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La notifica degli atti fiscali e delle sanzioni amministrative: rilievi di nullità

e riflessi sulle pretese fiscali


Michele Ruvolo – Giudice del Tribunale di Palermo
Roma, 9 maggio 2017

Sommario: 1. La notifica ex art. 138 c.p.c.; 2. La notifica ex art. 139 c.p.c.; 3. La notifica ex
art. 140 c.p.c.; 4. La notifica ex art. 143 c.p.c.; 5. La notifica a mezzo posta; 6. La notifica alle
persone giuridiche; 7. La notifica nelle convalide di sfratto; 8. La notifica dell’atto di appello in
caso di errata dichiarazione di contumacia; 9. Notifiche e opposizioni a cartelle esattoriali; 10. La
notifica a mezzo posta privata degli atti tributari; 11. La notifica a mezzo posta elettronica degli atti
tributari; 12. La notifica nulla e quella inesistente. 13. Perfezionamento della notifica; 14. I riflessi
sulle pretese fiscali delle nullità delle notifiche degli atti fiscali. Panorama di giurisprudenza recente
sulla notifica degli atti fiscali. Appendice normativa

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1. LA NOTIFICA EX ART. 138 C.P.C.
Art. 138 c.p.c. (Notificazione in mani proprie)
L’ufficiale giudiziario esegue la notificazione di regola mediante consegna della copia nelle mani proprie del
destinatario, presso la casa di abitazione oppure, se ciò non è possibile, ovunque lo trovi nell’ambito della circoscrizione
dell’ufficio giudiziario al quale è addetto.
Se il destinatario rifiuta di ricevere la copia, l’ufficiale giudiziario ne dà atto nella relazione e la notificazione si
considera fatta in mani proprie.

Va innanzitutto osservato che la notifica di un atto a mani proprie del destinatario, ex art. 138 c.p.c., è sempre
valida, a prescindere dalla circostanza che la consegna del piego non sia avvenuta presso la casa di abitazione
(anagrafica) del destinatario (v. Cass. 1887/06).
Invero, la notifica di un atto a mani proprie del destinatario di esso, ovunque venga trovato dall'ufficiale
giudiziario nell'ambito della circoscrizione dell'ufficio giudiziario a cui è addetto, rende irrilevante l'indagine sulla
residenza, domicilio o dimora, del medesimo, mentre l'identità personale tra consegnatario dell'atto e destinatario
indicato è desumibile dalle dichiarazioni rese all'atto della consegna al p.u., penalmente sanzionate, se mendaci, ai sensi
dell'art. 495 cod. pen. (cfr. Cass. 2323/00 e 18868/05).
La regola fissata dall’art. 138 c.p.c. è applicabile anche in caso di notifica al difensore di una delle parti ex art. Commento [utente1]: Altre ipotesi
170 c.p.c. È noto, invero, che dopo la costituzione in giudizio della parte a mezzo del procuratore, quest’ultimo è assimilabili alla notifica a mani proprie
l’unico destinatario di tutte le notificazioni da eseguirsi nel corso del procedimento (v. anche Cass. 1440/90 e 493/76).
Ed è sufficiente la consegna di una sola copia dell’atto anche se il procuratore è costituito per più parti.
È poi da considerare come fatta a mani la notifica alle persone giuridiche eseguita a mani del legale
rappresentante o della persona addetta alla ricezione atti (v. Cass. 19468/2007 per la quale “in virtù del principio di
immedesimazione organica, la notifica di un atto giudiziario nei confronti delle persone giuridiche può avvenire
mediante consegna a mani del rappresentante legale, o della persona addetta alla ricezione degli atti, in applicazione
del disposto di cui all'art. 138 cod. proc. civ., in forza del quale la consegna a mani proprie si considera valida
ovunque sia stato reperito il destinatario, tenuto conto, del resto, che una siffatta interpretazione trova conforto nella
vigente formulazione (sebbene inapplicabile "ratione temporis" nel caso di specie) dell'art. 145 cod. proc. civ. (come
modificato dall'art. 2 della legge 28 dicembre 2005, n. 263) che si ispira proprio alla "ratio" del principio
immedesimazione organica là dove prevede, appunto, che la notificazione "può anche essere eseguita, a norma degli
articoli 138, 139 e 141, alla persona fisica che rappresenta l'ente qualora nell'atto da notificare ne sia indicata la
qualità e risultino specificati residenza, domicilio e dimora abituale". Ne consegue che l'anzidetta modalità di
notificazione trova applicazione anche rispetto alla citazione in riassunzione dinanzi al giudice del rinvio, giacché l'art.
392, comma secondo, cod. proc. civ., stabilisce che tale atto va notificato "personalmente a norma degli artt. 137 e ss."
cod. proc. civ.”). – v. anche Cass. 4785/07.
È bene pure precisare che la citazione di un imprenditore individuale ovvero di un’impresa individuale ha come
destinatario la persona fisica dell'imprenditore stesso e va quindi notificata a quest'ultimo secondo le regole delle
notificazioni a persone fisiche ex art. 138 e segg. cod. proc. civ., privilegiando, circa il luogo in cui la notifica deve
essere eseguita, la residenza effettiva, mentre la residenza anagrafica può costituire soltanto un indizio-presunzione per
la sua individuazione, indizio che può essere superato sulla base di qualsivoglia elemento di convincimento idoneo a
dimostrare la dimora abituale del soggetto in luogo diverso (v. Cass. 8603/96; 2814/00; 5726/02).
Con riferimento al condominio si osservi che la notifica di un atto indirizzato al condominio, qualora non
avvenga nelle mani dell'amministratore, può essere validamente fatta nello stabile condominiale soltanto qualora in esso
si trovino locali destinati allo svolgimento ed alla gestione delle cose e dei servizi comuni (come ad esempio la
portineria), idonei, come tali, a configurare un "ufficio" dell'amministratore, dovendo, in mancanza, essere eseguita
presso il domicilio privato di quest'ultimo (v. Cass. 11303/07; 2999/10).
Pure a mani è, ancora, la notifica in relazione alla quale vi è un rifiuto di ricevere la copia, con l’importante
precisazione, però, che tale rifiuto equivale alla notificazione solo se proviene dal destinatario, non essendo consentita
una analoga equiparazione nel caso in cui il rifiuto sia stato opposto da un soggetto del tutto estraneo, oppure se
l’accipiens sia un congiunto del destinatario o un addetto alla casa (o, a maggior ragione, un vicino o il portiere),
ancorché si tratti di soggetti che altre disposizioni abilitano, in ordine prioritario gradato, alla ricezione dell’atto (v.
Cass. S.U. 9325/02, Cass. 10476/06 e, più recentemente, Cass. 12545/2013).
Se il rifiuto proviene dai soggetti di cui all’art. 139 c.p.c. allora è necessario eseguire, come si dirà dopo, le
formalità prescritte dall'art. 140 c.p.c., la cui omissione determina l’inesistenza della notificazione stessa.
È il rifiuto del destinatario a valere come notificazione virtuale.
Va pure rilevato che è stato ritenuto legittimo il rifiuto della notificazione dell'atto di impugnazione da parte del
procuratore cancellato dall'albo e tale rifiuto non può dar luogo alla notificazione c.d. virtuale di cui all'art. 139 c.p.c.,
atteso che il principio della perpetuatio dell'ufficio defensionale opera solo in caso di revoca della procura o rinuncia al
mandato, laddove la cancellazione dall'albo, incidendo sullo ius pustulandi, rende illegittima la prosecuzione
dell'attività professionale (cfr. Cass. 4944/97).

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Memo
Esempio di notifica ex art. 138 c.p.c.

Nel caso sopra raffigurato è fin troppo evidente che la notificazione si è perfezionata in data 22.3.2011.
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2. LA NOTIFICA EX ART. 139 C.P.C.
Art. 139 c.p.c. (Notificazione nella residenza, nella dimora o nel domicilio).
Se non avviene nel modo previsto dall’articolo precedente, la notificazione deve essere fatta nel comune di
residenza del destinatario, ricercandolo nella casa di abitazione o dove ha l’ufficio o esercita l’industria o il
commercio.
Se il destinatario non viene trovato in uno di tali luoghi, l’ufficiale giudiziario consegna copia dell’atto a una
persona di famiglia o addetta alla casa, all’ufficio o all’azienda, purché non minore di quattordici anni o non palesemente
incapace
In mancanza delle persone indicate nel comma precedente, la copia è consegnata al portiere dello stabile
dove è l’abitazione, l’ufficio o l’azienda e, quando anche il portiere manca, a un vicino di casa che accetti di riceverla.
Il
portiere o il vicino di casa deve sottoscrivere una ricevuta, e l’ufficiale giudiziario dà notizia al destinatario dell’avvenuta
notificazione dell’atto a mezzo lettera raccomandata.

Sono due le condizioni per la notifica ex art. 139 c.p.c.; 1) l’esatta determinazione del luogo; 2) la presenza in
esso di un soggetto legato al destinatario da uno specifico rapporto, normativamente indicato.
La ratio della notifica ex art. 139 c.p.c. risiede nel fatto che si presume che il consegnatario indicato dall’art. 139
c.p.c. si prenderà cura, essendo legato da un particolare rapporto di fiducia con il destinatario, di portare l’atto a
conoscenza di quest’ultimo (v. Cass. 5452/98).
L’ordine dei luoghi fissato dai commi primo e sesto dell’art. 139 c.p.c. è tassativo ed il suo mancato rispetto
nella notificazione della citazione introduttiva del giudizio ne comporta la nullità (v. Cass. 21778/08; 1753/05;
11734/02), sia pure sanabile ex tunc con la costituzione dell’intimato.
Vi è un criterio di successione preferenziale tra residenza, domicilio e dimora. Il destinatario va dunque prima Commento [utente2]: Come va inteso
cercato nel Comune di residenza e solo successivamente nel Comune di dimora o, se anche lì non è possibile, del correttamente l’ordine di successione dei
domicilio. luoghi in cui effettuare la notifica
Comunque, il criterio di successione preferenziale riguarda solo il Comune (di residenza, dimora e domicilio) ma
non la scelta tra abitazione e luogo di lavoro (Cass. 2266/10).
Il principio è che l'art. 139 cod. proc. civ., nel prescrivere che la notifica si esegue nel luogo di residenza del
destinatario e nel precisare che questi va ricercato nella casa di abitazione o dove ha l'ufficio o esercita l'industria o il
commercio, non dispone un ordine tassativo da seguire in tali ricerche, potendosi scegliere di eseguire la notifica presso
la casa di abitazione o presso la sede dell'impresa o presso l'ufficio, purché si tratti, comunque, di luogo posto nel
Comune in cui il destinatario ha la sua residenza (Cass. 2266/10; 17903/10; 15755/04).
Se il destinatario non ha nel luogo indicato dal notificante né la residenza, la dimora o il domicilio allora non si
può procedere alla consegna dell’atto alle persone indicate dall’art. 139 c.p.c.. È nulla la notifica eseguita in un Comune
diverso da quelli indicati dall’art. 139 c.p.c. (v. Cass. 7234/92 e 6362/93).
All’interno del Comune di residenza del destinatario la ricerca va fatta nella casa di abitazione o dove ha
l’ufficio o esercita l’industria o il commercio.
Nell’ambito del Comune individuato secondo il citato criterio è consentita la notificazione nell’ufficio del
destinatario o nel luogo dove esercita l’industria o il commercio, in alternativa a quello della casa o dell’abitazione,
senza che sia necessaria la preventiva ricerca infruttuosa del destinatario presso l’abitazione. Non vi è ordine
preferenziale con riferimento ai luoghi interni al Comune.
Ciò che rileva è la dimora di fatto abituale. Le risultanze anagrafiche hanno solo valore presuntivo (superabile
con prova contraria) circa il luogo di residenza (si legge in Cass. 11550/2013: “Le risultanze anagrafiche rivestono un
valore meramente presuntivo circa il luogo dell'effettiva abituale dimora, il quale è accertabile con ogni mezzo di
prova, anche contro le stesse risultanze anagrafiche, assumendo rilevanza esclusiva il luogo ove il destinatario della
notifica dimori, di fatto, in via abituale”).
Prova contraria idonea è, ad esempio, l’indicazione nel contratto inter partes o nella corrispondenza intercorsa
tra le parti prima dell’instaurazione del giudizio (v. Cass. 24422/06, per la quale «in tema di notificazioni, ai fini della
determinazione del luogo di residenza occorre fare riferimento a quella effettiva del destinatario dell’atto, tenuto conto
che le risultanze anagrafiche, rivestendo mero valore presuntivo, possono essere superate dalla prova contraria, che
può essere desunta da qualsiasi fonte di convincimento, come la corrispondenza intercorsa fra le parti prima del
giudizio»; v. anche Cass. 23838/ 2007; 15938/ 2008; 26985/ 2009).
Qualora un soggetto, residente all'estero, abbia domicilio in Italia, non trova applicazione diretta l'art. 139 cod.
proc. civ., che disciplina le notificazioni da eseguirsi a persone residenti, dimorate e domiciliate in Italia, ma, rivestendo
le risultanze anagrafiche solo un valore presuntivo in relazione all'abituale effettiva dimora, accertabile con ogni mezzo
anche contro tali risultanze, può ritenersi corretta, alla stregua di una interpretazione sistematica del menzionato articolo
e dell'art. 142 cod. proc. civ., nonché del principio di effettività della notifica, la valorizzazione del suddetto domicilio
quale collegamento rilevante del notificando con il luogo, sito in Italia, idoneo a far considerare valida la notifica ivi
effettuatagli (v. Cass. 21896/2013).
Vi è, poi, una successione preferenziale delle persone alle quali, in assenza del destinatario, può essere Commento [utente3]: L’ordine di
consegnata la copia dell’atto da notificare. preferenza dei soggetti abilitati alla
I consegnatari sono: a) persona di famiglia o addetta alla casa o all’ufficio purché non infraquattordicenne o ricezione dell’atto
palesemente incapace. In merito alla notifica a persona di famiglia o addetta alla casa si noti che non occorre per la
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giurisprudenza più recente che vi sia una stabile convivenza con il destinatario purché la presenza in casa non sia solo
occasionale o temporanea. La non occasionalità si presume dall’accettazione senza riserve dell’atto (v. Cass. 187/00). È
colui che assume di non aver ricevuto l’atto che deve provare il carattere occasionale della presenza del consegnatario
in casa propria (e non rilevano le certificazioni anagrafiche del consegnatario) - Cass. 187/00; 23368/06; 21362/10 e
19218/07 (si legge in Cass. ordinanza 2906/12 che “la dimostrazione dell'insussistenza del rapporto di parentela tra il
destinatario dell'atto e la persona che risulti indicata come consegnataria nella relata di notifica può essere offerta
mediante prova documentale, riguardando un'attestazione che non è frutto della diretta percezione dell'ufficiale
giudiziario procedente, ma di notizie a questo fornite, e non è, quindi, assistita da fede privilegiata; tuttavia, non è
sufficiente, al fine di negare validità alla notificazione, la produzione di uno stato integrale di famiglia, il cui contenuto
non esclude il rapporto di parentela”).Certo, occorre il rapporto di parentela o l’essere addetti alla casa (requisiti
richiesti dalla legge), con la conseguenza che è nulla la notifica in caso di consegna dell’atto a chi convive ma non è
legata da rapporto di parentela o non è addetta alla casa (v. Cass. 13625/04; 16444/09). La nullità è comunque sanabile
con la costituzione in giudizio o con la mancata deduzione nell’atto di appello. Con riferimento, invece, alla notifica a
persona addetta all’ufficio va osservato che deve trattarsi del luogo dove il destinatario svolge attività lavorativa
abituale ma non occorre che il consegnatario sia legato da vincolo di subordinazione, bastando una comunanza di
rapporti a rendere operante la presunzione che il consegnatario porterà l’atto a conoscenza del destinatario (Cass.
239/07; 9875/98). È il destinatario che deve dare prova che il medesimo consegnatario non era addetto nei medesimi
locali ad alcun incarico per conto o nell’interesse del destinatario (Cass. 239/07; 3049/00). La notificazione presso il
procuratore domiciliatario della parte viene poi validamente eseguita con la consegna della copia dell'atto al collega di
studio, posto che l'art. 139, secondo comma, c.p.c. nell'includere fra i possibili consegnatari, l'addetto all'ufficio del
destinatario, richiede una situazione di comunanza di rapporti, anche diversa dal vincolo di dipendenza o
subordinazione, che, come quella del professionista che ha in comune con il destinatario dell'atto lo stesso studio, faccia
presumere che il primo porterà a conoscenza del secondo l'atto ricevuto. Al riguardo si noti che “la notificazione presso
il procuratore domiciliatario della parte viene validamente eseguita con la consegna della copia dell'atto al collega di
studio, posto che l'art. 139, secondo comma c.p.c. nell'includere fra i possibili consegnatari, l'addetto all'ufficio del
destinatario, richiede una situazione di comunanza di rapporti, anche diversa dal vincolo di dipendenza o
subordinazione, che, come quella del professionista che ha in comune con il destinatario dell'atto lo stesso studio,
faccia presumere che il primo porterà a conoscenza del secondo l'atto ricevuto”. Ed anche in caso di notifica della
cartella esattoriale ex art. 60 del d.P.R. n. 600 del 1973, è applicabile per analogia di contesto giuridico il principio
secondo cui, in caso di notificazione ai sensi dell'art. 139, secondo comma, cod. proc. civ., la qualità di persona di
famiglia o di addetta alla casa, all'ufficio o all'azienda di chi ha ricevuto l'atto si presume "iuris tantum" dalle
dichiarazioni recepite dall'ufficiale giudiziario nella relata di notifica, incombendo sul destinatario dell'atto, che contesti
la validità della notificazione, l'onere di fornire la prova contraria ed, in particolare, l'inesistenza di alcun rapporto con il
consegnatario, comportante una delle qualità su indicate ovvero la occasionalità della presenza dello stesso
consegnatario;
b) portiere dello stabile ove è l’abitazione, l’ufficio o l’azienda del destinatario o vicino di casa. Ecco che sono
tra di loro alternativi la “persona di famiglia” e chi è “addetto alla casa o all’ufficio”, mentre è posto in ordine
successivo rispetto ai primi il portiere e, soltanto all’ultimo, vi è il vicino di casa.
È tassativa la successione preferenziale delle persone alle quali consegnare l’atto in assenza del destinatario.
Che succede se non si indica, in caso di notifica al portiere, la ragione per cui non è stata fatta la notifica a mani
proprie o alle persone che precedono nell’ordine legislativamente fissato? La notifica è nulla (v. Cass. 1387/95;
4739/98; 1131/98; 4739/98; 8214/05; sez. un., 11332/05 e Cass. 6101/ 2006; 7667/ 2009. In particolare, per Cass.
4739/98 la successione preferenziale delle persone alle quali a norma dell'art. 139 cod. proc. civ. può essere consegnata
la copia dell'atto da notificare in assenza del destinatario, è tassativa, onde è nulla la notificazione nelle mani del
portiere quando la relazione dell'ufficiale giudiziario non contenga l'attestazione del mancato rinvenimento delle
persone indicate nella norma citata. Si legge poi in Cass. 11332/05: “in caso di notifica nelle mani del portiere,
l'ufficiale giudiziario deve dare atto, oltre che dell'inutile tentativo di consegna a mani proprie per l'assenza del
destinatario, delle vane ricerche delle altre persone preferenzialmente abilitate a ricevere l'atto, onde, nel riferire al
riguardo, sebbene non debba necessariamente fare uso di formule sacramentali, deve, nondimeno, attestare
chiaramente l'assenza del destinatario e dei soggetti rientranti nelle categorie contemplate dal secondo comma dell'art.
139 cod.proc.civ., la successione preferenziale dei quali è tassativamente prevista. È pertanto nulla la notificazione
nelle mani del portiere quando la relazione dell'ufficiale giudiziario non contenga l'attestazione del mancato
rinvenimento delle persone indicate nella norma citata (nella specie la S. C. ha ritenuto la nullità - non sanata per
mancato svolgimento di attività difensiva da parte dell'intimato- della notificazione dell'avviso di fissazione
dell'udienza davanti al Consiglio Nazionale Forense, nella cui relata l'ufficiale giudiziario attestava esclusivamente la
consegna della copia "a mani" di persona qualificatasi per "portiere", senza dare atto delle altre attività svolte ai fini
della notificazione dell'atto, antecedentemente alla consegna dello stesso al portiere)”).
Invece, la mancata indicazione dello specifico rapporto tra destinatario e consegnatario ex art. 139, comma 2,
c.p.c. non è causa di nullità della notificazione perché vi è la presunzione del rapporto di famiglia o di lavoro (v. Cass.
23028/2006). Né l’ufficiale giudiziario notificante ha l’obbligo di fare ricerche in ordine al rapporto di dipendenza tra la
persona che si qualifica addetta alla casa e il destinatario dell’atto, dovendo affidarsi alle dichiarazioni che gli vengono

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rese, sempreché queste concorrano con le apparenze, incombendo su colui che contesti l’eventuale difformità tra le
apparenze e la realtà contestare la validità della notificazione, con la dimostrazione dell’assenza di uno dei rapporti
richiesti dalla legge o l’assoluta occasionalità della presenza del consegnatario nel luogo di sua residenza. La qualità di
persona di famiglia o di addetta alla casa, all’ufficio o all’azienda di chi ha ricevuto l’atto si presume iuris tantum dalle
dichiarazioni recepite dall’ufficiale giudiziario nella relata di notifica (Cass. 16164/03; 7827/05; 14366/07; 24798/05;
23028/06).
L’ufficiale giudiziario non è tenuto a verificare la veridicità delle dichiarazioni rese sul rapporto tra chi riceve
l’atto ed il destinatario dello stesso, rapporto che si presume fino a prova contraria sulla base di quelle dichiarazioni (si
legge in Cass. 15094/2012 “di fronte al rifiuto di ricevere l'atto, opposto dalla persona qualificatasi come portiere dello
stabile di cui all'art. 139 cod. proc. civ., l'ufficiale giudiziario, che può legittimamente presumere che la qualità di
portiere sia vera senza essere tenuto ad indagini verificative, può ben eseguire la notifica ai sensi del successivo art.
140”).
Certo, bisogna fare attenzione: la presunzione che il familiare o l’addetto porterà l’atto a conoscenza del
destinatario non opera se il primo si trova in conflitto di interessi (giuridicamente qualificato attuale ed interno al
procedimento cui l’atto si riferisce) con il destinatario in modo da far presumere che si voglia impedire al destinatario la
conoscenza dell’atto (v. Cass. 5452/98; 5267/84).
In caso, poi, di rifiuto della notifica da parte di uno dei consegnatari preferiti (familiari o addetti) allora si
applicherà l’art. 140 c.p.c. e non la notifica ex art. 139 c.p.c. al portiere (Cass., sez. un., 9325/02; 10476/06). Invero,
secondo l'art. 138 c.p.c. equivale alla notifica in mani proprie esclusivamente il rifiuto di ricevere la copia dell'atto
proveniente dal destinatario della notifica medesima o dal domiciliatario.
Se mancano parenti o affini o addetti alla casa o all’ufficio si può notificare al portiere dando però atto nella
relata, come detto, della mancanza dei legittimati di grado precedente (v. Cass. 17915/08 e Cass., S.U., 11332/05; v.
anche Cass. 6101/06 e 7667/09). Se manca il portiere è possibile la notifica al vicino di casa.
La consegna al portiere si può fare, quindi, solo in caso di assenza momentanea del destinatario e delle altre
persone indicate dall’art. 139 comma 2 c.p.c. La consegna al vicino di casa si può compiere solo in assenza del
portiere.
Ecco che l’ufficiale giudiziario deve dare atto, oltre che dell'inutile tentativo di consegna a mani proprie per
l'assenza del destinatario, delle vane ricerche delle altre persone preferenzialmente abilitate a ricevere l'atto, prima di
consegnare l’atto al portiere ed è nulla la notificazione nelle mani di quest’ultimo quando la relazione dell'ufficiale
giudiziario non contenga l'attestazione del mancato rinvenimento delle altre persone preferenzialmente indicate (v.
Cass. 22294/15 e 22151/13).
Cosa deve scrivere l’ufficiale giudiziario nella relata per dire che manca altro legittimato? Bastano espressioni
del tipo “tale qualificatosi, capace, che si incarica della consegna, stante la sua momentanea assenza e dei familiari”.
Va bene anche “domiciliatario e familiari al momento assenti” (Cass. 24536/09 e 7811/13).
In caso di notifica al portiere o al vicino di casa la legge richiede, oltre alla sottoscrizione “di una ricevuta” (e
non più dell’originale dell’atto) da parte del ricevente, la spedizione da parte dell’ufficiale giudiziario di una lettera
raccomandata, con la quale questi dà notizia al destinatario dell’avvenuta notifica. Commento [utente4]: Necessario
Questa ulteriore formalità, prevista solo per portiere e vicino di casa e non anche per i consegnatari privilegiati di invio di raccomandata di avviso in caso di
cui al comma 2 dell’art. 139 c.p.c., si giustifica in considerazione del fatto che si ripone normativamente minore fiducia notifica al portiere o al vicino di casa:
momento del perfezionamento della notifica
nella consegna dell'atto tramite il portiere o il vicino di casa.
Proprio in ragione di tale ulteriore formalità imposta deve valutarsi il momento del perfezionamento della
notifica al portiere, sul quale si è registrato un mutamento di giurisprudenza.
In passato la Cassazione (v. Cass. 15315/06 e 7816/06) sosteneva che l’invio di tale raccomandata non realizzava
un ulteriore elemento costitutivo della procedura notificatoria, dovendosi quindi ritenere che la notificazione si
perfezionasse per il destinatario con la mera consegna dell’atto (al portiere od al vicino) e non con il successivo invio
della raccomandata di cui all'art. 139 cod. proc. civ., la cui omissione integrava, quindi, non una nullità ma una mera
irregolarità. Ciò si ricavava, si diceva, dal tenore letterale dell’art 139, secondo il quale “l’Ufficiale Giudiziario dà
notizia al destinatario dell’avvenuta notificazione...” a mezzo raccomandata, facendo così riferimento ad un atto già
compiuto.
Questa impostazione è cambiata dopo Cass. 17915/08 secondo la quale “...la notificazione avvenuta a mani del
portiere dello stabile ai sensi dell'art. 139 cod. proc. civ., terzo comma, è altresì nulla quando sia mancato l'avviso al
destinatario dell'avvenuta notificazione a mezzo di lettera raccomandata (Cass. 24.7.92 n. 8920; Cass. 7.6.78 n. 2847).
In proposito va precisato che nella notificazione effettuata non a mani proprie del destinatario ex art. 139 cod. proc.
civ. si deve distinguere, al fine di stabilire l'essenzialità dell'avviso d'avvenuta notifica al destinatario a mezzo di lettera
raccomandata, l'ipotesi di cui al secondo comma, per la quale tale formalità non è necessaria, da quella di cui al terzo
comma, per la quale è, invece, necessaria in quanto espressamente prescritta dal successivo quarto comma, in ragione
del minore affidamento prestato dal legislatore alla consegna dell'atto notificando a mani del portiere o del vicino di
casa in luoghi diversi dall'ambiente proprio della sfera di stretto dominio del destinatario, tanto da indurlo a disporre,
oltre alla sottoscrizione dell'originale da parte dei consegnatari, anche la spedizione, appunto, della raccomandata al
destinatario. Nell'ipotesi prevista dall'art. 139 cod. proc. civ., terzo comma, l'omessa spedizione della raccomandata
stabilita dal quarto comma costituisce, pertanto, non una mera irregolarità, ma un vizio dell'attività dell'ufficiale

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giudiziario che, salvi gli effetti della consegna dell'atto dal notificante all'ufficiale giudiziario medesimo, comporta la
nullità della notificazione nei riguardi del notificato, il quale legittimamente può dedurne in giudizio gli effetti a sé
favorevoli....” (v. anche Cass. 7667/09. Da ultimo, si legge in Cass. ord. 1366/10: “in tema di notificazione a mezzo
posta, in caso di consegna del piego a persona diversa dal destinatario dell'atto, l'omessa attestazione della spedizione
della lettera raccomandata prevista dall'art. 7, quinto comma, della legge 20 novembre 1982, n. 890, aggiunto dall'art.
36, comma 2-quater, del d.l. 31 dicembre 2007, n. 248, convertito nella legge 28 febbraio 2008, n. 31, costituisce non
una mera irregolarità, ma un vizio dell'attività dell'agente postale che determina, fatti salvi gli effetti della consegna
dell'atto all'ufficiale giudiziario, la nullità della notificazione nei riguardi del destinatario”.
Il perfezionamento della notifica si ha, quindi, con l’attestazione della spedizione della raccomandata. Non
occorre, comunque, che la stessa sia prodotta. Ciò che è necessaria è la spedizione. Il vizio consiste nell’omessa
spedizione o nell’omessa attestazione dell’avvenuta spedizione e non anche nella mancata produzione dell’avviso di
ricevimento relativo alla raccomandata in questione.
Certo, è bene precisare che nel caso in cui il portiere di un condominio riceva la notifica della copia di un atto
unicamente quale addetto alla ricezione, dichiarandosi incaricato del destinatario a tale mansione, ed in detta veste Commento [utente5]: L’ipotesi del
venga indicato sull'originale che riporta la relata dell'Ufficiale giudiziario procedente, senza alcun riferimento alle portiere “addetto alla ricezione”
concomitanti funzioni connesse all'incarico afferente al portierato, ricorre la presunzione legale (iuris tantum) della
qualità dichiarata, la quale per essere vinta abbisogna di rigorosa prova contraria da fornirsi da parte del destinatario, e
in assenza di tale prova va applicata la fattispecie notificatoria della disciplina prevista dal comma II dell'art. 139 c.p.c.
e non di quella speciale fissata dal comma IV della medesima disposizione, relativa alla notificazione a persone diverse
dal destinatario (cf. in tal senso Cassazione civile, sez. III, 24 novembre 2005, n. 24798. Analogamente si legge in Cass.
18492/12 che “nell'ipotesi in cui il portiere di un condominio riceva la notifica della copia di un atto qualificandosi
come "incaricato al ritiro", senza alcun riferimento alle funzioni connesse all'incarico afferente al portierato, ricorre la
presunzione legale della qualità dichiarata, la quale per essere vinta abbisogna di rigorosa prova contraria da parte
del destinatario, in difetto della quale deve applicarsi il secondo comma (e non il quarto) dell'art. 139 cod. proc. civ.”
(v. anche Cass. 332/15; 5220/14).
Infine, si osservi – con riferimento allo specifico caso della notifica della cartella di pagamento ai sensi dell'art.
26, comma 1, seconda parte, del d.P.R. n. 602 del 1973, mediante invio diretto, da parte del concessionario, di
raccomandata con avviso di ricevimento – che in questo caso trovano applicazione le norme concernenti il servizio
postale ordinario e non quelle della legge n. 890 del 1982 (In applicazione dell'anzidetto principio Cass. 12083/16 ha
cassato la sentenza con cui il giudice di merito ha ritenuto invalida la notifica della cartella sull'erroneo presupposto
che, essendo stata ricevuta dal portiere, occorresse, a norma dell'art. 139 c.p.c., l'invio di una seconda raccomandata).

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Memo
Esempi di notifica ex art. 139 c.p.c.

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In tutte le notifiche sopra riportate il momento del perfezionamento della notifica coincide con la data della
consegna dell’atto (2.11.2009, 25.5.2010, 25.7.2011, 17.12.2010, 1.3.2011, 14.3.2011). Nell’ultima, eseguita al portiere,
manca l’attestazione della spedizione da parte dell’ufficiale giudiziario di una lettera raccomandata con la quale questi
ha dato notizia al destinatario dell’avvenuta notifica. Va quindi disposta la rinnovazione della notifica con fissazione di
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una nuova udienza e l’indicazione di un nuovo termine ex art. 163 bis c.p.c.
Anche nel caso che segue la notifica eseguita al portiere è da ritenere nulla in quanto manca sia l’attestazione
circa l’assenza di consegnatari privilegiati rispetto al portiere sia circa la spedizione della raccomandata.

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Recente giurisprudenza in tema di notifica ex art. 139 c.p.c.

Cassazione civile sez. VI 13 gennaio 2015 n. 332


La sussistenza dell'incarico del portiere dello stabile a ricevere gli atti in assenza del destinatario si ritiene
presunta, riconducendo tale notificazione alla previsione di cui all'art. 139, comma 2, c.p.c.; è onere di chi sostiene il
contrario fornire la relativa prova.

Cassazione civile sez. VI 05 marzo 2014 n. 5220


In caso di notifica eseguita ai sensi dell'art. 139, secondo comma, cod. proc. civ., con consegna dell'atto al
portiere di un condominio, qualificatosi, nella dichiarazione resa all'ufficiale giudiziario, come "addetto" alla
ricezione, senza alcun riferimento alle concomitanti funzioni connesse all'incarico di portierato, per superare la
presunzione che il consegnatario sia incaricato della ricezione degli atti diretti al destinatario della notifica non è
sufficiente che quest'ultimo provi l'insussistenza di un rapporto di lavoro subordinato con il consegnatario ovvero che
questi sia alle dipendenze esclusive di un terzo, ma è altresì necessario che dimostri che il medesimo consegnatario non
sia addetto ad alcun incarico per conto o nell'interesse del destinatario nell'ambito dello stesso stabile. Rigetta, App.
Roma, 17/05/2011

Cassazione civile sez. II 30 ottobre 2015 n. 22294


E' nulla la notifica al portiere che non contenga una specifica attestazione del mancato rinvenimento delle
persone indicate dall'art. 139, comma 2, c.p.c.; nessun altro onere è previsto per l'attestazione della specificità delle vane
ricerche di quelle stesse persone.

Cassazione civile sez. trib. 27 settembre 2013 n. 22151


In caso di notifica nelle mani del portiere o, come nella specie, del vicino di casa, l'ufficiale giudiziario deve dare
atto, oltre che dell'assenza del destinatario, delle vane ricerche delle altre persone preferenzialmente abilitate a ricevere
l'atto, ai sensi dell'art. 139, secondo comma, cod. proc. civ., onde il relativo accertamento, sebbene non debba
necessariamente tradursi in forme sacramentali, deve, nondimeno, attestare chiaramente l'assenza del destinatario e dei
soggetti rientranti nelle categorie contemplate dalla norma, secondo la successione preferenziale ivi tassativamente
stabilita; tale omissione, peraltro, determina la nullità, e non l'inesistenza, della notificazione quando la relazione
dell'ufficiale giudiziario ne sia priva. Cassa con rinvio, Comm. Trib. Reg. Milano, 17/01/2006

Cassazione civile sez. VI 28 marzo 2013 n. 7811


La notificazione è validamente eseguita nelle mani del portiere dello stabile, ove l'attestazione della consegna
allo stesso, sebbene certificata con una formula sintetica ed a mezzo stampa, rechi chiara menzione del tentativo
dell'ufficiale giudiziario di entrare in contatto con il destinatario dell'atto, ovvero con persona della sua famiglia o
addetta alla casa.

Cassazione civile sez. VI 13 giugno 2016 n. 12083


In tema di riscossione delle imposte, qualora la notifica della cartella di pagamento sia eseguita, ai sensi dell'art.
26, comma 1, seconda parte, del d.P.R. n. 602 del 1973, mediante invio diretto, da parte del concessionario, di
raccomandata con avviso di ricevimento, trovano applicazione le norme concernenti il servizio postale ordinario e non
quelle della legge n. 890 del 1982. (In applicazione dell'anzidetto principio, la S.C. ha cassato la sentenza con cui il
giudice di merito ha ritenuto invalida la notifica della cartella sull'erroneo presupposto che, essendo stata ricevuta dal
portiere, occorresse, a norma dell'art. 139 c.p.c., l'invio di una seconda raccomandata) (Cassa con rinvio, Comm. Trib.
Reg. Lazio, 20/10/2014)

Cassazione civile sez. VI 17 maggio 2013 n. 12181


In tema di procedimento di notifica della cartella esattoriale di cui all'art. 60 del d.P.R. n. 600 del 1973, è
applicabile per analogia di contesto giuridico il principio secondo cui, in caso di notificazione ai sensi dell'art. 139,
secondo comma, cod. proc. civ., la qualità di persona di famiglia o di addetta alla casa, all'ufficio o all'azienda di chi ha
ricevuto l'atto si presume "iuris tantum" dalle dichiarazioni recepite dall'ufficiale giudiziario nella relata di notifica,
incombendo sul destinatario dell'atto, che contesti la validità della notificazione, l'onere di fornire la prova contraria ed,
in particolare, l'inesistenza di alcun rapporto con il consegnatario, comportante una delle qualità su indicate ovvero la
occasionalità della presenza dello stesso consegnatario. Per tale forma di notificazione non è peraltro necessario
l'ulteriore adempimento dell'avviso al destinatario, a mezzo lettera raccomandata, dell'avvenuta notificazione, come è
invece previsto, al quarto comma dello stesso art. 139, in caso di consegna al portiere o al vicino di casa.

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3. LA NOTIFICA EX ART. 140 C.P.C.
ART. 140 C.P.C. (IRREPERIBILITÀ O RIFIUTO DI RICEVERE LA COPIA).
Se non è possibile eseguire la consegna per irreperibilità o per incapacità o rifiuto delle persone indicate
nell’articolo precedente, l’ufficiale giudiziario deposita la copia nella casa del comune dove la notificazione deve
eseguirsi, affigge avviso del deposito in busta chiusa e sigillata alla porta dell’abitazione o dell’ufficio o dell’azienda del
destinatario e gliene dà notizia per raccomandata con avviso di ricevimento.

I presupposti della notifica ex art. 140 c.p.c. sono: 1) la mancanza nei luoghi previsti del destinatario e dei Commento [utente6]: Presupposti
consegnatari ex art. 139 c.p.c. (o se c’è rifiuto da parte di uno questi consegnatari o se le persone di cui all’art. 139 c.p.c.
siano minori degli anni 14 o affette da manifesta incapacità). In merito al caso (molto più raro rispetto a quello della
mancanza sui luoghi del destinatario o dei consegnatari) del rifiuto si ricordi, infatti, che il rifiuto a ricevere l’atto può
considerarsi equipollente alla consegna solo se proviene dal destinatario (v. Cass., sez. un., 9325/02; 6105/03). Anche
per Cass. 10476/06 «a norma dell'art. 138 cod. proc. civ., può considerarsi equipollente alla notificazione effettuata in
mani proprie il rifiuto di ricevere la copia dell'atto soltanto se proveniente dal destinatario della notificazione
medesima o dal domiciliatario (stante l'assimilazione, stabilita dall'art. 141, terzo comma, cod. proc. civ., tra la
consegna in mani proprie del destinatario e quella in mani proprie del domiciliatario); analoga equipollenza non si
configura, pertanto, allorché il rifiuto provenga da persona che, non essendo stato reperito il destinatario in uno dei
luoghi di cui al primo comma dell'art. 139 cod. proc. civ., sia compresa nel novero di quelle tuttavia abilitate, ai sensi
del secondo comma della medesima disposizione, alla ricezione dell'atto; tale rifiuto comporta la necessità di eseguire
le formalità prescritte dall'art. 140 cod. proc. civ., la cui omissione determina l'inesistenza della notificazione»;
2) l’esatta individuazione del luogo di residenza o di dimora o di domicilio, ma con consegna dell’atto che non
può essere effettuata per difficoltà di ordine materiale. È proprio la certezza che il destinatario vive o lavora nel luogo
della notifica che fa supporre che il destinatario, o una persona di sua conoscenza, avrà notizia dell’avvenuta
notificazione tramite l’avviso affisso alla porta e la spedizione della raccomandata. La validità della notificazione
eseguita nelle forme dell'art. 140 c.p.c. postula che sia stato esattamente individuato il luogo di residenza, dimora o
domicilio del destinatario dell'atto e che la copia non possa essere consegnata nella casa di abitazione, o nel luogo
dell'ufficio, dell'industria o del commercio, per mere difficoltà di ordine materiale, ovvero per irreperibilità, incapacità o
rifiuto delle persone indicate dall’art. 139 (v. Cass. 1166/96; 13755/02; 3270/03; 13183/04; 14187/05; 17453/06;
24416/06; 14618/09; 13218/13).
Le incombenze da eseguire sono tre: 1) deposito dell’atto nella casa comunale; 2) affissione dell’avviso alla Commento [utente7]: Gli
porta in busta chiusa e sigillata (è stato per garantire la riservatezza del destinatario che il d.lgs. 196/03 ha previsto che adempimenti da eseguire
l’avviso sia inserito in busta chiusa e sigillata); 3) spedizione della raccomandata contenente l’avviso.
Quindi, di fatto accade che l’ufficiale giudiziario si reca nel luogo richiesto e verifica che non è possibile
procedere secondo le forme di cui agli artt. 138 e 139 c.p.c. A questo punto deposita copia dell’atto nella casa comunale
del luogo in cui si è recato inserendolo, ex art. 137 c.p.c., in una busta chiusa su cui provvede a scrivere il numero di
cronologico e le generalità del destinatario.
Le tre formalità previste per la notifica di cui all'art. 140 c.p.c., in quanto organicamente coordinate tra loro,
hanno tutte carattere essenziale e, come tali, condizionano al loro integrale adempimento l'efficacia giuridica della
notifica stessa (v. Cass. 359/02; 14817/05; 16141/05; 11713/13). In caso d'omissione di una delle tre formalità (si pensi
alla mancata affissione dell'avviso alla porta dell'abitazione) la notificazione è nulla, benché la nullità sia sanata dalla
ricezione della raccomandata da parte del destinatario (cfr. Cass. 5450/05; 14817/05; 11713/11. In merito a tale ultima
sanatoria si osservi che deve ritenersi che la ricezione della raccomandata funge da atto sanante della nullità sotto il
profilo del raggiungimento dello scopo. La conoscenza della raccomandata produce, infatti, un effetto di conoscenza
effettiva dell’avvenuto deposito, certamente non inferiore rispetto a quello dell’affissione dell'avviso, e consente alla
parte - quindi - quando il deposito sia stato effettuato, di avere altresì effettiva e completa conoscenza dell'atto a lui
indirizzato; v. Cass. 8929/98).
La notificazione è invece inesistente quando manchi del tutto o sia stata effettuata in modo assolutamente non
previsto dalla legge, perché avvenuta in un luogo o con riguardo a persona che non abbiano attinenza alcuna (o che non
presentino alcun riferimento o collegamento) con il destinatario della notificazione stessa, risultando a costui del tutto
estranea. In caso di notificazione eseguita in luogo diverso da quello stabilito dal codice di rito, ma che tuttavia possa
avere qualche riferimento con il destinatario, la notifica è affetta da nullità, sicché il giudice, mancando la spontanea
costituzione del convenuto, deve ordinarne la rinnovazione ex art. 291 cod. proc. civ. che, avendo efficacia ex tunc,
impedisce ogni decadenza (cfr. Cass. 16141/05).
Il fondamento dell’art. 140 c.p.c. è la certezza che il luogo di notifica è proprio quello in cui vive e lavora il
destinatario, con la conseguenza che la sua assenza e quella di altri soggetti idonei è solo momentanea. Si ritiene, allora,
che il destinatario della notifica (o persona in grado di informarlo) verrà a conoscenza dell'avvenuta notifica
dall'affissione dell'avviso di deposito sulla porta e dalla spedizione della raccomandata.
L’avviso ha lo scopo di avvertire il destinatario che un atto a lui indirizzato è stato depositato nella casa
comunale (sul contenuto di questo avviso v. l’art. 48 disp. att. c.p.c. secondo il quale l’avviso previsto nell’art. 140
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c.p.c. deve contenere: 1) il nome della persona che ha chiesto la notifica e del destinatario; 2) l'indicazione della natura
dell'atto notificato; 3) l'indicazione del giudice che ha pronunciato il provvedimento notificato o davanti al quale si deve
comparire con la data o il termine di comparizione; 4) la data e la firma dell'ufficiale giudiziario) e che può ritirarlo in
quel luogo. La raccomandata con avviso di ricevimento contiene un altro avviso dello stesso tenore e con lo stesso
scopo di quello affisso alla porta dell’abitazione, dell’azienda o dell’ufficio.
Ecco che, su queste certezze presupposte e con queste cautele e formalità, si può eseguire la notifica ex art. 140
c.p.c. senza necessità di ricerca in uno degli altri luoghi indicati dall'art. 139 c.p.c quando non si rinviene il soggetto
idoneo a ricevere l'atto presso il Comune di residenza del destinatario (in particolare presso la casa di abitazione ovvero
il luogo in cui egli svolge la propria attività).
Non può però farsi ricorso all’art. 140 c.p.c. (e occorre che il notificante faccia altre ricerche) se c’è motivo di
ritenere che il destinatario si sia trasferito. Commento [utente8]: Impossibilità di
Come accennato, la notificazione ai sensi dell'art. 140 cod. proc. civ. postula che i luoghi di residenza, dimora o procedere ai sensi dell’art. 140 c.p.c. in
domicilio del destinatario siano stati esattamente individuati e che l'atto non sia stato consegnato per impossibilità caso di trasferimento del destinatario
materiale, irreperibilità o incapacità o rifiuto delle persone indicate dall'art. 139 cod. proc. civ. come abilitate a ricevere
tale atto. Diversamente, la notificazione a persona di residenza, dimora o domicilio sconosciuti si effettua ex art. 143
cod. proc. civ., per la cui applicabilità deve ricorrere l'impossibilità di individuare i detti luoghi, nonostante
l'espletamento - a cura del soggetto che promuove la notificazione - delle indagini necessarie secondo l'ordinaria
diligenza (cfr. Cass. 13218/13) L’irreperibilità non temporanea rientra, quindi, nella diversa previsione dell’art. 143
c.p.c., per la quale non è sufficiente la valutazione soggettiva della persona alla quale l'atto deve essere consegnato, ma
è necessaria l’irreperibilità oggettiva, ovvero l'impossibilità di individuare il luogo di residenza, domicilio o dimora del
notificando nonostante l'esperimento delle indagini suggerite nei singoli casi dalla comune diligenza (cfr. Cass.
14168/09).
In applicazione del principio di cui sopra, la Suprema Corte ha affermato che è invalida la notifica fatta, ai sensi
dell'art. 140 cod. proc. civ., a destinatario che risultava dalla relata "trasferito", essendo incerto il luogo della notifica (v.
Cass. 13218/2013).
Ecco che quando emergano specifici elementi idonei ad ingenerare il sospetto del trasferimento del destinatario
in altro luogo sconosciuto, l'ufficiale giudiziario è tenuto a svolgere ricerche per accertare l'avvenuto trasferimento,
considerato anche il valore meramente indiziario delle risultanze anagrafiche (Cass. 9978/92; 7104/98 e 5946/99;
13183/04; 12002/06; 17453/06; 28098/09).
Le ricerche non si impongono, però, se non vi sono queste specifiche circostanze. Ed anche il giudice deve
accertare, in caso di dubbio, se la notifica sia stata effettuata nel luogo di residenza, domicilio o dimora effettivi e ciò
per verificare la validità della notifica e disporre, eventualmente, il rinnovo della stessa (v. Cass. 13183/04 e 17453/06).
Infatti, la notificazione eseguita ai sensi dell'art. 140 cod. proc. civ. nel luogo di residenza del destinatario
risultante dai registri anagrafici è nulla nell'ipotesi in cui questi si sia trasferito altrove e il notificante ne conosca,
ovvero con l'ordinaria diligenza avrebbe potuto conoscerne, l’effettiva residenza, dimora o domicilio, dove è tenuto ad
effettuare la notifica stessa, in osservanza dell'art. 139 cod. proc. civ. (cfr. Cass. 13755/02; 3270/03; 16941/03;
11369/06). La conoscenza o la facile conoscibilità, da parte del notificante, del luogo di residenza (o dimora) effettiva
del destinatario dell'atto comporta, infatti, l'obbligo di eseguire la notifica in tale luogo, attesa l’efficacia meramente
presuntiva delle risultanze anagrafiche, superabile con ogni mezzo di prova idoneo a dimostrare la volontaria dimora di
un soggetto in luogo diverso (Cass. 8681/98).
Si legge poi in Cass. 20098/09: “il ricorso alla procedura di notifica di cui all'art. 140 cod. proc. civ.,
presupponendo la non conoscenza o la non conoscibilità dell'indirizzo del destinatario, richiede che l'organo delle
notificazioni indichi specificamente le ragioni per cui non ha potuto procedere secondo le forme previste dall'art. 139
cod. proc. civ., descrivendo, in particolare, le infruttuose ricerche del destinatario nel luogo di residenza, dimora o di
domicilio. Ne deriva che è illegittimo il ricorso alla procedura in questione, nel caso in cui l'ufficiale notificatore non
abbia usato l'ordinaria diligenza per individuare il luogo di residenza, essendosi limitato ad indicare solo il comune nel
quale si è trasferito il destinatario dell'atto. (In applicazione del principio, la S.C. ha ritenuto la nullità della notifica di
un avviso di accertamento fiscale, effettuata ex art. 140 cod. proc. civ. sul presupposto che il destinatario si era
trasferito in altro comune, senza che venisse accertato il nuovo indirizzo, che pure risultava dagli atti di stato civile)”.
L’ignoranza incolpevole del luogo di effettiva dimora abituale legittima, invece, la notifica presso l’ultima
residenza anagrafica (v. Cass. 16941/03 e 11369/06). Mentre però rileva l’abbandono definitivo del luogo in cui la
notifica deve essere eseguita (abitazione o sede), resta irrilevante l'ipotesi di un mero allontanamento, anche se
prolungato, del destinatario stesso da detto luogo (v. Cass. 7549/03).
In concreto non è sempre facile, per l’ufficiale giudiziario, verificare la concreta sussistenza dei presupposti per
la notifica ex art. 140 c.p.c. E così, ad esempio, non sussistendo per legge alcun obbligo, per i soggetti giuridici, di
indicare il proprio nominativo sui citofoni o sulla cassetta postale del luogo di abitazione, l'ufficiale giudiziario, ove
verifichi, in uno stabile privo di portiere, l'assenza del nominativo del soggetto destinatario della notifica in
corrispondenza dell'interno che il richiedente indica quale luogo di residenza, e ove constati la presenza, invece, del
nominativo di altri soggetti i quali risultino momentaneamente assenti, deve procedere comunque alla notifica ai sensi
dell'art. 140 cod. proc. civ., e non può limitarsi invece - tanto più in un ampio e moderno contesto urbano - a stendere
una relazione negativa, neppure ove fondata sulle informazioni negative delle altre "persone del luogo" (v. Cass.

20
11138/03).
Comunque, ciò che rileva per il giudice è che quando la notifica viene compiuta ex art. 140 c.p.c. si deve
presumere che in quel luogo si trovi la dimora del destinatario, e ciò fino a prova contraria, che deve essere fornita dallo
stesso destinatario che contesti la circostanza in giudizio e voglia che si dichiari la nullità della notifica (v. Cass.
8011/97; 6233/98; 14388/04; 19132/04; 15200/05; 24416/06).
L'espletamento della procedura di cui all'art. 140 cod. proc. civ. comporta, invero, una presunzione semplice di
validità ed efficacia dell'atto, fondata sulla relata dell'Ufficiale giudiziario, superabile con qualsiasi mezzo di prova (e
senza necessità di impugnare con querela di falso la relazione dell'ufficiale giudiziario), tanto con riferimento alla
circostanza della effettiva ubicazione della residenza del destinatario nel luogo di notifica, quanto a quella della effettiva
conoscenza dell'atto da parte del destinatario.
E dalla relata dell'ufficiale giudiziario deve risultare il compimento di tutte le formalità prescritte dalla legge per
il suo perfezionamento, con la conseguenza che l'omessa menzione nella relata di una di queste rende nulla la
notificazione stessa (cfr. Cass. 8071/96; 4981/97; 1125/98; 14890/00; 7160/02).
Molto interessante è, poi, il tema del perfezionamento della notifica ex art. 140 c.p.c. Commento [utente9]: Il problema
Per molto tempo si è ritenuto in giurisprudenza che la notifica si perfezionasse con il compimento delle tre dell’individuazione del momento del
formalità previste dalla norma (le quali sono, come detto: 1) deposito copia atto nella casa comunale; 2) avviso del perfezionamento della notifica
deposito alla porta della sede del destinatario; 3) spedizione di raccomandata con avviso di ricevimento (la mancanza
dell’invio della raccomandata, rendendo impossibile il controllo in ordine alla circostanza che l'avviso sia pervenuto
nella sfera di conoscibilità del destinatario, determina la nullità della notificazione, comunque sanabile con la
costituzione dell'intimato oppure con la rinnovazione della notifica stessa ai sensi dell'art. 291 c.p.c. - v. Cass. 14817/05
e 5450/05 che precisa che l’invio della raccomandata ha efficacia sanante dell’omessa affissione) e quindi che si
perfezionasse con la spedizione della raccomandata, senza che avesse alcun rilievo la data in cui il destinatario riceveva
effettivamente l’atto.
Tutto iniziava a cambiare, però, con l’ordinanza n. 458/05 della Cassazione Sezioni Unite, che - oltre a
ribadire che la notifica ai sensi dell’art. 140 c.p.c. si perfeziona con il compimento dell’ultimo dei tre adempimenti
previsti dalla norma, che, more solito, è costituito dall’invio della raccomandata con avviso di ricevimento (con la Commento [utente10]: Cass. Sez.
conseguenza che è tale data che va presa in considerazione al fine di valutare il rispetto del termine di comparizione) - Un., ord. n. 458/2005
affrontava, tenendo conto delle sentenze della Corte costituzionale in tema di notificazione di atti giudiziari (v. la n. 477
del 2002 e la n. 28 del 2004), il tema del perfezionamento della notifica ex art. 140 c.p.c. per il destinatario della stessa e
la rilevanza dell’avviso di ricevimento della raccomandata.
Il principio affermato dalle Sezioni Unite della Cassazione nella citata ordinanza n. 458 del 13 gennaio 2005
(ordinanza che ha pure trovato conferma in Cass. 9510/05, 14817/05; 3685/06, 627/08 e 11583/09) è stato che nei
confronti del destinatario la notificazione si ha sì per eseguita con il compimento dell’ultimo degli adempimenti
prescritti (spedizione della raccomandata con avviso di ricevimento), con l’importante precisazione, però, che, poiché
tale adempimento persegue lo scopo di consentire la verifica che l’atto sia pervenuto nella sfera di conoscibilità del
destinatario, l’avviso di ricevimento deve essere allegato all’atto notificato e la sua mancanza provoca la nullità della
notificazione, che resta sanata dalla costituzione dell’intimato o dalla rinnovazione della notifica ai sensi dell’art. 291
c.p.c.
Per la Cassazione le risultanze dell’avviso di ricevimento “possono confermare o smentire che la notifica abbia
raggiunto lo scopo cui era destinata. Dall’avviso di ricevimento, e dalle annotazioni che l’agente postale appone su di
esso quando la restituisce al mittente, può emergere che la raccomandata non è stata consegnata perché il destinatario
risulta trasferito, oppure deceduto o, ancora, per altre ragioni le quali comunque rivelano che l’atto, in realtà, non è
pervenuto nella sfera di conoscibilità dell’interessato e che, dunque, l’effetto legale tipico, a tale evento ancorato, non
si è prodotto. In tale ipotesi sembra palese che la notifica debba essere considerata nulla (e non inesistente, a meno che
l’atto non sia indirizzato verso un luogo privo di qualsivoglia collega mento con il destinatario) e che quindi debba
essere rinnovata ai sensi dell’art. 291 c.p.c.. Infatti, le suddette risultanze rendono quanto meno incerto, e possono
addirittura escludere, che il luogo in cui l’ufficiale giudiziario ha svolto l’attività prevista dall’art. 140 c.p.c. sia quello
di effettiva ed attuale residenza, dimora o domicilio del destinatario, con i conseguenti riflessi sulla validità della
notifica effettuata. Si tratta dunque di una verifica necessaria, postulata del resto dalla stessa previsione normativa nel
momento in cui richiede che la spedizione della raccomandata abbia luogo con avviso di ricevimento. Ne consegue che
quest’ultimo deve essere allegato all’originale dell’atto e che la sua mancanza, rendendo impossibile il suddetto
controllo, determina la nullità della notificazione, peraltro sanabile con la costituzione dell’intimato oppure con la
rinnovazione della notifica stessa ai sensi dell’art. 291 c.p.c....”.
Ecco che il momento in cui si perfeziona la notifica ex art. 140 c.p.c. era sempre quello della spedizione della
raccomandata (che determinava la conoscenza legale dell’atto nei confronti del destinatario), ma la ricevuta di ritorno
della raccomandata andava necessariamente allegata per consentire la verifica giudiziale sul punto, con la conseguenza
che in caso di mancata produzione dell’avviso di ricevimento (e quindi di impossibilità di controllo giudiziale) o di esito
negativo della notifica risultante dall’avviso (ad esempio quando risulta il trasferimento del destinatario), la notifica era
nulla e la nullità poteva essere sanata dalla costituzione o dalla rinnovazione della notifica.
Posto che rimane ferma tale ultima nullità per mancata produzione dell’avviso o per esito negativo della notifica,
parte della disciplina è però cambiata dopo l’importante sentenza della Corte costituzionale n. 3/2010, che ha Commento [utente11]: La soluzione
offerta da Corte Cost.. 3/2010
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dichiarato costituzionalmente illegittimo, per violazione degli artt. 3 e 24 Cost., l’art. 140 c.p.c. nella parte in cui
prevede che la notifica si perfeziona, per il destinatario, con la spedizione della raccomandata informativa, anziché con
il ricevimento della stessa o, comunque, decorsi dieci giorni dalla relativa spedizione (su questo principio v. già Cass.
7809/10 e 4748/11). In particolare, il principio affermatosi nella giurisprudenza successiva è che la notificazione
effettuata ex art. 140 c.p.c. si perfeziona, per il destinatario, con il ricevimento della raccomandata informativa, se
anteriore al maturarsi della compiuta giacenza, ovvero, in caso contrario, con il decorso del termine di dieci giorni dalla
spedizione (cfr. Cass. ord. 4748/2011).
Secondo la Consulta l’art. 140 c.p.c., così come interpretato dal diritto vivente, facendo decorrere i termini per la
tutela in giudizio del destinatario da un momento anteriore alla concreta conoscibilità dell’atto a lui notificato, viola gli
artt. 3 e 24 Cost. per due ragioni.
La prima è il non ragionevole bilanciamento tra gli interessi del notificante, su cui ormai non gravano più i rischi
connessi ai tempi del procedimento notificatorio (visto il principio, ormai pacifico, per cui per il notificante la notifica si
perfeziona con la consegna dell’atto all’ufficiale giudiziario o all’ufficiale postale), e quelli del destinatario, in una
materia nella quale, invece, le garanzie di difesa e di tutela del contraddittorio devono essere improntate a canoni di
effettività e di parità (si è già ricordato il principio, affermatosi in un primo momento in via giurisprudenziale e poi
cristallizzato normativamente all’art. 149, comma 3, c.p.c., della scissione tra il perfezionamento della notifica nei
confronti del notificante ed il perfezionamento della stessa per il destinatario. Si trova affermato in Cass., sez. un.,
10216/06 che “a seguito delle decisioni della Corte costituzionale n. 477 del 2002, nn. 28 e 97 del 2004 e 154 del 2005
ed in particolare dell'affermarsi del principio della scissione fra il momento di perfezionamento della notificazione per
il notificante e per il destinatario, deve ritenersi che la notificazione si perfeziona nei confronti del notificante al
momento della consegna dell'atto all'ufficiale giudiziario con la conseguenza che, ove tempestiva, quella consegna
evita alla parte la decadenza correlata all'inosservanza del termine perentorio entro il quale la notifica va effettuata”
(la Cassazione ha esteso il principio della scissione dei momenti di perfezionamento delle notifiche anche alle notifiche
effettuate dagli avvocati in base alla legge 53/94, con la precisazione, però, che alla data di consegna dell'atto
all'ufficiale giudiziario va sostituita la data di spedizione del piego raccomandato - v. Cass. 30.7.09 n. 17748. Va a
questo punto puntualizzato che la distinzione dei momenti di perfezionamento della notifica per il notificante e il
destinatario dell’atto, risultante dalla giurisprudenza della Corte costituzionale, trova applicazione solo quando, come
accennato, dall'intempestivo esito del procedimento notificatorio, per la parte di questo sottratta alla disponibilità del
notificante, potrebbero derivare conseguenze negative per il notificante, quale la decadenza conseguente al tardivo
compimento di attività riferibile all'ufficiale giudiziario - v. Cass. 10837/07; 6360/07; 10693/07; 6547/08 - ma non
anche agli altri fini - es. per il rispetto dei termini a comparire, che sono termini a difesa, e quindi predisposti per
consentire alla parte di preparare le sue difese. Se non vengono in rilievo ipotesi di decadenza per il notificante, allora
deve valutarsi il perfezionamento del procedimento notificatorio nei confronti del destinatario come momento dal quale
decorrono dei termini per il convenuto o come momento a partire dal quale si applica una modifica normativa - es.
quella sulla mediazione obbligatoria - o ai fini dell’applicazione del criterio della prevenzione in materia di
litispendenza e continenza di cause - art. 39, u. comma c.p.c. - v. Cass. 10837/07; 13065/04; 9181/04; 27710/05).
La seconda ragione posta alla base della decisione assunta da Corte cost. 3/10 è quella per cui l’interpretazione
data fino a tale sentenza comportava, secondo la Consulta, un’ingiustificata disparità di trattamento rispetto alla
fattispecie, normativamente assimilabile, della notificazione di atti giudiziari a mezzo posta, disciplinata dall’art. 8 della
legge n. 890 del 1982, secondo cui la notificazione si ha per eseguita decorsi dieci giorni dalla data di spedizione della
lettera raccomandata informativa ovvero dalla data di ritiro del piego, se anteriore.
I motivi posti a base della decisione della Corte costituzionale sono quindi:
A) la disparità di trattamento tra due casi simili, ossia la notifica a mezzo posta e quella eseguita ex art. 140 c.p.c.
(secondo l’art. 8 della legge n. 890 del 1982 che disciplina la notificazione a mezzo posta la notificazione si ha per
eseguita decorsi dieci giorni dalla data di spedizione della lettera raccomandata informativa ovvero dalla data di ritiro
del piego, se anteriore. Nella notifica effettuata ai sensi dell’art. 140 c.p.c. interpretata alla luce del principio di
scissione, invece, la notifica per il notificante si perfeziona con la sola spedizione della raccomandata);
B) il mancato bilanciamento degli interessi del notificante (ormai esonerato dai rischi di una tardiva notificazione
al destinatario, non potendo incorrere in decadenze se ha consegnato tempestivamente l’atto) con quelli del destinatario
(che invece vedeva decorrere da prima della sua concreta conoscibilità dell’atto i termini per la tutela in giudizio dei
suoi diritti).
Due sono però le questioni problematiche che si pongono dopo Corte cost. 3/10. Commento [utente12]: Problemi
1) Cosa succede se c’è contrasto tra l’attestazione dell’ufficiale giudiziario e quella del postino? Quando applicativi
l’ufficiale giudiziario attesta la momentanea assenza del destinatario e provvede alla notifica ex art. 140 c.p.c. può
succedere che il postino attesti che il destinatario si è trasferito. In questo caso è probabile che uno tra ufficiale
giudiziario e postino abbia fatto male il suo lavoro. Essendo quasi sempre da escludere che il destinatario dell’atto si sia
trasferito tra il momento dell’accesso dell’ufficiale giudiziario e la ricezione della raccomandata informativa, spesso ciò
che si verifica è che l’ufficiale notificante valorizza la permanenza di relazioni familiari o sociali mentre il postino tiene
conto, anche grazie alla conoscenza approfondita della situazione abitativa della zona dove presta abitualmente servizio,
delle informazioni raccolte attestanti la volontà del destinatario di non tornare. Il giudice deve in questi casi disporre la
rinnovazione della notifica ed è difficile che di fatto si verifichi una nuova discordanza tra la relata di notifica

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dell’ufficiale giudiziario e l’avviso di ricevimento.
2) Che fare con le notifiche ex art. 140 c.p.c. eseguite prima della sentenza della Corte cost. 3/10?
È noto che in base all’art. 136 Cost. una norma dichiarata incostituzionale cessa di avere efficacia dal giorno
successivo alla pubblicazione della decisione di incostituzionalità. Un’altra norma di rilievo è, poi, l’art. 30 della legge
87/1953, per il quale «le norme dichiarate incostituzionali non possono avere applicazione dal giorno successivo alla
pubblicazione della decisione».
Per la Cassazione non può applicarsi alla dichiarazione di illegittimità costituzionale la regola per cui tempus
regit actum e ciò in quanto tale dichiarazione non è una forma di abrogazione, ma una conseguenza dell’invalidità della
legge, che ne comporta l’efficacia retroattiva, con la conseguenza che la dichiarazione di incostituzionalità riguarda
anche le fattispecie anteriori, fatti comunque salvi il definitivo consolidamento dei rapporti giuridici e il graduale
formarsi del giudicato e delle preclusioni nell’ambito del processo (v. Cass. 6926/03; 9329/10).
L’impossibilità di applicare la versione normativa dichiarata incostituzionale riguarda sia atti processuali
successivi che atti processuali compiuti in precedenza.
Ecco che il giudice dovrebbe disporre la rinnovazione della notifica ex art. 140 c.p.c. contrastante con i principi
di cui alla sentenza 3/10 anche se la notifica è stata effettuata prima di questa sentenza.

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Orientamenti giurisprudenziali
Cass., Sez. 6, Ordinanza n. 4748 del 25/02/2011
A seguito della sentenza della Corte costituzionale n. 3 del 2010, dichiarativa dell'illegittimità costituzionale
dell'art. 140 cod. proc. civ., la notificazione effettuata ai sensi di tale disposizione si perfeziona, per il destinatario, con
il ricevimento della raccomandata informativa, se anteriore al maturarsi della compiuta giacenza, ovvero, in caso
contrario, con il decorso del termine di dieci giorni dalla spedizione. (Principio affermato ai sensi dell'art. 360 bis,
comma 1, cod. proc. civ.)

Cass., Sez. 2, Sentenza n. 2959 del 27/02/2012


Nella notificazione nei confronti di destinatario irreperibile, ai sensi dell'art. 140 cod. proc. civ., non occorre che
dall'avviso di ricevimento della raccomandata informativa del deposito dell'atto presso l'ufficio comunale, che va
allegato all'atto notificato, risulti precisamente documentata l'effettiva consegna della raccomandata, ovvero
l'infruttuoso decorso del termine di giacenza presso l'ufficio postale, né, che, in definitiva, detto avviso contenga, a pena
di nullità dell'intero procedimento notificatorio, tutte le annotazioni prescritte in caso di notificazione effettuata a mezzo
del servizio postale, dovendo piuttosto da esso risultare, a seguito della sentenza della Corte costituzionale n. 3 del
2010, il trasferimento, l’eventuale decesso del destinatario o altro eventuale fatto impeditivo (non della conoscenza
effettiva, ma) della conoscibilità dell'avviso stesso.

Cass., Sez. 3, Sentenza n. 7809 del 31/03/2010


A seguito della sentenza (di immediata applicazione) della Corte costituzionale n. 3 del 2010, dichiarativa
dell'illegittimità costituzionale dell'art. 140 cod. proc. civ., nella parte in cui prevedeva che la notifica si perfezionasse,
per il destinatario, con la spedizione della raccomandata informativa, anziché con il ricevimento della stessa o,
comunque, decorsi dieci giorni dalla relativa spedizione, è necessario che il notificante, affinché tale tipo di
notificazione possa ritenersi legittimamente effettuata, comprovi la suddetta ulteriore circostanza, diversamente
configurandosi la nullità della notificazione. (Nella specie, la S.C., alla stregua dell'enunciato principio, in accoglimento
del ricorso, ha dichiarato la nullità della notificazione di un'intimazione di sfratto per morosità con contestuale citazione
per la convalida per difetto di prova dell'avvenuta ricezione, da parte dell'intimato, del successivo avviso di ricevimento
della raccomandata ex art. 140 cod. proc. civ., rimettendo le parti dinanzi al giudice di primo grado per l'esame della
proposta opposizione tardiva a convalida di sfratto).

Cassazione civile sez. trib. 03 febbraio 2017 n. 2884


In caso di notifica dell'accertamento il messo notificatore deve assicurarsi che il destinatario risulti trasferito e, in
caso di irreperibilità temporanea, deve attuare la procedura ex art. 140 c.p.c.; prima di dichiarare il destinatario
irreperibile è tenuto a verificare tutti gli elementi possibili, tra cui assumere informazioni dal portiere o eventualmente
da parte dei condomini. Cassazione civile 03/02/2017 2884 sez. trib.

Cassazione civile sez. trib. 30 settembre 2016 n. 19522


Il perfezionamento della notifica effettuata ai sensi dell'art. 140 c.p.c. richiede il compimento di tutti gli
adempimenti stabiliti da tale norma sicché è nulla se ne sia stato omesso taluno di essi (nella specie, l'affissione
dell'avviso di avvenuto deposito del piego alla porta dell'abitazione di residenza del destinatario), salvo non sia
intervenuta sanatoria per raggiungimento dello scopo per aver il destinatario comunque regolarmente ricevuto la
raccomandata di conferma del deposito del piego nell'ufficio postale. (Rigetta, Comm. Trib. Reg. Veneto, 16/10/2009)

Cassazione civile sez. I 03 settembre 2014 n. 18595


L'assenza solo momentanea del destinatario della notificazione nel luogo in cui risiede non preclude l'utilizzo del
procedimento ex art. 140 cod. proc. civ., che presuppone l'impossibilità di consegnare ivi l'atto per mere difficoltà
di ordine materiale, mentre l'irreperibilità non temporanea rientra nella previsione dell'art. 143 cod. proc. civ., la
cui applicabilità postula la irreperibilità oggettiva, ovvero l'impossibilità di individuare il luogo di residenza, domicilio
o dimora del notificando, nonostante l'esperimento di indagini suggerite nei singoli casi dall'ordinaria diligenza. Rigetta,
App. Napoli, 06/12/2011

Cassazione civile sez. III 24 aprile 2015 n. 8396


Ai fini della validità della notificazione (nella specie, del ricorso per cassazione) ai sensi dell'articolo 140 c.p.c la
legge prescrive che l'ufficiale giudiziario dia al destinatario notizia della affissione dell'avviso e del deposito del plico

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nella casa comunale per raccomandata con avviso di ricevimento. Qualora della relazione di notificazione non risulta
adempiuto l'onere di spedizione dell'avviso al destinatario a mezzo raccomandata e nel fascicolo del ricorrente
non è presente il suddetto avviso, la notificazione è nulla né una tale nullità può essere sanata fissando al ricorrente
un termine per il rinnovo, ai sensi dell'articolo 291 c.p.c. Cassazione civile 24/04/2015 24/04/2015 19/12/2014 8396
sez. III

Cassazione civile sez. II 19 novembre 2013 n. 25948


In tema di notificazione ex art. 140 c.p.c. (a seguito della sentenza della Corte costituzionale n. 3 del 2010), deve
tenersi distinto il momento del perfezionamento della notificazione nei riguardi del notificante da quello nei confronti
del destinatario dell'atto, dovendo identificarsi, il primo, con quello in cui viene completata l'attività che incombe su chi
richiede l'adempimento, e, il secondo, con quello in cui si realizza l'effetto della conoscibilità dell'atto, onde la notifica a
mezzo posta dell'avviso informativo al destinatario si intende perfezionato non con il semplice invio a cura dell'agente
postale della raccomandata che da avviso dell'infruttuoso accesso e degli eseguiti adempimenti, ma decorsi dieci giorni
dall'inoltro della raccomandata o nel minor termine costituito dall'effettivo ritiro del plico in giacenza.

Cassazione civile sez. VI 02 ottobre 2015 n. 19772


La notifica ex art. 140 c.p.c. si perfeziona per il destinatario col ricevimento della raccomandata informativa, che
rende conoscibile l'atto, essendo necessario il decorso dei dieci giorni dalla spedizione della raccomandata solo nel caso
in cui questa non sia stata ricevuta (cfr. Corte cost. n. 3 del 2010). (Rigetta, Trib. Roma, 27/06/2011 )

Cass. civ. Sez. V, 11-05-2012, n. 7324 (rv. 622910)


In tema di notificazione ex art. 140 cod. proc. civ., a seguito della sentenza della Corte costituzionale n. 3 del
2010, deve tenersi distinto il momento del perfezionamento della notificazione nei riguardi del notificante da quello nei
confronti del destinatario dell'atto, dovendo identificarsi, il primo, con quello in cui viene completata l'attività che
incombe su chi richiede l'adempimento, e, il secondo, con quello in cui si realizza l'effetto della conoscibilità dell'atto;
ne consegue che, ai fini della verifica del rispetto del termine di decadenza per l'impugnazione, la notifica a mezzo posta
dell'avviso informativo al destinatario si perfeziona non con il semplice invio a cura dell'agente postale della
raccomandata che dà avviso dell'infruttuoso accesso e degli eseguiti adempimenti, ma decorsi dieci giorni dall'inoltro
della raccomandata o nel minor termine costituito dall'effettivo ritiro del plico in giacenza. (Cassa con rinvio, Comm.
Trib. Reg. Catanzaro, 02/11/2009

Corte cost. Ordinanza, 12-10-2016, n. 220


E' manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale dell'art. 140 cod. proc. civ., impugnato, in
riferimento agli artt. 3, 24 e 111 Cost., in quanto fa decorrere gli effetti della notifica, in caso di irreperibilità o rifiuto
del destinatario, dalla data in cui l'ufficiale giudiziario, depositata la copia dell'atto da notificare nella casa del comune
dove la notificazione deve eseguirsi ed affisso l'avviso dell'avvenuto deposito alla porta dell'abitazione o dell'ufficio o
dell'azienda del destinatario, gliene dà notizia per raccomandata con avviso di ricevimento, anziché stabilire che la
notificazione si ha per eseguita decorsi dieci giorni dalla data di spedizione della raccomandata ovvero, se anteriore,
dalla data di effettivo ritiro della copia dell'atto, come previsto dall'art. 8, quarto comma, della legge n. 890 del 1982. La
sentenza n. 3 del 2010 - nel dichiarare illegittima la censurata disposizione, nella parte in cui prevedeva che la notifica
si perfezionasse, per il destinatario, con la spedizione della raccomandata informativa, anziché con il ricevimento della
stessa o, comunque, decorsi dieci giorni dalla spedizione - ha sanzionato il non ragionevole bilanciamento tra gli
interessi del notificante e quelli del destinatario, in una materia nella quale le garanzie di difesa e di tutela del
contraddittorio devono essere improntate a canoni di effettività e di parità e l'ingiustificata disparità di trattamento
rispetto alla fattispecie, normativamente assimilabile, della notificazione di atti giudiziari a mezzo posta, disciplinata dal
citato art. 8 in base al quale la notifica si ha per eseguita decorsi dieci giorni dalla data di spedizione della raccomandata
informativa ovvero di ritiro del piego, se anteriore. Il rimettente ha posto a raffronto situazioni eterogenee, in quanto, da
un lato, l'art. 140 cod. proc. civ., per come dichiarato illegittimo, presuppone, per il perfezionamento del procedimento
notificatorio, l'avvenuta ricezione, da parte del destinatario, della raccomandata informativa, in tal modo ponendo l'
accipiens nelle condizioni di poter prendere prontamente contezza del contenuto dell'atto; dall'altro, il termine di dieci
giorni per il ritiro dell'atto presso l'ufficio postale, previsto dalla legge del 1982, si collega non al momento di effettiva
ricezione dell'avviso, ma alla spedizione dello stesso, ovvero alla data di ritiro dell'atto se anteriore, con l'ovvio epilogo
di individuare una diversa e ragionevole modulazione del termine per il perfezionamento dell' iter notificatorio. Non
avrebbe senso estendere il termine di compiuta giacenza, di cui al menzionato quarto comma dell'art. 8, alla diversa
ipotesi regolata dall'art. 140 cod. proc. civ., considerato che, in tal caso, la conoscenza legale dell'atto coincide con il

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momento in cui può essere conseguita anche la conoscenza. Pertanto, per la diversità delle fattispecie a confronto, la
differente disciplina delle situazioni si giustifica in termini di ragionevolezza.

Corte cost., 22-11-2012, n. 258


È incostituzionale l'art. 26 del D.P.R. n. 602/1973 nella parte in cui prevede che la notifica della cartella di
pagamento, per ogni tipologia di irreperibilità (sia relativa che assoluta), debba avvenire nelle forme di cui all'art. 60,
comma 1, lettera e) del D.P.R. n. 600/1973. L'art. 140 del codice di procedura civile, richiamato dall'art. 60 del D.P.R.
n. 600/1973, sancisce che, nell'irreperibilità relativa (il contribuente non si trova in casa magari perché è a lavoro) il
messo, prima di depositare l'atto nella casa comunale, affigge avviso di deposito presso la porta dell'abitazione e invia
una raccomandata a/r. Invece, nell'irreperibilità assoluta (il contribuente, ad esempio,ha cambiato abitazione senza
effettuare la variazione anagrafica), il messo, non ritrovando il contribuente, semplicemente deposita l'atto nella casa
comunale. L'art. 26 del D.P.R. n. 602/1973 stabilisce che "nei casi previsti dall'art. 140 c.p.c." la notifica si esegue
secondo le forme dell'art. 60 del D.P.R. n. 600/1973, quindi se il messo non rinviene il contribuente nella propria
abitazione perché momentaneamente fuori casa, si limita a depositare l'atto nella casa comunale. Per effetto della
sentenza della Consulta, ora l'art. 26 del D.P.R. n. 602/1973 stabilisce che qualora nel Comune dove va eseguita la
notifica non vi sia abitazione, ufficio o azienda del destinatario, opera l'art. 60, comma 1, lettera e), del D.P.R. n.
600/1973.

Corte cost., 22-11-2012, n. 258


Nel caso in cui non sia possibile consegnare l'atto da notificare per temporanea assenza del destinatario dalla sua
casa di abitazione o dal luogo in cui egli ha l'ufficio od esercita l'industria o il commercio, e sussista incapacità o rifiuto
delle persone abilitate alla ricezione (persone di famiglia o addette alla casa, all'ufficio o all'azienda, non minori di 14
anni o non palesemente incapaci), essendo l'attuale disciplina ingiustificatamente diversa a seconda che l'atto da
notificare sia un atto di accertamento, per il quale trovano applicazione le modalità previste dall'art. 140 c.p.c. (deposito
di copia nella casa comunale dove la notificazione deve eseguirsi, affissione di avviso del deposito alla porta
dell'abitazione o dell'ufficio o dell'azienda del destinatario, e notizia al medesimo mediante raccomandata con avviso di
ricevimento) o una cartella di pagamento, per la quale sono in vigore le modalità previste dall'art. 26 terzo
comma del D.P.R. 29 settembre 1973, n. 602 (notifica che si ha per eseguita nel giorno successivo a quello in cui
l'avviso del deposito è affisso all'albo comunale), va dichiarata l'illegittimità costituzionale del terzo (ora quarto) comma
di tale ultima disposizione nella parte in cui assicura al destinatario una minore conoscibilità della cartella di pagamento
notificata, in evidente contrasto con gli artt. 3 e 24 Cost..

Cass. civ. Sez. V, 03-07-2013, n. 16696 (rv. 627074)


La notificazione degli avvisi e degli atti tributari impositivi, nel sistema delineato dall'art. 60 del d.P.R. 29
settembre 1973, n. 600, va effettuata secondo il rito previsto dall'art. 140 cod. proc. civ. quando siano conosciuti la
residenza e l'indirizzo del destinatario, ma non si sia potuto eseguire la consegna perché questi (o ogni altro possibile
consegnatario) non è stato rinvenuto in detto indirizzo, per essere ivi temporaneamente irreperibile, mentre va effettuata
secondo la disciplina di cui all'art. 60 cit., comma 1, lett. e), quando il messo notificatore non reperisca il contribuente
perché risulta trasferito in luogo sconosciuto, accertamento, questo, cui il messo deve pervenire dopo aver effettuato
ricerche nel Comune dov'è situato il domicilio fiscale del contribuente, per verificare che il suddetto trasferimento non
si sia risolto in un mero mutamento di indirizzo nell'ambito dello stesso Comune. Rispetto a tali principi, nulla ha
innovato la sentenza della Corte costituzionale del 22 novembre 2012, n. 258 la quale nel dichiarare "in parte qua", con
pronuncia di natura "sostitutiva", l'illegittimità costituzionale del terzo comma (corrispondente all'attualmente vigente
quarto comma) dell'art. 26 del d.P.R. 29 settembre 1973, n. 602, ovvero la disposizione concernente il procedimento di
notifica delle cartelle di pagamento, ha soltanto uniformato le modalità di svolgimento di detto procedimento a quelle
già previste per la notificazione degli atti di accertamento, eliminando una diversità di disciplina che non appariva
assistita da alcuna valida "ratio" giustificativa e non risultava in linea con il fondamentale principio posto dall'art. 3
della Costituzione. (Cassa con rinvio, Comm. Trib. Reg. Latina, 28/06/2007)

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Memo
Esempi di notifica ex art. 140 c.p.c.

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In questo caso la notifica si è perfezionata il 2.11.2011 in quanto prima del decorso dei dieci giorni dalla
spedizione del 27.10.2011 è stato comunque consegnato il plico al destinatario.
Lo stesso dicasi per la notifica che segue, nella quale la consegna del plico al destinatario in data 30.11.2010
perfeziona la notifica prima del decorso dei giorni dal 25.11.2010.

Si riportano a seguire due casi di notifica ex art. 140 c.p.c. con avviso di ricevimento privo di indicazioni
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Vanno adesso valutate alcune notifiche di atti fiscali

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4. LA NOTIFICA EX ART. 143 C.P.C.

ART. 143 C.P.C. (NOTIFICAZIONE A PERSONA DI RESIDENZA, DIMORA E DOMICILIO SCONOSCIUTI).


Se non sono conosciuti la residenza, la dimora e il domicilio del destinatario e non vi è il procuratore previsto
nell’art. 77, l’ufficiale giudiziario esegue la notificazione mediante deposito di copia dell’atto nella casa comunale
dell’ultima residenza o, se questa è ignota, in quella del luogo di nascita del destinatario.
Se non sono noti né il luogo dell’ultima residenza, né quello di nascita, l’ufficiale giudiziario consegna una copia
dell’atto al Pubblico Ministero.
Nei casi previsti nel presente e nei primi due commi dell’articolo precedente, la notificazione si ha per eseguita nel
ventesimo giorno successivo a quello in cui sono compiute le formalità prescritte.

È importante comprendere subito la differenza tra la notifica ex art. 143 c.p.c. e quella ex art. 140 c.p.c.:
mentre nella notifica ex art. 140 c.p.c. è nota la residenza, la dimora o il domicilio del destinatario dell'atto, nella Commento [utente13]: Differenza
notifica ex art. 143 c.p.c. sono sconosciuti la residenza, la dimora o il domicilio attuale del destinatario e non vi è il con l’ipotesi di cui all’art. 140 c.p.c.:
procuratore previsto dall'art. 77 c.p.c. l’irreperibilità del destinatario
Il presupposto di questo tipo di notifica è, quindi, che il destinatario risulti trasferito, per destinazione ignota, dal
luogo indicato nei registri anagrafici e l'ignoranza della nuova residenza, dimora o domicilio non sia superabile con le
ricerche o informazioni suggerite nel caso concreto dall’ordinaria diligenza.
Non devono, quindi, essere conosciuti la residenza, la dimora e il domicilio del destinatario (né deve essere stato
nominato un procuratore generale ai sensi dell’art. 77 c.p.c.).
In questo caso si forma il requisito, essenziale nell’art. 143 c.p.c., dell’irreperibilità del destinatario.
Va precisato che per la Cassazione l’integrazione del citato requisito dell’irreperibilità deve risultare, oltre che
dalle risultanze di una certificazione anagrafica, anche dal fatto che nel luogo di ultima residenza nota siano state
compiute effettive ricerche indicate dall’ufficiale giudiziario nella sua relata (v. Cass. 14618/09; 18385/03, secondo la
quale il ricorso alle formalità di notificazione di cui all’art. 143 c.p.c. per le persone irreperibili, non può essere affidato
alle mere risultanze di una certificazione anagrafica, ma presuppone sempre e comunque che, nel luogo di ultima
residenza nota, siano compiute effettive ricerche e che di esse l’ufficiale giudiziario dia espresso conto; v. anche
2976/06; 4339/01; 3799/97).
Deve quindi essere incolpevole l’ignoranza del richiedente la notifica circa la residenza, la dimora o il domicilio
del destinatario dell’atto.
Oltre all’ignoranza soggettiva della residenza, dimora o domicilio del destinatario, occorre, dunque, che tale
ignoranza non si sia potuta vincere usando la comune diligenza (Cass. 12589/02; 118020/06; 7964/08).
Il problema si pone se vi è contestazione sul presupposto dell’irreperibilità (al riguardo v. Cass. 21609/2013,
secondo cui “è inammissibile il motivo di ricorso con il quale si eccepisca la violazione delle regole prescritte per la
notificazione a persone irreperibili, quando la deduzione proviene da parte diversa dal notificando, poiché la disciplina
dell'art. 143 cod. proc. civ. è dettata nell'interesse esclusivo del destinatario della notifica e la sua errata applicazione
non può essere eccepita da terzi”).
In questo caso il giudice deve verificare, al fine di stabilire la validità o meno della notifica, se il notificante
conosceva o poteva conoscere (tenendo un comportamento ispirato dalla comune diligenza) l’effettivo indirizzo del
destinatario. Se all’esito di questa verifica risulta che la notifica è stata compiuta in assenza di un’oggettiva
impossibilità di individuare il luogo di effettiva residenza del destinatario, allora il giudice dovrà dichiarare nulla la Commento [utente14]: L’ignoranza
notifica e disporne la rinnovazione salvo a non ritenere sanata la nullità a seguito dell’avvenuta costituzione del incolpevole e la diligenza richiesta
destinatario (v. Cass. 12223/95). E poiché il Giudice deve accertare in base alle prove dedotte se il notificante nell’effettuare le ricerche
conosceva o poteva conoscere, adottando la comune diligenza, la dimora, il domicilio o la residenza del destinatario, la
notifica deve ritenersi nulla anche qualora l'ufficiale giudiziario non fornisca nella relata alcuna indicazione in ordine
alle ricerche ed indagini compiute per accertare la residenza del destinatario (cfr. Cass. 3799/97).
Infatti, in tema di notificazione alle persone irreperibili, può procedersi alla notifica ex art. 143 cod. proc. civ.
quando, sul piano soggettivo, la ignoranza di chi la chiede all'ufficiale giudiziario circa la residenza, la dimora o il
domicilio del destinatario dell'atto sia incolpevole e, sul piano oggettivo, se siano provate le indagini compiute da chi
ha domandato la notificazione, non fondate solo sulle risultanze anagrafiche, ma estese ad accertamenti ed informazioni
sul reale avvenuto trasferimento di detto destinatario in luogo sconosciuto ovvero su quale sia questo, dopo l'inutile
tentativo dell'ufficiale giudiziario di eseguire la notifica all'indirizzo indicato. Per accertare la validità di detta notifica,
non può prescindersi dai concreti rapporti tra le parti della vicenda controversa, dai quali di regola possono rilevarsi i
requisiti soggettivi ed oggettivi che giustificano tale tipo di notificazione (v. Cass. 7964/08). Per poter far ricorso alla
notifica ex art. 143 c.p.c., infatti, non è sufficiente la valutazione soggettiva della persona alla quale l'atto deve essere
consegnato, ma è necessaria l’irreperibilità oggettiva, ovvero l'impossibilità di individuare il luogo di residenza,
domicilio o dimora del notificando nonostante l'esperimento delle indagini suggerite nei singoli casi dalla comune
diligenza (cfr. Cass. 14618/09; 15228/07; 8077/07; 23587/06; 11360/05).
In merito alla comune diligenza richiesta al notificante si osservi che non sono richiedibili indagini che si
presentino ex ante non idonee all’acquisizione delle notizie necessarie per eseguire la notifica ai sensi dell’art. 139 c.p.c.
o che, pur potendo in astratto ritenersi idonee a tal fine, comportino spese non lievi ed attese di non breve durata (v.

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Cass. 1807/79 e 4514/77). Quindi non possono esigersi indagini che esorbitano dalla normalità attraverso l’uso di una
diligenza straordinaria. Ciò perché su chi lascia l’originaria residenza senza preoccuparsi della registrazione anagrafica
grava il rischio di una dichiarazione di irreperibilità.
Occorre l'esperimento delle indagini suggerite nei casi concreti dall'ordinaria diligenza. Pertanto, in caso di
trasferimento del destinatario dai luoghi indicati nei registri anagrafici, è necessario che all'indagine anagrafica siano
seguite ricerche e richieste di informazioni intese a reperirlo (v. Cass. 6257/97). È necessaria la prova dell’oggettiva
impossibilità, per il notificante, di individuare il luogo di effettiva residenza, domicilio o dimora del notificando,
malgrado l'esperimento delle indagini suggerite nei casi concreti dall'ordinaria diligenza, non essendo sufficiente la
mera circostanza che il destinatario risulti trasferito dal precedente indirizzo (cfr. Cass. 1180/06; 2504/02; 1092/98).
Quando, dunque, può ritenersi che vi sia un’ignoranza colpevole del notificante? Ad esempio quando il
notificante, nonostante le ricerche infruttuose presso i registri anagrafici e l’ultima residenza del convenuto, era in grado
di conoscere l’effettiva abitazione del destinatario per precedenti contatti che aveva avuto con il destinatario (v. Cass.
4128/87 e 12589/02). È quindi nulla la notifica effettuata ai sensi dell'articolo 143 cod. proc. civ. quando poteva essere
conosciuta, alla luce di elementi documentali o di precedente corrispondenza o di rapporti tra le parti, l'effettiva
residenza del destinatario della notifica.
Rientra poi nell’ordinaria diligenza, oltre all’esperimento di rituali ricerche anagrafiche o all’individuazione di
indirizzi risultanti da precedenti contatti o da documenti posseduti, il compimento di indagini presso il portiere dello
stabile di originaria residenza, il tentativo di notifica presso la madre del notificando, mentre ne resta del tutto esclusa la
ricerca telefonica, previa consultazione dell'apposito elenco, tra plurime omonimie che dovessero, all'esito, presentarsi,
e ciò anche se il destinatario dell'atto sia persona nota al pubblico (come nel caso di un regista cinematografico) – cfr.
Cass. 6618/97.
Spesso, comunque, quando c’è un certificato di residenza dal quale risulta che il destinatario della notifica
risiede, ad esempio, in Bagheria, via Papa Giovanni XXIII n. 10, mentre dalla relata di notifica si ricava che il
destinatario non abita lì (ad esempio perché trasferito) o non lavora lì, allora va bene la notifica ex art. 143 c.p.c.
L’ufficiale giudiziario però deve andare sul posto e deve assumere informazioni.
Se, invece, la notifica ex art. 143 c.p.c. viene fatta solo alla luce di un certificato anagrafico dal quale risulti che
il destinatario è sloggiato per ignota dimora dalla sua ultima residenza conosciuta, senza che l’ufficiale giudiziario abbia
effettuato ogni ulteriore ricerca ed indagine sul posto, allora la notifica è nulla (ma non inesistente: v. Cass. 2909/08).
Bisogna comunque tenere ben distinti i doveri di diligenza del notificante da quelli dell’ufficiale giudiziario.
È il primo (e non il secondo) che deve effettuare le ulteriori ricerche dettate dalla comune diligenza per
conoscere i luoghi dove notificare gli atti (v. Cass. 14618/09; 15228/07).
Ed è il primo che deve assumere informazioni dopo il vano tentativo compiuto dall’ufficiale giudiziario (v. Cass.
7964/08).
Si legge in Cass. 20971/12 che “i presupposti, legittimanti la notificazione a norma dell'art. 143 cod. proc. civ.,
non sono solo il dato soggettivo dell'ignoranza, da parte del richiedente o dell'ufficiale giudiziario, circa la residenza,
la dimora o il domicilio del destinatario dell'atto, né il mero possesso del certificato anagrafico, dal quale risulti il
destinatario stesso trasferito per ignota destinazione, essendo anche richiesto che la condizione di ignoranza non sia
superabile attraverso le indagini possibili nel caso concreto, da compiersi ad opera del mittente con l'ordinaria
diligenza. A tal fine, la relata di notificazione fa fede, fino a querela di falso, circa le attestazioni che riguardano
l'attività svolta dall'ufficiale giudiziario procedente e limitatamente ai soli elementi positivi di essa, mentre non sono
assistite da pubblica fede le attestazioni negative, come l'ignoranza circa la nuova residenza del destinatario della
notificazione”. E già Cass. 25860/08 aveva affermato che nel caso in cui l'ufficiale giudiziario attesti di non avere
rinvenuto il destinatario della notifica nel luogo indicato dalla parte richiedente, perché, secondo quanto appreso dai
vicini, trasferitosi altrove, l'attestazione del mancato rinvenimento del destinatario ed il contenuto estrinseco della
notizia appresa, sono assistite da fede fino a querela di falso, attenendo a circostanze frutto della diretta attività e
percezione del pubblico ufficiale. Invece, il contenuto intrinseco della notizia appresa dai vicini, in quanto terzi rispetto
alle parti dell'atto da notificare, è assistito da presunzione "iuris tantum", che, in assenza di prova contraria, non
consente al giudice di disconoscere la regolarità dell'attività di notificazione.
Ciò che merita di essere ora evidenziato è che la notificazione ex art. 143 c.p.c. presuppone comunque
l’identificazione del destinatario. È la sua residenza o la sua dimora o il suo domicilio che devono essere sconosciuti, Commento [utente15]: Mancata
ma non le sue generalità. Altrimenti o si ritiene che la notifica è giuridicamente inesistente (perché si è tradotta in un individuazione del destinatario
atto totalmente difforme dal modello legale) o che è inesistente addirittura, a monte, la citazione, non essendo stato
neppure individuato il convenuto.
Si pone, poi, il problema se sia possibile fare ricorso alla notifica ex art. 143 c.p.c. in caso di destinatario
trasferito all’estero. Se il cittadino italiano residente all’estero è stato prima iscritto all’AIRE (Albo Italiani residenti Commento [utente16]: Il destinatario
all’Estero) e poi è stato cancellato per irreperibilità, allora non è sufficiente accertare tale cancellazione, dovendo il trasferito all’estero
notificante effettuare ulteriori ricerche, eseguibili presso l’ufficio consolare ai sensi dell’art. 6 l. 27 ottobre 1988 n. 470,
in modo tale che l’autorità consolare possa certificare che anche nel luogo di residenza all’estero costoro siano
irreperibili (Cass., sez. un., 6737/02; 18717/07; 8310/11). Sebbene la disciplina degli adempimenti anagrafici dovuti dai
cittadini italiani che trasferiscano all'estero la propria residenza risulti improntata al principio dell'acquisizione anche
del dato costituito dall'indirizzo dell'interessato e della disponibilità del medesimo attraverso i registri dell'A.I.R.E.,

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deve escludersi che il difetto di risultanze anagrafiche relative ad esso, ancorché imputabile, in via prioritaria, ad inerzia
del destinatario di una notificazione, legittimi, per ciò solo, il notificante al ricorso alle formalità di cui all'art. 143 cod.
proc. civ., che restano, invece, subordinate all'esito negativo di ulteriori ricerche eseguibili con l'impiego dell'ordinaria
diligenza presso l'Ufficio consolare di cui all'art. 6 della legge 27 ottobre 1988, n. 470, costituendo tale Ufficio non solo
il tramite istituzionale attraverso il quale il contenuto informativo dell'adempimento degli obblighi di dichiarazione del
cittadino all'estero perviene alle amministrazioni competenti alla tenuta dei menzionati registri, ma anche l'organo cui
competono poteri sussidiari di accertamento e rilevazione, intesi a porre rimedio alle lacune informative derivanti
dall'inerzia suddetta (v. Cass. 1608/2012). Molto importante è, poi, quello che sul punto ha affermato la Cassazione con
la sentenza delle sezioni unite n. 6737 del 2002.
Si consideri, poi, sempre in merito alla notifica con le forme previste per gli irreperibili, che la notifica
dell’intimazione di sfratto ex art. 143 c.p.c. è incompatibile con la struttura del procedimento di convalida, ma è Commento [utente17]: Inidoneità
comunque idonea - esaurita la fase sommaria - ad introdurre validamente un giudizio di cognizione ordinario avente ad della notifica ex art. 143 c.p.c. nel
oggetto la risoluzione per inadempimento dell’obbligazione di pagamento del canone pattuito. procedimento per convalida di sfratto
Un ultimo punto da esaminare è quello del perfezionamento della notifica ex art. 143 c.p.c. Quest’ultimo tipo Commento [utente18]: Perfezioname
di notifica si esegue tramite il deposito della copia dell’atto in busta chiusa e sigillata nella casa comunale dell’ultima nto della notifica
residenza nota o, se questa è sconosciuta, nella casa comunale del comune di nascita. Nel caso in cui siano sconosciuti
sia il luogo dell’ultima residenza che quello di nascita del destinatario, allora si consegna al PM una copia dell’atto da
notificare.
La notifica si perfeziona per il destinatario (il che è rilevante, ad esempio, in relazione ai termini a comparire)
una volta decorsi 20 giorni dal compimento delle indicate formalità. Per il notificante il perfezionamento si ha già (per
evitare decadenze) con l’esecuzione dei detti adempimenti (v. Cass. 2593/06).

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Orientamenti giurisprudenziali

Cass. Sez. 2, Sentenza n. 12589 del 28/08/2002


Ai fini della validità della notificazione ai sensi dell'art. 143 cod. proc. civ. per le persone irreperibili, il giudice
deve accertare in base alle prove dedotte se il notificante conosceva o poteva conoscere, adottando la comune diligenza,
la dimora, il domicilio o la residenza del destinatario, atteso che le condizioni legittimanti la notificazione a norma del
citato art. 143 del codice di rito non sono rappresentate dal solo dato soggettivo dell'ignoranza circa la residenza, la
dimora o il domicilio del destinatario dell'atto, essendo richiesto altresì che tale ignoranza sia oggettivamente
incolpevole, e cioè che essa non possa essere superata attraverso le indagini suggerite dall'ordinaria diligenza. (Nella
specie la S.C. ha confermato la decisione del giudice di merito che aveva ritenuto la nullità della notificazione ex art.
143 cod. proc. civ. per il mancato tentativo della notificazione della citazione introduttiva nel luogo dove il destinatario
dell'atto aveva dichiarato - nell'atto di vendita di cui controparte aveva chiesto l'invalidità - di avere la propria residenza
di fatto, ancorché non corrispondente alle risultanze anagrafiche).

Cass., Sez. 3, Sentenza n. 4339 del 26/03/2001


Le condizioni legittimanti la notificazione a norma dell'art. 143 cod. proc. civ. non sono rappresentate dal solo
dato soggettivo della ignoranza da parte del richiedente o dell'ufficiale giudiziario circa la residenza, la dimora o il
domicilio del destinatario dell'atto, ne' dal possesso del solo certificato anagrafico dal quale risulti che il destinatario si è
trasferito per ignota destinazione, essendo richiesto altresì che la condizione di ignoranza non possa essere superata
attraverso le indagini possibili nel caso concreto. Pertanto, la notifica deve ritenersi nulla qualora la relata non contenga
alcuna indicazione in ordine alle indagini compiute per accertare la residenza del destinatario.

Cass., Sez. 3, Sentenza n. 6462 del 19/03/2007


Le condizioni legittimanti la notificazione a norma dell'art. 143 cod. proc. civ. non sono rappresentate dal solo
dato soggettivo dell'ignoranza da parte del richiedente o dell'ufficiale giudiziario circa la residenza, la dimora o il
domicilio del destinatario dell'atto, nè dal possesso del solo certificato anagrafico dal quale risulti che il destinatario è
trasferito per ignota destinazione. È richiesto anche che la condizione di ignoranza non possa essere superata attraverso
le indagini possibili nel caso concreto, che il mittente deve compiere usando l'ordinaria diligenza. A tal fine, la relata di
notificazione fa fede fino a querela di falso per le attestazioni che riguardano l'attività svolta dall’ufficiale giudiziario
procedente, limitatamente ai soli elementi positivi di essa, mentre non sono assistite da pubblica fede le attestazioni
negative, come l'ignoranza circa la nuova residenza del destinatario della notificazione.

Cass., Sez. 3, Sentenza n. 10217 del 10/05/2011


È nulla la notificazione effettuata con le modalità previste dell'art. 143 cod. proc. civ., quando sia noto il luogo di
lavoro del destinatario e tale notifica non può essere equiparata a quella eseguita ai sensi dell'art. 139 cod. proc. civ.,
nemmeno quando il destinatario abbia come luogo di lavoro la casa comunale nella quale è depositata copia dell'atto ai
sensi dell'art. 143 cod. proc. civ..

Cass., Sez. 1, Sentenza n. 21609 del 20/09/2013


È inammissibile il motivo di ricorso con il quale si eccepisca la violazione delle regole prescritte per la
notificazione a persone irreperibili, quando la deduzione proviene da parte diversa dal notificando, poiché la disciplina
dell'art. 143 cod. proc. civ. è dettata nell'interesse esclusivo del destinatario della notifica e la sua errata applicazione
non può essere eccepita da terzi.

Cassazione civile sez. I 05 agosto 2016 n. 16527


Nel caso in cui il destinatario della notifica si è trasferito in Italia, pur risultando formalmente residente
all'estero, la notificazione ai sensi dell'art. 143 cod. proc. civ. deve essere preceduta dal tentativo di rintracciare il
destinatario nella città ove risulta formalmente residente, fermo restando che la notificazione con la forma degli
irreperibili, effettuata sulla base di informazioni raccolte dall'autorità giudiziaria italiana, è nulla ma non inesistente.
(Cassa con rinvio, App. Roma, 19/07/2012 )

Cassazione civile sez. III 31 agosto 2015 n. 17307


In tema di notificazione di atti giudiziari, quando il destinatario della notifica si sia trasferito all'estero senza
annotazione nei registri d'anagrafe, il notificante, che abbia comunque avuto conoscenza dell'avvenuto trasferimento di
residenza, è tenuto in ogni caso a svolgere ulteriori ricerche presso l'ufficio consolare prima di procedere alla
notificazione nelle forme dell'art. 143 c.p.c., fermo restando che l'omissione di tali incombenze comporta l'inesistenza
della notificazione solo se eseguita in un luogo privo di collegamento con il destinatario, determinando, altrimenti, la
mera nullità della stessa. (Rigetta, Trib. Monza, 17/09/2012 )

Cassazione civile sez. VI 21 aprile 2015 n. 8114

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Dovendosi ritenersi integrata la normale diligenza richiesta al notificante, è legittima la notifica dell'atto di
citazione effettuata ai sensi dell'art. 143 c.p.c. qualora il notificante abbia previamente proceduto a notificare l'atto nella
residenza risultante dall'anagrafe e, dalle informazioni assunte dall'ufficiale notificante presso il portiere dello stabile, il
notificando sia risultato sconosciuto all'indirizzo noto.

Cassazione civile sez. VI 17 dicembre 2014 n. 26643


In tema di notificazione alle persone irreperibili, può procedersi alla notifica ex art. 143 c.p.c. quando, sul piano
soggettivo, la ignoranza di chi la chiede all'ufficiale giudiziario circa la residenza, la dimora o il domicilio del
destinatario dell'atto sia incolpevole e, sul piano oggettivo, se siano provate le indagini compiute da chi ha domandato la
notificazione, non fondate solo sulle risultanze anagrafiche, ma estese ad accertamenti ed informazioni sul reale
avvenuto trasferimento di detto destinatario in luogo sconosciuto ovvero su quale sia questo, dopo l'inutile tentativo
dell'ufficiale giudiziario di eseguire la notifica all'indirizzo indicato; per accertare la validità di detta notifica, non può
prescindersi dai concreti rapporti tra le parti della vicenda controversa, dai quali di regola possono rilevarsi i requisiti
soggettivi ed oggettivi che giustificano tale tipo di notificazione (nella specie, la Corte ha dichiarato radicalmente
invalida la notificazione del ricorso per separazione personale, effettuata ai sensi dell'art. 143 c.p.c., in quanto eseguita
esclusivamente sulla base del mancato reperimento della parte presso il domicilio coniugale e senza l'esecuzione di
alcuna ricerca, salvo l'attestazione anagrafica, del tutto ininfluente, ai fini del perfezionamento del requisito della
diligenza per tale tipologia di notifica).

Cassazione civile sez. VI 04 giugno 2014 n. 12526


L'ordinaria diligenza, alla quale il notificante è tenuto a conformare la propria condotta, per vincere l'ignoranza
in cui versi circa la residenza, il domicilio o la dimora del notificando, al fine del legittimo ricorso alle modalità di
notificazione previste dall'art 143 cod. proc. civ., va valutata in relazione a parametri di normalità e buona fede secondo
la regola generale dell'art 1147 cod. civ. e non può tradursi nel dovere di compiere ogni indagine che possa in astratto
dimostrarsi idonea all'acquisizione delle notizie necessarie per eseguire la notifica a norma dell'art. 139 cod. proc. civ.,
anche sopportando spese non lievi ed attese di non breve durata. Ne consegue l'adeguatezza delle ricerche svolte in
quelle direzioni (uffici anagrafici, portiere della casa in cui il notificando risulti aver avuto la sua ultima residenza
conosciuta) in cui é ragionevole ritenere, secondo una presunzione fondata sulle ordinarie manifestazioni della cura che
ciascuno ha dei propri affari ed interessi, siano reperibili informazioni lasciate dallo stesso soggetto interessato, per
consentire ai terzi di conoscere l'attuale suo domicilio (residenza o dimora). (In applicazione di tale principio, la S.C. ha
ritenuto legittima la notificazione effettuata ai sensi dell'art. 143 cod. proc. civ. ad un destinatario che, in ragione di
quanto attestato dall'ufficiale giudiziario per averlo appreso dal portiere in sede di infruttuosa notifica presso la
residenza anagrafica, risultava aver abbandonato l'abitazione per un domicilio ignoto). Rigetta, App. Roma, 08/02/2012

Cassazione civile sez. I 03 settembre 2014 n. 18595


L'assenza solo momentanea del destinatario della notificazione nel luogo in cui risiede non preclude l'utilizzo del
procedimento ex art. 140 cod. proc. civ., che presuppone l'impossibilità di consegnare ivi l'atto per mere difficoltà di
ordine materiale, mentre l'irreperibilità non temporanea rientra nella previsione dell'art. 143 cod. proc. civ., la cui
applicabilità postula la irreperibilità oggettiva, ovvero l'impossibilità di individuare il luogo di residenza, domicilio o
dimora del notificando, nonostante l'esperimento di indagini suggerite nei singoli casi dall'ordinaria diligenza. Rigetta,
App. Napoli, 06/12/2011

Cassazione civile sez. III 14 agosto 2014 n. 17964


In caso di notifica ai sensi dell'art. 143 cod. proc. civ., l'omessa indicazione, nella relata delle ricerche, anche
anagrafiche, fatte dall'ufficiale giudiziario, delle notizie raccolte sulla reperibilità del destinatario e dei motivi della
mancata consegna, non costituisce causa di nullità della notificazione, non essendo tale sanzione prevista espressamente
nell'elencazione dei motivi indicati dall'art. 160 cod. proc. civ. (Nella specie, la corte territoriale aveva accertato la
diligenza del notificante autore di opportune ricerche, tradottesi in più tentativi di notifiche eseguite in luoghi diversi,
senza che, per contro, risultasse agli atti la conoscenza, o la facile conoscibilità con la normale diligenza, del luogo di
residenza o dimora del notificando, il quale, per parte propria, aveva abbandonato l'originaria residenza senza
preoccuparsi della registrazione anagrafica e del conseguente rischio di una declaratoria di irreperibilità). Rigetta, App.
Firenze, 06/07/2007

Cassazione civile sez. VI 04 giugno 2014 n. 12526


L'ordinaria diligenza, alla quale il notificante è tenuto a conformare la propria condotta, per vincere l'ignoranza
in cui versi circa la residenza, il domicilio o la dimora del notificando, al fine del legittimo ricorso alle modalità di
notificazione previste dall'art 143 cod. proc. civ., va valutata in relazione a parametri di normalità e buona fede secondo
la regola generale dell'art 1147 cod. civ. e non può tradursi nel dovere di compiere ogni indagine che possa in astratto
dimostrarsi idonea all'acquisizione delle notizie necessarie per eseguire la notifica a norma dell'art. 139 cod. proc. civ.,
anche sopportando spese non lievi ed attese di non breve durata. Ne consegue l'adeguatezza delle ricerche svolte in

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quelle direzioni (uffici anagrafici, portiere della casa in cui il notificando risulti aver avuto la sua ultima residenza
conosciuta) in cui é ragionevole ritenere, secondo una presunzione fondata sulle ordinarie manifestazioni della cura che
ciascuno ha dei propri affari ed interessi, siano reperibili informazioni lasciate dallo stesso soggetto interessato, per
consentire ai terzi di conoscere l'attuale suo domicilio (residenza o dimora). (In applicazione di tale principio, la S.C. ha
ritenuto legittima la notificazione effettuata ai sensi dell'art. 143 cod. proc. civ. ad un destinatario che, in ragione di
quanto attestato dall'ufficiale giudiziario per averlo appreso dal portiere in sede di infruttuosa notifica presso la
residenza anagrafica, risultava aver abbandonato l'abitazione per un domicilio ignoto). Rigetta, App. Roma, 08/02/2012

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Memo
Esempi di notifica ex art. 143 c.p.c.

42
In questo caso la notifica si è perfezionata il 24 luglio 2011, ossia 20 giorni dopo l’adempimento delle formalità
previste.

Il perfezionamento della notifica in questione è avvenuto il 4 novembre 2011 (20 giorni dopo il 15.10.2011).

43
La notifica appena riportata si è perfezionata il 30.8.2011. La notifica di cui sopra si è potuta effettuare ex art.
143 c.p.c. perché l’ufficiale giudiziario ha verificato che il destinatario era irreperibile in quanto “sloggiato” dal luogo
di residenza risultante dal certificato di residenza (riportato a seguire) e addirittura pure dal luogo del domicilio (verifica
non necessaria e spesso mancante). Sono quindi state effettuate le ricerche richieste dall’ordinaria diligenza.

44
Che cosa succede se, dopo una notifica (o più notifiche) con esito negativo dell’atto introduttivo del giudizio
dalla quale si ricava che il destinatario è irreperibile nel luogo risultante dal certificato di residenza, allo stesso
destinatario-convenuto (o resistente) contumace viene notificato con esito positivo l’ordinanza di ammissione
dell’interrogatorio formale allo stesso indirizzo in relazione al quale avevano avuto esito negativo le precedenti
45
notifiche dell’atto introduttivo? Si riporta a seguire un’ordinanza che tratta di questa questione e che ha fissato una
nuova prima udienza ex art. 183 c.p.c.

46
5. LA NOTIFICA A MEZZO POSTA.
La notifica a mezzo posta è disciplinata dall’art. 149 c.p.c., nonché dal d.P.R. 1229/59, dalla legge 890/82 e
dal D.L. 248/07 convertito con modificazioni nella legge 31/08.
Innanzitutto va osservato che il giudice deve sempre esigere la produzione dell’avviso di ricevimento, che Commento [utente19]: La necessaria
costituisce prova dell’avvenuta notifica a mezzo posta, che si perfeziona nei confronti del destinatario alla data di produzione dell’avviso di ricevimento
consegna della busta, indicata nell’avviso di ricevimento, ovvero, se la data non è indicata o è incerta, dal bollo apposto
sull’avviso di ricevimento (art. 4 ult. comma legge 890/82). L’avviso di ricevimento prescritto dall'art. 149 c.p.c. è il
solo documento idoneo a provare sia l'intervenuta consegna, sia la data di essa, sia l'identità della persona a mani della
quale è stata eseguita.
La produzione dell'avviso di ricevimento del piego raccomandato contenente la copia dell'atto processuale
spedita per la notificazione a mezzo del servizio postale, ai sensi dell'art. 149 cod. proc. civ., richiesta dalla legge in
funzione della prova dell'avvenuto perfezionamento del procedimento notificatorio, può avvenire anche mediante
l'allegazione di fotocopie non autenticate, ove manchi contestazione in proposito, poiché la regola posta dall'art. 2719
cod. civ. - per la quale le copie fotografiche o fotostatiche hanno la stessa efficacia di quelle autentiche, non solo se la
loro conformità all'originale è attestata dal pubblico ufficiale competente, ma anche qualora detta conformità non sia
disconosciuta dalla controparte, con divieto per il giudice di sostituirsi nell'attività di disconoscimento alla parte
interessata, pure se contumace - trova applicazione generalizzata per tutti i documenti (v. Cass. ordinanza 13439/2012).
È bene a questo proposito precisare che il giudice deve compiere subito le verifiche necessarie. Infatti, in merito
ai controlli omessi, è noto che ai sensi dell’art. 354 c.p.c. il giudice d’appello rimette la causa al primo giudice se rileva
la nullità della notifica dell’atto di citazione. Con riferimento, poi, alle verifiche tardive è fin troppo evidente che gli
accertamenti ritardati sulle notifiche rendono inutile le attività processuali fino a quel momento compiute. Nel compiere
i suoi accertamenti il giudice deve poi tenere ben distinta l’ipotesi della nullità della notifica (di cui va disposta la
rinnovazione – con la precisazione che in caso di mancato rispetto dell’ordine di rinnovazione della notificazione nulla
il giudice ordina, ai sensi dell’art. 291 comma 3 c.p.c., la cancellazione della causa dal ruolo e l‘estinzione del processo,
che dopo la legge 69/09 deve essere dichiarata d’ufficio per i giudizi instaurati dopo il 4 luglio 2009 – e che è sanata
dalla costituzione in giudizio – art. 291 c.p.c.) da quella dell’inesistenza (che non è sanabile né per raggiungimento
dello scopo né per rinnovazione dell’atto). Peraltro, va ricordato che se la notifica della citazione si perfeziona prima dei
90 giorni ex art. 163 bis c.p.c. non è nulla la notifica, ma la citazione ex art. 164 comma 1 c.p.c. (per assegnazione di
termine a comparire inferiore rispetto a quello stabilito dalla legge).
Sul valore probatorio dell’avviso di ricevimento è degna di rilievo Cass. 24852/06, secondo la quale l’avviso
di ricevimento, che è parte integrante della relata di notifica, costituisce, ai sensi dell’art. 4, terzo comma, della legge 20
novembre 1982, n. 890, il solo documento idoneo a provare sia l’intervenuta consegna del plico con la relativa data, sia
l’identità della persona alla quale la consegna stessa è stata eseguita e che ha sottoscritto l’avviso.
Esso riveste natura di atto pubblico, e, riguardando un’attività legittimamente delegata dall’ufficiale giudiziario
all’agente postale ai sensi dell’art. 1 della legge n. 890 cit., gode della medesima forza certificatoria di cui è dotata la
relazione di una notificazione eseguita direttamente dall’ufficiale giudiziario, ovverosia della fede privilegiata attribuita
dall’art. 2700 c.c. in ordine alle dichiarazioni delle parti e agli altri fatti che l’agente postale, mediante la sottoscrizione Commento [utente20]: Valore di atto
apposta sull’avviso di ricevimento, attesta avvenuti in sua presenza. Pertanto, il destinatario che intenda contestare pubblico dell’avviso di ricevimento e sua
l’avvenuta esecuzione della notificazione, affermando di non aver mai ricevuto l’atto ed in particolare di non aver mai impugnazione da parte del destinatario
apposto la propria firma sull’avviso, ha l’onere di impugnarlo a mezzo della querela di falso, anche se l’immutazione
del vero non sia ascrivibile a dolo, ma soltanto ad imperizia, leggerezza, o negligenza dell’agente postale. Per Cass.
4193/10 «in tema di notificazioni, per contestare il contenuto della relata di notifica, ove è attestato che l’ufficiale
giudiziario ha compiuto tutte le formalità prescritte, ivi compresa la spedizione della raccomandata in una certa data, è
necessaria la proposizione della querela di falso, esercitando l’ufficiale giudiziario pubbliche funzioni, con la
conseguenza che i suoi atti soggiacciono alla disciplina di cui all’art. 2700 c.c., perché attestanti le operazioni da lui
compiute». Sostanzialmente negli stessi termini è anche Cass. 1856/01, così come Cass. 3065/03 (e Cass. 8032/04 e
8500/05), per la quale il destinatario di un avviso di ricevimento che affermi di non aver mai ricevuto l’atto, e in
particolare di non aver mai apposto la propria firma sull’avviso di ricevimento, ha l’onere, se intende contestare
l’avvenuta esecuzione della notificazione, di impugnare l’avviso di ricevimento a mezzo di querela di falso. Mette poi
conto rilevare che se l’avviso di ricevimento non viene restituito perché smarrito è possibile ottenere un duplicato come
previsto dall’art. 6 della legge 20 novembre 1982 n. 890. In base all’art. 8 del d.P.R. 29/5/1982 n. 655 il duplicato è
rilasciato sulla scorta dei registri dell’ufficio postale ed è sottoscritto dal destinatario.
Si tratta di principi analoghi a quelli pronunciati con riferimento al valore probatorio della relata di notifica.
Al riguardo si ricordi che la notifica viene posta in essere da un pubblico ufficiale, con la conseguenza che la
relata è atto pubblico che fa fede fino a querela di falso (v. Cass. 4193/10 e 24852/06) per quanto riguarda l’attività del
pubblico ufficiale e i fatti avvenuti in sua presenza (cfr. Cass. 8799/00; 4590/00; 7763/99) e non può essere sostituita da
attestazioni sostitutive o dichiarazioni testimoniali. È possibile la prova del contrario (non assegnandosi sul punto
alcuna pubblica fede) in relazione a tutto ciò che non è caduto sotto la diretta percezione del pubblico ufficiale
procedente, e quindi con riferimento al contenuto delle dichiarazioni, delle informazioni assunte sul luogo della notifica
e delle informazioni rese da terzi (v. Cass. 25860/08; 6462/07).

47
Di particolare interesse sono, poi, le modalità di consegna del plico.
In primo luogo l’agente postale cerca di consegnare il piego nelle mani proprie del destinatario (anche se Commento [utente21]: Formalità
dichiarato fallito). Nei casi in cui, però, la consegna non può essere fatta al destinatario, allora il piego viene consegnato connesse alla consegna
nel luogo indicato nella busta alle persone indicate all’art. 139 comma 2 c.p.c. o, in mancanza, al portiere o comunque a
chi, in virtù di un rapporto di lavoro continuativo, è comunque tenuto alla distribuzione della posta del destinatario (il
plico deve essere consegnato al destinatario o alle altre persone indicate dall’art. 7 della legge n. 890 del 1982: persona
di famiglia che con lui conviva, anche temporaneamente, o addetta alla sua casa o al suo servizio o, in mancanza di
queste, al portiere dello stabile o a persona tenuta alla distribuzione della posta al destinatario in quanto vincolata da un
rapporto di lavoro continuativo, purché il consegnatario non sia persona manifestamente affetta da malattia mentale o
abbia età inferiore a quattordici anni. La norma ha un carattere di specialità rispetto a quella codicistica di cui si deve,
quindi, escludere l’applicazione riguardo ai soggetti cui può essere consegnato il plico).
Diversamente da quanto previsto all’art. 139 c.p.c., non è possibile la consegna al vicino di casa.
Sia il destinatario che gli altri consegnatari che ricevono la busta devono sottoscrivere l’avviso di ricevimento e
il registro di consegna. Il consegnatario che non sia anche il destinatario dell’atto deve pure specificare la sua qualità e,
se è un familiare, indicare la convivenza anche se temporanea.
Il citato art. 7 della legge 890/1982 ha comunque introdotto una presunzione di convivenza temporanea del
familiare nell'abitazione del destinatario dell'atto da notificare per il solo fatto che detto familiare si sia trovato nella
casa al momento della notifica ed abbia preso in consegna l'atto stesso, salva prova contraria, da fornirsi a cura
dell'interessato, dell’assenza di qualsiasi, pur temporanea convivenza. In assenza della detta prova contraria la mancata
indicazione di ‘convivente’ sull'avviso di ricevimento non è quindi sufficiente per desumerne la nullità della notifica. E
ogni indagine circa l'identificazione del luogo in cui è stata eseguita la notificazione resta assorbita dall'anzidetta
presunzione di convivenza, la quale può essere superata soltanto dalla prova, posta a carico del destinatario della
notifica, dell'insussistenza del rapporto di convivenza con il familiare consegnatario dell'atto (v. Cass. 9928/01;
1508/05; 24852/06; 22607/09).
Analogamente, se l’atto è stato consegnato, nel luogo indicato sulla busta che contiene l'atto e nel rispetto
dell'ordine stabilito da detta norma, a persona dichiaratasi addetta "al servizio del destinatario", l'agente postale non è
tenuto ad accertare la corrispondenza al vero della dichiarazione, essendo sufficiente che essa concordi con la situazione
apparente, consistente nella presenza del consegnatario nei luoghi indicati dalla norma, gravando sul destinatario l'onere
di provare l'inesistenza della qualità dichiarata dal consegnatario (cfr. Cass., sez. un., 22044/04; sez. un., 20473/05).
Inoltre, ove l'atto sia consegnato all'indirizzo del destinatario a persona che abbia sottoscritto l'avviso di
ricevimento, con grafia illeggibile, nello spazio relativo alla "firma del destinatario o di persona delegata", e non risulti
che il piego sia stato consegnato dall'agente postale a persona diversa dal destinatario tra quelle indicate dall'art. 7,
comma 2, della legge n. 890 del 1982, la consegna deve ritenersi validamente effettuata a mani proprie del destinatario,
fino a querela di falso, a nulla rilevando che nell'avviso non sia stata sbarrata la relativa casella e non sia altrimenti
indicata la qualità del consegnatario, non essendo integrata alcuna delle ipotesi di nullità di cui all’art. 160 c.p.c. (v.
Cass., sez. un., 9962/10).
Invece, quando l'avviso di ricevimento si presenta sottoscritto in modo leggibile, mentre non altrettanto leggibile
appare l'indicazione della qualità del consegnatario, la notificazione non è per sé nulla, è bensì una notificazione rispetto
alla quale il destinatario può sostenere non esservi la prova che la consegna è avvenuta a persona che poteva riceverla
per suo conto, restando in tal caso la prova dell'esistenza di uno dei rapporti che legittima il consegnatario del piego
postale a carico di chi ha richiesto la notifica (cfr. Cass. 1453/00).
È poi nulla la notifica effettuata a mani del portiere dello stabile allorquando la relazione dell'ufficiale postale
non contenga l'attestazione del mancato rinvenimento del destinatario o del rifiuto o assenza delle persone abilitate a
ricevere l'atto in posizione preferenziale (persona di famiglia, addetta alla casa o al servizio), non potendo desumersi
che il portiere fosse stato espressamente incaricato a ricevere gli atti da una successiva notifica effettuata con le stesse
modalità, dovendo la validità della notifica effettuarsi con riferimento esclusivo al suo contesto (v. Cass. 6021/07).
È molto importante, inoltre, la modifica normativa apportata all’art. 7, comma 6, della legge n. 890 del 1982
dall’art. 36 d.l. 248/07 (convertito nella legge 31/08, applicabile alle notifiche effettuate a partire dal giorno 1 marzo
2008), secondo il quale «se il piego non viene consegnato personalmente al destinatario dell’atto, l’agente postale deve Commento [utente22]: C.A.N.
dare notizia al destinatario medesimo dell’avvenuta notificazione dell’atto a mezzo di lettera raccomandata» (c.d.
C.A.N., comunicazione di avvenuta notifica).
Mentre nell’art. 139 c.p.c. la comunicazione in questione è prevista in caso di consegna dell’atto al portiere o al
vicino di casa, nella notifica a mezzo posta questa comunicazione viene eseguita ogni volta che la consegna non è fatta
al destinatario.
È bene chiedersi quando vada eseguita la C.A.N. in caso di notifica alle persone giuridiche.
La soluzione preferibile è quella per cui non occorre la C.A.N. quando la notificazione è eseguita presso la sede
legale anche a chi non è il legale rappresentante, ma, ad esempio, è addetto alla ricezione degli atti.
E se, invece, la notifica è eseguita al legale rappresentante dell’ente, ma non presso la sede legale ma presso la
sua residenza, dimora o domicilio? In questo caso per alcuni occorre la CAN. Forse, però, è preferibile ritenere che si
tratti di notifica fatta al destinatario, con la conseguenza che non diventa necessaria la CAN. Sembra da condividere sul
punto la circolare del Ministero di Giustizia (Dipartimento dell’Organizzazione Giudiziaria del Personale e dei servizi)

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del 9 dicembre 2008 (prot. 60756) che, conformemente al parere dell’Avvocatura Generale dello Stato, afferma,
richiamando il principio di immedesimazione organica, che la consegna dell’atto (anche se inoltrato mediante plico
raccomandato) ad una delle persone indicate dall’artt. 145 c.p.c. esaurisca le formalità volute dalla legge.
Mancano poi indicazioni normative sulla rilevanza della CAN in merito al perfezionamento della stessa notifica.
Tuttavia, considerato che non è prevista normativamente la produzione dell’avviso di ricevimento (bastando che
nella relata si dica “emessa CAN”) e che la norma parla di notizia dell’avvenuta notifica (dando quindi per scontato che
la notifica si sia già perfezionata), deve credersi, analogamente a quanto stabilito con riferimento alla notifica ex art. 139
al portiere o al vicino di casa, che anche in questo caso l’omessa attestazione nella relata della spedizione della lettera
raccomandata al destinatario costituisce non una mera irregolarità, ma un vizio dell’attività dell’agente postale che
determina, fatti salvi gli effetti della consegna dell’atto all’ufficiale giudiziario, la nullità della notificazione nei riguardi
del destinatario (Cass. ord. 25.gennaio 2010, n. 1366).
Basta comunque, per evitare la nullità, che nella relata ci sia scritto: “emessa CAN”. Non occorre la produzione
del relativo avviso di ricevimento (considerato anche che il piego risulta consegnato a persona legata al destinatario, al
quale consegnerà l’atto).
Un cenno deve farsi ora anche ai casi di rifiuto.
La notificazione si ha per eseguita se il destinatario o le persone alle quali può farsi la consegna ricevono il piego
ma rifiutano di firmare l’avviso di ricevimento. Commento [utente23]: Conseguenze
Parimenti, si ha per eseguita se il destinatario rifiuta il piego stesso o di firmare il registro di consegna, il che del rifiuto
equivale a rifiuto del piego.
In questi due casi il postino indica la circostanza del rifiuto sull’avviso di ricevimento indicando, se si tratta di
persona diversa dal destinatario, il nome ed il cognome della persona che rifiuta di firmare nonché la sua qualità. Poi il
postino appone la data e la sua firma sull’avviso di ricevimento che viene restituito al mittente (insieme al piego in caso
di rifiuto del destinatario di riceverlo).
Come detto, la notifica si considera in questi casi come eseguita nella data indicata dal postino.
Situazione diversa si ha quando le persone abilitate a ricevere il piego in luogo del destinatario non solo si
rifiutano di firmare l’avviso di ricevimento ma rifiutano proprio di ricevere il piego.
È il caso la cui disciplina è identica a quella relativa alla fattispecie, molto più frequente nella prassi, che si
verifica quando il postino non può recapitare il piego per la temporanea assenza del destinatario o per mancanza,
inidoneità o assenza delle persone abilitate a riceverlo al suo posto. Commento [utente24]: Temporanea
In questi casi, infatti, il piego è depositato lo stesso giorno presso l’ufficio postale preposto alla consegna o assenza del destinatario o degli altri soggetti
presso una sua dipendenza e del tentativo di notifica e del suo deposito viene data notizia al destinatario da parte del abilitati alla ricezione: C.A.D.
postino mediante avviso in busta chiusa a mezzo lettera raccomandata con avviso di ricevimento (c.d. C.A.D.,
comunicazione di avvenuto deposito).
In caso di assenza del destinatario la CAD deve essere affissa alla porta d’ingresso oppure immessa nella cassetta
della corrispondenza dell’abitazione, dell’ufficio o dell’azienda. La notificazione si perfeziona, in queste ipotesi, al
decimo giorno dalla data di spedizione della seconda lettera raccomandata ovvero dalla data del ritiro del piego, se
anteriore.
Il termine di dieci giorni di cui all'art. 8, quarto comma, della legge 20 novembre 1982, n. 890 (nel testo di cui al
d.l. 14 marzo 2005, n. 35, convertito, con modifiche, nella legge 14 maggio 2005, n. 80) - in base al quale, ove il piego
raccomandato depositato presso l'ufficio postale non sia stato ritirato dal destinatario, la notifica si ha per eseguita
decorsi dieci giorni dalla data di spedizione della raccomandata di cui al secondo comma del medesimo art. 8 - deve
essere qualificato come termine "a decorrenza successiva" e, pertanto, computato secondo il criterio di cui all'art. 155,
primo comma, cod. proc. civ., cioè escludendo il giorno iniziale e conteggiando quello finale. Tale termine deve
ritenersi compreso fra quelli "per il compimento degli atti processuali svolti fuori dall'udienza" di cui all'art. 155, quinto
comma, cit., con la conseguenza che, ove il dies ad quem del medesimo vada a scadere nella giornata di sabato, esso è
prorogato di diritto al primo giorno seguente non festivo (v. Cass. S.U. 1418/12).
Sul punto si deve precisare che, decorsi dieci giorni dalla data di spedizione della CAD senza che il destinatario
o un suo incaricato ne abbia curato il ritiro, l’avviso di ricevimento è restituito al mittente con annotazione in calce,
sottoscritta dal postino, della data dell’avvenuto deposito e dei motivi che l’hanno determinato, dell’indicazione “atto
non ritirato entro il termine di dieci giorni” e della data di restituzione.
E quando va restituito il piego? Decorsi sei mesi dalla data in cui il piego stesso è stato depositato nell’ufficio
postale senza che il destinatario o un suo incaricato ne abbia curato il ritiro, con annotazione in calce, sottoscritta
dall’agente postale, della data dell’avvenuto deposito e dei motivi che l’hanno determinato, dell’indicazione “non
ritirato entro il termine di centottanta giorni” e della data di restituzione.
Se, però, il destinatario o un suo incaricato ritira il piego durante la permanenza dello stesso (per il detto periodo
di sei mesi) presso l’ufficio postale, allora l’impiegato postale indica questo ritiro sull’avviso di ricevimento che, datato
e firmato dal destinatario o dal suo incaricato, è subito spedito al mittente.
Si capisce quindi meglio quanto sopra si è detto sul momento del perfezionamento della notifica in caso di Commento [utente25]: Perfezioname
deposito del piego presso l’ufficio postale, ossia che la notifica si intende perfezionata al decimo giorno dalla data di nto della notifica
spedizione della CAD ovvero dalla data del ritiro del piego, se anteriore.

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Un problema è, poi, quello della necessità o meno della CAN di cui al citato art. 7, comma 6, della legge n. 890
del 1982 (come modificato dall’art. 36 d.l. 248/07) quando la notifica a mezzo posta si è perfezionata per compiuta
giacenza. Ci si chiede se sia necessaria, visto che l’atto non è consegnato personalmente al destinatario, la CAN, che in
questo caso sarebbe la terza raccomandata (poiché la CAN verrebbe dopo la notifica postale e la CAD). Sul punto la
risposta positiva è sostenuta nella citata circolare del Ministero di Giustizia del 9 dicembre 2008 che, in relazione
all’ultimo comma dell’art. 7 legge 892/1982, afferma che tale disposizione va «di fatto ad aggiungere una seconda
raccomandata alla prima ordinaria ed una terza in caso di destinatario trasferito o sconosciuto».
Mette infine conto osservare che secondo una certa impostazione dottrinale e giurisprudenziale il giudice
dovrebbe richiedere, a pena di nullità, la produzione dell’avviso di ricevimento anche della raccomandata di cui alla c.d.
CAD. Ciò in quanto la legge richiede in questo caso, così come nella notifica ex art. 140 c.p.c., che si tratti di
raccomandata con avviso di ricevimento ed il giudice dovrebbe verificare se sia stata effettivamente inviata una
raccomandata con avviso di ricevimento.
Inoltre, è così simile la notifica a mezzo posta perfezionatasi per compiuta giacenza alla notifica ex art. 140 c.p.c.
(come affermato anche dalla ricordata Corte cost. 3/10, che ha equiparato le due forme di notifica con riferimento al
momento di perfezionamento per il destinatario) che anche per la notifica postale con emissione di CAD dovrebbe
richiedersi a pena di nullità la produzione dell’avviso di ricevimento (v. quanto si è detto sopra sulla notifica ex art. 140
c.p.c.).
Come per la notifica ex art. 140 c.p.c., anche per la notifica a mezzo posta perfezionatasi per compiuta giacenza
le risultanze dell’avviso di ricevimento della CAD possono confermare o smentire che la notifica abbia raggiunto lo
scopo cui essa era destinata. Dall’avviso di ricevimento e dalle annotazioni che l’agente postale appone su di esso
quando la restituisce al mittente può emergere che la raccomandata non è stata consegnata perché il destinatario risulta
trasferito oppure deceduto o, ancora, per altre ragioni le quali comunque rivelano che l’atto, in realtà, non è pervenuto
nella sfera di conoscibilità dell’interessato, senza che si sia quindi prodotto l’effetto legale tipico.
In assenza dell’avviso di ricevimento relativo alla Comunicazione di Avvenuto Deposito (che si andrebbe ad
aggiungere all’avviso di ricevimento relativo alla notifica a mezzo posta dell’atto da notificare) anche la notifica postale
per compiuta giacenza dovrebbe essere considerata nulla al pari di quanto ormai accade, per pacifico orientamento
giurisprudenziale, per la notifica ex art. 140 c.p.c.
In entrambi i casi si dovrebbe verificare se, dopo una notifica che fornisce poche rassicurazioni sulla conoscenza
dell’atto da parte del destinatario, maggiori indizi sulla conoscenza o sulla conoscibilità dell’atto notificato possano
ricavarsi dall’avviso relativo alla raccomandata (la prima nel caso di cui all’art. 140 c.p.c. e la seconda nella notifica
postale per compiuta giacenza).
Né potrebbe dirsi che nella notifica per compiuta giacenza il destinatario ha già ricevuto la comunicazione
dell’atto poiché anche nella notifica ex art. 140 c.p.c. l’ufficiale giudiziario ha già affisso avviso alla porta
dell’abitazione o dell’ufficio del destinatario e ciò nonostante è ormai necessaria, come detto, l’acquisizione, a pena di
nullità, dell’avviso di ricevimento relativo alla raccomandata inviata. Anzi, nella notifica postale per compiuta giacenza
(e quindi per temporanea assenza o irreperibilità) è ancor più probabile, rispetto a quanto accade nella notifica ex art.
140 c.p.c. (dove comunque c’è un’affissione alla porta), che il destinatario non abbia avuto notizia della notifica.
Come senza la produzione in giudizio dell’avviso di accertamento della raccomandata ex art. 140 c.p.c. risulta
almeno incerto il fatto che il luogo in cui l’ufficiale giudiziario ha svolto l’attività prevista dall’art. 140 c.p.c. sia quello
di effettiva ed attuale residenza, dimora o domicilio del destinatario, con i conseguenti riflessi sulla validità della
notifica effettuata, anche per l’avviso di ricevimento della CAD vale la stessa considerazione. Pure tale avviso andrebbe
allegato all’originale dell’atto e la sua mancanza, rendendo impossibile il suddetto controllo, determinerebbe la nullità
della notificazione (comunque chiaramente sanabile con la costituzione dell’intimato oppure con la rinnovazione della
notifica stessa ai sensi dell’art. 291 c.p.c).
Certo, anche aderendo alla suddetta impostazione non muterebbe comunque il momento in cui si perfeziona la
notifica postale per compiuta giacenza.

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Orientamenti giurisprudenziali

Cass., Sez. 1, Sentenza n. 2593 del 07/02/2006


In tema di notificazione a mezzo del servizio postale, la notifica di un atto, che debba compiersi entro un
determinato termine, per il notificante deve ritenersi perfezionata al momento della consegna all'ufficiale giudiziario
dell'atto da notificare, mentre per il destinatario deve ritenersi eseguita nel ventesimo giorno successivo al compimento
delle formalità previste dall'art. 143, primo e secondo comma, cod. proc. civ..

Cass., Sez. 3, Sentenza n. 11929 del 22/05/2006


In tema di notificazione a mezzo del servizio postale, in caso di rifiuto di ricevimento da parte delle persone
abilitate, ovvero di mancanza, inidoneità o assenza delle stesse, oppure di temporanea assenza del destinatario (art. 8
della legge n. 890 del 1982) - al pari di quanto accade in tema di notificazione a persona di residenza, dimora o
domicilio sconosciuti (art. 143, ultimo comma, cod. proc. civ.) ovvero a persona non residente, nè dimorante, nè
domiciliata nella Repubblica (art. 142 stesso codice) - bisogna distinguere il perfezionamento della notificazione nei
riguardi del notificante da quello nei confronti del destinatario, identificandosi il primo con il momento in cui viene
completata l'attività incombente sul notificante - alla quale può essere collegato il rispetto di un termine posto dalla
legge a suo carico -, coincidente, nella notificazione a mezzo posta, con la consegna dell'atto all'ufficiale giudiziario
(Corte cost. n. 477 del 2002), ed il secondo con il momento in cui si realizza il risultato della conoscenza, o l'effetto di
conoscenza, dell'atto per il destinatario, coincidente, nel sistema di cui al richiamato art. 8. con il ritiro del piego ovvero
con gli altri elementi previsti per facilitare la conoscenza dell'atto, ivi compreso il decorso del tempo, nell'ipotesi della
cosiddetta "compiuta giacenza".( Nella specie si trattava di pignoramento notificato per mezzo del servizio postale e
l'atto, non consegnato per l'assenza del destinatario, era stato depositato presso l'ufficio postale ed era stato ritirato dal
debitore in data rispetto alla quale risultava rispettato il termine perentorio di cinque giorni per proporre l'opposizione
agli atti esecutivi di cui all'art. 617, primo comma, cod. proc. civ.).

Cass., Sez. 1, Sentenza n. 11783 del 21/05/2007


Ai fini dell'osservanza del termine di costituzione in appello da parte dell'appellante, per "giorno della
notificazione", ai sensi degli artt. 165 e 347 cod. proc. civ., s'intende quello in cui si realizza non l'effetto, anticipato e
provvisorio, a vantaggio del notificante, ma il perfezionamento del procedimento notificatorio nei confronti del
destinatario, procedimento che resta ancorato al momento in cui l'atto è ricevuto dal destinatario medesimo o perviene
nella sua sfera di conoscibilità.

Cass., Sez. 3, Sentenza n. 9329 del 20/04/2010


Il termine per la costituzione dell'appellante, ai sensi dell'art. 347 cod. proc. civ., in relazione all'art. 165 cod.
proc. civ., decorre dal momento del perfezionamento della notificazione dell'atto di appello nei confronti del
destinatario e non dal momento della consegna di tale atto all'ufficiale giudiziario, che rileva, invece, solo ai fini della
tempestività dell'impugnazione.

Cass., Sez. U, Sentenza n. 14294 del 20/06/2007 (Rv. 598053)


Ove non venga esibita la ricevuta di cui all'art. 109 DPR 15 dicembre 1959, n. 1229, la prova della tempestiva
consegna all'ufficiale giudiziario dell'atto da notificare può essere ricavata dal timbro apposto su tale atto recante il
numero cronologico e la data; solo in caso di contestazione della conformità al vero di quanto da esso indirettamente
risulta, l'interessato dovrà farsi carico di esibire idonea certificazione dell'ufficiale giudiziario, la quale, essendo diretta a
provare l'ammissibilità del ricorso, potrà essere esibita secondo le previsioni dell'art. 372 c.p.c. (in senso conforme Cass.
7470/08; 22003/08; 13640/13).

Cass., Sez. 2, Sentenza n. 8500 del 22/04/2005


In tema di notificazione a mezzo posta, che si perfeziona, per il destinatario, con la consegna del plico, l'avviso
di ricevimento, parte integrante della relazione di notifica, ha natura di atto pubblico che - essendo munito della fede
privilegiata di cui all'art. 2700 cod. civ. in ordine alle dichiarazioni delle parti e agli altri fatti che il pubblico ufficiale
attesta avvenuti in sua presenza - costituisce, ai sensi dell'art. 4 terzo comma legge 890/1982, il solo documento idoneo
a provare - in riferimento alla decorrenza dei termini connessi alla notificazione - sia l'intervenuta consegna del plico
con la relativa data, sia l'identità della persona alla quale è stata eseguita e che ha sottoscritto l'atto, salvo che, ai sensi
del successivo quarto comma, la data di consegna non risulti apposta o sia comunque incerta, sicché in tal caso i termini
connessi alla notificazione decorrono dalla data risultante dal timbro postale. Ne consegue che la parte, qualora intenda
dimostrare la non veridicità delle risultanze dell'avviso di ricevimento, deve proporre la querela di falso - anche se
l'immutazione del vero non sia ascrivibile a dolo ma soltanto ad imperizia, leggerezza o a negligenza del pubblico
ufficiale - a meno che dallo stesso contesto dell'atto non risulti in modo evidente l'esistenza di un mero errore materiale
compiuto da questi nella redazione del documento il quale ricorre nel caso di apposizione di data inesistente (come 30
febbraio) o anteriore a quella della formazione dell'atto notificato o non ancora maturata. Solo in tali casi il giudice può

51
disattendere le risultanze apparenti dell'atto di notifica mentre, in ogni altro caso, ove occorra un giudizio di
compatibilità tra le date apposte, tale valutazione deve avvenire nell'ambito dell'apposito giudizio per querela di falso.
(La S.C. ha cassato la decisione del giudice di pace, che, in un caso di opposizione a decreto ingiuntivo, nel contrasto
tra le date di notifica, risultanti dall'avviso di ricevimento (2 febbraio) e dal timbro postale (3 febbraio), aveva ritenuto
tempestiva l'opposizione proposta, attribuendo la prevalenza alla seconda, piuttosto che alla prima, attribuendo a mero
errore materiale l'indicazione del giorno precedente apposta dal pubblico ufficiale sull'avviso di ricevimento restituito al
mittente e tale valutazione aveva compiuto al di fuori del procedimento previsto dagli artt. 221 e ss. cod. proc. civ.).

52
Memo
Esempi di notifica a mezzo posta.

53
La notifica a mezzo posta appena riportata (chiaramente la prima delle due di cui sopra) si è perfezionata per il
destinatario il 29.12.2009 ed è regolare in quanto risulta emessa CAN (attestazione, come detto, obbligatoria quando la
consegna del plico viene fatta a persona diversa dal destinatario).
Quella che segue si è perfezionata il 10.5.2010.

54
Il perfezionamento per il destinatario di tale ultima notifica è avvenuto il 9.12.2010.
Quello della notifica che segue si è verificato in data 11.2.2011, con regolare attestazione dell’avvenuta
emissione di CAN visto che il plico non è stato ricevuto direttamente dal destinatario.

55
56
In data 8.4.2009 si è perfezionata (per il destinatario) la notifica appena riportata.
Quella che segue, invece, ha trovato il momento del suo perfezionamento in data 21.7.2011, ossia dieci giorni
dopo il deposito del plico presso l’Ufficio postale. Si tratta di notifica regolare in quanto non risulta barrata la casella
dell’irreperibilità e risulta invece emessa la CAD.
Si riporta a seguire anche l’avviso di ricevimento della comunicazione di avvenuto deposito (CAD).
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Il primo dei due avvisi di ricevimento sopra riportati è relativo a notificazione dall’esito negativo (risultando
barrata la casella dell’irreperibilità). Il secondo, invece, si è perfezionato (per il destinatario e quindi, ad esempio, con
rilevanza ai fini della verifica del rispetto dei 90 giorni di cui all’art. 163 bis c.p.c.) il giorno 8.4.2011 in quanto in tale
data il plico è stato ritirato presso l’ufficio e non è stato quindi necessario attendere, per il perfezionamento della
notifica, il decorso dei 10 giorni dal deposito del plico.
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Le notifiche di cui sopra si sono perfezionate (con riferimento al destinatario) in tempi diversi. La prima il
26.3.2011, ossia al decorso dei 10 giorni dal 16.3.2011, giorno del deposito del plico presso l’ufficio. La seconda in data
16.3.2011, essendo stato il plico (depositato in ufficio il 14.3.2011) ritirato il 16.3.2011. Non è stato quindi necessario
attendere la scadenza dei 10 giorni dal 14.3.2011. In entrambi i casi la notifica risulta dall’avviso l’emissione di CAD
(comunicazione di avvenuto deposito).
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A seguire si riportano anche gli avvisi di ricevimento relativi alla comunicazione di avvenuto deposito.

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Memo
Panorama normativo sulle notifiche a mezzo posta
Art. 149. (1)
(Notificazione a mezzo del servizio postale)

Se non ne è fatto espresso divieto dalla legge, la notificazione può eseguirsi anche a mezzo del servizio postale.
In tal caso l'ufficiale giudiziario scrive la relazione di notificazione sull'originale e sulla copia dell'atto, facendovi
menzione dell'Ufficio postale per mezzo del quale spedisce la copia al destinatario in piego raccomandato con avviso di
ricevimento. Quest'ultimo è allegato all'originale.
La notifica si perfeziona, per il soggetto notificante, al momento della consegna del plico all'ufficiale giudiziario
e, per il destinatario, dal momento in cui lo stesso ha la legale conoscenza dell'atto. (2)

(1) La Corte Costituzionale con sentenza 26 novebre 2002, n. 477 ha dichiarato l’illegittimità costituzionale del
combinato disposto del presente articolo e dell’art. 4, comma terzo, della legge 20 novembre 1982, n. 890 (Notificazioni
di atti a mezzo posta e di comunicazioni a mezzo posta connesse con la notificazione di atti giudiziari) nella parte in cui
prevede che la notificazione si perfeziona, per il notificante, alla data di ricezione dell’atto da parte del destinatario
anziché a quella, antecedente, di consegna dell’atto all’ufficiale giudiziario.
(2) Comma aggiunto dalla L. n. 263/2005, con decorrenza dal 1 marzo 2006.

Legge 20-11-1982, n. 890 Notificazioni di atti a mezzo posta e di comunicazioni a mezzo posta connesse con
la notificazione di atti giudiziari.

Art. 1
In materia civile, amministrativa e penale, l'ufficiale giudiziario può avvalersi del servizio postale per la
notificazione degli atti, salvo che l'autorità giudiziaria disponga o la parte richieda che la notificazione sia eseguita
personalmente.
L'ufficiale giudiziario deve avvalersi del servizio postale per la notificazione degli atti in materia civile ed
amministrativa da eseguirsi fuori del comune ove ha sede l'ufficio, eccetto che la parte chieda che la notificazione sia
eseguita di persona.

Art. 2
Gli ufficiali giudiziari, per la notificazione degli atti a mezzo del servizio postale e per le comunicazioni a mezzo
di lettera raccomandata connesse con la notificazione di atti giudiziari, fanno uso di speciali buste e moduli, per avvisi
di ricevimento, entrambi di colore verde, di cui debbono fornirsi a propria cura e spese, conformi al modello prestabilito
dall'Amministrazione postale. Sulle buste non sono apposti segni o indicazioni dai quali possa desumersi il contenuto
dell'atto. [1]
Note:
1 Comma modificato dall'art. 174, comma c. 16, lett. a), D.Lgs. 30 giugno 2003, n. 196, a decorrere dal 1°
gennaio 2004.

Art. 3
L'ufficiale giudiziario scrive la relazione di notificazione sull'originale e sulla copia dell'atto, facendo menzione
dell'ufficio postale per mezzo del quale spedisce la copia al destinatario in piego raccomandato con avviso di
ricevimento.
Presenta all'ufficio postale copia dell'atto da notificare in busta chiusa, apponendo su quest'ultima le indicazioni
del nome, cognome, residenza o dimora o domicilio del destinatario, con l'aggiunta di ogni particolarità idonea ad
agevolarne la ricerca; vi appone, altresì, il numero del registro cronologico, la propria sottoscrizione ed il sigillo
dell'ufficio. Nei casi in cui l'ufficiale giudiziario si avvalga per la notificazione di sistemi telematici, la sottoscrizione è
sostituita dall'indicazione a stampa sul documento prodotto dal sistema informatizzato del nominativo dell'ufficiale
giudiziario stesso. [1]
Presenta contemporaneamente l'avviso di ricevimento compilato con le indicazioni richieste dal modello
predisposto dall'Amministrazione postale, con l'aggiunta del numero del registro cronologico.
Per le notificazioni di atti in materia civile e amministrativa effettuate prima dell'iscrizione a ruolo della causa, o
del deposito del ricorso, l'avviso di ricevimento deve indicare come mittente la parte istante o il suo procuratore quando
sia stato già nominato; per le notificazioni in materia penale e per quelle in materia civile e amministrativa, effettuate in
corso di procedimento, l'avviso deve indicare come mittente l'ufficio giudiziario e, quando esiste, la sezione dello stesso
ufficio ed il numero del procedimento cui la notifica si riferisce. Nei casi in cui il cancelliere deve prendere nota
sull'originale del provvedimento dell'avvenuta notificazione di un atto di impugnazione o di opposizione, la ricevuta di
ritorno deve indicare come mittente l'ufficiale giudiziario tenuto a dare avviso dell'impugnazione o dell'opposizione.
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L'ufficiale giudiziario corrisponde le tasse postali dovute, compresa quella per l'avviso di ricevimento e della
raccomandazione di essa, all'ufficio postale di partenza.
Note:
1 Comma modificato dall'art. 2, comma c. 4, lett. a), D.L. 14 marzo 2005, n. 35, convertito, con modificazioni,
dalla L. 14 maggio 2005, n. 80.

Art. 4
L'avviso di ricevimento del piego raccomandato, completato in ogni sua parte e munito del bollo dell'ufficio
postale recante la data dello stesso giorno di consegna, è spedito in raccomandazione all'indirizzo già predisposto
dall'ufficiale giudiziario.
L'avviso di ricevimento può essere trasmesso per telegrafo o in via telematica, quando l'autorità giudiziaria o la
parte interessata alla notificazione dell'atto ne faccia richiesta, purché il mittente anticipi la spesa, oltre il pagamento
della tassa normale. Il telegramma deve essere spedito a cura dell'agente postale e contenere le generalità del
destinatario o della persona abilitata che ha ricevuto il piego con l'indicazione della relativa qualifica, i quali, all'atto
della consegna del piego, debbono firmare il relativo registro.
[1]
L'avviso di ricevimento costituisce prova dell'eseguita notificazione. [2]
I termini, che decorrono dalla notificazione eseguita per posta, si computano dalla data di consegna del piego
risultante dall'avviso di ricevimento e, se la data non risulti, ovvero sia comunque incerta, dal bollo apposto sull'avviso
medesimo dall'ufficio postale che lo restituisce.
Note:
1 Comma modificato dall'art. 2, comma c. 4, lett. b), D.L. 14 marzo 2005, n. 35, convertito, con modificazioni,
dalla L. 14 maggio 2005, n. 80.
2 La Corte Costituzionale con sentenza del 26 novembre 2002 n. 477 ha dichiarato l'illegittimità costituzionale
del combinato disposto dell'art. 149 del codice di procedura civile e del presente comma c. nella parte in cui prevede
che la notificazione si perfeziona, per il notificante, alla data di ricezione dell'atto da parte del destinatario anziché a
quella, antecedente, di consegna dell'atto all'ufficiale giudiziario.

Art. 5
La ricevuta di spedizione della raccomandata è conservata dall'ufficiale giudiziario ed annotata nel registro
cronologico dove pure è annotato l'avviso di ricevimento nelle ipotesi di cui all'ultima parte del quarto comma dell'art.
3. In questi casi l'avviso di ricevimento è poi consegnato al funzionario addetto all'autorità giudiziaria o alla parte
richiedente insieme con l'originale dell'atto, al quale deve rimanere allegato.
Negli altri casi previsti nel quarto comma dell'art. 3, il funzionario addetto all'autorità giudiziaria ovvero la parte
richiedente, i quali abbiano ricevuto in restituzione l'avviso di ricevimento, richiedono all'ufficiale giudiziario l'originale
dell'atto, al quale allegano la ricevuta di ritorno.
In ogni caso, la parte può, anche prima del ritorno dell'avviso di ricevimento, farsi consegnare dall'ufficiale
giudiziario l'originale dell'atto per ottenere l'iscrizione della causa a ruolo o per eseguire il deposito del ricorso o
controricorso nei giudizi di Cassazione; peraltro, la causa non potrà essere messa in decisione se non sia allegato agli
atti l'avviso di ricevimento, salvo che il convenuto si costituisca [1] .
Note:
1 La Corte costituzionale, con sentenza 30 marzo 1992, n. 140, ha dichiarato l'illegittimità costituzionale del
presente comma c, nella parte in cui non prevede la sua applicabilità ai giudizi dinanzi ai giudici amministrativi, ivi
compresi, i giudizi elettorali.

Art. 6
Lo smarrimento dell'avviso di ricevimento non dà diritto ad alcuna indennità.
L'Amministrazione postale è però tenuta a rilasciare senza spesa un duplicato ed a farlo avere al mittente nel più
breve tempo possibile.
Per ogni piego smarrito l'Amministrazione postale paga l'indennità stabilita dalle norme di cui all'art. 48 del
codice postale e delle telecomunicazioni, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 29 marzo 1973, n. 156.
Il pagamento dell'indennità è effettuato all'ufficiale giudiziario, il quale ne corrisponde l'importo alla parte che ha
richiesto la notificazione dell'atto, facendosene rilasciare ricevuta.
Quando la notificazione sia stata disposta dall'autorità giudiziaria, l'importo dell'indennità, detratta a favore
dell'ufficiale giudiziario la spesa della raccomandazione, è versata a favore dell'erario.

Art. 7
L'agente postale consegna il piego nelle mani proprie del destinatario, anche se dichiarato fallito.
Se la consegna non può essere fatta personalmente al destinatario, il piego è consegnato, nel luogo indicato sulla
busta che contiene l'atto da notificare, a persona di famiglia che conviva anche temporaneamente con lui ovvero addetta

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alla casa ovvero al servizio del destinatario, purché il consegnatario non sia persona manifestamente affetta da malattia
mentale o abbia età inferiore a quattordici anni.
In mancanza delle persone suindicate, il piego può essere consegnato al portiere dello stabile ovvero a persona
che, vincolata da rapporto di lavoro continuativo, è comunque tenuta alla distribuzione della posta al destinatario.
L'avviso di ricevimento ed il registro di consegna debbono essere sottoscritti dalla persona alla quale è
consegnato il piego e, quando la consegna sia effettuata a persona diversa dal destinatario, la firma deve essere seguita,
su entrambi i documenti summenzionati, dalla specificazione della qualità rivestita dal consegnatario, con l'aggiunta, se
trattasi di familiare, dell'indicazione di convivente anche se temporaneo.
Qualora il consegnatario non sappia firmare o ne sia impossibilitato, l'agente postale fa menzione di tale
circostanza sia sul registro di consegna sia sull'avviso di ricevimento, apponendovi la data e la propria sottoscrizione.
Se il piego non viene consegnato personalmente al destinatario dell'atto, l'agente postale dà notizia al destinatario
medesimo dell'avvenuta notificazione dell'atto a mezzo di lettera raccomandata. [1]
Note:
1 Comma aggiunto dall'art. 36, comma c. 2-quater, D.L. 31 dicembre 2007, n. 248, convertito, con
modificazioni, dalla L. 28 febbraio 2008, n. 31, con i termini di decorrenza previsti dal comma c. 2- quinquies del
suddetto art. 36, D.L. 248/2007.

Art. 8
Se il destinatario o le persone alle quali può farsi la consegna rifiutano di firmare l'avviso di ricevimento, pur
ricevendo il piego, ovvero se il destinatario rifiuta il piego stesso o di firmare il registro di consegna, il che equivale a
rifiuto del piego, l'agente postale ne fa menzione sull'avviso di ricevimento indicando, se si tratti di persona diversa dal
destinatario, il nome ed il cognome della persona che rifiuta di firmare nonché la sua qualità; appone, quindi, la data e la
propria firma sull'avviso di ricevimento che è subito restituito mittente in raccomandazione, unitamente al piego nel
caso di rifiuto del destinatario di riceverlo. La notificazione si ha per eseguita alla data suddetta. Se le persone abilitate a
ricevere il piego, in luogo del destinatario, rifiutano di riceverlo, ovvero se l'agente postale non può recapitarlo per
temporanea assenza del destinatario o per mancanza, inidoneità o assenza delle persone sopra menzionate, il piego è
depositato lo stesso giorno presso l'ufficio postale preposto alla consegna o presso una sua dipendenza. Del tentativo di
notifica del piego e del suo deposito presso l'ufficio postale o una sua dipendenza è data notizia al destinatario, a cura
dell'agente postale preposto alla consegna, mediante avviso in busta chiusa a mezzo lettera raccomandata con avviso di
ricevimento che, in caso di assenza del destinatario, deve essere affisso alla porta d'ingresso oppure immesso nella
cassetta della corrispondenza dell'abitazione, dell'ufficio o dell'azienda. L'avviso deve contenere l'indicazione del
soggetto che ha richiesto la notifica e del suo eventuale difensore, dell'ufficiale giudiziario al quale la notifica è stata
richiesta e del numero di registro cronologico corrispondente, della data di deposito e dell'indirizzo dell'ufficio postale o
della sua dipendenza presso cui il deposito è stato effettuato, nonché l'espresso invito al destinatario a provvedere al
ricevimento del piego a lui destinato mediante ritiro dello stesso entro il termine massimo di sei mesi, con
l'avvertimento che la notificazione si ha comunque per eseguita trascorsi dieci giorni dalla data del deposito e che,
decorso inutilmente anche il predetto termine di sei mesi, l'atto sarà restituito al mittente. [1].
Trascorsi dieci giorni dalla data di spedizione della lettera raccomandata di cui al secondo comma senza che il
destinatario o un suo incaricato ne abbia curato il ritiro, l'avviso di ricevimento è immediatamente restituito al mittente
in raccomandazione con annotazione in calce, sottoscritta dall'agente postale, della data dell'avvenuto deposito e dei
motivi che l'hanno determinato, dell'indicazione "atto non ritirato entro il termine di dieci giorni" e della data di
restituzione. Trascorsi sei mesi dalla data in cui il piego è stato depositato nell'ufficio postale o in una sua dipendenza
senza che il destinatario o un suo incaricato ne abbia curato il ritiro, il piego stesso è restituito al mittente in
raccomandazione con annotazione in calce, sottoscritta dall'agente postale, della data dell'avvenuto deposito e dei
motivi che l'hanno determinato, dell'indicazione "non ritirato entro il termine di centottanta giorni" e della data di
restituzione. [2]
La notificazione si ha per eseguita decorsi dieci giorni dalla data di spedizione della lettera raccomandata di cui
al secondo comma ovvero dalla data del ritiro del piego, se anteriore. [3]
Nel caso, invece, che durante la permanenza del piego presso l'ufficio postale o una sua dipendenza il
destinatario o un suo incaricato ne curi il ritiro, l'impiegato postale lo dichiara sull'avviso di ricevimento che, datato e
firmato dal destinatario o dal suo incaricato, è subito spedito al mittente in raccomandazione. [4]
[5]
Qualora la data delle eseguite formalità manchi sull'avviso di ricevimento o sia, comunque, incerta, la
notificazione si ha per eseguita alla data risultante dal bollo di spedizione dell'avviso stesso.
Note:
1 Comma modificato dall'art. 174, comma c. 16, lett. b), D.Lgs. 30 giugno 2003, n. 196, a decorrere dal 1°
gennaio 2004 e, successivamente, sostituito dall'art. 2, comma c. 4, lett. c), n. 1), D.L. 14 marzo 2005, n. 35, convertito,
con modificazioni, dalla L. 14 maggio 2005, n. 80.
2 Comma sostituito dall'art. 2, comma c. 4, lett. c), n. 2), D.L. 14 marzo 2005, n. 35, convertito, con
modificazioni, dalla L. 14 maggio 2005, n. 80.

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3 Comma sostituito dall'art. 2, comma c. 4, lett. c), n. 3), D.L. 14 marzo 2005, n. 35, convertito, con
modificazioni, dalla L. 14 maggio 2005, n. 80.
4 Comma modificato dall'art. 2, comma c. 4, lett. c), n. 4), D.L. 14 marzo 2005, n. 35, convertito, con
modificazioni, dalla L. 14 maggio 2005, n. 80.
5 Comma abrogato dall'art. 2, comma c. 4, lett. c), n. 5), D.L. 14 marzo 2005, n. 35, convertito, con
modificazioni, dalla L. 14 maggio 2005, n. 80.

Art. 9
Salvo quanto disposto dall'art. 171 del codice di procedura penale, nel caso di cambiamento di residenza o di
dimora o di domicilio del destinatario nello stesso comune, l'agente postale, qualora sia venuto a conoscenza del nuovo
indirizzo, provvede, nei modi indicati dal primo, secondo e terzo comma dell'art. 7, alla immediata consegna
direttamente o, se ciò non sia possibile, a mezzo dell'agente incaricato del servizio nel settore ove è la nuova residenza o
la nuova dimora o il nuovo domicilio del destinatario.
Se le persone indicate nel secondo e nel terzo comma dell'art. 7 rifiutano di ricevere il piego o di firmare il
registro di consegna o mancano o sono inidonee o assenti, il piego è restituito in raccomandazione mittente.
Se la nuova residenza, la nuova dimora o il nuovo domicilio sono fuori della circoscrizione del comune, l'agente
postale lo indica a tergo della busta che restituisce subito in raccomandazione al mittente.
Analoga indicazione, datata e sottoscritta, fa sull'avviso di ricevimento in caso di irreperibilità del destinatario,
restituendolo, subito, al mittente col piego, in raccomandazione.

Art. 10
Le disposizioni che precedono si applicano, in quanto compatibili, alle comunicazioni a mezzo di lettera
raccomandata effettuate da ufficiale giudiziario e connesse con la notificazione di atti giudiziari.

Art. 11
Per la notificazione di atti giudiziari a mezzo della posta nei procedimenti davanti ai giudici conciliatori, le
norme degli articoli precedenti si estendono al messo di conciliazione, in quanto applicabili.

Art. 12
Le norme sulla notificazione degli atti giudiziari a mezzo della posta sono applicabili alla notificazione degli atti
adottati dalle pubbliche amministrazioni di cui all'articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 3 febbraio 1993, n. 29, e
successive modificazioni, da parte dell'ufficio che adotta l'atto stesso [1] .
Nel caso in cui il predetto ufficio possa avvalersi del disposto dell'art. 54 del codice postale e delle
telecomunicazioni, le tasse di spedizione dei pieghi sono poste a carico del destinatario.
Se il destinatario o le persone alle quali è autorizzata la consegna del piego rifiutino di pagare le predette tasse, il
piego si considera rifiutato e la notificazione si ha come eseguita.
Note:
1 Comma sostituito dall'art. 10, comma c. 5, L. 3 agosto 1999, n. 265.

Art. 13
Alle notificazioni degli atti tavolari, qualora siano effettuate a mezzo della posta, si applicano le norme che
precedono purché i relativi pieghi siano muniti del bollo di contrassegno dell'ufficio tavolare mittente e siano spediti dal
cancelliere dell'ufficio stesso.

Art. 14
La notificazione degli avvisi e degli altri atti che per legge devono essere notificati al contribuente deve avvenire
con l'impiego di plico sigillato e può eseguirsi a mezzo della posta direttamente dagli uffici finanziari, nonché, ove ciò
risulti impossibile, a cura degli ufficiali giudiziari, dei messi comunali ovvero dei messi speciali autorizzati
dall'Amministrazione finanziaria, secondo le modalità previste dalla presente legge. Sono fatti salvi i disposti di cui agli
articoli 26, 45 e seguenti del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 602, e 60 del decreto del
Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 600, nonché le altre modalità di notifica previste dalle norme relative
alle singole leggi di imposta [1] [2] .
Qualora i messi comunali e i messi speciali autorizzati dall'Amministrazione finanziaria si avvalgano del sistema
di notifica a mezzo posta, il compenso loro spettante ai sensi del primo comma dell'art. 4 della legge 10 maggio 1976, n.
249, è ridotto della metà.
Note:
1 Comma modificato dall'art. 20, L. 8 maggio 1998, n.146.
2 Per la ripetibilità delle spese di notifica e per il costo di notifica, vedi cfr. il D.M. 8 gennaio 2001.

Art. 15

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Il terzo ed il quinto comma dell'art. 169 del codice di procedura penale sono sostituiti, rispettivamente, dai
seguenti:
"Il portiere o chi ne fa le veci deve sottoscrivere l'originale dell'atto notificato, e l'ufficiale giudiziario dà notizia
al destinatario dell'avvenuta notificazione dell'atto a mezzo di lettera raccomandata con avviso di ricevimento. Gli
effetti della notificazione decorrono dal ricevimento della raccomandata".
"Se le persone indicate nella prima parte di questo articolo mancano o non sono idonee o si rifiutano di ricevere
la copia dell'atto destinato all'imputato, questa è depositata nella casa del comune dove l'imputato ha l'abitazione o, in
mancanza di questa, del comune dove egli abitualmente esercita la sua attività professionale. Avviso del deposito stesso
è affisso alla porta della casa di abitazione dell'imputato ovvero alla porta del luogo dove egli abitualmente esercita la
sua attività professionale. L'ufficiale giudiziario deve, inoltre, dare all'imputato comunicazione dell'avvenuto deposito a
mezzo di lettera raccomandata con avviso di ricevimento. Gli effetti della notificazione decorrono dal ricevimento della
raccomandata".

Art. 16
Sono abrogati il regio decreto 21 ottobre 1923, n. 2393, le norme concernenti la notificazione di atti giudiziari e
di altri atti contenute nel regolamento di esecuzione del codice postale e delle telecomunicazioni, nonché ogni
disposizione comunque incompatibile con quelle della presente legge.
La presente legge, munita del sigillo dello Stato, sarà inserita nella Raccolta ufficiale delle leggi e dei decreti
della Repubblica italiana. E' fatto obbligo a chiunque spetti di osservarla e di farla osservare come legge dello Stato.

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6. LA NOTIFICA ALLE PERSONE GIURIDICHE
Art. 145 c.p.c. (Notificazione alle persone giuridiche)
La notificazione alle persone giuridiche si esegue nella loro sede, mediante consegna di copia dell’atto al
rappresentante o alla persona incaricata di ricevere le notificazioni o, in mancanza, ad altra persona addetta alla sede
stessa ovvero al portiere dello stabile in cui è la sede. La notificazione può anche essere eseguita, a norma degli articoli
138, 139 e 141, alla persona fisica che rappresenta l’ente qualora nell’atto da notificare ne sia indicata la qualità e
risultino specificati residenza, domicilio e dimora abituale.
La notificazione alle società non aventi personalità giuridica, alle associazioni non riconosciute ed ai comitati di
cui agli artt. 36 e seguenti del codice civile si fa a norma del comma precedente, nella sede indicata nell’art. 19, secondo
comma, ovvero alla persona fisica che rappresenta l’ente qualora nell’atto da notificare ne sia indicata la qualità e
risultino specificati residenza, domicilio e dimora abituale.
Se la notificazione non può essere eseguita a norma dei commi precedenti, la notificazione alla persona fisica
indicata nell’atto, che rappresenta l’ente, può essere eseguita anche a norma degli articoli 140 e 143.

La notifica alle persone giuridiche si può compiere, in base a quanto previsto dall’art. 145 c.p.c., presso la loro Commento [utente26]: Notifica ad
sede (ed è noto che la sede in cui può eseguirsi la notifica è, però, anche quella effettiva. L’art. 46, secondo comma c.c. ente con personalità giuridica
accoglie, infatti, il principio di effettività stabilendo che nel caso in cui la sede legale sia diversa da quella effettiva i
terzi possono considerare come sede della persona giuridica anche quella effettiva) e si effettua al legale rappresentante
o alla persona incaricata di ricevere le notificazioni o, in mancanza, ad altra persona addetta alla sede stessa ovvero al
portiere dello stabile in cui è sita la sede.
Il riferimento alla sede legale esclude che la notifica possa eseguirsi presso un ufficio periferico o distaccato
anche se in esso la persona giuridica abbia una sua filiale (cfr. Cass. 2992/90 secondo cui tale notifica sarebbe nulla).
Inoltre, ai fini della configurabilità di una sede effettiva occorre che nel luogo indicato abbiano concreto
svolgimento le attività amministrative e di direzione dell'ente ed operino i suoi organi amministrativi o i suoi dipendenti
con poteri direttivi: il relativo accertamento costituisce un'indagine di fatto rimessa al giudice di merito, non censurabile
in sede di legittimità se adeguatamente e congruamente motivato (cfr. Cass. 3620/04).
In caso di trasferimento della sede legale, poi, la notificazione dell'atto presso la sede legale antecedente non è
inesistente ma nulla, in quanto effettuata a soggetti che, pur diversi da quelli stabiliti dalla legge, hanno un riferimento
con il destinatario della notificazione (cfr. Cass. 17478/11)
Si osservi, ancora, che soltanto il rifiuto del legale rappresentante equivale all’avvenuta notifica.
Si può anche notificare l’atto alla persona fisica che rappresenta l’ente nei luoghi di cui all’art. 138, 139 e 141
c.p.c. E sempre in caso di notifica alla persona fisica che rappresenta l’ente è consentito procedere ex artt. 140 e 143
c.p.c. (in proposito v. Cass. 8091/02 e 6761/04), disposizioni non applicabili per la notifica direttamente all’ente.
Quando il destinatario della notifica è un ente privo di personalità giuridica, allora la notifica si compie nel Commento [utente27]: Notifica ad
luogo in cui tali enti compiono l’attività in modo continuativo (il richiamo è all’art. 19 comma 2 c.p.c.), ovvero alla ente privo di personalità giuridica
persona fisica che rappresenta l’ente qualora nell’atto da notificare ne sia indicata la qualità e risultino specificati
residenza, domicilio e dimora abituale. La possibilità di fare ricorso agli artt. 140 e 143 c.p.c. c’è pure in questo caso in
ipotesi di notifica alla persona fisica che rappresenta l’ente.
In tutte le ipotesi (notifica a persona giuridica e ad ente privo di personalità giuridica) la notifica al legale
rappresentante in luogo diverso dalla sede dell’ente si può fare fin da subito (non così prima della modifica normativa
dell’art. 145 c.p.c., la cui precedente versione richiedeva, invece, l’impossibilita di eseguire la notifica presso la sede
risultante da una relata negativa).
Anche per le associazioni non riconosciute trova applicazione il principio di cui all'art. 46 c.p.c. (sede effettiva),
sì che ai fini della regolarità della notificazione è sufficiente che il consegnatario sia legato all'associazione da un
rapporto che pur non essendo di prestazione lavorativa, risulti dall'incarico, eventualmente provvisorio o precario, di
ricevere la corrispondenza (Cass. 10307/2009)
Per la notifica alla persona addetta alla sede non occorre che quest’ultima abbia un rapporto di dipendenza con
l’ente, bastando che il consegnatario si trovi presso la sede della destinataria non occasionalmente, ma in virtù di un
particolare rapporto che non deve essere necessariamente di prestazione lavorativa. Comunque, è il destinatario che
deve eventualmente provare che non sussiste alcun rapporto (v. Cass. 15798/10; 7113/01; 2346/88).
Si consideri poi che, come già sopra precisato, la citazione di un imprenditore individuale ovvero di un’impresa
individuale ha evidentemente come destinatario la persona fisica dell'imprenditore stesso e va quindi notificata a
quest'ultimo non ex art. 145 c.p.c. ma secondo le regole delle notificazioni alle persone fisiche ex art. 138 e segg. cod.
proc. civ. (v. Cass. 8603/96; 2814/00; 5726/02).

68
7. LA NOTIFICA NELLE CONVALIDE DI SFRATTO.

In tema di intimazione di licenza o sfratto vige il principio per cui l’adempimento previsto nell'ultimo comma
dell’art. 660 c.p.c., secondo il quale, se l'intimazione non è stata notificata a mani proprie l'ufficiale giudiziario deve
spedire avviso all'intimato dell’effettuata notificazione a mezzo di lettera raccomandata ed allegare all'originale dell'atto
la ricevuta di spedizione, mira ad assicurare, nella maggiore misura possibile, che il conduttore abbia effettiva
conoscenza dell'intimazione rivoltagli, in considerazione degli effetti che nel procedimento per convalida derivano dalla
mancata comparizione dell'intimato. Tale adempimento, essendo escluso nel solo caso di notifica a mani proprie
dell'intimato, va compiuto pertanto in ogni altra ipotesi, ivi compresa quella di notificazione a mezzo posta, ancorché Commento [utente28]: Ipotesi di
l’agente postale, non avendo rinvenuto in loco il destinatario, abbia rilasciato a costui l'avviso previsto dall'art. 8, della doppio avviso
Legge 20 novembre 1982 n.890, che non equivale all'ulteriore invio della raccomandata prescritta dall'ultimo comma
dell'art. 660 cod. proc. civ., la cui omissione costituisce valido motivo di opposizione tardiva nei sensi del successivo
art. 668 (così Cass. 11289/04. Analogamente, si afferma in Cass. 3171/97 che la disposizione dell'ultimo comma
dell'art. 660 cod. proc. civ. – a norma del quale, se l'intimazione di licenza o di sfratto non è stata notificata in mani
proprie, l'ufficiale giudiziario deve spedire avviso all'intimato dell'effettuata notificazione per mezzo di lettera
raccomandata ed allegare all'originale dell'atto la ricevuta di spedizione – si giustifica con l’esigenza di acquisire una
maggiore sicurezza dell'effettiva conoscenza, da parte del conduttore, dell'intimazione rivoltagli, in considerazione della
gravità degli effetti che tale procedimento speciale ricollega alla mancata comparizione o alla mancata opposizione
dell'intimato. Pertanto, ad eccezione del caso in cui la notificazione avvenga in mani proprie, deve essere sempre
compiuto l'ulteriore adempimento prescritto dalla citata norma. Nella specie, in applicazione dell'enunciato principio, la
S.C. ha cassato la sentenza del merito che aveva ritenuto potersi prescindere dal menzionato adempimento in quanto la
notificazione era stata eseguita per mezzo del servizio postale.).
Si pone il problema di comprendere se l’invio dell’avviso rappresenti o meno un elemento perfezionativo della
notifica. L’opinione preferibile, analogamente a quanto comunemente ritenuto con riferimento alla notifica ex art.139
c.p.c. (Cass., 20 settembre 1997, n. 9329), è nel senso che la notifica si perfezioni prima od anche in mancanza della
raccomandata, in quanto l’art. 660 c.p.c. impone l’avviso all’intimato dell’effettuata notificazione. Peraltro, il mancato
invio dell’avviso, pur non incidendo sulla validità della notifica, impedisce in ogni caso al giudice di convalidare la
licenza o lo sfratto in caso di mancata comparizione della parte intimata se non previa rinotifica ai sensi art 663 c.p.c.,
ed in ipotesi contraria costituisce motivo di impugnazione ex art.668 c.p.c. (Cass., 7 marzo 1995, n. 2618), laddove
risulti che l’intimato, a causa della irregolarità della notifica derivante dal mancato avviso di cui all’art. 660 c.p.c., non
abbia avuto tempestiva conoscenza dell’intimazione.

69
Memo
Esempio di notifica ex art. 660 c.p.c.

70
8. La notifica dell’atto di appello in caso di errata dichiarazione di contumacia.

Interessante è il caso della notifica della citazione introduttiva del giudizio di appello, ex art. 330 c.p.c., presso il
procuratore costituito nel primo grado di giudizio quando, però, il giudice aveva erroneamente dichiarato, nella sentenza
conclusiva del giudizio di primo grado, la parte contumace.
Con riferimento a questa fattispecie è preferibile ritenere irrilevante, ai fini della regolarità della notifica dell’atto
di appello, la declaratoria di contumacia effettuata dal Giudice di prime cure in sede decisoria. Ecco che la parte in
questione deve considerarsi a tutti gli effetti parte costituita del giudizio celebrato innanzi al Giudice di primo grado,
con la conseguenza che correttamente viene notifica la citazione introduttiva del giudizio di appello, ex art. 330 c.p.c.,
presso il procuratore costituito nel primo grado di giudizio.
Non sembra quindi da condividere l’orientamento espresso dalla Suprema Corte nella sentenza n. 8917/94 ed in
quella, più recente, n. 13745/06.
Ed invero, l'esigenza di certezza (anche con riferimento al rispetto dei termini di cui agli artt. 325 e 327 c.p.c.)
che imporrebbe di ritenere vincolante la qualificazione data dal giudice alla posizione processuale delle parti, è
un’esigenza che viene valorizzata dalla Suprema Corte quale strumento di tutela dell'appellante nell'esercizio del suo
diritto al gravame. Tale esigenza non può quindi (nonostante quanto dicano Cass. 8917/94 e 13745/06) essere fatta
valere dalla parte erroneamente dichiarata contumace, che nessun pregiudizio subisce dalla notificazione al suo
procuratore invece che personalmente. Commento [utente29]: La posizione
Né può dirsi che “la diversa tesi che ravvisasse l'errore dell'impugnante per avere fatto riferimento, ai fini della della Cassazione
notifica dell'atto di gravame, all'illegittima declaratoria di contumacia contenuta nella sentenza impugnata finirebbe
con il far ricadere sulla parte, che resta soggetta al rischio di decadenza, l'errore del giudice” (così Cass. 8917/94).
Proprio perché l’obiettivo è quello di tutelare la parte impugnante a fronte dell’errore del giudice in ordine alla
dichiarazione di contumacia, nessun pregiudizio potrebbe evidentemente subire l’appellante in caso di sua notificazione
alla parte personalmente. Non si comprende, però, per quale motivo l’appellante debba provvedere a rinnovare la
notificazione nulla (o, seguendo la tesi della Cassazione, a vedersi considerata inesistente la notificazione in questione)
qualora abbia correttamente operato una notifica al procuratore costituito della parte erroneamente dichiarata contumace
in primo grado, In tal modo non solo non si soddisfa l’esigenza di tutela dell’impugnante, ma si arreca un pregiudizio a
quest’ultimo.
Nonostante quindi sia corretto affermare (come afferma la Suprema Corte) che qualora si ravvisasse l'errore
dell'impugnante per avere fatto riferimento, ai fini della notifica dell'atto di gravame, all'illegittima declaratoria di
contumacia contenuta nella sentenza impugnata si finirebbe con il far ricadere sulla parte, che resta soggetta al rischio di
decadenza, l'errore del giudice e nonostante, poi, sia pure corretto sostenere che l'onere di accertamento di un eventuale
errore del giudice nella dichiarazione di contumacia potrebbe comportare indagini anche complesse e di incerta
valutazione che non appaiono compatibili con il principio di tutela della parte impugnante richiamato dalla Cassazione,
tuttavia ciò non comporta affatto la necessità di pervenire alla soluzione, fatta invece propria dalla Suprema Corte, per
cui se la sentenza da impugnare abbia dichiarato la contumacia di una parte detta dichiarazione valga a radicare la
determinazione del luogo e del destinatario della notifica del gravame con la conseguente inesistenza della notificazione
dell'atto di appello presso il procuratore costituito anziché personalmente alla parte dichiarata contumace.
Come detto, infatti, in considerazione dell’errore del giudice di prime cure, il giudice di secondo grado deve
tutelare l’appellante in caso di notificazione alla parte personalmente, ritenendo quindi esistente e legittima tale
notificazione anche in caso di erronea dichiarazione di contumacia in primo grado. Nessuna esigenza di tutela
dell’impugnante sussiste, invece, in caso di (corretta) notificazione alla parte erroneamente dichiarata contumace. In
questo caso ci si trova di fronte alla giusta forma di notificazione che doveva essere adottata. È da condividere, quindi,
la conclusione della Cassazione nella parte in cui ritiene legittima la notificazione alla parte personalmente in caso di
erronea dichiarazione di contumacia. Non pare condivisibile, invece, la soluzione di ritenere inesistente la notificazione
al procuratore costituito in primo grado del soggetto erroneamente dichiarato contumace dal Giudice di prime cure,
posto che questa soluzione pregiudica soltanto l’appellante, che invece dovrebbe essere l’unico soggetto da tutelare nel
determinare il luogo di notificazione di un’impugnazione di una sentenza che contiene un’errata dichiarazione di
contumacia.
Certo, è noto che l’orientamento di cui a Cass. 8917/94, confermato come detto di recente da Cass. 13745/06,
non trova decisioni difformi nella giurisprudenza di legittimità. Tuttavia, tale orientamento non merita comunque di
essere condiviso per i motivi sopra esposti.
Mette a questo punto appena conto rilevare che l’eventuale adesione al detto orientamento comporterebbe la
considerazione come inesistente della notificazione effettuata al procuratore e non alla parte personalmente. Anche sotto
questo profilo non pare però condivisibile la soluzione adottata dalla Suprema Corte. Non può affermarsi, invero,
l’inesistenza della notificazione eseguita presso lo studio del difensore della parte erroneamente dichiarata contumace in
quanto non può dirsi che tale parte non abbia un rapporto con il relativo professionista ed il suo studio. Diversamente da
quanto si legge in Cass. 8917/94 e Cass. 13745/06, la situazione in questione è del tutto differente da quella della
notificazione del ricorso per Cassazione alla parte rimasta (effettivamente) contumace in secondo grado effettuata
presso il procuratore nel domicilio eletto per il giudizio di primo grado. Questa sì che è eseguita in un luogo non avente
alcun riferimento o collegamento con il destinatario dell'atto (ex multis: Cass. n. 23484 del 2004; n. 10409 del 2002).
71
9. Notifiche e opposizioni a cartelle esattoriali.

È ora opportuno evidenziare che con riferimento all’opposizione a cartelle esattoriali la Suprema Corte ha più
volte sostenuto (v., tra le altre, Cass., anche a sezioni unite, n. 489/2000; 491/2000; 562/2000; 1162/2000; 3450/01;
3127/02; 9498/02; 14472/02) che è individuabile una pluralità di tutele, e precisamente: a) l’opposizione a sanzioni
amministrative ex art. 23 L. n. 689/81; b) l’opposizione all’esecuzione ex art. 615 c.p.c.; c) l’opposizione agli atti
esecutivi ex art. 617 c.p.c..
In particolare, l’opposizione ex lege 689/81 è esperibile nei casi in cui la cartella esattoriale, mediante preventiva
iscrizione al ruolo, è emessa senza essere preceduta dalla notifica dell’ordinanza-ingiunzione o dalla notifica del verbale
di accertamento di violazione, onde consentire all’interessato di “recuperare” l’esercizio del mezzo di tutela previsto
appunto da detta legge riguardo agli atti sanzionatori. Ciò avviene, in particolare, allorché l’opponente contesti il
contenuto del verbale che è da lui conosciuto per la prima volta al momento della notifica della cartella.
L’opposizione all’esecuzione è, invece, il rimedio processuale da adottare quando l’opponente o contesta
l’illegittimità della iscrizione al ruolo per omessa notifica della stessa cartella, e quindi per la mancanza di un titolo
legittimante l’iscrizione al ruolo, o adduce fatti estintivi sopravvenuti alla formazione del titolo esecutivo, come, ad
esempio, la prescrizione maturata dopo l’irrogazione della sanzione o il pagamento di quest’ultima.
Infine, l’opposizione agli atti esecutivi ai sensi dell’art. 617 c.p.c. (da proporsi nel termine di cinque giorni dalla
notifica della cartella) deve essere attivata nel caso in cui si contesti da parte dell’interessato la ritualità formale della
cartella esattoriale o si adducano vizi di forma del procedimento di esecuzione esattoriale, compresi i vizi strettamente
attinenti la notifica della cartella o quelli riguardanti i successivi avvisi di mora.
Deve rilevarsi, in proposito, che la proponibilità delle suesposte opposizioni di cui agli artt. 615 e 617 c.p.c.
davanti al giudice ordinario non risulta preclusa, per ormai costante indirizzo giurisprudenziale anche del giudice delle
leggi (Corte Cost. n. 29/98, n. 372/97 e n. 239/97), dal disposto dell’art. 27 della L. 689/81, da interpretarsi nel senso
che il rinvio, in tema di sanzioni amministrative pecuniarie, alle norme previste per l’esazione delle imposte dirette non
si deve intendere esteso agli artt. 53 e 54 del D.P.R. n. 602 del 1973, riguardanti la sola ed esclusiva materia tributaria.
Evidentemente, quindi, in caso di rituale notificazione dell’ordinanza-ingiunzione o del verbale relativo ad una
violazione al codice della strada, se il trasgressore non ha proposto opposizione nei termini previsti ma solo a seguito
della notifica della cartella esattoriale ed ha censurato la cartella esattoriale per la sua genericità e quindi per vizi
formali del titolo, viene a ricorrere un’ipotesi di opposizione agli atti esecutivi da proporsi nel termine di cinque giorni
dalla notifica della cartella, con la conseguenza che in ipotesi di mancato rispetto di tale termine il Giudice deve ritenere
preclusa ogni valutazione al riguardo e dichiarare inammissibile sotto questo profilo l’opposizione.
Di contro, la questione relativa alla mancata o irrituale notifica dell’ordinanza-ingiunzione o del verbale di
accertamento della violazione del codice della strada ben può essere dedotta anche con l’opposizione avverso la cartella
esattoriale al fine di recuperare, a livello appunto di cartella esattoriale, il momento di garanzia previsto e disciplinato
dalla legge 689/81 con l’opponibilità avverso il verbale di accertamento della violazione del codice della strada od
avverso l’ordinanza-ingiunzione (cfr., tra le tante, Cass. 3127/02; 13596/01; 10711/01; Sez. Un. 12544/98; Sez. Un.
12107/95; Sez. un. 192/90).
Ecco che deve ritenersi proposta ai sensi della legge 689/81 un’opposizione a cartella esattoriale in cui parte
opponente fa valere che la cartella esattoriale sarebbe stata emessa senza essere preceduta dalla notifica dell’ordinanza-
ingiunzione.

72
10. La notifica a mezzo posta privata degli atti tributari.
Quando il ricorso viene notificato tramite agenzia di posta privata la notifica va considerata inesistente.
Invero, perché si perfezioni la notifica via posta occorre fare riferimento al servizio postale universale fornito da
Poste Italiane. Affidare tale adempimento alle agenzie private di posta non è conforme, secondo la Cassazione,
all'articolo 140 del c.p.c.
Il mancato perfezionamento della notifica riguarda sia la raccomandata riconducibile nell'ambito dei servizi
inerenti le notificazioni degli atti giudiziari a mezzo posta previste dalla legge 890/1982, sia la raccomandata diretta a
mezzo del servizio postale in base al D.lgs. 546/1992 (articolo 16, comma 3) ove la notifica sia effettuata nei confronti
del contribuente o di società privata. (Cass. 13 febbraio 2015 n. 2922).
In altri termini, Poste Italiane, agente fornitore del servizio di posta universale è l'unico a rivestire la qualifica di
pubblico ufficiale. La certezza della spedizione dell'atto e il ricevimento da parte del destinatario è di esclusiva
attribuzione degli uffici di Poste Italiane, con connotati di specialità estranei a quei servizi postali di accettazione e
recapito per espresso di corrispondenza che possono essere dati in concessione ad agenzie private secondo il DPR
156/1973.
Il d.lgs. 22 luglio 1999, n. 261, pur liberalizzando i servizi postali in attuazione della direttiva 97/67/CE,
continua a riservare in via esclusiva, per esigenze di ordine pubblico, al fornitore del servizio universale (Ente Poste) gli
invii raccomandati attinenti le procedure amministrative e giudiziarie (così Cass. 27021/2014, che ha ritenuto
inammissibile l'atto di appello notificato mediante servizio di posta privata, trattandosi di una notificazione inesistente,
insuscettibile di sanatoria e non assistita dalla funzione probatoria che l'art. 1, lett. i) del d.lgs. n. 261 del 1999 ricollega
alla nozione di invii raccomandati). Ne consegue che, in tali procedure, la consegna e la spedizione mediante
raccomandata, affidata ad un servizio di posta privata, non sono assistite dalla funzione probatoria che l'art. 1 del citato
d.lgs. n. 261 del 1999 ricollega alla nozione di "invii raccomandati" e devono, pertanto, considerarsi inesistenti (v. Cass.
2262/2013).
Ed anche la notifica a mezzo posta del ricorso introduttivo del giudizio tributario effettuata mediante un servizio
gestito da un licenziatario privato deve ritenersi inesistente, e come tale non suscettibile di sanatoria, atteso che l'art. 4,
comma 1, lett. a), del d.lgs. n. 261 del 1999, che ha liberalizzato i servizi postali, stabilisce che per esigenze di ordine
pubblico sono comunque affidati in via esclusiva alle Poste Italiane s.p.a. le notificazioni a mezzo posta degli atti
giudiziari di cui alla l. n. 890 del 1982, tra cui vanno annoverate quelle degli atti tributari sostanziali e processuali
(Cass. 19467/2016).
In caso di notifica tramite poste private la riserva in via esclusiva prevista dall'art. 4, comma 5, del d.lgs. n. 261
del 1999, a favore del fornitore del servizio universale, volta a garantire l'attestazione fidefacente della puntualità e
regolarità degli adempimenti, è rispettata solo allorquando il plico, inizialmente affidato ad un'agenzia postale privata,
sia da quest'ultima veicolato all'Ente Poste, il quale provveda all'integrale esecuzione della procedura ed in particolare
alla consegna, con attestazione, sulla cartolina di ricevimento, della relativa data, sicché la notifica non può considerarsi
inesistente o omessa (Cass. 15347/2015).
Da ciò consegue l’inesistenza giuridica della notifica, e non semplicemente la nullità, in quanto impedisce il
raggiungimento dello scopo.
La distinzione non è puramente dogmatica, ma conduce a conseguenze concrete sul piano processuale:
l'inesistenza, diversamente dalla nullità, infatti, non può essere sanata.
Il destinatario, qualora venga comunque a
conoscenza dell’atto nullo, di solito con la costituzione in giudizio, e con l’unico scopo di sollevare il vizio di notifica,
dimostra di averne piena conoscenza e dunque che il proprio diritto di difesa non è stato leso, sanando la notifica
nulla.
La sanatoria, invece, non trova applicazione qualora vi sia l’inesistenza della notifica, non essendo idonea a
produrre alcun effetto giuridico.
In conclusione, il ricorso notificato tramite poste private va dichiarato inammissibile, soprattutto se il ricorso
viene ricevuto dall’Agenzia delle Entrate di Enna decorsi sessanta giorni dalla notificazione dell’avviso di accertamento
impugnato. La consegna dell’atto all’agente postale privato per la notificazione non può assumere fede privilegiata,
essendo certificata da un agente postale privato e non altrettanto dal fornitore del servizio universale.

11. La notifica a mezzo posta elettronica degli atti tributari.


Una questione particolarmente interessante è se, in ambito tributario, la notificazione a mezzo PEC eseguita in
proprio dal difensore del contribuente possa essere ritenuta idonea.
Dalla risposta a questa domanda discende, ad esempio, la ricevibilità di un atto e l’ammissibilità di
un’impugnazione.
Ed è stata negativa la risposta fornita da Cass. 17941/2016, che ha rigettato l’eccezione di inammissibilità del
ricorso per la tardività nella proposizione visto che la notifica eseguita a mezzo posta certificata (tramite PEC) dal
difensore della controricorrente della sentenza emessa dalla CTR non era idonea a far decorrere il termine breve
d’impugnazione.
Tale difensore aveva fatto ricorso alla legge 53/1994 e successive modifiche, che statuisce che la notificazione
degli atti in materia civile, amministrativa e stragiudiziale possa essere eseguita anche a mezzo di posta certificata.

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La Cassazione ha invece affermato il seguente principio di diritto: “in tema di contenzioso tributario, la notifica
della sentenza effettuata a mezzo PEC dal difensore del contribuente, munito dell'autorizzazione del Consiglio
dell'Ordine di appartenenza, all'Amministrazione finanziaria, in data 5 dicembre 2014, è inesistente e insuscettibile di
sanatoria, per cui non è idonea a far decorrere il termine breve per l'impugnazione, atteso che, ai sensi dell'art. 16 bis,
comma 3, del d.lgs. n. 546 del 1992, che richiama il d.m. 23 dicembre 2013, n. 163, le notifiche tramite PEC degli atti
del processo tributario sono previste in via sperimentale solo a decorrere dal 1° dicembre 2015 ed esclusivamente
dinanzi alle commissioni tributarie della Toscana e dell'Umbria, come precisato dall'art. 16 del d.m. 4 agosto 2015”.
Analogamente, la Ctp di Lecce ha ritenuto (con la sentenza n.2951/04/16) inammissibile il ricorso tributario
(proposto contro un avviso di pagamento, relativo al pagamento di un contributo consortile) notificato a mezzo Pec,
salvo che ciò avvenga in una delle regioni che hanno avviato il processo tributario telematico. In tutte le altre, la notifica
deve soggiacere alle modalità classiche, stabilite dagli articoli 16 e 16-bis del dlgs n. 546/92, tra le quali non rientra la
Pec.
Si legge quanto segue nella sentenza in questione: “Osserva questa commissione che il ricorso deve essere
proposto, a pena di inammissibilità, entro 60 giorni dalla data di notificazione dell’atto impugnato.
La notifica del ricorso all’ente impositore da parte del ricorrente deve avvenire secondo una delle seguenti
modalità (art. 16, commi 2 e 3, e art. 16-bis dlgs n. 546 del 1992):
- notifica a mezzo ufficiale giudiziario (art. 137 c.p.c.);
- consegna diretta da parte del ricorrente all’ufficio impositore, che ne rilascia ricevuta;
- spedizione postale, in plico raccomandato senza busta con avviso di ricevimento,
all’ente impositore che ha emanato l’atto.
A partire dal 1° gennaio 2016 le notifiche tra le parti possono avvenire in via telematica secondo le disposizioni
contenute nel regolamento sui processo tributario telematico (dm del 23 dicembre 2013, n. 163); l’indicazione
dell’indirizzo di Pec ha valore di elezione di domicilio a tutti gli effetti (art. 16-bis, comma 4, dlgs n. 546 del 1992).
Tale sistema di notificazione, comunque facoltativo e alternativo alla modalità ordinaria, è ammesso, dapprima
soltanto nelle regioni Umbria e Toscana, dove è stato avviato il processo tributario telematico; con la pubblicazione
nella Gazzetta ufficiale del 10 agosto 2015, numero 184, del decreto del direttore generale delle finanze, 4 agosto 2015,
sono state definite le regole tecniche che le parti, che intendono costituirsi con modalità telematica, debbono rispettare
per i processi tributari innanzi alle Commissioni della Toscana e dell’Umbria.
Inoltre, con la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale del 12 luglio 2016, numero 161, del decreto del direttore
generale delle Finanze, 30 giugno 2016, le predette regole tecniche sono state estese ad altre sei regioni.
Il Ptt è quindi attivo, relativamente ai ricorsi e appelli notificati a partire dai:
- 1° dicembre 2015 per le Commissioni tributarie presenti nelle regioni Toscana e Umbria;
- 15 ottobre 2016 per le Commissioni tributarie presenti nelle regioni Abruzzo e Molise;
- 15 novembre 2016 per le Commissioni tributarie presenti nelle regioni Liguria e Piemonte;
- 15 dicembre 2016 per le Commissioni tributarie presenti nelle regioni Emilia-Romagna e Veneto.
In conclusione, il Ptt non è attivo nella regione Puglia e, pertanto, non è ammissibile la notifica del ricorso a
mezzo Pec; di conseguenza, poiché è stata utilizzata per la notifica del ricorso una modalità non prevista dal
legislatore, il ricorso va dichiarato inammissibile, trattandosi di notifica inesistente.(…)”.
In precedenza, pure la Ctr del Lazio aveva dichiarato (con sentenza n. 5019/02/15 del 24 settembre 2015)
inammissibile un appello notificato via Pec, il che rendeva il gravame inammissibile per l’inesistenza giuridica della sua
notificazione poiché l’utilizzo di tale procedura era rimandato a un decreto delle Finanze che avrebbe fissato le relative
regole tecniche.
Entro il 2017, poi, si completerà l’estensione del processo tributario telematico a tutte le Commissioni
tributarie italiane.
Il decreto del 15 dicembre 2016 del Direttore Generale delle Finanze ha infatti previsto che le nuove modalità
telematiche dovranno essere attivate per la notifica degli atti processuali e dei ricorsi a partire dal:
– 15 febbraio 2017 per le Commissioni Tributarie presenti in Campania, Puglia e Basilicata;
–15 aprile 2017 per le Commissioni Tributarie presenti in Lazio, Lombardia e Friuli Venezia Giulia;
– 15 giugno 2017 per le Commissioni Tributarie presenti in Calabria, Sicilia e Sardegna:;
–15 luglio 2017 per le Commissioni Tributarie presenti in Marche, Val d’Aosta e Province autonome di Trento e
Bolzano.
Sono questi i tempi previsti per l’attivazione su scala nazionale del PPT che ha avuto un notevole impulso nel
2016, a seguito dell’entrata in vigore dell’articolo 9, comma 1, lettera h) del D.Lgs. n. 156/2015, che ha modificato l’art.
16 del D.Lgs. n. 546/1992 - in materia di comunicazioni e notifiche -, ed ha introdotto il nuovo art. 16-bis relativo alle
notifiche tramite PEC.
L’obiettivo perseguito dal legislatore con l’introduzione della citata norma è quello di conseguire l’ampliamento
dell’uso della posta elettronica certificata (Pec) per tutte le comunicazioni e notificazioni afferenti al processo
tributario, sulla scorta di quanto avviene nel giudizio civile ordinario, penale ed amministrativo.
La ratio di tale modifica legislativa va ravvisata nella volontà di rivoluzionare il sistema del processo tributario
sotto il profilo dell’efficienza e della celerità, favorendo un progressivo e graduale utilizzo della PEC in materia di
comunicazioni alle Commissioni tributarie da parte delle parti processuali. Tale sistema, difatti, si propone come

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strumento di semplificazione delle procedure tecnico-amministrative e consentirà a professionisti e contribuenti di
evitare la spola tra uffici, poste e segreterie di commissioni tramite il semplice utilizzo della Pec.

12. La notifica nulla e quella inesistente.


Una notificazione può dirsi giuridicamente inesistente quando l'atto esce completamente dallo schema legale
degli atti di notificazione, ossia quando difettano totalmente gli elementi caratterizzanti che consentano la qualificazione
di "atto sostanzialmente conforme al modello legale delle notificazioni" (non è perciò inesistente, ma nulla - ed è quindi
suscettibile di sanatoria, che ha effetti ex tunc - la notifica eseguita nelle forme prevedute dall'art. 140 cod. proc. civ. ed
in cui sia mancato l'elemento completivo della fattispecie costituito dalla spedizione della raccomandata volta a dare
notizia del compimento delle altre attività (deposito della copia nella casa del comune e affissione dell'avviso del
deposito) – così Cass. 4806/88, 11679/91; 4307/99; 1195/99 (per cui è inesistente la notifica fatta da persona
qualificatasi "responsabile ufficio personale").
In altri termini, la notificazione è giuridicamente inesistente solo nell'ipotesi in cui l'atto esorbiti completamente
dallo schema legale degli atti di notificazione, ossia quando difettino gli elementi caratteristici del modello delineato
dalla legge; nel caso in cui sussistano, invece, violazioni di tassative prescrizioni del procedimento di notificazione la
notificazione deve considerarsi nulla (Cass. 272/96).
L’applicazione del regime processualcivilistico delle nullità delle notificazioni comporta anche l’applicazione
del sistema della sanatoria, con la conseguenza che la proposizione del ricorso del contribuente produce l'effetto di
sanare la nullità della notificazione dell'avviso di accertamento per raggiungimento dello scopo dell'atto ex art. 156
c.p.c. (Cass. 19854/2004, 22197/04, 12153/05, 24962/05).
La notifica inesistente è invece insuscettibile di sanatoria (Cass. n. 15948/2010).
Sulla base di tali principii è stata ritenuta nulla e non inesistente: la notificazione dell’atto introduttivo del
giudizio di merito effettuata al procuratore domiciliatario costituito nella fase sommaria (Cass. 2 dicembre 2009 n.
2530, cit.); la notificazione del lodo arbitrale al procuratore costituito e non alla parte personalmente (App. Milano, 14
luglio 2008; Cass. 544/2004); la notifica del ricorso per cassazione al difensore costituito in primo grado (nell’ipotesi in
cui la parte era rimasta contumace in appello (Cass. sez. un. 29 aprile 2008 n. 10817); la notifica di un atto di
impugnazione al difensore precedente della parte, che abbia successivamente eletto un nuovo domicilio, ai sensi
dell’art. 330 c.p.c.(senza però revocare espressamente il difensore), con la notifica della sentenza (con la conseguenza
che la costituzione in giudizio del difensore sana la notifica medesima Cass. sez. 1, n. 2759 del 2012); o ancora la
notifica effettuata al procuratore ad un indirizzo diverso da quello indicato come domicilio, ma coincidente con
l’indirizzo della parte (Cass. sez. 6-1, n. 18238 del 2012); nei giudizi riuniti la notifica dell’impugnazione di un capo di
sentenza, effettuata presso il procuratore di un giudizio non pertinente al capo medesimo(Cass. sez. 3 n. 9440 del 2012.
Si segnala che, secondo la Corte, la nullità in esame sarebbe sanata dal raggiungimento dello scopo qualora la parte si
fosse costituita in sede di gravame, potendo ivi acquisire conoscenza dell’attività processuale svolta dalle altre parti in
ciascuno dei giudizi riuniti e ivi potendosi difendere nel merito delle richieste da loro avanzate).
Per contro è stata ritenuta inesistente, dopo la morte della parte dichiarata in udienza, la notificazione dell’atto
riassunzione nei confronti degli eredi non alla loro residenza, ma presso il procuratore domiciliatario del de cuius (Cass.
5 ottobre 2009 n. 21244, sul rilievo che, appunto, non sussisterebbe alcun collegamento tra detto procuratore e gli
eredi.), la notificazione effettuata all’estero mediante fax e raccomandata senza avviso di ricevimento (Cass., sez. un.,
22 giugno 2007, n. 14570); la notificazione effettuata “a mezzo posta presso l’indirizzo del destinatario in Argentina”
(Cass. 7 aprile 2006, n. 8242, sul rilievo che l’Argentina si è opposta alla trasmissione degli atti mediante servizio
postale, avvalendosi della relativa facoltà prevista dall’art. 10 della convenzione de L’Aja del 15 novembre 1965
relativa alla notificazione ed alla comunicazione all’estero degli atti giudiziali ed extragiudiziari in materia civile e
commerciale); la notificazione eseguita in un luogo diverso da quello di residenza o di lavoro del destinatario a meno
che non vi sia, nel caso concreto, una qualche relazione tra il destinatario e il luogo in cui la notifica è stata eseguita
(Cass. 12 aprile 2006, n. 8608); la notificazione di copia non conforme all’originale (Cass. 21 giugno 2007, n.14487);
la notificazione effettuata alla parte in un luogo coincidente con il domicilio eletto, ma senza l’indicazione del
domiciliatario, della sua qualità e senza che l’atto sia stato ricevuto da alcuno (Cass. 16 maggio 2002, n. 7121); la
notificazione nella cui relata manchi la firma dell’ufficiale giudiziario (Cass. 26 novembre 1988, n. 6377); la
notificazione eseguita mediante consegna materiale al convenuto da parte dell’attore (Cass. 10 maggio 2005, n. 9772);
la notificazione di un atto di citazione di primo grado ad un soggetto già deceduto (Cass. 18 settembre 2001, n. 11688);
la notifica dell’impugnazione presso il procuratore che sia stato sostituito dopo la revoca del mandato, una volta che
l’altra parte abbia avuto conoscenza legale della sostituzione (Cass. n. 13477/2012).
E la giurisprudenza ha pure chiarito che è soltanto nulla (e, pertanto, in questo caso deve esserne disposta
d’ufficio la rinnovazione ex articolo 291 cpc, salvo che la parte intimata non si sia costituita in giudizio, ipotesi nella
quale la nullità è sanata per raggiungimento dello scopo ai sensi dell’articolo 156, secondo comma, cpc), la notifica
dell’impugnazione eseguita:
 non presso il domicilio eletto, ma presso il procuratore non domiciliatario (Cassazione 16486/2016,
9083/2015, 576/2010)

75
 presso il domicilio personale della parte e non al suo procuratore nel domicilio dichiarato o eletto (Cassazione
14502/2015)
 presso la parte appellata, rimasta assente nel giudizio di appello, anziché nel domicilio eletto per il primo grado
(Cassazione 4011/2014; vedi anche 14403 e 13026 del 2014).
Invece, è affetta da inesistenza:
- la notifica avvenuta in modo assolutamente non previsto dal codice di rito (che esorbita, cioè dallo schema
legale);
- la notifica eseguita in luogo o a persona totalmente estranei col destinatario (Cass., sent. n. 2817/2009; n.
621/2007; n. 12717/2000; 4753/2000);
- la notifica in cui non vi è coincidenza tra il destinatario della notifica e il destinatario dell’atto da notificare;
- la notifica in cui manchi la sottoscrizione (che è certamente elemento costitutivo essenziale di un atto giuridico
come l'atto di notifica). Questa situazione è del tutto insuscettibile di sanatoria in applicazione del principio del
raggiungimento dello scopo, la quale è prevista solo per la sanatoria della nullità (Cass., sent.: n. 22849/2005 e n.
3739/2005);
- l’ipotesi in cui la notifica manchi del tutto (Cass., sent. n. 16684/2013; n. 1750/2011).
È invece nulla la notifica comunque materialmente avvenuta mediante consegna della copia dell’atto a persona e
in luogo aventi un qualche collegamento con il destinatario della notificazione (Cass., sent. n. 621/2007; n. 10136/2000;
n. 5148/2000; 5011/2000).
E non è neppure nulla la notifica con firma illeggibile in quanto la nullità di un atto non dipende dalla
illeggibilità della firma di chi si qualifichi come titolare di un pubblico ufficio, ma dall'impossibilità oggettiva di
individuare l'identità del firmatario, senza che rilevi la soggettiva ignoranza di alcuni circa l'identità dell'autore
dall'atto. Pertanto, nel caso di sottoscrizione illeggibile della relata di notificazione di un avviso di accertamento, spetta
al contribuente, superando la presunzione che il sottoscrittore qualificatosi nell'atto come titolare di un pubblico ufficio
(nella fattispecie, messo comunale) - aveva il potere di apporre la firma, dimostrare la non autenticità di tale
sottoscrizione o l'insussistenza della qualità indicata, con la conseguenza che, in assenza di una tale dimostrazione, va
escluso il vizio di nullità (o di inesistenza) della notificazione (Cass. 23324/13 e 16407/03).

13. Perfezionamento della notifica.


Il perfezionamento della notifica delimita il momento in cui il procedimento notificatorio si considera
ritualmente completato. In tale momento si accerta il rispetto dei termini per l’accertamento e/o riscossione.
Per il notificante la notifica si perfeziona con la consegna dell’atto all’agente notificatore o, nelle notifiche a
mezzo posta ex art. 60, co. 6 dpr. n. 600/73, si considera fatta nella data di spedizione.
Per il notificatario la notifica si perfeziona nella generalità dei casi dalla data di ricezione dell’atto e, in caso di
notifica per temporanea assenza ex art. 140 c.p.c., dal ricevimento della raccomandata informativa o, comunque, decorsi
dieci giorni dalla data di spedizione di tale raccomandata. Inoltre, in caso di irreperibilità assoluta ex art. 60, co. 1, lett. e
Dpr. n. 600/73,: si ha per eseguita nell’ottavo giorno successivo a quello di affissione alla casa comunale e, nel caso di
notifica per posta ex art. 60, co. 6 - Dpr. n. 600/73 nella data in cui l’atto è ricevuto o decorsi dieci giorni dalla data di
spedizione dalla lettera raccomandata di avvenuto deposito ovvero dalla data del ritiro del piego se anteriore.

14. I riflessi sulle pretese fiscali delle nullità delle notifiche degli atti fiscali.
Il perfezionamento della fattispecie notificatoria, per intervenuto compimento di tutti gli adempimenti all’uopo
necessari, costituisce condizione necessaria e sufficiente affinchè si producano gli effetti tipici della notificazione stessa,
indipendentemente dalla reale conoscenza del contenuto dell’atto notificando da parte del destinatario.
La notifica di un atto impositivo, se ritualmente avvenuta, determina quindi il perfezionamento dell’atto
recettizio in capo al destinatario, restando irrilevante l’eventuale mancanza dell’effettiva conoscenza dell’atto stesso.
E’ ininfluente la conoscenza comunque acquisita dell’atto impositivo, in assenza di perfezionamento della
fattispecie notificatoria. Il mancato perfezionamento della notificazione pregiudica l’efficacia dell’atto processuale ed
influisce sulla giuridica esistenza dell’atto sostanziale recettizio, oltre a condizionarne l’efficacia.
In altri termini, non costituendo la notificazione un requisito di giuridica esistenza e perfezionamento dell’atto,
ma una condizione integrativa d'efficacia dello stesso, la sua inesistenza o invalidità non determina in via automatica
l'inesistenza dell'atto, quando ne risulti inequivocabilmente la piena conoscenza da parte del contribuente (19841/16).
D’altronde, proprio per il fatto che la notificazione è una mera condizione di efficacia e non un elemento dell'atto
d'imposizione fiscale, la sua nullità è sanata, a norma dell'art. 156, comma 2, c.p.c., per effetto del raggiungimento dello
scopo, desumibile anche dalla tempestiva impugnazione (Cass. 18480/16).

76
PANORAMA DI GIURISPRUDENZA RECENTE
SULLA NOTIFICA DEGLI ATTI FISCALI

Cass. civ. Sez. V, 10-02-2017, n. 3596


F.V. c. Se.Si. S.p.A.
IMPOSTE E TASSE IN GENERE Accertamentoin genere
L'avviso di accertamento tributario costituisce un atto amministrativo autoritativo attraverso il quale
l'amministrazione enuncia le ragioni della pretesa tributaria e non osta all'applicazione di istituti appartenenti al
diritto processuale, soprattutto quando vi sia un espresso richiamo di questi nella disciplina tributaria. Pertanto,
l'applicazione, per l'avviso di accertamento, in virtù dell'art. 60 del D.P.R. 29 settembre 1973, n. 600, delle norme
sulle notificazioni nel processo civile cui consegue, quale logica necessità, l'applicazione del regime delle nullità
e delle sanatorie per quelle dettato.

Cass. civ. Sez. V, 10-02-2017, n. 3595


A. s.r.l. c. Agenzia delle Entrate
IMPOSTE E TASSE IN GENERE Avviso di accertamento(notifica)
In caso di notifica dell'avviso di accertamento nelle mani del portiere, l'ufficiale giudiziario deve dare
atto, oltre che dell'assenza del destinatario, delle vane ricerche delle altre persone preferenzialmente abilitate a
ricevere l'atto, onde il relativo accertamento, sebbene non debba necessariamente tradursi in forme sacramentali,
deve, nondimeno, attestare chiaramente l'assenza del destinatario e dei soggetti rientranti nelle categorie
contemplate dal secondo comma dell'art. 139 c.p.c., secondo la successione preferenziale da detta norma
tassativamente stabilita. E' pertanto nulla la notificazione nelle mani del portiere quando la relazione
dell'ufficiale giudiziario non contenga l'attestazione del mancato rinvenimento delle persone indicate nella norma
citata.

Cass. civ. Sez. V, 03-02-2017, n. 2868 (rv. 642888-01)


IMPOSTE E TASSE IN GENEREAccertamentoin genere

TRIBUTI (IN GENERALE) - Accertamento tributario (nozione) - Avviso di accertamento - Notifica notifica
eseguita dal messo comunale ex art. 60 del d.p.r. n. 600 del 1973 - Consegna dell'atto a persona di famiglia -
Raccomandata informativa - Necessità
In tema di avviso di accertamento, l'art. 60 del d.P.R. n. 600 del 1973, pur rinviando alla disciplina del
codice di procedura civile, richiede, a differenza di quanto disposto dall'art. 139, comma 2, c.p.c., anche ove
l'atto sia consegnato nelle mani di persona di famiglia, l'invio della raccomandata informativa quale
adempimento essenziale della notifica che sia eseguita dai messi comunali o dai messi speciali autorizzati
dall'ufficio delle imposte. (Rigetta, COMM.TRIB.REG. TORINO, 16/06/2011)

Cass. civ. Sez. VI - 5 Ordinanza, 26-01-2017, n. 2030 (rv. 643200-01)


IMPOSTE E TASSE IN GENEREAccertamentoin genere

TRIBUTI (IN GENERALE) - Accertamento tributario (nozione) - Avviso di accertamento - Notifica notifica ai
sensi dell'art. 60 del d.p.r. n. 600 del 1973 tramite il messo comunale - Perfezionamento per l'amministrazione
finanziaria - Consegna al comune e non al messo comunale - Fondamento - Conseguenze in tema di decadenza
La notificazione degli atti tributari, ove effettuata tramite richiesta al comune di provvedervi a mezzo di
messo comunale, si perfeziona per l'Amministrazione finanziaria con la consegna dell'atto al comune e non al
messo comunale, che s'incardina nell'ente territoriale, per cui è da tale momento che decorre il termine di
decadenza dell'azione impositiva, essendo, invece, irrilevante la materiale ricezione dell'atto da parte di quel
messo. (Rigetta, COMM.TRIB.REG. NAPOLI, 18/11/2014)

Cass. civ. Sez. V, 13-01-2017, n. 752


Agenzia delle Entrate c. Te. di F.G. s.a.s.
IMPOSTE E TASSE IN GENEREAvviso di accertamento(notifica)
La notificazione degli avvisi e degli altri atti che per legge devono essere notificati al contribuente deve
avvenire con l'impiego di plico sigillato e può eseguirsi a mezzo della posta direttamente dagli Uffici finanziari,
nonché, ove ciò risulti impossibile, a cura degli ufficiali giudiziari, dei messi comunali ovvero dei messi speciali
autorizzati dall'Amministrazione finanziaria. Gli Uffici finanziari, quindi, possono procedere alla notificazione a
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mezzo posta ed in modo diretto degli avvisi e degli atti che per legge vanno notificati al contribuente, con l'ovvia
doverosa precisazione che la disciplina relativa alla raccomandata con avviso di ricevimento, mediante la quale
può essere notificato l'avviso di liquidazione o di accertamento senza intermediazione dell'ufficiale giudiziario, è
quella dettata dalle disposizioni concernenti il servizio postale ordinario. E' legittima, quindi, la notificazione
diretta tramite posta del questionario del Fisco, non avendo alcuna rilevanza in contrario il fatto che
l'art. 32 del D.P.R. n. 600/1973 - che disciplina il potere di invio dei questionari - rimandi ai fini della
notificazione all'art. 60 dello stesso Decreto.

Cass. civ. Sez. V, 13-01-2017, n. 752


Agenzia delle Entrate c. Te. di Fa.Gi. s.a.s.
IMPOSTE E TASSE IN GENEREAccertamentoin genereAvviso di accertamento(notifica)
L'art. 14, comma 1, della legge n. 890 del 1982, come modificato dall'art. 20 della legge n. 146 del 1998,
stabilisce che "la notificazione degli avvisi e degli altri atti che per legge devono essere notificati al contribuente
deve avvenire con l'impiego di plico sigillato e può eseguirsi a mezzo della posta direttamente dagli uffici
finanziari, nonché, ove ciò risulti impossibile, a cura degli ufficiali giudiziari, dei messi comunali ovvero dei
messi speciali autorizzati dall'Amministrazione finanziaria, secondo le modalità previste dalla presente legge".
Dunque, a partire dall'entrata in vigore della L. n. 146 del 1998, art. 20, gli uffici finanziari possono procedere
alla notificazione a mezzo posta ed in modo diretto degli avvisi e degli atti che per legge vanno notificati al
contribuente, allorché la disciplina relativa alla raccomandata con avviso di ricevimento, mediante la quale può
essere notificato l'avviso di liquidazione o di accertamento senza intermediazione dell'ufficiale giudiziario è
quella dettata dalle disposizioni concernenti il servizio postale ordinario

Cass. civ. Sez. VI - 5 Ordinanza, 10-01-2017, n. 385


Ca.Ga. & C. S.p.A. c. Comune di Salerno
IMPOSTE E TASSE IN GENEREAccertamentoin genereAvviso di accertamento(notifica)
In tema di avviso di accertamento notificato a mezzo posta, ai fini della verifica del rispetto del termine di
decadenza che grava sull'Amministrazione finanziaria, occorre aver riguardo alla data di spedizione dell'atto e
non a quella di ricezione dello stesso da parte del contribuente, atteso che il principio della scissione degli effetti
della notificazione per il notificante e per il notificato si applica in tutti i casi in cui debba valutarsi l'osservanza
di un termine da parte del notificante e, quindi, anche con riferimento agli atti di imposizione tributaria.

Cass. civ. Sez. V, 18-11-2016, n. 23509


Mi.Pa. c. Agenzia delle Entrate - Ufficio di Napoli (Omissis) e altri
IMPOSTE E TASSE IN GENEREAccertamentoin genereAvviso di accertamento(notifica)
La disciplina delle notificazioni degli atti tributari si fonda sul criterio del domicilio fiscale e sull'onere
preventivo del contribuente di indicare all'Ufficio tributario il proprio domicilio fiscale e di tenere detto ufficio
costantemente informato delle eventuali variazioni, sicché il mancato adempimento, originario o successivo, di
tale onere di comunicazione legittima l'Ufficio procedente ad eseguire le notifiche comunque nel domicilio
fiscale per ultimo noto, eventualmente nella forma semplificata di cui alla lett. e) dell'art. 60 del D.P.R. n. 600 del
1973. Tuttavia, essendo tale disciplina posta a garanzia dell'Amministrazione Finanziaria, cui non può essere
addossato l'onere di ricercare il contribuente fuori del suo domicilio, la sua inosservanza non comporta, in ogni
caso, l'illegittimità del procedimento notificatorio quando venga seguita una procedura più garantista per il
contribuente.

Cass. civ. Sez. V, 28-10-2016, n. 21871


Co.Si.An.Ma. c. Agenzia delle Entrate
IMPOSTE E TASSE IN GENEREAvviso di accertamento(notifica)NOTIFICAZIONE IN MATERIA
CIVILENotificazionea mezzo posta
In materia di accertamento tributario per la notificazione diretta a mezzo posta, senza intermediazione
dell'Ufficiale giudiziario, dell'avviso di liquidazione o di accertamento, non deve essere redatta alcuna relata di
notifica o annotazione specifica sull'avviso di ricevimento in ordine alla persona cui è stato consegnato il plico e
l'atto pervenuto all'indirizzo del destinatario deve ritenersi ritualmente consegnato a quest'ultimo, stante la
presunzione di conoscenza di cui all'art. 1335 c.c., superabile solo se il medesimo dia prova di essersi trovato
senza sua colpa, nell'impossibilità di prenderne cognizione.

Cass. civ. Sez. V, 28-10-2016, n. 21870


Co.Si.An.Ma. c. Agenzia delle Entrate
IMPOSTE E TASSE IN GENEREContenzioso tributarioin genereNOTIFICAZIONE IN MATERIA
CIVILENotificazionein genere
La natura sostanziale e non processuale dell'avviso di accertamento tributario, che costituisce un atto

78
amministrativo autoritativo attraverso il quale l'amministrazione enuncia le ragioni della pretesa tributaria, non
osta all'applicazione di istituti appartenenti al diritto processuale, soprattutto quando vi sia un espresso richiamo
di questi nella disciplina tributaria. Pertanto, l'applicazione, per l'avviso di accertamento, delle norme sulle
notificazioni nel processo civile comporta, quale logica necessità, l'applicazione del regime delle nullità e delle
sanatorie per quelle dettato, con la conseguenza che la proposizione del ricorso del contribuente produce l'effetto
di sanare la nullità della notificazione dell'avviso di accertamento per raggiungimento dello scopo dell'atto, ai
sensi dell'art. 156 c.p.c.

Cass. civ. Sez. V, 05-10-2016, n. 19841


Agenzia delle Entrate c. P.A.
IMPOSTE E TASSE IN GENEREAvviso di accertamentoin genere
Per la notifica degli avvisi di accertamento trovano applicazione le norme sulle notificazioni nel processo
civile ed il relativo regime delle nullità e delle sanatorie, con la conseguenza che la proposizione del ricorso
produce l'effetto di sanare ex tunc la nullità della notificazione dell'avviso di accertamento, per raggiungimento
dello scopo dell'atto. In tema di atti d'imposizione tributaria, peraltro, la notificazione non è un requisito di
giuridica esistenza e perfezionamento, ma una condizione integrativa d'efficacia, sicché la sua inesistenza o
invalidità non determina in via automatica l'inesistenza dell'atto, quando ne risulti inequivocabilmente la piena
conoscenza da parte del contribuente.

Cass. civ. Sez. V, 30-09-2016, n. 19526 (rv. 641245)


Agenzia delle Entrate c. Battain
IMPOSTE E TASSE IN GENEREAvviso di accertamento(notifica)

TRIBUTI (IN GENERALE) - Accertamento tributario - Avviso di accertamento - Notifica - Sottoscrizione


successiva all'annotazione dell'adempimento - Assenza- Irrilevanza - Condizioni - Fondamento
In tema di accertamento tributario, ove la notifica richieda l'invio di una raccomandata con avviso di
ricevimento, la fase essenziale di tale adempimento è costituita dalla spedizione mentre l'annotazione del
compimento dell'attività ha il solo scopo di fornire la prova dell'avvenuta spedizione e l'indicazione dell'ufficio
postale cui è stato consegnato il plico, sicché, ove sia stata provata l'effettuazione dell'adempimento, con la
produzione dell'attestazione di spedizione, la mancata apposizione in calce all'annotazione di una ulteriore
sottoscrizione non comporta l'inesistenza della notifica, ma una mera irregolarità, che non può essere fatta valere
dal destinatario in quanto non inficia l'adempimento previsto nel suo interesse. (Cassa con rinvio, Comm. Trib.
Reg. Lazio, 30/11/2010)

Cass. civ. Sez. V, 21-09-2016, n. 18480 (rv. 640971)


S.M.C. c. Agenzia delle Entrate Direzione Provinciale Roma e altri
IMPOSTE E TASSE IN GENEREAvviso di accertamento(notifica)

TRIBUTI (IN GENERALE) - Accertamento tributario - Avviso di accertamento - Notifica - Avviso di


accertamento - Nullità della notifica - Sanatoria per raggiungimento dello scopo - Tempestiva impugnazione -
Fattispecie
La notificazione è una mera condizione di efficacia e non un elemento dell'atto d'imposizione fiscale,
sicché la sua nullità è sanata, a norma dell'art. 156, comma 2, c.p.c., per effetto del raggiungimento dello scopo,
desumibile anche dalla tempestiva impugnazione. (In applicazione di tale principio, la S.C. ha ritenuto sanata la
nullità della notifica effettuata nei confronti del padre di due minorenni, destinatarie dell'avviso di liquidazione,
in proprio e non nella sua qualità di esercente la potestà sulle stesse in conseguenza della tempestiva
impugnazione da parte sua, estesa anche al merito della pretesa tributaria, precisando il difetto di legittimazione
di costui a far valere l'omessa notifica alla madre). (Rigetta, Comm. Trib. Reg. Lazio, 22/03/2011)

Cass. civ. Sez. VI - 5 Ordinanza, 30-09-2016, n. 19467


Consorzio Generale di Bonifica del Bacino Inferiore del Volturno c. P.G.
NOTIFICAZIONE IN MATERIA CIVILENotificazionea mezzo posta
L'art. 4, comma 1, lett. a) del D.Lgs. 22 luglio 1999, n. 261, emanato in attuazione della direttiva
97/67/CE, che ha liberalizzato i servizi postali, stabilisce che, per esigenze di ordine pubblico, sono affidati in
via esclusiva al fornitore del servizio universale, (cioè a Poste Italiane S.p.A.) i servizi inerenti alle notificazioni
a mezzo posta e di comunicazioni a mezzo posta connesse con la notificazione di atti giudiziari di cui alla L. 20
novembre 1982, n. 890 e successive modificazioni. Tra questi vanno, dunque, annoverate le notificazioni a
mezzo posta degli atti tributari sostanziali e processuali. A ciò consegue che la notifica a mezzo posta privata del
ricorso di primo grado sia da ritenere inesistente, come tale non suscettibile di sanatoria.

79
Cass. civ. Sez. VI - 5 Ordinanza, 19-09-2016, n. 18352
As. s.r.l. c. Agenzia delle Entrate
IMPOSTE E TASSE IN GENEREAvviso di accertamento(notifica)Notificazione degli attiin genere
La notificazione degli avvisi e degli atti tributari impositivi nel sistema delineato dal D.P.R. n. 600 del
1973, art. 60, va effettuata secondo il rito previsto dall'art. 140 c.p.c., quando siano conosciuti la residenza e
l'indirizzo del destinatario, ma non si sia potuto eseguire la consegna perché questi non è stato rinvenuto in detto
indirizzo, per essere ivi temporaneamente irreperibile. La notificazione, invece, va effettuata secondo la
disciplina di cui all'art. 60, lett. e) quando il messo notificatore non reperisca il contribuente perché risulta
trasferito in luogo sconosciuto, accertamento, questo, cui il messo deve pervenire dopo aver effettuato ricerche
nel comune dov'è situato il domicilio fiscale del contribuente, per verificare che il suddetto trasferimento non si
sia risolto in un mero mutamento di indirizzo nell'ambito dello stesso comune. In questa seconda ipotesi, pur non
richiedendosi nuove ed ulteriori ricerche, è pur sempre necessario, nonché sufficiente, che il messo notificatore
non reperisca il contribuente perché sconosciuto all'indirizzo indicato.

Cass. civ. Sez. VI - 5 Ordinanza, 12-09-2016, n. 17941


Agenzia delle Entrate c. V.L.
IMPOSTE E TASSE IN GENEREAvviso di accertamento(notifica)Contenzioso tributarioin genere
L'utilizzo della PEC per la notificazione di atti del contenzioso tributario è consentito, nel rispetto delle
specifiche regole tecniche, soltanto nelle realtà territoriali presso le quali (attualmente soltanto Toscana e
Umbria) sia stata attivata la sperimentazione del processo telematico. In difetto, la notificazione deve ritenersi
giuridicamente inesistente.

Cass. civ. Sez. V, 09-09-2016, n. 17807


Ci.Gi. c. Agenzia delle Entrate
IMPOSTE E TASSE IN GENEREAvviso di accertamento(notifica)
Qualora il destinatario dell'atto di accertamento è temporaneamente assente dal suo domicilio fiscale e
non è possibile consegnare l'atto per irreperibilità, incapacità o rifiuto delle persone legittimate alla ricezione
(irreperibilità relativa), la notifica si perfeziona con il compimento delle attività stabilite dall'art. 140 c.p.c.,
richiamato dall'art. 60 del D.P.R. n. 600 del 1973. Nell'ipotesi di irreperibilità assoluta del destinatario, sono
applicabili le modalità di notificazione dell'atto di accertamento previste dall'art. 60, comma 1, lett. e) del
citato D.P.R. n. 600. In quest'ultima ipotesi, non potendo inviare la raccomandata informativa dell'avvenuto
deposito nella casa comunale, la notificazione dell'atto di accertamento si perfeziona nell'ottavo giorno
successivo a quello di affissione nell'albo comunale. Tra l'altro, nel caso di "irreperibilità assoluta" non è previsto
che le ricerche, indubbiamente presupposte dalla valutazione sulla mancanza nel Comune dell'abitazione,
dell'ufficio, dell'azienda del contribuente, siano formalizzate in modo esplicito nella relata.

Cass. civ. Sez. V, 09-09-2016, n. 17807


C.G. c. Agenzia delle Entrate
IMPOSTE E TASSE IN GENEREAvviso di accertamento(notifica)
In materia di notificazione dell'avviso di accertamento, l'attestazione del pubblico ufficiale sulla relata di
notifica di avere acquisito, da informazioni in loco, la conoscenza che il contribuente è "sloggiato" da
quell'indirizzo costituisce atto pubblico e fa piena prova fino a querela di falso. Tale prova non può certo essere
inficiata da certificati anagrafici o elettorali che attestino solo formalmente la persistente residenza in loco del
destinatario della notifica. Inoltre, non esiste alcuna previsione normativa che imponga la formalizzazione delle
avvenute ricerche sulla relata di notifica; peraltro, le stesse si possono presumere dal regolare svolgimento
dell'iter notificatorio.

Cass. civ. Sez. V, 15-07-2016, n. 14501 (rv. 640546)


Sabatini c. Agenzia delle Entrate Direzione Provinciale Roma e altri
NOTIFICAZIONE IN MATERIA CIVILENotificazionea mezzo posta

PROCEDIMENTO CIVILE - Notificazione - A mezzo posta - Notificazione a mezzo raccomandata dell'avviso


di liquidazione - Disciplina applicabile - Disciplina concernente il servizio postale ordinario - Relata di notifica o
annotazione sull'avviso di ricevimento in ordine alla persona cui è stata effettuata la consegna - Necessità -
Esclusione - Fondamento
In tema di notificazioni a mezzo posta, la disciplina relativa alla raccomandata con avviso di ricevimento,
mediante la quale può essere notificato, ai sensi dell'art. 14 della l. n. 890 del 1982, l'avviso di accertamento o
liquidazione senza intermediazione dell'ufficiale giudiziario, è quella dettata dalle disposizioni concernenti il

80
servizio postale ordinario per la consegna dei plichi raccomandati, in quanto le disposizioni di cui alla legge
citata attengono esclusivamente alla notifica eseguita dall'ufficiale giudiziario ex art. 140 c.p.c. Ne consegue che,
difettando apposite previsioni della disciplina postale, non deve essere redatta alcuna relata di notifica o
annotazione specifica sull'avviso di ricevimento in ordine alla persona cui è stato consegnato il plico, e l'atto
pervenuto all'indirizzo del destinatario deve ritenersi ritualmente consegnato a quest'ultimo, stante la presunzione
di conoscenza di cui all'art. 1335 c.c., superabile solo se il medesimo dia prova di essersi trovato nella
impossibilità senza sua colpa di prenderne cognizione. (Rigetta, Comm. Trib. Reg. Lazio, 27/11/2009)

Cass. civ. Sez. V, 10-06-2016, n. 11936


Va. s.r.l. in liq. c. Eq.Su. S.p.A.
IMPOSTE E TASSE IN GENEREAvviso di accertamentoin genere
Gli atti tributari (nel caso di specie, avviso di accertamento) devono essere notificati al contribuente
persona giuridica presso la sede della stessa, entro l'ambito del domicilio fiscale; qualora tale modalità risulti
impossibile, la notifica dovrà essere eseguita alla persona fisica che rappresenta l'ente; in caso d'impossibilità di
procedere anche secondo questa modalità, la notifica dovrà essere eseguita secondo le forme dell'art. 140
c.p.c. (affissione dell'avviso del deposito presso la Casa Comunale, da effettuarsi sulla porta dell'abitazione del
destinatario), ma se l'abitazione, l'Ufficio o l'azienda del contribuente non si trovino nel Comune del domicilio
fiscale, la notifica dovrà effettuarsi ai sensi dell'art. 60, comma 1, lett. e), del D.P.R. n. 600/1973 (cioè mediante
deposito dell'atto presso la Casa Comunale e affissione dell'avviso all'Albo Pretorio del Comune), e si
perfezionerà nell'ottavo giorno successivo a quello dell'affissione del prescritto avviso di deposito nell'albo del
Comune.

Cass. civ. Sez. V, 18-05-2016, n. 10232


Mo. s.r.l. c. Agenzia delle Entrate e altri
IMPOSTE E TASSE IN GENEREAvviso di accertamento(notifica)
In relazione alle modalità di recapito del piego raccomandato contenente l'avviso di accertamento deve
ribadirsi che: a) la relata di notifica non deve essere redatta in caso di notificazione a mezzo posta; b) l'atto
pervenuto all'indirizzo del destinatario deve ritenersi ritualmente consegnato a quest'ultimo, stante la presunzione
di conoscenza di cui all'art. 1335 c.c., superabile solo se il medesimo dia prova di essersi trovato senza sua colpa
nell'impossibilità di prenderne cognizione; c) anche nel caso di notificazione eseguita dall'agente postale, la
relata di notificazione fa fede fino a querela di falso, per le attestazioni che riguardano l'attività svolta,
comprensiva della qualifica del soggetto cui l'atto è stato consegnato.

Cass. civ. Sez. VI - 5 Ordinanza, 12-04-2016, n. 7184


Eq.Su. S.p.A. c. Fe.Fe. e altri
IMPOSTE E TASSE IN GENEREAvviso di accertamento(notifica)NOTIFICAZIONE IN MATERIA
CIVILENotificazionea mezzo posta
In tema di notificazioni a mezzo posta, la disciplina relativa alla raccomandata con avviso di ricevimento,
mediante la quale può essere notificato l'avviso di liquidazione o di accertamento senza intermediazione
dell'ufficiale giudiziario, è quella dettata dalle disposizioni concernenti il servizio postale ordinario per i plichi
raccomandati, in quanto le disposizioni di cui alla L. 20 novembre 1982, n. 890, attengono esclusivamente alla
notifica dall'ufficiale giudiziario ex art. 140 c.p.c. Ne consegue che, difettando apposite previsioni della
disciplina postale, non deve essere redatta alcuna relata di notifica o annotazione specifica sull'avviso di
ricevimento in ordine alla persona a cui è stato consegnato il plico, e l'atto pervenuto all'indirizzo del destinatario
deve ritenersi ritualmente consegnato a quest'ultimo, stante la presunzione di conoscenza di cui all'art. 1335 c.c.,
superabile solo se il medesimo dia prova di essersi trovato senza sua colpa nell'impossibilità di prenderne
cognizione.

Cass. civ. Sez. VI - 5 Ordinanza, 12-04-2016, n. 7184


Eq.Su. S.p.A. c. Fe.Fe. e altri
IMPOSTE E TASSE IN GENEREAvviso di accertamento(notifica)
Nella notificazione dell'avviso di accertamento nei confronti di destinatario irreperibile, ai sensi dell'art.
140 c.p.c., non occorre che dall'avviso di ricevimento della raccomandata informativa del deposito dell'atto
presso l'Ufficio comunale, che va allegato all'atto notificato, risulti precisamente documentata l'effettiva
consegna della raccomandata, ovvero l'infruttuoso decorso del termine di giacenza presso l'Ufficio postale, né,
che, in definitiva, detto avviso contenga, a pena di nullità dell'intero procedimento notificatorio, tutte le
annotazioni prescritte in caso di notificazione effettuata a mezzo del servizio postale, dovendo piuttosto da esso
risultare il trasferimento, il decesso del destinatario o altro fatto impeditivo (non della conoscenza effettiva, ma)
della conoscibilità dell'avviso stesso.

Cass. civ. Sez. V, 06-04-2016, n. 6631

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D.F.G. c. Comune di Pasian di Prato
IMPOSTE E TASSE IN GENEREAvviso di accertamento(notifica)
La notificazione a persona di famiglia non richiede l'ulteriore requisito della convivenza del familiare con
il destinatario dell'atto, risultando all'uopo sufficiente l'esistenza di un vincolo di parentela o di affinità che
giustifichi la presunzione che la "persona di famiglia" consegnerà l'atto al destinatario stesso, spettando a
quest'ultimo, che assume di non avere ricevuto l'atto, l'onere di provare il carattere del tutto occasionale della
presenza del consegnatario in casa propria, senza che a tal fine rilevino le sole certificazioni anagrafiche del
familiare medesimo. Poiché la relazione di notificazione si riferisce, di norma, all'atto notificato così come
strutturato, in assenza d'indicazioni difformi, deve presumersi che la notificazione sia stata effettuata nel luogo in
esso indicato, sicché l'omessa indicazione del detto luogo nella relata, ove emendabile col riferimento alle
risultanze dell'atto, non comporta nullità della notificazione, ma mera irregolarità formale.

Cass. civ. Sez. VI - 5 Ordinanza, 26-02-2016, n. 3795


Ri.Si. S.p.A. c. Ma.Co.
IMPOSTE E TASSE IN GENEREAvviso di accertamento(notifica)Contenzioso tributarioin genere
In tema di notificazioni degli atti di impugnazione nel processo tributario, è sempre consentita la
consegna a mani proprie, intendendosi, in tal caso, tutte le forme di notifica previste dagli artt. 138 e 140 c.p.c. e
la notifica a mezzo del servizio postale, a seguito delle quali l'atto venga comunque consegnato a mani proprie
del destinatario. In particolare, l'espressione "mani proprie", secondo una stretta interpretazione letterale, imposta
dalla natura processuale speciale della norma, è da riferire esclusivamente alla parte e, quindi, la consegna in
mani proprie della parte rappresenta la modalità di comunicazione e notificazione di atti e provvedimenti alla
quale si può sempre ricorrere. Pertanto, la notificazione della sentenza della Commissione tributaria provinciale
a mani proprie della parte, o alla persona dalla stessa delegata quand'anche nel giudizio a quo si sia costituita a
mezzo di un difensore, è valida ed idonea a fare decorrere il termine breve di impugnazione.

Cass. civ. Sez. VI - 5 Ordinanza, 18-02-2016, n. 3254


Eq.No. S.p.A. c. In.Co.Pr. di F.C. s.a.s. e altri
IMPOSTE E TASSE IN GENEREAvviso di accertamento(notifica)
In caso di consegna al portiere dello stabile della raccomandata contenente la cartella di pagamento (ma
anche l'avviso di accertamento), poiché alla notificazione semplificata tramite spedizione postale dell'atto si
applicano le norme concernenti il servizio postale ordinario e non quelle della legge n. 890/1982, non è
necessaria l'ulteriore formalità dell'invio della raccomandata attestante l'avvenuta notificazione.

Cass. civ. Sez. VI - 5 Ordinanza, 18-02-2016, n. 3254


Equitalia Nord S.p.A. c. Iniziative Commerciali e Promozionali s.a.s.
IMPOSTE E TASSE IN GENEREAvviso di accertamento(notifica)
Gli Uffici finanziari possono procedere alla notificazione a mezzo posta e in modo diretto degli avvisi e
degli atti che per legge vanno notificati al contribuente, di talché allorquando l'Ufficio tributario si avvalga di
tale facoltà di notificazione semplificata alla spedizione dell'atto si applicano le norme concernenti il servizio
postale ordinario e non quelle della legge 20 novembre 1982, n. 890.

Cass. civ. Sez. VI - 5 Ordinanza, 02-02-2016, n. 2047


Agenzia delle Entrate c. Le.Ca.
IMPOSTE E TASSE IN GENEREAvviso di accertamento(notifica)
La notifica postale "diretta" dell'avviso di accertamento, che non richiede l'intermediazione di un ufficiale
notificatore (ferma restando, ovviamente, quella dell'ufficiale postale), costituisce modalità di notificazione
semplificata alla quale non si applicano le disposizioni della legge n. 890/1982, concernenti le sole notificazioni
effettuate a mezzo posta tramite gli ufficiali giudiziari (o, eventualmente, i messi comunali e i messi speciali
autorizzati), bensì le norme sul servizio postale ordinario. La disciplina sul servizio postale ordinario, peraltro,
non stabilisce quando si deve ritenere perfezionata nei confronti del destinatario la notifica di un atto che sia
stato depositato presso l'ufficio postale a causa della impossibilità di recapitarlo per temporanea assenza del
destinatario o di altra persona abilitata alla ricezione. In questi casi, è applicabile, in via non diretta ma
analogica, la regola dettata dall'art. 8, comma 4, della legge n. 890/1982, e pertanto la notificazione si ha per
eseguita decorsi dieci giorni dalla data del rilascio dell'avviso di giacenza (o, nel caso o in cui l'agente postale
abbia, ancorché non tenuto, trasmesso l'avviso di giacenza tramite raccomandata, dalla data di spedizione di
quest'ultima), ovvero dalla data del ritiro del piego, se anteriore.

Cass. civ. Sez. VI - 5 Ordinanza, 02-02-2016, n. 2047

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Agenzia delle Entrate c. Le.Ca.
IMPOSTE E TASSE IN GENEREAccertamentoin genereNotificazione degli attiin genere
In tema di notificazione degli atti relativi all'accertamento tributario, il notificante può procedere alla
notifica diretta, senza l'intermediazione dell'Ufficiale Giudiziaria, ferma restando la notifica a mezzo posta, e
quindi a modalità di notificazione semplificata, non soggetta alle disposizioni della legge n. 890 del 1982,
concernenti le sole notificazioni effettuate a mezzo posta tramite gli ufficiali giudiziari e dunque non si applicano
in tal caso le norme concernenti il servizio postale ordinario.

Cass. civ. Sez. VI - 5 Ordinanza, 02-02-2016, n. 2047


Agenzia delle Entrate c. Le.Ca.
IMPOSTE E TASSE IN GENEREAccertamentoin genereAvviso di accertamento(notifica)
Ove la notificazione dell'avviso di accertamento sia eseguita direttamente dall'ufficio, il notificante è
abilitato alla notificazione dell'atto senza ricorrere all'intermediazione dell'ufficiale giudiziario. Trattasi di una
modalità di notificazione semplificata alla quale non si applicano le disposizioni della legge n. 890 del 1982,
concernenti le sole notificazioni effettuate a mezzo posta, tramite gli uffici postali, ma le norme concernenti il
servizio postale ordinario e contenute nel D.M. 1° ottobre 2008, secondo cui gli "invii a firma" che non si stato
possibile recapitare per assenza del destinatario o di altra persona abilitata al ritiro, sono consegnati all'ufficio
postale di distribuzione ove rimangono in giacenza per trenta giorni a decorrere al giorno successivo al rilascio
dell'avviso di giacenza.

Cass. civ. Sez. VI - 5 Ordinanza, 20-01-2016, n. 994 (rv. 638348)


Lazzarin S.r.l. in Liquidazione c. Agenzia delle Entrate Direzione Provinciale
NOTIFICAZIONE IN MATERIA CIVILENotificazionein genere

PROCEDIMENTO CIVILE - Notificazione - In genere - Data della notifica - Difformità di date tra la relata
contenuta nella copia restituita al notificante e quella consegnata al notificante - Prevalenza di quest'ultima -
Fondamento - Rimedi per il notificante - Querela di falso - Necessità
TRIBUTI (IN GENERALE) - Accertamento tributario - Avviso di accertamento - Notifica - In genere
La data della notifica di un avviso di accertamento risulta dalla relata contenuta nella copia consegnata al
destinatario, e non già dalla relata contenuta nell'atto restituito a colui che ha chiesto la notifica, sicché la
difformità di data tra l'atto in possesso del notificante e quello consegnato al destinatario si risolve a favore di
quest'ultimo, mentre sul notificante che eccepisca la decadenza dell'impugnazione dell'atto, grava l'onere di
provare - mediante querela di falso - la corrispondenza della relata stilata sull'atto in proprio possesso con quella
redatta sulla copia notificata. (Cassa con rinvio, Comm. Trib. Reg. Veneto, 30/07/2013)

APPENDICE NORMATIVA

D.Lgs. 546/92
Art. 16
Comunicazioni e notificazioni
1. Le comunicazioni sono fatte mediante avviso della segreteria della commissione tributaria consegnato alle
parti, che ne rilasciano immediatamente ricevuta, o spedito a mezzo del servizio postale in plico senza busta
raccomandato con avviso di ricevimento, sul quale non sono apposti segni o indicazioni dai quali possa desumersi il
contenuto dell'avviso. Le comunicazioni agli enti impositori, agli agenti della riscossione ed ai soggetti iscritti nell'albo
di cui all'articolo 53 del decreto legislativo 15 dicembre 1997, n. 446, possono essere fatte mediante trasmissione di
elenco in duplice esemplare, uno dei quali, immediatamente datato e sottoscritto per ricevuta, è restituito alla segreteria
della commissione tributaria. La segreteria può anche richiedere la notificazione dell'avviso da parte dell'ufficio
giudiziario o del messo comunale nelle forme di cui al comma 2.
[1-bis. Le comunicazioni sono effettuate anche mediante l'utilizzo della posta elettronica certificata, ai sensi del
decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82, e successive modificazioni. Tra le pubbliche amministrazioni di cui all'articolo
2, comma 2, del decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82, le comunicazioni possono essere effettuate ai sensi dell'articolo
76 del medesimo decreto legislativo. L'indirizzo di posta elettronica certificata del difensore o delle parti è indicato nel
ricorso o nel primo atto difensivo; nei procedimenti nei quali la parte sta in giudizio personalmente e il relativo indirizzo
di posta elettronica certificata non risulta dai pubblici elenchi la stessa può indicare l'indirizzo di posta al quale
vuol ricevere le comunicazioni.]
2. Le notificazioni sono fatte secondo le norme degli articoli 137 e seguenti del codice di procedura civile, salvo
quanto disposto dall' art. 17.

83
3. Le notificazioni possono essere fatte anche direttamente a mezzo del servizio postale mediante spedizione
dell' atto in plico senza busta raccomandato con avviso di ricevimento, sul quale non sono apposti segni o indicazioni
dai quali possa desumersi il contenuto dell'atto, ovvero all'ufficio del Ministero delle finanze ed all' ente locale mediante
consegna dell'atto all'impiegato addetto che ne rilascia ricevuta sulla copia.
4. Gli enti impositori, gli agenti della riscossione e i soggetti iscritti nell'albo di cui all'articolo 53 del decreto
legislativo 15 dicembre 1997, n. 446, provvedono alle notificazioni anche a mezzo del messo comunale o di messo
autorizzato dall'amministrazione finanziaria, con l' osservanza delle disposizioni di cui al comma 2.
5. Qualunque comunicazione o notificazione a mezzo del servizio postale si considera fatta nella data della
spedizione; i termini che hanno inizio dalla notificazione o dalla comunicazione decorrono dalla data in cui l'atto è
ricevuto.
Art. 16-bis
Comunicazione e notificazioni per via telematica
1. Le comunicazioni sono effettuate anche mediante l'utilizzo della posta elettronica certificata, ai sensi del
decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82, e successive modificazioni. Tra le pubbliche amministrazioni di cui all'articolo
2, comma 2, del decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82, le comunicazioni possono essere effettuate ai sensi dell'articolo
76 del decreto legislativo n. 82 del 2005. L'indirizzo di posta elettronica certificata del difensore o delle parti è indicato
nel ricorso o nel primo atto difensivo. Nei procedimenti nei quali la parte sta in giudizio personalmente e il relativo
indirizzo di posta elettronica certificata non risulta dai pubblici elenchi, il ricorrente può indicare l'indirizzo di posta al
quale vuol ricevere le comunicazioni.
2. In caso di mancata indicazione dell'indirizzo di posta elettronica certificata ovvero di mancata consegna del
messaggio di posta elettronica certificata per cause imputabili al destinatario, le comunicazioni sono eseguite
esclusivamente mediante deposito in segreteria della Commissione tributaria.
3. Le notificazioni tra le parti e i depositi presso la competente Commissione tributaria possono avvenire in via
telematica secondo le disposizioni contenute nel decreto del Ministro dell'economia e delle finanze 23 dicembre 2013,
n. 163, e dei successivi decreti di attuazione.
4. L'indicazione dell'indirizzo di posta elettronica certificata valevole per le comunicazioni e le notificazioni
equivale alla comunicazione del domicilio eletto.
Art. 17
Luogo delle comunicazioni e notificazioni
1. Le comunicazioni e le notificazioni sono fatte, salva la consegna in mani proprie, nel domicilio eletto o, in
mancanza, nella residenza o nella sede dichiarata dalla parte all' atto della sua costituzione in giudizio. Le variazioni del
domicilio o della residenza o della sede hanno effetto dal decimo giorno successivo a quello in cui sia stata notificata
alla segreteria della commissione e alle parti costituite la denuncia di variazione.
2. L'indicazione della residenza o della sede e l' elezione del domicilio hanno effetto anche per i successivi gradi
del processo.
3. Se mancano l'elezione di domicilio o la dichiarazione della residenza o della sede nel territorio dello Stato o
se per la loro assoluta incertezza la notificazione o la comunicazione degli atti non è possibile, questi sono comunicati o
notificati presso la segreteria della commissione.
[3-bis. In caso di mancata indicazione dell'indirizzo di posta elettronica certificata ovvero di mancata consegna
del messaggio di posta elettronica certificata per cause imputabili al destinatario, le comunicazioni sono eseguite
esclusivamente mediante deposito in segreteria della Commissione tributaria.]

DPR 600/73
Art. 60
La notificazione degli avvisi e degli altri atti che per legge devono essere notificati al contribuente e' eseguita
secondo le norme stabilite dagli articoli 137 e seguenti del codice di procedura civile, con le seguenti modifiche:
a) la notificazione e' eseguita dai messi comunali ovvero dai messi speciali autorizzati dall'ufficio;
b) il messo deve fare sottoscrivere dal consegnatario l'atto o l'avviso ovvero indicare i motivi per i quali il
consegnatario non ha sottoscritto;
b-bis) se il consegnatario non e' il destinatario dell'atto o dell'avviso, il messo consegna o deposita la copia
dell'atto da notificare in busta che provvede a sigillare e su cui trascrive il numero cronologico della notificazione,
dandone atto nella relazione in calce all'originale e alla copia dell'atto stesso. Sulla busta non sono apposti segni o
indicazioni dai quali possa desumersi il contenuto dell'atto. Il consegnatario deve sottoscrivere una ricevuta e il messo
da' notizia dell'avvenuta notificazione dell'atto o dell'avviso, a mezzo di lettera raccomandata;
c) salvo il caso di consegna dell'atto o dell'avviso in mani proprie, la notificazione deve essere fatta nel domicilio
fiscale del destinatario;
d) e' in facolta' del contribuente di eleggere domicilio presso una persona o un ufficio nel comune del proprio
domicilio fiscale per la notificazione degli atti o degli avvisi che lo riguardano. In tal caso l'elezione di domicilio deve
risultare espressamente da apposita comunicazione effettuata al competente ufficio a mezzo di lettera raccomandata con
avviso di ricevimento ovvero in via telematica con modalita' stabilite con provvedimento del Direttore dell'Agenzia
delle entrate;

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e) quando nel comune nel quale deve eseguirsi la notificazione non vi e' abitazione, ufficio o azienda del
contribuente, l'avviso del deposito prescritto dall'art. 140 del codice di procedura civile, in busta chiusa e sigillata, si
affigge nell'albo del comune e la notificazione, ai fini della decorrenza del termine per ricorrere, si ha per eseguita
nell'ottavo giorno successivo a quello di affissione;
e-bis) e' facolta' del contribuente che non ha la residenza nello Stato e non vi ha eletto domicilio ai sensi della
lettera d), o che non abbia costituito un rappresentante fiscale, comunicare al competente ufficio locale, con le modalita'
di cui alla stessa lettera d), l'indirizzo estero per la notificazione degli avvisi e degli altri atti che lo riguardano; salvo il
caso di consegna dell'atto o dell'avviso in mani proprie, la notificazione degli avvisi o degli atti e' eseguita mediante
spedizione a mezzo di lettera raccomandata con avviso di ricevimento;
f) le disposizioni contenute negli articoli 142, 143, 146, 150 e 151 del codice di procedura civile non si
applicano.
L'elezione di domicilio ha effetto dal trentesimo giorno successivo a quello della data di ricevimento delle
comunicazioni previste alla lettera d) ed alla lettera e-bis) del comma precedente.
Le variazioni e le modificazioni dell'indirizzo hanno effetto, ai fini delle notificazioni, dal trentesimo giorno
successivo a quello dell'avvenuta variazione anagrafica o, per le persone giuridiche e le societa' ed enti privi di
personalita' giuridica, dal trentesimo giorno successivo a quello della ricezione da parte dell'ufficio della dichiarazione
prevista dagli articoli 35 e 35-ter del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, ovvero del
modello previsto per la domanda di attribuzione del numero di codice fiscale dei soggetti diversi dalle persone fisiche
non obbligati alla presentazione della dichiarazione di inizio attivita' IVA.
Salvo quanto previsto dai commi precedenti ed in alternativa a quanto stabilito dall'articolo 142 del codice di
procedura civile, la notificazione ai contribuenti non residenti e' validamente effettuata mediante spedizione di lettera
raccomandata con avviso di ricevimento all'indirizzo della residenza estera rilevato dai registri dell'Anagrafe degli
italiani residenti all'estero o a quello della sede legale estera risultante dal registro delle imprese di cui all'articolo 2188
del codice civile. In mancanza dei predetti indirizzi, la spedizione della lettera raccomandata con avviso di ricevimento
e' effettuata all'indirizzo estero indicato dal contribuente nelle domande di attribuzione del numero di codice fiscale o
variazione dati e nei modelli di cui al terzo comma, primo periodo. In caso di esito negativo della notificazione si
applicano le disposizioni di cui al primo comma, lettera e).
La notificazione ai contribuenti non residenti e' validamente effettuata ai sensi del quarto comma qualora i
medesimi non abbiano comunicato all'Agenzia delle entrate l'indirizzo della loro residenza o sede estera o del domicilio
eletto per la notificazione degli atti, e le successive variazioni, con le modalita' previste con provvedimento del Direttore
dell'Agenzia delle entrate. La comunicazione e le successive variazioni hanno effetto dal trentesimo giorno successivo a
quello della ricezione.
Qualunque notificazione a mezzo del servizio postale si considera fatta nella data della spedizione; i termini che
hanno inizio dalla notificazione decorrono dalla data in cui l'atto e' ricevuto.
In deroga all'articolo 149-bis del codice di procedura civile e alle modalita' di notificazione previste dalle norme
relative alle singole leggi d'imposta non compatibili con quelle di cui al presente comma, la notificazione degli avvisi e
degli altri atti che per legge devono essere notificati alle imprese individuali o costituite in forma societaria e ai
professionisti iscritti in albi o elenchi istituiti con legge dello Stato puo' essere effettuata direttamente dal competente
ufficio con le modalita' previste dal regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 11 febbraio 2005, n.
68, a mezzo di posta elettronica certificata, all'indirizzo del destinatario risultante dall'indice nazionale degli indirizzi di
posta elettronica certificata (INI-PEC). All'ufficio sono consentite la consultazione telematica e l'estrazione, anche in
forma massiva, di tali indirizzi. Se la casella di posta elettronica risulta satura, l'ufficio effettua un secondo tentativo di
consegna decorsi almeno sette giorni dal primo invio. Se anche a seguito di tale tentativo la casella di posta elettronica
risulta satura oppure se l'indirizzo di posta elettronica del destinatario non risulta valido o attivo, la notificazione deve
essere eseguita mediante deposito telematico dell'atto nell'area riservata del sito internet della societa' InfoCamere Scpa
e pubblicazione, entro il secondo giorno successivo a quello di deposito, del relativo avviso nello stesso sito, per la
durata di quindici giorni; l'ufficio inoltre da' notizia al destinatario dell'avvenuta notificazione dell'atto a mezzo di
lettera raccomandata, senza ulteriori adempimenti a proprio carico. Ai fini del rispetto dei termini di prescrizione e
decadenza, la notificazione si intende comunque perfezionata per il notificante nel momento in cui il suo gestore della
casella di posta elettronica certificata gli trasmette la ricevuta di accettazione con la relativa attestazione temporale che
certifica l'avvenuta spedizione del messaggio, mentre per il destinatario si intende perfezionata alla data di avvenuta
consegna contenuta nella ricevuta che il gestore della casella di posta elettronica certificata del destinatario trasmette
all'ufficio o, nei casi di cui al periodo precedente, nel quindicesimo giorno successivo a quello della pubblicazione
dell'avviso nel sito internet della societa' InfoCamere Scpa. Nelle more della piena operativita' dell'anagrafe nazionale
della popolazione residente, per i soggetti diversi da quelli obbligati ad avere un indirizzo di posta elettronica certificata
da inserire nell'INI-PEC, la notificazione puo' essere eseguita a coloro che ne facciano richiesta, all'indirizzo di posta
elettronica certificata di cui sono intestatari, all'indirizzo di posta elettronica certificata di uno dei soggetti di cui
all'articolo 12, comma 3, del decreto legislativo 31 dicembre 1992, n. 546, ovvero del coniuge, di un parente o affine
entro il quarto grado di cui all'articolo 63, secondo comma, secondo periodo, del presente decreto, specificamente
incaricati di ricevere le notifiche per conto degli interessati, secondo le modalita' stabilite con provvedimento del
direttore dell'Agenzia delle entrate. Nelle ipotesi di cui al periodo precedente, l'indirizzo dichiarato nella richiesta ha

85
effetto, ai fini delle notificazioni, dal quinto giorno libero successivo a quello in cui l'ufficio attesta la ricezione della
richiesta stessa. Se la casella di posta elettronica del contribuente che ha effettuato la richiesta risulta satura, l'ufficio
effettua un secondo tentativo di consegna decorsi almeno sette giorni dal primo invio. Se anche a seguito di tale
tentativo la casella di posta elettronica risulta satura oppure nei casi in cui l'indirizzo di posta elettronica del
contribuente non risulta valido o attivo, si applicano le disposizioni in materia di notificazione degli avvisi e degli altri
atti che per legge devono essere notificati al contribuente, comprese le disposizioni del presente articolo diverse da
quelle del presente comma e quelle del codice di procedura civile dalle stesse non modificate, con esclusione
dell'articolo 149-bis del codice di procedura civile (1).
(1) Comma aggiunto dall'art. 7-quater, comma 6 decreto-legge 22 ottobre 2016 n. 193, convertito, con
modificazioni, dalla legge 1° dicembre 2016 n. 225. Per l'applicazione delle disposizioni contenute nel presente comma
vedasi l'art. 7-quater, comma 7 del citato decreto-legge n. 193 del 2016.

DPR 602/73
Art. 26
Notificazione della cartella di pagamento.
In vigore dal 03/12/2016
Modificato da: Decreto-legge del 22/10/2016 n. 193 Articolo 7 quater
La cartella e' notificata dagli ufficiali della riscossione o da altri soggetti abilitati dal concessionario nelle forme
previste dalla legge ovvero, previa eventuale convenzione tra comune e concessionario, dai messi comunali o dagli
agenti della polizia municipale. La notifica puo' essere eseguita anche mediante invio di raccomandata con avviso di
ricevimento; in tal caso, la cartella e' notificata in plico chiuso e la notifica si considera avvenuta nella data indicata
nell'avviso di ricevimento sottoscritto da una delle persone previste dal secondo comma o dal portiere dello stabile dove
e' l'abitazione, l'ufficio o l'azienda.
La notifica della cartella puo' essere eseguita, con le modalita' di cui al decreto del Presidente della Repubblica
11 febbraio 2005, n. 68, a mezzo posta elettronica certificata, all'indirizzo del destinatario risultante dall'indice
nazionale degli indirizzi di posta elettronica certificata (INI-PEC), ovvero, per i soggetti che ne fanno richiesta, diversi
da quelli obbligati ad avere un indirizzo di posta elettronica certificata da inserire nell'INI-PEC, all'indirizzo dichiarato
all'atto della richiesta. In tali casi, si applicano le disposizioni dell'articolo 60 del decreto del Presidente della
Repubblica 29 settembre 1973, n. 600.

Quando la notificazione della cartella di pagamento avviene mediante consegna nelle mani proprie del
destinatario o di persone di famiglia o addette alla casa, all'ufficio o all'azienda, non e' richiesta la sottoscrizione
dell'originale da parte del consegnatario.
Nei casi previsti dall'art. 140 del codice di procedura civile, la notificazione della cartella di pagamento si
effettua con le modalita' stabilite dall'art. 60 del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 600, e si
ha per eseguita nel giorno successivo a quello in cui l'avviso del deposito e' affisso nell'albo del comune (1).
Il concessionario deve conservare per cinque anni la matrice o la copia della cartella con la relazione
dell'avvenuta notificazione o l'avviso di ricevimento ed ha l'obbligo di farne esibizione su richiesta del contribuente o
dell'amministrazione.
Per quanto non e' regolato dal presente articolo si applicano le disposizioni dell'art. 60 del predetto decreto; per
la notificazione della cartella di pagamento ai contribuenti non residenti si applicano le disposizioni di cui al quarto e
quinto comma dell'articolo 60 del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 600 (2).
(1) Con sentenza 22 novembre 2012 n. 258 (in G.U n. 47 del 28.11.2012) la Corte costituzionale ha dichiarato
l'illegittimita' costituzionale,in relazione agli artt. 3 e 24 Cost., del presente comma nella parte in cui stabilisce che la
notificazione della cartella di pagamento "Nei casi previsti dall'art. 140 del codice di procedura civile [...] si esegue con
le modalita' stabilite dall'art. 60 del D.P.R. 29 settembre 1973, n. 600", anziche' "Nei casi in cui nel comune nel quale
deve eseguirsi la notificazione non vi sia abitazione, ufficio o azienda del destinatario [...] si esegue con le modalita'
stabilite dall'art. 60, primo comma, alinea e lettera e), del d.P.R. 29 settembre 1973, n. 600".
(2) La Corte costituzionale con sentenza 7 novembre 2007 n. 366 ha dichiarato l'illegittimita' costituzionale del
presente comma del presente articolo nella parte in cui prevede, nel caso di notificazione a cittadino italiano avente
all'estero una residenza conoscibile dall'amministrazione finanziaria in base all'iscrizione nell'Anagrafe degli Italiani
Residenti all'Estero (AIRE), che le disposizioni contenute nell'articolo 142 del codice di procedura civile non si
applicano.

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