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ORGANIZZAZIONI E DEONTOLOGIA.
Il tema che mi stato assegnato mette in connessione, con riferimento alla organizzazione
giudiziaria, il sistema disciplinare, il sistema deontologico e (servizio allutenza) i risultati
dellorganizzazione.
La scelta del tema evidenzia la consapevolezza del fatto che la giustizia , prima di tutto, una
organizzazione e mi induce a sottolineare, in apertura, i rapporti esistenti tra organizzazione e
deontologia.
Il mio esame sara necessariamente schematico e poco motivato.
Mi interessa pero fornirvi una lettura delle questioni deontologiche che privilegi un punto di
vista particolare: quello di guarda al sistema giustizia inteso come struttura organizzata, mettendo
volutamente da parte (al fine di semplificare il ragionamento) le tante particolarita che lo
rendono unico.
Il sistema giustizia , infatti, una organizzazione complessa, che produce beni e fornisce servizi
interni (ai suoi appartenenti: il posto di lavoro, le gratificazioni ) ed esterni (il servizio allutenza
del titolo).
Lefficienza complessiva della nostra organizzazione scarsa, considerata (ancora piu scarsa),
e cio pone non pochi problemi di motivazione agli addetti.
E evidente che il livello di efficienza del sistema dipende dalla quantita di risorse che
vengono investite. Ma crescente la nostra consapevolezza che l efficacia abbia anche a che
fare con la nostra capacita di utilizzare al meglio le risorse.
Utilizzare al meglio le risorse, da parte di un magistrato, significa due cose insieme: fornire agli
utenti il servizio cui preposta listituzione, nel rispetto di tutte le regole che disciplinano
listituzione.
Lefficienza di un sistema, ed anche del sistema giustizia, ha tra gli altri- come presupposto (non
sufficiente, ma necessario) la condivisione dei valori che concernono sia la realizzazione del
prodotto (qualita e quantita), sia le modalita (le regole) della produzione: la condivisione di
alcuni imprescindibili valori il cemento di ogni struttura; il livello di tale condivisione influenza
lefficienza della struttura.
Un intervento sullefficacia del servizio giustizia non solo sollecita una assunzione di
consapevolezza circa le interazioni esistenti tra condivisione di valori ed efficienza, ma anche
rende piu urgente intervenire per incrementare la condivisione. Nasce quindi una nuova
attenzione per le iniziative idonee per diffondere, aggiornare ed incrementare quella tavola dei
valori che costituisce il tessuto connettivo della nostra organizzazione: sede privilegiata di
questo lavoro la formazione professionale.
E poich i valori, per essere condivisi, devono essere ricercati insieme, la formazione in materia
non potra che essere autoformazione.
Ragionare tra magistrati sulla deontologia sempre una operazione dinamica, fonte di
potenziale cambiamento: perche significa confrontare la propria personale tabella dei valori
(quella praticata nel lavoro di ufficio) con quelle altrui; significa prendere coscienza di quanto il
proprio modo di lavorare incida sullutenza; significa capire come loperato del singolo si
inserisca nel procedimento complessivo e quale ne sia il risultato (es: la scelta isolata dei sostituti
di una procura circa le priorita nella trattazione degli affari, che puo dar luogo a dissonanze
incomprensibili per lutenza).
Il risultato di questo lavoro collettivo, di questo ragionare insieme, di questa autoformazione
puo portare a mutamenti delle tabelle dei valori del singolo e del gruppo.
Non troveremo invece e non a caso- analoghi e cosi diretti riferimenti al tema se spostiamo la
nostra attenzione sul piano dellordinamento disciplinare: un fatto che (cosi Ichino e De
Ruggiero in QG 1994 Codice etico dei magistrati) esiste un territorio assai ampio in cui le
condotte non sono regolate dai codici di procedura e si sottraggono anche a valutazioni disciplinari;
vi una trama di prassi che caratterizza, accanto al tessuto normativo, il concreto funzionamento
del sistema.
Esaminando, infatti, il decreto legislativo 2006/109, verificheremo che gli illeciti disciplinari
previsti toccano il terreno dell efficienza solo in negativo, e cio per sanzionare
comportamenti marcatamente gravi; ne sono esempio, all art. 2, le lettere D) (comportamenti
abitualmente o gravemente scorretti nei confronti di chiunque abbia rapporti col magistrato), . Q)
(il reiterato, grave e ingiustificato ritardo nel compimento degli atti relativi allesercizio delle
funzioni), R) (il sottrarsi in modo abituale ed ingiustificato allattivita di servizio).
Il dato fisiologico: proprio di un sistema disciplinare equilibrato intervenire solo al di sopra di
una certa soglia di compromissione dei valori tutelati: lefficienza non si ottiene minacciando
sanzioni .
Insomma, dobbiamo cercare altrove gli strumenti che potranno contribuire a rendere effettive le
regole del dover essere in materia di qualita del servizio e buona organizzazione.
A questo proposito, da sottolineare subito, e con forza, una regola (ma una ben ovvia regola)
che vale per qualsiasi organizzazione: il sistema delle promozioni e della carriera uno strumento
estremamente forte di diffusione e di rafforzamento dei valori effettivi riconosciuti allinterno
dellorganizzazione stessa.
Per accertare quali sono, realmente, i beni riconosciuti allinterno di una struttura, basta
verificare le qualita e le attitudini che vengono premiate dai meccanismi di carriera in atto.
Sul piano dellattuale sistema di promozioni, voglio solo evidenziare due notazioni dordine
generale.
Una carriera che privilegia soprattutto la regola dellanzianita tende a tutelare essenzialmente il
valore dellindipendenza interna, ma si pone come indifferente rispetto ad altri valori (compreso
quello dellefficienza organizzativa), e quindi tendenzialmente rischia di disincentivare una
professionalita attenta al risultato per lutenza.
Il nostro sistema di autogoverno sta vivendo una fase di delicata transizione: diminuire il peso
dellanzianita nelle scelte dei dirigenti e valorizzare lattitudine dirigenziale significa premiare
certi atteggiamenti professionali e disapprovarne altri, e quindi scegliere un quadro di valori di
riferimento, a preferenza di altri possibili.
Sotto questo profilo, un
documento molto interessante costituito dal disegno di legge
governativo sullordinamento giudiziario (attualmente allesame del Senato), nella parte dedicata
alla valutazione della professionalita.
Il progetto contiene una serie assai articolata di criteri di valutazione (art. 11) che dovranno
costituire i parametri cui dovra attenersi il CSM in tutte le sue decisioni in materia di carriera dei
magistrati.
Il testo evidenzia una matura consapevolezza dellessere il settore giudiziario una organizzazione
complessa, caratterizzata da inscindibili interazioni tra risorse personali e materiali.
Sottolineo, in particolare, i seguenti punti:
- i criteri sono disegnati in modo da valorizzare tutte le funzioni, rispettandone la specificita;
- il concetto di laboriosita tende a superare una visione isolata del lavoro e privilegia la
collaborazione allinterno dellufficio;
- il parametro dell impegno, soprattutto, viene caratterizzato da contenuti nuovi, che
comprendono le nuove virtu del magistrato, quali la partecipazione ai corsi di formazione, la
flessibilita, la capacita di risolvere problemi organizzativi, la disponibilita ad instaurare buone
prassi;
- viene individuato un nuovo profilo di professionalita, lattitudine alla dirigenza, i cui contenuti
sono individuati nella capacita di organizzarsi, di programmare, di motivare e coordinare i
collaboratori, di essere flessibili, di rispettare lautonomia dei magistrati;
- viene calibrata la valutazione in relazione al contesto, cio alla quantita di risorse a
disposizione ed alle condizioni di partenza dellufficio.
La tecnica legislativa scelta appare diretta ad individuare i segnali e le tracce significative che
consentano di apprezzare, oltre alla correttezza ed alla qualit tecnica del nostro lavoro, anche la
nostra capacita di stare nellorganizzazione in modo efficiente.
Linnovazione piu significativa si coglie laddove il progetto individua il buon magistrato ed il
buon dirigente non solo sulla base della sapienza giuridica e della laboriosita individuale, ma
anche tenendo conto delle attitudini relazionali, della duttilita e delle abilita innovative.
E evidente che questo testo propone una sfida al nostro autogoverno ed a tutti noi: fornisce nuovi
strumenti valutativi, mette a disposizione una piu articolata unit di misura, per contare ci
che, sino ad ora, risultato arduamente misurabile, e talvolta malamente misurato: lobiettivo, in
poche parole, superare le tentazioni corporative ed i limiti di una gestione paternalistica della
valutazioni professionali.
Questi parametri normativi non nascono dal nulla: sono il frutto di una elaborazione da anni in
corso nella magistratura, proprio allinterno del dibattito sul come stare negli uffici, e quindi
sulle regole deontologiche, che ha dato vita al codice etico formulato dallANM.
In nuce, le nuove qualit del magistrato e del dirigente sono gia scritte nel nostro codice etico
(la disponibilita, il buon utilizzo delle risorse, lintervento sui disservizi).
Le circolari del CSM sui pareri costituiscono un significativo precedente.
Ma il progetto di riforma dellordinamento approfondisce ancora, coniugando le regole
deontologiche con le esigenze organizzative; e, soprattutto, individuando un potente strumento
per trasformare tali prescrizioni sul dover essere, gia ampiamente (ma forse non totalmente)
condivise, in comportamenti effettivi.
E evidente, infatti, che se i parametri di valutazione indicati nel disegno di legge sapranno
diventare i criteri decisivi per le valutazioni, per le promozioni, per le scelte dei dirigenti, il lavoro
valutativo di Consigli Giudiziari e CSM costituir uno strumento formidabile (molto piu di
qualsiasi apparato disciplinare) per rendere effettivi i valori deontologici di cui stiamo trattando.
Insomma, si rafforzera un virtuoso fenomeno circolare (dal dibattito interno sulla deontologia e
dal codice etico dellAssociazione alle valutazioni di professionalita del nostro autogoverno, e da
qui alla pratica quotidiana dei tribunali), si instaurera un processo dinamico, potenzialmente
creatore di piu elevati standards professionali e deontologici.