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Baruch Spinoza: un marrano della ragione

Author(s): LIA MAZZOLI LISCIA


Source: La Rassegna Mensile di Israel, terza serie, Vol. 49, No. 5/8, La Cultura Sefardita (
Maggio-Giugno-Luglio-Agosto 1983), pp. 531-542
Published by: Unione delle Comunitá Ebraiche Italiane
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Accessed: 23-02-2016 14:34 UTC

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LIA MAZZOLI LISCIA

Baruch Spinoza:

un marrano della ragione

Parte I

Nel trattare della cultura ebraica di B. Spinoza, sara necessario


tenere, innanzi tutto, conto dell'ambiente in cui il filosofo e nato,
vissuto e si e scontrato.
La comunita di Amsterdamera formata,in gran parte, da fami-
glie discendenti da ebrei costretti ad abbandonare la penisola iberi-
ca per l'intolleranza religiosa ivi regnante. II paese in cui essi ave-
vano trovato rifugio,pochi anni dopo la nascita di Spinoza (1632)
aveva terminato la lunga guerra di indipendenza contro la Spagna,
che si concluse nel 1648 con il riconoscimento della Repubblica del-
le Sette Privincie Unite, cioe l'Olanda come stato indipendente.
L'Olanda, una volta liberatasi dal giogo spagnolo, rappresenta
la punta piu avanzata dello sviluppo capitalistico.
Amsterdam diventa, infattiuno dei massimi centri del commer-
cio mondiale.
Anche neiragricoltura,nelle attivita bancarie e nelle industrie ti-
pografiche questa piccola nazione occupa una posizione di primissi-
mo piano. La sua flotta mercantile,la piu numerosa e la meglio at-
trezzata d'Europa, estende i suoi trafficiin tutte le regioni del mon-
do conosciuto.
L'Olanda possiede colonie scali marittimi,sia in Estremo Orien-
te, sia nel Golfo di Guinea e nelle Americhe .
Tale potenza mercantile la porto ad una guerra con l'lnghilter-
ra (1652-1654)in cui venne sconfitta.
Anche la Francia di Luigi XIV tenta di distruggereil mercanti-
lisms dell'Olanda, che, nonostante la sconfitta subita, continua a re-
stare una temibile concorrente. Gli olandesi guidati da Guglielmo
d'Orange si difendono con coraggio, ma vengono sconfitti; con la
pace di Nimega del 1678, la Francia si impadronisce di buona parte
delle Fiandre.

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LA RASSEGNA

Nonostante il perdurare delle ostilita contro questo paese, la


Compagnia Olandese delle Indie Orientali fini con il sostituire i
Portoghesi nel commercio delle spezie con l'Estremo Oriente, men-
tre la compagnia delle Indie Occidentali fondo nelle Antille impor-
tanti colonie.
Notevole fu l'apporto di intelligenza ed il fervore di iniziative
che airOlanda calvinista ed abbastanza tollerante arrecarono gli
esuli delle guerre di religione: protestantiche sfuggivanodallTnghil-
terra per scampare alle persecuzioni di re cattolici, calvinisti che
emigravano dalle provincie meridionali, rimaste sotto il dominio
della Spagna, ebrei provenienti dalla penisola iberica dove erano
perseguitati dall'Inquisizione, ugonotti fuggiaschi dalla Francia.
Tanto era spietata la politica coloniale oltremare, altrettanto,
in certa misura per i tempi, l'Olanda si vantava in patria di conce-
dere tolleranza religiosa, liberta di stampa, di opinione, di ricerca
scientifica.
Baruch Spinoza, discendente da marrani iberici, nato nel 1632
nella Comunita sefardita di Amsterdam, attinge la sua prima for-
mazione in quest'ultima. Fu discepolo del rabbino Saul Levi Morter-
ra ed ebbe come compagno di studi Moses Zacuto, che in seguito
scrisse poesie con tendenze cabalistiche.
La sua cultura iniziale fu rigorosamente ebraica, a cominciare
dalla lingua, agli studi rigorosi della Bibbia, del Talmud, alia lette-
ratura giudaicoyspagnolacon Pinto Delgado e Yehuda Halevy. Fa co-
noscenza della filosofia di Maimonide, studia il misticismo di Joseph
del Medico, dei cabalisti, di Leone l'Ebreo e le Antichita Giudaiche
di Giuseppe Flavio.
Ma Spinoza fa propria, fin da giovanissimo, anche la cultura
non-ebraica: Cartesio, la logica di Port-royal,Bacone, Macchiavelli,
Grotius, Aristotele,Epitteto, gli anatomisti, i fisici, i matematici del
sec. XVII.
Non viene trascurata la letteraturacon lo studio di Omero, Vir-
gilio, Seneca, Quevedo e Cervantes. Studia anche il latino sotto la
direzione di Van Enden, presso il quale incontra ebrei liberali.
ProbabilmenteBaruch si presentava come un ragazzo molto pre-
coce, con enormi capacita, sia assimilatrici che eretiche nei confronti
della cultura sefardita,di cui era imbevuto fin dall'infanzia.
Tale cultura, nella comunita di Amsterdam,da una parte aveva
tendenze misticheggiantie cabalistiche, in opposizione a correnti di
carattere panteistico ed eretico e dall'altra tentava di mantenereuni-
ti e consolidati dottrinalmentegli ebrei che erano scampati al rogo
deHlnquisizione. Sono gli anni in cui la preoccupazione di conser-

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vare l'unita portera i rappresentantidella Sinagoga di Amsterdam a


condannare Uriel da Costa alia flagellazione, atto che lo portera al
.suicidio (1647).
II giovane Spinoza, in un ambiente come quello olandese, cosi
ricco di stimoli,frequenta,nelle « tertulias» (riunioni di amici), ebrei
non troppo ortodossi, che pur avendo rapporti con la comunita, vo-
levano salvaguardare la capacita critica acquisita in Spagna come
marrani. Fra costoro vi erano Joseph del Medico e Juan de Prado,
giudicati in seguito eretici, che furono molto importanti per la for-
mazione del giovane filosofo.
Inoltre Spinoza venne accolto negli ambienti rivoluzionari della
cristianitariformataolandese, presso quaccheri, sociniani e menoniti.
Tutti questi apporti di contenuti, cosi diversi da quelli ebraici
sefarditi,permettono a Spinoza di sviluppare il suo pensiero e di
prendere coscienza delle sue implicazioni.
Comunque sembra che Spinoza, gia nell'adolescenza, si fosse
staccato dalla Sinagoga allontanandosi dai suoi maestri e compagni
di religione. In principio i capi della Comunita, tra cui il suo primo
maestro Saul Morteira, cercarono di convincerlo ad espletare i suoi
doveri di ebreo, offrendogliun compenso annuo.
Egli rifiutoed i rabbini pronunciarono un anatema di 30 giorni
per indurlo ad accettare il suo status, ma egli fu irremovibilee, quin-
di, venne decretata contro di lui una scomunica, con accenti parti-
colarmente severi e sinistri. Per questa ragione, a 24 anni, nel 1656,
Spinoza veniva radiato, separato, espulso dal popolo di Israele.
Quale fu il motivo della condanna? La scomunica parla di « opi-
nioni nefaste», « eresie mostruose ».
Tali opinioni saranno chiarificate 14 anni piu tardi con la pub-
blicazione anonima del Trattato Teologico-Politico. La contestazione
radicale di Spinoza si rivolge contro le idee scolastiche tradizionali,
radicate nell'Europa assolutista. Cosi le sue teorie sulla critica bibli-
ca, sullo Stato, sull'identita tra Dio e Natura dovettero suscitare
grande scalpore, sia in seno alia Comunita che negli ambienti cattolici.
Non sono, poi, passati moltissimi anni da quando Giordano Bru-
no fu condannato al rogo perche parlava di « infinitiuniversi e mon-
di » e Galileo Galilei scrisse « II dialogo sopra i massimi sistemi »
che gli frutterala condanna da parte del Sant'Uffizio.
Un ritrattoanonimo rappresenta B. Spinoza con l'iscrizione Spi-
noza Judaeus et Atheista.Indubbiamente le sue dottrine,in un mondo
ancora legato airassolutismo religioso, alia religione di stato, lo ave-
vano escluso dall'ebraismo e tenuto lontano dai non-ebreicome non
cristiano.

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E' significativocome nel 1676, un anno prima della sua morte,


ricevesse la visita di Liebritz, il quale, in seguito la rinneghera.
Secondo recenti studi del Prof. J. Yovel, dell'Universitadi Geru-
salemme (Marrano Patterns in Spinoza) i marrani avevano creato
una speciale fenomenologia religiosa, dovuta ad una duplicita, cioe
al carattere clandestino del culto ebraico, al laccio delle regole ebrai-
che, da una parte e, dall'altra, all'educazione cattolica, alia paura del-
Tlnquisizione e delle sue spie.
Addirittura alcuni marrani interpretaronola loro sorte, come
una specie di caduta, dovuta al fatto che i loro padri avevano peccato
tradendo il giudaismo. Tale senso del peccato era cosi passato dalla
sensibilita dei cattolici al modo di sentire dei marrani.
Quando i marrani lasciarono la penisola iberica nel sec. XVI, i
rabbini delle comunita presso cui si rifugiarono,oscuramente com-
presero il fenomeno e presero le distanze da essi, rifiutandodi rico-
noscerli come ebrei.
Nel sec. XVII, quando gli ex-marraniavevano terminato la loro
migrazione nei relativamentetolleranti Paesi Bassi e volevano riav-
vicinarsi aU'ebraismo, ricostruendosi una identita ritrovaronoin se
stessi una lacerazione tra il proprio desiderio di giudaismo ed il re-
siduo di cristianesimo.Cio che in Spagna era una cesura tra il culto
ufficiale,la paura dell'Inquisizione e la religione nascosta, in Olanda
divenne ambiguita, tensione all'interno della cultura ufficiale mede-
sima, che porto all'ambivalenza religiosa o, addirittura,alio scisma.
II caso di Spinoza scaturi,senza dubbio, da questo ambiente culturale.
II Prof. Yovel e riuscito ad individuare alcuni punti caratteristici
agli atteggiamentimarrani di Spinoza:

1) L'equivocare ed il linguaggioa doppio senso.


Cioe egli parlava ai differentiascoltatori in modi diversi,masche-
rando la sua vera intenzione ad alcuni e, svelandola, invece ad altri.
Questo atteggiamentoe rintracciabilein quegli scrittipubblicati men-
tre era in vita, specialmente il Trattato Teologico-Politicoe le lettere.
Quest'arte di Spinoza dell'equivocare, sarebbe un'inclinazione ed
un modo di sentire marrano come arte di usare un significatomani-
festo che ne include uno piu nascosto. Questo linguaggio deriverebbe
da un fatto esistenziale, come la paura deirinquisizione.

2) Personality sdoppiata: il marrano della ragione.


Spinoza ripete in Olanda gli atteggiamentipiuttosto complessi
ed ambigui dei suoi progenitori iberici, dapprima come dissidente

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BARUCH UN MARRANO
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dentro la comunita ebraica, poi come libero pensatore, ritenuto ateo


nell'Olanda calvinista.
Egli puo essere definito marrano della ragione: possedeva den-
tro di se un senso di verita metafisica (che intuiva la moltitudine
non avrebbe mai compresa, ma disprezzata). Cosi come i marrani
dovette occultare i suoi pensieri piu profondi agli occhi del pubblico
ed, a volte, persino dei discepoli.
Anche senza l'lnquisizione, il filosofo, prudente per ereditarie-
ta, cerchera sempre di evitare qualsiasi pericolo. Sebbene le sue teo-
rie sullo stato e sulla politica fossero estremamente moderne per
quei tempi, Spinoza ebbe, tuttavia, un concetto ancora medievale
della moltitudine,legata alle passioni, e sempre fluttuante,vittima
del potere e dell'immaginazione. II vero saggio possiede una verita
metafisica,che e anche esoterica e, quindi, ha una sua intima essenza
che non puo essere svelata a coloro che non sono iniziati.
Nello stesso modo la persistente difesa della tolleranza in tutti
i sensi, che fu in realta il fine della sua filosofia,non puo essere di-
staccata dal suo back-groundculturale di discendente di quelle mi-
noranze che piu soffrironoper l'lnquisizione.

3) La carriera divisa.
La carriera di Spinoza, come marrano della ragione, e divisa in
due parti.
Infatti,tra gli Ebrei, vive conciliando la sua interioreverita me-
tafisica, conformandosiai riti esteriori ed ai costumi della Comunita
di Amsterdam,fino a quando giudica che cio non e piu possibile. Poi,
rompendo con la Comunita, ripete l'atto dei suoi progenitoriche ab-
bandonarono la Spagna per vivere in liberta. Ne ebreo, ne cristiano,
diventato famoso come ateo, ma chiamato da tutti giudeo, egli non
riusci mai ad avere la liberta esteriore necessaria per una vita senza
compromessi,ne Tamicizia con altri intellettualiche avrebbero vera-
mente potuto penetrare nell'intimo del suo animo.

4) Una via alternativa alia salvezza.


Infine Spinoza ripete un marcato atteggiamento marrano nel
suo attaccamento ad una via alternativa alia salvezza.
Infatti nel libro V° dell'Etica offre all'individuo una strada alia
salvezza che rifiuta qualsiasi religione rivelata.
La ricerca ed il punto d'arrivo consiste in un obbiettivo etico.
Queste idee (che verranno altrove considerate,nel corso deirarticolo)

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LA RASSEGNA

deriveranno oltre che dagli interessi razionali, anche da quelli reli-


giosi e mistici, storicamentedi origini marrane.
Tuttavia, a differenzada ebrei marrani ed ex-marrani,la via del-
la salvezza, non consisted ne nella legge mosaica, ne nell'insegna-
mento di Gesu, ma nel 3° grado di conoscenza o Amore Intellettuale
di Dio.
In fine della filosofia (a cui assegna un valore quasi tecnico, me-
todologico) e appunto la liberta intesa come letizia e godimento di
una strutturad'essere, cioe l'Amore Intellettuale di Dio, inteso come
conoscenza dell'unione deiraccordo dello spirito con la totalita della
natura, sia per l'uomo singolo, sia per l'uomo nella societa.

Questa finalitketica diventa anche religiosa e politica.


II filosofo si serve, soprattutto della critica portata all'esterno,
deirimmaginazione,della superstizione e degli usi impropri del lin-
guaggio. La non facile conquista della liberta e, appunto, una batta-
glia continua contro la superstizione,le passioni maldirette che han-
no sempre governato l'uomo nella storia e la radice dell'uomo e la
cupiditk.
Quando la coscienza viene a mancare la cupiditk diventa timore
superstizioso, passione affettiva,immaginazione.
Nel Trattato Teologico-Politico Spinoza critica l'impiego della
religione ed il potere politico che si reggono sulle passioni invece
che sulla ragione.
Spinoza commenta criticamente la Bibbia, compiendo un vero
e proprio lavoro ermeneutico,di esegesi puntuale, partendo dal tipo
di linguaggio usato e cerca, attraverso gli elementi etico-religiosi,di
reperire l'elemento universale che sembra essere l'obbedienza in cui
consiste la fede. I testi sacri, rivolgendosial popolo cercano di rego-
larne il comportamento.La correlazione tra l'universale ed il sempli-
ce si esprime con l'obbedienza a Dio attraverso alcuni dogmi (Esi-
stenza di Dio, unicitk,onnipresenza, suo diritto sovrano su tutte le
cose).
Se la fede e ridotta all'obbedienza, a pochi dogmi, viene elimi-
nato ogni pericolo di scisma o di controversia religiosa, evitando
ogni conflittotra fede e ragione, perch6 la filosofia si basa su nozio-
ni comuni, tratte dalla natura, mentre la fede mutua dalla storia e
dalla rivelazione l'adesione del credente. La religione non e, dunque,
uno stato naturale perche dipende dalla rivelazione.
Anche per quanto riguarda la politica, se si vuole ottenere come
fine la libertyinterioree necessario costruire una society che garan-
tisca e renda possibile ogni liberty.Per ottenere un comportamento

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BARUCH DELLA
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sociale secondo ragione, cioe giusto da parte di individui che non


sono ancora interiormenteliberi, e necessario servirsi di leggi coer-
citive,. Nel libro I del Trattato Teologico Politico afferma che, men-
tre la liberta dello Spirito e una virtu dell'individuo, la virtu dello
Stato e la sicurezza. L'interesse del gruppo e quello di perseverare
nel proprio essere e cioe, di conseguenza, instaurare relazione amiche-
voli e secondo giustizia tra gli individui.
Per Spinoza la costituzione coercitiva secondo ragione sar& es-
senzialmente quella democratica. Infatti nessun uomo pud alienare,
anche se lo voglia, la totalita del proprio potere, del proprio diritto
e della proprio indipendenza (Trattato Teologico Politico cap. XVII).
In Spinoza questa democrazia ha apparentemente la forma di
una monarchia. Ma, a ben notare, il monarca non ha nessun potere,
perche e assistito da una « assemblea consultiva » (formata da giuri-
sti eletti dalle circoscrizioni civili) che praticamente detiene il pote-
re decisionale. I giuristi,in quanto eletti, rappresentano veramente
il popolo. Esso e anche la nazione in armi perche l'esercito e forma-
to dai soli cittadini (Trattato Teologico-Politicolibro VI).
Per il filosofo cio e molto importanteperche se la nazione e co-
stantementearmata, i suoi rappresentantisaranno realmente tali ed
il re sara privato di ogni mezzo effettivoper opporsi alia volonta di
tutti.
Anche per ci6 che riguarda la proprieta della terra nello stesso
Trattato il filosoforibadisce piu volte (libri VI e VII) che una condi-
zione importantissimaper il mantenimento della pace e della con-
cordia e che nessun cittadino possieda beni immobili. Quindi lo Sta-
to e una democrazia pratica che vuole instaurare la liberta.
II programma politico spinoziano fu veramente rivoluzionario
per tempi perche solo il sec. XVIII mise in luce questo inalienabile
i
potere di cui deve godere ogni singolo cittadino all'internodello Stato.
Di fatto, Spinoza vive in un mondo in cui regna il potere eccle-
siastico, l'egemonia militarista di coloro che sono favorevoli agli
Stathoulders (capi militari che rappresentano la corona spagnola,
prima della rivoluzione olandese all'inizio del sec. XVII nelle Provin-
cie Unite) o alia monarchia degli Orange.
Infatti,forse, la vicenda che lo colpi piu da vicino e lo fece sof-
frirefu l'assassinio del liberale olandese il Grande Pensionario Jan d
Witt, ucciso nel 1672 durante una sommossa popolare monarchica e
nazionalista che richiedeva la restaurazione della monarchia orangi-
sta contro la borghesia liberale.
Spinoza difende la libertkpolitica da filosofo rigoroso. La sotto-
missione del cittadino alle leggi, secondo ragione, non e una nuova

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538 LA RASSEGNA
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alienazione perche la totalita dei cittadini danno l'assenso e quelle


leggi che hanno per principio l'interesse del popolo intero (Trattato
Teologico-Politico,libro XVI).
Cosi come la comunita politica piu libera e quella le cui leggi si
fondano sulla ragione (Trattato Teologico-Politico,libro XVI).
Prima di Kant e di Rousseau Spinoza affermache l'uomo e libe-
ro nella democrazia, perche e, insieme, legislatore nell'interesse di
tutti e non di un solo individuo. II regime politico razionale, come
lo definisce Spinoza, ha un fine etico. Infatti,se nello stato il cittadi-
no segue leggi dettate dalla ragione, se lui stesso e legislatore nello
interesse del gruppo egli non e libero solo aH'internodello Stato, ma
e anche libero come individuo,realizza la « virtu» ed il « vero bene »,
cioe la liberta interiore.

Parte IIa

Nella Ia parte e stata tentata una ricostruzione deirambiente


storico-politico,della formazione culturale, della fenomenologia re-
ligiosa in cui Spinoza e vissuto.
Inoltre ci si e sforzatidi metterein luce quelli che sono gli aspet-
ti innovatori e rivoluzionari del filosofo,che lo portarono alia con-
danna sia da parte della Comunita ebraica, che da parte della cultu-
ra ufficialeolandese. Tuttavia, la critica continua, (che si puo senz'al-
tro definireil fine di tutta la sua vita), della tradizione, della scola-
stica, non fu, in realta, negazione della sua origine.
Se si ribello alia Comunita, ai suoi maestri, la sua fu, appunto
una ribellione contro le tradizioni,le passioni misticheggiantiin cui
veniva abbandonato il lume della ragione, in cui Dio si rivelava attra-
verso una emanazione, un misterioso avvenimentoin seno all'eterni-
ta, una determinazionedell'indeterminato.Tuttavia, tutta la sua ope-
ra e intrisa di cultura ebraica. Gia abbiamo visto quali furono i suoi
maestri ed i suoi esempi culturali.
Molto imparo, appunto, da Mose Maimonide e dalla cultura ebrai-
ca medievale.
Infatti,soprattuttoper quanto riguarda l'esegesi biblica egli ne
fu, in qualche modo, il padre e raccolse il retaggio dei filosofi suoi
antenati.
Maimonide nella « Guida ai Perplessi » dedica alia spiegazione
di alcuni terminibiblici riguardantiDio i primi 49 capitoli della sua
opera, per poter realizzare, attraverso l'esegesi la conciliazone tra la
rivelazione e la ragione.

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BARUCH
SPINOZA: DELLA
UNMARRANO RAGIONE 539

Spinoza, pur criticandolo,in realta, nel Trattato Teologico-Politi-


co usa lo stesso metodo, non approvando l'esegesi razionalistica del
suo predecessore (per il quale la Bibbia doveva essere adattata alia
ragione).
Per Spinoza bisogna usare « un metodo naturale » che rispetti
appunto la natura del testo, in modo da ottenereuna certa omogenei-
ta tra i problemi che il testo pone e le soluzioni adottate.
Anzi Spinoza, va oltre (e qui sono ben chiare le sue matrici)
« osando » scrivere una Grammatica Ebraica per poter condurre la
sua esegesi, affrontandoproblemi assai delicati dovuti all'oscurita
del linguaggio biblico.
Cosi nella parte del Trattato Teologico-Politicoriguardantela re-
ligione di Israele, si occupa, come Maimonide, della Profezia, pur
dandone un significatodiverso.
Maimonide attribuisce un valore psicologico alia profezia,basan-
dola sulla facolta immaginativa,concedendole il valore di conoscen-
za piu alta, perche solo neH'anima meglio disposta (Guida ai Perples-
si, libro II, 36-37),l'influenza deirintellettoattivo si espande al di la
della ragione (come gia per Avicenna ed Al-Farabi).
Per Spinoza, invece, la Profezia rientra solo in uno dei mezzi che
determinano la religione come obbedienza e non come fede cieca,
dandole « certezza morale ». La Profezia si realizza come modo carat-
teristico della strutturareligiosa del Popolo d'lsraele. Essa sarebbe
la rivelazione,cioe la conoscenza di un fatto comunicato agli uomini
da Dio: profeta e colui che interpretala rivelazione.
Per Spinoza si tratta di un genere di conoscenza immaginativa,
inferiorerispetto a quella intuitiva.Inoltre, la rarita e l'intermittenza
della profezia contrastano con la costanza della conoscenza che dipen-
de dalla ragione e dura nel tempo.
Persons (Maimonides and Spinoza in Mind vol. Ill pag. 339 e
segg.) afferma che le tracce dello studio di Maimonide si ritrovano
in Spinoza, oltre che nelle sue meditazioni filosofiche,anche nella
pratica di vita.
Infatti la teoria di Maimonide, sul modo in cui il dotto dovrebbe
guadagnarsi da vivere sembra essere alia base della vita di Spinoza,
al suo banco di ottico e della sua ripugnanza ad accettare una catte-
dra per cui lo studio e unito al lavoro attivo.
Infatti il precetto ebraico che impone di sostentarsi con un lavo-
ro manuale fu proprio anche di Maimonide che visse, prima, del suo
commercio di pietre preziose intrapreso con il fratello ed, alia morte
di quest'ultimo, della sua professione di medico presso un ministro
del Saladino.

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540 MENSILEDI ISRAEL
LA RASSEGNA

Non solo il razionalismo, la scolastica medievale ebraica, ma cer-


tamente anche la corrente e la tradizione mistica della Kabala furo-
no oggetto di studio e di meditazione da parte di Spinoza. Quest'ulti-
ma rappresenta il retaggio della tradizione culturale di cui doveva
essere portatriceed ispiratrice la Comunita sefardita di Amsterdam.
Spinoza non osa negare l'esistenza, in generate, di una tradizio-
ne, ma solamente l'uniformitadi quella dei farisei. Una parte della
tradizione che, pur criticando nella sua opera, rispetta e quella della
Kabala.
Nella II parte dell'Etica, alio scolio della proposizione VII Spi-
noza afferma che: « la sostanza pensante e la sostanza estesa sono
una sola e medesima sostanza che e compresa ora sotto questo, ora
sotto quell'attributo. Cosi anche un modo dell'estensione e l'idea di
questo modo sono una sola e medesima cosa, pero espressa in due
modi; il che sembra che alcuni ebrei abbiano visto come attraverso
una nebbia, quelli cioe che affermanoche Dio, l'intellettodi Dio e le
cose da esso intese sono una sola e medesima cosa ». Probabilmente
in questo passo Spinoza si vuole riferirealle dottrine kabalistiche
che riconoscono l'unita del conoscente, della conoscenza e della cosa
conosciuta (Daat - Iodeh - Vei'adoah) e anche dell'intelletto,dell'intel-
ligenza e della cosa intesa (Schel - Meschil - Umaschal).
Anche l'idea della sostanza unica corrisponde alia Corona (Keter)
della triade kabalistica, vale a dire al Sepher o Libro che esprime la
idea di sostanza suprema.
C'e in questo concetto di Keter un senso ontologico estraneo alia
filosofia razionalista. Dalla sostanza suprema, unica (Sepher) per la
Kabala dipende la sostanza pensante. Non ci sono ragioni sufficienti
per accomunarla a terminikabalistici; mentre la sostanza estesa puo
essere awicinata al concetto di Bina (Sippur).
Infatti secondo la simbologia matematica o alfabetica, la Bina e
espressa con la He o tutte le tre dimensioni, cioe tutti gli elementi
dell'estensione. Naturalmente i kabalisti danno al concetto di Bina i
caratteri dell'estensione solo nel senso metaforico,per esprimere lo
oggetto intellettuale,la cosa logica.
Tuttavia, come per Spinoza, per i kabalisti il Pensiero (Homa) e
l'Estensione (Bina) scorrono, derivano dalla sostanza, tanto che l'uno
e l'altra non sono che una sola cosa con la sostanza: cioe la Homa e
la Bina derivano eternamente dalla Keter e costituiscono con essa
una unita indivisibile,espressa dalla lettera Iod e dalle sue tre par-
ti: la testa, il corpo, la coda.
C'& un altro punto abbastanza illuminante sul problema del rap-
porto di Spinoza con la corrente kabalistica.

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BARUCH DELLA
UN MARRANO
SPINOZA: RAGIONE 541

E' una risposta ad Oldenburg (Oevres de Spinoza, tome II pag.


339). Oldenburg aveva invitato Spinoza ad esprimersi chiaramente
sulla confusione,che poteva risultare nel suo sistema, tra Dio e Na-
tura, nodo vitale della sua filosofia
Spinoza risponde: « ... Ma per esprimervi il mio pensiero sui
problemi di cui voi avete chiesto spiegazioni, io non cerchero occu-
pandomi del primo pensiero che ho neiranima, una idea di Dio e del-
la Natura molto differenteda quella che i nuovi cristiani sono soliti
difendere.
Io credo, in effetti,che Dia sia la causa immanente di tutte le
cose, come dice, e non la causa transitoria. Io affermo con Paolo:
noi siamo in Dio, noi ci muoviamo in Dio. Devo anche ugualmente
dire che questo e il sentimento di tutti gli antichi Ebrei, cosi come
si puo dedurre da certe tradizioni, che pure sono state alterate in
mille modi ».
A proposito dei nuovi cristiani,forse contro la dottrinatrinitaria,
Spinoza credeva di essere in accordo con le teorie degli antichi cri-
stiani, probabilmente perche questi, a loro volta, si riferivanoagli
antichi ebrei.
Comunque, da questa lettera sembra che Spinoza tenga conto
delle tradizioni kabalistiche in cui Dio e Natura non sono terminico-
si separati e, pur non identificandosi,si uniscono in modo molto piu
strettoche in qualsiasi altra correntedi pensiero in seno all'ebraismo.
Ancora: Spinoza, come i kabalisti affermache la sostanza divina
si rivela in infinitimodi, di cui il pensiero e l'estensione non sareb-
bero che atomi impercettibili.Nello scolio della X proposizione della
la parte deU'Etica sente il bisogno di giustificarela sua straordinaria
definizione di sostanza contro i rimproveriche gli si potrebbero ri-
volgere di moltiplicarla,quasi come i kabalisti avvertivanosempre il
pericolo di introdurreattraverso gli attributi la molteplicita in Dio.
Leggendo l'opera di Baruch Spinoza traspaiono moltissimi ac-
cenni, a volte nascosti e velati, alia tradizione kabalistica che cosi
grande importanza ebbe per il pensiero ebraico.
Quindi ,come gia e stato affermato,la cultura ebraica forma un
tessuto vivo che Spinoza non tento mai di rifiutareperche la sua for-
mazione intellettuale lo rendeva consapevole della Tradizione, dalla
Bibbia alia Kabala al Talmud.
A questo tessuto connettivoriusci ad innestare in modo origina-
le l'ideale che si era gia affacciato al mondo moderno, con Cartesio
e Grozio.

Lia Mazzoli Liscia

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542 MENSILEDI ISRAEL
LA RASSEGNA

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