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GLI EBREI NEL

MEDIOEVO
La storia degli ebrei nell’Età di Mezzo riguarda il rapporto
che questi intrattennero con i cristiani
e il conseguente lento processo di emarginazione che portò
alla nascita dei ghetti.

A partire dai secoli successivi alla diaspora,


ciò che mantenne uniti gli ebrei fu l’origine comune e
la religione, elementi che davano loro una precisa identità
culturale; così, arrivati nelle grandi città commerciali, si
verificò la tendenza a risiedere nello stesso quartiere, sia in
zone periferiche che nei centri cittadini.

Queste aree vennero designate


come Juderia e Jewry, in Spagna e Inghilterra, mentre in
Italia sono conosciute come Giudecche. È importante
sottolineare che si tratta di una libera scelta dei singoli
gruppi col fine di difendere la propria identità, e non luoghi
di residenza coatta. Questa libertà era destinata ad avere
vita breve quando, già nel 1179, durante il terzo Concilio
Lateranense, la chiesa di Roma, che da sempre considerava
la religione ebraica sovversiva, vietò la coabitazione tra le
due religioni.
Da questo momento, nel giro di
un secolo, diversi paesi cercheranno di emarginare gli ebrei
in aree di residenza coatta, evitando la coabitazione tra
credenti di fedi diverse.
Nel 1215, il quarto Concilio Lateranense, a seguito della forte pressione degli ordini
mendicanti nei confronti della paura di eventuali rapporti sessuali tra persone di fedi
differenti, impose agli ebrei di portare una rotella gialla sugli abiti, segno distintivo con il
quale potevano essere subito individuati.
Questo tipo di provvedimenti trovò una
maggiore concretizzazione nelle leggi suntuarie dei secoli XIII-XV, norme volte a limitare
lo sperpero di denaro e ad avere un maggiore controllo sui capi d’abbigliamento, accentuando
la subalternità tra le diverse fasce sociali.
Le donne dovevano, invece, portare gli orecchini a cerchio, elemento che nel ‘400
scomparve dalla moda corrente, rimanendo in uso solo tra prostitute e mogli di ebrei.
L’aspetto religioso fu uno dei
principali motivi di divisione degli ebrei. Agli occhi dei cristiani rimasero sempre il popolo
che aveva rifiutato la figura di Cristo come Messia e che lo aveva condannato alla
crocifissione.
A queste motivazioni va aggiunto l’immaginario medievale dello
straniero come personaggio che evoca mistero ma allo stesso tempo incute paura.

Chi era estraneo alla società era allo stesso tempo autore di azioni sovversive contro i dogmi
della Chiesa, in un’ottica dove civiltà e fede sono strettamente collegati.
 
L’uso della rotella gialla viene
ripreso nella seconda guerra
mondiale nei campi di
concentramento nazisti, con la
cucitura della stella di David
invece della rotella, ebbero
anche l'obbligo di
contrassegnare le case con
una stella gialla di David. In
seguito vennero chiuse le scuole
ebraiche e ai bambini venne
vietato ricevere qualsiasi
insegnamento.
Dopo aver definito gli ebrei da
perseguitare furono caricati come
bestiame su camion e su treni che
viaggiavano su un binario di non
ritorno che li conduceva nei campi
di concentramento. Qui venivano
spogliati delle loro vesti, privati del
loro nome e identificati con un
numero tatuato sul braccio,
perdendo la propria identità e
dignità. Tutto questo orrore veniva
incorniciato da fili spinati che
racchiudevano solo dolore, pianti,
grida e lamenti.
La dignità è un valore da costudire e
secondo me la si perde nel momento in
cui non si riconosce più la nostra
identità, nel momento in cui veniamo
umiliati e perdiamo la forza di credere
in noi stessi.
Per quanto orribili, le atrocità dei campi
di concentramento non furono né
l’inizio né la fine delle offese alla
dignità umana. Che guardiamo al
passato o al presente, la realtà è la stessa
Ancora oggi esistono campi di concentramento:
I lager libici
In Libia, circa 5mila richiedenti asilo sono ancora
detenuti per un tempo non definito in circa dieci
principali centri di detenzione ufficiali gestiti dal
Dipartimento per combattere l’immigrazione illegale
(Dcim) del governo di accordo nazionale (Gna),
riconosciuto a livello internazionale. Qui vengono
rinchiusi i migranti che arrivano dall’Africa
subsahariana con l’obiettivo di raggiungere l’Europa e
una vita migliore. Dal 2017, infatti, l’Unione Europea
finanzia la Guardia costiera libica per impedire ai
migranti di raggiungere le coste europee. In questo modo,
questi ultimi restano bloccati in veri e propri lager senza
nessuna garanzia e in condizioni disumane, come spesso
hanno denunciato varie ong internazionali. Alcuni lager si
trovano anche in zone di guerre, altri in aree ad alto tasso
criminale dedite alla tratta di esseri umani.
li uiguri in Cina
Nei *laogai *cinesi, dei veri e propri campi di concentramento,
vengono portati prevalentemente coloro che appartengono a
minoranze etniche (ma anche dissidenti politici). È il caso, ad
esempio, degli uiguri, di cui si è parlato molto a livello
internazionale ultimamente. Secondo rapporti stilati da
organizzazioni internazionali, da un milione a un milione e
mezzo di persone appartenenti a questa etnia di fede
musulmana sarebbero finite senza processo in centri di
rieducazione con lo scopo di estirparne tutte le presunte
idee estremiste e pulsioni separatiste, di fatto non compatibili
con il regime. L'ong Human Rights Watch (Hrw) ha incluso nel
suo rapporto annuale 2020 un'analisi sullo stato dei diritti
umani in Cina, invitando la comunità internazionale a
respingere “l'oppressione più brutale e pervasiva che la Cina
ha visto in decenni”. Alcune stime riportano più di quasi otto
milioni di detenuti in tutti i laogai in Cina.
I capi di prigionia Kwanliso
Ci troviamo in Corea del Nord e di questi
veri e propri campi di prigionia abbiamo
soltanto immagini satellitari. 
Come scrive Amnesty International
 centinaia di migliaia di persone – bambini
compresi – sono rinchiusi in questi campi,
essenzialmente per dissidenti politici.
Molte di esse non hanno commesso alcun
crimine: la loro colpa è quella di essere
membri di famiglie ritenute colpevoli.
Secondo Amnesty, negli ultimi anni questi
luoghi di reclusione si starebbero
addirittura ampliando, da quanto si vede
dalle immagini aeree. Le testimonianze di
ex detenuti e funzionari rivelano come i
prigionieri trascorrono la maggior parte del
loro tempo costretti a lavorare in
condizioni estremamente pericolose con
cibo insufficiente e poche ore di sonno. Il
più grande è Kwanliso 16, vicino a
Hwaseong nella provincia di North
Hamgyong.
La colpa dello sterminio degli Ebrei però non
è solo dei tedeschi, ma bensì anche di tutti gli
alleati. Come possiamo vedere nel film “
vento di primavera “ anche la Francia
contribuì allo sterminio degli ebrei
La retata del velodromo d'inverno, luglio
1942, segna una delle pagine più vergognose
e terribili della storia francese. Siamo nella
Parigi occupata e il maresciallo Petain, sotto
pressione tedesca, ordina la retata e la
cattura di 13.000 ebrei di cui 4000 bambini,
destinati ai campi di sterminio dell'est
Europa. Riapre le ferite di quella che
rappresenta una delle pagine piu' nere dello
stato democratico per eccellenza, la Francia,
paese che viene immediatamente collegato al
classico motto Libertè, Egalitè, Fraternitè e
che nonostante cio' si rese complice
nell'arresto, deportazione e sterminio di
13,000 ebrei di cui 4,013 solo bambini.
Il film, dunque, racconta il dramma di queste
persone che prima vengono obbligate a
indossare lo stemma di Davide, il segno della
loro diversita' rispetto agli altri connazionali
francesi, e quindi il simbolo col quale
vengono immediatamente riconosciuti e
talvolta emarginati per poi essere uccisi.

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