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Sia il Pierrot che il Soldato recano una testimonianza comune contro le forme istituzionalizzate della prassi aulica da teatro e da concerto. La composizione del Pierrot
Lunaire impegnò Schoenberg tra il marzo e il settembre del 1912. Fin dalle prime esecuzioni (a quella berlinese dell'8 dicembre 1912 assistettero tra gli altri Stravinsky e
Diaghilev) apparve chiaro che si trattava di un'opera d'importanza capitale per il divenire della musica moderna. In essa culmina e insieme si avvia al suo superamento quel
periodo centrale della creatività di Schoenberg in cui, emancipate le dissonanze, superati o sospesi i tradizionali nessi tonali e dischiuso le spazio dei dodici suoni della scala
cromatica temperata, il compositore s'inoltra sul terreno inesplorato in piena libertà attuando così i postulati irrazionali della poetica espressionista. Abolite le vecchie
leggi costruttive, le forme sonore tendono a contrarsi aforisticamente o si costituiscono plasmandosi sopra un testo poetico come avviene, appunto nel caso del Pierrot
Lunaire basato su «tre volte sette poesie» del poeta belga Albert Giraud tradotte in tedesco da Otto Erich Hartleben. [...]”
Il testo L’intero ciclo racconta del personaggio di Pierrot che affascinato dalla Luna si
ritrova in situazioni oniriche. Nella prima parte (brani 1-7), Pierrot si presenta
La vicenda narra di un soldato che, tornato a casa per una licenza, viene come poeta della sofferenza, incantato dalla luna che gli ricorda immagini
"macabre" e morbose. Nella seconda parte (brani 8-14), l'atmosfera è
blandito dal diavolo il quale gli sottrae il violino in cambio di un libro
angosciosa e il protagonista si immagina assassino, sadico. Nella terza parte
capace di realizzare ogni suo desiderio. In tre giorni tutti i suoi sogni si
(brani 15 - 21), il protagonista diventa sentimentale, diviso fra essere un
realizzano, ma al risveglio, tornato a casa, si rende conto che sono
grottesco buffone o il poeta della sofferenza che si abbandona alla nostalgia. La
trascorsi tre anni, sua moglie si è risposata e il suo posto nel focolare notte, ambiente statico dell’intera vicenda, viene vissuta come inconscio, parte
domestico è stato rimpiazzato. Diventato povero, il soldato riprende il nera e sacrilega che crea un immaginario esasperato, cruento dove la follia e la
cammino del profugo, giunge nel regno governato da un Re la cui figlia paura sono i temi predominanti. Pierrot Lunaire è una visione distorta, un incubo
malata sposerà chi sarà capace di guarirla. Con il suo violino, ad occhi aperti, opera di denuncia della crisi che ha l'individuo come soggetto
riconquistato al diavolo con uno stratagemma, seduce la principessa disperso nell'anonimato della folla alienante e fagocitante. Tema dominante è la
solitudine disperata, nata dall'incapacità dell'uomo di poter essere artefice del
che, danzando un tango, un valzer e un ragtime, cade fra le sue braccia.
proprio destino, incapace di difendersi e inetto alla vita. Così avviene per
Il tradizionale lieto fine viene tuttavia rovinato dal diavolo che reclama
Pierrot triste personaggio, maschera sentimentale della commedia dell'arte,
il violino e l’anima del soldato come stabilito dal patto.
triste innamorato della luna, oramai incapace di comporre odi idilliache,
deformato in un tragico figuro della notte, sospettoso e furbo, alla pari dei ladri
e dei peggiori assassini, metafora di una modernità lacerata, incapace di
cogliere la bellezza di uno spicchio di luna.
Musica - Testo
Schoenberg chiede che musica e testo poetico siano trattati secondo un rapporto di indipendenza, ciò che significa non incongruenza, ma
corrispondenza più profonda, quella corrispondenza scaturita dalla libertà di un codice rispetto all'altro, al fine di lasciar emergere più intime
analogie. Il compositore deve tendere alla congruenza più profonda tra musica e testo, basata non sull’imitazione esteriore, ma su quella
rispondenza intrinseca per cui due orizzonti emotivi diversi finiscono per avvicinarsi fino a specchiarsi l’uno nell’altro.
“Bisogna attenersi a ciò che l’opera d’arte intende offrire, non a cil che ne è soltanto il pretesto; e dunque in ogni musica composta per la poesia, l’esattezza nella riproduzione dei fatti è del tutto
irrilevante per la valutazione artistica, proprio come lo è la rassomiglianza di un ritratto rispetto al suo modello. [...] l’artista che nel ritratto ha espresso se stesso, a cui il ritratto deve rassomigliare a
un più alto grado di realtà. Quando si sia capito questo, è facile capire anche come la corrispondenza esteriore fra musica e testo, realizzata dalla declamazione, dal tempo, dalla dinamica abbia
ben poco a che fare con la corrispondenza interiore, e invece appartenga allo stesso genere dell’imitazione primitiva della natura, a cui appartiene la copia di un modello.”
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In linguistica con significante si indica il piano dell'espressione all'interno di un segno. Il significante è la forma che rinvia a un contenuto. L'unione di forma e contenuto, la relazione fra significante e significato,
definisce il segno, secondo le enunciazioni di Ferdinand de Saussure.
TESTO E MUSICA
ALTRE RIFLESSIONI
Schlegel, Wackenroder, Schopenhauer, Nietzsche
Herder, Hamann, Wagner ritengono quasi indispensabile il
esaltano la purezza della musica strumentale.
testo per esaltare il potenziale della musica.
Secondo Wackenroder Tutte le arti esprimono il sentimento, ma la
musica ha una posizione privilegiata, perché è linguaggio del Per Herder la musica è “linguaggio magico dei sentimenti”:
sentimento (non “magico”, come Herder!). La musica parla un l’utilizzo dell’aggettivo “magico” implica qualcosa di ineffabile
linguaggio sovrumano, volto all’incontro tra l’umano e il divino. Per e indefinibile. La musica ha bisogno della poesia per innalzarsi
creare questo contatto non vi è bisogno del testo. al significato. Il melodramma deve essere quindi la forma
musicale per eccellenza.
Per Schopenhauer la musica è la dominatrice delle arti, poiché
rappresenta immediatamente l’essenza stessa della volontà. E’ un
linguaggio assoluto. La musica esprime tutti i sentimenti in-abstracto
in tutte le sue sfumature. La musica coglie la Volontà nella sua “La poesia è la lingua madre del genere umano. (…) I sensi e le passioni
purezza, ancora prima di oggettivarsi nelle Idee. Ideale è la musica parlano e comprendono soltanto immagini. Nelle immagini è l'intero
tesoro dell'umana conoscenza e felicità.
strumentale, è pura e limpida. La musica non deve essere piegata al
significato delle parole perché rischia di parlare un linguaggio non suo. Johann Georg Hamann
L’incontro musica - poesia però è possibile a patto che la musica
mantenga la sua superiorità.
La visione della Gesamtkunstwerk
Gesamtkunstwerk = Opera d'arte Totale, è un termine che fu usato per la prima volta nel 1827 dallo scrittore e filosofo tedesco K. F. E. Trahndorff e poi
utilizzato, a partire dal 1849, anche da Richard Wagner, che lo inserì all'interno del suo saggio Arte e rivoluzione (Die Kunst und die Revolution). Wagner cita
come massima espressione della Gesamtkunstwerk l'arte teatrale dell'antica Grecia. Dopo poco tempo nel saggio L'Opera d'arte dell'avvenire (Das Kunstwerk
der Zukunft), scritto lo stesso anno, sviluppa ancora il concetto ed infine nel suo Opera e dramma (Oper und Drama) del 1851 descrive nei dettagli la sua
idea dell'unione fra opera e dramma, in cui le arti singole sono subordinate ad un unico proposito.
L’incontro di poesia, danza e musica si realizza nel dramma musicale. Secondo Wagner:
- La musica che è il mezzo e ne era stato fatto lo scopo
- Mentre il testo che è lo scopo e ne era stato fatto il mezzo.
La musica è il linguaggio dei sentimenti ma li esprime in maniera generica, ha bisogno di alcuni elementi che ne diano una forma: il testo è il primo, ma il
testo scritto da altri risulta di difficile lavoro per il compositore e per questo che musicista e poeta devono essere un tutt’uno. La musica è superiore al
testo, quindi deve partire da un contenuto che non la declassi e che permetta un contatto con l’ascoltatore. Per Liszt questo si realizzò nel poema
sinfonico, una musica assoluta ma descrittiva e narrativa. Per Wagner accade con l’utilizzo del leitmotiv abbinato a personaggi, sentimenti ed emozioni ed
è nel suo utilizzo che la libertà del compositore e la superiorità della musica si manifestano.
Forma capo con la stessa introduzione: Marche du soldat e si evolve in un ritmo drammaturgico più teso e lineare, con
otto brani musicali:
«La scelta degli strumenti per L’Histoire fu influenzata da un importantissimo evento della mia vita in quel
periodo: la scoperta del jazz americano… L’organico si richiama a quello della banda jazz in quanto ogni famiglia
strumentale – archi, legni, ottoni, percussioni – è rappresentata dai suoi estremi, nel registro acuto e nel registro
basso. Inoltre gli stessi strumenti venivano impiegati nella musica jazz, eccetto il fagotto, che, secondo me, stava
per il sassofono». Le parole di Stravinskij ci riportano la grande attrazione che il compositore vede nascere per gli
strumenti e gli idiomi della musica d’oltreoceano, ma nel 1918 dove poteva aver ascoltato musica jazz? «La
Timbro conoscenza che io avevo del jazz – ammette Stravinsky – derivava soltanto da letture occasionali di fogli
pentagrammati di questa musica. Non avendo mai potuto ascoltare il jazz improvvisato o suonato dal vivo, ero
però in grado di assimilarne lo stile ritmico, così com’era scritto pur se non come veniva eseguito. Ero in grado di
immaginarmi il suono del jazz, comunque, o almeno mi compiacevo di pensarlo. Il jazz significava comunque un
insieme di sonorità del tutto nuove nella mia musica, e L’Histoire segna la mia definitiva rottura con la produzione
della scuola sinfonica russa». Ricchezza timbrica che si fonde con contrasti e misurati cluster tonali, con un gioco
contrappuntistico e dialettico che mostra una notevole combinazione musicale.
Tango
Stravinsky abbandona il ritorno al folklore russo, ma organizza il
discorso musicale per frammenti: sembrano degli oggetti trovati, tra
musica bandistica, corale bachiano e danze di vario genere.
Le percussioni Stravinskij, non essendo percussionista, sperimentò personalmente la ricerca
timbrica degli strumenti a percussione, ideò una notazione sonoro/ritmica e la
scrisse sul rigo musicale riguardo alla formazione del set up che lui, da non
percussionista, ritenne adeguata.Nel 1963 William Kraft, percussionista, dopo
aver ricevuto delucidazioni e spiegazioni dallo stesso compositore Stravinskij,
decise di pubblicare la sua “revisione” della notazione, strumentazione e
formazione di set up da lui stessa ideata e “concepita” da percussionista.
Aggiunse, sotto approvazione dello stesso Stravinskij l’hi-hat come “colore
caratteristico” nella Marcia reale e nella Marcia trionfale del diavolo.
I: 1. Ubriaco di luna 2. Colombina 3. Il Dandy 4. Una pallida lavandaia 5. Valzer di Chopin 6. Madonna 7. La luna malata
II: 1. Notte 2. Invocazione a Pierrot 3. Rapina 4. Rosso convivio 5. Ballata della forca 6. Decapitazione 7. Le croci
Forma
III 1. Nostalgia 2. Perfidia 3. Parodia 4. La macchia lunare 5. Serenata 6. Viaggio verso casa 7. Antica frangranza
Ebbro di luna - Mondestrunken
Mondestrunken, ha una
struttura metrica ben
precisa costituita da due
quartine e un quintina
per un totale di tredici
versi con uno schema
fisso di ripetizione.
Vi è inoltre
corrispondenza tra
articolazione versale e
sintattica: a eccezione
degli ultimi tre versi,
infatti caratterizzati
dall’ejambement.