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ORDINE DEGLI AVVOCATI DI FIRENZE

RELAZIONE CONCLUSIVA DEL TIROCINIO FORMATIVO PRESSO IL TRIBUNALE DI FIRENZE PER IL II ANNO DI PRATICA FORENSE
(Rif. Convenzione stipulata in data 8/07/2008 tra il Consiglio dellordine di Firenze ed il Tribunale Ordinario di Firenze)

PRATICANTE AVVOCATO: dr. FRANCESCO SARDEGNA MAGISTRATO AFFIDATARIO: dr. ROBERTA SANTONI RUGIU

Indice: 1) LA PRATICA FORENSE SVOLTA ALLINTERNO DELLUFFICIO DEL GIUDICE. 2) LANALISI DELLA COMPETENZA PER MATERIA E PER TERRITORIO DEL GIUDICE DEL LAVORO, ANCHE ALLA LUCE DI ALCUNE SENTENZE DEL MAGISTRATO AFIDATARIO. 3) LA REDAZIONE DI C.D. SCHEDE DEL PROCESSO ED INDIVIDUAZIONE DEGLI ELEMENTI NECESSARI DEL RICORSO EX ART. 409 CPC. 4) LO STUDIO DI ALCUNI CASI. a) Controversie aventi ad oggetto limpugnazione del licenziamento del lavoratore. b) La tutela del lavoratore alle dipendenze dellappaltatore nel caso di appalto di opera o

servizio.

5) LA PARTECIPAZIONE AL XXXII CORSO DI TECNICA FORENSE. 6) CONCLUSIONI PERSONALI SULLESPERIENZA FORMATIVA.

1) LA PRATICA FORENSE SVOLTA ALLINTERNO DELLUFFICIO DEL GIUDICE La Convenzione tra lOrdine degli Avvocati e il Tribunale Ordinario di Firenze, stipulata in data 8.07.2008, ha previsto la possibilit per i praticanti avvocati di svolgere il secondo anno di pratica forense presso le Sezioni Civili del Tribunale, sotto la guida di un Magistrato, in alternativa al tirocinio presso uno studio professionale. Il praticante ha, in questo modo, lopportunit di conoscere il mondo del diritto e, pi in particolare, della giustizia da una prospettiva diversa, affiancando il magistrato nella attivit di udienza. Durante questa esperienza formativa, il tirocinante acquisisce unampia conoscenza delle varie fasi del processo, procedendo altres allo studio di un elevato numero di fascicoli, cui corrispondono cause diverse per oggetto e per materia in essi trattati. La pratica forense stata da me svolta, per il periodo dal 3 novembre 2009 al 15 ottobre 2010, nella Sezione Lavoro del Tribunale di Firenze ed ha comportato la partecipazione alle udienze del Giudice, Dr. Roberta Santoni Rugiu, tramite la redazione dei verbali. La mia attivit consistita altres nello studio ragionato di massime giurisprudenziali e degli atti processuali relativi alle cause pendenti sul ruolo del Magistrato. Per quanto riguarda la presenza in udienza, devo segnalare limportanza della prima udienza di trattazione del rito del lavoro, ex art. 420 cpc.. Nel corso di essa, infatti, ho avuto lopportunit di osservare la trattazione della causa che il Giudicante svolge con le parti e con i rispettivi legali. A tal proposito va rilevato che un ampio spazio della medesima udienza viene riservato allinterrogatorio libero delle parti e al tentativo di conciliazione operato dal Giudice e condotto tenendo in debito conto le questioni peculiari della vicenda oggetto di causa e le contrapposte prospettazioni, per come risultanti negli atti di causa. Oltre alla fase di assistenza in udienza, durante una prima parte del mio percorso formativo, anche su suggerimento del Magistrato affidatario, ho proceduto allo studio del processo del lavoro e, in particolare, allindividuazione delle materie rientranti nella competenza di tale giudice. In seguito, ho cercato di ricostruire la disciplina delle fattispecie maggiormente oggetto di contenzioso, analizzando, in particolare, la giurisprudenza di legittimit e di merito elaborata sugli istituti di riferimento.

2) LANALISI DELLA COMPETENZA PER MATERIA E PER TERRITORIO DEL GIUDICE DEL LAVORO, ANCHE ALLA LUCE DI ALCUNE SENTENZE DEL MAGISTRATO AFFIDATARIO.
In una prima fase del tirocinio formativo da me svolto, stato approfondito lo studio sono state analizzate le relativo alla competenza del Giudice del lavoro sia per materia che per territorio. particolare, per quanto attiene alla competenza per materia disposizioni degli artt. 409 e 442 cpc. Per quanto concerne la competenza per territorio occorre segnalare che, ai sensi della. 413 comma 2 cpc, tale competenza si collega alla sede dellimpresa o della sua dipendenza, ovvero al luogo di conclusione del contratto. A tal proposito opportuno evidenziare il ricorso di un lavoratore, con cui questultimo adiva il Giudice del Lavoro del Tribunale di Firenze, al fine di contestare la legittimit del recesso operato dallimpresa datrice di lavoro; daltra parte, la societ convenuta resisteva a tale domanda, eccependo, in rito, lincompetenza per territorio del giudice adito. La difesa della convenuta affermava infatti che la propria sede fosse Frosinone e che la societ non disponesse di alcuna dipendenza ai sensi della 413 cpc, sostenendo altres che il contratto di lavoro fosse stato sottoscritto dal ricorrente presso la medesima sede sociale. Nel caso di specie, la difesa del ricorrente aveva individuato la competenza del Tribunale di Firenze, sostenendo che la prestazione si fosse svolta a Firenze e che nessun testo contrattuale fosse mai stato sottoscritto dal ricorrente a Frosinone, ma questultimo si era limitato a ricevere via fax, nella sede di Firenze, le proposte contrattuali provenienti da Frosinone. Ad ogni buon conto occorre evidenziare che il ricorrente non aveva potuto utilizzare il criterio del collegamento con la dipendenza dellimpresa, sita in Firenze, poich erano trascorsi pi di 6 mesi tra il recesso operato dalla societ datrice di lavoro, con la soppressione della sede di Firenze e la domanda giudiziaria introdotta dal ricorrente (art. 413 comma III). Merita infine rilevare che il Giudicante si riteneva competente a decidere la controversia, sostenendo che la competenza per territorio appartiene al luogo in cui la prestazione ha avuto esecuzione, laddove la mancanza di unautonoma fonte del rapporto come nella causa descritta impedisce di identificare il luogo in cui lo stesso sorto (Cass. sez. lav. n. 5837/04, n. 10006/01). Nel caso di specie, infatti, non vi era stata 4 In

alcuna

sottoscrizione di un contratto

e, pertanto, la competenza doveva essere

individuata nel luogo di esecuzione della prestazione. opportuno altres segnalare che in unaltra controversia, parte resistente sosteneva lincompetenza del giudice di Firenze adito, a favore del Tribunale di Livorno, poich la sede legale dellimpresa convenuta si trova in questultimo comune. La ricorrente invece ribadiva la competenza territoriale del Tribunale di Firenze, in quanto giudice del luogo ove situata la sede effettiva della medesima societ. In punto di fatto, era pacifico che la sede legale della societ convenuta, ex datrice di lavoro del ricorrente, si trovasse nel Comune di Livorno e, invero, dagli atti prodotti in causa non si ravvisavano elementi univoci ed idonei a far ritenere con certezza che in via XXXXX (Fi) vi fosse una sede nella quale si accentrassero i poteri di amministrazione e direzione della societ tale da costituire il punto di riferimento dei rapporti giuridici della stessa. In tale ottica, ai sensi dellart. 38, comma 3, c.p.c., la documentazione prodotta (buste paga, corrispondenza informativa, visura camerale, lettere intestate ecc.) induceva a ritenere leffettiva sussistenza di una articolazione della societ in Firenze, ma non dimostrava, tuttavia, lesistenza di una sede operativa nella quale, a titolo esemplificativo, fossero state tenute le scritture contabili ovvero operassero i vertici amministrativi. Non vi erano quindi elementi che potessero far ipotizzare che, in alternativa e ad esclusione di quella di Livorno, lunit di Firenze fosse la sede effettiva della societ nei termini richiesti dalla giurisprudenza sopra citata. Per quanto concerne la soluzione della causa merita rilevare che in punto diritto, per consolidato orientamento giurisprudenziale, nelle cause di lavoro proposte contro una societ, il foro dell'azienda, previsto dall'art. 413 cod. proc. civ., coincide con quello della sede sociale nella quale si accentrano di fatto i poteri di direzione e di amministrazione dell'azienda stessa, presumendosi la coincidenza della sede effettiva dell'impresa con quella legale. (Cass. 27.8.1991 n. 9172). Il suddetto orientamento veniva seguito nella soluzione della controversia e, pertanto, leccezione di incompetenza territoriale sollevata da parte convenuta stata ritenuta fondata ed idonea a definire il giudizio, in quanto il ricorrente non aveva fornito la prova dellesistenza di una sede operativa a Firenze, in via XXXXX, idonea a radicare la competenza del Tribunale di Firenze. Non stato infatti provato che quella di Firenze fosse la sede effettiva della societ convenuta, intesa come quella in cui sono accentrati i

poteri di direzione e amministrazione delle societ (Cass. Sez. Lav. n. 5560/89, n. 9172/91). Inoltre, ex art. 428 c.p.c., la causa veniva rimessa al competente Tribunale di Livorno, in funzione di giudice del lavoro, con assegnazione del termine di trenta giorni per la riassunzione. 2) REDAZIONE DI C.D. SCHEDE DEL PROCESSO E INDIVIDUAZIONE DEGLI ELEMENTI NECESSARI PER IL RICORSO EX ART. 409 CPC. Una seconda parte del tirocinio formativo sotto la guida del Magistrato affidatario, ha riguardato lo studio di alcune controversie tramite la redazione di c.d. schede del processo, contemporaneamente allattivit di preparazione delludienza del giorno successivo. Tali schede sono strutturate in modo da individuare il petitum e la causa pretendi del ricorso introduttivo del giudizio e della eventuale comparsa di costituzione, analizzando altres le conclusioni formulate dagli avvocati in tali atti processuali. Complessivamente i casi oggetto di questo tipo di analisi sono stati circa venti; inoltre tale modalit di apprendimento stata accompagnata dallo studio dei principali istituti sostanziali e processuali sottesi a tali controversie. In questo modo, come praticante avvocato, ho avuto la possibilit di verificare la concreta modalit di redazione di un elevato numero di atti, connessi a diverse tipologie di pretese giudiziarie. Devo inoltre sottolineare che il confronto continuo e costante con la Dr. Santoni, precedente e successivo allattivit di udienza, unitamente alla modalit sopra descritta di studio delle controversie, mi ha consentito di cogliere gli eventuali profili problematici e/o carenze relative alla domanda proposta con il ricorso e della relativa opposizione. Allesito di tale percorso formativo ritengo quindi di avere individuato gli elementi necessari per la redazione di un atto processuale e, pi in particolare, del ricorso ex art. 409 cpc, Lavoro. Reputo utile segnalare al riguardo che, nei casi di rivendicazione di un rapporto di natura di lavoro subordinato, la domanda deve essere sviluppata sulla base di allegazioni di fatto e deduzioni istruttorie idonee a far emergere gli elementi fondamentali ai fini della qualificazione, pena il rigetto del ricorso e, eventuale, condanna alle spese del ricorrente. A fronte di ci onere della parte ricorrente dedurre circa direttive datoriali di qualsiasi tipo, nonch lindicazione della persona da cui sarebbero scaturite, tali 6 in alcune fattispecie particolarmente presenti dinanzi alla Magistratura del

disposizioni infatti devono essere indicate come necessaria espressione del potere di eterodirezione da parte della convenuta, senza il quale non si pu nemmeno parlare di subordinazione. Ai fini della qualificazione giuridica della prestazione, che si rivendica come subordinata, inoltre necessario dedurre circostanze puntuali in ordine all esercizio di poteri direttivi di tipo tecnico ed organizzativo da parte del legale rappresentante della societ convenuta, che a loro volta importassero controllo sui tempi ed i modi della sua prestazione. Devono inoltre essere specificate puntualmente le mansioni espletate, lorario ed i giorni lavorativi, oltre che il CCNL di cui si chiede lapplicazione (da ultimo, fra le molte, Cass. sez. lav. n. 1717/09, n. 3713/09 e n. 13858/09). Di conseguenza, le circostanze dedotte a prova orale dal ricorrente devono menzionare fatti significativi quanto alleterodirezione dellattivit lavorativa sotto forma di soggezione del prestatore a direttive tecniche ed organizzative impartite dai superiori a conformazione dellattivit e verifica dei risultati (criterio principale), quanto alla continuit della prestazione, allobbligo di presenza giornaliera secondo orari prestabiliti ed il carattere fisso del compenso (criteri sussidiari). Altrimenti le prove orali prove orali non possono venire ammesse per difetto di allegazione quanto ai criteri giurisprudenziali in base ai quali operare la qualificazione. La dimostrazione della subordinazione inoltre ancor pi rigorosa nei casi in cui pacifico che sia stata svolta una prestazione, anche se da poter essere ricondotta ad altro titolo quale un vincolo sociale che prevedeva la collaborazione dei soci in unassociazione o in modo autonomo perch regolato da un accordo di prestazione professionale. Ritengo opportuno segnalare che anche nei casi in cui il lavoratore agisce per ottenere linquadramento in una qualifica superiore vi lonere per la parte di allegare e provare gli elementi posti a base della domanda, ed in particolare di specificare il contenuto delle mansioni svolte in concreto dal ricorrente, per poi raffrontarle con i profili caratterizzanti le mansioni sia della superiore qualifica rivendicata sia della qualifica inferiore riconosciutagli dal datore. La mancanza di tali elementi comporta il rigetto della domanda. Deve quindi rilevarsi che l eventuale assenza di deduzioni e richieste istruttorie quanto alla precisazione dei compiti svolti dal lavoratore, nonch lassenza di comparazione fra le medesime mansioni e le due declaratorie coinvolte nel giudizio comporta il rigetto del ricorso nel merito per difetto di allegazione e prova. A tal proposito, in uno dei casi affrontati, la ricorrente chiedeva di dimostrare le mansioni svolte, deducendo tuttavia la sola declaratoria contrattuale del livello superiore 7

rivendicato (VI), ma non anche di quello attribuito (nel tempo prima III e poi IV). Mancava peraltro ogni riferimento al contenuto di queste ultime enunciazioni collettive, e ci per quanto riguarda sia la definizione generale sia quella delle singole posizioni professionali ivi incluse. Orbene, nella decisione di rigetto del ricorso, il Giudice riteneva che lomissione dei motivi, per i quali il progressivo livello riconosciuto sarebbe stato insufficiente, non potesse essere colmato dalla mera lettura del CCNL allegato dal ricorrente. Nel procedimento logico giuridico diretto alla determinazione dellinquadramento di un lavoratore subordinato non si pu infatti prescindere da tre fasi successive, e cio: laccertamento in fatto delle attivit lavorative in concreto svolte, lindividuazione delle qualifiche e gradi previsti dal contratto collettivo di categoria, ed il raffronto dei risultati di tali due indagini (da ultimo, fra le molte, Cass. sez. lav. n. 18214 del 2006, e n. 4791 del 2004).

3) LO STUDIO DI ALCUNI CASI. Lanalisi dei casi concreti oggetto delle udienze stato inoltre supportato e incentivato dallo studio delle sentenze emesse dal Giudice affidatario. In merito a ci va evidenziato che il frequente richiamo della giurisprudenza di legittimit, contenuto nelle decisioni della Dr. Santoni Rugiu, mi ha consentito di approfondire gli istituti giuridici, per come affrontati dalla giurisprudenza pi recente della Suprema Corte. Risulta quindi evidente che, in qualit di praticante avvocato, ho avuto modo di osservare numerosi temi oggetto di contenzioso da un punto di vista sicuramente privilegiato, oltre che autorevole. La particolarit celerit del rito del lavoro mi ha infatti consentito, attraverso unattenta lettura della soluzione giudiziale prospettata, di poter verificare quanto avevo in precedenza appreso nella redazione delle c.d. schede del processo, finendo con lacquisire una buona conoscenza di gran parte dei temi oggetto di ricorso e dei problemi ad essi sottesi. Tra gli argomenti oggetto di maggior approfondimento, con le modalit sopra descritte, vi sono stati quelli relativi alle diverse ipotesi di licenziamento, alle sorti dei lavoratori nel caso di trasferimento di azienda ovvero di appalto, al contratto di agenzia, agli infortuni sul lavoro, alle opposizioni alle cartelle esattoriali relative alla riscossione coattiva per contributi previdenziali, alle invalidit civili, al contenzioso relativo ai contratti a 8

termine. Si ritiene opportuno ripercorrere brevemente alcune decisioni a mero scopo esemplificativo aventi oggetto limpugnazione del licenziamento da parte del lavoratore, nonch un ricorso instaurato da un lavoratore sia nei confronti del proprio datore di lavoro, in qualit di appaltatore, che nei riguardi del committente di un servizio o di unopera. a) Controversie aventi ad oggetto limpugnazione del licenziamento del lavoratore Per quanto riguarda la categoria del licenziamento bisogna rilevare che un licenziamento pu essere supportato sia da ragioni soggettive, ossia attinenti ad una condotta del lavoratore, sia da ragioni oggettive, cio inerenti a decisioni del datore di lavoro in ordine alle dimensioni ed allorganizzazione interna di una determinata impresa. Dalle cause aventi ad oggetto tali fattispecie reputo opportuno evidenziare limportanza che emerge del rispetto dei requisiti di forma dellatto di licenziamento. Infatti, ai sensi dellart. 2 della legge n. n. 604/1966, il licenziamento deve essere intimato per iscritto. Tuttavia, lindicazione dei motivi sottesi alladozione di tali atti da parte del datore di lavoro non deve avvenire sin dalla comunicazione, essendo previsto soltanto che, in caso di omessa indicazione, il lavoratore possa richiederne la comunicazione al datore di lavoro entro quindici giorni; in tale ipotesi il datore deve effettuare tale comunicazione entro ulteriori sette giorni. Inoltre nel caso di licenziamento c.d. disciplinare, lart. 7 dello Statuto dei lavoratori, obbliga il datore di lavoro ad una contestazione preventiva delladdebito disciplinare. Ad ogni buon conto deve rilevarsi che, nel caso di licenziamento comminato in maniera puntuale e di eventuale giudizio promosso dal lavoratore1, sia il giustificato motivo soggettivo che oggettivo debbono essere dimostrati dal datore di lavoro (art. 5 della legge n. 604/1966). Merita altres notare che, laddove il licenziamento sia stato ravvisato dal giudice privo di adeguato motivo, viene in rilievo la nota distinzione tra tutela c.d. reale e quella c.d. obbligatoria. Per quanto concerne tale divisione deve rilevarsi che la tutela reale, di gran lunga pi protettiva rispetto alla tutela obbligatoria, si applica alle imprese che superano una determinata soglia dimensionale, commisurata in base al numero di dipendenti: nelle unit produttive che occupano pi di 15 dipendenti insistenti nellambito comunale, o comunque nelle imprese che occupano pi di 60 dipendenti a livello nazionale.

Occorre evidenziare che il lavoratore deve impugnare lintervenuto licenziamento entro 60 giorni, altrimenti decade dalla possibilit di adire la tutela giurisdizionale, art. 6 legge 604/1966. Sul tema della decadenza si ritiene opportuno rinviare a quanto di recente espresso, in maniera approfondita, dalle Sezioni Unite 8830/2010.

La tutela c.d. reale prevede che il lavoratore illegittimamente licenziato ha diritto al ripristino giuridico del rapporto di lavoro, nonch la conseguente reintegrazione materiale nel posto di lavoro, oltre che il risarcimento dei danni patiti a causa del licenziamento che viene fissato in almeno 5 mensilit di retribuzione. La legge n. 108 del 1990 ha inoltre aggiunto la possibilit per il lavoratore di risolvere il rapporto, fatti salvi i danni pregressi, in luogo della reintegrazione, con il conseguimento di un bonus di 15 mensilit di retribuzione. Diversamente la tutela c.d. obbligatoria, prevista allart. 8 della legge 604/1996, garantisce un regime di protezione pi debole rispetto a quella descritta in precedenza, in quanto comporta il diritto per il lavoratore ad essere riassunto, ma non a poter rivendicare le spettanze retributive maturate dal licenziamento sino alleventuale sentenza che ha statuito lobbligo di riassunzione. Va tuttavia evidenziato che, a seguito delleventuale sentenza dichiarativa del carattere ingiustificato del licenziamento, lobbligo di riassunzione che ne deriva pu essere sostituito con in pagamento, da parte del datore di lavoro, con un risarcimento del danno, commisurato ad una penale predeterminata dalla legge, tra un minimo di due mensilit e mezzo e un massimo di sei mensilit della retribuzione globale di fatto percepita dal lavoratore. Orbene, in uno dei casi oggetto di studio, il ricorrente asseriva di avere lavorato alle dipendenze della societ convenuta per il periodo dal 1.10.2007 al licenziamento per giustificato motivo oggettivo senza preavviso del 28.5.2009, inquadrato come impiegato di I livello CCNL Spedizione e Trasporto Merci. Impugnava tale licenziamento, definendo generica ed infondata la relativa motivazione (riduzione di personale) ed eccepiva altres la violazione dellobbligo di repechage, a fronte della possibilit di essere ricollocato in una delle decine di unit locali della convenuta sparse su tutto il territorio nazionale. Parte ricorrente deduceva il requisito dimensionale della tutela reale, pertanto chiedeva in tesi, che il licenziamento fosse dichiarato illegittimo con ordine di reintegra nel posto di lavoro e condanna al pagamento delle retribuzioni dovute dal recesso alla reintegra, oltre accessori e regolarizzazione contributiva; in ipotesi, qualora il licenziamento fosse ritenuto legittimo, che la convenuta fosse condannata al pagamento di . 10.299,86 a titolo di indennit sostitutiva del preavviso, TFR, ferie non godute e ROL., somme tutte dovute al momento del recesso. La societ convenuta non si costituiva, rimanendo contumace, e la causa era istruita con i documenti prodotti dal ricorrente e veniva ritenuta dal Giudicante matura per la decisione senza necessit di prove orali. 10

Tale causa verteva quindi sulla legittimit del recesso in quanto motivato con la laconica dizione causa: riduzione di personale, che il lavoratore ha contestato sia quanto alla sua fondatezza nel merito, sia quanto alla possibilit di essere reimpiegato in una delle 37 unit locali della convenuta. Particolare rilevo, ai fini della decisione del caso di specie, assumeva la posizione di contumacia della datrice che, pertanto, non era in grado di assolvere allonere che le competeva quanto alla giustificazione sostanziale del recesso, allegando e provando in cosa consistesse la riduzione di personale che il dipendente negava essersi mai verificata, e dimostrando altres limpossibilit di ricollocazione utile del lavoratore nellintero ambito aziendale ove questi aveva affermato esservi possibilit. Ugualmente, la contumacia della convenuta le ha impedito di assolvere lonere relativo alla dimostrazione del requisito dimensionale inferiore alla invocata tutela reale (essendo peraltro documentata lesistenza di 350 dipendenti a livello nazionale), ed infine le ha impedito di eccepire lesistenza di aliunde perceptum successivo al recesso. In virt delle suddette ragioni, la domanda di tesi del ricorrente veniva accolta, risultando il recesso illegittimo per infondatezza del giustificato motivo oggettivo, e in applicazione della tutela reale, la convenuta stata condannata alla reintegra del ricorrente nel posto di lavoro con risarcimento del danno nella misura delle retribuzione globale di fatto dovuta dal recesso alla reintegra, oltre accessori e regolarizzazione contributiva.

b) La tutela del lavoratore alle dipendenze dellappaltatore nel caso di appalto di opera o servizio. Nellambito di ulteriori fattispecie oggetto di contenzioso vi rientrano le situazioni in cui un lavoratore non viene retribuito dal proprio datore di lavoro, il quale a sua volta appaltatore dopera o di un servizio ceduti a questi da un altro soggetto (committente) , a fronte del pagamento di un corrispettivo in denaro (art. 1655 c.c.). In queste ipotesi, il lavoratore pu agire per il recupero della propria retribuzione sia nei confronti del datore di lavoro (appaltatore), sia nei confronti dellappaltante. La disposizione dellart. 29 del d.lgs. 276/2003 prevede infatti unobbligazione solidale fra appaltante e appaltatore per il trattamento dovuto ai dipendenti dellappaltatore. Tale obbligo solidale inerente la corresponsione dei trattamenti retributivi e contributivi dovuti ai dipendenti dellappaltatore e grava sul committente fino a 11

due anni dalla cessazione dellappalto. Tale normativa si propone di incentivare lappaltante ad affidare solo a terzi provvisti di idonea capacit economica e seriet organizzativa le proprie commesse. In questo modo si cerca di favorire, da un lato, il processo di destrutturazione produttiva e, dallaltro lato, di garantire i lavoratori. Merita inoltre rilevare che, con il comma 911 dellarticolo unico della Legge Finanziaria 2007 (l. 296/2006), il Legislatore ha esteso la solidariet del committente anche nei confronti dei dipendenti dei subappaltatori; prevedendo altres che tale solidariet operi anche per il caso dinfortunio o di malattia professionale del dipendente dellappaltatore o del subappaltatore. In base a tale disciplina, committente e appaltatore prima di versare il corrispettivo dellappalto ai rispettivi contraenti devono accertare che gli adempimenti fiscali e contributivi relativi alle prestazioni di lavoro concernenti lopera o il servizio appaltati siano stati correttamente eseguiti. Lesito positivo di tale accertamento fa venire meno la responsabilit solidale (soltanto in relazione agli adempimenti fiscali e contributivi, ma non retributivi). Per quanto riguarda un caso concreto, affrontato in udienza, relativo al suddetto tema, reputo utile richiamare il ricorso proposto da un lavoratore, depositato in data 20 luglio 2007, con cui conveniva la srl X e la scarl Y, affermando di avere lavorato di fatto alle dipendenze della prima societ addetto al cantiere edile ricevuto in appalto dalla seconda societ nellambito della costruzione di un palazzo sito in via ZZZZZ, con mansioni di operaio di III livello CCNL Edilizia Industria nel periodo dal 18.5.06 al 28.6.06 quando era stato licenziato verbalmente. In tale procedimento, La srl X, bench citata presso la propria sede legale (come da visura camerale prodotta), non si costituiva rimanendo contumace, n compariva a rendere linterrogatorio formale disposto dal Giudice. La scarl Y si costituiva con memoria, riconoscendo lappalto con la srl X posto a base della domanda.
La causa era istruita con due

testi, ex colleghi di lavoro del ricorrente, i quali

confermavano che la prestazione del ricorrente si era svolta per intero presso il cantiere per la costruzione del palazzo in via ZZZZ, nel quale la societ X operava in appalto della scarl Y. Quanto allindividuazione del datore di lavoro, entrambi i testi riferivano che il ricorrente aveva svolto la sua attivit di fatto alle dipendenze della srl X. Del resto, per avvalorare definitivamente la subordinazione non assicurata, lo stesso ricorrente aveva documentato di essere stato in possesso di badge per lingresso al cantiere, rilasciato a suo nome da parte della srl X (doc. 3 ric.). Per la durata e lestensione della prestazione, i 12

testi ribadivano che il ricorrente aveva lavorato dal 18.5.06 al 28.6.06 negli orari dedotti dal luned al sabato mattina, con mansioni di operaio edile da inquadrare al III livello CCNL Edilizia Industria. Di conseguenza, il Giudice accoglieva la domanda del ricorrente, ritenendo provati lesistenza e la durata del rapporto di lavoro subordinato non assicurato con la srl X, nel periodo dal 18.5.06 al 28.6.06, circostanze a fronte delle quali il lavoratore aveva maturato - previa detrazione del percepito per . 400,00 - i crediti retributivi indicati nel conteggio allegato al ricorso per limporto complessivo di . 2.670,96. Pertanto, ai sensi della. 29 D. Lg.vo 273/03, la somma veniva posta in via solidale a carico del datore di lavoro srl X e del committente scarl Y, appaltante del primo, poich lobbligo solidale concerne il trattamento economico e normativo che, per legge o contratto collettivo, compete ai dipendenti addetti a lavorazioni inerenti il contratto di appalto qualora, come nel caso in esame, nessuna questione sia stata sollevata in ordine al fatto che la richiesta del lavoratore si collochi nellambito dei limiti temporali previsti con riferimento alla durata del contratto di appalto.

5) LA PARTECIPAZIONE AL XXXII CORSO DI TECNICA FORENSE


Nel corso del secondo anno di pratica forense ho inoltre approfondito di altre materie utili ai fini dellesercizio dellattivit professionale, con la frequenza al XXXII Corso di Tecnica Forense promosso dalla Fondazione per la Formazione Forense dellOrdine degli Avvocati di Firenze. A tal proposito ritengo che di particolare importanza sia stata la trattazione di temi quali la difesa delle parti nel processo penale dinanzi al Giudice di Pace, i profili processuali delle locazioni, il diritto delle successioni e della famiglia. La partecipazione al suddetto corso mi ha quindi consentito di conoscere ulteriori aspetti nellambito dellesercizio della professione di avvocato.

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6) CONCLUSIONI PERSONALI SULLESPERIENZA FORMATIVA.


Prima di intraprendere il percorso formativo presso una delle sezioni civili del Tribunale di Firenze avevo la volont di acquisire il maggior numero possibile di strumenti necessari per la futura carriera professionale. Devo ritenere che tale traguardo sia stato raggiunto, anche grazie la particolare modalit di svolgimento di tale forma di tirocinio. Lo studio di un elevato numero di casi e di sentenze, oltre che i continui e autorevoli chiarimenti e suggerimenti del Magistrato affidatario sulle cause affrontate in udienza, mi ha infatti permesso di conoscere in maniera adeguata ogni fase del processo civile ed un ampio ventaglio di materie. Inoltre lattivit di ricerca e lavoro allinterno dellUfficio della dr. Santoni Rugiu mi ha dato la possibilit di osservare concretamente il sistema e il funzionamento della giustizia civile, in particolare per quanto attiene ai rapporti tra avvocati e giudici. I preziosi insegnamenti ricevuti dalla Dr. Santoni Rugiu costituiscono una parte fondamentale della formazione che ho acquisito durante la pratica, e saranno sempre presenti nel mio cammino professionale e umano. . Firenze, 4 novembre 2010

Praticante avvocato: Dr. Francesco Sardegna Magistrato affidatario: Dr. Santoni Rugiu Roberta

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