
3) Gozzano e i crepuscolari: consapevole della sua solitudine, il poeta crepuscolare è incapace
di accogliere ed accettare i miti dannunziani e si rifugia nel vagheggiamento di un mondo di
piccole umili cose e sonnolente abitudini provinciali.
4) Pirandello e Svevo si richiamano più profondamente al decadentismo.
5) Avanguardie (movimenti che pur adottando poetiche diverse mirano alla sperimentazione di
nuove tecniche espressive che, muovendo da premesse irrazionalistiche, segnino una radicale
frattura col passato e siano voce e testimonianza della consapevolezza della crisi): dura fino
agli anni 30 e comprende le avanguardie storiche (futurismo, espressionismo, dadaismo,
surrealismo).
6) Ermetismo: riprende canoni delle poetiche decadenti ed è centrato sul motivo della solitudine,
dell’angoscia esistenziale.
Pascoli (1855-1912)
Con Myricae si spezza definitivamente la linea della lirica italiana le cui caratteristiche si possono
ravvisare nell’adozione di un certo lessico e nella coerenza logica con cui il discorso lirico si snoda:
i rapporti di Pascoli col decadentismo sono più profondi e la sua influenza sulla posteriore poesia
italiana sarà determinante.
Storia: 1867-8 suo padre viene assassinato e muoiono madre e sorella maggiore e in seguito fratello
+ 1873 si iscrive a Lettere + 1879 arrestato per aver partecipato a una dimostrazione anarchica +
insegna + 1891 inizia la sua attività di poeta in latino.
Myricae, 3 elementi:
1) I componenti sembrano inserirsi nella dimensione veristica + ispirati alla vita campestre colta
nelle varie stagioni, pullulano di particolari e aspetti quotidiani e dimessi (es. lavori dei campi,
nebbie autunnali) + con la scelta del titolo voleva sottolineare questa modestia e quotidianità
dei temi che si accompagnava con un atteggiamento linguistico del verismo ossia frequente
ricorso del termine tecnico + come con D’Annunzio c’è il trascolorare dei moduli e toni
veristici + Myricae rappresentava lo scenario sul quale proiettare inquietudini e smarrimenti.
2) La rappresentazione più che veristica è impressionistica cioè manca di coordinazione nei
particolari + scopre rapporti inediti tra le cose + come nelle sue altre opere affascina per le
scoperte del misterioso parlare delle cose e per le suggestioni simboliche ma si avverte la
mancanza di una dimensione più vasta.
3) Forma poetica che è tutta tramata di echi e di rispondenze tra parole, lontana dalla
magniloquenza e dal sostenuto canto carducciano.
In Il fanciullino definì la sua poetica e i canoni fondamentali sono:
1) La poesia non è razionalità ma una perenne capacità di stupore infantile e irrazionale
(metaforizzata nel fanciullino) che permangono dentro di noi anche quando dall’infanzia
siamo lontani.
2) Il fanciullino, sovvertendo le norme della razionalità e dell’angusto e realistico buonsenso che
regola la nostra vita, impicciolisce per poter vedere e ingrandisce per poter ammirare: così si
scoprono nelle cose le somiglianze e relazioni più ingegnose.
3) La poesia arreca beneficio per la comunione degli uomini e contribuisce ad abolire la lotta tra
classi e la guerra tra i popoli.

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La scoperta dell’infanzia e delle umili cose:
 L’infanzia è sentita come candore e bontà, innocenza e confidente e immaginoso rapporto col
mondo, è il nido non disfatto, la famiglia prima dell’uccisione di suo padre: visione di una
vita soffocata nell’ambito primordiale e istintivo dei rapporti di sangue con la negazione di
tutti i modi di contatto e di rapporto collegati con una più alta organizzazione della ragione
(rifiuto della storia).
 Le umili cose del mondo campestre assolvono un identico compito: attraverso il
vagheggiamento di quel mondo campestre, realizza la sua evasione da storia, scontri di
volontà e di interessi che la società industriale rendeva sempre più brutali e che nella
situazione italiana dell’ultimo 800 si presentavano in campo politico-sociale con particolare
durezza.
Ideologia (si integra con la poetica):
 Innumerevoli pagine di angoscioso smarrimento, paura per i tempi che si annunziano, per il
disastro che sta per cogliere il genere umano, per le mostruose metropoli che stanno sorgendo
come strumenti e sedi di schiavitù dell’uomo: la scienza che è alla base di tutto questo non ha
dato né felicità né liberazione all’uomo.
 Questa posizione si inserisce nell’orientamento del tempo, in quella progressiva crisi delle
certezze positivistiche: il conseguente rifiuto della civiltà contemporanea che ne deriva era un
comune denominatore dei decadenti contemporanei finora esaminati ma mentre questi lo
concretizzavano nel vagheggiamento di un mondo di pura bellezza o sperimentazione del
nuovo, Pascoli lo concretizza in un ripiegamento intimistico non scevro spesso da vittimistico
compiacimento o nel vagheggiamento della campagna o umili cose, di un paradiso perduto.
 Mito dell’infanzia trasportato dal piano individuale a quello della collettività: generico
umanitarismo, vagheggiamento di una legge d’amore che regoli una convivenza umana dove
la fraternità elimini la lotta di classe.
 Nazionalismo diverso da quello dei contemporanei: rigido, chiuso, esclusivo, allargando alle
proporzioni della nazione la visione del rapporto sociale come affetto del sangue e
difendendolo la nazione come un nido.
Produzione pascoliana:
 Pregi e limiti della poesia pascoliana manifestatati in Myricae sono presenti nella posteriore
produzione (memorie del nido, meditazioni cosmiche, ampliarsi del senso del mistero,
dramma dell’esistenza umana).
 Non è possibile individuare una linea di sviluppo ma si può ravvisare l’insistenza su certi
temi (solore, mistero, smarrimento) che diventa amplificazione o atteggiamento vittimistico
o pargoleggiare.
Nuova forma poetica:
 Importante per lo scardinamento e disintegrazione della forma poetica tradizionale.
 Punti:
1) Il canone della scoperta della poesia nelle umili cose portava a una dilatazione dei
confini del poetabile, legittimava nella poesia pascoliana la presenza di queste
cose/oggetti senza distinzione fra ciò che per tradizione è poetabile o no: ampliamento
del campo lessicale, uso del termine gergale, dell’onomatopea, della sperimentazione
del parlato che assicurano alla poesia pascoliana novità rispetto a Carducci e
D’Annunzio.
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2) Passaggio dal lessico alla metrica è inevitabile: verso franto dalle censure dilatato dagli
enjambements, sommesso e intimista, affidato alle risonanze ed echi che la parola,
utilizzata per il suo valore fonosimbolico/evocativo così Pascoli si inserisce
nell’ermetismo
3) La poetica del fanciullino trova un suo necessario strumento nella tecnica dell’analogia
che diventa metodo di scoperta della realtà
Il nido + utilizzo di onomatopee + è decadente per quella ricerca del lato riposto delle cose. Vita
contrassegnata da lutti come l’assassinio del padre + cuore socialista dalla parte del popolo. Questo
guardare al senso profondo della vita conosciuto attraverso il dolore popolare.
Myricae: quadretti idillici e risente del verismo + impressionismo con riferimento all’aratro. Il
fanciullino: voce dell’anima più profonda, il candore del bambino, così che il dolore del mondo non
ci raggiunga. Questa capacità di guardare le piccole cose trova la sua continuazione nei crepuscolari
(es. Gozzano). Non c’è solo l’aspetto poetico ma anche quello politico.
La grande proletaria si è mossa: persone costrette di andare fuori dalla patria nonostante quanto
abbiamo apportato alla nazione + è nazionalista ma non come D’Annunzio + riferimento al
bersagliere e alla bambina bc significa che la bambina è la metafora della Libia che viene salvata
dall’esercito italiano che usa armi micidiali ma in realtà vuole portare la pace, tutti verrebbero posti
sullo stesso livello senza distinzione di classi + è un testo politico.
D’Annunzio (1863-1938)
La sua influenza si esercitò nella letteratura ma anche sul costume e su tutta la società italiana.
Storia: 1881-91 periodo romano (avventure mondane e duelli, attività giornalistica) + 1898-1909
periodo fiorentino (cadono la sua produzione teatrale e la relazione con Eleonora Duse) + 1910-15
periodo francese (a causa dei debiti si ritira in volontario esilio e scrive opere teatrali in francese) +
1915-18 torna in Italia e partecipa alla propaganda interventistica + 1919-21 occupa Fiume.
Ardore sensuale e artificio:
 Nella sua 1^ produzione sembra rifarsi a Carducci e Verga ma poi questa impressione
svanisce: in prosa ai temi apparentemente affini a quelli verghiani (plebi abruzzesi e vita
paesana) il narratore si accostava dalla pietà umana o dall’impegno di comprensione storica
ma proteso alla ricerca della sensazione violenta, affascinato dal barbarico, dal primitivo, dalla
violenza e dal sangue.
 Canto novo (1882): forme metriche barbare e classicheggianti fermentava un acceso
sensualismo, celebrazione del godimento, sensibilità ad ogni sollecitazione della natura.
 Il piacere (1889):
o Andrea Sperelli è un esteta e ultimo rampollo della sua famiglia nobile e quando
l’amante Elena lo abbandona cerca di sostituire inutilmente la passione per lei con altri
piaceri e avventure + rimanendo ferito in duello viene ospitato nella villa della cugina
dove ritrova le risorse nella natura e arte e nella spirituale bellezza di Maria ma l’amore
per le 2 donne finisce per confondersi e diventare un tutt’uno + rivive con la nuova
amante l’amore per la 1^ ma l’ambiguo rapporto viene troncato quando si lascia
sfuggire il nome di Elena e Maria scopre il fondo equivoco di quel legame.
o Con questo romanzo viene introdotto in Italia quel tipo di eroe decadente incarnato
già da Des Esseintes e poi in Inghilterra da Dorian Gray: raffinato e gelido, cultore di
quel bello che attraverso l’artificio sia riscattato dalla dimensione naturale.

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o La carica vitalistica e sensuale delle prime raccolte di versi si è complicata: il
sensualismo diventa lussuria, la disponibilità alle sollecitazioni sensoriali della natura
diventa ricerca dell’artificio.
Stanchezza e buoni sentimenti:
 Liriche Poema paradisiaco e romanzo L’innocente (1891): testimoniano una nuova fase
dell’arte dannunziana che consiste nella stanchezza che segue alla realizzazione del piacere,
ripiegamento, sazietà della carne che genera malinconici vagheggiamenti di bontà, di ritorno
ad una vita pura, d’innocenza e d’infanzia.
 Poema paradisiaco: poesia colma di languore goduto celebra stati d’animo di convalescenza
spirituale e di estenuazione effusi in raffinati paesaggi.
 L’Innocente: storia di una convalescenza spirituale, ritorno alla natura e alla compagna degli
avi ma con un insieme di altri motivi giustapposti come volontà di approdare ad un mondo
spirituale basato sulla rigenerazione e sui buoni sentimenti qui, come nell’altro, è fallito.
Superuomo-tribuno:
 1892 sollecitazione da Nietzsche da cui coglie le indicazioni politiche e la morale del
superuomo: il mito umano dell’esteta decadente rappresentato da Sperelli si integra con la
violenza (Claudio Cantelmo delle Vergini delle rocce del 1896, esteta armato, motiva
diversamente il suo disgusto e teoria il diritto di dominio che spetta all’aristocrazia sulle
plebi).
 2 considerazioni:
1) Questa ideologia antidemocratica trovava un preciso riscontro nell’orientamento di
quelle forze che con l’occhio rivolto all’esempio bismarckiano vagheggiavano lo stato
forte come difesa dal crescente peso che le organizzazioni popolari assumevano e
forniva una nobilitazione artistica della politica alimentando atteggiamenti culturali che
si sarebbero manifestarti nelle riviste del 1° 900.
2) Questo atteggiamento su u fondo di estetismo decadente contrassegnerà anche la sua
vita pubblica: superuomo-tribuno che inizia con l’elezione a deputato per la destra nel
1897, propaganda interventista e partecipazione alla IGM, l’impresa a Fiume.
Teatro:
 1898-1908 attività di drammaturgo: con il teatro pensa di diffondere più agevolmente il suo
verbo e celebrazione di una morale superumana in uno sfondo di preziosità archeologiche,
esaltazione della lussuria e del sangue si ritrovano in La città morta, La Gioconda, La Gloria
e La Nave (1908).
 La nave: durante la fondazione di Venezia la morale superumana si cala nel protagonista
Marco Gràtico e nell’antagonista Basiliola Faledra che, assetata di vendetta perché lui le ha
accecato padre e fratelli, con la sua lussuria avvicina a sé l’uomo e il fratello e li aizza a una
lotta fratricida in cui il fratello muore e poi Marco parte alla conquista della gloria sui mari.
 La tragedia è quindi caratterizzata da lussuria e sangue, violenza e sacrilegio, ideale di una
femminilità bramosa e satanica

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Fase notturna:
 Laudi: Maia (1° libro) è un poema autobiografico in cui si esalta un superomistico ardore di
sperimentazioni e avventura + Elettra (2° libro) è dedicato alla celebrazione degli eroi e
risuona tutto di poesia patriottica + Merope (4° libro) contiene le canzoni sulla celebrazione
della conquista della Libia + Asterope (5° libro) esalta circostanze ed eventi della IGM.
 Alcyone (1903 – 3° libro delle Luadi) ha fisionimia particolare:
o Manca la dimensione superumana (in senso proprio che caratterizza gli altri libri) e
quella tribunizia (da poeta vate che rievoca le passate glorie e celebra le gesta eroiche
del presente).
o È una celebrazione della natura ma mancano la critica di vitalistico sensualismo e
quella disposizione di languido e manierato abbandono che caratterizza il Poema
paradisiaco.
o Prevale una disposizione di equilibrata mediazione fra Canto novo e Poema
paradisiaco: un rapporto con la natura realizzato con una sensualità fuori dai sensi
grazie alla quale ogni dato sensoriale si alleggerisce e il paesaggio diventa stato
d’animo, lo spettacolo della sera diventa suggestivo volto femminile.
o Quini segna il venir meno della tensione che ha caratterizzato tuta la fase
superomistico-tribunizia e apre la strada alla produzione notturna (deriva da Notturno
del 1916 quando fu costretto all’immobilità e al buio per una ferita all’occhio):
 Brevi periodi, assegna di un disegno narrativo, prosa lirica e impressionistica
e come tema di fondo un senso cupo del finire delle cose e l’incombere della
coscienza della morte.
 Prose, confessioni e ricordi caratterizzati da una disposizione di interiore
ripiegamento che approda alla malinconia di un fallimentare bilancio
dell’esistenza.
Quasi una conclusione:
1) La varietà di atteggiamenti, opere e moduli artistici dannunziani è grandissima ma è apparente:
nella maggior parte dei casi si esaurisce nel gioco della squisitezza impressionistica che si
traduce in disponibilità eccessiva per riuscire autentica accoglie ogni sollecitazione sensoriale
ma così la sua parola è povera di interiorità.
2) La capacità di assimilare spunti e suggestioni dei contemporanei autori stranieri conferma
questo dilettantismo: mito di femminilità rovinosa e satanica mutuato dal decadentismo non
trovava in lui quella complessa situazione conflittuale.
3) Influenza sulla società e sul costume: inoculò i miti di una vita inimitabile, ardimentosa e
disponibile.
4) Opposizioni: Croce vede nella sua produzione un esercizio di dilettantismo.
Terra Vergine (Fra-lucertola: racconta la storia di un frate che si chiama Fra-lucertola bc ha le sue
caratteristiche come la lucertola cioè vive in clausura in questo convento e cura il giardino e ad una
certa ora sente suonare la campana che segna la fine di una funzione religiosa ed escono dalla chiesa
delle ragazze che cantano ma lui non vedendo si è innamorato di Mena). La fase del notturno genera
una produzione che guarda al passato e si chiama così bc rimane ferito e non ci vedeva.
Il passato: visita con le memorie le stanze della sua casa ma è come una lente d’ingrandimento mette
in luce certi particolari (es. leggio musicale del fratello emigrato) + Consolazione: quanto è dolce il
passato, ricordare i momenti belli.

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D’Annunzio estetismo con Andrea Sperelli (la vita ha un senso solo se si realizza nel culto della
bellezza) e poi mito del superuomo.
Nasce l’eroe decadente: modelli Des Esseintes e Dorian Gray. Crepuscolari e Gozzano, ricerca le
piccole cose. Pirandello autentico autore decadente e Svevo, introspezione, dissoluzione del
personaggio e inettitudine a vivere. Avanguardie (futurismo). Ermetismo (solitudine, angoscia
esistenziale). Posizione antiborghese.
Le Laudi di D’Annunzio: il 3° libro stt è caratterizzato dal Panismo (fusione con la natura dell’essere
umano es. Pioggia nel pineto) e in Alcione del 1903 (uccello che rappresenta la libertà) è
caratterizzata dalla lirica caratterizzata da un metro di 3 strofe di 14 versi di varia lunghezza.
D’Annunzio rivisita la metrica e questa alternanza di versi ritmati sono già un indice di novità.
La sera fiesolana:
 Domanda d’esame: produzione poetica di d’annunzio, i testi che abbiamo letto appartengono
a una fase particolare di d’annunzio e quali sono questi brani letti e caratteristiche.
 Natura nella quale gli uomini primitivi attribuivano alla natura delle capacità arcane/magiche.
 Siamo al tramonto con l’aria fresca della sera + c’è che sia lavorando nella campagna e si
attarda.
 Immagine di questa sera che prelude ai sogni + anche la sera vuole trovare la sua pace.
 Fresche e dolci le mie parole ti raggiungano + aura è l’aria + trascolora cioè cambia colore +
paragone alla vita cioè attesa della sera quando nascono le prime stelle.
L’incontro con Dario:
 Tratto dal Compagno degli occhi senza cigli (1928) che corrisponde sempre al periodo
notturno.
 Madlen di Prust: alla ricerca del tempo perduto cioè è centrato su questa madlen cioè un
personaggio che fa colazione e intinge la madlen nel caffelatte e questo profumo gli scatena
ricordi del passato. Nello stesso periodo in cui d’annunzio scrive il notturno, a livello europeo
c’era Prust.
 Madre è presenza molto importante + il colore bianco ritorna spesso.
 Rapporto straziante che cerca di raccontare di questo compagno che viene dal passato e che
vorrebbe aiutare anche sacrificando sé stesso e anche la sua vita non è facile.
 La figura del padre che ricompare è importante: mai avuto un gran rapporto però essendo stato
lui a dargli quella moneta allora prende un’altra valenza.
 Turbato x il ricordo del padre ma con piacere bc ricollegato all’evento con quell’amico che
accompagnava.
 Gli oggetti hanno un valore x d’annunzio come anche il riferimento alla musica.
 Fase del notturno in cui questo passaggio dal passato al presente e viceversa costituisce un
conduttore.
 Il compagno dagli occhi senza cigli: magari bc ciglia servono x pulire gli occhi dai corpi
estranei e invece lui ha dovuto vedere la realtà della morte.
Il trascolorare del verismo:
 Già a fine 800 verismo, positivismo e naturalismo iniziano a entrare in crisi bc segni della
storia testimoniano che affidarsi alla realtà e ritrarla così com’è non serve all’uomo.
 D’Annunzio rimane punto di riferimento x molto tempo ma si iniziano a creare degli autori
che si discostano da lui e creano personaggi che non sono più i grandi eroi decadenti ma
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personaggi più dimessi e sottovoce cioè l’opposto (es. Fogazzaro che è noto x aver scritto
Piccolo mondo antico ed è carico di una componente religiosa cattolica molto pesante e il
più importante romanzo che scrive è Malombra).
 Primi del 900 c’è crisi x letteratura + questo verismo che muta e perde di efficacia nella
rappresentazione della realtà trova i motivi di questo trascolorare in fatti anche storici.
 Gli avvenimenti che portano alla perdita di efficacia della rappresentazione del vero:
o Spaesamento dell’intellettuale e dell’uomo di fronte a una realtà dove non si riconosce
più.
o Colonialismo, imperialismo, la ricerca anche concreta di nuovi spazi.
o D’Annunzio rappresenta una lezione importante x la spinta vitalistica e x
l’inneggiamento alla forza e al superuomo come modello al quale molte generazioni
di intellettuali si ispireranno.
o Ci sarà chi si opporrà a D’Annunzio e chi lo seguirà.
o Riviste fiorentine: nascono dal 1904 (la 1^ è Hemes) quindi nascita di riviste dove
intellettuali storici e politici del tempo si ritrovano ed esprimono il loro pensiero, basti
ricordare che Hermes si dichiara dannunziana, sono imperialisti (personaggio
importante nella rivista è Borgese) + La rivista La Voce si discosta da D’Annunzio x
tornare alla letteratura pura.
o Pascoli: filone contro D’Annunzio e che porta avanti una visione della vita e
dell’uomo completamente diversa cioè la figura dell’antieroe + da Pascoli prendono
spunto i crepuscolari e i futuristi. I futuristi inneggiavano alla distruzione delle
macchine, libertà di espressione, dare fuoco agli scaffali delle biblioteche e portavano
all’eccesso il pensiero di D’Annunzio quindi la critica li ha visti contro D’Annunzio.
 Fogazzaro: inaugura personaggi antecedenti a quelli di Svevo. Questa dissoluzione del
personaggio che perde i confini della sua fisionomia + ciclo dei vinti: es. Svevo: La
conoscenza di Zeno Cosini, Senilità, Una vita dove i protagonisti sono dei vinti, nascono da
Malombra di Fogazzaro x queste inquietudini e insicurezze interiori, è alal ricerca del luogo
dove riconoscersi.

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2. LE INQUIETUDINI DELL’ETÀ GIOLITTIANA
Dibattito politico-culturale
Giolitti: politico liberale + ha fatto riforme a favore del sud + importante bc cercò di integrare le forze
del nascente operaio in quelle che era lo Stato liberale quindi integrarle e trovare leggi che tutelassero
i lavoratori quindi fu un grande diplomatico.
La signorina Felicita di Gozzano: Gozzano si caratterizza x essere un crepuscolare che parte da
posizioni d’annunziane e poi arriva al crepuscolarismo caratterizzato dalla rappresentazione delle
cose umili e dimesse.
Riviste fiorentine
Con la varietà delle posizioni sostenute, reciproche polemiche o coincidenza di ideali polemici sono
testimonianza delle inquietudini culturali del tempo.
1) 1903-7 rivista Leonardo fondata da Papini:
 Gruppo di giovani desiderosi di liberazione, di universalità e accomunati da una superiore vita
intellettuale: nella vita sono pagani e individualisti, nel pensiero sono personalisti e idealisti e
nell’arte amano la trasfigurazione ideale della vita e aspirano alla bellezza come rivelazione
di una vita profonda e serena.
 Dannunzianesimo e antidemocrazia:
o A monte di queste posizioni del Leonardo c’è D’Annunzio cioè un individualismo
esasperato, sprezzante posizione antidemocratica e antisocialista, esaltazione della vita
piena, sulle orme di Nietzsche e anticristiano, estetismo che tende a trasfigurare e
trasparente polemica col naturalismo e verismo + si integra con l’atteggiamento
antipositivistico e con la divulgazione di Bergson.
o Gli scrittori della rivista si inclinano verso atteggiamenti nazionalistici.
 Altre 2 componenti:
1. Divulgazione del pragmatismo che è una corrente filosofica che si fonda su premesse
antintellettualistiche e sul rifiuto dei criteri logico-razionali per la conoscenza della
realtà e grande valore viene assegnato all’azione, per Papini la filosofia diventa uno
degli strumenti creati dall’uomo per l’appropriazione del mondo.
2. Concezione mistica dell’arte elaborata da Prezzolini: matrice antipositivistica che
tocca le forme più esasperate dell’irrazionalismo perché lui fa appello alle forze intime
della personalità contro la ragione.
2) 1904 rivista Hermes di Borgese:
 Dannunzianesimo: superare la letteratura per trasformarsi in un discorso di idee e sui destini
nazionali con ambizioni di impegno intellettuale-politico ed ecco la fusione tra classicismo e
celebrazione della stirpe, ecco la loro autodefinizione di imperialisti.
 Trono e altare: significativa la posizione di questi imperialisti di fronte al cattolicesimo e di
cui questi giovani amavano energetica tendenza al dominio e simpatizzavano con le forze
conservatrici del cattolicesimo e riconoscevano che era necessario alla concezione dello Stato
della vita civile una morale religiosa.

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3) 1903 rivista Il Regno di Corradini:
 Mezzo più idoneo per realizzare l’aspirazione di superare interessi puramente letterari e
impegno intellettuale militante come già visto nel Leonardo e nell’Hermes.
 Per la borghesia contro la borghesia:
o La rivista voleva essere una voce contro la vita presente, contro il socialismo e
vituperare la borghesia italiana che regge il governo: polemizza con la borghesia
contemporanea perché vuole una rinascita borghese e la supremazia della borghesia e
vede che nel presente gli esponenti della classe sono ancora inadeguati.
o Conseguenze: difesa e contrattacco contro il partito socialista + espansionismo
coloniale come mezzo per risolvere i problemi interni (terra, lavoro, diseguaglianze
sociali), per riscattare la sconfitta di Adua, la guerra è una lezione di energia che
dimostra la falsità dell’ideali democratici cara il progressismo borghese.
 2 concetti importanti sono: il superamento della mitologia individualistica (Darwin con la
teoria della selezione e della sopravvivenza dei più forti, Nietzsche con la morale eroica del
superuomo, i decadenti con l’estetistico compiacimento per una sensibilità d’eccezione:
questo individualismo si pone contro la democrazia i principi egualitari) e la celebrazione
della nazione.
 Chiesa e Stato: 1910 Corradini fonda l’Associazione nazionalista e poi il partito nazionalista
e la rivista passa sotto Campodonico nel 1905 che ha un atteggiamento ostile al connubio tra
borghesia e forze clericali che troverà espressione nel patto Gentiloni: timore che con questi
connubi la borghesia fosse costretta a dividere con altri la funzione di classe egemone.
Quindi Corradini, Papini, Prezzolini e Borgese avrebbero voluto essere i mentori e intellettuali
politici della borghesia italiana dei primi anni del 900 e non della borghesia liberale o giolittiana di
governo intento a ricercare un punto di possibile equilibrio conservatore e di sutura tra le esigenze
del capitale e del lavoro ma di quei gruppi borghesi all’inizio dell’ascesa capitalistica che miravano
alla conquista dello Stato.
4) Rivista La Voce (la più importante per ampiezza di interessi/temi e per l’influenza) + fasi:
1) 1908-11 in occasione della conquista della Libia, Salvemini lascia la rivista:
o La rivista si inserisce in un generale movimento delle coscienze e prende alimento
dall’inquietudine psicologica e morale che contraddistingue le classi giovani della
borghesia: si distingue per impegno, serietà morale e probità intellettuale che i suoi
collaboratori portano la loro opera di protesta e di critica e per la chiarezza degli
obiettivi (VS nelle altre riviste questa situazione psicologica e politica dava luogo a
vagheggiamenti espansionistici come Il Regno o alla contaminazione fra miti
dannunziani e disponibilità alle esperienze intellettuali come Hermes e Leonardo).
o Collaborazione con uomini di varia provenienza culturale (es. Croce, Salvemini,
Einaudi): analisi e inchieste su problemi concreti come il ruolo della classe
intellettuale nella società italiana, scuola, questione meridionale.
o C’è anche atteggiamento illuministico: superare la tradizionale figura del letterato
italiano per tuffarlo nella realtà del giorno ed eccessiva fiducia nei poteri della cultura.
o Impegno dei vociani è duplice: per una nuova cultura e per una nuova realtà politico-
sociale concepite in modo unitario (il nuovo letterato potrà sorgere diverso se opererà
in un diverso contesto civile e politico).
2) 1912-1913 direzione assunta da Papini: ritorno della letteratura che ha una fisionomia
particolare e omogenea e che si attua in opere di forte tensione lirica e autobiografica.
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3) 1914 Prezzolini ne è il direttore e la qualifica come rivista di idealismo militante:
atteggiamenti irrazionalisti, smania di azione che trova nell’interventismo l’occasione per
palesarsi.
4) Fine 1914-16 direzione di De Robertis:
o Ne farà un periodo esclusivamente letterario: apparvero le prime cose di es. Ungaretti,
Palazzeschi perché la rivista assolve questo ruolo di sollecitazione e di punto di
incontro della nuova letteratura perché il nuovo direttore elabora la teorizzazione di
una nuova nuova poetica cioè la poetica del frammento.
o Misticismo della parola in quanto eliminando tutti legami tra storia e creazione
artistica fa della parola l’inizio e la fine di ogni problema + concezione della poesia
pura cioè liberata da sovrapposizioni oratorie e intellettualistiche che prima erano di
tipo patriottico, civile, umanitario e ora potrebbero essere di carattere etico-filosofico.
o Una dimensione poetica realizzabile nel frammento perché solo in esso è possibile
concentrare ad un livello così rarefatto perfezione formale e vibrazione del sentimento,
è realizzabile nella breve e intensa pagina di prosa d’arte che non si distende in ampi
moduli narrativi.
o L’operazione realizzato De Robertis nasceva da un complesso retroterra culturale le
cui componenti sono: posizioni che sulla poesia erano state elaborate dal
decadentismo, le suggestioni di Pascoli che avevano eliminato dalla poesia la
tradizionale intelaiatura e certe giustificazioni teoriche che potevano derivare
dall’estetica crociana (le pagine dell’estetica crociana autorizzavano ad operare questa
riduzione dell’opera d’arte ad un nucleo lirico, ad isolarlo dal contesto dell’opera e
tale opera dal contesto storico).
o Quindi con la poetica del frammento questa rivista approdava a posizioni antitetiche a
quelle della sua fase iniziale: l’impegno morale d’un rinnovamento che fosse nel
contempo letterario e sociale cede il posto ad una visione limitata della letteratura
intesa come attività al di là di ogni preoccupazione o istanza di ordine civile ed etico.
5) 1911 rivista L’Unità di Salvemini (1873-1957):
 Lui è studioso dei problemi del meridione, avversario di Giolitti, difensore dei valori
democratici e laici + impegna una battaglia su problemi politici e sociali all’insegna della
concretezza denunciando le ambiguità dell’impresa tripolina evidenziando l’insufficienza
della democrazia italiana e polemizzando col nazionalismo.
 Si distingue dalle altre riviste per il tono di protesta e di denuncia morale.
 La sua battaglia dalle iniziali posizioni socialiste e quelle radicaldemocratiche si è svolta su 2
piani uno di metodo e l’altro di costume che finiscono per diventare una cosa sola: la battaglia
metodologica per la concretezza diventa tensione etico-civile, impegno morale contro la
retorica, contro i dogmatismi ideologici di destra e di sinistra.
6) rivista Lacerba condotta da Papini: la polemica contro il filisteismo borghese, tesi
dell’interventismo nazionalista e sperimentazione letteraria si mescolano con molta confusione +
aggiornamento del gusto poetico e figurativo e accelera il processo di ammodernamento della
letteratura e dell’arte italiane.
Futurismo
Movimento d’avanguardia nell’ambito letterario, delle arti, ha avuto una chiara ideologia politica
(rifiuto dei valori democratici) e ha codificato un nuovo senso del vivere e nuovi modelli di
comportamento.
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Esaltazione della macchina: i futuristi si rendevano conto che la strada imboccata dalla società
europea era quella della rapida industrializzazione e portavano la loro simpatia alle componenti di
questa nuova realtà (macchine, grandi complessi industriali, masse operaie, città moderne, metropoli,
auto, velocità): il futurismo è un caso esemplare di rapporto tra situazione sociale e letteratura e gli
atteggiamenti letterari fanno da copertura ideologica al meccanismo dell’industrialismo capitalistico.
Poetica:
 Programma negativo: è contro l’arte del passato fatta di languori sentimentali e di freddo
ossequio a tradizioni modificate.
 Programma positivo: distruzione della sintassi e parole in libertà (molto dominato da nuovi
valori e mezzi - velocità, rapida diffusione di una notizia, possibilità di comunicare
contemporaneamente alle masse - che non può perdersi nei meandri della sintassi) +
immaginazione senza fili (libertà assoluta delle immagini o analogie espresse con parole
slegate, senza fili conduttori sintattici e senza punteggiatura). Protagonisti: Marinetti +
Folgore.
Considerazioni:
1) È solo una protesta, non si può riconoscere nelle opere ma va vista nel clima di rinnovamento
che si concretizzò nelle forme più varie (futurismo e poesia crepuscolare sono i movimenti
che più contribuirono a eliminare moduli, forme, istituzioni della poesia tradizionale e ad
aprire la via di una nuova letteratura).
2) Si inquadra nell’irrazionalismo del tempo: di Bergson valorizza il processo della conoscenza
intuizionistica che va all’essenza delle cose ripudiando l’itinerario logico razionale + di
Nietzsche si accoglie il senso agonistico del vivere che diventa culto della forza ed esaltazione
della violenza + di D’Annunzio del rischio e del bel gesto passano i futuristi e diventa un
vitalismo un po’ rozzo.
3) Oltre al discorso letterario bisogna valutare il ruolo dei futuristi nella vita politica italiana:
Majakovskij si impegna nella ricerca di una struttura rinnovata del discorso poetico, di
reinvenzione della potenzialità della parola e del patrimonio lessicale per superare il
linguaggio degli intellettuali (è contro la guerra e il militarismo).
Poesia
Poesia crepuscolare
Definizioni e temi:
 1910 Borgese usò per 1° questa definizione intendendo precisare la collocazione storica di
questa poesia che si svolgeva ai margini, in una zona di crepuscolo, trascorsa ormai la luce
meridiana della grande tradizione dei maestri dell'ultimo 800 ma col tempo questo termine
prese il valore di opposizione alla tradizione poetica precedente e servì ad indicare in modo
autonomo il modo di atteggiarsi di questi poeti di fronte alle cose.
 Repertorio di situazioni comuni: sonnolenta e monotona vita di provincia, malinconia degli
organetti di Barberia, la stanchezza del giorno domenicale, parchi silenziosi con le loro
vecchie statue corrose dal tempo, salotto buono piccolo borghese.
 Stanchezza del vivere, disilluso ripiegamento su sé stessi, incapacità di stabilire un rapporto
cordiale col mondo, sofferenza e autocompianto: in una dimensione più languida ed estenuata.

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Polemica antidannunziana:
 Tutto questo viene detto dai crepuscolari con una novità di linguaggio che consiste nella
ricerca di un tono diverso, di una poesia che volutamente ripudia il canto pieno e aspira a un
andamento prosastico e discorsivo che trovi la sua realizzazione ideale in una dizione a mezza
voce: chiara l’opposizione a D’Annunzio.
 Le indicazioni che la tradizione offriva ora prendono corpo in funzione antidannunziana e ai
sogni di vita inimitabile, attivismo, mitologia dei superuomini e delle donne fatali si
contrappone la consapevolezza della propria fragilità, la banale ovvietà quotidiana, un ideale
di bellezza femminile che es. in Gozzano contraddice quello dannunziano.
 In Merùmeni questa polemica antidannunziana si incarna in modo pragmatico: ribalta Andrea
Sperelli e l’amore ancillare fa da irridente contraltare alle raffinate esperienze erotiche di
D’Annunzio.
Nell’ambito del decadentismo:
 Ma la poesia crepuscolare rimane nell’ambito del decadentismo perché alla base dei vari
atteggiamenti di questi poeti c'è quella crisi di certezze, quel vuoto che è una delle componenti
del decadentismo: frattura fra individuo e società, angoscioso senso della solitudine,
ripiegamento entro il chiuso cerchio dell'io.
 In contemporanea c’era chi cercava di reagire con l’estetismo, col sogno della vita inimitabile
o col vagheggiamento della ferinità e della barbarie (D’Annunzio) o con un vitalismo
attivistico che si traduceva in furore iconoclasta (futuristi) ma tutti erano condizionati dalla
medesima origine.
Scuola: nel 1° decennio del secolo si può parlare di una scuola crepuscolare perché certi temi e moduli
sono presenti in poeti che li contaminano con altri di diversa provenienza ma al di là della scuola
esistono singoli poeti con le loro peculiarità (es. Corazzini, Moretti).
Gozzano (1883-1916)
Relazione con Amalia Guglieminetti + tisi che avrebbe dovuto condurlo alla morte.
Esordi dannunziani + consapevolezza ironica: nei versi si trovano le situazioni e i luoghi comuni della
poesia crepuscolare e su ciò proietta una luce ironica che è la trascrizione, la dimostrazione sul piano
poetico della sua mancata adesione sentimentale a questo mondo con la consapevolezza che a
quest’ultimo non può aderire.
Dissolve la mitologia dannunziana contrapponendo la vita inimitabile alla mediocrità piccolo-
borghese o provinciale utilizzando immagini e situazioni tipiche della scuola crepuscolare ma poi a
questo mondo scelto in funzione antidannunziana aderisce solo fino ad un certo punto: il suo è un
difficile equilibrio tra rievocazione e sorriso, tra affetto e ironia.
L’incapacità di vivere di Gozzano è ancora più profonda e testimonia la crisi del tempo.
Crolla il mito del poeta: la gloria poetica e di poeta vate di D’Annunzio vengono private di quell’alone
di eccezionalità e sacralità che avevano avuto così Gozzano apre un nuovo capitolo della poesia
italiana della quale il poeta sarà il 1° a dichiarare la precarietà della poesia, la sua incapacità di
comunicare messaggi definitivi.
È il 1° che abbia dato scintille facendo cozzare l’aulico con il prosaico e realizzando moduli stilistici
apparentemente colloquiali ma in realtà raffinati, così ribalta la tecnica dannunziana e apre la strada
a toni che avranno sviluppi nel 900.

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3. TRA LE 2 GUERRE
Svevo e Pirandello
Svevo (1861-1928)
Storia: 1880 si impiega in una banca + 1899 dopo il matrimonio con Livia Veneziani entra come
socio nella ditta commerciale del suocero + 1905 frequentazione con James Joyce.
1898 Senilità: Emilio Brentani vive nella monotonia e mediocrità essendo un impiegato e deluso
tentativo letterario + segue Angiolina ma è frustrato e soggiace ad una relazione avvilente e anche il
tardivo entusiasmo sentimentale della sorella Amalia sono fallimentari tanto che sarà causa della sua
morte così la vita di Emilio si riduce a solitudine, inutilità e noia.
Nei romanzi Senilità e Una vita (1892) tanti elementi si richiamano ai moduli e ai temi della narrativa
di estrazione naturalistiche e veristica:
 impegno nella descrizione di differenti categorie sociali, attenzione ai particolari minuti
caratterizzanti un personaggio, capacità di rappresentazione completa della figura umana,
gusto attendo con cui è reso un ambiente nella varietà delle stagioni e delle ore e sei suoi
aspetti popolari e borghesi (ma tutto questo a Svevo interessa solo in quanto si infrange
nell’interno del protagonista e ne determina l’ambiguo rapporto col mondo).
 Novità è l’attenzione al rapporto personaggio-realtà e alla mancanza di autenticità, alla falsità
di tale rapporto: sia Alfonso Nitti che Emilio Brentani, incapaci di affrontare la realtà, si
autoingannano, mistificano la propria sconfitta con atteggiamenti psicologici (Alfonso si
rifugia nella fantasticheria per giustificare la sua inettitudine VS Emilio si illude di avere
sufficienti artigli per aggredire la vita e goderla ma inutilmente).
 A Svevo interessa il modo di atteggiarsi dell’uomo di fronte alla realtà.
La coscienza di Zeno (1923):
 Zeno Cosini è stato in cura da uno psicanalista ma ora su suo consiglio dovrebbe stendere il
diario della propria vita, segnate le date degli inutili puntuali proponimenti di liberarsi dal
vizio del fumo, le tappe che lo hanno portato al matrimonio casualmente e che lo hanno spinto
ad una relazione adulterina, le circostanze per le quali si associa il cognato amico-nemico
Guido e quelle per cui quest’ultimo arriva al suicidio, maggiormente analizzata la sua malattia
+ l’esistenza è impedita da mali della sua stessa coscienza, dall’eccessivo compiacimento
introspettivo che gli sfrutta per poter continuare a tergiversare crearsi degli alibi.
 Narrando oggi i fatti di ieri Zeno scardina le categorie temporali in quando l’accaduto o
l’atteggiamento psicologico non vengono presentati come una realtà definita una volta per
tutte ma poliedrici con molteplicità di prospettive dovute al fatto che quel ricordo assunto alla
luce dei ripensamenti ed esperienze posteriori (dissolversi del personaggio).
 Cambia piano di rappresentazione da quello oggettivo del narratore creatore e organizzatore
della vicenda al piano soggettivo del protagonista: in alcuni autori contemporanei più
innovatori viene usato il monologo interiore che consiste nella trascrizione immediata di tutto
ciò che in modo tumultuoso si agita nella coscienza.
 Svevo riferisce impressioni es eventi mediandoli attraverso la rifrazione della psicologia del
protagonista.
Consapevolezza:
 Con Zeno, Svevo approfondisce la sua diagnosi della crisi dell’uomo contemporaneo che è
tanto più ampia quanto maggiore è la consapevolezza e quanto più la disincantata analisi della
malattia escluda la possibilità di entusiasmi e nuove fedi: dall’analisi emerge una condizione
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di precarietà dell’esistenza dominata dal caso e una condizione di alienazione dell’uomo che
risulta incapace di avviare un rapporto cordiale con la realtà ed è un vinto (la malattia della
coscienza e l’inettitudine escludono la lotta). La spirale produttivistica di una società come
l’attuale riduce così l’uomo e potrebbe produrre la catastrofe, per una tale società di cui Svevo
nei 3 romanzi ha messo in luce menzogne, giustificazioni falsamente magnanime e alibi
morali, non c’è salvezza (Svevo condanna la società borghese capitalista).
 L’unica alternativa è sul piano individuale non storico sociale: acquisizione della coscienza,
della consapevolezza della condizione umana, delle menzogne convenzionali acquisite a tal
pinto da farci ritenere validi gli alibi con i quali mascheriamo le nostre fughe dalla realtà.
Altre opere: lavori teatrali quali Un marito, Inferiorità, Con la penna d’oro e La rigenerazione +
nell’ambito letterario La novella del buon vecchio e della bella fanciulla e altri scritti, Corto viaggio
sentimentale, Un contratto.
Dimensione europea:
 Legame di Svevo con la situazione letteraria del 1° dopoguerra cioè continua la linea narrativa
esemplificata già in Borgese, porta ad un livello di più alta consapevolezza l’analisi
psicologica e la rappresentazione di un nuovo tipo umano, si oppone ai canoni della prosa
round esca, adotta una lingua estranea a qualsiasi tradizione letteraria.
 Svevo si inserisce con la scoperta dell’inconscio che è la strada di Proust e Joyce ed è la novità
che la narrativa del 900 innesta nella scoperta del quotidiano che era stata la caratteristica
dell’800 realista.
Incapacità di Zeno di riuscire a smettere di fumare rappresenta l’incapacità di raggiungere/mantenere
l’obiettivo. Narrazione soggettiva: la conoscenza di Zeno rappresenta una conquista bc l’inetto che
non ha rapporti sociali normali e lo è anche al lavoro.
La differenza fra una vita, senilità e Zeno sta nel fatto che questo senso di sconfitta diventa
consapevolezza cioè Zeno si rende conto della sua incapacità a risolvere il problema.
L’ultima sigaretta: tecnica del flusso di coscienza o monologo interiore + l’attesa è migliore del
risultato è un personaggio vittima di sé stesso, egocentrico, recidivo + film La coscienza di Zeno
(1966). Utilizza l’ironia che secondo lui salva l’uomo cioè essere autoironici x i propri difetti.
Vive in una Trieste inserita in un contesto storico più ampio cioè tra le 2 guerre (muore nel 1928):
vittoria mutilata + rivendicazioni operaie/del proletariato + crollo della borsa di Wall Street + politica
basata sulla lotta la socialismo + leggi razziale (1938) + Mussolini controlla la Chiesa e combatteva
il pericolo rosso (il fascismo si lega molto alla classe sociale borghese e lo utilizzano come anti-
socialista e anti-proletariato) e guarda alla cultura che è il modo principale x addestrare i suoi cittadini
e fonda l’Accademia d’Italia dove confluiscono tt i docenti universitari, professori, studiosi ecc. e
questo significa avere il potere vero bc è la cultura che rende liberi e infatti x lavorare bisognava
aderire al fascismo (quelli che non aderiscono devono andare all’estero x continuare a lavorare:
fuoriuscitismo).
Vive al di fuori della realtà (come anche Saba) cioè non gli interessa di cosa succede al di fuori della
sua città.
Una rivista molto importante è La ronda che si caratterizza nel primo ventennio del 900 x il richiamo
all’ordine cioè di fronte alla sperimentazione linguistica di Pascoli e al linguaggio di Svevo legato al
quotidiano: riunisce le voci degli intellettuali che vogliono tornare a es. Leopardi e Manzoni, un passo
all’indietro. Le reazioni degli intellettuali sono quindi diverse.
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Senilità: romanzo che racconta del rapporto del protagonista con Angiolina che è già impegnata.
Svevo e Pirandello: importanti x aver portato la letteratura italiana in una dimensione europea.
Domanda esame: cosa rappresenta la “Coscienza di Zeno” nella cultura italiana?
Teatro prima di Pirandello
Panorama teatrale dei primi 20y del 900: produzione dannunziana (teatro di poesia con tematiche di
estrazione decadente) + modalità veristiche o naturalistiche + futuristi (teatro come meschino
prodotto industriale sottoposto al mercato del divertimenti, dei piaceri cittadini; rifiuto del
psicologismo e della tematica del teatro borghese ottocentesco ossia vicenda d’amore e triangolo
adulterino + teorizzazione di un teatro di varietà nel quale usati diversi tipi di spettacolo per superare
la struttura tradizionale del teatro borghese) + decadentismo.
Pirandello (1867-1936)
Storia: 1897-1922 insegna lingua e letteratura italiana a Roma e partecipa alla vita giornalistica +
1908 Novelle per un anno + 1916 inizia attività teatrale + 1917 Così è (se vi pare) + 1921 Sei
personaggi in cerca di autore + 1929 entra a far parte dell’Accademia d’Italia + 1934 Nobel.
Assurdo e tragico nella condizione umana: a differenza di altri autori come Verga i suoi temi di fondo
sono già tutti i presenti sin dal 1° romanzo: il contrasto tra apparenza e realtà, lo sfaccettarsi della
verità in tante verità quanti sono coloro che presumono di possederla e quindi la precarietà della
conoscenza (relativismo gnoseologico), l’assurdità della condizione dell’uomo (es. L’esclusa: donna
cacciata di casa dal marito perché ritenuta adultera quando non lo è ma poi viene riammessa proprio
quando l’ha commesso).
Il Fu Mattia Pascal (1904):
 Uomo timido e modesto si allontana da casa dopo aver litigato con la moglie e vince al gioco
una forte somma e legge sul giornale la notizia che è morto a seguito di un’errata
identificazione del cadavere allora pensa di cominciare una nuova vita libera e autentica con
il nome di Adriano Meis e va a vivere a Roma + non può aderire alla vita perché
impossibilitato a trovare la sua identità personale e non gli resta che inscenare un suicidio e
rientrare nella sua primitiva condizione ma trova la moglie sposata con un altro e quindi la
sua posizione di nuovo è quella del rifiuto e dell’esclusione.
 Constatazione del ruolo vincolante delle convenzioni e dell’impossibilità di uscirne e da ciò
deriva una situazione conflittuale tra uomo e società e inutilmente l’uomo cercherà di
realizzare pienamente sé stesso.
Umorismo – grottesco e pietà:
 Umorismo che si basa sul sentimento del contrario cioè su una disposizione dell’artista di
vedere sotto l’orpello della verità conclamata e la sostanziale precarietà, a scomporre i vari
momenti della nostra personalità, accogliere le contraddizioni (L’umorismo, 1908).
 Relativismo gnoseologico ha fra le altre conseguenze quella di mettere a nudo la
convenzionalità dei valori accettati, dei ruoli assunti e subiti, delle istituzioni che reggono la
vita associata.
 La poetica dell’umorismo se da un verso dà luogo alla rappresentazione grottesca delle
menzogne e dei motivi inconfessati dell’agire, per un altro verso apre la via di un ribaltamento
di prospettive ed ecco che l’accadimento grottesco volta svelare i guasti prodotti
dall’incongruenza delle convenzioni trascolora nella pietà, per la pena di vivere così (dalla
constatazione dell’assurdo del vivere Pirandello trae motivo di dolente fraternità con l’uomo
vittima dell’assurdo).
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Oltre il verismo:
 I vecchi e i giovani (1913) è il romanzo in cui i canoni del verismo sono rispettati, presenta il
conflitto tra la vecchia generazione risorgimentale e la nuova che, insoddisfatta di fronte alla
stagnazione politica e alla retorica celebrativa, cerca nuove strade (realtà fallimentare della
società italiana dopo l’unità con es. fame nelle campagne siciliane, bancarotta del
patriottismo, corruzione).
 Al di fuori di quel romanzo la narrativa è una demolizione dei canoni veristici:
1) Crollava l’idolatria del fatto obiettivo: smantellava l’univocità di interpretazione della
realtà e scardinava la visione della realtà proposta dal materialismo positivistico che
dal nesso di causalità è tenuto insieme.
2) Restava la fedeltà a un ambiente, a una precisa condizione umana da cui traeva
sollecitazioni e spunti per esprimere il suo senso del vivere: sicilianità diventava
paradigma della contemporaneità.
3) Molteplicità e indecifrabilità del reale comportano una destrutturazione delle forme
narrative tradizionali e conseguente adozione di modalità nuove: ecco quel personaggio
non più capace di un fiducioso rapporto con la realtà e finisce col configurarsi come
inetto e incapace a realizzare la propria identità.
4) Ricorso ad una prosa che si segnala per dissonanze, modulazioni ellittiche e
imprevedibili, sottesa da una contaminazione di registri linguistici e da asprezza
sintattiche, una prosa espressionistica insomma, nella quale si ricorre spesso
all’indiretto libero per mettere a nudo l’interiorità aggrovigliata dei personaggi +
scardinamento della successione cronologica e contaminazione dei generi letterari
(narrazione, enunciazioni ideologiche, dialogato teatrale, discussione su problemi
narratologici).
Novità del teatro pirandelliano:
1) Prima di Pirandello il teatro mirava alla rappresentazione di una realtà esistente come un dato
di fatto VS Pirandello introduce una visione non più statica ma dialettica del reale cioè
oppostamente interpretabile e per questo priva di una sua oggettiva consistenza e genera lo
scontro tra le varie interpretazioni es. Così è (se vi pare).
2) Caratteristica tipica dei personaggi pirandelliani è il loro arrovellarsi a ragionare ed è una
condizione inevitabile perché il conflitto è tra le diverse interpretazioni della realtà e la
commedia non può non assumere l’aspetto di un dialogo filosofico: tentativo di rompere il
carcere della solitudine cioè far combaciare le opposte visioni di una realtà e stabilire un
terreno di comunanza ma questo non è possibile quindi non rimane che accettare la solitudine.
3) Dissoluzione della funzione scenica cioè il teatro nel teatro dove nei Sei personaggi in cerca
d’autore trova il più notevole esempi (incomunicabilità: gli attori, pregati dei 6 personaggi,
cercano di rappresentare la vicenda ma i personaggi si sentono traditi da questo tentativo di
oggettivazione, dalle parole degli attori): eliminando quella 1^ parete che separa gli attori
dagli spettatori, realizza effetti di straniamento che gli permettevano di rifletterci sopra e
discuterla mandando in frantumi quella convenzione tra attori e spettatori su quel teatro si
reggeva.

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Dimensione europea:
 Sia per il suo dar voce ad una crisi di certezze dell’immediato dopoguerra sia che va
considerato come l’autore italiano che più di ogni altro avrebbe inciso su certi sviluppi futuri
ossia:
1) Nel suo teatro ha dato un equivalente totale delle nuove teorie della fisica moderna:
relativismo, poliedrico sfaccettarsi della verità, crollo di ogni oggettiva consistenza.
2) La sua concezione nell’arte nella quale ha tanta parte l’appello alla ragione, la sua
concezione del teatro come dibattito e scontro di contrastanti interpretazioni del reale
hanno molti punti in comune con l’operazione di Brecht.
3) Il teatro dell’incomunicabilità e dell’assurdo di Ionesco e Beckett cioè uno dei filoni
più notevoli del teatro contemporaneo presuppone la lezione di Pirandello.
Lettura I piedi sull’erba. Uno, Nessuno e Centomila.
L’umorismo è il sentimento del contrario. L'umorismo non ha molto a che fare con la figura del
comico, fa l’esempio della signora anziana vestita come una giovane, questa visione suscita risata,
ma questa comicità suscita anche pietà, in questo caso nei confronti della signora.
La pietà accomuna tutti gli uomini, dobbiamo essere solidali. Concetto di forma ed apparenza, ciò
che siamo e ciò che gli altri vogliono che siamo, accettazione di una maschera che tutti noi portiamo.
1° romanzo che scrive è L’esclusa, narra di un matrimonio in cui il marito è molto geloso e accusa la
moglie di tradimento, la caccia di casa. Quando si rende conto di aver sbagliato la riaccoglie ma la
moglie lo tradisce davvero. Il concetto di questo romanzo è dissidio tra ciò che siamo e ciò che gli
altri vedono (maschera).
Fin dal primo romanzo ci sono tutti i temi della sua poetica:
 Umorismo + follia + esistono più realtà, ognuno può raccontare la sua verità, dunque la realtà
non esiste.
 Relativismo gnoseologico, ognuno ha la propria verità, ognuno conosce in modo diverso,
caratteristica dei personaggi di Pirandello.
 Conflitto fra uomo e società, l’uomo non riesce a rispondere alle esigenze della società, non
riesce a realizzarsi secondo ciò che vuole la società, ciò provoca frustrazione.
L’attività di scrittore di Pirandello comprende: romanziere, novelliere e attività teatrale. “I vecchi e
giovani”: romanzo sociale, racconta lo scontro tra giovani e anziani, si rifà al verismo, critica alla
società che dopo l’unità d’Italia non aveva raggiunto i suoi obiettivi, sfondo storico sociale.
Aspetto linguistico: Pirandello rispecchia la sua destrutturazione del romanzo, non c’è più un ordine
cronologico, gli eventi vanno e vengono secondo flusso di coscienza. Conseguenza destrutturazione
linguistica, utilizza vari registri linguistici, dalla narrazione passa al dialogo, descrizioni, parti teatrali.
Non segue più un filone classico.
Novità nel teatro di Pirandello: teatro nel teatro + abbattimento della 4^ parete, non c’è più confine
fra spettacolo e pubblico + solitudine esistenziale, angoscia dell’uomo + personaggi molto razionali,
cercano di spiegare le ragioni di ciò che succede. Novelle: La carriola, La Patente e visione di Le due
vite di Mattia Pascal e La Patente.
Svevo e Pirandello rappresentano 2 casi narrativi a sé stanti bc si esce dall’ambito del panorama
italiano e si va nel panorama europeo:

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 Caratteristiche comuni cioè nella 1^ produzione si rifanno al Verismo ( Verga): nella
descrizione e nell’attenzione ai particolari + nella descrizione attenta dell’ambiente +
rappresentazione della figura umana (descrizione anche fisica) + questa rappresentazione del
personaggio e dell’ambiente non rimane a sé stante ma interessa di rappresentare le reazioni
emotive dei personaggi in quell’ambiente e in quella situazione.
 Si differenziano fra di loro: ci rappresentano la figura dell’inetto (Borgese e Tozzi) e scrivono
dei romani in cui questa figura di personaggio indeciso e poco forte nella personalità si fa
strada e poi trova la realizzazione in Svevo (Emilio Brentani, Zeno Cosini) però la figura
dell’inetto rimane tale fino alla fine. In Pirandello rimane la figura dell’inetto a cui dà una
possibilità di salvezza cioè nella presenza di coscienza della propria condizione di inetto.
Palazzeschi: scrive una raccolta di racconti che si intitola Bestie del 900 che hanno come protagonisti
animali (surrealismo) dove Palazzeschi sostiene che gli animali sono meglio degli uomini.
Quaderni di Serafino Gubbio operatore di Pirandello:
 Tema principale è l’alienazione del mondo delle macchine. Nel 1915 esce con il titolo Si gira
ed esce su una rivista (La nuova antologia) a puntate e poi nel 1916 esce a volume con lo
stesso titolo e in seguito cambiò il titolo. Treves e Bemporad sono 2 case editrici grosse come
l’attuale Mondadori.
 La caratteristica di questi quaderni è che sono scritti in 1^ persona che è la caratteristica dei
romanzi del 900, in 1^ persona come il Fu Mattia Pascal.
 Opera dedicata al cinema. Kosmograph è la casa cinematografica che x Pirandello rappresenta
il mondo che vuole rappresentare. Polemica che Pirandello fa contro il mondo del cinema.
Serafino sarebbe proprio Pirandello, viole comunicare l’alienazione della macchina e del
cinema che vuole rappresentare la realtà che però non è così.
 Chiama ad un certo punto la macchina “ragno” quindi riferimento al libro di Palazzeschi.
 Trama: cacciatore che deve uccidere una tigre e l’attore entra nella gabbia ma non riesce ad
ucciderla ma uccide una donna (seduce e uccide gli uomini) che sta fuori dalla gabbia e lui
viene sbranato dalla tigre e questa scena viene ripresa da Serafino che sta lì fermo con la
macchina da presa.
 Sono dei quaderni in cui trascrive gli appunti di quello che vede nel suo mondo lavorativo.
 Critica all’alienazione delle macchine: non servirà neanche più l’uomo ad un certo punto,
contrario all’industrializzazione.
Domanda di esame: Il rapporto di Pirandello con il cinema.
La signora Frola e il signor Ponza, suo genero: non saper distinguere tra fantasma e realtà: concetto
che ritorna spesso + ognuno ha la sua realtà + personaggi pirandelliani: atteggiamento di interrogarsi
sempre, discorso di autoriflessione, cercando la verità + testo da cui preso spunto la commedia Così
è (se vi pare).

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Narrativa degli anni 30
Linee di un panorama
Componenti del periodo:
1) Autori che operano all’interno delle suggestioni del clima solariano:
a. Rivista Solaria (1926-36) guarda all’Europa e alle più valide esperienze narrative
contemporanee, aspira ad una narrativa che sia drammatica e umana, predilige lo scavo
interiore e recupero memoriale e un’aura poetica che sollevi ad un livello lirico-
evocativo.
b. Linea comune dei solariani: mirano a creare una aura poetica simpatizzando per una
narrativa di carattere lirico, evocativa, sospesa in un alone magico e di conseguenza la
memoria, la rievocazione, costituiscono le costanti di questa produzione: se da un lato
mirano e riescono a superare il breve respiro della prosa d’arte, puntano al romanzo,
dall’altro finiscono col risolvere i tentativi di impianto narrativo nella ricerca di
rarefatte e raffinate atmosfere, di trasfigurazione del quotidiano.
2) Narrativa fantastica:
a. Linea eccentrica: filone della narrativa degli anni 30 + occorre rifarsi all’esperienza
del romanticismo che, vissuto come enfatizzazione della soggettività e
dell’irrazionale, porta una fiorente produzione narrativa fantastica in Europa (tranne
in Italia).
b. Questo filone nel 900 è un fiume carsico dalle imprevedibili emersioni e questo revival
del fantastico potrebbe essere collegato all’azione di Solaria per le sue aperture verso
la cultura e l’arte europee e per l’aura poetica che poteva suggerire un superamento
del dato reale.
3) Opere di opposizione letteraria e politica: autori che cercano di andare al di là della politica
sull’ariana che finiva con risolversi nel rifugio della raffinata letteratura e tentano di assumere
un atteggiamento più impegnato nella rappresentazione della realtà.
Moravia (1907-1990)
Storia: + lavora come inviato de La Stampa + esercita un presenzialismo discutibile.
Gli indifferenti (1929):
 Leo è annoiato dalla relazione con Mariagrazia e per trovare un diversivo corteggia Carla la
giovane figlia di lei + il fratello Michele disprezza Leo ed è irritato dall’ambigua condotta
della madre ma accetta le cose come stanno perché troppo inetto per prendere una decisione
e si comporta senza determinatezza nei riguardi di Lisa cioè la precedente amica di Leo che
ora è attratta da lui + Lisa cerca di svegliarlo dal suo torpore morale e quando lo metto al
corrente della nuova relazione tra Leo e Carla, Michele decide di affrontare Leo ma dall’arma
non parte il colpo perché si è dimenticato di caricarla e alla fine Leo ho sposa Carla
imbrogliando economicamente Mariagrazia e Michele accetta tutto anche di diventare socio
in affari del cognato.
 Osservazioni:
1) Demistifica il moralismo fascista e della borghesia egemone metteva a nudo la
carenza di ogni valore etico e civile.
2) Riprendeva la strada del romanzo ricollegandosi al filone Tozzi-Borgese-Svevo che
portava a compiuta definizione un tipo umano già noto (l’inetto) e faceva
dell’indifferenza un paradigmatico atteggiamento esistenziale.

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3) Sul piano morale forniva l’esempio di una prosa realistica, fretta, in contrasto con
quella di estrazione solariano.
Varietà e uniformità:
 Varietà di formule narrative: ampio intreccio e imbroglio che si aggroviglia e si scioglie con
una macchinosità troppo evidente, su realistiche deformazioni della realtà o introduce nel
romanzo una componente allusiva di polemica politica, i racconti e romanzi brevi si rifanno
a moduli lirico-narrativi, verso il romanzo-saggio nel quale l’impegno intellettuale di
conoscenze e di definizione di una condizione umana ha la prevalenza su quello più narrativo.
 Ma costante: le componenti di fondo sono le medesima ossia atonia spirituale, angustia di
orizzonti che non va oltre il denaro e il sesso, assenza di autenticità della giornata e nei rapporti
di questi esseri.
Problemi:
a. Sul piano dell’ideologia la posizione è quella di un pessimismo che non è né un retroterra
religioso né troppe fiducie progressiste.
b. Sul piano della poetica con un atteggiamento razionalistico considera l’arte come presa di
coscienza di una realtà, registrazione della crisi del nostro tempo.
 Derivano da ciò la fissità, la mancanza di sviluppo nella produzione, il permanere di un
atteggiamento e di uno stile propri del rapporto scientifico e non della narrazione: solo in 2
casi si intravede un’alternativa cioè in Agostino (nella rappresentazione della crisi
dell’adolescente che è brutalmente scoperto la realtà del sesso delle classi Moravia sembra
aprirsi alla nostalgia di un mondo meno greve di quello che normalmente rappresenta) e La
ciociara (presenta un mondo non contrassegnato dal solito disfacimento morale e ricco di
entusiasmi ma incentrato su un personaggio che si sacrifica per un suo ideale).
 Ha sempre più assegnato alle sue storie e protagonisti una significazione emblematica cioè li
ha fatto esempi di una generale condizione esistenziale: interesse per i temi esistenziali e i
suoi ingranaggi narrativi mirano a mettere in luce situazioni e meccanismi psicologici tipici e
astratti.
Stile: la sua volontà di analisi e demistificazione si estrinseca in una prosa oggettiva, nella quale non
ci può essere posto per improvvise tensioni espressive, si tratta dell’omologante standardizzazione
della società moderna. Rappresentazione cruda ma c’è un sentimento che salva ossia l’amore (Cesira).
Vince il male e questo non lo lega con la componente realista/verista.
Brancati (1907-1954)
Storia: insegnamento e opere animati da intenti propagandistici di stampo nazionalista e fascista +
1941 Don Giovanni in Sicilia + 1949 Il bell’Antonio.
Un moralista:
 Si impose all’attenzione della critica e del pubblico con Don Giovanni in Sicilia cioè un vivace
quadro di una grossa città siciliana e dei suoi giovani abitanti ammalati di gallismo, che
passano le giornate a farneticare di avventure amorose, tentare approcci e prendere iniziative
che si concludono sempre con risultati deludenti (vocazioni maschiliste, vagheggiamenti
erotici, megalomanie e frustrazioni = gallismo).
 La dimensione provinciale era assunta come paradigma della società italiana nella quale
faciloneria, velleitarismo e i sogni di grandezza imperiale rappresentavano le componenti di
fondo.

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 Vocazione di saggista, di moralista nel senso di osservatore e studioso degli atteggiamenti
degli uomini in un preciso contesto storico.
Disposizione aristofanesca: moralista si può essere in diversi modi e Brancati lo era in una dimensione
più sorridente e burlesca (fascismo e erotismo rappresentati con le manifestazioni comiche e
coinvolgeva nel comico anche le situazioni tragiche).
Spicca il Gallismo: Brancati è siciliano, esponente della piccola borghesia siciliana e ha un esordio
non molto positivo dato che abbraccia il regime fascista ma poi ne prende le distanze e dà spazio a
personaggi che sono dei galli cioè sicuri di sé. Il bell’Antonio (1949): film tratto dal romanzo di
Brancati.
Malati di gallismo: vena ironica, scrittura veloce legata al parlato infatti sembrano scene che ci
capitano sotto gli occhi (realismo), rappresentazione carica di vita ce lo fa sentire reale, vena di
canzonatura degli eventi.
Novità e tradizione nella poesia (anni 20/30)
Caratteristiche della poesia nuova
Una più vigile coscienza critica: a paragone con la produzione di Pascoli o D'Annunzio non si può
fare a meno di notare l'esiguità della produzione dei poeti ermetici: un mutato atteggiamento rispetto
all'atto stesso del poetare nel quale ora convergono consapevolezze critiche più scalfite che
determinano un vigile rigore.
Rottura col passato prossimo: i poeti ermetici rifiutano il canto a voce spiegata che diventava
eloquenza e vaticinio che linguaggio che o si paludata nella sostenutezza letteraria o si smagliava in
una ridondante opulenza.
Parola essenziale o analogia:
 Gli ermetici puntano all’essenzialità della parola e sul gioco analogico che stanno in un
rapporto reciproco.
 L’esigenza di essenzialità porta al ripudio del linguaggio poetico tradizionale e alla ricerca
dell’espressione che, depurata da qualsiasi intenzione di oratoria etico-politica, sciolta dai
legami logico-sintattici, riesca ad attingere il fondo della realtà che si vuole esprimere: si tratta
di restituire alla parola, logora e abusata, verginità e novità, di caricarla di quel valore e di
quella pregnanza che aveva quando, usata per la 1^ volta, poteva ancora stabilire un rapporto
fra uomo e cose e aveva quasi un valore magico ed evocativo, dava forma e realtà alle cose.
 L’analogia è un paragone, una similitudine in cui è stato abolito il come: da ciò derivano
l’eliminazione di un nesso logico-discorsivo, di una indicazione prosastica e una maggiore
essenzialità.
 Quando Quasimodo parla dell’urlo nero accosta il piano acustico a quello visivo per
sottolineare la drammaticità di quell’urlo e l’analogia si complica con la sinestesia ossia con
la fusione di sensazioni che hanno diversa origine sensoriale (udito e vista).
Poeta-uomo di pena:
 Altro aspetto che accomuna gli ermetici cioè una visione aliena da ottimistiche fiducie
refrattaria alle mitologie consolatorie: dai versi di Ungaretti, uomo di pena cui basta
un’illusione per farsi coraggio, tormentato anche nelle ritrovate certezze della fede
tradizionale, a quelli di Quasimodo nei quali la nostalgia per paradisi perduti dell’isola
abbandonata si accompagna alla giornaliera esperienza della solitudine.

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 La poesia ermetica si accorda con le contemporanee esperienze italiani (Svevo, Pirandello)
ed europee e il suo ripudio dei moduli espressivi della tradizione acquista il significato di una
scelta etica prima che stilistica: poeta constata che non ha più certezze/miti da proporre col
canto a gola spiegata, tramato di esortazioni civili/morali, ma può solo salvare qualche relitto
di un naufragio quindi l’adozione di nuovi moduli espressivi è conseguenza di una nuova
posizione etica.
Retroterra dell’esperienza ermetica
L’ermetismo si inserisce in una complessa trama culturale-letteraria:
1) Guardano alle formulazioni di poetica e alle realizzazioni dei poeti francesi di fine 800.
2) Ripresa di un discorso cominciato sull’ultima Voce da De Robertis: poetica del frammento,
idoleggiamento del componimento breve e raffinato.
3) La Ronda con le ambizioni della prosa d’arte e Solaria dopo accompagnano il consolidarsi
dell’esperienza ermetica e col richiamo a un esercizio di pura letteratura forniscono anche una
soluzione etica cioè che, chiusi nella difficile distillazione della parola, nella letteratura, i poeti
ermetici si salvano l’anima dalla contaminazione con la retorica fascista ma ricordare: limiti,
la discutibilità di questa opposizione + contraddizione che in questo atteggiamento si può
riscontrare.
Ungaretti (1888-1970)
Iniziatore dell’ermetismo + rivolta contro le forme poetiche tradizionali e rinnova il tradizionale
endecasillabo + da iniziale solitudine e dolore dell’uomo alla drammatica riconquista delle certezze
offerte dalla fede tradizionale.
Storia: 1916 Il porto sepolto + 1919 Allegria di naufragi + 1931 L’Allegria + 1933 Sentimento del
tempo + 1942 nominato Accademico d’Italia.
Scoperta della parola:
 Nei versi della sua 1^ raccolta (Il porto sepolto) è visibile un aspetto fondamentale della sua
poesia cioè lo stretto legame tra poesia ed esperienza biografica, il reciproco condizionarsi
d’impegno umano e sperimentazione formale.
 Combatte sul Carso ma la guerra si presenta diversa da come l’avevano idoleggiati la retorica
dannunziana e i futuristi: nasce una poesia nuova che dallo scandaglio del proprio animo porta
la luce enunciazioni essenziali, parole che emerse dal silenzio, da un fondo di meditazione,
ambiscono a dire l’essenza di un groviglio sentimentale ma 2 osservazioni:
a. Tanti dei versicoli di questa 1^ raccolta se letti senza tener conto degli “a capo” sono
versi della metrica tradizionale: la scomposizione del verso mira a precisi obiettivi cioè
mettere in evidenza il valore della parola + far scaturire dall’accostamento di parola a
parola il rapporto analogico + eliminare la fiacca consuetudine discorsiva o la facile
musicalità tradizionale.
b. Di temi nella materia dell’Allegria è evidente una marcata presenza biografica visibile
nell’uso dell’aggettivo dimostrativo e possessivo, nell’indicazione precisa di luoghi e
di date di molti componenti.
Sentimento del tempo: nella 2^ raccolta (1919-33) l’uomo di pena Ungaretti è ora l’Uomo, la poesia
aspira a dar voce ai conflitti esterni, drammatici interrogativi, tensione esistenziale, doloroso
cammino per superare la pura terrestrità + passaggio dalla parola alla sintassi cioè la volontà di canto
di Ungaretti ritrova i metri e moduli della tradizione che vengono rinnovati perché il poeta vi cala
dentro l’affidamento nella ricerca della parola già sperimentato nell’Allegria.
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Questo sentimento del tempo, questa esperienza meditativa che sostiene e innalza la poesia della sua
2^ raccolta torneranno intrise di una bruciante esperienza biografica nella raccolta Il dolore (1947):
1) Sezione Giorno per giorno (1940-6): raccoglie 17 liriche in memoria del figlio Antonietto
morto in Brasile (rievocazione del bambino morente, costante ricordo nella prospettiva della
memoria, perennità di un affetto e di un dolore che il tempo non lenisce, certe aperture
paesistiche di una indimenticabile malinconia: fanno di questa sezione una delle cose più alte
di Ungaretti).
2) Sezione Roma occupata (1943-4): trae dalle vicende storiche di quegli anni motivi di
meditazione, drammatico scoramento, riconquista fede nei disegni dell’Eterno.
 Rapporto integrativo tra le due sezioni: dolore individuale e tragedia collettiva sono due
momenti di un destino umano di sofferenza (1^: la poesia si distende in toni profondamente
malinconici in un’accettazione del destino di dolore VS 2^: dalla tragedia collettiva scaturisce
una lirica corale nella quale dolore e fede, esperienza singola e dimensione collettiva trovano
accenti di commozione umana e validità poetica).
Anni 20-30 con quello detto sino ad ora dall’Allegria di Ungaretti in poi, si è costituita una linea
novecentesca: dissoluzione delle forme metriche chiuse, abituale ricorso a un linguaggio analogico-
simbolico che può dar luogo a indeterminatezza semantica e oscurità ermetica, valorizzazione delle
valenze foniche della parola, delle varie e vaghe suggestioni che possono suggerire. In contemporanea
c’è una linea anti-novecentesca.
Ermetismo (es. Ungaretti, Montale, Quasimodo, Luzzi, Gatto): Caffè di Firenze “Le giubbe rosse”:
dove si riuniscono poeti ermetici e hanno in comune le linee generali ossia analogia (paragone dov’è
stato eliminato il come), il pessimismo e la poetica del frammento (poesie brevi).
Ungaretti si definisce come uomo di pena. Forte legame tra biografia e la poesia cioè nella poesia
racconta la sua vita. 1^ sezione: L’Allegria + 2^ sezione: Sentimento del tempo. Poesia I fiumi:
Isonzo, Serchio, Nilo. Senna. Ricerca di armonia. È molto cosciente di sé.
Montale (1896-1981)
Approfondimento di una versione della vita e di una concezione della poesia che non sono svolte o
ribaltamenti ma acquistano risonanza per un lavoro di scavo, alieno da ogni appariscenza.
Storia: 1925 Ossi di seppia e firma il manifesto degli intellettuali antifascisti + 1929 lavora come
diretto a Firenze al Gabinetto Vieusseux + 1938 dimesso dal Gabinetto perché non appartenente al
partito fascista + 1948 assunto dal Corriere della sera + 1975 Nobel.
Raccolta Ossi di seppia (1925) che contiene quello che aveva scritto in un decennio e sono
caratterizzate da:
1) Linguaggio poetico: lessico che mira a una precisione naturalistica, non ripudia qualche
presenza dialettale o gergale o tecnicistica e non ha ambizioni di tono alto (ricorda Pascoli o
Gozzano per la predilizione per un tono discorsivo che talvolta si distende nella descrizione
e altri diventa sentenzioso).
2) Realtà paesistica: paesaggio ligure ma privo di ogni seduzione turistica, anzi colto nella sua
asprezza.
 Questi 2 elementi sono mezzi per rendere manifesto una concezione del vivere in cui gli
elementi essenziali sono angoscia esistenziale, rifiuto di ogni facile consola zione,
consapevolezza del male di vivere, coscienza dello scacco, sconfitta dell’uomo (prigioniero
di condizionamenti, di determinazioni di cui gli sfugge il senso).

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 Rifiuta il dannunzianesimo e ribadisce che la poesia non può indicare la strada per uscire da
questa situazione, può solo trascrivere, rivivendo negli oggetti, questa condizione di un
cosmico male di vivere quindi la poesia è consapevolezza della negatività, del mancato
realizzarsi dell’uomo.
Correlativo oggettivo:
 Costante delle sue poesie è trovare un correlativo, di oggettivizzare un modo di sentire in un
paesaggio, in un elemento della realtà, evitando così la facile effusione sentimentale,
l’abbandono da un’oratoria che spiega e propaganda una posizione etico-intellettuale.
 Tecnica diversa da Ungaretti che si affida alla catena dei rapporti che la scintilla analogica
mette in modo VS Montale ricerca la possibilità di una soluzione simbolica.
Negatività dialettica:
 Ossi di seppia è caratterizzata da:
o Negatività, constatazione dell’imponenza dell’uomo, angoscia esistenziale.
o Negatività dialettica che non esclude la ricerca di qualcosa che possa liberarci da
questa angosciosa condizione di scacco e frattura.
o Ipotesi della positività verso la quale, in un susseguirsi di conati votati alla sconfitta,
il poeta tende: tema dell’inettitudine, incapacità di avviare un rapporto cordiale e
operoso con la vita come Borgese e Svevo ma contemporanea ricerca della positività.
o Costante è l’ansioso tentativo di trovare una via di salvezza.
o Negatività e accettazione di un destino di non redimibile e angoscia dominano la
raccolta ma si caricano di significato perché sono il punto d’arrivo di una lotta,
l’accettazione di una sconfitta.
Le occasioni (1939) sono la 2^ raccolta:
 Amplia e approfondisce la sua tematica: amplia perché dal mondo delle cose passa al mondo
della memoria + l’approfondisce in quanto la sua costatazione del male di vivere trova
ulteriori motivi ed esemplificazioni.
 In questo nuovo paesaggio della vita interiore Montale si vede determinato da mille cose
presenti e passate e dagli incontri: stesso senso di precarietà, lo scacco e l’angoscia di prima
(il passato e la memoria non offrono ancore di salvezza come non le offriva il presente).
 Novità: per la sua consapevolezza autocritica, non può accedere ad abbandoni sentimentali ed
ecco che lo porta a celarsi nel chiuso cerchio di un’esperienza individuale, quasi ermetica, che
riducono la materia sentimentale in niente di più che un pretesto per arrivare a metafisiche
significazioni + il tema dell’amore e del dialogo con la donna lontana o prossima ad
allontanarsi (Dora, Clizia, Liuba).
 Il dato biografico diventa criptico ma si carica di implicazioni allusive + lontananza e assenza
sono emblematiche oggettivazioni, figura di una condizione esistenziale non realizzata.
 Da vaghe illusioni si intuisce che su queste donne grava un destino di peregrinazioni ed esilio:
entra così nelle occasioni l’ansiosa coscienza del tempo storico (violenze, leggi razziali) che
si sta abbattendo sull’Europa.
 Questa tendenza di attingere a una dimensione simbolica, quest’ansia metafisica è una
costante della poesia di Montale.

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La bufera e altro (1956):
 Ripresa la figura di Clizia che si arricchisce di una simbologia cristiana ma il poeta riconferma
la sua ferma accettazione di un destino non redimibile da alcuna fede.
 Affiora un legame tra la sconsolata visione del vivere del poeta e un preciso tempo storico ma
sono rare occasioni che non autorizzano a sostenere che la motivazione dell’atroce condizione
dell’uomo sia passata dalla dimensione ontologica a quella storica ma il dato storico si è
aggiunto a quello metafisico e ontologico riconfermandolo.
Ultima produzione: novità delle raccolte pubblicate negli anni 70 cioè prevalere di una componente
epigrammatica e comica, allentarsi della tensione stilistica e quindi l’abbandono di moduli discorsivi
e facili, radicalizzarsi della dissonanza con il proprio tempo cioè una definitiva constatazione
dell’inautenticità alla quale l’uomo di oggi è condannato.
Controcanto dialettale: Montale ne ha parlato e lo ha definito come sottolineare, col sostantivo, la
distanza e l’alterità della produzione poetica in dialetto rispetto a quella in lingua: la scelta del
dialettico intende sottolineare un’estraneità alle codificazioni ufficiali.
È un po’ ironico. Usa il simbolo, il correlativo oggettivo: ricorrere agli oggetti bc simboleggiano
qualcosa. Poesia discorsiva, non è chiusa ermeticamente come Ungaretti. Nell’ultima sezione ricorda
le donne della sua vita che sono tante.
Scuola ermetica e linea anti-novecentesca
Scuola ermetica:
 Nell’ambito di Solaria a Firenze si afferma una corrente legata con la produzione di Ungaretti:
qualcuno parla di petrarchismo ermetico (stagione poetica che vede la ripresa di modalità e
temi considerati esemplari come nel 500 era avvenuto per Petrarca).
 Divario fra letteratura e pubblico si accentua: ascetismo della parola e rarefatto prezionismo
dell’ermetismo poteva avere ristrette élites di raffinati cultori (la critica aggravò la situazione).
 Concezione della poesia come impegno etico-metafisico: per suggestioni derivanti da una
certa cultura cattolica al poetare assegnata una valenza etica e metafisica (il poetare è
un’attività nella quale l’individuo mette in questione, gioca tutto sé stesso e che va vissuta con
totalità di impegno ma è anche ricerca di verità e di assoluto che si estrinseca nella parola
scelta con dedizione e dimensione simbolica).
 Concezione totalizzante della letteratura.
Quasimodo (1901-68)
Esponente esemplare della scuola ermetico: sente l’allontanamento dalla terra natia come
un’esperienza traumatica.
Storia: entra nell’ambiente di Solaria + 1941 lavora nel giornalismo + 1959 Nobel
Nel dopoguerra la sua produzione poetica (es. Giorno dopo giorno del 1947) registra una svolta: ai
moduli sofisticati ed ermetici subentrano accenti civili e un impegno politico che si estrinseca anche
in altre forme (interventi giornalistici, presenza nella vita politica).

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2 fasi nella produzione:
1) Prima del 1945: accentuando ed esasperando modalità di Ungaretti e dell’ermetismo
fiorentino contribuisce a creare una lingua tipica e comune fatta di evocazioni, rapporti
analogici sofisticati, di conseguente oscurità e difficoltà interpretativa + ricorrente
vagheggiamento dell’isola natia assume un significato che oltre i limiti dell’esperienza
biografica (Sicilia mitizzata nell’evocazione di quell’Eden che ognuno sente di aver perduto
e aspira a ritrovare.
2) Dopo il 1945: alla mitologia privata e alla solitudine esistenziale subentrano i grandi temi
collettivi e le vicende storiche (occupazione tedesca, Resistenza, lotte sociali e di
conseguenza la rarefatta scrittura da scuola ermetica cede il passo a modalità che aspirano
all’immediatezza e indulgono all’oratoria.
4. RINNOVAMENTO O RESTAURAZIONE
Dibattito politico-culturale
Politecnico
La testimonianza più significativa delle esigenze di rinnovamento si può considerare la rivista Il
Politecnico (1945-7) diretta da Vittorini.
Capisaldi:
1) Si distingue sia nel panorama delle riviste del tempo sia in quello delle riviste che hanno
accompagnato la storia della cultura italiana per l’ampiezza dei suoi interessi che sono
letterari e politici insieme: i precedenti ai quali può accostarsi sono Voce, Il Politecnico di
Cattaneo e Il Caffè.
2) Quest’ampiezza di interessi ha una motivazione particolare cioè Vittorini dichiara che la
cultura tradizionale è stata una cultura consolatoria che di fronte alla sofferenza e al dolore
dell’uomo nella società ha ritenuto di assolvere tutti i suoi doveri fornendogli mezzi per
consolarlo (per questo suo ruolo la cultura non ha potuto impedire gli orrori del fascismo): si
tratta ora di lavorare per una nuova cultura operativa, direttamente incidente sui meccanismi
della società per impedire sofferenze e che aiuti a eliminare sfruttamento e schiavitù e vincere
il bisogno. Quindi Vittorini pensa a una cultura che prenda il potere, a un intellettuale nuovo
il cui impegno parta da un piano culturale ma si concretizzi in istituzioni e meccanismi il cui
possesso trasformi la cultura da consolatrice in liberatrice. 2 problemi: che fare della cultura
del passato? + quali alleanze e compagni di strada nel presente per realizzare l’auspicata
nuova cultura?
3) La cultura del passato è soprattutto quella del decadentismo: per Vittorini tutta questa arte si
può chiamarla letteratura della borghesia nel senso che è autocritica della borghesia e i suoi
motivi borghesi sono vergogna e disperazione di essere borghesi
Alleanze e scontri:
 Per la realizzazione di una nuova cultura Vittorini non poteva eludere il problema dei rapporti
con quelle forze politiche che avevano la possibilità di provocare un salto qualitativo nella
società italiana cioè le forze della sinistra (soprattutto il PCI).
 Vittorini (formazione solariana quindi sensibilità ai valori formali) insiste sui concetti di
fondo: politica resta limitata entro i confini della cronaca e che la cultura invece fa storia + la
politica opera trasformazioni quantitative e solo in momenti eccezionali (rivoluzionari) opera
trasformazioni qualitative e solo lì ha il diritto di subordinare a sé la cultura.

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 Discussione tra Alicata e Togliatti:
o Alicata individua il ruolo storico della corrente Politecnico nel raggiungimento di 2
obiettivi: ristabilire un contatto produttivo tra la nostra cultura e gli interessi e problemi
concreti delle grandi masse popolari italiane + creare un vasto movimento di interessi
morali e pratici tra i ceti medi e intellettuali per gettare un ponte al di sopra della
frattura che ha separato questi ceti dal movimento democratico delle masse lavoratrici.
Vittorini e compagni non sono riusciti a farlo perché partiti dal presupposto
illuministico di informare il lettore italiano di un complesso di fenomeni letterari
scientifici e storici e hanno ritenuto che informare valesse automaticamente educare.
o Togliatti criticava la tesi di fondo sulla quale Vittorini aveva insistito + denunciava
nel Politecnico una tendenza a una cultura enciclopedica dove una ricerca astratta del
nuovo prendeva il posto della scelta e dell'indagine coerenti con un obiettivo e la
notizia, l'informazione sopraffaceva il pensiero.
 Vittorini a Togliatti ribadisce le sue posizioni di fondo: se l'uomo di cultura si allinea
meccanicamente con le direttive del partito rivoluzionario non fa altro che suonare il piffero
della rivoluzione + lo scrittore rivoluzionario non può essere privato della libertà di porre
sollecitazioni e istanze che differiscano del politico.
Un problema aperto:
 Il problema posto da Vittorini si legava al passato (es. polemiche discussioni dei surrealisti
fra militanza politica e impegno artistico) e si sarebbe proiettato nel futuro (es. dibattito sul
ruolo dell'intellettuale all'interno della nuova sinistra).
 La vicenda del Politecnico è un caso vistoso di un problema perenne: difficoltà e conflittualità
di rapporti fra intellettuale e qualsiasi potere.
Obiettivi e problemi del neorealismo
Neorealismo (1945-55): non c’è stata codificazione + più di poetica è uno stato d’animo collettivo +
fiducie di rinnovamento tipiche della vita italiana nei primi anni del decennio che spesso con una
soluzione meccanica si traducono in una sommaria negazione delle caratteristiche della letteratura
precedente.
Nuovo ruolo per lo scrittore: gli scrittori ora partecipano attivamente a congressi di partiti, si fanno
organizzatori di cultura, fanno notizia con le loro prese di posizione politica: in quel tempo gli scrittori
furono investiti da una incredibile responsabilità pubblica e lo scrittore fu un testimone e un formatore
di speranze sullo sconvolgimento della guerra civile.
Realtà in presa diretta:
 Temi: fame di realtà ossia guerra, Resistenza, lotta per sbarcare il lunario giorno per giorno,
città devastate e prostituzione, grandi masse che intraprendono le loro battaglie.
 Guardare a questa realtà significa scoprire l’Italia minore, delle plebi urbane, i problemi del
Sud: irrompe in presa diretta con registrazione dell’accadimento, testimonianza, cronaca.
 Alcuni neorealisti miravano a dare alle loro pagine un valore di denuncia ma c’era il pericolo
di restare prigionieri nei confini del populismo (celebrazione del popolo come depositario di
genuinità degli affetti, sanità morale e forza di carattere).
 A proposito del populismo il neorealismo accoglieva suggestioni e mitologie del fascismo di
sinistra: il popolano resta sempre l’eroe positivo.
 Manca lo studio approfondito della società italiana e l’adozione di moduli di rappresentazione
cronachistici e documentari era la spia di questa carenza di consapevolezza ideologica.

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Equivoci e miti: scoperta dell’umile Italia e la volontà di denuncia approdano a una dimensione
moralistico-sentimentale nella quale c’è posto per vagheggiare realtà provinciali o popolari ormai
fuori dalla civiltà moderna, estinte/in via di estinzione o portano a una rappresentazione del mondo
contadino che ne mette in luce gli aspetti magici e primordiali o si cade nel populismo cioè
nell’esaltazione ingenua ed emotiva del popolo come depositario di virtù.
Stile e tecniche narrative:
 Rifiuto del bello scrivere: ripudio dell’evocazione memoriale, conseguente presa diretta con
la realtà comportavano il superamento del linguaggio calligrafico e cifrato (cronaca e
testimonianza esigevano un linguaggio antiletterario, immediato, parlato).
 Da ciò un compiacimento antiformalistico, un calligrafismo rovesciato: evasione linguistica
utilizzando il dialetto ma non tutti cedettero a questa facile soluzione quindi da un lato il
linguaggio di Micheli è una trascrizione naturalistica del gergo di officina e dall’altro Pratolini
e Jovine nelle loro opere migliori realizzano soluzioni adeguate all’ambiente rappresentato
mentre Calvino ne Il sentiero dei nidi di ragno dà al termine gergale un particolare valore
evocativo/misterioso
 Tecniche narrative: i maggiori narratori novecenteschi (es. Proust, Joyce, Svevo) avevano
mandato in frantumi il solito impianto narrativo ottocentesco, avevano eliminato il narratore
esterno onnisciente, superato la norma della successione diacronica col suo prima e il suo
dopo e la concatenazione cronologico-causale delle vicende ma ciò è ignorato dei narratori
neorealisti (tecniche narrative tradizionali e lontane da volontà di sperimentazione e
prenovecentesche).
Domanda d’esame: come si può definire il neorealismo? È un’esperienza unica o no?
Diagramma della narrativa neorealista
Vittorini e Pavese maestri del neorealismo?
La polemica contro la letteratura precedente è fondamentale nel dibattito neorealistico: Moravia era
visto da tanta parte della cultura di sinistra come un romanziere borghese lontano dai temi popolari
che ora si sentiva l’urgenza di affrontare.
Il maestro è Verga (fine 800) ma comunque la sua invenzione linguistica e l’originalità delle sue
tecniche narrative non trovano dei corrispettivi nella narrativa neorealistica.
Così i maestri furono individuati in (anni 30 avevano creato e imposto il mito dell’America il cui
valore di opposizione non era sfuggito il regime):
 Pavesi: con le poesie di Lavorare stanca (1936) aveva contestato i moduli e le tematiche della
elitaria poesia ermetica e aveva immesso nella poesia un mondo pullulante di vita + con Paesi
tuoi (1941) aveva dato una rappresentazione del mondo contadino e dei rapporti di violenza
da cui è sotteso che sembra fortemente realistica.
 Vittorini: aveva frequentato l’ambiente di Solaria e si era illuso sul fascismo di sinistra e aveva
maturato una coscienza antifascista (Uomini e no del 1945).
Vittorini (1908-66)
Letterato e organizzatore di cultura:
 Posto di rilievo nella letteratura e nel dibattito culturale.
 1941 Conversazione in Sicilia: diede espressione letteraria ad inquietudini politiche diffuse +
1945 con il Politecnico si batté per una nuova cultura che andasse oltre le facili soluzioni

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tradizionali e contro le strumentalizzazioni pratiche + anni 60 ipotizzò nuove strade per una
narrativa che volesse essere al passo con la civiltà industriale.
Storia: giovinezza ricca di esperienze che si differenziano da quelle tipiche del letterato italiano ossia
fa l’assistente di cantieri edili e il correttore di bozze + 1927 sposa la sorella di Quasimodo + 1927-
38 entra in contatto con Solaria + 1942 partecipa alla Resistenza + 1945 fonda Il Politecnico + 1951
dà vita per Einaudi alla collana I gettoni con cui incoraggia una letteratura nuova + 1959 inizia il
Menabò diretto con Calvino dove dibattiti su letteratura e industria.
Prime prove:
 1° romanzo è Il garofano rosso: descrive la presa di coscienza di un adolescente che nella
rivolta e nella violenza cerca di realizzare la sua maturazione attraverso l’esperienza della
donna e della politica + lo squadrismo fascista offre lui l’occasione sentirsi adulto.
 Con questa impostazione individua una componente psicologica e sociale precisa (ribellismo
piccolo borghese che vede la rivoluzione nell’azione squadristica) e dà prova di una notevole
capacità di rappresentazione della realtà ma negli ultimi capitoli c’è il trascolorare di questo
tipo di rappresentazione (persone diventano simboli, la vicenda favola e l’autore adotta una
lettura lirica della storia che sarà tipica della sua produzione: non è più una rappresentazione
oggettiva).
Fra opposizione e aura poetica - Conversazione in Sicilia:
 Disperazione e malessere nella conoscenza degli uomini per quello che sta avvenendo nel
mondo + Silvestro lascia Milano per tornare in Sicilia + il paesaggio e i dialoghi con la madre
lo riportano all’infanzia + tutti i diversi uomini che incontra nel suo viaggio sono legati al
presente cioè al dolore del mondo offeso.
 La realtà (guerra in Spagna) è la matrice dell’opera.
 2 osservazioni:
o Ci sono temi che testimoniano l’opposizione al fascismo, denunzia della miseria,
oppressione poliziesca, opposizione di alcuni personaggi alla società che li circonda:
 Questi nuclei ideologici da dati storici diventano categorie morali e la
ricognizione del paesaggio umano siciliano, misero e dolente, equivale a una
ricognizione del genere umano perduto cioè la realtà descritta è emblema del
dolore del mondo. Così nell’opera coesistono realismo e simbolismo.
 L’opposizione da cui l’opera nasce perde mordente per questo sfondo rarefatto
e per il linguaggio allusivo ma questo metodo conferisce alle enunciazioni
un’ampiezza di implicazioni: è troppo legato e condizionato da precisi
riferimenti storici e polemici.
o L’angolazione della poetica (trasfigurazione di ogni connotazione storica/realistica)
comporta l’adozione di una dimensione lirica che con l’uso di vere proprie clausole
poetiche conferiscano qualcosa di solenne.
 Aura poetica solariana + lezione dell’ermetismo.
Difficoltà di un superamento:
 Tutto ciò dimostra il divario fra Vittorini e gli scrittori del neorealismo che intendevano
realizzare nelle loro opere una presa diretta con la realtà.
 In Uomini si e no: il dato storico (la Resistenza a Milano) spinge l’autore ad una presa più
diretta con la realtà e quindi si ha una preponderanza di elementi descrittivi + la meditazione
liricamente angosciata sul tema dell’amore e della morte e del male intrica e sviluppa

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l’impianto narrativo e nel complesso l’opera resta lontana dall’omogeneità di Conversazione
in Sicilia.
 La città del mondo (1969) testimoniano la sua fedeltà ai motivi e ai moduli di rappresentazione
di Conversazione in Sicilia: anche qui il correre di 2 pastori e di altri personaggi da un punto
all’altro della Sicilia avviene in una dimensione arcana, fatta di stupore e silenzi, e la meta è
una specie di paese di utopia dove non c’è posto per l’umanità offesa.
Pavese (1908-50)
Anche lui lavorando nell’editoria svolge un’opera di organizzatore di cultura + con le poesie di
Lavorare stanca sembra indicare vie diverse da quelle battute in quegli anni + cerca uno sbocco per i
problemi culturali.
Storia: 1933 è tra i fondatori della casa editrice Einaudi + 1935-6 viene arrestato perché coinvolto in
attività antifasciste e quando torna la donna amata si è sposata + 1945 comincia a collaborare con
l’Unità + 1949 La bella estate + 1950 La luna e i falò.
Oltre l’ermetismo:
 Con la poesia Lavorare stanca (1936) imbocca una strada antitetica cioè quella della poesia-
racconto che si distenda in ampi ritmi narrativi, adotta i toni del parlato, faccio a posto ad un
mondo brulicante e vivo (osterie, campagna, via della città, squallida periferia), contenga una
certa componente di polemica politica e così si inserisce nella linea anti-novecentesca.
 Nelle liriche più riuscite va oltre il dato naturalistico che sembra così evidente, e la collina e
la montagna e le strade della periferia sono assunte strumentalmente come spunti, come punti
di partenza: da qui il discorso ritorna all’io (introspezione) + quelle liriche esprimevano
l’avventura dell’adolescente che orgoglioso della campagna immagina consimile la città.
 Così sono presenti nella raccolta due temi di fondo che domineranno la posteriore produzione
di Pavese cioè solitudine e mito.
Solitudine e mito:
 Figura ricorrente è quella dell’espatriato, di colui che si è allontanato e sradicato dal proprio
mondo, è andato in giro, magari ha fatto fortuna, ma nel ritorno ai propri luoghi e nel rimpatrio
tenta un aggancio col passato infantile (piano biografico: Pavese fu sradicato dalle Langhe).
 Alla condizione di solitudine, all’impossibilità di avviare un colloquio con gli altri si possono
opporre come sole difese il paese, ricordo, legami col mondo primigenio e autentico dei luoghi
e tempi dell’infanzia.
 Meditazione sul Vico, studi di etnologia, i suoi legami con l’irrazionalismo decadente
convergono nell’elaborazione di questa sua idea-base secondo cui in noi, in un autorale
contatto col mondo, si creano miti, simboli, che assurgono a significazione delle cose,
irrazionale ma definitiva e determinante per il futuro (una memoria di sangue).
 Il mito è un fatto avvenuto una volta per tutte che si riempie di significati.
 Quindi Pavese è molto lontano da ogni finalità di rappresentazione realistica.
 Il compito dell’artista consiste quindi nell’escavazione di questo fondo mitologico e
irrazionale, nel recupero dei suoi momenti esemplari, nel dare forma e parola a tutto ciò quindi
l’arte moderna è un ritorno all’infanzia.
 2 indicazioni per poter comprendere l’opera di Pavese:
o La vita ci stacca dall’infanzia, dai luoghi e miti che l’hanno popolata, ed ecco
l’esperienza della solitudine, la consapevolezza dello straniamento, del peso del
vivere: la solitudine di Pavese anche se si dichiara di matrice decadente ha un timbro

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tragico perché sentita come tragica incapacità di vivere, come bruciante problema che
va posto e risolto (tutta la sua vita è contrassegnata da questo impegno ma che approda
in un fallimento).
o L’arte trarrà alimento da questa condizione dell’uomo e metterà in luce l’elemento
negativo cioè la banalità e la non autenticità del vivere cittadino ma soprattutto mirerà
al recupero dei miti dell’infanzia, all’espressione del loro potenziale simbolico: scavo
della propria interiorità, alla scoperta del proprio destino che si è determinato
nell’infanzia (da ciò nasce la contrapposizione città-campagna e Torino-Langhe tipica
di tanti suoi libri).
Alcuni testi esemplari:
 1939 Paesi tuoi: bisogna andare oltre l’apparente oggettività naturalistica e prestare attenzione
alla presenza di temi e atteggiamenti costanti in Pavese: contrasto città-campagna +
suggestioni degli americani e come aedi di un’umanità primitiva, barbarica e libera e come
modelli di un linguaggio antiletterario.
 1948 La casa in collina e Il carcere (nel volume Prima che il gallo canti): descrive l’incapacità
del protagonista di partecipare alla vita degli altri che alla caduta del fascismo hanno scelto la
lotta partigiana + coesistono la diagnosi dei limiti della solitudine dell’intellettuale sentita
come colpa e vergogna e la ferma e dolorosa volontà di superarla (la volontà di superamento
non è superamento e il significato del libro è proprio in questo dilemma non risolto).
 La bella estate e La spiaggia: mito di ritorno all’infanzia, al mare, alle colline come ancora di
salvezza contro quella caduta che è la città + descrizione dell’asfissiante vita cittadina priva
di autenticità si intrecciano con risultati suggestivi. Qui si serve di un dialogato sapientissimo,
divagante, ricco di accenni e allusioni per far sentire una condizione di solitudine pure in
mezzo al cicaleccio montano.
 La luna e i falò:
o Romanzo in cui il protagonista è un trovatello detto Anguilla che è cresciuto sulle
colline delle Langhe e allevato da una famiglia di contadini + dopo aver imparato a
fare il contadino aspira a far fortuna e si imbarca per l’America + ma la fortuna la
trova lavorando in modi diversi e là non fa una bella vita e la nostalgia del paese è
troppo intensa + torno a casa e incontra il vecchio amico Nuto col quale rievoca le
vicende della propria esistenza + ma tante cose e persone sono cambiare perché c’è
stata guerra, Resistenza, miseria.
o Anguilla è uno dei personaggi di Pavese che ritorna.
o Il pellegrinaggio ai luoghi mitici dell’infanzia vagheggiati da Pavese per attingere alla
pienezza del vivere e consapevolezza del proprio destino, si risolve nella constatazione
di quanto ormai è perduto per sempre (scomparse le persone, mutati i luoghi, crudele
la realtà presente).
Modalità di scrittura:
 È lo stesso intendo da cui Pavese muove (ricerca dell’autentico) a favorire nella scrittura
modalità liriche, suggestioni musicali, simmetrie e corrispondenze non casuali.
 Le suggestioni della prora d’arte e dell’aura poetica perseguita dai solariani, per lui non sono
passate invano: la parola che descrive un rito o un fatto dimenticato è misterioso è la sola arte
che gli interessa (in Feria d’agosto c’è alta concentrazione lirica e simbolica + Dialoghi con
Leucò + La luna e i falò).

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 Aspetto specifico della sua narrativa: spezzettamento in brevi capitoli sottesi quasi sempre da
una vocazione lirico-evocativa.
Parabola del neorealismo – dall’impegno all’elegia
Fase ascendente (da ripresa della vita democratica, dalle battaglie del Politecnico ai primi anni 50):
 Ricca produzione di memorie, testimonianze direttamente collegate alle vicende del recente
passato, produzione più narrativa che con differenti risultati artistici si ispira alla nuova
poetica.
 Parallela a questa produzione letteraria è l’affermazione del neorealismo nella cinematografia
con risultati che portano il cinema italiano a un livello di prim’ordine nel panorama
internazionale.
Ipotesi (opinabili) di catalogazione:
 Fare un inventario della narrativa neorealistica è un’operazione discutibile perché costringe a
etichettare, rinchiudere entro i confini angusti di una definizione materiale, un oggetto
(racconto/romanzo) che presenta una varietà di aspetti che non è legittimo conglobare in una
definizione univoca.
 Poi per alcuni narratori, la cui carriera inizia nella fase ascendente del neorealismo, le
suggestioni neorealistiche durano poco, sono ravvisabili in una parte della loro produzione
che poi si orienterà in altre direzioni (es. Calvino) e in altri, declinando il neorealismo,
agiscono solo come spinta iniziale per intraprendere una strada che porta ad altri esiti (es.
Sciascia).
Segni di crisi (metà anni 50):
1) Insoddisfazione di certi canoni finora seguiti e da ciò nascono la ricerca e la sperimentazione
di nuovi moduli espressivi, di un nuovo rapporto con la realtà, più problematico, fatto di
dolore, di violenza, di delusione più che di fiducia nell’impegno di lotta e nei moduli di
rappresentazione realistici (è il caso di Pasolini la cui importanza consiste in questo valore di
testimonianza di una crisi).
2) Tendenza che evade dalla storia, fa piazza pulita delle istanze e dei problemi posti dal
dibattito per il neorealismo e si volge a una rappresentazione esistenziale a presentare dolore
e solitudine come modi di esistere perenni dell’uomo: si apriva la strada a un’arte priva di
tensione civile che si risolvesse in lamento sulla condizione umana ontologicamente intesa,
sull’eterna legge della morte (es. Il giardino dei Finzi-Contini).
Cassola (1917-87)
Un segno della crisi e del riflusso del neorealismo lo si può cogliere in lui.
La vita e i libri: ha a trascorso la maggior parte della sua vita in Toscana dove ha partecipato alla
Resistenza + opere: Alla periferia e La visita (1942), Il ribelle (1980).
Poetica del subliminale: sin dalle sue prime opere mira a cogliere in una vicenda o gesto quello che è
il suo aspetto più autentico, l’elemento sia pur modesto e quotidiano che ci svela il senso di
un’esistenza, il tono di un sentimento + questo comporta un paziente scavo nella vicenda di ogni
giorno per ritrovare in essa una dimensione di poesia e verità che invece sfuggirebbe in una narrazione
di tradizionale impianto realistico ancorata a una rappresentazione fenomenica delle cose +
subliminale significa sotto la soglia della coscienza pratica a cui appartiene l’emozione.

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Rifiuto della storia ed esangue sopravvivenza:
 Nel dopoguerra realizza una produzione di racconti e romanzi.
 Accoglie anche la tematica politica: figure e momenti dell’antifascismo in Baba (1946),
Esiliati e La casa di via Valadier (1956) + vicende della Resistenza in Fausto e Anna (1952)
e La ragazza di Bube (1960).
 Questo ampliarsi della tematica non significa che abbia accolto le sollecitazioni ideologiche
o la poetica dell’impegno tipiche del neorealismo: la ricerca del narratore sempre in una
direzione lirico-intimistica volta a ricercare una verità esistenziale, a ridurre l’evento storico
e a leggerlo in una chiave non diversa da quella usata per la dimessa vita di tutti i giorni.
 Si precisa così quella sfiducia nella storia che è tanta parte dell’ideologia di Cassola e che lo
porta a ridurre a fatto strettamente privato e sentimentale la partecipazione all’evento storico
o a mettere in luce il lento cadere delle illusioni che spegne le loro coscienze (Esiliati) o a
descrivere il fatale contrasto tra le esperienze che precedono e la banale realtà che segue alla
ripresa della vita democratica (La casa di via Valadier).
 La ragazza di Bube è il romanzo esemplare per l’Italia degli anni 60.
Moduli narrativi - questo atteggiamento verso la realtà comporta sul piano della materia e dei moduli
narrativi alcune conseguenze:
1) Le cose migliori di Cassola sono di trama esile, prive di accadimenti e di intreccio: storie
nelle quali non accade sostanzialmente nulla ma del resto si tratta di una visione della vita
come flusso monotono che comporta una scelta narrativa di questo genere.
2) Stile neutro, oggettivo, che rinuncia a qualsiasi lusinga letteraria e che si realizza in una
oggettiva presentazione delle cose o degli atti umani nel loro casuale succedersi: inizialmente
può dare l’impressione di una meccanica operazione di registrazione ma è proprio questa
tecnica che dà all’autore la possibilità di mettere in luce il lento susseguirsi dei giorni scanditi
dai gesti ovvi che le abituali occupazioni impongono, l’aspetto problematico del vivere,
l’impassibilità delle cose, gli accadimenti che si susseguono con una legge che non è a misura
dell’uomo.
Una emarginazione da rivedere? Giudizi critici: tanti hanno espresso il loro dissenso sulle sue
posizioni ideologiche ma non è legittimo giudicare lo scrittore condizionati da questo dissenso ma ne
è derivata una emarginazione che sarebbe da rivedere per la qualità della sua scrittura e l’esemplarità
di un romanzo come La ragazza di Bube (esempio riuscito di narrativa di massa capace di conquistare
larghi e differenziati strati di lettori senza rinunciare alla dignità letteraria).

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5. CONTESTAZIONE, RICERCHE, MERCATO
Narrativa degli ultimi decenni
Linee di un panorama tra ricerche e mercato
Insufficienze del neorealismo:
 Il concetto di letteratura impegnata, militante (1945-55), si è svuotato e così c’è stato il
progressivo orientarsi della narrativa verso toni memoriali che sono la conseguenza di uno
spostarsi dal piano della rappresentazione storica a quella esistenziale (la solitudine e
sofferenza eterne dell’uomo).
 Ogni 60 polemica di Pasolini contro il prospettivismo connesso ai canoni del neorealismo
ossia contro un’arte falsata da fiducie progressiste e un po’ troppo meccanicamente positiva
e didascalica + attenzione portata al linguaggio, alla componente stilistico-formale dell’opera,
dovuta all’interesse che a metà degli anni 50 riscuotono in Italia i testi teorici e le applicazioni
critiche dello strutturalismo.
 La riflessione sulla recente esperienza neorealistica continua negli anni 60 e trascende
l’argomento specifico che diventa solo un punto di partenza per affrontare questioni più
generali, letterarie e politiche insieme: la concezione dell’arte neorealistica, la politica
culturale del partito comunista che aveva puntato esclusivamente sul neorealismo, il rapporto
tra militanza politica e attività artistica.
Anni 60 sperimentalismo e avanguardia:
 La narrativa degli avanguardisti militanti non può (e non vuole) aspirare a un largo pubblico:
le posizioni e suggestioni dell’avanguardia vengono mediate, rielaborate da narratori sia negli
anni 60 che in seguito.
 Quindi gli anni 60 sono stati ricchi di fermenti e realizzazioni che rivelano un panorama
variegato nel quale è difficile individuare linee o orientamenti egemonici.
 Superamento del neorealismo + dibattito industria/letteratura + vivace presenza della
neoavanguardia + Pasolini che quando c’è il neorealismo era in declino si è fatto notare con
2 romanzi (Ragazzi di vita e Una vita violenta) adesso dialetticamente collegati e diventa un
interlocutore del dibattito politico-culturale col quale bisogna fare i conti.
Riflusso e mercato:
 Anni 60 il termine restaurazione viene usato per indicare una linea di tendenza non solo
letteraria e ci sono dati che lo giustificano: nella stampa di informazione si profila il disegno
di un monopolio nelle mani di Rizzoli + mass-media parlano con sempre maggiore frequenza
di riflusso e di ritorno al privato mentre a livello di dibattito culturale si esaminano aspetti e
implicazioni della crisi delle ideologie + attenzione per il fatto letterario della stampa di
informazione che si rivolge di nuovo i narratori tradizionali (es. Cassola, Moravia) + i primi
letterari che erano stati oggetto di polemiche e di discredito nel clima neoavanguardistico-
contestativo acquistano una nuova considerazione.
 I moduli narrativi rappresentati da autori del genere sono stati avvertiti come abitudinari e
obsoleti ma a metà degli anni 70 la narrativa si caratterizza come una produzione dominata da
un’esigenza di ritorno all’ordine, aliena dal tentare strutture narrative nuove o ricerche di
linguaggio.
 Per questi ultimi due decenni c’è un’assenza di tensione nella vita letteraria, una produzione
che mira alla consolazione o all’intrattenimento nella piena accettazione delle buone maniere.

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Ingegneria letteraria:
 Negli ultimi due-tre decenni l’industria editoriale ha assunto importanza, 2 riflessioni:
1) In conseguenza di un processo di concentrazione di più aziende in un solo gruppo e
grazie alle sinergie fra più attività/settori (quotidiani, periodici, TV, libri) facenti capo
l’unica proprietà, l’editoria è oggi un’attività industriale che deve obbedire alle leggi
intrinseche a questo tipo di attività (ampliamento dei destinatari del prodotto,
pubblicità, profitto): obiettivo primario dell’industria culturale è produrre il best
seller.
2) La conquista e l’ampiamento del pubblico dei lettori non è solo un obiettivo solo
dell’industria editoriale ma è anche un obiettivo e un problema culturale: il fiorire di
studi sulla paraletteratura, progressiva sostituzione del tradizionale giudizio
sommario su di essa con un’analisi più articolata, attenzione per il momento e i
meccanismi della ricezione che hanno generato un dibattito sulla letteratura di massa.
 Nasce da questo intreccio di interessi commerciali e culturali la ricerca del best seller di qualità
cioè di un testo narrativo che per argomento e tecniche narrative interessi un vasto pubblico
senza sacrificare il raggiungimento di una coerenza stilistica, del rispetto di un certo livello di
letterarietà: ricerca di questa confezione del best seller come prodotto di ingegneria editoriale
che tenga conto dell’umore e delle attese del pubblico, delle suggestioni della cronaca e del
cinema, della cultura dei giovani.
Pasolini (1922-75)
Vita e libri: si è dedicato al giornalismo, alla letteratura e al cinema + opere come Ragazzi di vita
(prosa, 1955), Le ceneri di Gramsci (poesia, 1957), Scrittori corsari (attività critica e saggistica,
1975).
Polemica contro il prospettivismo:
 Ha esordito con una raccolta di poesie in friulano (Poesie a Casarsa del 1942, Poesia dialettale
del Novecento del 1952).
 La scoperta del mondo popolare è un elemento fondamentale nella sua produzione: è la
scoperta di un modo primitivo e felice che si abbandona, nell’autenticità e sanità dei suoi
rapporti, ai sentimenti incontaminati, all’istinto, e diventa testimonianza di una favolosa
infanzia, di uno stato di natura del singolo e della comunità.
 Tipico di Pasolini: vitalismo, vagheggiamento di questa natura non elimina nel poeta la
consapevolezza del dolore, del male, cioè della sua storia.
 Nel suo processo di maturazione accoglierà suggestioni dall’ideologia marxista e avverrà lo
scontro con la politica culturale del PCI.
 La consapevolezza della non eliminabilità del male e del dolore proiettava la sua ombra sul
mitico mondo della poesia giovanile e si rivelerà sempre più drammatica per il contatto col
mondo della città e dei miseri suburbi.
 Anziché un’arte tutta positiva, volontaristica, ma che avrebbe il torto di essere di essere
aprioristica e fatta di amore voluto e prematuro e darebbe una falsa immagine del reale,
Pasolini dichiara la sua volontà di un impegno per una rappresentazione che appunto non sia
ottimistica ed edulcorata da prospettivistiche speranze ma che faccia posto al negativo, al
dolore e alla miseria della società contemporanea.

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Ambigua attrazione per il mondo popolare:
 La rappresentazione della triste realtà proletaria dei suburbi romani viene fatta con una
disposizione di lancinante contraddizione: Pasolini sente il fascino di quanto di vitalistico, di
natura, di sanguigna brama di vita e di avventura c’è in questa umanità dei suburbi, ma non
riesce a condividere il ruolo di forza liberatrice progressista che l’ideologia marxista le aveva
assegnato.
 Al disfacimento del mondo borghese oppone questo groviglio di vitalismo e di natura
popolare, oppone come controvalore e come referente alternativo il mito di un popolo abbietto
ma incontaminato, miserabile ma allegro nella sua eterna giovinezza: a questo mondo aderisce
e da qui verrà il riscatto cioè un’adesione che resta ad un livello viscerale, che si lega ad
ambigue radici razionalisti e non diventa ideologia.
 Le ceneri di Gramsci: la consapevolezza di queste laceranti contraddizioni tocca gli esiti più
alti ma in questo largo posto occupa la rappresentazione colma di disperato amore, del luogo
poetico che domina gran parte della produzione di Pasolini + autobiografia ideologica, larghi
abbandoni descrittivi, disperata tensione civile e meditazione si fondono in questa raccolta
che è anche notevole per il recupero e l’utilizzazione di tutto il patrimonio linguistico
nazionale.
Romanzi:
 I 2 testi mettono in luce la contraddittorietà dell’atteggiamento di Pasolini.
 In Ragazzi di vita (cronaca della vita alla giornata di un gruppo di razza delle borgate romane)
e Una vita violenta (storia forzata di una presa di coscienza proletaria) l’attrazione per il
popolo ora diventa disposizione populistica, adesione ad un nuovo mito del buon selvaggio,
ora invece torbida attrazione per un vitalismo picaresco e sbracato.
 In queste opere colpisce negativamente la pseudo-soluzione linguistica cioè il ricorso ad un
intarsio dialettale che nello stesso periodo si giustappone a movenze e lessico letterari e che è
motivato da scrupoli realistici ma resta gratuito gioco letterario.
 Cinema: Accattone (1961) e Mamma Roma (1962).
Rifiuto della civiltà:
 Dimensione populistico-decadente complicata e contraddittoria (adesione non totale alla
sanità primitiva, consapevolezza della non eliminabilità di dolore e male) ma negli anni 60
svolte nelle sue opere.
 Man mano che la civiltà dei consumi omologa gusti e comportamenti, il sottoproletario viene
coinvolto in questo processo e si integra e perde la sua fisionomia naturale e adotta modelli e
valori piccolo-borghesi, per Pasolini crolla il punto di riferimento che lo aveva sostenuto: la
natura è sconfitta dalla storia e da questa storia (da questa civiltà che massifica e spersonalizza
e aliena e che si identifica con un potere che è il fascismo): ciò perché nessun uomo ha mai
dovuto essere tanto normale e conformista come il consumatore e perché il fascismo dimostra
una decisione a preordinare tutto con una spietatezza che la storia non ho mai conosciuto.
 Contro questo presente rifiutato detestato, il vagheggiamento di una pienezza vitalistica
realizzata, l’esaltazione dell’eros e della vita della trilogia cinematografica Decameron
(1971), I racconti di Canterbury (1972), Il fiore delle Mille e una notte (1974).
 Denuncia con saggi e interventi giornalistici di quell’opaca omologazione neocapitalistica,
ecco l’apocalittica polemica contro questa civiltà: prima contro la contestazione studentesca
e poi contro la scuola media unica, la TV, la vittoria dei borsisti: tutto ciò trascolora in
polemica contro la civiltà e approda al discutibile vagheggiamento di una in corrotta e
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autentica civiltà contadina fatta (non come l’attuale di beni superflui che rendono superficiale
la vita) ma di consumatori di beni necessari.
Nuovi temi e nuove modalità narrative
Riepilogo: esaurita l’esperienza neorealistica, già sul finire degli anni 50 ha successo una narrativa
intimistico-elegiaca, dalle tensioni civili e militanti (Cassola, Bassani): è una risposta, un tentativo
che mira a superare le insufficienze del neorealismo ma non è l’unica risposta perché negli stessi anni,
Pasolini e altri scelgono altre strade ossia non la rinuncia elegiaca e vittimistica, ma l’analisi e la
rappresentazione della società italiana in trasformazione fatta con parametri diversi da quelli
neorealistici, con una maggiore consapevolezza critica.
Anni 60 ci sono altre 2 linee: dibattito su letteratura e industria e la produzione narrativa che sceglie
il tema della fabbrica, dell’azienda e della realtà industriale + la narrativa che può essere inserita
all’interno della poetica delle suggestioni della neoavanguardia.
Industria e letteratura – i problemi:
 La nuova condizione dell’uomo connessa allo sviluppo neocapitalistico è caratterizzata da un
insieme di estraneità, di riduzione dell’uomo a causa, di difficoltà ad instaurare un rapporto
autentico con reale: è un complesso di disagi che viene definito alienazione e i problemi
connessi ad essa sono dibattuti in questi anni e dalle ricerche e dagli studi sociologici
straripano nel dibattito letterario.
1) Vittorini osserva che la scelta della realtà industriale da parte di un narratore non deve ridursi
alla sostituzione di un nuovo tema a quelli tradizionali (fabbrica e alienazione al posto della
descrizione di aspetti o di eventi della natura): occorreva trovare o sperimentare moduli
narrativi che fossero in grado di rendere quell’insieme di nuovi atteggiamenti e deformazioni
che la nuova realtà ha prodotto nell’uomo non solo come lavoratore/tecnico/imprenditore ma
nel suo generale modo di essere, nella sua psicologia, nel suo comportamento fuori da
fabbrica/ufficio.
2) Vittorini chiariva come i tentativi fatti fino ad allora non rompessero coi moduli vecchi
preindustriali e riteneva che la letteratura risulta storicamente più arretrata di attività artistiche
come pittura o musica.
3) Il compito della letteratura contemporanea è di anticipare, nella rappresentazione
dell’alienazione industriale, il divenire della liberazione dall’alienazione industriale.
Industria e letteratura – la produzione: a questa problematica è connessa turno gli anni 60 una
produzione narrativa: Ottieri, Sereni, Bianciardi, Parise, Volponi.
Nell’area della neoavanguardia: le sperimentazioni più radicali vengono realizzate dai seguaci della
neoavanguardia nell’ambito della poesia, rivolta ad un pubblico elitario dotato di consapevolezza ed
educazione letteraria (autore più significato è Manganelli + Pizzuto + Arbasino + Malerba).

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Livelli letterari e fasce di lettori
Interesse per ampliamento del pubblico dei lettori e per la realizzazione di testi narrativi che possono
essere largamente fruiti così Spinazzola sul rapporto tra produzione narrativa attuale e scelte e
fruizione dei lettori ha proposto questa classificazione:
1) Abbiamo una lettura avanguardistico-sperimentale, con il suo impegno di trasgressività
programmatica, rifiuto dei modelli e valori estetici, accentuazione dell’interesse per la ricerca
e la verifica dei mezzi di linguaggio + i destinatari elettivi appartengono quindi alle élite più
raffinate (es. Calvino).
2) Incontriamo una letteratura che definiremo come letteratura istituzionale perché attenta agli
aspetti di originalità individuale del messaggio e incline a porsi su una linea di continuità
rispetto alla tradizione (es. Moravia).
3) Letteratura di intrattenimento: i prodotti sorretti ancora da una preoccupazione di decoro
formale o non del tutto insensibili ai problemi di tecnica espressiva ma volti a uno scopo di
piacevolezza ricreativa, di gratificante rilassamento psichico + destinatario è il pubblico più
ampio e composito (es. Soldati).
4) Una letteratura residuale: concepita per un’utenza infima, si scarsa e recente acculturazione
caratterizzata da volgarità enfatica, degradazione dell’estetico, tendenza infrangibile al
semplicismo stereotipo + linguaggi misti (es. romanzi rosa).
Alla luce di questa catalogazione, la letteratura di massa dovremmo vederla insorgere nelle sue zone
intermedie: dalla letteratura istituzionale quando un autore di qualità sappia interpretare attese diffuse,
senza venir meno al suo impegno di coerenza stilistica + letteratura di intrattenimento quando un
buon artigiano si riveli in grado di sottoporre le sue intenzioni ludiche a un controllo adeguato.
Ragguaglio (opinabile) sul presente
Linee di tendenza (abbozzare un panorama della situazione letteraria degli ultimi 2 decenni è
un’operazione discutibile): prima parte anni 60 coesistono 2 tendenze diverse: sperimentazione e
ricerche è riconducibile all’eredità neoavanguardistica VS recupero dei moduli narrativi tradizionali,
alla restaurazione della letteratura istituzionale (è la vincente).
Linea sperimentale che è quella minoritaria (1^ metà anni 70):
 Letteratura avanguardistico-sperimentale col suo impegno di trasgressività programmatica,
rifiuto dei modelli e dei valori estetici di compiutezza organica, accentuazione dell’interesse
per ricerca e verifica dei mezzi di linguaggio (es. D’Arrigo, Testori, Consolo).
 Le ricerche dei primi anni 70 vanno anche in un’altra direzione cioè verso una produzione che
invece che enfatizzare in modo esasperato la letterarietà, ne faccia piazza pulita cioè partire
da zero e trasformare radicalmente l’operazione letteraria facendole assumere significati
nuovi e destinazione e modi di fruizione nuovi: tentativo di rifondazione letteraria che va
collegato al clima neoavanguardistico e a quello sessantottesco ma con l’impegno di superare
le carenze degli anni 60 (es. Balestrini).
Narrativa tradizionale e best seller:
 Anni 70 l’industria culturale comincia ad avere un’incidenza maggiore sulla produzione
letteraria e i suoi interessi finiscono col coincidere con quelli di critici e studiosi che si
pongono il problema di una letteratura di massa che dovrebbe essere la risposta all’aumento
potenziale dei lettori dovuto all’ampliarsi della scolarizzazione, alle migliorate condizioni
economiche, al desiderio di qualificazione culturale dei ceti emergenti.

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 A inizio del decennio dopo le non esaltanti realizzazioni della neoavanguardia e i fermenti
sessantotteschi che non riescono a bloccare una stagnante situazione politica, si comincia
parlare di crisi delle ideologie, di un ritorno al privato, di restaurazione.
 Alla sessantottesca priorità del politico sono seguiti la delusione della politica, recupero del
privato: ripiegamento sulla propria vicenda personale come scoperta della propria terra, come
valorizzazione prioritaria della fisicità e del corpo (natura contro civiltà).
 Così si spiegano il successo di storie private, resoconti di vita e serie di collane di biografie
storiche + silenzio che nella narrativa si registra sulla contemporanea realtà degli anni di
piombo + indugiare nel vagheggiamento della propria terra concepita come sede di una civiltà
arcaica, come fuga dal presente.
 Tutto ciò favorisce un ritorno alla narrativa tradizionale, a una serena fruibilità di testi che non
pongono troppi problemi con arditezze di lessico o di impianto narrativo: meglio ancora se
best seller di qualità.
 Con gamma di soluzioni: impianti narrativi di sicura presa come quello poliziesco o tematiche
coinvolgenti + tematiche pruriginose con un pizzico di problematicità o all’insistenza sui
buoni sentimenti. Es. Eco, Bufalino, Meneghello.
Prosa non narrativa: produzione in prosa presente in tutto il 900: la prosa d’arte non rientra nella
pratica letteraria da qualche decennio ma si continua a ricorrere a una prosa di consapevole letterarietà
per finalità non narrative, per esprimere la suggestione di un paesaggio, per rendere uno stato d’animo
o un’emozione intellettuale, per comunicare impressioni o valutazioni o riflessioni suggerite da un
testo o fatto di cronaca o aspetto della società (es. Flaiano, Magris, Ceronetti).
Conclusione provvisoria:
 Questi ultimi tempi quindi vedono qualche testo sotteso da una concezione della letteratura
come ricerca rigorosa, come adozione di una scrittura che vada al di là dell’ovvia referenzialità
comunicativa + vasta produzione narrativa di gradevole fruizione che aspirando ad arrivare al
grande pubblico evita le punte estreme della letterarietà e fa concessioni in misura maggiore
o minore all’intrattenimento.
 L’industria culturale ha sempre più affinato e incrementato i suoi poteri di persuasione e di
orientamento del gusto alla ricerca di lettori e, utilizzando sapientemente i mass media, si
muove in tutte le direzioni, anche antitetiche.

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