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Un popolo in cammino
La diaspora degli ebrei comincia con la sconfitta contro l’Impero Romano nel 70 d.C., molti di essi andarono
nella penisola iberica. Questo popolo si spostò di continuo all’interno dell’Europa a causa delle continue
persecuzioni. L’unico luogo dove ebbe un trattamento diverso fu la Polonia.
L’Austria, con tutte le sue minoranze, passò per due fasi: prima un luogo dove le minoranze fossero
costrette continuamente (Austria prima del 1848, “prigione dei popoli”) o.
Le minoranze presenti all’interno dell’Austria avrebbero potuto effettuare una pressione molto forte su
Vienna se avessero agito in maniera unita.
Due tattiche: venivano concesse autonomie alle minoranze se avessero rispettato le leggi imperiali o, se si
ribellavano, venivano messe le une contro le altre. L’autonomia concessa serviva al governo stesso per
governare l’ampio territorio.
Si potrebbe quindi aggiungere alle colonne su cui si reggeva l’impero una politica realista nei confronti delle
minoranze.
Chi aveva più autonomia erano i polacchi perché erano i più rivoltosi, meno propensi ad accettare. I cechi
godevano di un’autonomia finalizzata allo sviluppo economico di Boemia e Moravia, regioni più ricche
dell’impero.
Europa 1924
Doveva essere un’Europa in cui i confini erano tracciati dalle nazionalità ma questo era molto difficile
perché, particolarmente nell’impero asburgico, queste si mischiavano tra loro. Quindi prevalse il principio
della nazionalità prevalente e si creò un sistema farraginoso di tutela delle minoranze.
La Società delle Nazioni non aveva un potere coercitivo, non c’erano truppe da poter inviare contro il
violatore delle norme dei trattati.
La Polonia era risorta dalle ceneri, occupava un’area molto grande con tre parti molto differenti dal punto
di vista politico-economico. Le tre aree della Polonia avevano avuto uno sviluppo differente, non era
semplice fare della Polonia uno stato unitario perché erano ovviamente presenti fortissime minoranze: i
polacchi dovevano convivere con rom, con serbi, con tedeschi ecc.
La parte austriaca della Polonia era quella che politicamente si era sviluppata di più grazie all’inserimento
dei polacchi all’interno del sistema austriaco.
Gli Ebrei della diaspora
Gli ebrei erano presenti come la maggior minoranza in Polonia dopo la Prima guerra mondiale perché erano
presenti in ciascuna delle parti che erano sotto controllo straniero.
La parte ebraica della popolazione spagnola, gli ebrei sefarditi, ebbe un periodo di grande sviluppo. Questi
erano presenti in Italia, in Egitto e in Medio Oriente. All’interno dell’Europa erano presenti come una sorta
di élite ed avevano la coscienza della supremazia del mondo ebraico sul resto.
Come potevano vivere all’interno dei territori in cui erano tollerati? Tramite la protezione che il sovrano
dava loro, era un’ulteriore tassa ma anche un’arma di ricatto: gli ebrei venivano obbligati a “prestare” soldi,
in caso di rifiuto sarebbe stata rimossa la protezione e sarebbero cominciate le persecuzioni.
Oltre ai sefarditi, c’erano anche gli ebrei askenaziti: ebrei centro-orientali, originari della Germania (valle
del Reno) e presenti in Ungheria, Polonia, Lettonia e Russia. Sono gli ebrei che parlano yiddish.
Un ulteriore gruppo di ebrei della diaspora sono i cosiddetti “Ebrei del Sultano”, per lo più sefarditi, ma
anche armeni, iraniani, siriani, presenti in Nordafrica, Siria, Iraq, Egitto e Turchia.
La diaspora spagnola (sefardita)
Nel 1492 inizia l’intolleranza religiosa e razziale nei confronti degli ebrei, e facevano parte della parte ricca
della popolazione spagnola. Vivevano con gli ultimi arabi che da lì a poco saranno espulsi.
Gli ebrei erano circa l’1,5% della popolazione, la maggior parte di questi fuggirono, i restanti vennero
convertiti al cristianesimo. In Spagna i Marrani o conversos, inizialmente accolti nelle comunità cristiane
(mestieri che prima erano preclusi, matrimoni misti ecc.), vennero successivamente emarginati e
perseguitati per motivazioni razziali.
Quando ci fu la cacciata degli ebrei dalla Spagna, il Sultano del Marocco mandò la sua flotta a salvarli e
concesse loro la possibilità di stabilirsi in territorio ottomano senza pagare tasse per 15 anni. Alcuni si
stanziarono qui fondando numerose comunità e sviluppando traffici e commerci ma molti altri andarono
verso diverse parti dell’impero.
La protezione da parte del Sultano aveva chiari diritti e doveri:
 Diritti
o Gli ebrei sono tollerati e spesso svolgono compiti amministrativi, sono medici,
astronomi, architetti
o Libertà di culto
o Libertà di movimento
o Libertà di mestiere e di proprietà
 Doveri
o Pagamento di forti tasse a garanzia della protezione
o Obbligo di portare un segno distintivo
o Divieto di montare a cavallo
o Divieto di portare armi
o Divieto di costruire sinagoghe superiori ad una certa altezza (non dovevano
superare l’altezza delle moschee)
o Divieto di sposarsi con musulmani (non si sa quanto abbia funzionato, serviva ad
evitare che si mischiassero le popolazioni)
Un aspetto della vita degli ebrei dell’Europa orientale è il ghetto. Il primo ghetto chiuso nasce a Venezia nel
1516, il ghetto ha delle caratteristiche ben precise:
 Obbligo di abitare in un’unica strada o quartiere chiuso
 Orari di chiusura e di apertura
 Obbligo del riconoscimento
 Divieto di pernottare all’esterno
 Divieto di possedere immobili
 Divieto di esercitare al di fuori del ghetto le professioni se non fra correligionari
 Divieto di erigere più di una sinagoga
 Divieto di erigere una sinagoga visibile dall’esterno

L’esistenza dei ghetti avrà una specifica conseguenza: essendo la popolazione ebraica chiusa lì dentro,
quando inizieranno i pogrom sapranno dove andarli a cercare nelle città. Per quanto riguarda le campagne,
gli ebrei vivevano negli Shtetl.
In ogni caso, non tutti gli ebrei vivevano all’interno del ghetto o in condizioni di povertà: pochi (poi più
numerosi) vivevano a stretto contatto con i nobili fornendo una classe amministrativa che gestiva
l’andamento delle proprietà dei nobili, diventarono anche esattori. Saranno quindi identificati come i
principali esecutori delle norme previste dal nobile di turno e quindi i reali persecutori di una popolazione
non ebraica che viveva in terribili condizioni.
A ciò si deve aggiungere l’eterna accusa del ricco ebreo usuraio.
Organizzazione delle Comunità
I vari nuclei ebrei sparsi nell’Europa formavano comunità organizzate internamente:
 Assemblea dei tassabili, coloro i quali possedevano qualcosa, e quindi potevano essere
oggetto di imposta, facevano parte dell’assemblea
 Consiglio degli Anziani
 Consiglio ristretto
 Rabbino, il principale interprete della legge mosaica, era una figura di grande risalto
religioso e civile. Ogni sinagoga aveva un rotolo con la copia della Torah (legge mosaica),
era allo stesso tempo un insieme di principi religiosi/morali ma anche un Codice civile.
o Svolge funzioni anche civili
o Celebra matrimoni
o Dirime controversie
o Decide sulle regole alimentari rituali
o Rappresenta la Comunità che lo mantiene (la sua condizione di vita dava lustro alla
sua comunità)
La Torah era il fondamento della legge ebraica ma anche della religione e del vivere quotidiano degli Ebrei.
È composta dai primi cinque libri del Tanakh (Genesi, Esodo, Levitico, Numeri, Deuteronomio).
I Talmud sono gli scritti/commentari di migliaia di rabbini, ci si rifà quindi ai precedenti, alle interpretazioni
dei rabbini passati.
La Mishnah è il commentario orale.
Questi tre elementi danno il complesso di regole che il buon ebreo deve seguire.
Elemento comune agli ebrei: attesa del Messia che ha come compito la fine della diaspora, la riunificazione
delle tribù di Israele e il loro trasferimento in Palestina. Nel Medioevo e nel periodo successivo, di Messia ce
ne furono tanti nell’Europa orientale: l’attesa era così forte che la presenza di qualcuno che conoscesse le
scritture e che si autoproclamasse Messia era prova sufficiente per il popolo, erano rifiutati dalla struttura
rabbinica ufficiale.
Sabbatai Zevi (1626-1676) era un Messia che racchiudeva in sé tutti gli elementi necessari per la rinascita
unificata del popolo ebraico, ovviamente venne scomunicato dalla comunità rabbinica. Secondo Zevi, il
mondo avrebbe potuto rigenerarsi solamente quando ci sarebbe stata la rottura di tutte le tradizioni:
salvezza tramite il peccato. Tramite questo credo si arrivò al giustificare l’incesto, la violenza ecc.
Operò nel territorio ottomano con l’obiettivo di riuscire a convertire anche il Sultano.
Fu il prototipo del Messia fasullo: non riuscì a realizzare ciò che avrebbe dovuto fare in quanto Messia e il
messaggio che trasmetteva era molto diverso da quello previsto dalle scritture.
Cosa facevano gli ebrei in Polonia?
Gestivano le terre signorili, vendevano il grano e il vino, gestivano le distillerie e importavano spezie e
gioielli.
Il grano ovviamente era necessario al sostentamento della comunità ed era quindi importante dal punto di
vista politico: fiducia del signore e, più l’amministratore era onesto, più il proprietario terriero ci
guadagnava e manteneva il proprio status nobiliare.
La gestione delle proprietà era il primo elemento di contrasto con la popolazione polacca.
Anche sul vino c’erano delle imposte, la vendita del vino e dei distillati rendeva parecchio: anche in questo
caso il rapporto era fiduciario.
Erano poi importatori di spezie (che provenivano dall’oriente) e di gioielli (che provenivano dall’Europa
occidentale). Questo dava ricchezza e permetteva di diventare punti di riferimento all’interno delle
comunità.
Gli ebrei polacchi passarono dall’essere 30'000 all’inizio del Cinquecento ad essere 3 milioni prima dello
sterminio nazista.
Cosa successe quando la Polonia venne divisa?
 In Russia l’antisemitismo era molto forte. Stalin diede agli ebrei la possibilità di trasferirsi in
una zona della Russia a confine con la Cina
 Nell’Austria fortemente cattolica era presente l’antisemitismo
 Nella Germania riformata c’era l’antisemitismo, lo stesso Lutero scrisse contro gli ebrei

I nazisti porteranno a compimento un odio che è precedente al loro arrivo: nei periodi antecedenti al
nazismo, l’antisemitismo era molto forte. All’interno della comunità ebraica c’era una divisione molto
profonda fra chi era propenso all’assimilazione e chi preferiva integrarsi ma non essere assimilati.
Gli ebrei o erano considerati capitalisti o portatori di rivoluzione (Marx era ebreo, Lenin aveva origini
ebraiche, Trotskij era ebreo ecc.).
Nel gennaio del ’19 ci sarà la ricostruzione della Polonia e il numero di ebrei era molto importante:
sostenevano il partito socialista ebraico, erano radicati nelle campagne ed erano tra i principali intellettuali
polacchi. La destra polacca era fortemente antisemita.
Ebrei poi emigrarono in Palestina, negli Stati Uniti, in Australia o in Canada. I pochi ebrei polacchi che
rimarranno in Polonia erano molto legati al terreno. L’emigrazione era già iniziata dagli anni ’50 del 1800,
nella parte sotto sovranità asburgica. A emigrare erano soprattutto i contadini e gli abitanti degli shtetl o
delle piccole cittadine. Gli ebrei che emigravano davano quasi sempre una visione positiva della loro
migrazione.
Esistevano delle organizzazioni che avevano dei porti di riferimento che reclutavano gli ebrei perché c’era
bisogno di manodopera negli USA. Facevano i lavori peggiori, soprattutto nel settore ferroviario, nelle città
come addetti alle pulizie, pochi di essi fecero fortuna in tempi brevi ma chi ce la faceva sosteneva altre
migrazioni.
13/04
I Rom dell’Europa orientale
Tra le minoranze dell’Europa orientale, oltre agli ebrei, anche i rom erano presenti dappertutto.
Rom ha due significati: marito oppure uomo. Questa era la seconda minoranza per numero e per locazione:
erano situati in quasi tutti gli Stati dell’Europa dell’est.
Zingari (intoccabili)
I rom si spostarono dal Punjab, nel Nord dell’India (attualmente nel Pakistan), zona di confine molto
travagliata per la presenza di religioni differenti. Emigrarono prima verso il nord (centro Asia) e poi verso
occidente. Arrivarono in Europa in età medievale, periodo in cui c’era un atteggiamento duplice verso i
nomadi: dovere di ospitalità ma grande timore verso chi non si conosceva e che spesso conduceva attività
condannate dalla Chiesa.
La loro è una tradizione orale e per questo è difficile risalire ad una storia specifica. Parlano una variante
popolare del sanscrito: il romani.
Ci sono diverse famiglie a seconda del lavoro che svolgevano: Rom, Sinti, Manush e Kalé.
L’unità principale della loro società era la famiglia intesa come coppia con tanti figli.
Il nomadismo è la loro caratteristica principale, questo era visto come una maledizione divina.
Il lavoro che facevano era spesso specializzato: allevatori di cavalli (Rom nell’area bulgara), abili artigiani
della lavorazione dei metalli e circensi (giocolieri, addestratori di animali, musicisti).
All’interno del gruppo, alcune delle donne facevano divinazioni. Questa era equiparata all’eresia
(perseguitata) dalle chiese cristiane.
L’insediamento in Europa
Queste genti rom continuavano a spostarsi, generalmente all’interno dello stesso Stato. Quindi per
insediamento si intende (in questo caso) presenza all’interno di un’estensione territoriale.
Le culture, lingue e religioni europee contaminarono la cultura rom. Chi diventò rom stanziale acquisì le
caratteristiche culturali della popolazione con cui viveva.
Caratteristica principale è che si riconoscono in una struttura sociale a sé stante.
L’insediamento in Europa orientale avviene quasi contemporaneamente a quello in Europa occidentale, già
a partire dal 1385 ci sono prove concrete della loro presenza in Valacchia e Moldavia.
L’insediamento in Europa orientale seguì anche i percorsi di necessità che avevano i vari signori: gli
ungheresi, per esempio, resero stabile la popolazione rom che utilizzava la sua arte per lavorare i metalli (e
anche creare armi) e allevare cavalli. Questi vennero pagati molto bene ed erano tollerati, c’erano
comunque alcuni che provavano ad integrarsi ed altri che vissero al di fuori delle istituzioni e delle
convenzioni sociali: asociali o elementi che avrebbero potuto portare ad una violazione dell’ordine sociale.
Principati danubiani
Nei principati danubiani i rom fecero una vita piuttosto dura. Per potersi muovere in Europa, senza essere
perseguitati o cacciati, era necessaria la protezione del signore locale, ovviamente sotto pagamento.
Nell’Europa danubiana, la protezione del principe del luogo era data perché i rom erano inseriti all’interno
del tessuto economico: in Ungheria artigiani, in Romania schiavi proprietà di monasteri, del signore locale o
di ricchi mercanti. Erano doni molto comuni perché la loro manodopera costava meno di quella dei
contadini: Dan I, Voivoda di Valacchia, regalò al Convento della Vergine Maria, Tismana, nel 1385, 40
“salashe” (famiglie o comunità che vivono in tenda) di “Atigani” (“Zingari”). C’erano anche doni per intere
società.
La schiavitù venne eliminata nel 1855.
Cattolicesimo e genti Rom
Il cattolicesimo ebbe un atteggiamento proprio nei confronti della comunità rom, era un atteggiamento che
durò per secoli nonostante i papi avessero più volte provato a tutelare le popolazioni o parte di esse (a
volte imbrogliavano il papa per ottenere tutele, fingevano di essere stati in Terra Santa o di aver
combattuto per essa o di essersi convertiti ecc.).
Ci sarà un cambiamento radicale dell’atteggiamento della Chiesa soltanto con il Concilio Vaticano II (1962-
1965). Furono anni in cui la Chiesa cattolica si mise fortemente in discussione su tutti i piani in cui la Chiesa
opera all’interno della società, si discusse di come si rapporta alla società.
[In questo Concilio nacque anche una scissione all’interno del cattolicesimo con il movimento di Lefebvre,
questi era contrario alle conclusioni raggiunte]
Prima del Concilio: la Chiesa si adeguava alle politiche repressive degli Stati europei contro il nomadismo. Si
adeguava sia per convincimento sia perché era la popolazione stessa che lo voleva. La Chiesa perseguiva
l’eresia e la divinazione, esercitata dalle donne, equiparando l’arte magica all’eresia.
Dal Concilio nasceranno due documenti (che ci interessano): 1) la Nostra aetate 2) La Gaudium et spes.
Da questo concilio emersero due elementi importanti:
1. Il ruolo fondamentale che nella Chiesa cattolica aveva in quel momento papa Montini (Paolo VI).
Riuscì a chiudere il Concilio (stava scappando di mano e stavano riformando un po’ troppo) con la
Gaudium et spes (una “costituzione” a cui fa riferimento la Chiesa cattolica)
Ortodossia e genti Rom
La Chiesa ortodossa aggiungeva al comportamento di quella cattolica l’uso dei rom come schiavi in alcune
regioni come Valacchia e Moldavia. A partire dalla prima metà del Trecento i rom vissero in condizioni di
schiavitù: erano proprietà di signori locali e monasteri che li impiegavano soprattutto in lavori agricoli.
Lo status di schiavo non era derivante da crimini o come punizione: diventavano schiavi non appena
entravano in uno dei due principati.
Non tutti i rom accettavano lo status di schiavo o il modo in cui erano trattati: c’era chi scappava verso altri
paesi, come l’Ungheria, dove le condizioni di vita erano decisamente migliori.
Il “grande divoramento” (Porrajmos)
Nell’800 era cambiato un po’ tutto all’interno dell’area balcanica (nazioni, impero ottomano ristretto ecc.).
In Romania i rom ebbero necessità di integrarsi in quel contesto sociopolitico.
Con la fine dell’800 e l’inizio del ‘900 si inizia a parlare di razze, questo diventa centrale con i nazisti. Qual è
la concezione nazista nei confronti della popolazione rom che porta al “grande divoramento” (genocidio di
500'000 rom)? I rom sarebbero stati una presunta degenerazione della razza ariana, su questo fecero degli
studi pseudoscientifici ed esperimenti. Iniziò anche una compagna di sterilizzazione di donne rom, ne
sterilizzarono circa 250'000, e poi di bambini dai 12 anni in su (venivano estorte delle autorizzazioni dai
genitori, queste autorizzazioni vennero usate come tentata giustificazione a Norimberga).
Il “problema” fu affrontato in maniera differente dalla questione ebraica per due motivi: 1) non erano così
diffusi come gli ebrei 2) la macchina della Shoah era già avviata.
Iniziarono con le fucilazioni. Vennero creati ghetti in cui erano rinchiusi i rom e poi li spostarono in campi di
concentramento, parte fu spostata direttamente in campi di sterminio dove erano uccisi all’arrivo.
Data la loro grande capacità manuale, parte di quelli internati vennero impiegati nelle fabbriche,
soprattutto di munizioni. Dato che li facevano lavorare, a differenza degli ebrei era loro concesso stare
insieme con le proprie famiglie. Le donne potevano anche partorire, i bambini erano utilizzati per
esperimenti del professor Mengele.
La caratteristica dell’internamento dei Rom fu che loro si ribellavano e ci furono molti tentativi di rivolta,
qualcuno andò anche a segno.
La conclusione del loro internamento si ebbe con la fine del nazismo e con l’arrivo dell’Armata Rossa.
Dopo di ciò si ebbe una diminuzione del tasso di natalità (molti fuggirono, erano stati sterilizzati ecc.).
Con l’inizio di una fase di stabilità in Europa, l’atteggiamento nei confronti di questa popolazione un po’
cambia. Anche gli usi dei rom cambiano diventando più stanziale, si integrano andando anche a cambiare
nome e religione. Parte di essa continua una vita di nomadismo ai margini delle società con cui entrano in
contatto.
Giovanni Paolo II
Paolo VI è ricordato per ciò che disse e fece durante il rapimento e assassinio di Aldo Moro: si offrì alle
Brigate Rosse in cambio di Moro. Gli succederà Giovanni Paolo II.
Questi si dimostrò subito un papa forte, schietto. Il pontefice parlerà del rifiuto e del disprezzo con cui gli
“zingari” erano stati trattati, il termine era stato utilizzato in modo non dispregiativo ma omnicomprensivo.
Durante il primo viaggio in Polonia (’79) visitò Auschwitz-Birkenau e qui fece riferimento al “grande
divoramento”. Disse che il popolo zingaro era stato oggetto di una distruzione, di una shoah.
Nel 1993 scrisse una lettera con riferimento a quanto aveva già detto nel ’79.
Due atti successivi sono importanti per capire come fosse cambiata la posizione della Chiesa:
 Nel 1997 ci fu la prima beatificazione di un rom: Zeffiro Giménez Malla detto Pelé.
 Nel giubileo del 2000 chiese perdono per le azioni dei cristiani, disse che il cattolicesimo si
era macchiato di peccati enormi nei confronti della popolazione rom.
19/04
Alla fine della prima guerra mondiale uno dei principali aspetti è dovuto alla presenza dell’Unione Sovietica.
Principale conseguenza è lo sviluppo di un concetto di stato differente rispetto a quelli presenti nell’Europa
occidentale. Urss nasce come stato dei lavoratori sulla base del leninismo. Gli stati che avevano vinto la
guerra avevano il problema che la rivoluzione d’ottobre si espandesse negli altri paesi. Era un pericolo serio,
perché poteva insinuarsi in società uscita distrutte dalla guerra. Problema principale della riconversione
economica dei propri stati da economie di guerra a economie di pace. Questo comportare il non avere la
possibilità di dare lavoro alle enormi masse che dal fronte rientravano in patria. Riconversione delle
fabbriche, enorme tasso di disoccupazione che portava a rivolte sociali, occupazione di fabbriche, scioperi.
C’erano tutte le promesse per far attecchire in Europa occidentale la rivoluzione d’ottobre.
Due stati ebbero due esperimenti di instaurazione di regimi simili a quello dell’URSS: Ungheria di Bela Kun
cercò di instaurare modello sovietico statale; Bulgaria di Stamboliyski.
UNGHERIA
Ungheria aveva perso la guerra. Guerra era finita, ma non in Ungheria. Si continuò a combattere, c’erano
guerre civili. Già in Germania c’erano scontri tra forze spartachiste di ispirazione marxista bolscevica con
l’aiuto di inviati dalla Russia. Scontri continui al confine tra Germania e Polonia. In URSS è in corso guerra
civile tra 3 parti: contadini, bolscevichi e forze bianche che volevano reinstaurare i Romanoff. Esistevano
condizioni per espansione della rivoluzione e c’era anche interesse politico russo all’espansione. Per Lenin
stesso la rivoluzione doveva espandersi per avere successo. Esportazione era necessaria per sicurezza dello
stato sovietico. Ungheria vive questo periodo da nazione sconfitta che doveva affrontare problemi tipici di
questo periodo. Inoltre, aveva dovuto subire tutte le limitazioni imposte dai trattati di pace (trattato di
Trianon che aveva ridotto territorialmente il paese). All’interno del paese erano presenti minoranze
nazionali: serbi, cechi, romeni, espressione di stati che avevano vinto la guerra. Il 30 ottobre 1918 fu
proclamata la repubblica d’Ungheria. Ungheria aveva finalmente un governo proprio, dopo secoli.
Ungheresi indipendenti in teoria, di fatto limitazioni alla sovranità erano molte. Limitazioni di diritto:
imposte dai trattati di pace. Limitazioni di fatto: presenza sul suolo ungherese di forze armate di altri paesi
(romeni che avevano occupato una buona parte del territorio, i francesi spingevano per farli ritirare,
minoranze chiedevano autonomia ampia, crisi economica eliminava possibilità del governo di effettuare
politica del tutto autonoma). Crisi pericolosa per stabilità del governo. Situazione di semi-anarchia. Governo
con a capo Karoly, formato da coalizione di liberali e socialdemocratici, sosteneva una forza che non era in
grado di gestire la situazione del paese. Neanche le potenze che avevano esercitato il diritto di vincitori
erano in grado di porre fine a questa situazione. Il governo chiedeva aiuto soprattutto alla Francia,
chiedendo di far andare via i romeni e chiedeva sostegno economico. alcune misure furono prese e
parzialmente accettate dalla popolazione che voleva migliorie economiche. Approvato suffragio universale,
libertà di parola, stampa, riunione, manifestazione, giornata lavorativa di 8 ore. Tutto ciò favorì
partecipazione degli ungheresi alla vita pubblica. Queste condizioni aumentavano la contestazione nel
paese. Aumentavano le critiche a causa di due problemi che non vennero risolti:
 Disoccupazione dovuta a rottura del quadro economico ungherese, come di quello
geopolitico. Dovevano ricominciare tutto da capo con una nuova struttura economica, un
nuovo mercato, la necessità di fondi per la transizione. Conseguenze furono disoccupazione
in continuo aumento, carestia che portava aumento malattie. A soffrire erano soprattutto le
classi popolari. Situazione meno difficile nelle campagne.
 Non bloccata la speculazione sui danni di guerra. Stato doveva rimborsare i danni ma aveva
le casse vuote. Il rimborso di danni di guerra era chiesto da speculatori che non avevano
veramente sofferto. Tutto ciò era dovuto a corruzione.
Conte Karoly dopo l’ennesima richiesta alle potenze vincitrici di sostegno economico e finanziario, si divise.
Nel caos Karoly decise di cedere il governo all’unica persona che riteneva in grado di gestire la situazione:
Bela Kun, esponente bolscevico formatosi a Mosca e tornato in Ungheria durante la guerra, che svolgeva
ampia attività di coordinamento con soviet che erano nati nelle città, nelle industrie e parzialmente nelle
campagne. egli aveva potere diffuso che poteva sostenere un governo. Karoly riteneva meglio dare il
governo a chi era in grado di assumere e mantenere il potere, avendo un seguito nella popolazione. Inizia
periodo della repubblica dei consigli. Periodo molto breve, 133 giorni. Perché fallì? Errori di Bela Kun:
 Voler trapiantare in Ungheria un sistema che era sovietico e andava bene solo per lei. Gli
elementi di originalità saranno considerati elementi di deviazionismo e questo porta a
incarcerazione dei leader. Voleva importare lo schema politico sovietico: collettivizzazione
delle campagne dove non c’era estensione ampia del latifondo (piccole e medie proprietà,
cooperative); lotta molto dura contro la religione (paese cattolico soprattutto nelle
campagne, religione aveva ruolo importante); sequestro di proprietà. Tutto ciò venne fatto
in fretta e senza rendersi conto che le misure non erano accettate dalla popolazione,
soprattutto nelle campagne.
 Sistema internazionale influenza sempre le sue parti. (ex. Polonia post ’89). Nel 1919 il
problema principale era la presenza di truppe romene sul territorio. La Romania aveva
pretese territoriali sull’Ungheria, avrà il definitivo possesso della Transilvania dove vive
anche popolazione ungherese. Romania era vincitrice e quindi voleva ulteriori pezzi. truppe
romene ebbero anche ruolo di essere forze stabilizzatrici, perché Kun era comunista
mentre i paesi occidentali erano contrari all’espansione della rivoluzione. Truppe romene
erano strumento per imporre fine di Bela Kun. Francia sostiene Romania affinché
esperimento socialista finisca. Le truppe romene avanzavano nell’estate del 1919 e
arrivarono fino a Budapest (divisa in due: nuova e antica) e assediarono la parte antica.
Inizia periodo di guerriglia contro le truppe romene. Stabilizzazione dell’Ungheria era
problema da affrontare, perché avrebbe potuto avere ripercussioni internazionali. stabilità
permette commerci, investimenti, pace e sviluppo. Ogni stato ha la sua visione di sviluppo,
era difficile che ci fosse nell’Europa vincitrice un’intesa per poter trovare situazione di
equilibrio. Dato che non si poteva imporre dall’esterno, si trovò soluzione per agire
dall’interno tramite le truppe di Horty, che poi divento reggente di Ungheria. Era sostenuto
dalla Francia e riuscirà a sconfiggere del tutto le forze lecite del governo. La Francia impone
alla Romania di ritirare di molto le truppe, che lasciano Budapest e rafforzano la presenza in
Transilvania.
Con la fine di Bela Kun si conclude il primo tentativo fallito di esportare la rivoluzione. Qual era il fascino
della rivoluzione? Rivoluzione lontana dalle aree europee. Aveva messaggio messianico presente dalle
origini e diventa obiettivo che la Russia si pone -> liberare l’uomo dalla schiavitù dell’uomo sull’uomo. Tutti
sono proprietari di tutto. Gli altri messaggi erano la pace per tutti, dovuta all’eliminazione dei contrasti e
alla fine dello sfruttamento (dell’uomo sull’uomo e di stati su altri stati). Questo era un messaggio che
attecchiva. Altro messaggio era la terra ai contadini -> comportava fine del servaggio in maniera reale, non
più latifondisti, terra di proprietà di chi la coltiva. Proprietà di tutti perché la proprietà appartiene a tutti.
Ulteriore elemento di esportazione che dava fascino: autodeterminazione dei popoli. Elemento di chiara
ispirazione leninista. Quando si resero conto che ci sarebbe stata frammentazione, dopo la morte di Lenin
questo principio diventerà solo uno slogan.
A queste guerre se ne aggiunge un’altra: dal 1919 al 1921 guerra tra Polonia e URSS. Combattuta perché
Polonia voleva espandere confini verso Oriente. Guerra combattuta con alterne vicende. Si conclude con la
battaglia di Komarov, quando le truppe polacche fermeranno avanzata russa. In questi anni in Ungheria
continua la sovietizzazione della società -> collettivizzazione delle campagne, ma anche altre misure che
erano popolari e accettate:
 Diminuzione degli affitti delle case (nelle città)
 Costituiti comitati operai nelle fabbriche (essenziali per tentativi rivoluzionari)

Rivolte nelle campagne contro la politica governativa -> contro sequestro e occupazione delle terre,
sequestro di bestiame, esproprio delle case. Nasce una questione contadina che crea netto distacco tra
città e campagne. Partiti al governo non rimasero a guardare. Socialdemocratici reagirono di più
all’attivismo dei comitati e dei consigli creati da Bela Kun. 21 febbraio 1919 furono arrestati quasi tutti i
membri del comitato centrale del partito. Alleati imposero all’Ungheria l’arretramento di 70 km delle loro
posizioni (ulteriore diminuzione del territorio). Ciò portò a crisi e fine di esperienza di Bela Kun. Attività del
governo durò dal 21 marzo all’estate. Nel partito Kun ebbe solo carica di incaricato agli affari esteri. Questo
periodo porta a nascita di Ungheria legata al conservatorismo europeo. Horty sarà reggente che avrà
atteggiamento molto duro verso la parte socialista del paese. Era la persona che sembrava adeguata a
mantenere il paese dalla parte dell’occidente. A far fallire l’esperimento furono anche altri provvedimenti
del governo, che non riuscirono a bloccare aumento disoccupazione, carenza di abitazioni, requisizione di
prodotti agricoli non fermò carestia, aumento malcontento nel tessuto agrario. Carenza di abitazioni
diventò tema dominante di tutta l’Europa post-bellica. Kun non tenne conto delle caratteristiche del paese.
Periodo di Kun sarà molto duro, con scontri e intromissioni estere, soprattutto della Francia, che voleva
creare sistema europeo che bloccasse eventuale revanche tedesca. Francia esercitava ruolo che voleva
essere dominante, tramite gli stati che erano ad essa legati e che dipendevano da essa (Romania e
Cecoslovacchia).
24 giugno 1919 -> tentativo di colpo di stato per eliminare governo di Kun. Horty in questo periodo aveva
raccolto intorno a sé quadri ufficiali dello sciolto esercito, militari armati reduci dalla guerra. Horty sarà
normalizzatore della situazione, porterà a situazione antecedente a Kun.
Nell’aprile 1919 scoppia la guerra tra Ungheria, Romania e Cecoslovacchia (che aveva forte minoranza in
Ungheria). Così si completa quadro di destabilizzazione. Entrambi hanno interessi territoriali in Ungheria.
Violenza p ancora prima soluzione per la risoluzione dei problemi. SDN non riuscirà a adempiere al suo
compito.
Europa in cui gli stati sanno navigando a vista: devono costruire lo stato, creare unità nazionale. Problemi
ereditati dalla guerra:
 Problema delle nazionalità, importanti perché potevano fare richieste ed erano utilizzate
come strumento per intromettersi negli affari degli stati (ex. tedeschi in Cecoslovacchia
nella regione dei Sudeti). Elemento di destabilizzazione potenziale.
 Parte orientale dell’Europa doveva affrontare processo di definizione dei confini
(commissioni interalleate per la definizione dei confini). Alcuni stati si fanno la guerra
 Continuazione della presenza della questione agraria. Differente a seconda delle aree, ma
che comunque c’è ed è elemento su cui si basa propaganda comunista che rivela presenza
di problema non risolto. Questione agraria data da rapporto tra proprietari, terra e
contadini. Data da esistenza della classe agraria che era in grado di influenzare il potere in
alcuni paesi. Questo è il caso della Bulgaria.
In Bulgaria fallisce tentativo di Stamboliyski, basato su trasformazione dei rapporti nelle campagne.
1° agosto 1919 Kun cede il potere a un governo di soli socialdemocratici e andò in esilio a Vienna. Da lì
torna in URSS e negli anni ’30 è vittima delle purghe staliniane.
BULGARIA
Bulgaria era perdente della guerra. Condizione dopo la guerra: nelle guerre balcaniche aveva vissuto
illusione di diventare Grande Bulgaria e poi aveva subito ulteriori limitazioni territoriali. Questione
territoriale aperta in Dobrugia con la Romania. Era una monarchia, dove era stato imposto un sovrano di
una dinastia regnante europea: Ferdinando I di Bulgaria apparteneva al ramo slovacco dei duchi di
Sassonia-Coburgo-Gotha. Egli era un re di origine tedesca. Esercito uniformato ai canoni di quello
prussiano, armamento tedesco, insegnanti tedeschi. Rapporti nella struttura di governo -> parte
aristocratica appoggiava il sovrano, esercito appoggiava il sovrano, campagne subivano la situazione.
Ferdinando I era regnante duro, comprendeva poco le esigenze di parte del suo popolo. Anche lui vuole
realizzare la Grande Bulgaria, ma non potrà farlo. Molto legato alla famiglia di provenienza, quindi ascoltava
molto consigli che arrivavano dalla Germania e che spesso erano contrari agli interessi bulgari. Costretto ad
abdicare e gli succedette il figlio Boris. Situazione internazionale della Bulgaria:
 In base al Trattato di Neully-sur-Seine Bulgaria perse tutti i territori rivendicati dagli stati
limitrofi. Cedette: Tracia occidentale alla Grecia, Dobrugia meridionale alla Romania,
riduzione dell’esercito a 20000 uomini, imposte sanzioni (400 milioni di dollari di
riparazioni). Economia privata di sostegno finanziario. Esercito, che pur rimanendo forza
centrale subiva riduzione della propria capacità di imporsi. Perdite territoriali obbligarono a
ricerca di alleanze e sostegno internazionale.
Alessandro Stamboliyski governò un periodo breve dal 1919 al 1923, sarà presidente del consiglio.
20/04
BULGARIA POST WWI
Bulgaria parte da situazione difensiva nella guerra. 13 marzo 1911 alleanza difensiva con Serbia su
pressione russa che divenne il 12 maggio un’alleanza militare. Rivela interesse russo per quell’area ->
garantirsi possibilità di sbocco costante sul mare. Russia cerca di raggiungere questo obiettivo attraverso
ideologia e panslavismo. Russia si presenta come potenza in grado di garantire protezione degli slavi
(finanzia, fomenta ribellioni…). alleanza militare perché Serbia e Bulgaria dovevano essere strumenti per
attaccare impero ottomano. Per combattere i due paesi hanno comunque bisogno della Russia. Interesse
comune era l’espansione in territori romeni o ottomani. Avendo obiettivi in comune questi erano anche
fattore di scontro perché gravavano sugli stessi territori e si poneva il problema della spartizione. La
dipendenza dalla politica russa avrebbe evitato lo scontro, ma anche se ci fosse stato la Russia avrebbe
giocato un ruolo primario.
Su iniziativa di Atene fu firmata con Sofia il 29 maggio 1912 un’alleanza difensiva completata da un identico
accordo tra Bulgaria e Montenegro (capitale Cettigne). Alleanza difensiva è in realtà offensiva contro
ottomani e serve a evitare che Bulgaria potesse avere richieste sulla Grecia per quanto riguarda la Tracia.
Nasce così l’Alleanza (lega) balcanica contro l’impero ottomano per spartirsene i restanti territori europei.
Era formata da Bulgaria, Grecia, Serbia e Montenegro. Tutti stati che erano diventati da poco indipendenti
(formalmente Serbia è ancora sotto ottomani), ma che continuavano ad avere questioni irrisolte. Paese più
agguerrito è il Montenegro, la cui popolazione aveva dato più fastidio alle truppe ottomane. Non venne mai
conquistato dagli ottomani. Società basata sul patriarcato, nazione di guerrieri formati nelle faide intestine
contro l’occupante ottomano.
Situazioni in sospeso tra stati:
 Dobrugia contesa tra Romania e Bulgaria, popolazione mista, regione sul mare ricca di
minerali
 Tracia contesa tra Grecia e Bulgaria, zona agricola ma con ruolo strategico: dà direttamente
in zone difficili da difendere
 Serbia tende a espandersi perché c’è mito dell’impero serbo. C’era area che essi ritenevano
gli spettasse per volontà divina.
 Montenegro ha ruolo strategico, perché dalle sue coste i russi speravano di avere accesso
al mare.
 Grecia aveva idea della grande Grecia, erano stati i primi a ottenere indipendenza dagli
ottomani.
 Bosnia dal 1908 era sotto amministrazione asburgica.

Impero Austro-ungarico era ancora estremamente esteso.


Ottomani vengono sconfitti nella guerra. Zona a forte presenza islamica. Conseguenza della sconfitta sono
molto gravi. L’alleanza balcanica era rafforzata dalla presenza di un nemico comune grande e potente, e
questo metteva a tacere le dispute tra paesi dell’alleanza. Alla scomparsa dell’impero le dispute
ricompaiono. Lo stato che aveva soddisfatto di meno i propri interessi e aspirazioni era la Bulgaria (aveva
esercito meglio armato dell’area, voleva la Grande Bulgaria, armamenti tedeschi, mentalità data da
istruttori persiani). Bulgaria nel giugno-luglio 1913, poiché non erano state accolte le sue richieste
territoriali sulla Macedonia, combatte contro greci, serbi, montenegrini e dopo contro ottomani e romeni
(sola contro tutti). Ex nemici si riunirono per combattere contro la Bulgaria. 10 agosto 1913 Bulgaria
sconfitta (non avevano seguito dottrina militare tedesca, che affermava che non bisognava combattere su
più fronti). Trattato di Bucarest 10 agosto 1913 -> riduzione del territorio e restituzione alla Romania della
Dobrugia. Quindi Bulgaria si riduce ulteriormente. Bulgaria diventa mina vagante nell’area, motivo
principale per cui commetterà errore di allearsi con gli imperi centrali, inizialmente indicati come forti che
però non combattevano ancora contro l’Italia (fronte sud era ancora sicuro). Voleva realizzare sogni di
grandezza. Chi regnava ebbe grande responsabilità: famiglia regnante imparentata con il resto d’Europa
 Re Ferdinando I di Bulgaria del ricco ramo slovacco (Kohary) dei duchi di Sassonia-Coburgo-
Gotha
 Nipote da parte di madre di Luigi Filippo di Francia e da parte di padre (fratello) di
Ferdinando II di Portogallo e cugino di II grado della regina Vittoria di GB
 Fu eletto sovrano dall’Assemblea nazionale il 7 luglio 1887 dopo la deposizione del principe
Alessandro di Battenberg nel 1866 dopo la che la corona era stata offerta anche ad altre
casate europee.
Ferdinando I e il figlio Boris III. Boris salì al trono dopo l’abdicazione del padre a seguito della sconfitta nella
WWI combattuta a fianco degli imperi centrali. In base al trattato di Neuilly-sur-Seine (27 novembre 1919)
la Bulgaria perse tutti i territori rivendicati dalle potenze limitrofe. In particolare cedette:
 Tracia occidentale alla Grecia
 Dobrugia meridionale alla Romania
 400 milioni di riparazioni
 Riduzione dell’esercito a 20000 uomini

Bulgaria molto rimpicciolita, Romania molto ampliata e corona il sogno della Grande Romania. Tuttavia con
l’espansione aumentano anche le minoranze etniche.
Aleksandar Stambolijsky (al potere tra 1919-1923) era abile a parlare alla folla. Personaggio carismatico.
Messaggio deve essere semplice. Andava al cuore delle questioni, che in Bulgaria riguardavano soprattutto
l’agricoltura. Parere che settore agricolo, che si ritrovava nell’Unione agraria popolare, aveva sulla guerra ->
erano contrari. Egli venne condannato all’ergastolo nel 1915 perché contro la politica dello stato. era
sostenitore di una Federazione balcanica, per eliminare contrasti. Si riteneva slavo meridionale, non
bulgaro, quindi non è nazionalista. Diventa primo ministro dall’ottobre 1919. Doveva ricostruire il paese,
mantenere tranquilla la popolazione, mantenere i rapporti con la monarchia anche se il re se ne era andato,
e affrontare la questione agraria (problema della proprietà della terra -> contadini con coscienza di classe
volevano che la terra fosse di chi la lavorava; proprietari latifondisti [latifondo non molto esteso in Bulgaria]
e media proprietà frazionata; contadini proprietari di piccoli appezzamenti che non volevano rivendere).
Potere continuava ad essere influenzato dai militari sconfitti e dal sovrano appoggiato dai militari.
Stambolisky era leader autoritario. Suo messaggio non accettato dai militari. Tutta la sua politica:
 Sostegno ai contadini
 Distribuzione di terre
 Limitazione a 30 ettari della proprietà terriera
 Scarso sostegno ai ceti medi urbani e ai militari
 Lotta contro nazionalisti macedoni.

Politiche contrastate da militari e da aristocrazia terriera. Per una rivoluzione la classe media urbana doveva
sostenere la rivoluzione per riuscire a far sì che abbia successo. Egli, quindi, deve fare riforma agraria senza
avere strumenti per poterla imporre. Contro di lui si schierano i nazionalisti macedoni. Contesa aveva alle
sue basi il fatto che la Macedonia era insieme di nazionalità (greci, bulgari, rom, serbi, montenegrini),
questo faceva sì che nazioni forti rivendicavano il suo territorio. Nazionalismo macedone si muove in più
direzioni. Erano molto agguerriti, utilizzavano tecniche di guerriglia ed erano molto crudeli. Inizia contrasto
molto forte tra le due fazioni, dal quale alla fine Stambolinsky uscirà perdente perché a causa del mancato
appoggio dei contadini il suo potere iniziò a venire meno nello stato.
9 giugno 1923 colpo di stato militare. Si appellò alle campagne per sostenere la riforma agraria. Tentativo
poco riuscito di sollevare le campagne. Avrebbe potuto attecchire senza il problema del nazionalismo e la
presenza dei militari. Egli fu catturato e ucciso con il fratello da nazionalisti macedoni che inviarono la sua
testa al sovrano. Bulgaria si avvia verso governo autoritario, al quale ne succederà uno comunista. Dibattito
democratico vero si avrà dopo il crollo del comunismo.

CINEMA
Fine WWI porta a esplosione di film. Stati avevano già cinematografie funzionanti, ma dopo la WWI la
avevano interesse a finanziarla. Film avevano doppio ruolo: far divertire; fare dimenticare ciò che aveva
patito e la situazione in cui si viveva. Cinematografia dell’Europa orientale tratterà i grandi miti nazionali, le
storie dei paesi, d’amore con eroi ed eroine che combattevano per un ideale. Sperimentazione della
cinematografia sovietica. Elemento da considerare quando si parla della cultura post WWI -> esplosione
culturale (Weimar centro della sperimentazione internazionale).
CINEMATOGRAFIA UNGHERESE
Intervento dello stato. si comprese come il cinema fosse grande strumento per diffondere messaggio
nazionale, per distogliere le masse da problemi molto seri. Cinema portato anche nei luoghi più sperduti.
Nel periodo tra le due guerre l’Ungheria passa dal cinema muto al parlato. Film su Dracula -> mito tra paura
e speranza nei confronti della morte. Con l’inizio della stagione autoritaria i registi ungheresi emigrano in
USA e in Francia, che è punto di attrazione per gli esuli e dove c’erano minoranze organizzate. Stato riprese
i vecchi studios ungheresi e li diedero in gestione a società francesi o tedesche così che i film venissero
prodotti in due lingue.
Oltre al cinema c’era anche il giornalismo. Giornali diventano la fonte di informazione (inviati nelle città o
nei luoghi dei fatti). Si iniziano ad avere settimanali con disegni. Giornali finanziati dallo stato e dai partiti.
Diventa strumento di propaganda. La verità diventa quella decisa da chi gestisce il giornale.
Cinema muoveva masse di popolazioni. Era presente soprattutto nelle città. Punto di socializzazione.
21/04
PRODUZIONE CINEMATOGRAFICA POLACCA E CECOSLOVACCA
Periodo post-bellico erano le società civili che più accettavano il cinema. In Polonia c’era centro di
produzione di film che poi venivano portati anche negli altri paesi, anche se in polacco quindi con un
mercato ristretto. Cinema polacco rappresentava la storia polacca: rievocazione dell’epoca in cui la Polonia
era grande.

Produzione cinematografica sovietica dava ampio spazio ai film musicali, copiati come struttura dai musical
statunitensi. Film statunitensi molto visti nella Russia comunista. Stalin amava i film americani, i film
western. Cinema americano si diffuse poco prima dell’inizio della WWII, era cinema leggero che non
necessitava spesso di traduzione. Cinematografia si rifaceva a stereotipi nazionali. Nel cinema sovietico lo
stereotipo principale era il NEPman (uomo che si è arricchito nel periodo della NEP), oppure la famiglia
formata da coppia di giovani fedeli al partito ma non avevano una casa e quindi non avrebbero potuto
sposarsi, perché le proprietà erano di chi si era arricchito sulle spalle degli altri.
Il cinema come denuncia comincia nella seconda metà del secolo e denuncia le situazioni all’interno dei
singoli stati. chi faceva film del genere era invitato a smettere, gli veniva tolta la tessera dell’associazione
cinematografica e non potevano più girare. La maggior parte decideva di emigrare a occidente. Parte della
cinematografia dei primi tempi post-guerra mondiale che si rifaceva alla guerra. Tanti filmati e cinegiornali
sul periodo bellico. Industria cinematografica nei paesi che esportavano ebbe ruolo economico non
indifferente: tedeschi vedevano i film cechi, i polacchi esportavano parte della propria produzione in tutta
l’area dove si parlava polacco, i sovietici esportavano nei paesi comunisti. Successo della cinematografia
dell’Europa orientale fu limitato ad alcuni film. Durante il cinema muto gli attori che ebbero successo si
trasferirono subito in USA. In USA c’era manuale che stabiliva tutto quello che si poteva e non si poteva
fare. Nel periodo del maccartismo i film dovevano avere taglio sempre anticomunista con morale finale.
Europa era molto più libera in tutto, anche nella denuncia politica.
Non si riuscì a togliere alla chiesa il consenso che aveva. Chiesa del silenzio è comunque presente, anche se
sofferente.
21/04
Cinematografia cecoslovacca e polacca:
In Polonia c’era un centro di produzione cinematografica che faceva film che erano diffusi in tutto l’ambito
polacco
Anche il cinema polacco iniziò a pescare nella tradizione storica e popolare polacca:
 La tradizione storica si rifaceva a periodo in cui era la Grande Polonia
 Si rifacevano alla fase delle guerre polacche

Nel periodo post IIWW il cinema polacco prenderà un’altra strada


Tutte le industrie cinematografiche dopo installazione di comunismo divennero centri per il consenso per il
sistema di governo
Un ruolo importante lo avranno i centri di produzione cinematografica delle forze armate  in
Cecoslovacchia rappresenteranno un centro creativo
I film storici in polonia erano rievocativi di un periodo di gloria (sfarzo di costumi)  molto diffuse erano le
storie d’amore in cui il ruolo della donna si rifaceva alla cultura polacca
La donna è discendente dalla Madre polacca  si ritrovano tutte le caratteristiche della Madre polacca nelle
donne:
 Colei che tiene in piedi la famiglia = nazione
 Genera e cresce i figli che diventeranno eroi per i figli
 Madre dolorosa perché i figli saranno mandati in guerra per la liberazione di Polonia
 Madre vicina alla popolazione perché madre di tutti

La donna polacca era una guerriera che lotta con tutti i dubbi e le incombenze in più rispetto alla figura
maschile
Il ruolo della donna sarà presente anche nella cinematografia polacca post-IIWW  c’è valorizzazione della
donna come colei che combatte contro i nazisti
Ci sono delle figure di donne rivoluzionari, combattenti e patriottiche  la figura femminile ha grande risalto
Il cinema una vota consolidato divenne un elemento di trasmissione del pensiero e soprattutto ulteriore
elemento per attingere alla cultura popolare e alla fortificazione dei miti
Il cinema polacco post-comunista è cinema aggressivo, più portato alla riflessione (Polanski)
Tra e due guerre il cinema va a rafforzare il concetto che la Polonia è risorta e ha un grande avvenire avanti
C’è un aspetto anche legato all’evasione  presente anche in URSS
La produzione in URSS dava un grande spazio ai film musicali (venivano molto visti i film USA)  Stalin si
riuniva nella sala proiezioni del Cremlino e vedeva i film americani (musical e western)
Il cinema americano in Europa orientale si diffuse poco prima dell’inizio di IIWW  era un cinema leggero
che non necessitava neanche di traduzioni (in Polonia fanne dei riassunti delle scene)
La cinematografia di Europa orientale ha una struttura propria perché ha una memoria propria ma pesca
negli stereotipi del paese
Ad esempio: nel cinema sovietico lo stereotipo principale era un uomo che si era arricchito durante la NEP
che era sporco e aveva la compagnia di prostitute

La quotidianità era difficilmente affrontata con obiettività


Il cinema come denuncia inizia nella seconda metà del 1900  denuncia le situazioni all’interno dei singoli
stati
Chi li realizzava veniva espulso dai loro lavori ed emigrava  arrivavano con aura del dissidente e questo
consentiva finanziamenti
C’è una parte di cinematografia post-IWW che si rifece anche alla guerra  ci sono tanti filmati sul periodo
bellico
I video bellici si diffondono con i cinegiornali

L’industria cinematografica in alcuni paesi che esportavano ebbe un ruolo economico non indifferente
Il successo della cinematografia della parte orientale di Europa fu limitato ad alcuni film
Negli USA c’era un manuale che stabiliva quello che si poteva e che non si poteva fare all’interno dei film
Nel periodo del maccartismo i film avrebbero dovuto avere un taglio anticomunista (non tutti lo
rispettarono)
L’Europa era più libera
La religione è sempre presente in ogni circostanza e influenza sia i governi che i piccoli villaggi (chiesa
popolare)
Nel periodo comunista sarà la chiesa del silenzio
Il fatto che la chiesa fosse stata perseguitata nel periodo precedente ridiede alla chiesa cattolica una
verginità politica che aveva perso  ricreò il contatto con la chiesa dei martiri
Vengono create delle associazioni vicine al partito e che sostenevano il legittimo governo
Nel medio periodo della storia delle democrazie popolari le organizzazioni para cristiane avrebbero dovuto
togliere il consenso alla chiesa ma non ci riuscirono
26/04
PATTO HITLER-STALIN (Molotov-Ribbentrop)
LA QUARTA SPARTIZIONE DELLA POLONIA
Con la firma di questo patto la Germania si garantì il fronte orientale. URSS non sarebbe intervenuta. Firma
ad agosto 1939. Dal punto di vista sovietico Stalin risultò salvatore della pace sul piano interno. Ciò che
interessa è l’atteggiamento della Polonia.
In base all’accordo la Polonia fu spartita. Fa parte di questo accordo anche un accordo segreto, in forza del
quale si spartirono il resto dell’Europa orientale. URSS si prese repubbliche baltiche.
Negoziatori:
 Joachim von Ribbentrop -> Ministro degli esteri, artefice di una politica estera pensata da
Hitler. Europa doveva diventare area di espansione per la Germania (popoli dell’est in
condizioni di schiavitù o sei-schiavitù, rapporto non conflittuale con GB a cui veniva lasciato
dominio del mare, USA lasciato ai propri interessi, con URSS rapporto che portava a
eliminazione delle razze slave). Ribbentrop è fedele esecutore, ha visione ampia, in grado di
capire come agire per ottenere obiettivi desiderati, spregiudicato.
 Vjaceslav Molotov -> vita lunga, era fedele amico di Stalin, visione molto precisa della
posizione dell’URSS in campo internazionale (grande potenza che avrebbe dovuto avere
grande ruolo). Abile negoziatore, mette in pratica visione di Stalin, ma ha margini più ampi,
che vanno al di là.
CONTESTO INTERNAZIONALE (ANALISI DI TEMPO BREVE, scelta non arbitraria)
Gli interessi per cui accordo fu stipulato risalgono al massimo a 25 anni prima.
Quali sono elementi più importanti di quel periodo? (ordine di importanza)
1. Politica di appeasement è fallita (con gli accordi di Monaco Hitler realizza buona parte dei
suoi progetti di politica estera) e la Germania continua con le sue richieste e si rivolge verso
oriente in direzione della Polonia (aveva già soddisfatto mire in Cecoslovacchia, rimaneva
aperta questione di Danzica). Appeasement non c’era più. Dal patto di Monaco in poi è un
altro tipo di politica estera, non più trattativa diplomatica, ma minaccia vera e propria.
2. Iniziano a delinearsi gli schieramenti dell’inizio della guerra -> alcune potenze avevano in
quel momento atteggiamento contraddittorio e indeciso. Nell’estate 1939 l’Europa aveva
vissuto negli ultimi anni fase in cui crisi era aumentata. Crisi di un sistema è esistenza di
fattori individuabili suscettibili di destabilizzare il sistema. Nel 1939 ci sono potenza con
influenza molto importante (francia), potenze che cercano di influenzare contesto
internazionale ma che hanno richieste superiori a quanto possibile (Italia), potenze che
dopo aver perso la guerra portano avanti richieste molto forti (Germania).
3. Le incognite sul campo: da che parte si sarebbero schierati l’Italia, USA e soprattutto URSS?
Suscettibili di agire sia come elementi destabilizzanti sia come elementi di stabilizzazione
(diminuzione dei fattori di crisi). (Se USA fosse intervenuta subito avrebbe destabilizzato,
ma al contempo avrebbe messo in campo una forza che avrebbe messo a freno la potenza
avversaria)
a. Italia -> a Salisburgo ci fu incontro tra Galeazzo Ciano e Ribbentrop. Dinanzi a
possibilità che Germania chiedesse a Italia intervento armato, rendendosi conto
dell’arretratezza e impreparazione dell’esercito italiano (riconquista della Libia,
Etiopia, intervento nella guerra civile spagnola avevano indebolito struttura
dell’esercito italiano). La scelta di intervento sarà politica (basata su scenario di
guerra molto breve). Ciano portò la “lista della spesa”, in cui era scritto tutto ciò di
cui Italia aveva bisogno per entrare in guerra. Posizione molto chiara: schierata con
Germania ma non interviene nella guerra.
b. USA -> non propensi a intervento in Europa. Hanno legame speciale con GB e con
inizio della guerra Churchill ha come prima scelta politica l’intervento di USA.
c. URSS -> tante perplessità a Mosca, ritenevano probabile che potenze occidentali
spingessero per attacco tedesco a URSS. Questo timore era accentuato da purghe
staliniane nel corso delle quali era stato eliminato intero quadro degli ufficiali
dell’esercito. URSS era per questo totalmente impreparata alla guerra. C’era
speranza che URSS si schierasse con forze occidentali. Nell’estate del ’39 guerra è
data per certa (tedeschi affermano completamento della militarizzazione
dell’esercito, anche se in realtà non era vero -> avevano preparato forze necessarie
per guerra lampo e avevano costruito flotta aerea).
4. Incognita maggiore era la Polonia -> esercito polacco in grado di resistere a invasione
tedesca? Che ruolo avrebbe giocato la forza aerea della Polonia? Dubbio eliminato in tempi
brevissimi.
POLITICA ESTERA POLACCA (PENDOLO DI COCCIO perché fu definita politica del pendolo che oscilla tra
Mosca e Berlino così da avere equidistanza fondamentale, di coccio perché tra due potenze che avrebbero
potuto eliminarla in pochissimo tempo)
Josef Pilsudski (padre della patria della Polonia) sin dall’inizio del suo potere aveva due sogni principali che
configurano politica estera aggressiva di espansione. Per portare avanti una politica del genere è necessario
che ci sia la potenza. La Polonia era stata aggressiva nei confronti dei sovietici (guerra russo-polacca che finì
con pace da cui polacchi avevano guadagnato spazi), ma finisce lì. Il progetto che fallisce è l’intermarium
(federatio), cioè federazione tra i due mari -> Baltico e Mediterraneo (Mar Nero, Ionio e Adriatico).
L’Intermarium avrebbe dovuto essere federazione di stati estesa da Baltico a Mar Nero e Adriatico (Polonia,
Lituania, Bielorussia, Ucraina, Regno degli Slavi del Sud). Federazione in cui Varsavia aveva ruolo principale.
Ciò non piacque agli altri stati che avrebbero dovuto essere parte del progetto. Progetto fallì a causa del
giudizio che questi stati ebbe nei confronti della politica polacca, ritenuta politica di espansione. Non si
valutò opzione che tale federazione avrebbe potuto essere garanzia di sicurezza contro eventuale minaccia
sovietica e tedesca (era questa la vera intenzione di Pilsudski). Questi stati avevano problemi tra loro e
questo rendeva impossibile una federazione. Intermarium tentato tra anni ’20 e anni ’30. Progetto fallì per
2 motivi essenziali: presunto ruolo egemone della Polonia e tempi non maturi (quando inizia il tentativo di
realizzare il progetto questi stati erano appena nati a partire da stati multinazionali, quindi federazione
avrebbe significato nuova perdita di autonomia).
Colonnello Jozef Beck (ministro degli affari esteri 1932-1939) visse tutta la crisi. Insieme al resto del governo
scappò in Romania, poi andarono in Francia e infine a Londra dove costituirono governo in esilio. Funzionò
fino agli anni ’70. Beck è teorico e principale esecutore della politica del pendolo. Stato che si trova in
mezzo a potenze molto più forti e che vuole avere politica estera autonoma ha bisogno di un elemento
principale: un alleato forte che dall’esterno lo confortino della loro presenza e della loro solidarietà. Polonia
trovò sostegno nella Francia, che più di tutte aveva voluto ricostituzione della Polonia, aveva legami antichi
con essa (Parigi meta prediletta degli esuli polacchi). Un vaso di coccio in mezzo a vasi di ferro. Politica di
Beck era figlia di scelta obbligata: Polonia non sarebbe stata in grado di resistere sui due fronti (oscillazione
è scelta obbligata). Sostegno francese diminuisce quando anch’essa diventa mira di espansione tedesca.
Tensione tra Germania e Francia era costante, quindi Francia pensa prima a se stessa. Beck obbligato a fare
politica che mantenesse Polonia in buoni rapporti con i suoi due nemici, vista la diminuzione di sostegno
esterno. Ad ogni misura di riavvicinamento con Germania, corrispondeva compensazione nei confronti di
URSS. Convincimento che tedeschi e sovietici non si sarebbero mai messi d’accordo. Questo si rivela errato.
Beck comincia a fidarsi troppo dell’alleanza francese (Polonia chiedeva accordo di difesa da parte della
Francia se Polonia fosse stata attaccata), dell’impossibilità che Germania e URSS si sarebbero messi
d’accordo, dell’impossibilità di essere attaccati su due fronti.
Colpevole impreparazione militare è causa principale della sconfitta polacca in pochissimo tempo. Non
rafforzarono rete ferroviaria, acquistavano cavalli invece che carri armati, non avevano capacità di produrre
armi, aviazione polacca erano moderni della 1^ GM (venne comunque rasa al suolo ancora prima di essere
utilizzata).
Polacchi non avevano valutato abbastanza gli esistenti rapporti tra tedeschi e russi. Si sono concentrati di
più su quello che avrebbero voluto.
ACCORDI CONCLUSI
In base a politica di oscillazione furono firmati molti accordi, tra cui:
 1933 patto di non aggressione con URSS
 1934 patto di non aggressione con Berlino
 1938, con il sostegno della Germania, Polonia ottenne cessione del bacino carbonifero di
Cieszyn appartenente alla Cecoslovacchia (post patto di Monaco) -> sfruttarono politica
nazista per prendersi un territorio che rivendicavano dalla fine della 1^ GM (forte
minoranza polacca)
Governo di cui era parte Beck era autoritario e rigido (partito comunista fuori legge, molte organizzazioni di
estrema destra). Politica estera aggressiva non venne meno. Alcune occasioni furono sfruttare per ottenere
compensi.
FINE DELL’INTERMARIUM
Fine dell’intermarium coincide con fine della Polonia.
Altri fattori di crisi:
 Esistenza in Europa di potenze che ritengono di essere in grado di gestire la crisi (Francia e
GB conoscevano le trattative con URSS per accordo con cui URSS si sarebbe schierata con
loro in caso di attacco tedesco, ma nel frattempo URSS trattava con Germania).
Determinante il ruolo della Polonia, ma anche quello romeno.
 Polonia nella strategia di applicazione dell’intermarium cercava di essere intermediario,
potenza pacificatrice. Giocò questo ruolo anche nei contrasti tra Ungheria e Romania
(revisione del trattato di Trianon). Polonia era più vicina alla Romania perché i romeni
erano usciti vincitori dalla prima guerra. Inoltre nei confronti dell’Ungheria aveva tradizione
di rapporti secolari. Cercò di mediare tra i due sulla questione transilvana. Quando ciò non
ebbe effetto sperato, Polonia minacciò l’Ungheria: se questa avesse attaccato la Romania la
Polonia sarebbe intervenuta e avrebbe preso le misure necessarie
 Politica di aggregazione e dissuasione di Francia e GB in Europa centro-orientale. Francia
aveva cercato di creare catena di stati che bloccassero l’espansione bolscevica e l’avanzata
tedesca. Aggregazione nei confronti dell’idea di bloccare ogni possibile ritorno tedesco ->
furono date (anche da GB) garanzie militari a Romania e Polonia, che prevedevano
intervento e sostegno armato, oltre che diplomatico, nei confronti dell’eventuale
aggressore tedesco (non URSS).
 Speranza dell’accettazione dell’aiuto sovietico -> speranza fallita. Diplomazia sovietica
chiedeva, qualora ci fosse stata aggressione tedesca, fosse consentito alle truppe sovietiche
di attraversare la Polonia per andare a combattere i tedeschi. Lo stesso chiedevano per la
Romania. Ma questa condizione non era accettata perché ritenuta pretesto per annettere
quei territori.
 Politica revisionista ungherese verso la Romania -> politica filotedesca e revisionista
ungherese (Transilvania) (revanchisti e revisionisti -> italiani, tedeschi, ungheresi, bulgari)
 Revisionismo bulgaro per la Dobrugia (Bulgaria aveva perso la guerra). Dobrugia era
contesa tra bulgari e romeni
 Fallimento della creazione del “fronte della pace” impose la necessità di riconsiderare il
possibile apporto sovietico -> nazioni che non essendo revisioniste, ma oggetto di pretese
revisioniste, erano favorevoli a sostenere politica di tutela dello status quo.
 Esigenze francesi e britanniche erano differenti -> Francia ha più da temere, GB appoggia
Francia perché persegue politica di lunghissimo periodo in forza della quale nel continente
europeo non ci deve essere una potenza che prevarichi sulle altre -> vuole equilibrio sul
continente, non vuole ritorno della Germania. GB guarda a colonie e al mare. Francia ha
necessità di stabilità del confine orientale e di evitare la guerra con la Germania. Le diverse
esigenze confluiscono quando scoppia la guerra.
Sappiamo queste cose dai documenti interni dei governi.
Ruolo di URSS e suo coinvolgimento diventa elemento fondamentale per la stabilità europea. Problema era
sempre il fronte orientale. (polacchi non avevano possibilità di resistere)
MEMORANDUM DEL FOREIGN OFFICE (31 MARZO 1939)
Importanza del ruolo di URSS si evince da documento The military implications of Anglo-French guarantee
to Poland and Rumunia (analisi fatta da esperti e analisti militari)
Questo documento è la base dei successivi colloqui con Francia e successivamente con Polonia. Prevedeva:
 Sconfitta polacca e romena in caso di attacco (questo era il punto di partenza)
 Possibilità di ridurre o limitare la capacità bellica tedesca, in particolare per le forze aeree
(forza aerea tedesca Luftwaffe aveva aerei moderni e precisi, la RAF aveva aerei moderni
ma in numero inferiore, industria inglese produrrà aerei a mano a mano, vinsero la
battaglia di Gran Bretagna grazie ai piloti non agli aerei)
 Francia e GB non avrebbero potuto aiutare materialmente Polonia (polacchi ci speravano e
quindi si sentiranno traditi) e Romania
 DI CONSEGUENZA SI DAVA MOLTA IMPORTANZA ALLA PARTECIPAZIONE SOVIETICA
QUANTO MENO NEL CAMPO DEI RIFORNIMENTI INDUSTRIALI E DEGLI ARMAMENTI (ma
forza dell’armata rossa nel ’39 era decisamente inferiore a quella tedesca, il rifornimento di
armamenti avrebbe comportato di sicuro una reazione tedesca verso l’URSS)
Anche senza intervento di URSS, Francia e GB avrebbero comunque dovuto partecipare a una guerra.
Alleanza con URSS avrebbe aperto due fronti, togliendo peso al fronte occidentale.
(in Romania c’era petrolio che avrebbe garantito rifornimenti)
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Entrambi i negoziati avevano elemento polacco (colonnello Beck). Bisogna tenere conto degli interessi
polacchi. Polonia era potenza media-bassa, in quanto, data la condizione geografica, era posta in mezzo a
due linee di espansione (verso ovest di URSS, verso est di Germania) che si scontrano proprio in Polonia. Le
forze reali della Polonia in quel periodo:
 Precedente della guerra russo-polacca aveva dato illusione di poter respingere
un’eventuale invasione russa. Ma le forze militari sovietiche erano diventate più forti
rispetto a quelle polacche (numero, armamenti, unità di comando funzionante). (In Russia
dissidente è eliminato prima che diventi minaccia, quindi quando si pensa che potrebbe
diventare minaccia, Stalin rimpiazza la linea di comando dell’esercito con persone fedeli a
lui). Sul fronte orientale forze polacche non erano in grado di controbattere a un attacco
russo.
 Polacchi ritenevano anche di poter controbattere ad attacco tedesco, nonostante i francesi
avessero consigliato di ammodernare l’esercito. (anche se anche la Francia era restia ad
ammodernare il suo di esercito, come consigliava De Gaulle).
 Beck si rende conto che Polonia non era in grado di sostenere attacco da due fronti. Da
questa considerazione nasceva la politica del pendolo. Equivoco fondamentale di questa
politica era che si riteneva che tedeschi e russi non si sarebbero mai messi d’accordo.
Agosto 1939 -> situazione internazionale è complicata, tutto fa sembrare vicino uno scoppio di violenza.
 Estremo oriente -> politica aggressiva e imperialista del Giappone verso Cina e Pacifico
 URSS -> viene da fase interna terribile, purghe staliniane avevano tolto energie al paese, ma
URSS sta facendo sforzo enorme per diventare a costi altissimi da nazione agricola a
nazione industriale
 USA è ancora in visione di potenza richiusa in America, in Europa centrale e balcanica forze
di destra e nazionaliste hanno preso il governo (ispirandosi a Mussolini).
 Forza aggressiva forte è la Germania.
 Sotto il profilo morale e spirituale la Santa sede ha relazioni con tutti, ma non aveva forza
per imporre discorso di pace (chi avrebbe sostenuto in caso di guerra? Scomunicati sovietici
o nazisti?).
 Neo-dittatore spagnolo aveva vinto guerra civile. Spagna e Portogallo sono al di fuori della
contesa.
 Nei Balcani le tensioni tra le forze esistenti sono un fattore di crisi.
Nel frattempo c’è negoziato in corso. Da parte anglo-francese sono stati commessi errori: si sperava che
nazisti avrebbero attaccato URSS, negoziatori occidentali non erano all’altezza di quelli sovietici, ritenevano
che sovietici non erano partner attendibile.
Tedeschi avevano una necessità -> garanzia dell’approvvigionamento di materie prime (campi petroliferi
romeni, campi petroliferi nel Caucaso, campi agricoli romeni). Sogno di Hitler era accordo con GB, che dava
a GB controllo dei mari e a Germania controllo terreno dell’Europa.
Negoziato avvenne al vertice tra i ministri degli esteri. Proposta tedesca è basata su spartizione del
territorio polacco con divisione che favoriva l’URSS. Tedeschi avevano necessità di garantirsi il fronte
orientale (evitare i due fronti). Cedere parti di territorio polacco conquistate garantiva comunque il fronte.
C’era interesse comune che sarebbe stato precisato nel protocollo aggiuntivo (mano libera ai russi nelle
province baltiche). L’offerta tedesca era buona perché soddisfaceva le esigenze russe, che erano costante di
lungo periodo -> spostare verso ovest il fronte così che eventuale guerra si combattesse fuori dal territorio
propriamente russo.
Varsavia deve fare scelta molto importante per il suo futuro: possibilità di rafforzare alleanza con Francia e
GB (ancora non prevedeva alleanza di difesa). GB e Francia erano d’accordo a condizione che polacchi
accettassero intervento russo e passaggio dei russi sul territorio polacco al fine di combattere contro i
nazisti. Ma i polacchi non volevano perché ritenevano che una volta entrati sul territorio i russi non se ne
sarebbero mai andati. Polacchi, quindi, chiedono a Francia di garantire intervento a difesa della Polonia. Gb
puntava su intervento di URSS perché esercito francese e forze terrestri di GB non si ritenevano pronte ad
affrontare su un unico fronte un eventuale attacco tedesco sul fronte occidentale. Inoltre non erano in
grado di fare attacco direttamente verso la Germania, sul territorio tedesco (attacco aggressivo). C’era
presupposto errato -> periodo 1933-39 è periodo in cui si costruiscono strutture che avrebbero dovuto
garantire difesa da eventuale attacco (linea Maginot, linea Sigfrido), presupposto era sforzo bellico come
quello della prima GM, non si considerava possibilità di guerra di movimento, ma la concezione della guerra
era cambiata.
Negoziato condotto con anglo-francesi condizionò negoziato russo-tedesco. Ulteriore elemento che giocava
a favore del secondo era che entrambe le parti ritenevano che Polonia fosse un mostro prodotto dalla
Conferenza di Parigi e che quindi dovesse essere eliminato. Esistenza di uno stato polacco non era presa in
considerazione. Accordo russo-tedesco fu firmato quando francesi e inglesi cercarono di indurre russi a
intervenire, ma senza transitare dalla Polonia e questo rendeva tutto farraginoso. Accordo stabiliva una
serie di successivi accordi economici in forza dei quali URSS avrebbe rifornito Germania di materie prime.
Questo accordo funzionò fino a pochi giorni prima dell’inizio dell’operazione Barbarossa (che tedeschi
avevano iniziato a preparare dal 1938). In base a questi accordi URSS avrebbe fornito carbone, gomma,
petrolio, grano, tutto ciò che serviva a tenere in piedi forza militare. Inoltre c’era spartizione della Polonia,
che avrebbe cessato di esistere come stato sovrano. Nell’accordo segreto, che seguì l’accordo principale, ci
fu la spartizione del resto dell’Europa centro-orientale: tedeschi avrebbero avuto sovranità nella Polonia
occidentale e nelle aree limitrofe, URSS avrebbe potuto espandersi nelle repubbliche Baltiche e in Polonia
orientale. C’erano anche protocolli che riguardavano scambio di prigionieri e dissidenti. Era realpolitik.
Negoziato che porto a firma del patto Molotov-Ribbentrop ebbe effetti nei rapporti e nell’atteggiamento
che stati occidentali dovevano tenere con nazisti. Germania era prima il peggior nemico del proletariato e
del socialismo, ora si era alleata con la Russia. Cambio di registro da parte dei comunisti francesi, che
rimasero molto stupiti di ciò che stava accadendo, di colpo Germania nazista non era più il principale
nemico, ma potenza che stava combattendo contro imperialismo di stampo occidentale. Ciò cambia di
nuovo con l’operazione Barbarossa.
Patto Ribbentrop-Molotov spiega di fatto l’inizio della guerra. Se accordo non fosse stato firmato, la storia
sarebbe stata diversa. Inizia la guerra. Periodo 1939-41 fu periodo durissimo. 1942 fu fase in cui asse ebbe
principali successi. Successi dovuti all’applicazione di una dottrina militare già in voga in GB -> blitz, guerra
lampo inventata da un maggiore scozzese, che riteneva che applicando un’azione congiunta tramite
collaborazione di mezzi corazzati, aviazione e fanteria meccanizzata, si potesse ovviare a mancanza di
truppe. Cioè con una strategia complessiva di attacco si potesse condurre guerra pure in situazione di
inferiorità militare. Germania non era la potenza militare più forte. Strategia e scelte tattiche differenti.
Tedeschi utilizzarono al meglio le loro forze. Inoltre tedeschi furono molto crudeli, scatenavano terrore
dove arrivavano (mezzo di dissuasione). Con la presa e l’occupazione dei territori la presenza delle forze
speciali che eliminavano nemici (resistenza, partigiani, ebrei…) scatenavano la paura.
Caso polacco sarà simile a quello di altri paesi dell’Europa centro-orientale. Cecoslovacchia avrà sorte simile
(divisione -> Slovacchia diventa stato indipendente anche se fantoccio, Cechia e Moravia inglobate).
L’assurdo è che in alcuni paesi i tedeschi furono accolti come liberatori (Sudeti, Slovacchia di Tiso, aree del
Caucaso che avevano perso guerra civile contro l’URSS, Ucraina che tra le due guerre era diventata
indipendente e che aveva lottato contro URSS e polacchi su base nazionalista vicina all’ideologia fascista).
Per come si comportarono, i tedeschi fecero presto cambiare idea a chi li aveva accolti come liberatori.
Con la guerra arrivano anche episodi che condizionano immagine dello sforzo bellico successivo. Trattiamo
3 episodi (2 in Polonia, 1 legato ad antisemitismo).
 Fosse di Katyn -> (russi ancora negano che eccidio sia stato opera russa). A Katyn, foresta
attualmente in Bielorussia, furono trucidati circa 25'000 polacchi. In quell’area non c’erano
tedeschi occupanti, era territorio occupato da URSS. Vennero uccisi i membri della possibile
resistenza futura del popolo polacco -> universitari, studenti, militari, ufficiali del
complemento, cioè appartenenti alle varie professioni militarizzati, ingegneri, medici,
maestri, eliminarono futura opposizione polacca in vista di possesso di quell’area polacca.
Vennero scavate fosse comuni da parte dei prigionieri stessi. Uccisi con colpo alla nuca.
Qualcuno riuscì a scappare (colpito male o di striscio). Gorbačëv consegnò a polacchi gli
ordini scritti che riguardavano questo eccidio; quindi, è provato che siano stati loro.
Quando scoprirono le fosse, ci furono due inchieste dalle due parti, una sovietica e una del
senato USA. Ulteriore commissione d’inchiesta fu fatta dalla croce rossa con la
collaborazione di scienziati, compreso un anatomopatologo italiano, che datò l’evento
partendo dai cadaveri (osteggiato dai comunisti italiani, perse la cattedra). Gorbačëv poi
chiuse la questione.
 Rivolta di Varsavia nel 1944. Nella Polonia doppiamente occupata esistevano 2
organizzazioni di resistenza (governo era scappato), che erano composte sul territorio
polacco una dall’esercito nazionale che politicamente faceva riferimento al governo in
esilio, l’altra dall’armata popolare che faceva riferimento ai partigiani di ispirazione
comunista. Agivano in maniera sotterranea e segreta. Esercito nazionale organizzava
assistenza sanitaria, corsi di studio, una sorta di ministero della giustizia che condannava i
collaborazionisti. Ispirazione cattolica, liberale, democratica, c’erano forze della vecchia
destra nazionale. L’esercito popolare agiva con azioni di guerriglia, sabotaggi, attacchi ai
rifornimenti, attacchi ai campi nemici, erano in grado di impensierire costantemente le
forze occupanti tedesche. Era organizzata con centro a Varsavia. Decisero di sollevare
Varsavia per cercare di liberarla dall’occupazione. Avrebbero dimostrato che la Polonia non
era morta, che la nazione polacca era ancora viva e pulsante. Con l’assenso del governo in
esilio, nell’agosto del ’44 scoppia la rivolta di Varsavia, che inizialmente produsse serie di
vittorie. Nazisti iniziarono attività di bombardamento della città. Anche ghetto di Varsavia si
era rivoltato. Disparità di armamento era enorme nel ghetto. Sfruttavano anche la rete
fognaria, ma i nazisti quando se ne resero conto bloccarono uscite e diedero fuoco o
usarono gas. La rivolta finì. Nel ’44 tedeschi erano già in ritirata dalla Russia. Resistenza si
basò su presupposto errato: ora che russi e nazisti erano nemici giurati, i russi sarebbero
intervenuti a favore della rivolta. Ma i russi non intervennero, perché così fecero eliminare
da altri la resistenza polacca futura. Russi non concessero nemmeno il sorvolo di aerei che
avrebbero rifornito i rivoltosi sul territorio occupato dai russi. Varsavia sarà ripresa e
distrutta e sarà ricostruita dalle macerie grazie ai dipinti di pittori italiani. Questo
condizionò relazioni tra Polonia e URSS.
 Eccidio di Jedwabne -> polizia tedesca lasciò che a ripulire la cittadina dagli ebrei fosse la
popolazione polacca, che scovò i propri concittadini di origine ebraica. Alcuni vennero uccisi
dai polacchi stessi. Questo peserà all’interno delle relazioni tra ebrei di origini polacchi
sopravvissuti e governo polacco.
Armata russa si spinse fino a un certo punto. Arrivò a Berlino in attesa dell’arrivo delle truppe americane.
Arrivarono in Bulgaria. Non arrivarono in Jugoslavia, se non per un brevissimo periodo. Jugoslavia fu
attaccata dall’Italia, che però fallì. Arrivarono in aiuto i nazisti. Croazia divenne stato indipendente, iniziò
forte esecuzione degli ebrei. Rastrellamenti, eccidi, coinvolgimento di membri della chiesa. Jugoslavia di
Tito non fu liberata da URSS. Sovietici entrarono in territorio jugoslavo poco prima della fine della guerra e
si ritirarono quasi subito in base ad accordi precedenti con Tito. In tutti gli altri paesi in cui armata rossa
intervenne per liberare, i sovietici ci resteranno come forze di liberazione, come appartenenti delle
commissioni interalleate di armistizio. Con il ’45 l’armata sovietica è presente in tutta l’Europa centro-
orientale tranne che in Jugoslavia.
Sovietici ebbero dalla loro la presenza militare. Nello stesso tempo esistevano condizioni che consentivano
a messaggio sovietico di attecchire (contesto, partiti comunisti con capi formati direttamente a Mosca e che
avevano operato clandestinamente). Contesto internazionale è rappresentato dagli accordi di Jalta, per cui
quell’area è di competenza sovietica. Negli accordi di Jalta esisteva consenso che in queste aree i governi
fossero governi ottenuti tramite elezioni, governo parlamentare. Questo non venne seguito.
Ciò che interessa sono le conseguenze della guerra -> modo in cui regimi comunisti si stabilirono
nell’Europa orientale (situazione cecoslovacca e situazione polacca o bulgara). Analisi comparata.
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Polonia e Cecoslovacchia sono due tipologie differenti dell’inserimento di regimi comunisti. Analisi di tempo
medio (50 anni, situazioni si concretizzarono nel 1945).
Già dal 1943 comincia a cambiare la situazione mondiale: Italia esce dalla guerra, USA manda moltissimi
soldati al fronte, USA comincia a prevalere su Giappone. Armata rossa aveva cominciato a sconfiggere
continuamente i tedeschi, dopo la fine dell’assedio di Stalingrado i tedeschi cominciano a ritirarsi ->
produzione industriale sovietica aveva cominciato a funzionare perché spostarono intero apparato
produttivo dalle zone possibilmente sotto attacco alla catena degli Urali. Totalmente celata la parte in cui
alleati dettero rifornimento a URSS (soprattutto USA) che le servì a sopravvivere fino al funzionamento della
produzione. I carri armati sovietici erano migliori di quelli tedeschi, iniziano a produrre missili portabili.
Armata rossa schierava 2.5 milioni di uomini. A ciò si aggiungono le forze paramilitari che agivano contro i
nazisti. I tedeschi resistevano ma si ritiravano dalle posizioni indifendibili e creavano sbarramenti che
ritardavano l’avanzata sovietica.
In tutto ciò c’erano le visioni per il dopoguerra. A guidare le tre principali forze che combattevano contro i
nazisti c’erano tre persone in grado di guardare al dopo con visioni politiche: Stalin (obiettivo -> spostare
verso occidente il confine russo inglobando i paesi dell’Europa centro-orientale); Roosevelt (obiettivo ->
eliminazione della minaccia giapponese, per combattere i nazisti era necessaria l’alleanza con i russi così i
nazisti dovevano combattere su due fronti, rapporto con URSS è molto importante); Churchill (obiettivo ->
rapporti con URSS non erano così importanti. Aveva la visione più completa. Voleva impedire la presenza
sovietica in Europa centro-orientale, ma non poteva imporre la sua scelta politica senza l’appoggio di
Washington). Roosevelt dovette avere atteggiamento di accondiscendenza nei confronti di URSS per le
ragioni sopra. La visione di Churchill è anche la più realistica e quella che si realizza dopo la guerra.
Tutto comincia con la mancata accettazione di un progetto di Winston Churchill.
In Italia c’è la linea gotica -> sbarramento costruito per evitare che l’avanzata delle forze alleate arrivasse
nella pianura padana e potesse minacciare il cuore della Germania. Churchill propose aggiramento della
linea, visto che la forza marina e aerea alleata era la migliore nell’area. Propose l’aggiramento per ottenere
sbarco nell’area triestina per inserirsi nei Balcani e inserirsi nell’Europa centro-orientale. Voleva portare
forza consistente nel cuore dell’Europa per arrivarci prima dei sovietici ed evitare quello che poi sarebbe
successo. Progetto non era ben accetto al Cremlino. Roosevelt è l’ago della bilancia. Nel ’43-44 ancora era
in discussione l’utilizzo di URSS come alleato contro il Giappone (non c’era stata dichiarazione di guerra tra i
due). Ruolo di Mosca è ancora da decidere per Roosevelt. Nel ’43 c’è una corsa in atto -> prime prove di
una bomba atomica nazista, in USA studi più avanzati con più esperimenti. Era ancora un mistero come
questa bomba avrebbe cambiato le sorti della guerra. USA ci arriva prima, tedeschi arrivano prima alla
costruzione dei vettori e dei razzi, che colpiranno Londra. A sperimentare i razzi vettori fu Von Braun, che
sperimentando questa tecnologia sviluppò poi i vettori che porteranno gli uomini nello spazio. Dopo la
guerra ci fu spartizione degli scienziati tedeschi (non importavano le convinzioni ideologiche).
Linea gotica resistette per un bel po' (ben attrezzata, fortificata). L’attacco contro la linea gotica fu
posticipato dall’arrivo dell’autunno in una zona piovosa e con molti fiumi. Nel frattempo i sovietici
continuavano ad avanzare verso ovest. Aumentava così la possibilità che sovietici avrebbero potuto
sfruttare questa posizione dopo la guerra.
CONFERENZA DI TEHERAN 28 OTTOBRE – 29 NOVEMBRE 1953
Ciclo delle grandi conferenze insieme a Jalta e Potsdam. A Teheran si gettarono premesse della futura
spartizione. Si parlò dell’Europa centro-orientale senza la presenza di rappresentanti di tale area. Si discute
della continuazione della guerra e Churchill presentò il suo progetto di aggiramento, ma non sarà accettato.
Roosevelt appoggia la Russia nel rifiutare il progetto. Molotov era presente come ministro degli affari esteri,
era un esecutore dotato di pensiero proprio, nel senso che eseguiva le scelte di Stalin, ma negli spazi che
rimanevano si muoveva autonomamente. Ministro degli esteri britannico era Anthony Eden. Roosevelt era
il più emotivo dei tre. Churchill era il più preoccupato.
Si discusse in maniera formale per la prima volta tra i tre capi di stato principali il progetto di Churchill.
Stabilì le finalità dello sforzo bellico, gli obiettivi e come raggiungerli. Rigettato progetto britannico di sbarco
nei Balcani. Churchill allora formulò alternative, che però erano al ribasso e dovette accettare il ruolo di
terzo insieme a due grandi potenze.
CONTESTO INTERNAZIONALE E RIORDINO DELLE FRONTIERE
Mosca voleva mantenere i territori ottenuti con il patto Molotov-Ribbentrop, cioè in base ad un accordo
con una potenza contro cui ora stava combattendo. Si trattava delle repubbliche baltiche e di territori della
Polonia orientale (Linea Curzon -> linea del 1919 per i confini tra Polonia e URSS, territori che Polonia aveva
ottenuto nel 1919 ma che originariamente erano russi). Le province baltiche, che non erano naziste,
sarebbero state una vera espansione territoriale. Questi erano obiettivi già a partire dalla fine della Prima
GM; quindi, erano linee costanti che rientravano nella storia della sua politica estera. Gli alleati occidentali
non erano nelle condizioni di opporsi, l’obiettivo principale era la sconfitta della Germania e l’Armata rossa
era già sui territori rivendicati. La posizione sovietica era chiara dal 1943 assieme alla loro disponibilità a
compensare Varsavia con territori tedeschi (perdita a oriente, compensata con espansione a ovest in
territori appartenuti alla Germania -> Pomerania, parte della Prussia orientale, area di Danzica, che avrebbe
dato finalmente alla Polonia uno sbocco sul mare). Polonia si sarebbe spostata più verso occidente. Era il
principio che non andava bene al governo in esilio polacco -> modifica territoriale e cessione senza
consultare la popolazione. Polonia era stato sovrano. Se avessero accettato si sarebbe affermato che URSS
poteva fare quello che voleva, dimenticandosi che Polonia era stata aggredita e quindi si sarebbe meritata
la restaurazione della territorialità, non una cessione di territori.
Posizione polacca era molto molto contraria alla ridefinizione dei suoi confini. Il personaggio fondamentale
era il generale Wladyslaw Eugeniusz Sikorski, capo del governo in esilio tra 1939 e 1943. Era antisovietico e
anti-Stalin (questo era un elemento conosciuto, era spiato dai sovietici). Polonia tra le due guerre era stata
governata da maresciallo Pilsudski, e Sikorski era contrario al tipo di governo che egli aveva stabilito. Stalin
lo riteneva un pericolo. Era diventato ancora più antisovietico con la scoperta delle fosse di Katyn. Si
ruppero relazioni diplomatiche per volontà di Stalin tra governo russo e governo polacco in esilio. Morì in
uno strano incidente mentre era in volo da Gibilterra verso Londra. L’Istituto Nazionale sulla Memoria
polacco nel 2016 ha attribuito al blocco del timone d’altura l’incidente. Alcuni sostennero che fu un
attentato (l’unico sopravvissuto fu il pilota). Sikorski si opponeva alle richieste sovietiche, rendendo più
difficile il compito a Churchill che avrebbe voluto una posizione più malleabile, perché non c’erano
alternative.
Dopo la morte di Sikorski, gli succedette Stanislaw Mikolajczyk dal luglio 1943 al novembre 1944. Faceva
parte di un partito di centro-destra di formazione cattolica (leader del PPP). Dal 1945 al 47 fu vice Primo
ministro e ministro dell’agricoltura e delle riforme agrarie. Una volta divenuto presidente assunse le stesse
caratteristiche del predecessore -> si opponeva alla cessione di territori polacchi. Lui farà parte del governo
di coalizione.
ACCORDO CON BENES il 4 dicembre 1943 -> il governo in esilio cecoslovacco e l’URSS firmano un trattato di
amicizia con cui Benes si impegnava a dare un posto di rilievo nella Cecoslovacchia libera al partito
comunista. Aveva fiducia incondizionata verso URSS. Era convinto che partito comunista avrebbe potuto
avere ruolo come nelle altre democrazie parlamentari. L’accordo sanzionava il principio di non ingerenza e
l’impegno di Gottwald a indire elezioni libere e segrete.
SCHEMA DI INSEDIAMENTO: CREAZIONE DI COMITATI/CONSIGLI DI LIBERAZIONE NAZIONALE COMUNISTI
CON PROGRAMMI POLITICI composti da comunisti o di affiliati a partiti ad essi vicini. Ulteriore fattore è che
questi comitati avevano programmi politici ben precisi, che dovevano essere accettati da una popolazione
sconvolta dalla guerra e dove il consenso ancora non c’era verso l’URSS. Programmi dovevano essere
semplici, accettabili e che toccassero argomenti che stavano a cuore alla popolazione. Programmi avevano
in comune il voler perseguire tutti i collaborazionisti che avevano collaborato con i nazisti durante
l’invasione e l’occupazione. Programmi dovevano contenere la riforma agraria e a seconda dell’esistenza o
meno dei grandi latifondi si attaccava parte del latifondo. Inoltre c’era creazione di governi di coalizione, in
cui erano parte anche partiti non comunisti.
Il tempo polacco sembra scorrere più velocemente per le sue condizioni particolari.
Le percentuali di influenza sovietica nei territori dell’Europa centro-orientale erano state decise durante le
grandi conferenze -> 90% in Romania, 80% in Bulgaria, 80% Ungheria, 50% Jugoslavia (non avevano fatto i
conti con Tito), 90% influenza britannica in Grecia (scelta chiara di Churchill perché in Grecia c’era forte
presenza monarchica con cui GB era in contatto, si riteneva che Grecia potesse essere adatta a svolgere
ruolo anticomunista nel Mediterraneo). Mancano Cecoslovacchia e Polonia, che nonostante non fossero
state oggetto di spartizione di influenza, per la situazione geopolitica si trovarono nella condizione di dover
essere sotto influenza maggioritaria dell’URSS.
POLONIA CECOSLOVACCHIA
21 luglio 1944 si insedia governo provvisorio come comitato in questo paese c’era stato un partito comunista effettivo
di liberazione nazionale. Ha espressione militare e combatte si divideva nelle 2 aree dello stato: partito comunista sezi
al latere dell’Armata rossa. Viene rifornito da essa e in Cechia e partito comunista sezione slovacca. Benes pensa
cambio fornisce informazioni. Esercito popolare commetteva andare d’accordo con il partito comunista e di poter stabi
azioni di sabotaggio e questo provocava reazioni violente dei un dialogo di stampo parlamentare (elezioni e governo di
tedeschi. Ad ogni attacco corrispondevano rastrellamenti e coalizione).
fucilazioni che colpivano la popolazione. Questo era fatto 3 aprile 1945 -> (grazie all’accordo con Benes del ’43) n
apposta affinché l’odio nei confronti dei nazisti aumentasse. governo del social democratico Fierlinger nominato da
Governo in esilio si limitava a servizio di intelligence e di Benes, che agisce con l’approvazione sovietica. 8 comun
sostegno alla popolazione, non oltre per evitare che di 25, ma che avevano ottenuto dicasteri importanti e
popolazione ne subisse le conseguenze. strategici: dicasteri degli Interni (reggeva operato di poliz
dei servizi in contatto stretto col corrispettivo sovietico) e
dell’Informazione. Cecoslovacchia sembra essere
predestinata a ruolo molto particolare: stato democratico
presenza comunista.
Comitato di liberazione aveva programma preciso all’interno Programma di Kosice:
di una struttura dove il partito comunista non aveva mai  Alleanza con URSS (in campo internazion
operato perché fuori legge da molto tempo. Cecoslovacchia già si poneva sotto tutela
 Riforma agraria -> statalizzazione dei URSS in modo autonomo)
latifondi senza compensazioni  Condanna collaborazionisti (quelli che
 sostegno alla proprietà privata e alla libera avevano collaborato con i nazisti, ma an
impresa. quelli contrari alla nuova forma di gover
Comitato di comunisti che propone ideali contrari al  Riforma agraria (verrà cambiata in corso
comunismo d’opera, si ridurrà entità delle proprietà
singole arrivando ai livelli delle
collettivizzazioni sovietiche). Avrebbe
dovuto portare a riduzione progressiva d
latifondo, ma non portava a distribuzion
delle terre.
 Nazionalizzazione delle imprese con più
500 dipendenti (man mano scende e si
arriverà a 50 dipendenti).
26 luglio il governo provvisorio accetta le frontiere volute da
Mosca, in opposizione al governo in esilio. Mosca riconosce
il Comitato come governo provvisorio con sede a Lublino.
C’è già forza vicina a URSS che opera politicamente in
Polonia.

12 aprile 1945 muore Roosevelt, gli successe Truman, che ne sembrava l’ombra ma che si rivelò uno dei
migliori presidenti di USA, in grado di prendere in mano un’eredità pesantissima. Con Truman politica
estera statunitense cambia quasi repentinamente per due motivi: guerra è sul finire; sul pacifico la
situazione era a favore di USA ma la guerra sembrava essere ancora lunga di durata. In USA iniziava
sperimentazione dell’arma nucleare. L’uso della bomba avrebbe cambiato il corso della guerra, e tutti ne
erano consapevoli.
Polonia:
 Esercito nazionale e Guardia popolare in opposizione
 Nuova, più rigida posizione di USA verso l’Alleato sovietico. USA e GB sostengono un
governo provvisorio su base paritaria (metà del governo provvisorio di Lublino e metà del
governo in esilio a Londra). Negoziazioni condizionate da presenza di URSS sul territorio e
dalla necessità che URSS continuasse a combattere. Cederanno accettando 14 al governo in
esilio contro 16 al governo di Lublino, e poi 7 e poi 5 ai non comunisti, considerati
indipendenti. Mosca accettava libere elezioni.
 Polonia ha governo provvisorio riconosciuto da entrambe le parti, con posizione più forte
del governo di Lublino
Cecoslovacchia:
 20 maggio 1946 elezioni generali, che saranno elezioni davvero libere, svolte in maniera
regolare
o PC 38%, che nasceva da media superiore nella parte più sviluppata e leggermente inferiore
nella parte rurale
o PSD 13% (socialdemocratici)
o Socialnazionali (del presidente Benes) 18%
o Populisti 16%
o Democratici slovacchi 15%
 Segretario del partito comunista Klement Gottwald diventa capo del governo dal 2 luglio
1946 (guerra è finita ovunque, bomba gettata, non fu necessario intervento sovietico
contro Giappone, USA aveva in mano arma atomica che sarebbe diventata ancora più letale
con l’unione con la tecnologia dei vettori-razzo)
 1.300.000 iscritti -> iscritti volontari al partito comunista cecoslovacco, partito forte, ben
radicato nella coscienza della popolazione
Piano Marshall varato per evitare che Europa cadesse nel comunismo. Consisteva in massa enorme di
dollari che USA avrebbe dato a stati europei, che non necessariamente erano stati alleati, per evitare che in
tali stati si creassero condizioni per presa del potere dei comunisti. Soldi dati a ciascun stato erano
supervisionati nell’utilizzo, parte dei soldi dovevano andare a contribuire alla lotta contro il comunismo. Si
trattava di un condizionamento che entrava direttamente nella sovranità dei singoli stati.
Polonia:
 Presidente diventa Boleslaw Bierut
 Osubka-Morawski presidente del consiglio
 Stanislaw Mikolajczyk vicepresidente del consiglio
 Wladislaw Goumlka vicepresidente del consiglio

Confine orientale sarà la vecchia linea Curzon


19 gennaio 1947 prime elezioni del dopoguerra, che furono irregolari.
Cecoslovacchi:
 4 luglio 1947 accettazione del Piano Marshall (non ben accetta da Mosca, Gottwald allora
dopo l’accettazione unanime del governo decise di sottoporre l’assenso a Mosca. Gottwald
dimostra che tiene all’amicizia con Mosca. Presente anche il figlio di Masaryk che però,
nonostante fosse ministro degli esteri, non partecipa ai colloqui perché non comunista)
 10 luglio 1947 rifiuto del Piano Marshall (imposto da Mosca, accettazione sarebbe stata
considerata atto ostile)
 1948 inizia la comunistizzazione del paese. Benes non sarà in grado di opporsi agli atti che
porteranno alla conquista comunista del potere in modo permanente e non democratico.
Masaryk è quello che ne patisce, non accetta la situazione e si suicida.
 30 maggio 1948 il Fronte nazionale con lista unica conquista più di 6 milioni di voti.
Con il 1948 si conclude la fase di ascesa dei partiti comunisti nei paesi dell’Europa orientale. Rimane un po’
al di fuori la Repubblica democratica tedesca.
04/05
FEMMINILITÀ E IDENTITÀ NAZIONALE NELLA POLONIA COMUNISTA
MODA POLSKA, LA STAGIONE DELLA MODA POLACCA
Identità nazionali erano più o meno forti nei diversi paesi comunisti. In Polonia era molto forte e c’erano
forze che rendevano potente l’identità anche quando la Polonia come stato non esisteva (ex. Chiesa
cattolica). Esisteva una lunga tradizione legata all’epoca in cui la Polonia era la grande potenza dell’Europa
centro-orientale prima della sua dissoluzione. Senso di identità molto radicata anche grazie alla letteratura,
ai poeti che narravano l’epoca in cui la Polonia era stata grande. Era un sentimento forte anche in
Ungheria, che si rifaceva alla storia ungherese quando combatteva contro gli ottomani. Altro senso con
forte senso di identità è la Cecoslovacchia: Boemia e Moravia avevano identità molto forte dovuta
all’essere parte del cristianesimo riformato, non al punto di voler diventare indipendenti dagli Asburgo, ma
fino a chiedere una riforma in senso federale. Bulgaria è sempre stata legata all’URSS, ma così non era per
tutti gli stati dell’area. È in queste aree dal carattere nazionale che l’URSS incontra più difficoltà.
Definire nuovo concetto di identità dopo la guerra: con la fine della guerra per l’URSS finiva il problema
dell’accerchiamento grazie alla presenza di stati cuscinetto all’interno di un’alleanza (economica e politica)
che aveva come leader l’URSS. Questo però non bastava. Era necessario far coesistere nazionalità differenti
con forti identità nazionali all’interno della sfera russa e di un nuovo contenitore statuale. Per esempio
l’ungherese e il romeno non sono lingue slave. È un nuovo sistema con attori molto articolati, nei quali dei
cambiamenti possono produrre reazioni a catena negli altri paesi. Questo spiega la dottrina Breznev e la
sovranità limitata. Il sistema doveva essere creato e dovevano essere realizzati degli strumenti di coesione.
All’origine di URSS il principale problema che dovettero affrontare fu quello delle nazionalità presenti
(erano più di 100 con spesso lingue, religioni e storie differenti). Il problema da risolvere era molto grave
perché bisognava scegliere tra imposizione autoritaria di una nazionalità sulle altre (quello che succede) o
attraverso la creazione di un nuovo concetto di nazionalità. Per definire la nazionalità ci rifacciamo a
categorie precise -> si forma attraverso: lingua, memoria e progetto comune in cui gli appartenenti a questa
identità sono indotti a credere.
Si voleva creare un nuovo uomo sovietico (russo come lingua veicolare, nuova memoria basata su lotta
all’oppressore, obiettivo era la liberazione dell’uomo dalla schiavitù dell’uomo). L’imposizione non bastava,
e lo dimostrano l’intervento in Germania dell’est nel 1953, l’intervento nel 1956 contro l’Ungheria, la
primavera di Praga, la continua e pressante minaccia nei confronti della Polonia se i polacchi non si fossero
comportati in una certa maniera (Polonia era il paese più irrequieto). Si punto quindi alla creazione di un
uomo nuovo sovietico in versione di ogni stato (uomo bulgaro, polacco, romeno) trovando più difficoltà
dove era più forte l’identità nazionale. Russo diventerà lingua veicolare, lingua obbligatoria nell’istruzione
era fondamentale. La lingua è un fattore unificante. Era necessario avere famiglia di memorie comuni da
condividere -> comune lotta contro il nazi-fascismo, la comune partecipazione, ma non tutti gli stati
avevano iniziato a combattere dal lato giusto. A salvare la situazione fu la lotta partigiana, che è presente in
tutti gli stati dove ci fu occupazione nazi-fascista. Infine c’era obiettivo comune, che era la cosa più
semplice, la base del socialismo rivoluzionario -> liberazione dell’uomo dall’uomo e offrire un modello
politico da opporre al modello oppressivo e schiavizzante offerto dal mondo occidentale. Era una
concezione nuova che avrebbe dovuto essere uno dei collanti del sistema. Su tutto c’era la comunanza
ideologica che entrava come strumento di coesistenza e scelta degli obiettivi.
Contesto sovietico si scontrava con elementi nazionali. Uno dei fattori di scontro si trova nei vari tentativi di
creare delle vie nazionali al socialismo. Uno dei primi a dover subire la ritorsione fu il vicepresidente del
governo polacco Gomulka, che da responsabile della riforma agraria aveva pensato che non tutti i principi
della riforma agraria sovietica fossero applicabili in Polonia, soprattutto nelle nuove aree acquisite. Non
imporre la collettivizzazione, la statalizzazione di tutte le aziende, lasciare margini di manovra alla libera
impresa per aumentare profitti del settore agrario. Cercava via interna, ma venne contestato e allontanato
dal governo. Ceausescu tentò via romena molto autoritaria con idee che porteranno la Romania alla fame.
Le nazioni che entrarono nel cosiddetto blocco sovietico (struttura che ha delle crepe, non è compatto)
reagirono in modo differente. Modalità per mantenere vivo un concetto di nazione e di appartenenza a un
insieme culturale furono differenti. Un esempio è la moda.
Il vestirsi faceva parte di come doveva crescere il nuovo uomo sovietico.
A Varsavia alla fine della II GM -> città totalmente distrutta, fatta di macerie. Polonia era alla disperazione e
alla fame assoluta. Avevano bisogno di tutto. Paese da ricostruire. Protagoniste del periodo furono le donne
polacche, che combattevano con le forze partigiane stando in prima linea, combattevano sia con l’esercito
nazionale che con l’armata popolare. Erano il centro della resistenza, erano meno colpite dagli eserciti, si
muovevano più velocemente, provvedevano ai rifornimenti. Finita la guerra i cittadini di Varsavia ballavano
tra le macerie -> città devastata dove comunque la gente aveva spirito di sopravvivenza molto forte, c’era
almeno situazione di calma, spirito di rivalsa e senso di libertà.
LA MODA SECONDO MOSCA
Doveva contribuire a creare l’uomo nuovo sovietico. L’abbigliamento del comunista era funzionale,
semplice e aclassista. Costruire senso di identità e di partecipazione nuovo. Gli abiti delle donne divennero
meno femminili, le scollature eliminate quasi del tutto (segno di frivolezza), i fianchi degli abiti erano più
larghi. Moda era strumento di comunicazione e formazione (propaganda utilizza anche la moda).
POLONIA 1950 -> governo in fase di consolidamento. Dipinto Postaci era manifesto dello stile a cui persone
avrebbero dovuto ispirarsi. Da un lato donna borghese con occhiali scuri che la separano dal resto, si isola,
vestita con collana e vestito con taglio femminile, si addice a chi ha tempo libero, pettinatura fatta da un
parrucchiere, truccata, postura altera e distante. Dall’altro lato un uomo e una donna, che sono due
lavoratori con abiti da lavoro (tuta blu, braccia forti e possenti, collo importante, viso squadrato, guardano
in avanti verso il futuro, non guardano l’altra donna). Sullo sfondo c’è un palazzo ben costruito che
rappresenta il socialismo che sta ricostruendo il futuro.
I presupposti erano:
 La cultura, di cui la moda è parte, avrebbe dovuto essere nazionale nelle forme, socialista
nei contenuti. Ma polacchi sarebbero stati d’accordo? Donne polacche non erano
d’accordo con questa concezione di moda. Due figure importanti che dal punto di vista
economico erano una fonte di introito in un paese che faceva fatica a ripartire. Hanno in
comune la passione per la moda:
o Barbara Hoff ->
o Jadwiga Grabowska
Donne cominciano a utilizzare quello che c’era per fare abiti. Questo avvenne anche in altri paesi. Don e
polacche utilizzarono tele di paracadute, le divise delle SS, tutto quello che riuscivano a recuperare, le
divise dell’aviazione britannica e dell’esercito statunitense, la gomma degli pneumatici per le scarpe.
Periodo anche di grande fame. Riuscirono a vestire un’intera popolazione, alcuni anche con gusto. Si
resero conto nel governo polacco che gli abiti diventati moda potevano essere strumento economico
non indifferente. Arrivarono ad essere venduti in Germania orientale, Cecoslovacchia, URSS. Era un
settore molto ricco. All’interno del settore cominciarono a muoversi delle personalità femminili forti.
Barbara Hoff: “non volevo dire alla Polonia come vestirsi, ma vestire questa stessa Polonia”.
 Nel 1954 iniziò una collaborazione con il settimanale “Sezione” durata fino al 2002, in cui in
un proprio spazio chiamato “Moda” si occupava proprio di moda. Scrisse anche per “Donna
e stile”.
 A partire dagli anni ’60 iniziò a disegnare collezioni prodotte su larga scala e fondò la
società “Terra di Hoff”.
 Operò al di fuori del sistema commerciale statale, ma collaborò con esso fino al 2007.
Iniziativa privata che seguiva le regole e seguiva indirizzi che si rifacevano alla tradizione
polacca.
Moda polacca non era per niente simile a quella sovietica. Si rifacevano alla storia polacca
Tessuti utilizzati:
 Corde disfatte e tessute, seta naturale, poi rigenerata, nylon di cui erano fatti i paracadute
statunitensi
 Cravatte di seta delle SS lavorate e utilizzate, così come le divise abbandonate o donate
dall’esercito britannico e statunitense
 Uniforme kaki dei piloti inglese divennero espressione di stile e moda, le uniformi della
Repubblica popolare polacca non riscuotevano successo.
I contorni del personaggio della Hoff delineati dai suoi disegni e dalla sua attività sono molto vicini a quelli
dell’intellettuale engagé alla francese con le sue discussioni e illusioni. Si ispirava ai modelli francesi, molto
moderni per una Polonia cattolica.
Jadwiga Grabwoska
 Conosceva il mondo della moda e dopo la guerra in mezzo alle macerie aprì a Varsavia nel
1945 la boutique Feniks. La scritta Warsaw Lives Again fu impressa su una linea di porta-
sigarette.
 La chiamava boutique, ma in realtà si trattava di un magazzino in cui inizialmente c’erano
solo i suoi vestiti e dopo poco tempo anche la roba di vestiario la più disparata portata da
cittadini di Varsavia. Governo polacco, che aveva capito l’importanza della moda per la sua
relazione con l’industria tessile, le offrirono la presidenza della Moda Polska, che avrebbe
dovuto disegnare e produrre abiti. Code lunghissime per vedere le nuove collezioni di
Moda Polska.
Settore del vestiario era così sviluppato che c’erano altre strutture statali nel settore. Alcuni grandi
magazzini sono ancora esistenti.
Segreto della celebrità di Moda Polska e di tutta la moda polacca in generale stava forse nella sua
“affermazione in opposizione” nel suo non essere russo-sovietica o cecoslovacca, per citarne le principali
concorrenti; e da ciò derivava una forte testimonianza identitaria a cui non fi estranea la personalità delle
donne protagoniste del suo lancio. Tagli dei suoi abiti è adatto a una fascia medio-borghese.
Molto velocemente gli abiti prodotti dalla maison di strato conquistarono le passerelle delle capitali del
mondo comunista, con una propria autonomia. E più la moda rappresentava un modo tutto polacco di
vestire e si diversificava dalla sovietica, più essa diventava simbolo di identità nazionale.
Grabowska si era data il compito di vestire bene gli uomini politici polacchi che andavano all’estero.
A un certo punto venne cacciata. Il suo erede era Jerzy Antkowiak.
Coco Chanel distingueva tra moda e stile, la prima era destinata a mutare il secondo sarebbe rimasto. Moda
Polska e Hoffland riuscirono a creare uno stile e a farlo sopravvivere nonostante le difficoltà imposte da un
sistema produttivo rigido e dalla scarsità di materie prime.
05/05
Analisi di cosa i governi hanno fatto per stabilizzare il consenso.
CAMPO POLITICO
Struttura delle nuove repubbliche democratiche era simile dappertutto. Sotto il profilo costituzionale c’era
consiglio di presidenza, un’assemblea parlamentare (senato abolito) e un governo, che era formato da
Consiglio dei ministri generalmente numerosissimo (presidente, 1/2 vicepresidenti, numerosi ministri e
viceministri, sottosegretari con una gerarchia molto numerosa che andava a scendere). Era una struttura
non agile, che aveva il fine di riuscire a coprire tutti i settori della vita pubblica, ma questo divenne un
handicap. A questi si aggiungono uffici che preparavano materiale. C’era poi governo delle province che
replica il governo statale. Oltre a questo c’era la struttura del partito (unico), che era strutturato con al
vertice il segretario generale (figura più importante), scelto dal comitato centrale del partito che era un
organismo creato dal basso verso l’alto. Dal comitato centrale nasceva il Politburo (ufficio politico), che
esprimeva sia competenze principali che rapporti di potere del comitato centrale. Segretario generale era
rapporto tra ufficio politico e comitato centrale, che poteva sfiduciarlo. Le due strutture (statale e di
partito) spesso si sovrapponevano, in diversi periodi il segretario generale era anche presidente, questo
possibile perché c’era un partito unico. Erano le dinamiche del partito che determinavano l’attività dello
stato. Il partito comunista nei diversi stati aveva una base di iscritti, era una struttura elitaria da cui si
poteva essere espulsi (comportamenti non conformi, corruzione…). Uno dei fattori che portò a fine
dell’URSS fu la corruzione -> fu fatta lotta alla corruzione dei pubblici ufficiali molto radicale negli anni con
gli ultimi tre segretari (Gorbačëv e predecessori). Corruzione era passibile anche di pena capitale.
Partito era unico, anche se governi erano di coalizione. Ciò serviva a dimostrare che comunque c’era
dibattito interno allo stato. erano presenti anche partiti non comunisti, di solito due, che erano partiti
vecchi e precedenti all’epoca comunista, che in realtà non svolgevano alcuna funzione all’interno del
governo.
Sistema funzionava con elezioni basate su un’unica lista di candidati. Si approvava o meno la lista. Di solito
era approvata con percentuali altissime (non erano valutate le astensioni). Alcuni elementi della struttura
del partito:
 Presenza del dipartimento per gli affari internazionali (ogni partito nel mondo lo ha.
Dovrebbe servire a dare a chi dirige il partito una chiara visione di ciò che accade nel
mondo e stabilire la linea politica del partito. L’attività spesso si sovrapponeva a quella del
ministero degli esteri, creando una dualità che non aiutava il apese. Ciò portò spesso a
problemi non indifferenti: soprattutto a partire dagli anni ’60, ex. problemi durante il
periodo dello Scià di Persia prima di Khomeini (dipartimento affari esteri dell’URSS
sosteneva il partito di Khomeini, ministero degli esteri non era d’accordo). Ciò avveniva
perché dipartimento si muoveva per consentire esportazione all’estero dei principi
comunisti e per avere buoni rapporti con gli altri partiti, rapporti commerciali anche con
stati con cui non c’è molto in comune.
 Problemi economici affrontati dai centri studi dei partiti che avevano impostazione di
stampo sovietico. Nella realtà la visione che i funzionari dello stato esperti di economia era
più concreta perché andavano sul campo rendendosi conto che l’applicazione di certi
principi non avrebbe giovato a quel luogo. Diversa è la visione del partito.
Governo comunista non si impose immediatamente e in modo facile. Era necessario costruire e mantenere
consenso. Due casi sono: Bulgaria, dove partito comunista non ebbe difficoltà ad imporsi e a prendere
consenso che era preesistente (elezioni bulgare aveva 99% dei conensi o più; Polonia, dove il partito
comunista ebbe necessità di creare consenso, non potevano basarsi solo su forza coercitiva e su presenza di
migliaia di tesserati e fedeli al partito, e necessità di mantenere e consolidare il consenso.
Come si crea il consenso quando parte della popolazione non è d’accordo?
Problemi:
 economico -> lavoravano in contesti disastrati, le economie dei singoli stati erano in
condizioni pessime. Prima c’era stata avanzata tedesca, poi avanzata sovietica, che portò
ulteriore distruzione. A questo si aggiungono tutte le attività che erano state abbandonate
(agricoltura).
 Diffusione delle malattie
 Ricostruzione delle infrastrutture, da capo

Operarono:
 Iniziarono creando consenso con il sequestro delle attività commerciali e imprenditoriali
che erano state di proprietà di collaborazionisti
 Sequestrarono proprietà di chi non aveva collaborato con le forze di liberazione (latifondi,
media proprietà)
 Nazionalizzate le banche e gli istituti di credito
 Incamerati i beni delle industrie e delle banche -> primo esercizio di autorità che avrebbe
dovuto creare risorse da poter investire
 Costruzione di strade, ponti, aeroporti. Poi di case, scuole, ecc.
 Riforma agraria -> attuata in contesti differenti, Polonia aveva un certo tipo di proprietà
(latifondi), in Bulgaria ce n’era un altro (piccola e media proprietà, latifondo quasi
inesistente)
 Problema dell’istruzione per creare nuova generazione e nuova classe dirigente. Bisognava
ricostruire il tessuto sociale, e questo era il problema più grave, che coincideva con il
problema del consenso.
Ruolo della chiesa: chiesa ortodossa meno portata allo scontro, chiesa cattolica aveva prerogative differenti
(capo della chiesa cattolica sta nell’altro blocco e sta a capo di uno stato, quindi ciò che accadeva negli stati
di stampo cattolico aveva più rilievo in campo internazionale, non si poteva quindi eliminare). Problema
stava nell’educazione dei giovani in istituti cattolici, l’organizzazione del tempo libero. Tutto questo rendeva
lo scontro con la chiesa duro e creava un rapporto delicato. Si seguirono due vie:
 da un lato persecuzione con carcerazioni (Cecoslovacchia dove venne incarcerato e condannato alla
pena capitale monsignor Tiso, chiusero monasteri, chiusero chiese, rimase poco di una tradizione
molto viva). Accadde con maggior cautela in Polonia, senza crudeltà perché la base cattolica era
molto forte e il cattolicesimo era uno degli elementi del nazionalismo polacco (incarcerazioni,
chiusura di scuole, ma non volevano o potevano distruggere la chiesa) -> necessario un
compromesso.
Per dare maggior forza alla politica antireligiosa furono create organizzazioni para-religiose (para-
cattoliche), in cui sacerdoti avvicinati al comunismo creavano legame tra cattolicesimo popolare e
comunismo. Erano controllate dal governo, rappresentavano i preti popolari. Movimento Paz divenne
gestore della distribuzione di pacchi di assistenza (viveri, ecc.) per essere in concorrenza con chiesa e
Caritas. Presidente di Pax era ex fascista, diventato poi comunista e reclutato dall’intelligence polacca. Pax
non riuscì a togliere il consenso alla chiesa. Polacchi ebbero vantaggio -> a dialogare con il governo ci fu
arcivescovo poi cardinale Wyszynski, che si rese conto che con il governo bisognava dialogare per
conservare spazio in cui chiesa avrebbe potuto consolidare la propria posizione in vista del futuro. In
cambio di un tollerante silenzio, il governo polacco assunse atteggiamento comunista più accondiscendente
nei confronti della chiesa (questo si rivelerà poi un errore, ma se non lo avessero fato avrebbero perso
consenso), dall’altro lato governo aveva politica non vessatoria verso il clero e politica di creazione di una
Polonia a democrazia popolare. È lo stato meno rigido verso la Chiesa, non fu mai laico.
Nel 1950 c’è accordo stipulato tra governo polacco e conferenza episcopale polacca -> due personalità
molto forti. Chiesa riuscì a colmare gli spazi che uno stato totalitario avrebbe dovuto coprire (Nell’ex
Jugoslavia dopo la crisi e la guerra gli spazi lasciati dalla società e potere civile furono colmati dalle
moschee.) Nel 1950 stabiliti limiti precisi per l’azione di entrambi. Chiesa non avrebbe dovuto mai mettere
in discussione il potere (lo fece). Wyszynski firmò l’accordo pur sapendo che non sarebbe stato rispettato.
Chiesa poté crescere all’interno di questo spazio limitato, a che esisteva. Perquisizioni nelle chiese vennero
effettuate in violazione dell’accordo, con l’accusa che i sacerdoti svolgevano attività antigovernative (preti
nelle omelie andavano contro il governo). Wyszynski diventa anche perseguitato politico. Problemi nella
conferenza episcopale polacca e dei preti nelle campagne erano contrari a qualsiasi accordo con il governo.
Wyszynski fece capire che era opportuno perché non c’era altro da fare, dava spazio in cui non morire e
crescere. All’inizio non era d’accordo neanche Pio XII e Wyszynski dovette convincerlo della bontà
dell’accordo, che poi lo approva.
In Ungheria scontro continuo tra chiesa e dirigenza. Cardinale Mindszenty venne imprigionato, dovette
rifugiarsi nell’ambasciata statunitense a Budapest, poi andò in Vaticano.
Caso a parte è la Germania est, dove era più forte la presenza di chiese riformate (calvinisti e luterani).
Saranno loro che daranno la scossa per la fine del comunismo nell’area. Non ci fu persecuzione molto forte
e non ci fu grande protesta da parte della chiesa. Non si attaccavano vicendevolmente e questo permetteva
alle chiese di crescere. Albania fu unico stato laico per costituzione. Mentre in URSS c’era libertà religiosa di
ateismo, Albania aveva ateismo come caratteristica costituzionale dello stato.
I governi dovevano affrontare anche il mantenimento del consenso, che non avrebbe avuto problemi se
tutta popolazione avesse accettato la nuova dottrina e la creazione di un uomo nuovo avesse avuto
successo. Consenso doveva essere difeso, e per questo non bastava l’organizzazione della società o una
politica sociale (in cui famiglie avevano asili nido, assistenza sanitaria e istruzione gratuita a tutti…). Era
necessario anche il controllo della società, fatto tramite l’intelligence interna. Partito socialdemocratico
tedesco controllava tutta la società civile, infiltrava tutta la società, controllo minuzioso, crearono agenti
che non sapevano di essere agenti, c’erano agenti Romeo. La Stasi controllava anche partiti comunisti in
altri stati (ex. Italia). Fase in cui schieramenti stavano rafforzando confini.
C’erano state riforme ma che non avevano risolto la questione agraria. Erano necessari: riforma agraria che
stabilizzasse rapporti di produzione. Si andava verso collettivizzazione delle terre. Situazione nei diversi stati
era diversa rispetto all’URSS, e l’imposizione del modello sovietico fu un grande errore. Funzionari del
partito, che dettavano la linea, erano personaggi che si erano formati nel marxismo-leninismo
nell’interpretazione staliniana, impronta ideologica era quella di Stalin -> collettivizzazione doveva essere
assoluta, creazione di cooperative statali o non statali ma che seguivano le linee e i prezzi dello stato.
piccolissimi margini di autonomia, in piccolissime terre dove agricoltore coltivava per sussistenza della
famiglia. Parte eccedente venduta nei mercati di campagna. agricoltura avrebbe dovuto trainare il resto
dello stato, fornendo cibo alle città, alle istituzioni, all’esercito. Era di fatto l’elemento principale di strutture
statali che guardavano all’agricoltura per il sostentamento dell’intero stato, e dove agricoltura avrebbe
dovuto essere strumento da cui trarre forze per sviluppo industriale. Prodotti agricoli per essere trasportati
dovevano fare viaggi lunghi. Stati in cui era preesistente la produzione agricola di piccole e medie proprietà,
mantennero questa struttura (ex. Ungheria), furono gli stati in cui non ci fu mai penuria di generi
alimentari. Limitata proprietà privata e limitata libera impresa nelle campagne aumentò notevolmente il
prodotto agricolo.
Agricoltura slovacca era di sussistenza, non riuscivano a vendere eccedenza. Bulgaria non soffrirà come
invece soffriranno URSS, Polonia e Albania. Patto Lancorona in Polonia -> accordo tra partito e contadini.
Questione agraria molto presente dopo la guerra anche per distruzione delle campagne. questione non
relegata solo a coltivazione delle campagne, diventa questione di principio -> applicazione in toto dei
principi staliniani non era possibile negli altri stati. Goumlka era responsabile della riforma agraria, e nella
sua applicazione trasse ispirazione dalle aree in cui doveva essere applicata giungendo alla conclusione che
in alcune aree la collettivizzazione forzata non avrebbe avuto alcuna utilità, migliore era la creazione di
cooperative autonome o piccole proprietà private. Esperimento richiamava la NEP leniniana. Adeguando la
riforma agraria alla Polonia ebbe vantaggi economici, ma ai vertici del partito c’erano persone contrarie
(non accettavano discostamento dalle direttive di Stalin). Gomulka espulso dal partito, messo agli arresti
domiciliari e recuperato dopo la morte di Stalin.
INDUSTRIA soprattutto pesante era un pallino dei governi comunisti. Principale strumento per la creazione
della potenza dello stato. crea una classe operaia specializzata. Stalin fece fare il salto all’URSS da stato
rurale a stati industrializzato. Produzione industriale era fine ultimo di ogni stato. creazione anche degli
strumenti per la difesa. Investimenti all’industria pesante tolsero risorse alla produzione di beni e servizi per
la popolazione. Settore industriale era il prediletto. Questa è una costante.
09/05
EFFETTI DESTALINIZZAZIONE

La morte di Stalin rappresenta per Europa orientale comunista e unione sovietica in particolare un trauma
collettivo.

Con lui muore un tiranno sanguinario, un crudele uomo politico, un eroe per i comunisti e liberatore
dell’Europa orientale in base ai punti di vista.

Organizzò l’eliminazione dei kulaki e queste azioni vennero vissute in modo diverse dagli stati dell’Europa
orientale.

Culto della sua personalità fu poi predicato in paesi Europa orientale e gli elementi di questo culto sono
tanti ma a noi interessa uno in particolare ovvero che deresponsabilizza il leader. Il leader comunque fa
bene e se qualcosa è fatta male non è colpa sua in ogni caso. È un personaggio totalmente distaccato dalla
realtà anche se è decisivo nel contesto. Di culti della personalità ce ne sono stati tanti (attuale presidente
della federazione russa on effetti diversi però)

La deresponsabilizzazione lo rende una figura unica. La creazione del mito e culto del leader prevede
un’azione continua del leader per accrescere la sua popolarità.
Morto il leader di riferimento, il culto potrebbe trasferirsi sul successore ma non è sempre così, è spesso
legato a chi ha interpretato questo ruolo (es. ex Jugoslavia nel periodo del maresciallo Tito esso fu oggetto
di culto della personalità e interpretava benissimo la memoria partigiana, il mito basato su fondamenti
consolidati di liberazione della Jugoslavia da parte autonoma da occupanti nazi-fascisti; Tito era figura che
incarnava unità, aveva fatto della Jugoslavia una potenza e morto lui non si trova successore degno
all’eredità sua).

Stalin non designò un successore (limite delle democrazie popolari), di solito il cambio al vertice capitava in
maniera repentina per morte del predecessore, congiure o votazioni nei comitati centrali (infatti Kruscev
viene eletto). Morto Stalin ci furono funerali con milioni di persone che piangevano, mosca fu invasa dalle
persone in lutto; fu la morte anche di un capo molto duro e con la sua morte vengono fuori molti problemi
che il suo culto nascondeva.

La destalinizzazione non fu proprio omogenea, ognuno dei paesi dell’Europa orientale aveva una storia
differente e reagiscono tutti in modo diverso alla fine di Stalin; la messa in discussione dello stalinismo
avviene quasi subito e la destalinizzazione ha effetti differenti.

In partenza le conseguenze similari tra i paesi sono: generalizzando la fine di Stalin pose in ognuna delle
repubbliche il problema della continuazione del governo di stampo staliniano (si ritiene che con la sua
morte ci sarebbe stata più libertà) e irrigidimento del 45 in poi verso la società sarebbe dovuto diminuire

A Mosca inizia la destalinizzazione, fenomeno complesso che ha effetti e caratteristiche diversi nelle varie
repubbliche dell’Europa orientale. La fine di Stalin portò anche a inizio ricambio generazionale in tutta
Europa e con inizio della revisione dei processi in unione sovietica, anche in singoli stati Europa orientale
inizia la revisione del periodo di Stalin, revisione di carattere giudiziario in cui si contestavano i processi
farsa dove l’imputato entrava già da condannato, con prove precostituite. La revisione di alcuni di questi
processi portò a liberazione di molti prigionieri politici che stavano ancora in carcere, alcuni furono assolti
post-mortem ma fu ritenuto che si trattò di errore giudiziario. Personaggi come Gomulka tornarono in auge
nel partito e nei paesi di riferimento.

Non ci fu destalinizzazione in Albania di Enver Hoxha, Stalin era stato il suo modello e aveva creato sistema
simile a quello staliniano a tratti peggiori (paese che non divenne mai industrializzato).

Arriviamo al 1956 ovvero all’intervento sovietico in Ungheria.


12/05
EFFETTI DESTALINIZZAZIONE

Fenomeno complesso quello della destalinizzazione. Ci sono effetti comuni nei vari paesi che la subiscono,
ad esempio le élite al governo degli stati dell’Europa centro orientale applicavano ognuno in modo
differente principi del potere staliniano. Le élite al potere non avevano intenzione di destalinizzare perché
avrebbe messo in discussione il loro potere anche, che ritenevano giusto e funzionale. Tutti i segretari di
partito ressero a questa spinta a destalinizzare che arrivava da mosca. Mosca voleva un allentamento del
controllo sulla società ovvero un minimo di liberalizzazione ma le élite al potere non volevano che ciò
accadesse. Le frange non staliniane iniziarono a vedere in Kruscev la possibilità di una via nazionale al
socialismo. La società civile iniziò a sfruttare questo nuovo clima di liberalizzazione per chiedere di più,
alcuni settori chiedevano determinate cose come gli intellettuali. Si crea una sorta di dissenso nei confronti
dei governi, criticavano e non accettavano l’operato del governo.

Gli effetti della destalinizzazione nel lungo periodo furono molto rilevanti, primo fra tutti il ’56 ungherese e
il ’68 di Praga. In nessuno dei due casi si voleva puntare ad arrivare a delle democrazie di stampo
parlamentare. Nella primavera di Praga si applicò un comunismo dal volto umano e questi comunisti furono
quelli che avevano partecipato alle elezioni regolari contribuendo alla costituzione del governo (erano
comunisti convinti, non volevano eliminare il comunismo ma riformarlo). La loro critica partiva dal fatto che
il marxismo leninismo fosse stato fuorviato e che la società dovesse essere fatta tornare sulla retta via,
tornando alle origini de potere bolscevico quando ancora c’era dibattito e libertà. Volevano arrivare a
maggiore dialogo. e una volta giunti alla piena contestazione del governo cecoslovacco iniziano a farsi
spazio delle idee di intellettuali e studenti che iniziano a chiedere libertà di pensiero e di critica e di riunione
ritenendo che tutto ciò, quando venne vietato, avesse svalutato l’idea originaria del marxismo-leninismo.
Situazione degenerò quando all’interno di questa discussione quando nel ’68 venne messo in dubbio il
ruolo primario del partito comunista. All’epoca il partito comunista era indicato come unico e solo
interprete della società, una volta messo in dubbio e contestato il suo ruolo questo avrebbe avuto un
effetto domino con gli altri paesi e questo determinò nel ’68 l’intervento sovietico (tutti i paesi sovietici
intervennero tranne le truppe rumene). La popolazione cecoslovacca reagì poco e molto presto vennero
occupate Praga e tutta la Cecoslovacchia.
Lungheria del ’56 le motivazioni di base all’origine solo l’allentamento del controllo sulla società e la presa
di forza delle idee di intellettuali che chiedevano qualcosa di diverso. A destalinizzazione ungherese si avvia
perché il segretario comunista ungherese (considerato il miglior allievo di Stalin) aveva portato avanti
politica economica non ottimale per l’Ungheria e una stretta molto forte sulla società. Richiesta di revisione
di molti processi portarono alla riabilitazione di molti personaggi politici come Nagy (aveva tentato una via
ungherese al socialismo) e Kadar. Nagy sarà presidente del consiglio e poi segretario del partito. Il tentativo
ungherese è un tentativo di cambiamento del sistema che si evolve per gradi: prima una contestazione in
riguardo ad un intervento della polizia (effettuata da parte di studenti). Nagy aveva cambiato un po’ la
visione economica, allentando il controllo sulla società diventa più facile criticare e discutere. Nagy
introduce riforme molto contestate da membri del partito filo-staliniani e viene destituito, nel frattempo
Kadar si avvicina alla parte del partito vicina a Mosca. In particolare, l’ambasciatore sovietico in Ungheria
era Andropov (futuro segretario del KGB e futuro presidente del partito, mentore di Gorbaciov)
Cosa causa l’intervento?
Da errori politici di Nagy: primo voler calcare la mano nel processo di liberalizzazione della vita politica
ungherese attraverso (fine estate ’56) il progetto di creare governo in cui fossero presenti anche il partito
dei piccoli proprietari e del partito antecedente al socialismo (multipartitismo con anche partiti borghesi e
questo infliggeva colpo forte al processo di socializzazione dello stato in Ungheria in atto, rappresentava
per molti un tradimento, un attacco di tipo reazionario, una restaurazione richiamando al governo elementi
appartenenti al regime dell’ammiraglio Horthy).
L’altro errore politico (a 12 anni da Primavera di Praga) fu quello di chiedere la neutralizzazione
dell’Ungheria (con modello l’Austria) e conseguente uscita dal patto di Varsavia. La neutralizzazione e la
richiesta fatta dall’Ungheria avvenne già quando la situazione era irrisolvibile e il governo ombra di Kadar
che si era formato con appoggio sovietici aveva già iniziato a porsi come forza di opposizione al governo di
Nagy. L’intervento sovietico fu estremamente duro inizialmente il processo di occupazione non fu positivo
perché le truppe stanziate lì dal ’45 erano costituite da militari che si erano sposati con ungheresi e si erano
“integrati” e in più c’era la reazione da parte ungherese. Ci fu un crescendo delle ostilità, prima scioperi poi
manifestazioni, ci fu l’intervento della polizia segreta e alla fine il governo legittimo di Budapest non riesce
più a governare la piazza e alla fine la piazza chiede un cambiamento di governo. Si voleva una modifica
della struttura governativa e l’accettazione del multipartitismo. Con inizio ostilità in ottobre ’56 ci furono
delle ripercussioni in campo internazionale.
Il contesto internazionale quanto influì?
La destalinizzazione influì ma non solo questa.
In Polonia, in cui c’era stata destalinizzazione, aveva iniziato a protestare per il carovita (dal gennaio ’56 ci
furono molti scioperi con interventi duri da parte della milizia polacca). Gli studenti di Budapest e gli operai
scesero in piazza per manifestare e sostenere gli scioperi polacchi contestando l’inefficienza del sistema,
non la struttura stessa del sistema.
In sostegno dei polacchi, i protestanti ungheresi scesero in piazza con grande clamore.
Allargando il contesto internazionale, uscendo dal blocco sovietico, si vede che il ’56 è ricco di avvenimenti
(crisi di Suez, URSS prende le parti dei paesi arabi, USA dicono a UK e Francia che qualora volessero
intervenire a favore di Israele e contro l’Egitto allora se la sarebbero dovuti vedere da soli), c’è una
definitiva regionalizzazione delle potenze europee (britannici e francesi erano state ridotti a potenze
regionali, potenze a sfondo europeo). La stampa occidentale mandava messaggi mal interpretati
dall’Ungheria dove si era fatto il convincimento che l’Occidente sarebbe intervenuto a difendere l’Ungheria
qualora il tentativo ungherese fosse andato male. Nagy non aveva questa illusione.
Scoppia una vera e propria guerra con 2 mesi durissimi di scontri. Inizialmente la rivolta ungherese riesce a
prendere il controllo di Budapest oi la situazione si ribalta con veri e propri processi sommari. Quando i
sovietici intervennero in maniera pesante, non c’era nessuna chance per i rivoltosi ungheresi e a fine
novembre la guerra era già finita con molti morti e molte ripercussioni. Nagy sarà consegnato dagli
jugoslavi alla polizia politica ungherese e dopo un breve processo venne giustiziato. Nell’89 il governo
celebrerà i funerali di stato per Nagy.

Come reagisce il contesto internazionale?


La sede più opportuna per bloccare l’invasione sovietica era l’ONU e quindi Nagy prima di essere catturato,
dopo un annuncio drammatico fatto alla radio chiese l’intervento dell’ONU. L’ONU non intervenne per la
presenza sovietica nel Consiglio di sicurezza (diritto di veto e principio dell’unanimità). Arrivati ad uno
stallo, il Consiglio non votò nulla riguardo all’intervento sovietico in Ungheria e l’unico stato che chiese
l’espulsione della Russia dall’ONU e chiese che intervenissero i caschi blu fu l’Italia. Dunque l’Ungheria
rimase da sola e inizia fase dei profughi (circa 250 mila profughi ungheresi). Tito si faceva pagare per
accogliere i profughi (venivano usati dei fondi internazionali). Parte dei profughi riuscirono a rientrare poi,
grazie ad una legge speciale che venne approvata; invece dalla Cecoslovacchia partirono solo quelli che
vennero perseguitati dopo la soppressione della rivolta: gli intellettuali (in quel contesto nacquero vari
personaggi politici come il futuro presidente).

Ci fu una reazione comune ai due casi, nella reazione dei partiti europei.
Come reagirono i partiti comunisti europei?
Inizialmente, i partiti comunisti europei ebbero delle perplessità rispetto all’intervento del ’56. In Italia fu
scritta una lettera, sostenendo ufficialmente l’intervento sovietico del’56 (anche il partito comunista
francese) invece il ’68 causò reazioni differenti in occidente. Ci furono pareri discordanti, non condanne
esplicite da parte del PCI italiano, nei confronti di questi interventi soprattutto perché Dubcek non disse mai
di voler diventare un leader di stampo occidentale, in Cecoslovacchia non si voleva cambiare regime, solo
riforme. Le conseguenze del ’68 nei partiti comunisti europei furono
Nel panorama internazionale, l’anno del ’68 è l’anno della contestazione su tutti i livelli e che si espanse
anche in Europa centro-orientale.
Per quanto riguarda gli aspetti economici del post-stalinismo, il ’55 l’anno della destalinizzazione e arrivo di
Kruscev coincise con cambiamento nella politica economica sovietica. Kruscev si mosse verso l’ennesima
riforma agraria sovietica (in realtà era il servizio dei trasporti sovietico che non funzionava) e per
aumentare il quantitativo di merce prodotta dall’agricoltura si puntò sull’intensificazione di determinate
colture (es. granturco). Da questo derivarono 2 conseguenze importanti: la necessità di un ulteriore
cambiamento all’interno della struttura agraria sovietica e si inventivo l’suo di fertilizzanti chimici
(aumentano nel breve periodo la produttività ma nel lungo periodo uccidono il suolo e abbassano la
produttività).
Nel settore Europa centro- orientale, 2 stati non ebbero mai problemi legati all’agricoltura: l’Ungheria e la
Bulgaria. L’Ungheria di Kadar (abile per salire al potere), una volta salito al potere, egli non impose più la
costituzione di cooperative, le campagne divennero più libere nella produzione e il controllo dello stato
divenne meno forte. La Bulgaria attuò qualcosa di simile e per questo non ebbero mai problemi di dover
importare i beni dall’estero. Chi importava riscontrava il problema del debito pubblico estero. Aiuto
dell’URSS alle repubbliche alleate erano sostanziosi, ma avvicinandosi agli anni ’80 e aumentando di nuovo
lo scontro con usa, si ridussero i finanziamenti.

Aspetto agrario fu fondamentale nella crisi del comunismo. Dove riforme agrarie furono portare avanti fino
all’estrema conseguenza la produttività crollo.

Debito estero  paesi Europa centro orientali erano parte del Comecon (venne creato dopo la rinuncia al
Piano Marshall), che aveva un sistema di scambi basato sulle merci, non sulla moneta. Avevano tentato di
introdurre principio della divisione del lavoro (ogni Stato specializzato in un settore) ma questa divisione
non rispettò le esigenze e intenzioni dei singoli Stati. Quindi Stati che avevano risorse energetiche per
sostenere l’industria pesante (es. Romania, a cui venne assegnata una categoria si Stato agricolo) vennero
indirizzati verso l’agricoltura. Questo creò grandi disagi e aspettative che non vennero soddisfatte.
Ceausescu era convinto che Romania potesse avere contemporaneamente sviluppo industriale e agricolo
creando delle città agricole (centri urbani costituiti da contadini che lavoravano nelle campagne). Queste
città non funzionarono.
16/05
LA MUSICA E LA GUERRA FREDDA

L’unione sovietica, ma in generale il blocco sovietico, aveva in più rispetto al blocco occidentale l’ideologia e
il credo portata avanti anche dai partiti comunisti sparsi per tutto il mondo. Gli USA e il blocco occidentale
avevano la potenza economica e la potenza della cultura americana diffusa nelle varie regioni mondiali.

Inizialmente dobbiamo iniziare a capire quando la cultura statunitense inizia a diffondersi in Europa e come
reagisce l’Europa orientale.

Le tre scansioni su cui lavoreremo sono il cinema che si diffonde attraverso i media statunitensi anche in
Europa, la cultura intesa come romanzi e scritti e infine la musica (alcuni scritti musicali che si diffusero in
Europa a partire dalla prima guerra mondiale fino al crollo dell’URSS, è quindi un’analisi di medio periodo.

Politicamente in Europa arriva la nuova potenza che è quella statunitense, con la fine della prima guerra
mondiale arriva in massa la cultura statunitense e dopo la seconda guerra mondiale diventerà forte perché
sarà parte di un progetto politico usato per controbattere l’ideologia di stampo sovietico. La reazione
dell’Europa centro-orientale per capirla dobbiamo andare negli USA. Il 1919 corrisponde all’ascesa usa a
grande potenza mondiale, forte presenza in usa di grosse minoranze europee che mantenevano la loro
cultura e la esportavano.

Principali generi musicali iniziano ad essere ascoltati in Europa verso la fine della prima guerra mondiale
perché in usa era comune far accompagnare le truppe all’estero da complessi musicali e orchestre perché
l’organizzazione del tempo libero era curata, mirava ad una ripresa psicologica del soldato, team di
assistenza a tutto tondo. Si pensava al benessere del soldato. Le orchestre che suonavano diffondevano la
musica statunitense. Musica che inizio ad essere ascoltata, era musica importata da un a forza che stava
contribuendo in modo determinante a vincere ka guerra, ed era una musica che piaceva perché parlava e si
rivolgeva ad una parte dell’animo solitamente trascurata. Iniziò a piacere anche nell’Europa orientale. Nel
1919 il jazz sbarca in Europa seguito del ballo del fox trot e nell’ottobre del 1922 (poco dopo Rivoluzione
d’Ottobre) il jazz debuttò in unione sovietica. È il jazz degli inizia, ancora accettato. Viene percepito come la
musica di un popolo sofferente (i neri) e quindi viene fatto proprio anche dai protagonisti della rivoluzione.
Valentin Parnakh (1891-1951) fondò la “Prima Orchestra Eccentrica della Repubblica Socialista Federata
Russa - Valentin Parnakh’s Jazz Band”. Era di origine ebraica, famiglia di artisti. Scappò in Francia e venne
eletto “re dei boemi di Parigi”. Con la Rivoluzione d’Ottobre rientra in patria portandosi dietro molti
studenti e fondò la prima band jazz. Praticava un genere di jazz in stile New Orleans e nel maggio 1923 si
esibì davanti ai membri del Comintern e venne fatto notare come in URSS il jazz venisse accettato dalla
gerarchia politica e negli USA no. Inizia penetrazione del jazz anche nel resto d’Europa, dove all’inizio ci fu
qualche remora perché c’erano culture diverse. Musicisti usa cominciarono a esibirsi in URSS (maggior
parte di colore e accettati perché parte di una popolazione sofferente). Più avanti il jazz viene vietato
perché era sego di ribellione e mancato rispetto di schemi e autorità. Più URSS si chiudeva in sé stessa più
osteggiava questo tipo di manifestazione di liberta.

Usa faranno parte anche della seconda guerra mondiale e ripetono gli schemi di accompagnamento delle
truppe. Il jazz era uno dei generi più ascoltati dalle truppe statunitensi. Questo genere era ascoltato anche
dalle truppe dell’Armata rossa e per questo fu costretta a creare anch’essa un sistema di piccole orchestre
musicali che andavano a suonare nelle compagnie e nei luoghi distanti dalla prima linea e furono costrette a
suonare jazz. Il dato che preoccupa i commissari politici al seguito delle truppe è che piacesse tanto questo
genere.

Finisce la guerra e si inserisce nel contesto internazionale: la cultura usa stavano affermando la propria
presenza come cultura dominante in occidente, soprattutto in Europa occidentale. La cultura statunitense si
affermava con il cinema perché in Europa c’era stata una produzione cinematografica molto importante e
gli usa avevano tanti soldi e avevano l’azione delle grandi società cinematografiche di Hollywood. In Italia
c’era stata grande produzione cinematografica (Cinecittà voluto da mussolini) producendo fil molto
importanti in cui mito di Roma viene esaltato. A Cinecittà gli americani vennero a giurare molti film
(esempio di Ben Hur). Il cinema statunitense si afferma in questo modo, aveva avuto molto successo nel
genere western e dei musical (piacevano tanto a Stalin). La letteratura si afferma con la traduzione dei
classici della cultura statunitense. E infine si afferma la musica che era già conosciuta. Orchestre usa
cominciano ad esibirsi nei teatri. In Europa orientale armata rossa organizzava e si esibiva con danze
popolari, ma la popolazione avrebbe voluto altro.
Gli usa erano tornati ad essere un mito. Musica era espressione di uno stile di vita che si voleva vincente.
Era potenza vincente che portava aiuti alla popolazione.
La cultura statunitense inoltre si espandeva perché piaceva e per questo la cultura usa era accettata e
apprezzata. Aggiungiamo il fatto che in Europa erano presenti i familiari di chi se n’era andato negli USA e
ricevendo le lettere si rendevano conto che avevano trovato la fortuna negli USA e quindi la cultura
statunitense rappresentava la cultura di chi ce l’aveva fatta.

Il secondo dopo guerra fu diverso rispetto al primo. La seconda guerra mondiale coinvolge del tutto le
popolazioni ed ha risvolto di carattere ideologico che si raffigura come uno scontro fra civiltà. L’inizio della
guerra fredda, scontro fra culture diverse e dura qualche decina d’anni. Negli USA si elabora una strategia
di contenimento e lotta al comunismo e di conquista culturale dell’Europa occidentale e farla una base per
la lotta culturale diretta contro il comunismo. Visione strategica in forza della quale ci sarebbe stata
possibilità di attaccare ideologia alle basi. Musica come strategia per conquista dei giovani non solo
europei.

Jazz dava possibilità di dare visione è particolare degli USA. Nell’esercito degli USA combatterono le
popolazioni di origine africana che in patria non avevano diritti. Per uno stato che stava esportando la sua
cultura come soft-power questo non era un bene. Il jazz dava invece, esportando all’estero, perché suonato
da band di colore e originato nei ghetti e comunità afro statunitensi, l’immagine di una nazione non
razzista. Jazz ebbe più libertà di espansione in Europa, che negli USA (esempio del rock’n’roll che verrà
bandito negli USA).

In base a questo principio politico in cui c’era questa visione strategica della musica nel ruolo decisivo
contro il comunismo, nasce la “Cold War Jazz Crusade”. Il jazz sarebbe stato un’arma in questa crociate e
per essere utilizzata doveva essere rafforzata e diffusa. La diffusione sarà una diffusione fatta soprattutto
prima dalle orchestre che viaggiavano con esercito statunitense, ma era un ascolto che proveniva grazie alle
radio. A seguito delle forze armate usa c’erano radio che trasmettevano musica. Era musica ben precisa che
veniva trasmessa con messaggio di serenità e quotidianità. Durante la guerra del Vietnam si rompe questa
cultura della serenità, era musica aggressiva (no più visione idilliaca).
In Europa in secondo dopo guerra iniziano ad ascoltare Cole Porter, Duke Elligton, Gershwin, …
La diffusione di questi artisti fu rapida e accettata nel resto dell’Europa occidentale (in Gran Bretagna erano
già ascoltati e anche in Europa centro-orientale). Ci fu una prima reazione a questa penetrazione
nell’Europa centro-orientale che fu fatta in URSS dalla Komsomol (organizzazione della gioventù
comunista), la quale aprì jazz club in tutta l’unione. Viene fatta una lotta contro la chiesa perché entra in
gioco l’educazione dei giovani, dei futuri dirigenti. Non si vuole che la religione abbia un ruolo nella
formazione della gioventù. Se non si può eliminare il fenomeno, è meglio gestirlo e per questo jazz club
vennero costruiti in tutta l’unione.
Il 9 settembre 1956, in USA c’erano già i talkshow televisivi, e all’Ed Sullivan Show si esibì Elvis Presley. È la
data in cui si fa nascere il rock’n’roll. Il rock’n’roll ebbe il tagliandino di pratica di danza indecente (come
anche il tango). Il nuovo genere è considerato un figlio del rhythm’n’blues dunque della musica nera, era un
genere impetuoso che esprimeva trasgressione razziale e sessuale e politica. Aveva tutte le caratteristiche
per essere dannato. Il rock’n’roll ebbe più grande e libera diffusione in Europa piuttosto che in USA.
Messaggio molto forte di libertà. Fu ritenuto una minaccia ai codici di rispettabilità che regolavano la
sessualità dei giovani. Società anni ’50 era società statunitense con delle ripercussioni in Europa. Nel
settembre del ’56 stava per accadere la rivoluzione ungherese e della crisi di Suez, è in corso la rivoluzione
bellica in estremo oriente e Kruscev ha minacciato l’uso dell’arma nucleare contro Francia e Gran Bretagna
se avessero aiutato Israele. Il rock’n’roll in questo contesto è esplosivo, crea rottura con il precedente.

CIA E LA CROCIATA CONTRO I BOLSCEVICHI

La cis si pose il problema (in origine era l’OSS) del mantenimento e diffusione della cultura statunitense per
il suo ruolo strategico. Il problema della diffusione della cultura avrebbe potuto portare a delle reazioni da
parte della popolazione, avrebbe potuto avere un effetto contrario rispetto a quello di partenza. La
popolazione forse non avrebbe accettato la presenza di soldati statunitensi ed è proprio quello che
succedeva in Europa dell’est con le basi militari e soldati dell’armata rossa. Gli usa affrontarono il problema
in maniera più fantasiosa. A bagnoli in Campania c’era il comando nato per il fronte dell’est e c’era tanta
presenza di militari e ciò poteva essere molto impattante sul territorio e sulla popolazione locale. Le
autorità italiane avrebbero potuto reagire male a questa presenza. Quindi oltre al contegno (doveva
rispettare canoni indicati dai vertici statunitensi: ogni militare statunitense rappresentava lì dov’era
direttamente la nazione e quindi doveva avere un comportamento rispettoso e non lesivo della libertà degli
altri) doveva esserci accettazione sia della presenza che della cultura statunitense. Presenza perché gli
americani dovevano essere quantomeno tollerati e la cultura dava la possibilità di essere meglio accettati: si
esportò in Europa e Bagnoli buona parte della cultura statunitense e si esportò anche ciò che all’interno
degli USA non era particolarmente spendibile perché contrario a determinanti principi (si esportarono film
con proiezioni all’aperto, vennero finanziate produzioni cinematografiche e i film statunitensi furono
doppiati; il modo in cui la popolazione ne fruì in questo modo di più perché li capivano). Il mezzo principale,
quello più semplice era la musica e si punto di nuovo sul jazz, a Bagnoli venne creata una centrale radio
potentissima, che copriva tutta la parte balcanica e arrivava quasi alla Bielorussia. A Napoli nacque l’Allied
Forces Network, musica e soprattutto informazione (vista dal punto di vista statunitense, diretta verso i
paesi dell’est). La

CIA finanziò un altro strumento di penetrazione, ovvero la pubblicazione di libri che furono diffusi in Europa
orientale. Da Bagnoli inizia la diffusione di programmi musicali, di approfondimento giornalistico, si trattava
di libri e tutto era basato sullo stile di vita occidentale e statunitense.
Nel secondo dopo guerra si afferma l’american way of life nel cibo, nella cultura televisiva e ciò era visto in
Europa in modo diverso in base alla cultura.

I paesi dell’Europa orientale percepiscono tutto ciò e c’erano già delle tradizioni ben consolidate nelle quali
si stava inserendo la cultura di stampo sovietico. Quindi l’offerta che arrivava dall’occidente di musica, film
e letteratura era un’offerta che doveva essere diversificata per ognuno dei paesi a cui si rivolgeva. Questo
presupponeva una spesa enorme perché c’erano tantissime culture diverse e per questo il progetto della
CIA fu molto oculato.

Tutta questa attività creò una coscienza alternativa nei paesi dell’est o fu uno spreco parziale di risorse?
Le trasmissioni che la CIA organizzò piacevano al territorio italiano e tedesco occidentale, dovevano avere
anche informazioni reali e attinenti. Il problema nacque quando si dovette andare a raccontare le guerre in
cui erano coinvolti gli USA (Corea, Vietnam, …). Le crociate fatte con le informazioni tendono a dare illusioni
(esempio ungheresi convinti che USA sarebbero intervenuti a suo favore nel 1956). KGB che operava
all’estero aveva atteggiamento simile a quello della CIA. KGB guida e gli altri paesi operano secondo gli
ordini. Il PCUS sovietico faceva opera di propaganda in maniera indipendente dal KGB. L’azione culturale
era fondamentale, avveniva con la stampa di libri che soprattutto trattavano di Lenin e del marxismo-
leninismo di impronta staliniana, dei successi del comunismo. Siamo di fronte a due sistemi che si
combattono con le stesse armi e con l’intenzione di rompere l’uno il sistema dell’altro.
Questa crociata si diffonde fino a evento particolare che sconvolge i rapporti all’interno dei blocchi, ovvero
la contestazione giovanile del ’68. Momento in cui si penso che la società statica (basata sul profitto,
gerarchia, educazione inquadrata, militarismo estremo) potesse essere buttato via e sostituito da un nuovo
mondo in cui tutti si sarebbero voluti bene (sincretismo tra pacifismo, idee religiose e idea liberta). Fu una
breve stagione quella del ’68 perché si dovette fare i conti con una realtà a diversa da quella che si era
desiderata. Nei paesi dell’est, il dissenso giovanile venne espresso con manifestazioni, contestazioni nei
confronti del partito. Il blocco venne contestato dall’interno. Nell’est società era molto più controllata. Il ’68
nell’est iniziò ad essere represso quando venne considerato destabilizzante. Tale contestazione la si
ritroverà nell’abbigliamento, nella musica ascoltata.

La domanda è: chi contestava nell’Europa orientale, quale parte della popolazione contestava?
In Europa occidentale e USA furono soprattutto gli studenti, la parte operaia arrivo dopo ma contestando
cose diverse. In Europa orientale fu una nuova classe politica in paesi in cui non avrebbero dovuto esistere,
fu la fascia giovanile figlio dei funzionari di partito, che pur rimanendo distanti da attività politica ebbero la
possibilità di contestare il regime al potere. In URSS ci fu il movimento degli stilagi.
La contestazione in Europa orientale arriva quasi un anno dopo rispetto a quella che ci fu in occidente.
Nonostante questa contestazione venne eliminata, essa continuò ad essere presente e sarà da essa stessa
che nasceranno le contestazioni quelle più serie in cui il dissenso (protesta, manifestazione, presenza in
piazze) si trasformerà in opposizione (in cui il dissenso costruisce programma politico e si presenta come
alternativa al potere costituito).
17/05
L’elemento che fa da collante che spiega come in poco tempo la popolazione apparentemente subordinata
al regime, iniziò a scendere nelle piazze e abbatté anche il muro di Berlino, si spiega se riusciamo a capire
che nei paesi dell’est era comunque presente il dissenso e il mondo comunista non era chiuso a tutto,
all’interno delle società c’erano fermenti di dissenso che si trasformò in opposizione grazie a fattori esterni,
primo fra tutti la conferenza di Helsinki.

La musica è strumento per spiegare ciò che accadde in quel periodo, è fondamentale perché era presente
in quella massa di popolazione nata dopo l’avvento del comunismo e intorno agli anni ’60 si trovò in un
sistema in cui molte cose erano garantite. L’esistenza di una cultura che univa le diverse comunità giovanili
dei paesi dell’est, ci fa capire l’esistenza del dissenso in questi paesi e aiutano a spiegare la rottura
improvvisa (rottura immediata ma ragioni erano già presenti dagli anni ’60). La musica era la stessa
ascoltata da tutti, anche se con sensibilità diverse e influenzò la gioventù che non era attirata dal partito,
dalla sua organizzazione. Attività. Dove la società era più controllata, la penetrazione fu più rapida perché
anche nelle società più autoritarie erano lasciati volutamente dei margini in cui si potesse vivere in modo
più distaccato dall’ideologia rispettandone solo i canoni.

Come reagì URSS a penetrazione della cultura occidentale, della musica occidentale?

Andrej Zdanov (1896-1948) presidente del soviet supremo dal 1945 al 1948, fu promotore di una politica
culturale improntata al realismo socialista e alla repressione di ogni autonomia culturale. Fu il responsabile
culturale del soviet e si occupò di come la cultura dovesse essere strumento di applicazione dell’ideologia. I
segretari dei partiti dell’est Europa si ispiravano a lui. Mentalità repressiva verso spazi aperti della società.
Fedele collaboratore di Stalin.

LE POLITICHE CULTURALI DELLA CIA

La politica culturale dell’URSS era la conseguenza diretta di quella della CIA e la politica culturale della CIA
diede fuoco al dissenso nell’est.
Packet = programma, ovviamente segreto “per vincere senza combattere la III guerra mondiale”, scelta ben
precisa di soft power che sarebbe diventato hard power (cultura come strumento)

I partigiani della pace (finanziati dal KGB) sfilarono nel 1950n a New York. URSS finanziava tutti i movimenti
pacifisti in Europa. I partigiani della pace volevano politica di amore fraterno tra le due potenze, con la
supremazia dell’URSS però.

Organizzazione rispondevano a esigenze politiche degli stati finanziatori. In base al packet, a Berlino fu
organizzato un Congresso per la libertà della cultura, al quale aderirono figure di rilievo internazionale.
Erano finanziate da riviste nazionali importanti.

L’International Organizations Division della CIA applicando una direttiva del National Security Council,
operava per “dimostrare la superiorità dell’idea di libertà attraverso la sua applicazione costruttiva”,
finanziava le proteste che servivano a screditare il pensiero bolscevico ed esaltava quello
occidentale/americano (essenziale per il mantenimento dello stile di vita dei paesi occidentali).

Nel 1951 Truman fece una direttiva: il Psychological Strategic Board che si sarebbe occupato di guerra a
livello psicologico. Dipendevano diverse strutture radiofoniche molto potenti che trasmettevano in tutta
l’Europa centro-orientale. Da queste radio era diffuso un messaggio politico in cui si evidenziavano aspetti
molto negativi del mondo comunista e si evidenziavano invece quelli positivi occidentali. Il dipartimento di
stato americano finanziò la maggior parte di queste radio (tranne la BBC che non ne aveva bisogno). Questi
soldi servivano anche a pagare artisti che effettuavano tournées nei paesi dell’est (soprattutto jazz band)
come Dizzy Gillespie (’56-’57), L. Armstrong, Duke Ellington, Benny Goodman. Avevano anche il compito di
dimostrare che il problema del razzismo si stava risolvendo in quanto la maggior parte di questi artisti
erano afro-americani (imposizione di far partecipare a queste band anche musicisti bianchi e donne).
Armstrong era il più tenace, nel ’56 e ’57 ci furono disordini nelle comunità afroamericane in America e per
questo egli annullò le tournées.

Quel era l’accoglienza nell’Europa orientale?


Ad ascoltarli era soprattutto la fascia giovane della popolazione che stava vivendo la fase in cui i regimi si
stavano consolidando, quindi la fase più oppressiva nei confronti della popolazione.

Willis Conover, star della radio e speaker della BBC tra il ’55 e il ’96, fece trasmissioni intervallate da 45’ di
pop, 45’ di jazz e 15’ di notizie fatte in stile americano. Le radio servivano anche per trasmettere orini alle
spie che operavano nel territorio comunista. Nasce una vera e propria controinformazione e anche uno
spirito critico nei confronti della propria società.

Un caso specifico che riguarda la penetrazione della musica nei paesi dell’est. Ci occupiamo di un luogo in
cui il controllo era più forte: la Germania dell’est (1 spia ogni 5 persone). Sistema in cui la delazione era
diventata uno stile di vita, fidarsi di qualcuno era promiscuo. La Germania orientale in anni ’50 è occupata,
non c’è muro di Berlino, l’espatrio era facile (soprattutto i professionisti scappavano).

In ognuno dei paesi dell’Europa orientale c’era un ministero della cultura che si occupava di cultura in
generale e della musica.

Cultura aveva il ruolo di istruire e formare il popolo ai principi fondativi e presenti nel partito. Intellettuale
doveva applicare principi del socialismo reale “la forma è nulla, la motivazione politica realista è tutto”. Al
convegno del 1950 si affermò che non esisteva libertà di espressione, esistenza dell’arte in cui si stava
applicando il socialismo reale, arte strumento per la sua applicazione, quindi politica era superiore all’arte e
quest’ultima doveva sottostare alle direttive della politica.
Nel 1951 il jazz e lo swing furono denunciati come divertimento banale e di pessimo gusto con cui
l’imperialismo penetrava nelle menti dei lavoratori anestetizzandone le capacità. Siamo nel ’51, il governo
della Germania orientale si stava rafforzando e aveva bisogno di consenso perché aveva solo l’appoggio
dell0’unione sovietica. Il consenso interno era necessario, si deve creare e difendere. La lotta era contro
l’intero stile di vita americano e occidentale. Di pessimo gusto in che senso? Giudicati così perché stavano
facendo un paragone con la musica tedesca (principalmente classica e popolare). La parte giovanile della
popolazione non era molto propensa allo sport, la musica classica si studiava ma non era la musica della
libertà, era la musica che ti faceva studiare perché rappresentava la conservazione. Era una condanna del
mondo da cui questa musica proveniva, era una condanna che ai giovani piaceva (ai nazisti non piaceva il
jazz). Controllo della musica effettuato a livello comunale.

Le Commissioni Artistiche comunali con il compito di soddisfare i bisogni del popolo nel campo della musica
da intrattenimento e da ballo, decidevano chi poteva esibirsi. Sovrintendevano alla diffusione della musica.
A livello comunale c’era controllo delle varie orchestre e jazz band che nascevano in Germania orientale e
davano concessione per esibirsi (veniva dato solo dopo la comprovata situazione di regolarità come
l’iscrizione all’albo, il pagamento delle imposte, musica di una certo ambito). Controllo capillare che non
veniva rispettato dalle band giovanili (le pene inflitte non erano quindi così forti). La gioventù comunista era
fatta da tutti gli appartenenti ad una fascia d’età, sia da quelli iscritti al partito che quelli che ne stavano
fuori e se avessero iniziato a incarcerare tutti avrebbero probabilmente incarcerato anche i figli dei membri
del partito, il consenso era più importante.

Due anni di carcere a chi suonasse il jazz. Senza successo perché avrebbero riempito le carceri,
considerarono anche che i giovani erano il futuro dello stato. Quindi se non si può fermare il fenomeno
allora è meglio controllarlo attraverso l’azione del governo in direzione di pubblicazione di brani musicali.
L’etichetta AMIGA (unica) dal ’65 in poi pubblicherà dai Beatles (che avevano genere accettabile,
pubblicavano brani scelti) a Madonna e Michael Jackson.
(16,10 Marchi = 1/10 del salario di un apprendista; al mercato nero 1 LP costava 100 Marchi)
Fenomeno si espanse in maniera lecita così. L’ascolto della musica dell’Occidente in questo modo fu un
ascolto tollerato. La musica importata era cantata in inglese, non in tedesco e questo diffondeva la lingua
anche involontariamente.

IL BALLO

La musica fa ballare, ad esempio il rock.


Anni ’70, nella Germania orientale erano aperte 10000 sale da ballo e club giovanili (più tutti quelli non
autorizzati) e circa 12 milioni di frequentatori. Scarso interesse per la politica perché non si vede
prospettiva di cambiamento.

Venne stabilito un rapporto preciso per la trasmissione radio della musica 60 (musica di produzione
orientale) a 40 (musica proveniente dal resto del mondo) il rapporto tra musica prodotta in DDR e estera da
trasmettere per radio.

La musica doveva promuovere gli ideali socialisti quale ad esempio l’amor patrio (azione propagandistica).
Si inventò il Lipsi che era il nuovo ballo per stare attaccati, pur ballato vicini dava la sensazione di ballare da
lontano (musica di accompagnamento era una musica ibrida). Il Lipsi fu un fallimento assoluto in Germania
orientale, lo ballavano solo gli iscritti all’organizzazione civile del partito.

La noia della musica/ballo ufficiale. La svolta dopo il Muro. La noia è un grande strumento di contestazione
passiva.

I Beatles saranno presentati come espressione della ribellione giovanile contro un ordine sociale superato.
Questo avvenne dopo la costruzione del Muro e la contestazione che la politica fatta per governare il
fenomeno non era stata efficace. Si offre visone di un gruppo che in una zona proletaria si stava ribellando a
stile di vita ingiusto imposto dal capitalismo britannico. Questo perché potessero essere ascoltati in
un’ottica particolare.

IL GIRO DI VITE ’65-‘71

Dopo la costruzione del Muro ci fu questo giro di vite.


Inchiesta “la gioventù e l’amore”, che avrebbe dovuto chiarire al partito le condizioni della gioventù tedesca
e i risultati inorridirono il partito (47% dei ragazzi e il 21% delle ragazze avevano avuto il primo rapporto
prima dei 18 anni e non a fini matrimoniali). Si resero conto che non fu solo la musica a produrre questi
risultati. Honecker accusò i Beatles e i Rolling Stones di propagandare la non-cultura americana e lo stile di
via yankee. I disordini ai concerti degli Stones nei concerti del 1965 nella RFD non fecero certamente buona
pubblicità (feriti, devastazione del palco). Questo rafforzò idea che bisognasse dare una stretta alle libertà.

IPOTESI DI SPIEGAZIONE DEL CROLLO

Maggio 1962 dal mensile “Kortárs” (Contemporaneo), rivista edita in Ungheria in cui il fenomeno si vide in
maniera differente rispetto che in Germania est, con maggiore apertura e minore giro di vite (jazz non visto
come pericolo perché tradizione culturale ungherese ritenuta in grado di tenere il confronto). Con Kadar
concessione di alcune libertà per evitare che opposizione si costituisse di nuovo (introduzione di principi del
capitalismo). Non si spiegavano una tale partecipazione e entusiasmo per la musica che veniva dall’esterno,
ma in realtà questa dava la possibilità e la speranza di cambiamento:

Abbiamo cancellato l’immagine di Dio dal cielo, abbiamo cancellato l’idea di paradiso, abbiamo cancellato
l’idea della fine come salvezza e abbiamo fatto bene. Ma, cosa abbiamo dato ai nostri giovani in cambio dei
valori etici plurisecolari?
Cosa aveva dato il partito in cambio di questi valori (sbagliati) ma che erano presenti nella società da
migliaia di anni? Questo bisogna chiedersi per capire perché crolla tutto.

Non si dà una risposta, a posteriori si può dire che l’immagine di Dio non era ancora stata sostituita nel cielo
(i satelliti nello spazio ancora non c’erano stati). L’ideale del paradiso era stato sostituito dal tentativo di
costruire il migliore dei mondi possibili, era un mondo che non era stato costruito. Infine la salvezza c’era
stato un tentativo di sostituzione ma fu temporanea, ebbe poco tempo per consolidarsi ma per parte della
popolazione la sostituzione non ci fu. C’è una fascia giovanile della società che non appartiene al mondo
che gli adulti hanno costruito.

L’altra ipotesi riguarda alla dichiarazione dell’ambasciatore ungherese in Canada András Simonyi:
“a Copenaghen (…) ho ascoltato All my loving dei Beatles e mi sono detto: sono io, è la mia musica. Come
tanti altri ragazzi ascoltavo la musica rock, non capivamo le parole ma era la nostra musica, dovevamo farla
nostra: Hendrix, i Cream e Zappa, i Jefferson Airplan… suonavano la nostra musica”

Infine c’è il sociologo ungherese Iván Vitányi:


“La musica beat di per sé non è qualcosa di politico… pensarlo è arbitrario e di parte. I giovani cantavano e
urlavano come i Beatles perché in loro avevano trovato qualcosa di attrattivo: i capi del Partito erano vecchi
e imbolsiti, Max ed Engels apparivano relitti polverosi di un recente passato, mentre i Beatles erano giovani,
iconoclasti ed esuberanti.”
Sarebbe da aggiungere che i vari partiti comunisti furono contestati da una società che loro stessi
contribuirono a creare. La popolazione chiese cose che il partito non fu in grado di dare loro. Partiti
avevano paura di governare cambiamenti che loro stessi avevano contribuito a creare. Risposero alle
richieste con la restrizione completa, furono vittime di mancanza di coraggio.

La fine del comunismo porterà a conseguenze di carattere politico:


-la necessità di un ricollocamento internazionale degli stati ex comunisti che passavano da condizione di
alleanza strettissima con Unione Sovietica a doversi relazionare con il vecchio nemico
-come rapportarsi con il vecchio alleato e l’eventuale stato successore del vecchio alleato
-terza necessità era di avere accesso a fondi che consentissero il passaggio da economia pianificata a
economia capitalista.

Dovettero recuperare la loro sovranità. Dovevano fare delle scelte. Possibilità molto limitate. Necessità
maggiore era la sicurezza. Questo è ciò che li spinge a fare gruppo e creare il gruppo di Visegrad,
consapevoli che per ottenere finanziamenti si dovevano rivolgere alla CEE, cioè organismo internazionale in
cui c’è limitazione della sovranità. Avrebbero dovuto rinunciare a parte della propria sovranità appena
riconquistata. Unica possibilità per sicurezza era la NATO (perdita parte sovranità). Condizioni da soddisfare
con scelte imposte da NATO e CEE pe poterne fare parte. Questo spiega perché questi paesi per difendere
la loro sovranità dovettero ridurla. Causa che provoca la nascita del sovranismo come manifestazione
pratica del nazionalismo.
18/05
LE ORIGINI DEL SOVRANISMO

Il “ritorno” in Europa e l’allontanamento da essa

Polonia e Ungheria hanno politiche contrarie ai diritti civili come intesi nel resto d’Europa, ma possono
minare la stabilità europea o le situazioni interne ai paesi?

Faremo un’analisi di medio-lungo periodo dal 1848 fino a tutto il ‘900

Ci occuperemo anche del mito e principio culturale della Mitteleuropa

URSS come unione delle repubbliche socialiste sovietiche cessa di esistere nel dicembre 1991

Contesto internazionale in cui ci muoveremo:


-la crisi del sistema sovietico
o Ungheria e Polonia inserite in questo sistema, in cui esisteva attore principale che era URSS
(esistenza partito unico che aveva il primato, principio di supremazia dell’URSS)
o Crisi dell’attore principale del sistema avrebbe avuto una ricaduta su tutti gli altri attori del sistema
sovietico
-la politica di Gorbaciov (dopo Cernenko segretario del partito dal marzo ’95 – agosto ’91)
o rappresenta l’elemento di rottura, indica l’esistenza di una profonda crisi interna economica e
politica e sociale dell’URSS e lui si presenta di fronte a questa crisi con una politica che avrebbe
dovuto essere di riforme calate dall’alto
o lui inizia applicando tre principi: perestrojka, glasnost, uskorenie (avrebbero dovuto rappresentare
il progetto polittico di Gorbaciov)
-la perestrojka (ristrutturazione)
-la glasnost (termine comunemente tradotto con trasparenza)
-uskorenie (accelerazione) dell’economia

Perestrojka: ristrutturazione dello stato e del ruolo del partito, aveva forza dirompente

Glasnost: trasparenza degli atti e della politica, della formazione del processo politico

Uskorenie: avrebbe occupato quell’aspetto più duro della crisi sovietica ovvero dell’economia, in questi
anni in cui le guerre stellari tanto propagandate da Reagan e suo entourage di intelligence avevano causato
una nuova corsa agli armamenti (nuovo tentativo di riarmo attraverso l’investimento di ingentissime
somme di denaro); i sovietico pur essendo avanti nelle ricerche non avevano la forza economica per
portare avanti tutte queste iniziative, lo stato aveva bisogno di risorse, non era in grado di sostenere un
nuovo riarmo
Queste tre parole d’ordine, questi tre indirizzi politici saranno portati avanti con una sorta di accelerazione
e frenata ripetute, la perestrojka scombussolò tutta la struttura del partito e stato sovietico e più si
riformava più c’era l’impressione che Gorbaciov volesse tornare indietro per paura di cosa si stesse
andando a creare sostituendo ciò che c’era prima. La trasparenza era spesso autolesiva, per trasparenza
Gorbaciov consegnò i patti segreti del patto Molotov-Ribbentrop (spartizione segreta del resto dell’Europa
baltica). Accelerazione economia era il problema più grave da affrontare perché economia socialista partiva
da principi e presupposti cardine come la piena occupazione (impossibile raggiungerla) e tutto ciò provoco
una grave crisi in ideologica: il partito deve continuare a essere l’avanguardia dl movimento operaio?
La ristrutturazione avrebbe dovuto portare al multipartitismo in un periodo abbastanza lungo, ma ciò non
era condiviso da tanti e una parte della popolazione aveva altre aspirazioni. Ideologicamente è una crisi
forte dell’URSS, è una crisi di credibilità (iniziano dal ’56 quando quasi tutti i paesi dell’est si schierarono a
favore dell’intervento, per poi concretizzarsi nel ’68 con dei dubbi nascenti e infine con l’eurocomunismo si
prospettava un socialismo di stampo occidentale, con intervento in Afghanistan ci fu profonda crisi
ideologica sia interna che esterna)

Conseguenza della crisi dell’URSS:


Recupero inziale di sovranità nazionale nel Patto di Varsavia e nel Cominform. Gorbaciov portò avanti
politica nell’est che tentava di recuperare somme di denaro da destinare ad altri problemi. Questo
significava che rapporto con potenze alleate doveva essere modificato. Queste avrebbero dovuto
mantenere da sole le proprie forze militari, le forze russe si sarebbero ritirate, ognuno avrebbe potuto
seguire una propria via al socialismo (dottrina my way sostituì la dottrina Brezhnev)

ognuno dei paesi dell’Europa centro-orientale iniziò ad avere un maggiore margine di libertà nell’esercizio
della propria politica estera, con arrivo di Gorbaciov i paesi di questa zona iniziano ad avere margini di
sovranità e a gestire i propri affari in maniera sempre più indipendente.

Contesto internazionale agisce in elementi il cui il senso di nazionalità è sempre stato forte e presente.
Nel 1848 (primavera dei popoli) c’era stato il tentativo di creare degli stati nazionali indipendenti come in
Ungheria di Kossuth; rivolte contro i russi per affermare propria identità nazionale.
Con fine 2 guerra mondiale e inizio periodo comunista c’erano stati avvenimenti che dimostravano che
sentimento di identità nazionale fosse comunque presente, idea che all’interno del proprio stato si potesse
seguire via diversa a quella centrale. Ungheria vorrebbe diventare stato neutralizzato dopo il ’56. Il ’68
cecoslovacco nasce dal tentativo di creare una via cecoslovacca al socialismo. Pero ogni via nazionale era
stata perseguita, rimaneva idea nazionale radicata che al momento opportuno sarebbe ritornata in auge.

Aspetti particolari delle vie nazionali:

CECOSLOVACCHIA: patria di Havel, uno dei principali fautori del patto di Visegrad. Esisteva un forte spirito
nazionale e indipendentista che coincideva con divario tra le due parti del paese (Boemia e Moravia ricche
più rivolte verso l’occidente e protestanti, calvinisti e ussiti, Slovacchia più povera con economia agricola e
più vicina a Ungheria erano perlopiù cattolici conservatori).

Il ’68 di Praga nasce in atmosfera in cui si ascoltava musica occidentale e nasce soprattutto dal desiderio di
Bratislava di contestare la struttura unitaria dello stesso stato. Per ovviare le crisi tra le due identità fu
varata una nuova costituzione nel gennaio del 1969 e la Cecoslovacchia divenne una federazione di stati:
Cechia e Slovacchia recuperano così piccole fette di sovranità (parvenza, illusione). La costituzione doveva
evitare lo scollamento delle due anime cecoslovacche.

Il 23 aprile 1990 nacque la repubblica federale ceca e slovacca, per evitare che lo stato si scindesse. Parte
slovacca ottenne maggiore autonomia.
Dal fallimento del tentativo del 1993 darebbero nate le indipendenti repubbliche ceca e slovacca, due stati
separati con sovranità totale.
Principale protagonista e artefice della nascita del gruppo di Visegrad è un letterato e figlio della borghesia
cecoslovacca fu Václav Havel: il principio di sovranità limitata che era in crisi coincise negli ultimi anni ’80,
con il completamento del suo percorso da dissidente a leader della Cecoslovacchia.

Nel 1979 Havel aveva già scritto un saggio “il Potere dei senza potere” in cui non c’è nulla che faccia
accenno alla sovranità nazionale, è più un lavoro che tratta la libertà di ogni singolo individuo in strutture
politico-sociali totalizzatrici; il tema è la libertà che comporta anche scelte pericolose, totalizzazione delle
strutture non è solo quella comunista ma ne esistono anche di altro tipo, anche occidentale, libertà deve
essere rispettata, sia quella dell’individuo che quella dello stato, cioè possibilità di decidere la propria
politica, i propri rapporti, le proprie scelte, libertà della struttura nella quale l’individuo è inserito.

Pensiero di Havel è molto semplice ben organizzato. Suo riferimento in politica internazionale era l’Europa,
perché Cecoslovacchia e paesi centro-europei sono europei e non una sezione staccata.

Europa intesa come parte occidentale, che va fin al confine russo. L’Europa fu tra i principali argomenti del
discorso politico di Havel, la pensava nella sua interezza con quella definita come parte orientale essere il
limite, il confine dell’Europa intera alla quale attribuiva la responsabilità di non considerare questa sua area
come essenziale al proprio destino.
Havel era la figura di spicco del Forum civico (insieme degli intellettuali costituitosi dopo la firma degli
accordi di Helsinki) e dell’opposizione le cui richieste furono tra le altre l’aggancio all’Europa non comunista
con l’inserimento della Cecoslovacchia nel processo d’integrazione europea (CE di natura economica e non
politica) e la fine del ruolo dirigente del partito comunista (quando fecero questa richiesta si resero conto
che il ruolo del partito era già diminuito, il partito era in declino)

POLONIA: Tadeusz Mazowiecki fu il primo presidente del consiglio non comunista dal 24 agosto 1989, sotto
il suo governo Varsavia iniziò a attuare una politica estera basata sui propri interessi nazionali, ribaltando la
pratica secondo cui Mosca stabiliva la politica estera dei paesi alleati e ritornando a esercitare la propria
sovranità nazionale. Era un europeista convinto perché sa che la Polonia ha bisogno della comunità
europea (idea non condivisa dalla chiesa polacca che temeva che dal riavvicinamento e inserimento Polonia
in CE potesse esserci uno snaturamento dello spirito polacco. La polonia aveva bisogno di un aggancio
economico che desse stabilità e poi il raggiungimento di una condizione di sicurezza. La politica estera
polacca dal 1989 si caratterizzò anch’essa per l’obbiettivo del “ritorno in Europa”.

Gli avvenimenti internazionali andavano verso un recupero e consolidamento delle sovranità nazionali dei
paesi appartenenti al blocco sovietico e nasceva di conseguenza la necessità di una ridefinizione dei
rapporti internazionali. I precedenti che ci dicono come il principio di nazionalità fosse ancora presente in
Polonia sono rappresentati da: incarceramento di Wladyslaw Gomulka dal partito a causa del tentativo di
adeguare la riforma agraria alla situazione polacca, con l’accusa di deviazionismo nazionalista.

Senza il piano Balcerowicz (ministro dell’economia liberale) di “lacrime e sangue” (chiusura dei rami secchi
dell’industria, aumento dei prezzi per combatterla ma aumento dei livelli di disoccupazione e povertà,
scioperi e manifestazioni) il FMI non avrebbe concesso i finanziamenti necessari a sostegno della
transizione economica da un’economia di comando ad una di mercato.
Solidarnosc deve gestire contestazione a politica che era stata chiesta per ottenere finanziamenti. Polonia
di fatto subisce una limitazione della sovranità. Condizionamenti esterni. Quando questi scompaiono allora
si presenta il sovranismo.

Solidarnosc era la confederazione di tanti sindacati. Contestazione verso Solidarnosc che fino ad allora era
stato quello che contestava il potere. Solidarnosc univa tante anime e con scomparsa del nemico comune le
differenze scompaiono. Pochi iscritti, poco peso politico. Balcerowicz salvò la Polonia dall’inflazione
accettando gli investimenti del FMI.
UNGHERIA: memoria storica del ’56. Kadar capisce che va governata in modo diverso rispetto al resto del
mondo sovietico e vara una sorta di patto sociale tra il partito e la società in cui non si mette in discussione
il partito e in cambio c’è indulgenza controllata verso spazi di libertà ottenuti. Lo stato d’indulgenza
controllata era una manifestazione di autonomia da Mosca, di fatto un recupero di parti di sovranità
caratterizzato anche da un attivismo internazionale comunque in linea con Mosca ma era attivismo grazie al
quale Budapest divenne membro del FMI e della banca mondiale per la ricostruzione e lo sviluppo del
maggio e luglio 1982.

La proclamazione della Repubblica democratica ungherese avvenne il 23 ottobre 1989 e l’indizione di


elezioni libere e democratiche per l’anno successivo ( vuole dire multipartitismo, partecipazione
autorizzata dei partiti borghesi presenti prima dell’insaturazione del comunismo e anche di nuovi partiti),
ormai Kadar era vecchio.

Lo stato di indulgenza controllata porto alla fine del monopolio del partito.

La campagna elettorale del ’90 fu giocata su elementi fondamentali: fattore economico, poi il ritorno in
Europa (fu sentito ma non quanto in Cecoslovacchia e Polonia) e fu giocata sui temi del recupero della
dignità nazionale (sovranità nazionale)

La politica estera del nuovo governo insediatosi il 23 maggio 1990 perseguì, ma con accentuata velocità
questa volta, gli obiettivi del precedente.

SIGNIFICATO DEL RITORNO IN EUROPA

L’Europa era pronta a considerare la frazione centrale di essa, secondo la visione di Milan Kundera (scrittore
ceco), non soltanto come una parte in crisi dell’esausto blocco sovietico, ma come appartenente a una
comune famiglia culturale e spirituale interamente occidentale della quale era necessario rispettare
l’eredità identitaria? Kundera si interroga sul significato del ritorno in Europa (solo legato al vile denaro o
basato su unità culturale e spirituale)

Il precedente che riguarda l’unione di stati che avrebbero condiviso cose importanti in comune: Frantisek
Palacky (politologo e storico e giurista boemo) nella prima metà del XIX sec il quale auspicava la costruzione
in Europa centrale di un nucleo di nazioni sotto l’egida o la< guida di uno stato comune e forte all’interno
del quale le nazioni presenti avrebbero sviluppato le proprie caratteristiche e specificità. Pensa a una
cornice statuale, che al tempo era l’impero asburgico, che però egli voleva a tre gambe (con la componente
slava).

USO STRUMENTALE DELLA MITTELEUROPA

Ebbe varie declinazioni. In Germania ha sfondo di carattere politico, ma nella contemporaneità e nel
periodo in cui l’ha usato Havel (faceva leva su questo concetto per arrivare a Visegrad e riunire i tre paesi) è
un principio di appartenenza ad un unico pensiero culturale fatto di tradizione, appartenenza culturale. È
un elemento che unisce nella diversità.

Il principio di nazionalità, fatto di tradizioni culturali e quotidianità, declinato nella sua pluralità e nel
rispetto per esso all’interno di un contesto statuale – a suo tempo riconoscibile nell’impero asburgico – era
parte dell’idea di mitteleuropa.

Crollato l’impero, il valore principale dell’ideale mitteleuropeo, il rispetto per il principio di nazionalità,
iniziò a trasformarsi in nazionalismo, concetto del tutto alieno dall’essere un fattore unificante.
Il primo esempio di applicazione del concetto di sovranità si ebbe nelle trattative tra l’UE e la Polonia per
affrontare la questione agraria polacca. I polacchi avevano idea particolare di appartenenza all’UE (tanti
diritti e pochi doveri= e questo si traduceva nel fatto che i contadini polacchi producevano a costi molto
inferiori al resto dei contadini europei, quindi bisognava intervenire sui prezzi.
Allora i polacchi chiedevano che i prezzi fossero uguali e non calmierati e che i contadini polacchi
ricevessero un reddito uguale a quello dei contadini europei, quando ancora erano in corso le trattative per
l’entrata della Polonia.

Un altro aspetto era uno dei punti chiave dei trattati istitutivi dell’UE ovvero la libera circolazione dei
capitali e possibilità dei cittadini di acquistare terreni in paesi differenti.
Con 2 guerra mondiale c’era stata conquista di grande parte della Polonia da parte dei tedeschi, polacchi
poi ottennero territori tedeschi.
Dove non c’erano atti di proprietà temevano che, vista la ricchezza della Germania, i tedeschi avrebbero
ricomprato i terreni.
A opporsi nei confronti del processo unitario furono soprattutto le campagne. Propaganda basata su lesione
della sovranità polacca. Alla fine polacchi fecero la cosa più logica e accettarono una compensazione in
entrambi i casi in oggetto.
19/05
Perché dopo la morte nell’80 di Tito nel giro di 10 anni la Jugoslavia si disgregò e tornò a essere terreno di
battaglia sanguinoso. Fino all’80 la Jugoslavia era stato un territorio rispettabile in campo internazionale. Si
era creato orgoglio di essere jugoslavi. Era divenuto un piccolo stato con ruolo rilevante, con anche la
creazione del gruppo dei non allineati (rapporto con Nasser e possibilità di condizionare le scelte).
Dal ’45 all’80 uno stato che fino a qualche anno prima era sotto occupazione nazista diventa una potenza in
campo internazionale e il suo leader riuscì a sopravvivere al compagno Stalin e fare politica differente. Fu
l’unione sovietica che cercò di riavvicinarsi a Tito dopo averlo allontanato.

1945 finisce la 2 guerra mondiale e inizia analisi di tempo breve applicata al contesto internazionale: perché
nasce la Jugoslavia?

Jugoslavia è stato libero nel 1945 e si scrive che si è liberata da sola (tranne un limitato intervento
dell’Armata Rossa per via di accordi presi tra i leader in precedenza). Essendosi liberata da sola non ha
handicap limitativo di sovranità dato dalla presenza di truppe di liberazione/occupazione sovietiche.

Tito ha rilevante problema da affrontare: è lui la figura più forte e carismatico in Jugoslavia post 2 guerra
mondiale, i conti con i nemici interni erano stati saldati in corso d’opera della guerra (cechi e croati erano
stati eliminati)

Il non ancora maresciallo Tito ebbe il problema della tendenza nelle popolazioni jugoslave ad ammazzarsi
tra loro (lotte a stampo nazionale) e Croazia e Serbia erano gravitate nel tempo in due ree diverse in
Europa: Croazia era una parte dell’Impero Asburgico ed era sotto dominazione ungherese, dopo il 1848
ottenne maggiore autonomia e sviluppò proprio nazionalismo interno, si professava il cattolicesimo; Serbia
invece gravitava nell’area dell’impero ottomano e il cristianesimo era quello ortodosso

Dunque Tito dovette affrontare questo problema di conflittualità e presenza di identità nazionali differenti
fra loro.

La soluzione a cui pensò (ci pensò milovan jilas un intellettuale jugoslavo) fu di creare una federazione di
repubbliche socialiste che avrebbero mantenuto margini di autonomia che nel tempo diventarono sempre
più rilevanti
Nel 1946 c’è prima costituzione jugoslava e da questa costituzione la Jugoslvia nasce come repubblica
federale composta da 6 repubbliche (Slovenia, Croazia, Bosnia-Erzegovina, Montenegro, Macedonia e
Serbia) e 2 province autonome (Voivodina e Kosovo Metoja).

Le 2 province autonome erano sotto giurisdizione serba (provincia kosovara era per il 70% della
popolazione albanesi). Dal ‘46 in poi inizia trend che si consolida negli anni successivi: albanesi kosovari
chiederanno più autonomia e serbi diranno sempre di no. Ci sono quindi già contrati che vengono gestiti a
livello federale.

Una federazione non può però reggersi senza un potere centrale forte. Era necessario bilanciare il territorio
autonomo in cui potevano muoversi le repubbliche con degli strumenti che servissero per tenere unito lo
stato.

Questi fattori unitari (presenti a livello costituzionale) furono:


-la comune appartenenza alla matrice socialista
-la presenza nella repubblica federale di un collante molto forte rappresentato dalla Lega dei comunisti
jugoslavi. Termine Lega dava significato diverso ovvero di perone he si uniscono per dine determinato,
collante ideologico delle repubbliche federate. Ha inoltre il compito, la Lega, del controllo dell’applicazione
dei piani quinquennali.
Dal ’46 in poi inizia lento gioco di richiesta da parte delle repubbliche di sempre maggiore autonomia e
spazi di sovranità. Ci saranno 3 costituzioni in Jugoslavia (‘46, ’63, ‘74) che dovevano servire a controllare
l’evoluzione dei tempi, i processi di cambiamento
-altro collante era la persona di Tito, personaggio carismatico, rispettato in campo internazionale, osannato
dalla folla, sostenuto da culto della personalità di stampo jugoslavo (deresponsabilizzare sua personalità e
allo stesso tempo rafforzarne il suo carisma).

Tito era un personaggio alla cui immagine si associava la nuova Jugoslavia composta da popolazioni in pace
per la prima volta. Comincia vita politica da matrimonio in URSS dove fu prigioniero (aveva combattuto in
prima guerra mondiale come sergente dell’esercito austriaco). Non aveva nulla a che vedere con Serbia di
nascita. Estrema crudeltà nei confronti dei dissidenti e nemici. La figura di Tito è il collante principale
all’interno di repubblica federativa che sperimentò soluzioni nuove nel mondo comunista. È a lui
attribuibile la comprensione del ruolo giocato dalla situazione geografica della Jugoslavia (era il primo o
l’ultimo paese comunista in base al punto di vista), era sul limite e quindi nelle condizioni di svolgere
politica estera autonoma.

Vie nazionali negli altri paesi erano state bloccate dall’arrivo dell’Armata Rossa. Jugoslavia invece era
lontana dall’URSS e non aveva truppe sovietiche all’interno. Questa consapevolezza diede a Tito i margini di
autonomia che voleva. Allontanamento da Stalin. Iniziano praticamente subito. Politica estera di Tito è
completamente indipendente, che manifesta sovranità completa. Tito pensa a creazione di federazione con
Bulgaria e Albania. Nessuna delle due accettò perché si resero conto del ruolo dominante che avrebbe
avuto la Jugoslavia in una federazione (timore soprattutto albanese). La reazione sovietica e la cacciata da
Comintern di Tito avvengono proprio per tale motivo in quanto tutto ciò che avveniva in stati a sovranità
limitata doveva essere a consenso di Mosca all’interno di una cornice stabilita dall’URSS. Stalin non voleva
che Tito esercitasse un’autonomia così eccessiva da pensare di creare una federazione di stati Balcani e lo
accusò di voler fare gli interessi del mondo occidentale e americani. La Jugoslavia fu espulsa dal Comintern
e non fu più parte della grande fratellanza sovietica. La ricostruzione di quanto avvenne in quel periodo la si
può fare attraverso i documenti presenti presso archivio di stato a Roma (documentazione lasciata da
inviato del PCI a Varsavia durante le riunioni) e tramite le informazioni dell’intelligence britannica e italiana
che operò in quel periodo (presso l’ufficio del CSM dell’esercito). Tito valorizzò il suo essere solo, poteva in
questo modo muoversi in modo più libero soprattutto nel suo rapporto con l’occidente e stati uniti.

La Jugoslavia ebbe bisogno di cereali e furono gli USA a fornirglielo a prezzi bassissimi. Fu l’occidente che lo
aiutò in funzione antisovietica.
Applicò legge in modo diverso: legge del ’50 sull’autogestione riferita alle fabbriche e aziende e consisteva
nella maggior partecipazione degli operai alla determinazione della politica aziendale. C’era comunque un
piano economico generale, obiettivi da raggiungere ma modo in cui andavano raggiunti venivano scelti dai
consigli operai in modo autonomo. All’interno dell’autonomia c’era anche possibilità si decidere il salario,
spesso legati all’inflazione. Economia jugoslava diviene caso di studio per via dell’applicazione
dell’autogestione. Economia di pianificazione particolare (c’era presenza di stato ma aziende erano molto
autonomo)

Nel ’53 emanati emendamenti costituzionali: legge costituzionale sui principi dell’ordinamento sociopolitico
della repubblica federale popolare di Jugoslavia. Decisi gli organi della federazione, rapporto tra organi,
modo in cui le singole repubbliche erano regolate all’interno. Tito aveva carattere autoritario, c’era nella
Lega dei comunisti che non era favorevole a distacco da mosca e all’autogestione e contrario alla libertà.
Gilas fu uno dei 4 principali dirigenti del paese e fu arrestato per la sua critica nei confronti dei dirigenti
jugoslavi.

’56 inizia costituzione del movimento dei non allineati, erano paesi in via di sviluppo (principale era l’India,
poi l’Egitto di Nasser). Nel ’56 la prima riunione a Brioni (residenza principale di Tito) di Tito, Nehru e
Nasser. Era non allineamento di un gruppo di potenze nei confronti dello scontro in atto tra mondo
occidentale e orientale. Erano paesi terzi che giocavano ruolo autonomo per lucrare da questa situazione.
Questo movimento sarà una novità e dovranno fare i conti con queste potenze in sede ONU le grandi
potenze dove decidevano la condanna sugli interventi.

Nel ’63 nuova costituzione che ribadisce quanto fatto in precedenza.

Nel ’68 iniziano i primi scorti in Kosovo. Nel frattempo il primo piano quinquennale non aveva ottenuto i
risultati aspettati. Approvvigionamento di generi di prima necessità avveniva con acquisti dall’estero e
questo causò debiti. Jugoslavia aveva buone capacità negoziali essendo primo membro dei paesi non
allineati e la sua posizione geopolitica strategica. Nel ’56 quando vi fu il tentato movimento rivoluzionario di
Nagy fu posta in discussione la posizione di preminenza del partito comunista e Tito si espresse a favore
dell’intervento perché principio non doveva essere messo in discussione.

Struttura dello stato federale favorì crescita di alcun e delle repubbliche: Slovenia e Croazia furono quelle
che ebbero maggiori vantaggi dalla struttura autonoma. Basavano propri introiti essenzialmente sul
turismo. Croazia esportava anche. Favorite dalla loro posizione geografica e dall’abitudine antica a
commerciare con l’Europa. Interlocutori principali erano Austria, Germania e Italia. Nei rapporti italo-
jugoslavi pesavano però la questione di Trieste che verrà risolta con i Trattati di Osimo. Nel ’71 grazie a
questa struttura federale e alla capacità di esportare e avere introiti, in Croazia scoppia la Primavera croata
che viene fuori sulle onde della contestazione giovanile del ’68 che si sentiva anche lì (i territori jugoslavi
vedevano la televisione occidentale). I giovani croati protestavano perché chiedevano più libertà. Tale
fattore di contestazione giovanile si unisce a critica al sistema basata su rivendicazioni di carattere
economico. In buona sostanza i croati dicevano che producevano più reddito di quanto se ne produca nel
resto della federazione e allora perché devono inviare ricchezza prodotta a Bruxelles che la distribuisce al
resto della Jugoslavia. Erano loro a mantenere tutta la federazione. Croati chiedevano una maggiore
partecipazione nella distribuzione di quello che consideravano il loro reddito (non era proprio così). Nella
Primavera croata nel ’68 (primi fermenti) c’erano elementi di carattere nazionalista. Guerra finita 23 anni
prima, croati durante la guerra erano entità a parte che aveva lottato contro tito.si basano le rivendicazioni
economiche su elementi di stampo nazionalista.

In Jugoslavia il nazionalismo delle singole repubbliche fu messo da parte dalla nascita dello jugoslavismo
(nuovo concetto nazionale che si basava sull’appartenenza ad una patria federata in cui la propria cultura e
nazionalità era rispettata ma facendo parte di un’unica federazione che si incarnava nella figura di Tito).
Jugoslavismo si alimenta grazia ai successi internazionali della Jugoslavia. La dirigenza croata chiese ulteriori
margini di autonomia. Tito attuò repressione durissima nei confronti dei funzionari de partito che avevano
supportato le insurrezioni e in più fa varare nuova costituzione del 1974 in cui furono allargate le
autonomie (federalismo fu allargato ancora di più), le repubbliche ottennero maggiori prerogative (tra cui
quelle di recedere dalla federazione). ’74 anno fi passaggio perché si delinea ciò che accadrà. Tito si
ammalò di gotta. Tito muore il 4 maggio 1980 ed i suoi ultimi anni furono dolorosi per quanto riguarda la
salute. Sullo fondo della sua morte c’è una repubblica che iniziava a riavere fermenti di idee nazionali. 1980
è anno in cui inizia crisi ideologica del comunismo in campo internazionale. Nel frattempo con Kruscev si
era fatta la pace (Kruscev voleva riavvicinamento con Cina e Jugoslavia: con Jugoslavia ci riuscì, rapporti
migliori nel riconoscimento delle reciproche sovranità; con la Cina il Cremlino non riuscì a stabilire dei
rapporti buoni memori di come erano stati trattati da Stalin). Le notizie circa la sua malattia non erano
pubbliche per non svalutare la sua figura e per paura di quello che sarebbe successo dopo la sua morte.

Inizia la discussione sul dopo-Tito. Repubblica federativa aveva organo di presidenza pensato per dare
periodicamente la presidenza a uno dei presidenti delle repubbliche federative. 1981 albanesi kosovari
ricominciarono a chiedere autonomia. Serbi accusarono di esser prigionieri a a casa propria e di essere
svantaggiati nei confronti della popolazione albanese nell’area.

Ruolo della chiesa ortodossa in Serbia: Milosevic che è già al potere ebbe un sostegno della popolazione? La
chiesa quanto e perché sostenne Milosevic?

Chiesa ortodossa è determinante nella rinascita del nazionalismo serbo e sarà determinate l’intellighenzia
serba dell’accademia delle scienze di Belgrado (scrisse che ogni territorio della Jugoslavia dove erano
presenti serbi dovesse essere considerato Serbia). Era anticipazione di dichiarazione di guerra. Lo scrissero
perché evidentemente lo jugoslavismo non fu sufficiente per togliere il nazionalismo serbo (era più
importante l’essere serbo che l’essere slavo).

1989 è momento in cui Milosevic (ex segretario della Lega dei comunisti serbi, funzionario di partito),
segretario che sente il suo essere serbo e inizia politica di controllo nei confronti delle aree in cui c’erano
dei serbi. Nell’89 Milosevic soppresse autonomia conferita da Tito alla Voivodina e Kosovo. Da qui inizia
processo di rottura negli equilibri interni, uscite dal governo federale, manifestazione in Croazia, correnti
politiche nazionaliste croate (anche se multipartitismo era formalmente vietato)

Reazione internazionale ai disordini del ’91 (moti nazionalisti serbi a Belgrado spinsero esercito a occupare
le strade): CE, gruppo di Visegrad assume atteggiamento differente, USA favorevole a mantenimento
Jugoslavia, anche Italia come elemento di equilibrio. La Croazia sarà il primo stato a dichiararsi
indipendente, seguito da Slovenia. C’è intervento armato serbo ma Slovenia si salva perché in mezzo c’è la
Croazia. La Germania riconobbe subito. La Croazia come stato indipendente e subito dopo anche la Santa
Sede e poi gli altri. Incapacità della comunità internazionale di imporre una pace giusta nell’area. Russia di
Gorbaciov non favorevole a rottura della Jugoslavia. Poi Eltsin inizia a appoggiare la Serbia quando NATO
bombarda la Serbia e contro intervento in Bosnia-Erzegovina. Ma Russia non è ancora in grado di imporre i
propri interessi. Presenza costante prima di USA e poi della NATO che non furono in grado di imporre pace.
Jugoslavismo diventerà elemento nostalgico. Errori commessi da comunità internazionale durante le guerre
jugoslave perché non seppero governare la memoria del sangue versato. Presenza ONU fu molto
contrastata e contrastante.

Guerra si concluse con intervento del presidente americano che impose accordi di Dayton con creazione
struttura federale molto frastagliata che ancora regge. Ma problema non è risolto. Ruolo chiesa è negativo,
non aiuta a mantenere gli animi buoni in questa fase. La strage di Sarajevo fu oggetto di inchieste e risulta
come il ruolo di izor (presidente bosnico in capo della fazione islamica) debba essere riconsiderato. Usa
decide di intervenire dopo Sarajevo (soldato ONU olandesi condannati per quello che non hanno fatto).
Memoria del sangue versato non venne mai meno.
23/05
REPUBBLICA POPOLARE DI BULGARIA
1946-1989 partito comunista bulgaro
1990 Partito socialista bulgaro

Rispetto agli atri stati dell’Europa centro orientale la Bulgaria ha particolarità ovvero il personaggio di Todor
Zivkov sarà segretario del partito poi presidente del consiglio di presidenza dal 58 all’89 ed è il più longevo
leader comunista mai esistito. Superò un fallito golpe nel 65. La figlia sarà imputata per corruzione.

La repubblica popolare bulgara nasce poco dopo la seconda guerra mondiale e sarà governata dal partito
comunista bulgaro.
Nel 90 l’ala moderata del PC bulgaro era quella più propensa ad accettare il multipartitismo e il processo di
transizione dal monopartitismo ad un governo di stampo parlamentare

Come si arriva alla nascita di questo governo?


Bisogna fare passo indietro e vedere le cause per le quali la Bulgaria da regno di Boris II e III sono da
ricercare nel tempo medio.
Guardiamo all’esito delle guerre balcaniche e con la fine di essa i paesi dell’Europa balcanica non risolsero i
problemi di politica estera ed i loro desideri di grandezza (Bulgaria voleva diventare grande Bulgaria e ce
l’aveva fatta con aiuto russo ma dopo il Trattato di Santo Stefano al Congresso di Berlino svanisce tutto)

La Bulgaria arriva alla prima guerra mondiale con problemi riguardanti l’affermazione della propria identità
nazionale, perde la guerra al fianco degli imperi centrali e subì ridefinizione dei suoi spazi. La Dobrugia
passa alla Romania di nuovo, parte macedone che si erano presi dalla Grecia
Si ridimensionarono anche le speranze per la costruzione futura di una grande Bulgaria.

A fine prima guerra mondiale, c’era la questione agraria, cera stato tentativo di riforma fallito con
Stamboliski (contadini non erano favorevoli)
Bulgaria arriva alla seconda guerra mondiale in fase di stabilità interna, re ha consenso della parte politica
dello stato (proprietari terrieri e militari). Governo decide di fare scelta intelligente nel 1939 guerra scoppia
non c’era ancora stata la operazione barbarossa ma c’era ancora patto Molotov-Ribbentrop.

Posizione della Bulgaria era difficile perché stati vicini erano nelle mire dei tedeschi. Attraverso Bulgaria si
arrivava ai campi petroliferi romeni. Romania era necessaria, Bulgaria era vicina. Continua ad avere
atteggiamento e legame (anche se ora minore) con la Russia (legame secolare dovuto all’ortodossia,
vicinanza costumi)

Primo ministro bulgaro Bogdan Filov decise con consenso del re e del governo di dichiarare neutralità
(diverso da non belligeranza)
L’anno precedente avevano firmato patto di non aggressione con la principale antagonista Turchia (c’era
stata riforma di Ataturk). Sono due attori internazionali che entrambi hanno bisogno di pace. Francia non
ancora invasa.

La firma dell’accordo di non aggressione con Turchia rappresenta uno dei pochi patti di non aggressione nel
periodo tra il 1930 e inizio guerra (in Europa c’era stata la corsa alla deterrenza) che reggerà perché
entrambi gli stati volevano tenersi fuori da conflitto armato a cui non erano pronti (per posizione geografica
difficile per Bulgaria e per Turchia in quanto aveva ancora necessità di periodo lungo di pace per
trasformarsi in stato moderno laico con partiti)
Il patto di non aggressione si firma perché ci sono dei motivi possibili di aggressione e questo motivo è che
in Bulgaria c’erano tanti cittadini bulgari di nazionalità origine e etnia turca (rimasugli impero ottomano).
Questi cittadini bulgari turcofoni erano perlopiù contadini e mercanti e rappresentavano potenziale
ricchezza se stato si fosse voluto appropriare delle loro ricchezze. Costituiscono possibile motivo di crisi tra
Sofia e Ankara perché erano tanti (300 mila) e la Turchia si sarebbe interessata ad un numero così elevato e
la Bulgaria non voleva che la Turchia si immischiasse nei suoi affari. Il patto è strumento necessario perché
turcofoni bulgari possano diventare motivo di scontro tra i due paesi e mantenere Turchia in posizione di
evoluzione e la Bulgaria mantenersi salva in contesto internazionale incandescente.

Il patto di non aggressione definisce volontà a non aggredirsi vicendevolmente e depotenziava l’influenza
che la presenza dei 300 mila turcofoni bulgari poteva esser come fattore di crisi.
Ma Bulgaria ha ancora le sue antiche aspirazioni non colmate in precedenza e come fece la Polonia sfruttò
la situazione internazionale e con sostegno Asse ottennero con 7 settembre 1940 la proprietà della
Dobrugia.
Ci fu arbitrato e Asse diede ragione a Bulgaria perché volevano che Bulgaria rimanesse nella zona di
espansione dell’asse e non si schierasse dall’altra parte. Sia la Germania che Italia ritenevano che si
trattasse di tempo affinché Romania e Bulgaria si schierassero. In contesto di crisi è difficile rimanere
neutrali se si è in mezzo alla guerra. Tolta la Dobrugia alla Romania, dopo invasione dei tedeschi della
Jugoslavia (a sostegno dell’Italia) con il 1941 la politica dell’Asse è una politica in cui Italia è a traino della
Germania (ha interessi diversi)

Fu fatta a Boris III una proposta: qualora non si fosse unito all’Asse allora cera probabilità che Bulgaria
venisse invasa. Il sovrano se non si fosse schierato con Asse avrebbe subito invasione. In cambio della
alleanza la Bulgaria avrebbe avuto ulteriore ingrandimento.
Boris III aveva scelta obbligata. Ingrandimento riguardava la parte di macedonia che aveva dovuto cedere
dopo le guerre balcaniche e i territori contestati con Jugoslavia li avrebbe ottenuti. Per questi motivi, il
governo di Sofia si schiera dalla parte dell’Asse.
Uno degli aspetti che ebbe un seguito tremendo nel resto dell’Europa dovuto dalla presenza delle truppe
naziste in Europa fu la persecuzione degli ebrei, minoranze rom, ecc furono presi e portati in campi di
sterminio. Boris iii operò in maniera amorale ma facendo interessi Bulgaria metropolitana: tedeschi
rastrellavano dove occupavano. Il sovrano che aveva sostegno esercito, si oppose alla consegna dei circa 50
mila ebrei bulgari però concesse il rastrellamento degli ebrei e altre minoranze presenti nei territori nuovi
che erano stati dati alla Bulgaria dopo alleanza con Asse (ebrei macedoni e jugoslavi). Boris iii agì in favore
Bulgaria ma questo ci fa capire come quei territori in cui rastrellamento fu consentito furono concepiti
come territori extra Bulgaria metropolitana, erano territori esterni e conquistati

Seconda guerra mondiale caratterizzata da sconvolgimenti di fronte. Nei Balcani cambia anche questo. In
agosto 1944 la Romania che aveva iniziato guerra con Asse (c’era regime fascista durissimo) e dopo aver
constatato che i successi dell’Asse si stavano deteriorando, cambiò fronte

I bulgari cosa patirono da questo cambio di schieramento della Romania che si rende conto che Asse sta
perdendo la guerra e armata rossa avrebbe avuto facile possibilità di entrare nel territorio romeno (diatriba
per la Bessarabia) e quindi Romania decide di dichiararsi cobelligerante degli Alleati e concede ciò che non
avevano concesso i polacchi ovvero l’autorizzazione al transito per il loro territorio all’Armata Rossa
permettendole di arrivare verso la Bulgaria
Armata Rossa ha forza schiacciante e con questa mossa sarebbe stata presente in territorio romeno alla
fine della guerra e in relazione al futuro trionfo delle forze comuniste al governo allora la presenza delle
forze sovietiche in Romania e Bulgaria sarebbero state determinanti (principale motivo del successo forze
comuniste in quei paesi)
Bulgaria cambia posizione militare e il 5 settembre 1944 dichiara guerra all’Asse (aveva perso Italia,
Romania e Bulgaria).
Cambia così la storia dei Balcani perché nonostante Bulgaria fosse cobelligerante, essa verrà trattata come
stato che aveva perso la guerra (non male quanto venne trattata Italia alle trattative di pace)
Bulgaria e Romania ebbero sorti differenti perché rientrarono nello spazio in cui URSS aveva ruolo leader.

Il 9 settembre 1944 il governo che si installò al potere è così come negli altri paesi europei, fu quello del
Fronte della Patria di Kimon Georgiev. Questi governi erano a maggioranza dei partiti comunisti. In Bulgaria
era il PC bulgaro. In parte c’erano altri partiti in forte minoranza che dopo, con elezioni, non avrebbero mai
avuto sfidare i partiti di governo perché sarebbe accaduto ciò che accadde in Cecoslovacchia. Il fronte della
patria ebbe vantaggio ovvero che non ci fu governo provvisorio all’estero. Una volta preso il potere con il
colpo di stato e la successiva dichiarazione di guerra, non ha oppositori interni e inizia a imporsi come
governo dell’intera Bulgaria (non ci fu opposizione come invece accadde in Jugoslavia).

Kimon Georgiev aveva caratteristica particolare: era amico del maresciallo Tito e condivideva con lui idea di
fare della Jugoslavia e della Bulgaria una federazione. Se nei confronti del maresciallo Tito l’altro
maresciallo Stalin non aveva particolare predilezione, nei confronti di Georgiev l’atteggiamento fu lo stesso
(tentò di farlo uccidere). Condivisione di idee con Tito, Bulgaria in situazione complessa perché Bulgaria
aveva già problemi dovuti alla guerra, era stato oggetto di guerra combattuta sul suo suolo, dopo essersi
schierata con Asse il fronte orientale della guerra aveva coinvolto anche lei. Incursioni della RAF e marina
britannica erano state numerose su territorio bulgaro e Sofia fu bombardata molte volte, poi arrivarono
anche attacchi sovietici. Bulgaria post ‘45 come territorio simile a quello degli altri stati che erano stati
oggetto di guerra.
Forze che si erano affiancate all’Armata Rossa avevano combattuto anche contro i simpatizzanti tedeschi
quindi il consenso della lotta partigiana contro gli occupanti (ex alleati) crebbe. A far parte della resistenza
erano partiti borghesi preesistenti e dei partiti comunisti, che abituati a operare in clandestinità erano più
radicati e pronti al conflitto.

Valko Cervenkov resse il partito comunista bulgaro e il governo dal luglio 1949 al gennaio 1954 ed era uno
stalinista di ferro. La sua attività cessa nel ‘54 perché in quell’anno era già in corso la destalinizzazione. La
maggioranza bulgara nasce proprio in questo periodo ‘49-‘54 perché prima c’erano dei dissidenti che poi
vennero allontanati dal partito durante il periodo delle purghe staliniane in versione bulgara.

Essendo stalinista convinto, egli inizia ad applicare tutti i principi dello stalinismo e inizia con la riforma
agraria che fu portata avanti con la collettivizzazione forzata delle proprietà delle campagne.
Un tentativo simile era stato fatto in parte da Stamboliski ma Cervenkov lo fa con partito autoritario e duro,
intero territorio agricolo fu collettivizzato e furono costruite delle fattorie collettive statati e pianificazione
nazionale dell’economia. Così come in tutti i paesi dell’Europa comunista inizia industrializzazione forzata
della Bulgaria. Industrializzazione è operazione che comporta investimento enorme di denaro (costruzione
infrastrutture, costruzione fabbriche che producono acciaio) e Bulgaria non aveva tutto il denaro
necessario. Opera passaggio da stato agricolo a industriale con sostegno di Mosca. Furono fatte scelte per
la nascita di una Bulgaria industrializzata. Si costruirono fabbriche, acciaierie e fabbriche che producevano
armamenti ma furono costruite in parte interna del paese lontano dal mare e da Danubio e quando furono
spostate nei pressi del Danubio, con gli scarichi avvelenavano il fiume e le falde acquifere dell’area creando
dei problemi enormi nella gestione dell’equilibrio ecologico (sensibilità che emergerà in anni ’80). Ci
saranno problemi di salute della popolazione perché i pesci contenevano mercurio. In Bulgaria il processo
di cambiamento con fine comunismo non sarà dovuto a nascita di movimento di opposizione o a nascita di
un sindacato indipendente e nemmeno la rinascita della chiesa, ma sarà il movimento dei verdi, ovvero gli
ecologisti che saranno alla base del crollo del sistema comunista in Bulgaria.

Rapporto tra i due paesi si consolidò e sopravvisse alla morte di Stalin.


In Bulgaria ci fu tentativo di far crescere il piccolo uomo bulgaro. Tentativo riuscì abbastanza bene perché
c’era legame forte con la Russia. Rapporti tanto stretti con Mosca che una volta morto Stalin e iniziata la
destalinizzazione con Cernenko, Cervenkov fu rimosso dal potere nel ‘54 perché sollecitata la direzione
bulgara di iniziare processo di destalinizzazione. Con destalinizzazione bulgara ritornano a casa intellettuali
e dissidenti incarcerati e c’è momento di libertà in Bulgaria.
Todor Zivkov il leader più longevo tra i leader comunisti (‘58-‘89) non fu scalfito nemmeno da un fallito
golpe nel 65. Strettissima vicinanza con URSS. Tentativo golpe fu fatto da due generali delle forze armate
bulgare per contestare vicinanza estrema e subordinazione politica bulgara a URSS e per questo cercarono
di spodestarlo. Tentativo di golpe ebbe sostegno di parte esigua delle forze armate e nessun sostegno
estero. Fu tentativo che venne fatto all’interno dello stesso partito e all’interno di questo il sostegno
doveva arrivare dai segretari delle province e essi non lo sostennero. Le stesse pene comminate ai golpisti
furono lievi.

Zivkov paragonato a Kadar (successore di Nagy in Ungheria) per il tipo di politica che porta avanti. La
questione agraria lui riuscirà quasi ad arrivare a soluzione definitiva con elementi nazionali e internazionali.
Quelli nazionali furono allentamento presenza stato in fattorie collettive e questo aumento produttività di
esse che potevano vendere il surplus (un po’ come fece Kadar in Ungheria allentando le redini stato sule
fattorie che non furono più imposte) e dopo aver dato parziale soluzione a questa questione la
conseguenza fu che non ci fu mai penuria di generi alimentari in Bulgaria e questo portò a
depotenziamento di una potenziale crisi.
Il sistema economico bulgaro era quello di una repubblica democratica popolare dunque industrializzazione
era un obiettivo e per i problemi che questa provocò quando vennero tolte risorse al settore primario,
intervenne sempre un aiuto in merci e denaro dell’URSS (questo è il fattore internazionale).

Fu così che in Bulgaria i fattori di crisi presenti in altri stati, non ci furono.
Bulgaria era uno stato unitario e nei confronti dei 300 mila bulgari turcofoni lo stato fu sempre
atteggiamento molto poco benevolo. La questione di questa minoranza minò sempre relazioni tra la
Bulgaria e Turchia fin quando dopo che Grecia e Turchia divennero, pur essendo entrambe parti della NATO
e che litigavano in continuo fra loro, Zivkov sfrutto situazione e in funzione anti greca (in sospeso questione
macedone) firma accordo con Turchia contemporanea. Bulgaria si muove più liberamente rispetto ad altri
stati (atteggiamento simile a quello di Ceausescu che cercava accordi internazionali). Zivkov e governo
bulgaro si muovevano sempre in pieno accordo con Mosca (sua politica estera godeva dell’appoggio di
Mosca, rientrava nei piani della politica che stava portando avanti).
Zivkov in patria è segretario autoritario, applicava i principi comunisti in via bulgara, in cui c’era alleanza di
ferro con URSS. Sarà l’ultima a cadere e quella che aveva meno impulso al ritorno in Europa. Dopo che
smesse di fare il segretario, non ci sarà mai nella storia della nuova dirigenza una pulsione verso l’entrata
nell’altra Europa. Ritorno in Europa era dovuto a appartenenza precedente all’Europa (Polonia,
Cecoslovacchia). Bulgaria invece era sempre stata legata al mondo russo e poi a quello sovietico. Quando
entrerà in crisi la Bulgaria comunista, la crisi sarà dovuta a situazioni di carattere internazionali e al contesto
interno.
Il contesto internazionale è quello dell’89 (casa madre è in crisi)

L’89 si ripercuote in Bulgaria in diversi modi.


Anche in Bulgaria c’era stata una forma di contestazione giovanile in versione bulgara e ridotta, ciò che
incide qui è la crisi ideologica del comunismo a partire da Mosca e i problemi legati ala salute in territorio
bulgaro e infine il crollo repentino fu causato anche dallo stesso partito che si spense per forza di inerzia.
La corruzione ebbe un ruolo importante. Il mondo comunista bulgaro ebbe episodi di corruzione grave,
come quello dell’implicazione della figlia del leader Zivkov, Ljudmila Zivkov. Essa commerciava in antichità,
possedeva fondazione nazionale che valorizzava la cultura bulgara. Ella fa traffico con l’estero di oggetti di
antiquariato tramite mostre internazionali. Venne processata e ebbe ripercussioni anche sul padre e il suo
sistema, screditandolo.

Periodo post comunismo dopo l’89


Il primo partito che raccolse il governo dopo periodo comunista fu l’unione delle forze democratiche dal ’92
al ’94 quando dopo aver vinto le elezioni divenne la principale forza che dovette gestire la transizione.
Questa transizione riguardava la politica (transizione in sistema multipartitico di stampo parlamentare),
economica (verso economia di mercato, non avranno problemi dei polacchi perché agricoltura funziona
bene).
Erede del partito comunista bulgaro, che si sciolse, fu il partito socialista bulgaro. Elementi di questi partiti
neonati è che sono gli eredi materiali dei partiti comunisti nella proprietà dei beni e si trasformano in partiti
di opposizione contestando ai partiti al governo la stessa situazione che loro avevano creato. Si schierano
contro alla costituzione di un’economia di mercato bassata sul guadagno che avrebbe portato a
disoccupazione. Davano la colpa della disoccupazione alla transizione. Numero elevato di disoccupati.
Partito socialista ebbe successo elettorale ma non riuscì a trovare soluzione ai problemi bulgari e ad opporsi
alla transizione. Si alternano al governo piattaforme democratiche (coalizioni molto ampie di partiti che
portano a instabilità dei governi).
Con il desiderio di una stabilita governativa assente dal ‘99 in avanti, la Bulgaria accetto Simeone di
Sassonia Coburgo-Gotha (erede di Boris III) che creò partito politico del Movimento Nazionale Simeone
Secondo nel 2001. Bulgaria era diventato stato ex comunista da tanto tempo con prospettiva di politica
estera ben precisa: ingresso nella NATO
Ingresso che si spiega cosi: NATO è organizzazione politica e militare e appartenenza ad essa comporta
legame con tanti stati, Bulgaria non correva pericolo di possibile revanche russa e non è problema militare
che spinge Bulgaria a entrare nella NATO ma di tipo politico. Obiettivo politico di allearsi a alleanza politica.

La Bulgaria ha iniziato dalla fine del periodo comunista ad avere rapporti con gruppo di Visegrad e questo
aumenta legami con mondo occidentale.

Il Danubio continua a essere inquinato.


I verdi che furono forti nella prima fase, iniziarono a perdere consenso perché opinione pubblica si rende
conto che fiume continuava ad essere inquinato.
24/05
REPUBBLICA POPOLARE RUMENA (’47-’65) E LA REPUBBLICA SOCIALISTA DI ROMANIA (’65-’89)

I Balcani sono sempre stati considerati un focolaio di tensioni e guerre ma il resto dell’Europa non è tanto
differente, i Balcani sono più piccoli e si vede di più ciò che accade, ha più risonanza.

Il rapporto che c’è stato a partire dalla seconda meta ottocento tra grandi potenze europee e i Balcani, con
inizio processo di distacco di impero ottomano da regioni balcaniche, le potenze europee che costituiranno
il concerto europeo agiranno in quelle zone e ci sarà subordinazione interessi balcanici a quelli europei che
operavano in quelle zone.

Si crea meccanismo di subordinazione quasi accettata e ex territori ottomani si ritagliarono delle fette di
sovranità nazionali per portare avanti le loro politiche estere. Questo porta a limitazione dello sviluppo e
condizionamento delle scelte.

Fine prima guerra mondiale porta alla ribalta nuovi stati che nascono sulle ceneri dei vecchi imperi.
Il consolidamento della pace di Parigi è fittizio. Dopo il gennaio del ’19 ci sono in Europa molti conflitti in
corso, ai confini polacchi tra tedeschi e forze paramilitari polacche, all’interno dei Balcani, la guerra tra
polonia e sovietici e anche dal ’17 la guerra civile all’interno dell’ex Russia zarista che era diventata URSS.

I confini vengono ridefiniti e diventano barriere e dentro i nuovi stati ci saranno minoranze con nazionalità
diverse che renderanno situazioni instabili per via anche delle politiche sbagliate dei governi che non
puntano a creazione coscienza civile ma portano avanti politiche di sopraffazione nei confronti delle
minoranze presenti sui loro territori. Alcuni stati avranno atteggiamento più lungimirante ma saranno pochi
ed ebbero comunque forti sentimenti anti semiti o anti tedeschi. Inoltre dopo fine prima guerra mondiale
c’è rottura del contesto economico precedente e questo porta a situazione economica moto difficile
(Austria-Ungheria avevano mercato unico che si dissolve) e sarà fattore di crisi per Europa.
Nel 1939 accade che la Germania nazista gioca la carta dell’azzardo e pur non essendo ancora pronta per
guerra, riesce con la rapidità e un bluff a rompere quell’equilibrio molto precario creato da pace e trattati
successivi a Parigi. Con i carri armati di Hitler avanza anche la brutalità estrema dell’uomo e questo
comportamento tedesco favorisce la presenza nella parte centro orientale dell’Europa delle forze
sovietiche.

Sotto il profilo territoriale, con le repubbliche baltiche che diventano sovietiche e la sovranità della
Bessarabia e parte della polonia la Russia ci guadagnò dal punto di vista strategico con la presenza
dell’Armata Rossa e sarà la zona cuscinetto.
Mosca dopo seconda guerra mondiale è nelle migliori condizioni per portare avanti sua politica senza subire
attacchi da parte europea.
Sul fronte orientale la minaccia giapponese era stata annientata dagli americani, quindi URSS è sicura su
tutti i fronti.

Diffusione di governi comunisti, parte di gioco internazionale bipolare. Partiti comunisti vinsero perché
c’era sostegno ideologico sovietico (contesto internazionale favorevole). Non ci fu vittoria in competizione
elettorale, giocò la capacità dei singoli partiti.
Romania sarà l’unica con cambiamento di regime violento nell’89. La repubblica socialista di Romania è
l’unica ad avere una fine cruenta dopo la fine del regime tra le repubbliche socialiste sovietiche. Ebbe
politica diversa sia sotto il profilo estero che interno.
Il fondatore e primo segretario del partito rumeno dei lavoratori è Costantin Ion Parhon ed è importante
perché e l’uomo che opera in transito tra stato monarchico a una repubblica di stampo comunista.

Michele I di Romania è un Hohenzollern-Sigmaringen che appartiene a famiglie regnati di origine


germaniche imposte come regnanti nei neo stati indipendenti, stati non in grado di produrre un proprio
monarca.
Obiettivi potenze europee erano 2: sistemavano in questo modo un rampollo disoccupato del ramo
decadente delle famiglie regnanti e in più si garantivano il controllo del vertice dello stato (rientrava in
politica che concerto europeo esercitavano in Balcani. Regnò dal ’27 al ’30 e dal ’40 a ’47 e si spese molto
per la Romania come sovrano, era vicino alle necessità del popolo. Affrontò due fasi della storia rumena
molto dure ovvero quella che va dal ’40 al ’47 ovvero la fase in cui la Romania dopo l’invasione dell’URSS da
parte dei tedeschi, la Romania fu obbligata da ultimatum sovietico a combattere. Pur non avendo
combattuto, la Romania era nell’alveo dell’Asse. Al governo c’era un dittatore Johan Antonescu, che si
ispirava a Mussolini. A sostenerlo era un movimento che si richiamava ai fascisti, ma che in realtà era molto
più simili ai nazisti.
Guardia di ferro era la legione dell’arcangelo Gabriele e aveva la forza per portare al governo Antonescu
che fu duro e crudele. Verrà poi condannato come criminale di guerra. La memoria di ciò che fece
Antonescu è memoria presente in Romania nel momento in cui guerra finisce.

Altro elemento condizionante della Romania è che a Parigi durante conferenza di pace a Romania non
venne riconosciuto status di cobelligerante. E questo non riconoscimento fece sì che non fossero
riconosciute quelle cautele che ci furono nei confronti dell’Italia. Fu trattata come nazione nemica sconfitta
e quindi le imposero le riparazioni. Queste riparazioni vennero spartite a Parigi a seconda dei danni che
fecero e dato che la Romania aveva combattuto contro i sovietici, essi chiesero 300 milioni di dollari in
ritorno e la Romania non li possedeva.
Poiché non fu riconosciuta la cobelligeranza, per 14 anni le truppe sovietiche rimasero in territorio rumeno
come forze di occupazione (circa un milione di soldati sovietici).

Per poter avere le riparazioni, per poter ottenere le risorse, l’URSS creo le società miste (SovRom).
Condizione di vero vassallaggio economico imposto. Il governo rumeno era come quelli dell’area centro
orientale, nato da fronte misto che aveva combattuto contro i nazisti e in cui i comunisti avevano ruolo
importante.
Il primo ministro era Petru Groza del governo del regno libero di Romania e aveva dissidi molto grandi con il
sovrano perché Petru non aveva rispettato gli accordi che volevano un governo bilanciato (c’era forte
presenza comunista nei ministeri) e in più fece una cosa innovativa: inizio a fare la riforma agraria e cambiò
la legge elettorale con suffragio universale. Fece altre riforme che il sovrano non accettava in toto. Re si
rifiutava a firmare le leggi che Petru gli portava (le emanava senza la firma regia, venne sminuito il potere
del sovrano Michele I).

Alle elezioni del novembre del 1946 il partito comunista rumeno ottenne l’80% dei voti. Antonescu venne
giustiziato nel giugno del 1946.
Nel dicembre del 1947 il sovrano abdicò, non aveva scelta.
Michele I va in esilio in Italia.
Il 13 aprile 1948 fu promulgata la prima costituzione rumena, garantite molte libertà.
Inizia la ristrutturazione dello Stato in senso comunista e avviene la collettivizzazione forzata delle
campagne, i contadini ricchi che assumevano i braccianti non volevano essere collettivizzati e la
collettivizzazione per questo motivo venne realizzata a costo di molte violenze. Inizia processo di
nazionalizzazione dell’economia (tutte le branche diventavano proprietà dello stato rumeno e le industrie
che c’erano furono nazionalizzate, anche le compagnie di assicurazione, …)
Questo per chi aveva sostenuto il partito fu una cosa giusta. Si attuò una pianificazione economica.

Il partito comunista rumeno ebbe al suo interno delle correnti, ne ebbe 3 al suo interno in. Lotta l’una con
l’altra. Non nascono da convincimenti ideologici differenti ma da situazioni personali, da vicinanza con
personaggi importanti. Solo dopo periodo staliniano queste correnti subiscono vera distinzione:
1. Moscoviti: coloro che avevano trascorso gli anni di guerra in URSS e ora erano quelli scappati in
Russia o quelli che erano rimasti
2. Comunisti prigionieri: erano i comunisti rumeni incarcerati in Romania durante la guerra e avevano
subito le violenze più dure
3. Comunisti del segretario: avevano denominazione che diceva tutto della loro interpretazione
ideologica, il segretario era Stalin e i comunisti erano quelli staliniani (duri, convinti)

All’interno di questi ultimi nasce l’originalità della Romania.


Gheorghiu-Dej era stalinista della prima ora, cresciuto nel culto di Stalin e degli ideali stalinisti. Era pero un
rumeno e pur essendo stalinista era uno stalinista strano perché iniziò a varare riformismo di stampo
nazionalista in Romania. Il riformismo fu visibile in quanto bloccò la collettivizzazione selvaggia che ci fu e
non fu più imposta, portando a miglioramento momentaneo delle campagne. In più varò una politica estera
quasi autonoma perché aveva dei riscontri ben precisi: con lui inizia avvicinamento Romania alla Cina. Una
volta morto Stalin inizia attività al XX congresso di denuncia dei crimini di Stalin, era contrario alla denuncia
dei suoi crimini ma comunque non abbandona il congresso.
Oltre a portare a un consolidamento delle relazioni con la Cina, porta anche a apertura nei confronti
dell’occidente: varo politica estera basata sul principio che si facevano accordi con stati che volevano farli
con la Romania e se ci fossero stati vantaggi. Egli chiuse le SovRom perché avevano drenato ricchezze a
Romania andando in URSS.

Però questa apertura differente rispetto ad altri stati dell’Europa centro-orientale in politica estera,
Gheorghiu-Dej fece corrispondere degli atteggiamenti che servivano a rilanciare politica di apertura e non
vicina ai dettami di mosca. Per realizzare questa politica deve rimanere in equilibrio. Nel 1955 fu firmato
patto di Varsavia che fu una alleanza in cui gli attori non sono eguali (nella NATO ipoteticamente si) e era
più concreto, era un insieme di accordi bilaterali poi confluiti in un unico documento e in cui il ruolo
principale era dell’Unione sovietica. Gheorghiu-Dej si muove in direzione di costruzione di uno stato
rumeno che eserciti i propri interessi rimanendo in ambito comunista, allo stesso tempo accetta di firmare
il patto di Varsavia.
In più la sua politica si caratterizzò nel suo sostegno a Kadar. Dopo il ’56 la Romania promise a Nagy di
proteggerlo come esiliato ma in relata lo presero e consegnarono a Kadar.
Nella Romania degli anni ’50 e ’60 era presente anche una forma di resistenza armata contro il governo.
Fine della resistenza nel 1970.
Il sostegno a Kadar era comprensibile, riforme di stampo liberali borghesi di Nagy erano riforme che
Gheorghiu-Dej non accettava perché pensava si sarebbe affievolito il potere, veniva intaccata l’essenza
dell’ideologia.

Nicolae Ceausescu (’69-’89) fu il personaggio più in vista del governo romeno (moglie fu presidente di molte
istituzioni culturali). Ion iliescu (CSFN) fu quello che guidò la rivoluzione contro di lui nell’89.

Ceausescu era grande sognatore e giunse al potere dopo le dimissioni del predecessore e inserì conduzione
ancora più autoritaria nella direzione del partito comunista rumeno. Da repubblica popolare rumena a
repubblica socialista rumena. Puntò a sfruttamento campi petroliferi in Romania, esportò il petrolio e cercò
di industrializzare la Romania perché con predecessore questo progetto non era a buon punto.
Utilizzava il sostegno sovietico. Unione sovietica dava a Romania sostegno in settore meccanico, fornivano
trattori fin quando Romania non iniziò a staccarsi dall’amicizia con Mosca per avvicinarsi a Pechino. Con
Ceausescu il comunismo in salsa romena diventa molto più forte. Legame con Cina si rafforza e Cina inizia
ad avere ruolo importante in economia rumena. Ceausescu si muove con margine di autonomia e libertà.
Ottenne appoggio degli USA e la Romania ottenne la clausola di nazione più favorita in determinate
questioni e accordi, facendo della Romania un attore importante in campo internazionale. Dato che la
politica di Ceausescu era spesso in contrasto con quella di Mosca e per questo Occidente e USA avevano
interessi nel sostenerla.

Ceausescu non prese mai decisioni di apertura non aveva margini di manovra cosi ampi, non chiese mai
uscita Romania da patto di Varsavia ma condannò invasione della Cecoslovacchia. Rimase nell’alveo delle
politiche di stampo sovietico. La polizia politica Securitate era una di quelle più feroci (gulag romeni contro
oppositori). Quando ci fu destalinizzazione ci fu epurazione anche all’interno del partito. Esercizio del
potere spesso crudele e poco rispettoso di qualsiasi diritto umano. Ceausescu aveva atteggiamento
autoritario all’interno ma all’estero si presenta come un leader innovativo che viaggia molto. Era un
personaggio diverso dai leader comunisti tradizionali.
La sua politica estera è di apertura ma dentro limiti ben precisi, non è rivoluzionario per liberarsi da giogo
sovietico, fece ciò che ritenne possibile fare e non denuncia mai patto di Varsavia e non attaccò mai la
dirigenza sovietica ma si avvicinò alla Cina. Kruscev tenta di riavvicinarsi ai cinesi ma senza successi.

Nell’agricoltura soprattutto inserì delle riforme, lui volle costruire le città agricole: unire insieme la figura
del bracciante e dell’operaio. In queste città gli agricoltori avrebbero trovato la loro residenza e avrebbero
trovato sempre in essa i campi in cui dovevano lavorare. L’esperimento non ebbe un buon esito. Si volle
imporre una nuova forma di collettivizzazione che pero non ebbe successo.
Ceausescu era anche un convinto assertore dei cambiamenti architettonici, Bucarest era sempre stata vista
come la Parigi dell’est, volle ristrutturarla su modello di Parigi.

Ceausescu aveva rapporto autoritario con sui collaboratori. Nel periodo in cui fu al governo, per ovviare alla
mancanza dei generi alimentari dovuta al fallimento delle sue riforme, chiese ai suoi collaboratori di varare
politica che consentisse la restituzione di tutti i debiti internazionali che la Romania aveva contratto per
poter acquistare i generi mancanti alla Romania.

Fu varato verso la fine di Ceausescu, un piano di rientro attraverso una economicizzazione fino all’osso, un
risparmio portato all’estreme conseguenze, tutto ciò che era prodotto venne esportato (soprattutto
prodotti caseari) per avere valuta e destinarla al rimorso dei crediti ottenuti.
Bisognava convincere rumeni a mangiare di meno, venne fatta una campagna televisiva massiccia.
Bisognava mangiare meno e meglio. La Romania ebbe ripercussioni forti sull’alimentazione e alla fine la
Romania restituì tutti i prestiti ottenuti con anche gli interessi.
Sempre all’interno, la politica di Ceausescu verso la meta anni ’70 inizio ad essere contestata. Era già
successo all’inizio del suo mandato perché contestazione sessantottina aveva coinvolto anche la Romania,
ma tutto venne bloccato con la violenza. Verso fine anni ’70 iniziò crisi rumena, Ceausescu portò aventi
politica di persecuzione nei confronti delle minoranze presenti all’interno della Romania, pochi ebrei e
rumeni di nazionalità ottomana erano rimasti ma c’era minoranza rom molto forte. Furono imposte tasse
pesanti e sequestri.
Fu una politica economica fallimentare.
Rimaneva politica estera che era più ben voluta all’estero che a Bucarest.

Crisi economica porta a scioperi soprattutto nel settore minerario e si forma sindacato dei minatori.
Scioperi nelle università, universitari volevano insegnamenti più liberi. Non c’era saldatura tra intellettuali e
operai come invece ci fu in Cecoslovacchia. Influssi dalla Conferenza di Helsinki. Nell’89 la protesta da non
violenta si trasforma e dalle miniere si sposta nelle città della Romania.

All’interno della Romania c’è anche minoranza ungherese importante nell’area della Transilvania, area
ricca. Nei loro confronti la politica dei governanti rumeni, anche di Ceausescu, fu sempre una politica
sbagliata di repressione. Infatti anche queste minoranze iniziarono ad essere turbolente verso il governo
centrale appena vi fu l’occasione.

Alleato principale ovvero unione sovietica era in crisi e non poteva aiutare la Romania nei suoi problemi
interni. La Cina era lontana e anche lei aveva problemi al suo interno. Dopo iniziali proteste e scioperi, la
dissidenza inizia a trasformarsi in opposizione e si costituisce il comitato di salvezza nazionale che aveva
come obiettivo l’abbattimento del potere id Ceausescu. La Securitate reagì violentemente sapendo che
sarebbe stata il prossimo oggetto di contestazione. Molti collaboratori di Ceausescu scapparono ma
Ceausescu e la sua famiglia vennero arrestati (suo figlio era una brutta persona in quanto fece abusi di
potere).

Sport era uno strumento di affermazione della nazione e anche per la Romania fu così, soprattutto in
ginnastica.

Sulla cattura dei congiunti di Ceausescu ci furono molte ombre su chi fosse a catturarli e consegnarli.
Ceausescu venne catturato e processato in 3 giorni, venne condannato a morte. Con Ceausescu finisce
l’ultimo dei leader comunisti in Europa centro orientale, trent’anni che hanno caratterizzato la storia non
solo dell’Europa orientale ma anche di quella occidentale.

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