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Il codice (elaborato durante la rivoluzione francese) è l’espressione di una raccolta razionale e

tendenzialmente esauriente dei rapporti umani, quando si pensa al codice (che si pensò in
contrapposizione di quello che già esisteva) pensiamo a qualcosa che racchiuda tutto quello che
può succedere all’interno della vita di una persona.
L’idea di fondo è mettere dentro una norma tutto ciò che razionalmente può accadere nella vita di
un uomo, con lo scopo che i cittadini tutti si muovano secondo dei canoni prestabiliti (ORDINE).
Ma questa va molto bene in una società statica, semplice, dove alcuni valori vengono ampiamente
condivisi, dove non ci sono vari mutamenti, che non subisce alterazioni nel tempo, ma i nostri
tempi sono tempi in cui le convinzioni sociali e i valori che ciascuno di noi ha nella vita in comune
sono valori spesso molto diversi, in alcuni casi sono valori contrastanti. Di fronte ad una società
così dinamica (non solo per i flussi migratori ma anche a causa di questioni economiche che si sono
aperte al mondo) non si può parlare di una società che ha in comune gli stessi valori, dunque
pensare per esempio che l’idea di famiglia sia rimasta quella originaria è una cosa priva di valore,
come il modo in cui si fanno le contrattazioni sia lo stesso di alcuni tempi fa, quindi non basta
interpretare sono una legge del codice, ma il lavoro del giurista è molto più complesso bisogna
avere a che fare con le fonti regionali, internazionali, che hanno più o meno riflessi sulla nostra vita
quotidiana.
Dunque il nostro lavoro è quello di guardarci sempre intorno e metterci a confronto con più fonti.
Ogni regola ha degli elementi di contatto che si spiegano l’una con l’altra.
In America non hanno i codici, era tutto molto fondato sulla decisione del giudice, per cui
l’impostazione metodologica è molto diversa, in America si spiegano direttamente i casi, che
vengono risolti basandosi su vecchi casi simili, ma il nostro e il loro metodo non è più poi così
diverso, ma diversamente dallo studente americano lo studente europeo ha nella sua testa il
sistema, impostazione di metodo che consente di incasellare le questioni, in grado di dare risposte
coerenti con tutto, tendendo di inserire il generale nel particolare e viceversa, questa formazione
fa la differenza con l’ordine americano.

ORDINAMENTO= un complesso di norme che hanno tra esse una connessione, e che in quanto
connesse si spiegano le une verso le altre, ordinamento viene da ordine, dato appunto da un
sistema, dal quale dobbiamo ricavare la regola da applicare, ma l’ordinamento non è un dato
preacquisto, noi non lo rileviamo, ma che noi stessi costruiamo (norme costruite a sistema). Pur
leggendo una singola norma io so che lì è presente un insieme di sistemi.
Esistono varie norme non sono giuridiche, e l’elemento che mi consente di distinguerle è
l’imperatività, si impone, deve essere osservata, anche la norma etica è imperativa come anche
quella della scienza, ma quella giuridica devo rispettarla anche se non la condivido. È naturale
avere opinioni contrastanti verso una norma giuridica ma questa libertà di pensiero vale per tutti?
Se un funzionario di polizia manifesta contro un valore (salute), c’è un giuramento (tutti i pubblici
dipendenti, tutti i cittadini devono rispettare la costituzione) anche se liberamente (libertà di
pensiero) abbiamo più valori concorrenti che giustificano lo stesso comportamento e la norma è
sempre la stessa (green pass) ma intorno a questa norma girano più interessi e più valori che non
vengono risolti nella norma e vengono risolti dall’interprete.

NORMA= carattere precettivo, distinguiamo la norma giuridica dalle altre norme proprio per
questo motivo e anche per il fatto di contenere un giudizio, la norma giuridica esprime sempre una
valutazione un dato negativo o positivo di apprezzamento o di biasimo, come anche le norme
etiche, a differenza delle norme scientifiche, le. Leggi della fisica individuiamo una norma, una
regola che ha una sua forza (che in una determinata circostanza succede quel fenomeno) ma è una
norma che registra un dato che noi rileviamo da un esperimento, ma non ci da un giudizio. Quindi
in ogni norma giuridica vi è una valutazione, rilevando una scelta di campo che fa l’ordinamento.
ogni volta che valutiamo qualcosa la facciamo sulla base di due parametri che possono essere
combinati, l’interesse (categoria dell’interesse, il diritto ritiene che questa categoria sia il
fondamento su cui si fondino le scelte, ed ha una funzione patrimoniale), il valore, i valori sono
obbiettivi, apprezzati positivamente dall’ordinamento che non hanno necessariamente una
funzione patrimoniale, ma che hanno una funzione esistenziale, attengono al valore della persona,
ogni norma assolve variamente a questi doppi parametri. Quando si parla di valori si mette in
evidenza come tra diritto ed etica non ci sia una separazione, perché i valori, gli scopi dell’umanità,
nascono proprio nella dimensione etica della vita, quindi se l’ordinamento fa proprio l’elemento
del valore ci fa capire che noi non possiamo ragionare un argomento che non abbia un
fondamento suk valore, ma i valori su cui si basa l’ordinamento li prende da sé stesso, perché è
capace di includere in sé stesso alcuni valori. Tutte le costituzioni moderne hanno la caratteristica
di darsi regole formative, norme che hanno recepito alcuni valori dell’etica e li hanno tramutato in
norme giuridiche fondamentali (post seconda guerra mondiale, perché i vecchi ordinamenti erano
sprovvisti di un fondamento etico).
Una volta che la norma è prodotta ed è validamente efficace va seguita, e non è attaccabile dal
punto di vista formale.
Ogni norma che risolve un conflitto riduce a sintesi il conflitto di due interessi contrapposti, e ci
possono anche essere molteplici valori che NON confliggono, si parla di valori che concorrono
perché in questo modo indichiamo che nel concorso bisogna dare la giusta misura a tutti i valori, e
dobbiamo capire qual è più positivo rispetto ad un altro, quando si fa questo lavoro si dice che si
applica il criterio della RAGIONEVOLEZZA che trova il suo fondamentale nell’articolo 3 (norma
sull’eguaglianza che ci dice: tutti siamo uguali, pari diritto, ma tutti siamo disuguali, diritti diversi,
quando le nostre condizioni di avvio non sono uguali, quindi tutte le persone devono riuscire a
migliorarsi e non dobbiamo trattarle allo stesso modo e differenziare i trattamenti). La
ragionevolezza opera quando deve far concorrere dei valori, agendo dosando “gli ingredienti” in
base alle esigenze, fattori che si valutano diversi valori che concorrono, mettendo a confronto più
valori che come risultato ci dia un obbiettivo finale.
Quando usiamo questo strumento bisogna tracciare i valori che concorrono e nel rintracciarli
dobbiamo anche trovare le norme costituzionali che esprimono quei valori, che non vengono
sempre considerati allo stesso modo (il principio fondamentale è la persona, che è il valore che
predomina).
Al variare delle circostanze di fatto abbiamo ritrovato un punto di ragionevolezza ed è cambiata la
norma, ciò significa che quando si lavora con la ragionevolezza non bisogna fermarsi soltanto al
dato normativo, perché il giudizio non può essere dato in astratto ma bisogna darlo sui fatti.
In ogni norma concorrono più valori che vanno rintracciati, vanno bilanciati che deve avvenire
secondo ragionevolezza che richiede inevitabilmente che si discuta di un fatto specifico che si
conosce nei dettagli, e ogni norma deve avere come riferimento almeno un valore, perché in caso
contrario quella norma è incostituzionale.

Norme principio= non ci descrive un comportamento specifico ma ci indica un obbiettivo, un


valore che non descrive il come ma indica un obbiettivo, norma senza fattispecie. La norma
principio giustifica la norma regola che deve spiegare il perché di un “come”. Si trovano nella carta
costituzionale, ma le troviamo anche nel codice civile.

Norme regole= qui troviamo un comportamento descritto e definito che condiziona il nostro agire,
troviamo dunque la fattispecie, non esiste una norma che regola che non abbia come presupposto
almeno una norma principio.
Norma eccezionale= La eccezionalità di una norma la ricaviamo dal rapporto tra essa e la norma
principio, ponendosi:
-o costituisce una modalità atipica di applicazione di un principio;
-o ci troviamo in presenza che fa concorrere due principi che abitualmente non concorrono.
Questo giudizio è dato dall’interprete, seguendo un nostro ragionamento, la eccezionalità della
norma è data da un rapporto variabile perché variano le circostanze e dunque varia l’ordinamento.
(autobus)…
L’analogia è un modo comune che governa l’agire dell’interprete, che ha il suo fondamento sulla
ragione che fonda la norma, e di conseguenza non è una metodica particolare. Ma la norma
eccezionale si può applicare per analogia? La risposta è si perché la ragione che fonda una
situazione può ispirare un’altra situazione analoga.

Norma speciale= è una norma creata per una evenienza specifica, che non va confusa con la
norma eccezionale, ma ci troviamo di fronte ad un ambito materiale che richiede delle specificità,
Il consumatore (colui che stipula contratti avendo però una posizione “debole”, sprovvisto di
alcune conoscenze senza le quali la contrattazione potrebbe essere a suo rischio, perché non ho gli
strumenti per valutare ciò che mi viene proposto o che rispondano al mio interesse) per
proteggere i consumatori che abbiano delle problematiche relative alla conoscenza, le norme del
codice del consumo sono delle norme speciali.

Norma inderogabile= Quel carattere della imperatività della norma giuridica lo ritroviamo lo
ritroviamo solo in alcune norme giuridiche, ed è inderogabile quando costituisce l’unica modalità
di attuazione di un principio fondamentale, come se fosse un complemento della norma principio
unita alla norma regola che è l’unica attuazione della norma principio.

Norma derogabile= quando non è l’unico modo

Norma imperativa=

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