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Parere di Deontologia Forense

L'avvocato ove svolgo la pratica forense ha sottoposto alla mia attenzione la questione
deontologica relativa alla rinuncia al mandato da parte dell’avvocato.

***

La rinuncia al mandato è disciplinata sia nel Nuovo Codice Deontologico Forense, all'art 32
sia nel Codice di Procedura Civile all'art. 85 ed uno strumento offerto all’avvocato, legato al
tipico rapporto di fiducia che lega avvocato e cliente e che, a volte, viene meno.

L'art. 32 NCDF1, in particolar modo, regola gli adempimenti materiali relativi alla rinuncia al
mandato e alle cautele che devono essere osservate per evitare di danneggiare la parte
assistita, avvertimento chiaramente esplicato al comma 1 dell'art. 32 NCDF ("L'avvocato ha
la facoltà di recedere dal mandato, con le cautele necessarie per evitare pregiudizi alla parte
assistita").

La rinuncia al mandato ha natura di dichiarazione recettizia a forma libera. Proprio per questo
carattere recettizio, la comunicazione esplica i suoi effetti solo dal momento in cui viene
comunicata all'altra parte2. Pur prevedendo la norma la forma libera, è consigliabile, anche in
ossequio al dovere di professionalità e diligenza, dare comunicazione scritta all'assistito
tramite raccomandata o P.E.C. In caso di irreperibilità del cliente, l'avvocato deve comunque
esperire un tentativo di comunicazione tramite raccomandata spedita all'indirizzo anagrafico
o all'ultimo domicilio conosciuto o a mezzo P.E.C. Con l'adempimento di tale formalità,
l'avvocato è esonerato da ogni altra attività, indipendentemente dalla effettiva ricezione della
rinuncia.

Tale atto, però, non fa perdere al procuratore lo ius postulandi e la rappresentanza legale in
favore del cliente per tutti gli atti connessi al procedimento, almeno fino a quando non sia

1
Art. 32, NCDF: “1. L’avvocato ha la facoltà di recedere dal mandato, con le cautele necessarie per evitare
pregiudizi alla parte assistita. 2. In caso di rinuncia al mandato l’avvocato deve dare alla parte assistita un
congruo preavviso e deve informarla di quanto necessario per non pregiudicarne la difesa. 3. In ipotesi di
irreperibilità della parte assistita, l’avvocato deve comunicare alla stessa la rinuncia al mandato con lettera
raccomandata all’indirizzo anagrafico o all’ultimo domicilio conosciuto o a mezzo p.e.c.; con l’adempimento di
tale formalità, fermi restando gli obblighi di legge, l’avvocato è esonerato da ogni altra attività,
indipendentemente dall’effettiva ricezione della rinuncia. 4. L’avvocato, dopo la rinuncia al mandato, nel
rispetto degli obblighi di legge, non è responsabile per la mancata successiva assistenza, qualora non sia
nominato in tempi ragionevoli altro difensore. 5. L’avvocato deve comunque informare la parte assistita delle
comunicazioni e notificazioni che dovessero pervenirgli. 6. La violazione dei doveri di cui ai precedenti commi
comporta l’applicazione della sanzione disciplinare della censura.”
2
Cassazione Civile sez. II 29 agosto 1992 n. 9994
1
avvenuta la sua sostituzione con altro procuratore3. La nomina di un nuovo difensore in
sostituzione di quello precedente, presso il quale la parte aveva eletto domicilio, non fa venir
meno a carico del domiciliatario gli obblighi connessi alla ricezione degli atti per i quali sia
avvenuta la domiciliazione. Tra questi obblighi vi è appunto quello di informare il nuovo
difensore dell'avvenuta notifica di sentenze emesse nei confronti della parte successivamente
alla cessazione dell'incarico, rientrando con questo tra gli obblighi di diligenza professionale4.
In ogni caso il procuratore non ha più la legittimazione a compiere atti nell'interesse del
mandante, in quanto la rinuncia ha pieno effetto tra il cliente e il difensore e determina il
venir meno del rapporto di prestazione d'opera intellettuale instauratosi con il cd. contratto di
patrocinio5. Rimane fermo il principio per cui la rinuncia del professionista non deve mai
risolversi in un pregiudizio per il cliente, motivo per cui viene richiesto che egli venga
avvisato con un congruo preavviso onde procedere una sostituzione. Nel caso in cui la
rinuncia si sostanzi a ridosso di un'udienza, l'avvocato è tenuto in ogni caso a presenziare e
magari a chiedere un rinvio dell'udienza per consentire alla parte di scegliere un nuovo
difensore. Se il cliente non provvede in tempi ragionevoli alla nomina di un nuovo legale in
sostituzione del dimissionario, quest'ultimo non sarà responsabile per la mancata successiva
assistenza, pur essendo tenuto ad informare il cliente delle comunicazioni che dovessero
pervenirgli. Ciò a conferma che l'avvocato che rinuncia non può essere tenuto allo ius
postulandi a tempo indeterminato se il cliente non provvede alla sostituzione. Così se
l'assistito non provvede in tempi ragionevoli alla nomina di un altro difensore, nel rispetto
degli obblighi di legge l'avvocato non è responsabile per la mancata successiva assistenza.

L'art 85 c.p.c.6 agisce su un altro piano, prettamente processuale; stabilisce, infatti, che la
rinuncia, come la revoca, non ha effetto nei confronti dell'altra parte finché non sia avvenuta
l’effettiva sostituzione del difensore. Ciò va interpretato nel senso che il procuratore conserva
le sue funzioni con riguardo alle vicende del processo sia per quanto riguarda la
legittimazione a ricevere gli atti nell'interesse del mandante, sia per quanto riguarda la
legittimazione a compiere gli atti nel suo interesse7.

3
Cassazione civile sez. un. 28 ottobre 1995 n. 11303
4
Cassazione civile sez. II 13 febbraio 1996 n. 1085
5
Cassazione civile sez. lav. 04 febbraio 1987 n. 1085
6
Art. 85 c.p.c.: “La procura può essere sempre revocata e il difensore può sempre rinunciarvi, ma la revoca e
la rinuncia non hanno effetto nei confronti dell'altra parte finché non sia avvenuta la sostituzione del
difensore”.
7
Cassazione civile sez. III 20 ottobre 1989 n. 4226
2
Come prescritto dall’art. 32, par. 6, NCDF, una eventuale violazione degli obblighi espressi
nel predetto articolo troverà applicazione la sanzione disciplinare della censura.

Padova, 13 giugno 2019

Dott.ssa Irene Martellato Avv. Selene Nicolè

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