Barsotti
Appunti di Giurisprudenza
del CSX - Centrosinistra per l’Università
V. Varano - V. Barsotti
La Tradizione Giuridica Occidentale
Sebbene l’attenzione degli studiosi del diritto nei confronti del fenomeno della diversità
si intensifichi agli inizi del 1900, questa è costante nel corso della storia; già prima di
allora, alcuni storici, filosofi e giuristi hanno mostrato interesse per la diversità delle
istituzioni giuridiche: Platone, i decemviri romani, Fortescue e Montesquieu.
Il 1800 invece è caratterizzato da una chiusura netta nei confronti di ciò che è estraneo,
si tratta del secolo delle codificazioni e sopratutto del secolo dello statualismo.
Tuttavia anche in questo clima NON mancano eventi che testimonino l’importanza
della comparazione giuridica, come la fondazione di alcune società, quali:
Il 1900 può essere indicato come data di nascita del diritto comparato moderno:
a Parigi si svolge il Congresso internazionale di diritto comparato, sotto la spinta di
Raymond Saleilles e di Edouard Lambert, che coltivano l’idea utopica di creare un
diritto mondiale, fondato sulla base del diritto comparato.
Il periodo che va circa dal 1900 al 1930 è un periodo di lancio euforico del diritto
comparato, a causa di svariati fattori:
A. Il cosiddetto clima dell’Aja, che produce convenzioni volte a istituire una corte
permanente di arbitrato per risolvere pacificamente le controversie fra gli Stati;
III. Sono cresciute nei giuristi curiosità e sensibilità per il diritto straniero e comparato.;
tanto che oggi NON è possibile essere giuristi se NON si è anche, in qualche
misura, comparatisti.
Sotto il profilo scientifico, è da sottolineare come ormai è prassi che anche le riviste
giuridiche rivolgano lo sguardo al di fuori dei confini nazionali.
Se di norma la comparazione NON è diritto positivo, vi sono tuttavia delle ipotesi in cui
la comparazione può essa stessa presentarsi come diritto positivo. Ad esempio:
D. Alla pratica commerciale internazionale in tema di contratti fra privati o fra privati
e stati; infatti in materia sono frequenti clausole che fanno riferimento ai principi
comuni agli ordinamenti dei contraenti.
Intercorrono stretti rapporti fra il diritto comparato ed altre discipline NON positive:
A. Valuta il diritto storico oggetto del suo studio alla luce della propria
formazione di giurista nazionale moderno;
B. Oggetto del suo studio può essere una pluralità di diritti antichi da
sottoporre a comparazione.
3. La sociologia: il sociologo del diritto può essere tanto più convincente se la sua
indagine abbraccia un orizzonte più ampio di una singola società o di un solo diritto.
Parallelamente il comparatista è consapevole che l’analisi sulla law in action
richiede conoscenza dei meccanismi sociali.
B. si occupa dei modi in cui esse gestiscono eventuali modelli giuridici europei
ricevuti in epoca coloniale.
Quindi la prima funzione essenziale e primaria, del diritto comparato è senza dubbio
la conoscenza, tuttavia questa NON è necessariamente una funzione esaustiva, se:
2. Gorla, come altri, ritiene che la conoscenza che deriva dalla comparazione debba
essere una conoscenza storica.
3. Denti e gli autori del manuale, come altri, ritengono la comparazione uno strumento
di politica del diritto, che si lega: alla riforma nell’ambito dei singoli ordinamenti e
alla ricerca del modello migliore.
A. Nella tradizione del civil law, il periodo di universalità è finito con la nascita dello
stato moderno e si è consolidato con le grandi codificazioni civilistiche del 1800
che hanno profondamente minato il carattere extra-statuale del diritto civile.
Un’altra possibile finalità del diritto comparato è quindi quella di fornire gli strumenti per
tradurre correttamente i testi giuridici. Per ottenere tale risultato, infatti, è necessario
che l’interessato sia in grado di accertare che esista, nella lingua verso la quale traduce,
un vocabolo concettualmente analogo a quello della lingua di partenza.
All’interno dell’Unione Europea vi sono circa 20 lingue ufficiali e nonostante le lingue di
lavoro siano tendenzialmente inglese e francese i documenti devono essere redatti in
tutte e 20 le lingue. La difficoltà di produrre testi in inglese e francese e tradurli con
significato specifico giuridico in circa 20 lingue è altamente elevata.
I legislatori di tutto il mondo sono consapevoli che NON è possibile emanare buone
leggi senza essere al corrente della disciplina offerta da altri paesi.
La Corte Suprema nel 1803 decide il caso Marbury v. Madison, caso fondamentale
poiché la Corte decise che, qualora un giudice dovesse risolvere una controversia
concreta e verificasse un contrasto fra la legge ordinaria e la costituzione, questi
dovesse mettere da parte la legge ordinaria ed applicare la costituzione.
Tale potere fu, ed è ancora oggi, riconosciuto a tutti i giudici; per questo tale sistema
chiamato in origine judical review, a posteriori è stato definito dagli studiosi Diffuso.
In Europa dopo la Seconda Guerra Mondiale quando i vari ordinamenti hanno adottato
un sistema di controllo giurisdizionale di costituzionalità, hanno preso in considerazione
il modello diffuso, ma in gran parte hanno adottato il modello Accentrato.
Questo perché il modello Diffuso nato con il Marbury v. Madison è strettamente legato
alla tradizione di common law e funziona particolarmente bene negli Stati Uniti:
Ad oggi dei 27 paesi che compongono l’Unione Europea, 19 hanno corti costituzionali,
la maggioranza delle quali è connotata dalla prassi propria del common law delle
opinioni separate.
I. Negli Stati Uniti d’America le sentenze della Corte suprema sono degenerate ed
ad oggi non si rileva quasi mai una opinione di maggioranza.
Può capitare che in questi casi che le corti rivolgano lo sguardo altrove, ad altri
ordinamenti, nel farlo i giudici devono essere necessariamente comparatisti.
Dalla Seconda Guerra mondiale in poi, si è verificato un incremento generale di tale
tendenza, un fenomeno noto come Dialogo tra Corti dovuto all’espansione della
portata dei diritti fondamentali e la globalizzazione.
1. Si può avere un dialogo orizzontale, di una corte che guardi alla propria
corrispettiva all’interno di un’altra istituzione.
Si possono distinguere degli ordinamenti in cui i giudici sono più aperti rispetto ad altri
ad utilizzare come metodo interpretativo la comparazione.
Va premesso che generalmente le corti di common law sono più propense a guardare
oltre i propri confini rispetto a quelle di civil law; questo avviene poiché:
II. La common law si distingue poiché i paesi che ne sono accomunati condividono la
lingua inglese, ergo per un giudice, ad esempio, inglese è facile guardare ad una
sentenza statunitense, una canadese, una neozelandese.
La civil law al contrario, si distingue poiché i paesi che ne sono accomunati hanno
medesima cultura giuridica ma diverse e distinte lingue.
1. Primo gruppo, il quale comprende i pesi che NON sono molto favorevoli alla
comparazione.
2. Secondo gruppo, il quale comprende i paesi in cui le corti a volte fanno uso della
comparazione quale strumento di interpretazione.
3. Terzo gruppo, il quale comprende i paesi nei quali i giudici fanno uso della
comparazione come prassi regolare.
Esempio per eccellenza è quello della Francia: motivi storici fanno sì che le sentenze
della corte di cassazione francese siano redatti nella forma di un sillogismo perfetto.
Ciò non significa che i giudici francesi non abbiano conoscenza del panorama esterno
in merito a determinati argomenti, ma l’ interpretazione comparativa non trova spazio
nella formulazione delle sentenze francesi.
Anche l’Italia e le sue corti NON brillano per attenzione alla disciplina straniera e per
esplicitazione del metodo comparativo sebbene all’interno della Corte Costituzionale
sia presente un centro studi il quale prevede anche una sezione comparatista.
Ciò è vero salvo recenti casi:
Si tratta di un caso di assoluta rilevanza, anche mediatica; il problema NON verteva sul
principio costituzionale di rinuncia alle cure mediche, ma sul fatto che se in caso di
mancanza di intendere o di volere del soggetto in questione, la rinuncia potesse essere
effettuata da un altro soggetto qualificato, nel caso, come tutore.
Nella sentenza la Corte di Cassazione sulla necessità del consenso informato per
accettare o rifiutare un trattamento sanitario, fa riferimento espressamente al fatto che
ciò sia sancito nell’ordinamento francese, inglese, statunitense.
Con questa sentenza la Corte si è pronunciata sulla legittimità di alcuni articoli in tema
di revocazione: l’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato determina inammissibili dei
ricorsi effettuati da alcuni dottori dell’Università Federico II di Napoli, causa decadenza;
La Corte di Strasburgo, la afferma che sia stato violato l’art.6 della Convenzione
europea dei diritti dell’uomo e il Principio di salvaguardia dei beni e condanna lo Stato
italiano per violazione del diritto di accesso alle corti e ad un giusto processo; di
conseguenza lo Stato italiano deve ammettere i dottori di fronte ai giudici amministrativi
riaprendo il processo.
Di seguito la Corte Costituzionale afferma che nelle altre materie oltre a quella penale,
NON esiste un obbligo generale e che la decisione è rimessa agli stati contraenti,
incoraggiati a provvedere in tal senso pur considerando sempre il Principio della res
iudicata e gli interessi in gioco.
La Corte conclude affermando che anche nel nostro ordinamento la riapertura del
processo, non penale, deve essere valutata con estrema attenzione e che tale
valutazione deve essere fatta dal Legislatore secondo la sua discrezionalità.
Il caso aveva ad oggetto un anziano padre che nel fare testamento presso un solicitor
esclude da questo le figlie; prima della morte pentitosene chiede al solicitor di cambiare
il testamento e lasciar loro 18.000 sterline; il solicitor però manca di farlo in tempo.
Così all’apertura del testamento le figlie citano il solicitor per tourt.
All’interno di tale gruppo è compresa anche l’Ungheria la quale si caratterizza per una
corte costituzionale relativamente giovane e quindi aperta alla comparazione.
Si può inserire in questo gruppo anche il Tribunale Costituzionale Federale tedesco.
Esempi classici sono il Canada e il Sudafrica, la cui storia anche se per motivi diversi,
mostra l’esigenza di essere estremamente aperti:
Gli Stati Uniti in virtù della loro storia NON hanno mai avuto problemi a fare riferimento
ad altri ordinamenti in ragion:
2. nascendo come federazione al loro interno le corti degli stati più importanti
sono sempre state citate;
B. Greenspan v. Slate, caso della Corte Suprema statale del New Jersey:
Due adolescenti si ritrovarono l’una a casa di un’altra, i proprietari di casa dopo un
incidente che coinvolse l’amica della figlia, portano quest’ultima al pronto soccorso
dove a causa di una frattura, le ingessarono la gamba, infine la riportano dai
genitori. Questi ultimi si rifiutarono di pagare la parcella del servizio medico, in virtù
della mancata richiesta da parte loro di tali servizi sanitari.
Negli anni 80’ la società americana si è polarizzata su alcuni grandi temi socio-politici:
aborto, pena di morte, porto d’armi; molto di più rispetto all’Europa continentale.
Questa contrapposizione si è riflessa e si riflette ancora oggi anche nella giurisdizione
delle Corti, composte da giudici a loro volta polarizzati.
Nei primi anni del nuovo millennio sono stati decisi su questi temi alcuni casi, proprio
facendo riferimento alla giurisprudenza di Corti non americane; ciò ha portato ad un
grande dibattito e alla polemica, non solo su questioni di merito, ma anche di metodo.
Negli Stati Uniti fino al 2003 erano previste delle leggi che si chiamavano sodomy laws
che criminalizzavano determinati tipi di rapporti sessuali, formulate in due modalità:
Nel 1989 la Corte Suprema degli Stati Uniti fu chiamata a decidere sul cado
Bower v. Hardwick sulla legittimità di una sodomy law della Georgia, che
criminalizzava atti fra persone dello stesso sesso.
La Corte ne stabilità la legittimità e fu oggetto delle critiche più varie.
L’opinione dissenziente del giudice Scalia invece affermò che questa Corte non
dovesse imporre costumi, modi ed usanze straniere agli americani.
Nel 2003 i diritti degli omosessuali erano un tabù ancor più di quanto non lo siano oggi,
la loro affermazione tramite una sentenza con riferimenti ad altri stati, esterni alla
federazione fu causa di moltissime polemiche.
Nel 2004 alcuni membri della Camera dei Rappresentanti presentarono una risoluzione
per cui le sentenze che applicano la legge degli Stati Uniti, non dovessero essere
basate in tutto o in parte su leggi o pronunce di ordinamenti straniere, a meno che esse
non fossero incorporate nell’ordinamento statunitense tramite legge.
3. La cosiddetta soft law, che tende a sostituirsi ai legislatori nazionali per regolare
molte relazioni sociali, soprattutto a carattere transnazionale, ad esempio:
4. Il dialogo tra legislatori, che sembra essere sorto con le nuove costituzioni del
secondo dopoguerra; questi tendono a riforme caratterizzate da una filosofia della
convergenza, soprattutto nell'area della giustizia civile.
1. L’esperienza dei Paesi Scandinavi, che sono riusciti a disciplinare con successo in
maniera uniforme settori relativamente ampi del diritto fin dal 1900.
La diversità degli ordinamenti consiste e si manifesta nella diversità delle regole che
nei vari sistemi risolvono problemi analoghi; tuttavia le distinzioni e le divergenze
attengono in prima istanza alla concezione stessa dell’ordine sociale.
Le fonti normative possono essere varie e può essere diverso il rapporto tra loro.
Le principali nei sistemi moderni sono: la legge, la consuetudine, la giurisprudenza e la
dottrina; il ruolo di tali fattori cambia da sistema a sistema e da epoca ad epoca. Inoltre:
2. Una maggiore attenzione allo spirito della regola, ascrivibile ai paesi di civil law.
FATTORI DI AVVICINAMENTO.
Le diversità fra i vari diritti possono essere superate da una molteplicità di fattori, fra i
quali in particolare la circolazione di tecniche e modelli giuridici.
Tra i compiti del diritto comparato vi è quello di individuare perché alcuni modelli
giuridici abbiano avuto particolare fortuna e come abbiano circolato. La circolazione dei
modelli giuridici avviene principalmente per imposizione e per imitazione, quest’ultima
si verifica grazie al prestigio ed all’efficienza del modello. Ne sono esempi:
A. Il diritto romano che nel tempo ha perso il suo particolarismo locale, passando da
ius quiritium a ius gentium. Si è imposto in 2 tempi: prima attraverso le conquiste
militari, poi attraverso la rinascita degli studi nell’Europa medievale.
E. La pandettistica tedesca ha prodotto degli schemi teorici che hanno dato luogo a
molte imitazioni da parte della dottrina di altri paesi.
Infine merita di essere sottolineato che circa un terzo del mondo vive oggi in un regime
influenzato dal common law inglese, anch’essa si è imposta ratione auctoritatis e si è
mantenuta auctoritate rationis.
a) la natura del diritto, sul suo ruolo nella società e nell’assetto politico;
Il manuale si concentra sulle differenze e le similitudini tra la civil law e la common law,
ossia le due più antiche e diffuse tradizioni giuridiche del occidente contemporaneo;
Tuttavia è necessario evitare:
2. La secca contrapposizione fra civil law e common law: 2 aspetti di una medesima
grande tradizione giuridica occidentale, con sempre maggiori convergenze.
E’ necessario tener presente che la disciplina della classificazione dei vari sistemi
giuridici ha un carattere fortemente relativo dovuto al fatto che:
A. Ogni classificazione ha senso come mezzo e non come fine, ossia si giustifica
solo se la conoscenza comparata dei sistemi risulti in qualche modo accresciuta.
Infine la classificazione è resa particolarmente complessa dal fato che i sistemi giuridici
sono entità dinamiche in cui possono osservassi numerose stratificazioni e livelli.
1. Gruppo francese,
deriva la sua autonomia dal Codice napoleonico;
2. Gruppo tedesco,
raccoglie la tradizione dei codici civili austriaco, tedesco e svizzero;
3. Gruppo scandinavo,
caratterizzato dalle proprie codificazioni;
4. Gruppo inglese,
con la preminenza del diritto giurisprudenziale;
5. Gruppo indù;
6. Gruppo islamico;
7. Gruppo russo,
traente la sua autonomia dal rilievo attribuito al governo dell’economia.
4. Sistemi filosofici o religiosi, gruppo più fluido che comprende sistemi in cui
l’idea di diritto e la sua rilevanza si pongono in maniera diversa rispetto a tutte le
tradizioni occidentali. Data la grande differenza che dell’ultimo gruppo rispetto ai
precedenti, l’autore parla di altri sistemi.
A. Evoluzione storica,
E. Ideologia.
1. Famiglia romanistica;
2. Famiglia germanica;
4. Famiglia nordica.
La classificazione in questione tiene conto che altri due meccanismi svolgono funzione
fondamentalmente analoga a quella del diritto: la politica e la tradizione.
Secondo l’autore i sistemi giuridici possono essere classificati a seconda del modello di
controllo sociale in essi prevalente; in ogni sistema giuridico tutti e tre i modelli possono
considerarsi all’opera: ciò che muta è solamente il rapporto di forza tra essi.
B. Sistemi c.d. misti, ossia tutti i sistemi in cui nell’ambito delle micro scelte
il momento giuridico NON incontra una concorrenza notevole da parte di
circuiti di organizzazione sociale alternativi.
b) Paesi indù;
Si tratta di paesi in cui c’è diritto e c’è politica, ma appare prevalente la presenza di
regole di matrice religiosa o filosofica. Sono loro caratteristiche comuni:
Ciò che deriva da questo fenomeno è una diffusione sempre maggiore di sistemi ibridi,
che sempre più spesso tendono a sottrarsi agli inquadramenti tradizionali.
CAPITOLO 3°
LA TRADIZIONE DI COMMON LAW
SEZIONE I. LE ORIGINI.
1.1. COMMON LAW: SIGNIFICATO E NATURA
COMMON LAW / CIVIL LAW.
Con l’espressione common law si intendono concetti diversi a seconda del contesto,
ma viene soprattutto utilizzata nella contrapposizione con l’espressione civil law;
si tratta di una contrapposizione di natura sistemologica.
Quella di common law è la famiglia che ha le sue radici nel diritto inglese e che
comprende numerosi ordinamenti a causa anzitutto della estesa circolazione del
modello, avvenuta per motivi politici seguendo l’espansione dell’impero britannico;
a partire dal 1600, le compagnie coloniali iniziano ad esportare la common law nelle
Americhe, in India e in Africa, fino ad Australia e Nuova Zelanda.
A ciò deve aggiungersi l’influenza che questo modello ha avuto a causa del suo
prestigio e della sua efficienza, ne è un esempio l’influenza del modello statunitense sul
diritto pubblico e privato di diversi ordinamenti.
Tra i vari ordinamenti di common law vi possono essere notevoli differenze, come se ne
riscontrano soprattutto tra Inghilterra e Stati Uniti; nonostante ciò la presenza di alcuni
fattori particolari conferisce alla famiglia di common law una certa omogeneità:
1. Il Calvin’s Case, secondo cui i popoli di origine inglese portano con sé il proprio
diritto quando si insediano in un territorio ove non è in vigore un sistema civilizzato.
A. La common law in senso stretto è quel ramo del diritto inglese elaborato dalla
giurisprudenza delle corti di Westminster a partire dalla conquista normanna 1066.
La contrapposizione tra common law e statute law trova le sue radici nella
diversa fonte di produzione della regola giuridica:
IL “DIRITTO INGLESE”.
Il diritto inglese è il diritto del regno d’Inghilterra, del quale, dal 1536, fanno parte
anche il Galles e l’isola di Wight:
1. NON è il diritto della Gran Bretagna, entità territoriale e politica formatasi dalla
fusione del Regno d’Inghilterra e quello di Scozia, il quale ha conservato il proprio
ordinamento giuridico.
2. NON è il diritto del Regno Unito, formato da Inghilterra, Scozia e Irlanda del Nord,
uno stato con l’autorità politica nazionale nei parlamenti di Westminster.
3. NON è il diritto dell’Isola di Man e delle isole della Manica, non facenti parte del
Regno Unito, pur soggette alla sovranità del suo Parlamento.
A. I Lords, legati al Re per il godimento dei fondi e sotto il profilo politico militare;
B. I subtenants, legati ai Lords per la terra e al sovrano sotto il profilo politico militare.
Si tratta di una monarchia feudale, che NON conosce la feudalizzazione delle funzioni
pubbliche, tale da separare il re dai sudditi.
Per questo i signori feudali inglesi non conquistano quella posizione di potere tipica dei
proprietari dei grandi feudi in Francia e Germania.
Le origini della common law si trovano nella Curia Regis, corte londinese dei sovrani
normanni, in cui il re, coadiuvato dai grandi vassalli e dagli alti funzionari, presiede alla
direzione dello Stato, e quindi anche all’amministrazione della giustizia.
II. Fin dai tempi più antichi le decisioni delle corti regie sono repertoriate.
• Exchequer
• Common Pleas
• King’s Bench
Queste inizialmente operano come commissioni della curia e in seguito come vere e
proprie corti autonome detentrici della funzione giurisdizionale.
L’Exchequer
L’Exchequer nasce come sezione speciale della Curia con compiti contabili:
l’amministrazione del tesoro reale e nella raccolta delle entrate.
Tuttavia verso la fine del 1200, questa si articola in due organi:
Il King’s Bench
Il King’s Bench è in origine presieduta dal sovrano e lo segue nelle sue peregrinazioni,
ma afferma precocemente la propria indipendenza; dal 1268, il King’s Bench si
compone di giudici tecnici del diritto presieduti da un Chief Justice ed a partire dalla
fine del 1300 ha sede fissa a Westminster.
La competenza del King’s Bench attiene alle cause che interessano la corona, in cui
cioè il re è direttamente coinvolto come organo sovrano:
1. in primo grado è limitata al luogo in cui si trova e per il tempo in cui vi si trova,
A. in primo grado nei casi di trespass, ossia di illecita e violenta invasione della
sfera giuridica personale o patrimoniale di un soggetto.
B. Nei confronti delle corti inferiori, esercita una funzione di controllo per mezzo
dei prerogative writs, rimedi straordinari ottenibili solo dietro la prova della
inadeguatezza o inutilizzabili di quelli ordinari.
B. Le corti mercantili, applicano la lex mercatoria, ossia il diritto comune della pratica
dei commerci; svolgono una importante attività fino al 1400, quando inizia il declino
che porta al loro assorbimento da parte delle corti ordinarie.
C. Le corti marittime, che applicano un diritto fondato nello ius gentium e nelle
relazioni internazionali; svolgono la loro attività per tutto il medioevo, fino al declino
e l’assorbimento da parte delle corti ordinarie.
LA GIUSTIZIA ITINERANTE.
A. Offre nuove forme di tutela quando il caso concreto lo richiede creando nuovi writs;
1. La pubblicità, se nel processo stesso sono coinvolti come giurati membri del
popolo, è inevitabile che debba essere un processo aperto.
2. L’oralità, essendo coinvolti membri del popolo, dato che questi solitamente non
conoscevano il latino, il processo doveva svolgersi oralmente.
Il writ è un ordine del sovrano, in forma di lettera, scritto in latino su una pergamena e
munito del sigillo reale; essendo alto il costo della pergamena, lo scritto doveva essere
breve, da qui il suo nome.
Si tratta di uno strumento autoritario, un comando diretto allo sheriff o al Lord che
presiede una corte, volto a sottrarre la trattazione di una causa ai signori feudali o alle
corti locali. Il suo presupposto infatti è che la lite sia prima portata di fronte alle corti
locali e che la parte non abbia soddisfazione nella sua sede naturale.
Il writ è lo strumento imprescindibile per la tutela del diritto, tant’è che nella common
law un diritto soggettivo può dirsi esistente se è presente un writ che lo rende
azionabile; nel tempo vengono con la concessione di nuovi writs per tutelare nuove
situazioni, si affermano nuovi diritti e si espande la common law.
• Il Lord titolare di una corte feudale, con l’invito a rendere giustizia all’attore e
avvertendolo che in caso contrario la questione sarà risolta presso le corti reali.
• I writ straordinari, non elencati nel registro e ottenuti dai poveri per concessione
gratuita, o dai benestanti dietro pagamento.
Possono divenire ordinari se si consolidano nella pratica.
La concessione del writ da parte del cancelliere rientra nel suo potere discrezionale e
che tale concessione è la chiave per aprire le porte delle corti di common law, ma non
le impegna ad una pronuncia favorevole all’attore.
L’affermazione del writ come strumento essenziale dell’esercizio del potere delle corti di
common law si deve a due fattori:
Fattore politico, sarà la causa della crisi del sistema, con la creazione di nuovi
rimedi si estende la competenza e dunque il potere delle corti reali a scapito del
potere dei baroni titolari delle concorrenti signorili.
La Magna Charta Libertatum, è una carta accettata nel 1215 dal re Giovanni
d'Inghilterra a Runnymede, nei pressi di Windsor; redatta dall'Arcivescovo di
Canterbury per raggiungere la pace tra l'impopolare re e un gruppo di baroni ribelli.
Rappresenta il punto di partenza per la tutela dei diritti di libertà nella struttura
costituzionale inglese; è il primo documento con cui i baroni riescono a porre un argine
al potere del re, disponendo alle clausole 60 e 61 che: il diritto esistente li avrebbe
vincolati allo stesso modo e che la violazione di tale principio da parte del re avrebbe
legittimato i baroni a sottrarsi al proprio dovere di lealtà, nonché la loro insurrezione.
Le Provisions of Oxford, invece, sono imposte nel 1258 dai baroni quale corrispettivo
del loro aiuto in armi e in denaro ad Enrico III; con queste, si intende sottrarre il
governo del regno al sovrano per affidarlo a un comitato riformatore, che deve:
nominare il Chief Justice, il Tesoriere e il Cancellieri, verificare il loro operato e infine
disporre la riforma di quanto sembra necessario riformare.
Sempre lentamente, ma la common law prosegue il suo percorso invece tramite l’opera
delle corti, le quali ampliano il proprio potere fornendo tutela anche a situazioni simili a
quelle tutelate dai writs, dando impulso al procedimento on the case.
Ammettono che l’attore, ottenuto un writ noto, esponga in una dichiarazione i fatti del
caso in modo molto dettagliato così da evidenziare l’opportunità della concessione del
writ alla propria situazione ancorché diversa. A tal fine è il writ of trespass.
Così tra il 1300 e il 1400 le corti elaborano il writ of trespass on the case che non
riguarda più i casi di applicazione diretta e illecita della forza fisica; questa diventa
irrilevante, mentre acquista rilievo il dato sostanziale che l’attore sia stato vittima di un
danno causato dal comportamento negligente o doloso di un altro soggetto.
2. dopo le corti offrono analogia tutela anche ad una promessa implicita; questa forma
prende il nome di indebitatus assumpsit.
Viene spontaneo il confronto tra lo sviluppo iniziale della common law e del diritto
romano; in entrambe le tradizioni:
A. Il rimedio precede il diritto e la tutela dei diritti si realizza solo previo ottenimento
di particolari documenti da un organo non giurisdizionale; i quali peraltro sono
raccolti in un registro.
L’affermazione dell’equity deriva anzitutto dalla crisi della giustizia amministrata dalle
corti di Westminster dovuta al suo irrigidimento; la sua procedura diviene così
formalistica che è frequente la perdita della controversia per motivi tecnici.
Così i ricorrenti si rivolgono al sovrano, titolare del potere e fonte di giustizia, affinché
intervenga a soddisfare la coscienza e per opera di carità, ossia giudichi con aequitas.
B. Rimedi concessi: le corti di common law si sono concentrate sui rimedi volti a
recuperare la terra ed ad ottenere il risarcimento dei danni;
mentre queste agiscono sui beni l’equity agisce in personam. Attraverso lo
strumento dell’injunction il cancelliere può emettere ordini di fare e di non fare.
Il conflitto si risolve con un decreto di Giacomo I Stuart del 1616, che dichiara la
supremazia dell’equity in caso di conflitto; successivamente cancellieri politicamente
avveduti, eviteranno il contrasto contribuendo a garantire la pacifica convivenza.
III. Il trust, si tratta rapporto fiduciario in origine ideato per motivi di riservatezza e che
ha poi adempiuto a vari scopi relativi soprattutto alla gestione di patrimoni cospicui:
2. La Cancelleria non nega che la titolarità del bene spetti a Caio, ma riconosce
e tutela l’obbligazione che questi assume nei confronti di Tizio.
Con il passare del tempo l’equity cessa di essere una giustizia morale: dopo il 1616
assume i caratteri di rigidezza ed inflessibilità della common law;
Così finisce proprio per diventare un secondo e ben definito complesso di casi, istituti,
dottrine che si pone al fianco della common law.
Il Country Courts Act istituisce una rete di corti locali, distribuite in 500 distretti a loro
volta raggruppati in circa 60 circuiti, ognuna delle quali fa capo ad un giudice togato.
Con tale riforma si riesce nell’intento di tutelare il credito dei piccoli e medi
commercianti, i quali rifuggivano dalla concessione di questo per il timore di non poterlo
recuperare, data la mancanza di tribunali e di procedure semplici e poco costose.
Le riforme processuali
Nella prima parte del 1800 il legislatore intraprende anche altre riforme processuali:
D. Common Law Procedure Act: consiste nel tentativo di fondere alcuni aspetti
processuali della civil law e della common law.
1. Prima Istanza:
2. Seconda Istanza:
Segue l’idea che l’appello debba essere un riesame della causa, a seguito del
quale la nuova decisione può sostituire quella impugnata; da subito però si
afferma il Principio dell’inesistenza del diritto di appello, che è solo una ipotesi
che si verifica in base ad alcune condizioni, fra cui il consenso del giudice a quo.
3. Terza Istanza:
D. House of Lords, alla quale con l’Appellate Jurisdiction Act del 1876, viene
confermata la giurisdizione di ultima istanza affidata ad una sua speciale
suddivisione: l’Appellate Committee; è una vera e propria corte suprema
• grazie sia all’autorità delle sue pronunce, che vincolano tutte le corti inferiori,
• grazie sia alla grande discrezionalità con la quale sceglie le cause da seguire.
Inoltre è presente il Judical Committee of the Privy Council: consiglio privato della
corona che costituisce ancora, per istanze particolari, l’ultima istanza in alcuni paesi del
Commonwealth; è competente a dirimere i conflitti tra le autonomie, quali le assemblee
legislative di Scozia, Galles ed Irlanda, e l’autorità centrale del Governo di Londra.
Con Judicature Acts si dispone che le varie sezioni della High Court e la Court of
Appeal debbano applicare tutte le regole e i principi del diritto inglese nel suo
complesso, senza considerare se si sono sviluppate at law o in equity, stabilendo che,
in caso di contrasto tra le due sulla stessa materia, prevalgano le rules of equity.
Questo semplifica molto la procedura di giudizio; tuttavia, la distinzione tra i due rami
permane, infatti il rimedio di equity risente della propria origine eccezionale, la sua
concessione rientra tra i poteri discrezionali della corte, ergo è concordato solo previa
dimostrazione dell’inadeguatezza del rimedio di common law.
A tal proposito viene anche riformato il sistema dei writs ottenendo una notevole
semplificazione: sono abolite le forms of action e i numerosi writs vengono sostituiti da
un unico writ of summons, che rappresenta l’atto introduttivo del giudizio fino al 1999,
quando l’atto introduttivo viene modificato e denominato claim form.
Il Constitutional Reform Act del 2005, fortemente propiziato dallo Human Rights Act
del 1998, ha modificato il vertice della giurisdizione inglese; le sollecitazioni erano
dovute alla contiguità tra potere legislativo e giudiziario che scaturiva dal ruolo di
giudice dell’Appellate Comittee della House of Lords.
Questa è stata sostituita da una nuova Supreme Court, del tutto separata e
indipendente dal Parlamento, composta di 12 giudici; i cui poteri sono rimasti gli stessi.
Col passare del tempo diventa difficile per i litiganti stare in giudizio di persona, per
questo a partire dal 1200 è frequente il ricorso ad un attorney come rappresentante,
un professionista con una formazione prettamente pratica; al quale successivamente si
affianca il narrator, una figura che gode di una superiore dignità professionale.
Al di sopra di tutte queste categorie sono presenti i serjeants of law, fra i quali
vengono scelti i giudici che hanno il compiti definire giuridicamente la controversia.
Nel corso del 1600 inizia un processo di trasformazione che porta alla definitiva
affermazione, con l’esclusione delle altre categorie, dei barristers e dei solicitors:
Il Courts and Legal Services Act del 1990 ha riformato la disciplina, togliendo ai
barristers il monopolio del right of audience e attribuendolo, tra gli altri, ai solicitors.
A partire dal 1300 si consolida la consuetudine di reclutare i giudici inglesi tra le file
degli avvocati più prestigiosi.
Storicamente i giudici superiori inglesi sono nominati dalla Corona su proposta del
Lord Chancellor che li seleziona tra i barristers con una certa esperienza professionale e
di maggior prestigio. Questo tipo di scelta implica che:
• Il legame tra gli avvocati e i giudici, a loro volta ex-avvocati, permette a questi
ultimi di svolgere le proprie funzioni con più facilità e immediatezza.
Il Courts and Legal Services Act del 1990 ha inciso in maniera abbastanza profonda
sull’assetto della professione forense, disponendo che i giudici della High Court
venissero scelti dal Lord Chancellor tra i barristers e i solicitors titolari del right of
audience con almeno 10 anni di esperienza e nominati dalla Regina; ciò ha impedito lo
svilupparsi della contrapposizione tra il bar, l’avvocatura, e il bench, magistratura.
Il Lord Chancellor, tuttavia, costituiva una notevole anomalia del sistema inglese, in
quanto, da un lato, era il solo incaricato alla nomina dei giudici e, dall’altro, era una
figura fortemente politicizzata, dato che partecipava in tutte le funzioni di governo.
Tali anomalie e contraddizioni sono state eliminate dal Constitutional Reform Act del
2005 che ha profondamente riformato il sistema di reclutamento dei giudici.
Il Lord Chancellor, questi NON è più da considerarsi un magistrato, dato che gli
vengono sottratte tutte le funzioni giurisdizionali, ma conserva un ruolo importante con
riferimento al sistema di reclutamento dei giudici:
2. Il Lord Chancellor, che non è rigidamente vincolato alla volontà della commissione,
nomina direttamente la persona scelta o la raccomandata per la nomina alla Regina.
A. I magistrati di livello inferiore alla High Court possono essere rimossi per
incapacità e cattiva condotta
dal Lord Chancellor di concerto con il Lord Chief Justice.
B. I magistrati della High Court e delle corti superiori possono essere rimossi solo
dalla Regina su risoluzione congiunta delle due camere del Parlamento.
2. Sono gli unici tutelati dall’istituto del contempt of court con cui si puniscono le
offese alla corte;
4. Sono depositari del potere giudiziario, che risulta essere concentrato tutto a Londra.
• La particolare struttura del processo civile: solo poco più dell’1% delle cause
iniziate annualmente di fronte alle corti ordinare arriva al trial, ovvero il dibattimento
presieduto da un giudice di professione, e ciò perché si riserva ai pochi giudici togati
la soluzione di questioni relativamente complesse e nuove.
1. A livello economico, dato che i giudici di pace sono molto meno pagati
dei giudici togati;
2. A livello educativo e sociale, dato dal fatto che i cittadini possono partecipare in
prima persona alle giurie nel processo civile.
I giudici di pace NON sono professionisti, non ricevono alcun compenso per la loro
prestazione e per questo sono chiamati great unpaid.
A. i primi sono nominati dal Lord Chancellor che, tramite una commissione, li sceglie
tra gli abitanti più in vista della contea,
B. i secondi, detti stipendiary magistrates, sono scelti tra i barristers e i solicitors con
almeno sette anni di anzianità.
Essi si occupano di tutte le cause penali ed hanno una buona competenza anche in
materia civile; in entrambi i casi possono condannare solo a pene pecuniarie, o al
massimo alla libertà vigilata.
Special Tribunals
Nonostante l’impostazione negativa apportata dal pensiero di Dicey nei confronti del
diritto amministrativo, l’attività legislativa relativa al Welfare State ha imposto la
necessità di istituire gli Special Tribunals.
A questi è stata data competenza di giurisdizione nelle cause che insorgono fra Stato e
cittadini o fra cittadini privati per questioni inerenti proprio il Welfare State.
Pre Trial
La pre trial, ossia il pre-dibattimento, il quale inizia con le primissime battute del
processo e si conclude con l’avvio del dibattimento.
In questa fase il caso è nelle mani delle parti, sono rari gli interventi del giudice, infatti se
si presentano particolari difficoltà, interviene il master, un funzionario della corte.
1. Si prepara la causa per il dibattimento, si predispongono tutti gli atti che vanno
dalla proposizione della domanda all’udienza:
RIFORME RECENTI.
Il Report del Civil Justice Review Body del 1988 ha condotto a due importanti atti:
• Il Courts and Legal Services Act, che ha sancito la rottura del monopolio dei
barristers presso le corti superiori.
Mentre il Lord Woolf’s Final Report, nel 1996, individua nei costi, nella lungaggine e
nella complessità i mali maggiori dell’impianto processuale inglese; nasce così:
A. Il Principio del case management, secondo cui il giudice deve svolgere un ruolo
attivo in tutte le fasi al fine di coadiuvare le parti nella ricerca della soluzione più
rapida; di fianco al quale si afferma anche
In questo quadro si inserisce lo Human Rights Act del 1998, una legge in materia
costituzionale che ha posto fine a un lungo dibattito sul ruolo della
Convenzione europea per la tutela dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali.
Prevede che tutte le disposizioni legislative passate e future, siano lette e applicate in
conformità alla Convenzione e attribuisce ai giudici, in caso di contrasto fra legge
interna e la convenzione, il potere di pronunciare una dichiarazione di incompatibilità.
Invece la dottrina del binding precedent è una caratteristica peculiare del modello
inglese, secondo questa i precedenti giudiziari sono vincolanti e devono essere seguiti,
anche quanto NON risulti giusto farlo.
1. Nella fase di maggior sviluppo della common law i giudici sono ben consapevoli del
fatto di potersi discostare dalle decisioni precedenti.
B. Beamish v. Beamish, si afferma che la regola del diritto posta dai Lords a base
del giudizio come ultima e suprema Corte d’Appello di questo Regno, deve
essere considerata diritto vigente fino a che non sia modificata dal Parlamento.
Una corte è tenuta a seguire tutti i casi decisi da una corte gerarchicamente superiore e
le corti in grado di impugnazione risultano essere vincolate alle loro decisioni
precedenti. Ma la sola parte del precedente che realmente vincola è la ratio decidendi.
Per operatività verticale si intende l’espressione della regola dello stare decisis tra
giurisdizioni di diverso grado.
Le corti inferiori, compresa la Court of Appeal, sono vincolate alla House of Lords, che
è ormai vincolata alle decisioni della Corte di giustizia europea.
Per operatività orizzontale, invece, si intende l’espressione della regola dello stare
decisis tra giurisdizioni di pari grado.
Si è dibattuto, sulla posizione della House of Lords e della Court of Appeal:
A. La Court of Appeal nel 1944 pubblicò quelle che sono le 3 eccezioni al principio
secondo cui essa è vincolata dalle sue stesse decisioni:
Lord Denning sostenne che la Corte d’Appello si sarebbe dovuta sottrarre, qualora
fosse apparso conveniente, all’obbligo di seguire i propri precedenti, seguendo
l’esempio della House of Lords.
Tale posizione, tuttavia, è stata contestata perché di fronte ad una sentenza ingiusta
della corte d’appello è comunque lecito domandare l’istanza di terzo grado, cosa che
invece non è possibile fare nella medesima situazione con riguardo alla House of Lords.
L’obiter dictum è tutto ciò che non rientra nella ratio del caso.
Nell’ipotesi in cui la sentenza di una corte non sia presa all’unanimità dei consensi:
sia le opinioni concorrenti che quelle dissenzienti risultano essere obiter dictum.
In definitiva tra il giudice di civil law e quello di common law intercorrano soltanto
alcune differenze formali: il giudice di civil law è libero di discostarsi da qualsiasi
decisione di un’altra corte; il giudice di common law può farlo soltanto nei limiti in cui
le tecniche permesse glielo consentono.
Sebbene il Bill of Rights del 1688 consacri il Principio della supremazia della legge,
il Parlamento si astiene per quasi un secolo e mezzo dal legiferare nelle materie di
prevalente interesse delle corti, lasciando così che la common law si sviluppi.
Tuttavia in seguito:
A. All’inizio del 1800 il Parlamento intraprende una consistente attività legislativa, volta
ad eliminare alcune delle caratteristiche antiquate della common law.
B. All’inizio del 1900 la common law entra in the age of the statutes,
Apparentemente nell’ambito delle fonti il ruolo della legge, degli statutes, è quello di
vertice della gerarchia. Tuttavia a fianco della formale supremazia della legge si
percepisce una sua sostanziale inferiorità rispetto alla common law giurisprudenziale.
E questo poiché pur prevalendo sulle altre fonti, la legge vive concretamente nei limiti
che le sentenze le assicurano: il rispetto della legge, infatti, sebbene si imponga
sempre, acquista validità solo quanto è applicato dalle corti.
E’ anche vero però che le sentenze condizionano la legge, solo nei limiti in cui questa
lo permette, poiché il parlamento si cautela impiegando una formulazione puntigliosa,
analitica e casistica, lascia poco spazio all’interpretazione del giudice.
Il diritto comunitario e lo Human Rights Act: un nuovo ruolo per il giudice inglese?
Su tutti l’entrata in vigore dello Human Rights Act nel 2000 rappresenta la più
significativa redistribuzione di potere politico dal Bill of Rights: prevede che alcuni diritti
della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà
fondamentali siano direttamente giustiziabili presso le corti inglesi:
• TUTTI i giudici devono interpretate le leggi inglesi in modo da essere compatibili con
i diritti tutelati dalla Convenzione.
L’approccio ermeneutico restrittivo è espresso dalla literal rule, per cui l’interprete deve
attribuire ad una determinata disposizione il senso reso palese dalle parole.
La rigidità di tale impostazione, tuttavia, si è in parte smussata, dato che ormai altri
due criteri ermeneutici sebbene secondari affiancano quello letterale:
• La golden rule: consente di discostarsi dal significato più naturale della norma se
questo porti ad esiti assurdi, e di scegliere invece il significato che conduca ad un
risultato ragionevole.
Vi è poi un altro elemento utilizzato dalle corti inglesi per interpretare i testi legislativi,
le presunzioni, i cui esempi più noti sono:
3.4. LA CONSUETUDINE
La consuetudine svolge un ruolo assai limitato nell’ordinamento inglese, e lo svolge a
patto che sia di consuetudine immemorabile:
può dirsi vigente solo se si può provare che essa sia stata ininterrottamente osservata
fin da epoca anteriore al 1189, il che risulta, se non impossibile, almeno molto arduo.
• Alcune opere di dottrina sono state qualificate come books of authority e sono
ritenute di altissimo rilievo.
Una possibile soluzione è il principio generale che deriva dal Calvin’s Case del 1608,
giudicato dalle corti di Westminster, per cui la common law inglese è applicabile a tutti i
territori annessi all’Inghilterra ed a tutti i cittadini inglesi nella misura in cui le sue regole
sono appropriate alle condizioni di vita che regnano nelle colonie.
Questo principio NON è soddisfacente, in quanto la società coloniale manca di
depositari della common law, rimasti in patria, di giudici, di un sistema di corti e da dola
non è ancora in grado di far fronte all’alto tecnicismo della stessa.
Sul finire del 1600 le cose cambiano: inizia a diffondersi una particolare cultura giuridica
facente riferimento ai Commentari di Blackstone, autore di una sistematizzazione del
diritto inglese che lo rende maggiormente fruibile.
Comincia così a formarsi un nucleo di giuristi che conosce meglio il diritto inglese, di
seguito si formano le relative scuole, le prime corte e con esse i giudici.
A partire dal 1700, tuttavia, parallelamente si afferma anche la volontà di costituire una
nazione che sia imperniata attorno ad ideali universali.
Le tredici colonie si staccano dalla madrepatria attraverso la Dichiarazione
d’Indipendenza, firmata il 4 luglio 1776, e dopo aver intrapreso una lunga guerra,
nel 1782 elaborano ed approvano gli Articles of Confederation, con i quali
riconoscono sovranità agli stati.
Fallita tale esperienza è convocata la Convenzione di Filadelfia, dalla quale prende vita
la Costituzione americana redatta nel 1787 ed entrata in vigore nel 1788.
Il processo di ratifica non è facile, dati gli scontri tra federalisti ed antifederalisti.
Alla vittoria dei primi concorrono pubblicazioni di enorme valore, su tutte:
The Federalist, una raccolta di 85 articoli o saggi, scritti con lo scopo di convincere i
membri dell'assemblea dello Stato di New York alla ratifica della Costituzione.
2. La costituzione è intesa sin da subito come un testo sacrale: più che esteso deve
essere interpretato, i canadesi affermano interpretato come un Living Tree.
Nella carta fondamentale americana all’idea di separazione dei poteri si affianca quella
di check and balances, secondo la quale ciascun potere ha la possibilità di controllare
l’altro, essendo a sua volta controllato.
Articolo I
Si sono rivelate nel tempo strumenti molto utili all’ideale federalista portando
ad un ampliamento del potere di intervento del legislatore nazionale.
3. Si è affermata nel tempo una interpretazione estensiva: tutto quello che rientra
all’interno della materia tributaria federale rientra all’interno della competenza del
Congresso; il recente Obama Care si è basato sul sistema tributario.
Nelle altre materie, come nei settori principali del diritto privato, la competenza è dei
singoli stati federati.
Articolo II
Il Presidente è eletto dal corpo elettorale con un sistema indiretto per cui:
2. I grandi elettori votano uno dei vincitori delle primarie dei partiti, solitamente in
conformità a quanto gli è stato affidato dai cittadini sotto vincolo politico;
affinché il candidato divenga Presidente deve raggiungere 270 grandi elettori che in
tutto sono 538.
Articoli IV
Il divieto di indipendentismo dei singoli stati costituiti: nessun nuovo stato potrà
essere costituito entro la giurisdizione di uno stato preesistente.
Il divieto di annessione di uno stato da parte di un altro a meno del consenso dei
due parlamenti degli stati interessati e del Congresso.
Articolo V
B. attraverso commissioni elette dai cittadini; metodo utilizzato solo se l'iniziativa è dei
2/3 degli stati, poiché ci vorrebbe troppo poco per arrivare ai 3/4.
Stabilisce inoltre che la pari dignità fra gli Stati della Federazione NON è revisionabile;
se questo regola cadesse, la federazione sarebbe una transizione verso stato unitario.
Articoli VI e VII
Il Bill of Rights rappresenta il risultato dei timori degli antifederalisti rispetto la nascita
del nuovo stato centrale: i primi 10 emendamenti sono proposti subito dopo la ratifica
della costituzione per ribadire la natura limitata dei poteri del Federal Government.
Il carattere innovativo del Bill of Rights sta nella:
A. Completezza dell’elenco dei diritti, molti parte del patrimonio della common law,
La maggior parte delle tutele previste riguardano le modalità che devono essere
rispettate per l’attuazione della giustizia federale penale e civile, si temeva infatti che la
legge federale dettasse modi per l’attuazione della sua volontà lesivi delle libertà:
• Il 5° emendamento, grazie alla tutela della due process of law prevede l’uguaglianza
per tutti i cittadini, e al divieto di espropriazione senza indennizzo.
La due process of law, è una clausola di ampio rilievo nella cultura di common law,
strettamente legata alla nozione di Rule of Law, con cui si intende sottrarre i consociati
all’arbitrio del potere statale; in merito il Professor. Fioravanti afferma che:
la Rivoluzione Americana è stata fatta contro il Sovrano inglese, che aveva violato i diritti
dei coloni, in essa si combinano Individualismo e storicismo in funzione antistatualista.
L’interpretazione estensiva della due process clause è stata anche utilizzata per
riconoscere i cosiddetti Penumbra Rights, ossia diritti non previsti in Costituzione ma
tutelati dalla Corte suprema in quanto entrano nella sfera d’azione del due process:
Brown v. Bordov Education nel 1954 riconosce i pari diritti delle persone di colore,
Roe v. Wade nel 1973 stabilisce il diritto di interruzione della gravidanza.
IL X EMENDAMENTO.
La distribuzione del potere e la divisione delle competenze tra queste due serie di
organi è regolata principio secondo il quale: la competenza legislativa statale è la
regola; mentre la competenza federale è l’eccezione.
E’ un principio originale, poiché dispone si che il diritto federale nasca limitato ma che
nasca superiore a quello statale, il contrario di ciò che avviene, ad esempio, in Canada.
Tuttavia i rapporti tra competenze federali e statali NON sono riconducibili ad una
formula e sono complicati dalla circostanza che anche nelle materie demandate al
Congresso, la competenza degli Stati non è esclusa ma residuale e quindi concorrente.
Si crea una sola Corte suprema e si attribuisce il potere al Congresso di istituire altre
corti federali perché:
LE CORTI FEDERALI.
L’attuale sistema giudiziario degli Stati Uniti a livello federale è stato creato a partire dal
Judiciary Act del 1789 ed è organizzato su 3 livelli di giurisdizione:
1. District Courts: sono 94, circa 600 giudici, in ogni Stato deve essercene almeno 1;
B. Diversity jurisdiction,
Competenza di offrire soluzione al conflitto fra cittadini di più stati.
inizialmente, con Plessy v. Ferguson del 1896, la Corte aveva sostenuto la legittimità
costituzionale della regolamentazione segregata dei mezzi di trasporto, purché i
servizi offerti fossero gli stessi,
Nel 1934 il Congresso incarica la Corte Suprema di redigere norme di procedura civile
valide per tutto il sistema federale: nel 1938 la Corte approva le Federal Rules of Civil
Procedure, emendate varie volte e alle quali gli stati si sono uniformati.
I GIUDICI FEDERALI.
I giudici federali conservano il loro ufficio a vita during good behavior, ossia fino a che
non se ne renderanno indenni con la loro condotta, così da essere rimossi solo
attraverso un procedimento di impeachment.
I giudici federali minori sono invece nominati dal Ministro della giustizia, il cui potere
proviene comunque dalla delega del Presidente. Vengono scelti tra: i giudici delle corti
inferiori, i professori delle facoltà giuridiche, i public officers.
LE CORTI STATALI.
I GIUDICI STATALI.
I giudici delle corti statali sono nominati principalmente tramite l’utilizzo di due sistemi,
ai quali se ne aggiunge un terzo:
La nota sentenza nasce dalla nomina a giudice di pace di Marbury da parte del
Presidente Adams, federalista, poco prima che scada il suo mandato.
Madison, funzionario dell’amministrazione del neoeletto Presidente Jefferson,
antifederalista, NON completa la procedura di notificazione.
Marshall, presidente della Corte Suprema, ex segretario di Stato del presidente degli
Stati Uniti John Adams dello stesso partito di Marbury, nega il rimedio a Marbury.
Pone la questione del rapporto tra il Judiciary Act e la Costituzione concludendo che la
disposizione in questione del primo è incompatibile con la distinzione tra la
competenza in primo grado e in grado d’impugnazione prevista dalla seconda.
Dunque, riconosce un contrasto tra la norma della legge e quella della Costituzione.
2. Diversity jurisdiction,
Competenza di offrire soluzione al conflitto fra cittadini di più stati.
• In senso ampio comprendendo anche la common law, ossia i precedenti delle corti.
Nel caso Swift v. Tyson il giudice Story afferma che il termine laws è da intendersi
come legge e non come diritto e quindi la corte federale, se il caso non viene risolto da
un atto legislativo dello stato, deve applicare la General common law.
Tuttavia l’impostazione adottata da questa sentenza genera numerosi problemi:
2. Sul piano costituzionale: prevedendo la competenza delle corti federali nei casi di
soggetti di diversa cittadinanza si viene ad autorizzare la creazione di un diritto
federale in materie in cui il Congresso non può legiferare.
La soluzione adottata in Swift v. Tyson pone vari problemi, il precedente viene superato
successivamente con Erie Railroad Co. v. Tompkins.
Nel Kentucky la compagnia Brown and Yellow Taxi Club stipula un contratto con la
stazione ferroviaria, così da avere l’esclusiva per assistere i clienti al di fuori della
stazione stessa.
Successivamente la compagnia Black and White Taxi Club si presenta per operare il
medesimo servizio; ne deriva una controversia che si conclude a favore di quest’ultima.
Questo perché la Corte del afferma che il patto di esclusiva che limita la concorrenza è
illegittimo per la giurisprudenza del Kentucky.
La Brown and Yellow Taxi Club si accorge che le corte federali anche quando applicano
il diritto del Kentucky applicano solo la Statute law, tuttavia se questa manca applica la
General common law.
Per questo dà vita ad una Diversity Corporate Jurisdiction, ossia costituisce la
società nello stato del Tennessee, e attraverso la stessa stipula il medesimo contratto.
Al ripresentarsi della controversia, dato che essa coinvolge stati diversi il giudice NON è
più statale, ma federale e NON essendoci Statute Law in materia questi applica la
General common law ribaltando la sentenza statale.
Si tratta di un tipico caso di forum shopping.
In Pennsylvania il Signor Tompkins attraversando dei binari della Erie Railroad Co.,
viene urtato dallo sportello di un vagone di un treno della compagnia, con sede a New
York, ed agisce presso la corte federale della Pennsylvania.
La Corte d’appello accoglie la tesi di Tompkins; ma la Erie Railroad Co. fa ricorso alla
Corte Suprema, la quale cassa la decisione d’appello e impone che la controversia sia
decisa secondo la common law della Pennsylvania.
Una delle maggiori differenze tra la common law americana e inglese si riscontra nel
diverso ruolo delle università: negli USA sono centrali nella formazione del giurista.
Alcuni teorici ritengono che Langdell sia il primo esponente del formalismo giuridico
americano, in quanto dimostra un approccio fortemente dogmatico che lo porta a
formulare teorie tanto ampie da coprire vaste aree della common law.
Il nuovo approccio del giudice Holmes, cui dette seguito Pound, fondatore intorno al
1900 della scuola sociologica, sancisce il superamento del formalismo giuridico.
Le teorie postmoderne
Il realismo giuridico ha una influenza tale che a partire dalla sua affermazione gli studi
giuridici divengono maggiormente sofisticati ed eclettici; accanto a questa scuola, ne
nascono altre che ne rappresentano la continuazione e l’estremizzazione:
B. Critical legal studies: fenomeno intellettuale che estremizzando gli aspetti più
distruttivi del realismo giuridico conclude la completa coincidenza tra il
ragionamento giuridico e ragionamento politico;
2. Aver superato il bar exam, che verte in gran parte sui principi generali del diritto
americano, si ottiene il patrocinio presso le corti e il titolo di attorney at law.
Altro fattore unificanti del diritto americano è il Restatement, un prodotto della dottrina
il cui fine principale consiste nel riassumere i principi della giurisprudenza a tutti i livelli
operandone una sistematizzazione e razionalizzazione.
I restatements ricordano i codici continentali e costituiscono il solo surrogato possibile
della codificazione americana, la cosiddetta unofficial codification.
Deve comunque tenersi presente che il codice NON gode della centralità tipica dei
paesi dell’Europa continentale, piuttosto si come una legge ordinaria che deve fare i
conti con la common law.
La necessità di una disciplina giuridica omogenea porta all’istituzione nel 1892, della
National Conference on Commissioners on Uniform State Laws.
Questa è incaricata di formulare per alcune materie leggi unificanti, da presentare poi
agli organi legislativi per essere promulgate.
Tali sforzi contribuiscono ad incentivare l’unificazione giuridica tra gli stati, soprattutto
nell’ambito del diritto commerciale: il risultato più importante infatti è lo
Uniform Commercial Code, UCC, che disciplina i contratti commerciali e presenta
struttura, sistematica e contenuto tipici di un codice.
Ha molta importanza anche in considerazione dei canoni ermeneutici che impone,
sempre improntati a favorire la armonizzazione.
Negli Stati Uniti la regola dello stare decisis abbia un’efficacia meno rigida rispetto
all’Inghilterra; negli Stati Uniti le decisioni delle corti superiori vincolano le corti di grado
inferiore, le differenze sussistono in considerazione della portata orizzontale:
GLI STATUTES.
Negli Stati Uniti vi sono vari fattori che determinano una maggiore difficoltà nel
considerare la legge un accessorio rispetto alla giurisprudenza, come in Inghilterra:
1. Anzitutto, la presenza di leggi sia federali che locali; a cui deve aggiungersi la
presenza della Costituzione che ha fatto acquisire familiarità al giurista con lo ius
scriptum di portata generale.
2. Inoltre mentre il giurista inglese è guidato dalle singole parole della norma, quello
americano tende a cercarne la policy sottesa.
Si può parlare di tradizione giuridica di civil law, il cui centro primario è nell’Europa
Continentale, solo a partire dalla fine degli anni 1000, inizi del 1100. Prima il sistema
giuridico si fondava sulle consuetudini, dato che la caduta dell’Impero romano aveva
spinto al declino sia le istituzioni politiche, sia quelle giuridiche, cioè il diritto romano.
Quindi il contesto in cui comincia a formarsi la tradizione di civil law si caratterizza per
la sua fisionomia disorganica e per lo stato di arretratezza in cui versa il diritto.
IL RINASCIMENTO GIURIDICO.
Il diritto romano preso in analisi è il diritto del Corpus Iuris Civilis, voluto da Giustiniano
e pubblicato tra il 529 e il 534 d.C.
4. Le Novellae, che raccolgono gli atti normativi promulgati tra il 534 e il 565 d.C.
Il Corpus Iuris Civilis si propone come una rottura con il passato, dato che tutto il
diritto precedente viene spazzato via;
La civil law ha nella dottrina il suo fulcro principale, come testimonia l’attribuzione fin
dalle origini di forza di legge alle opinioni dei giureconsulti e alle Institutiones.
Nell’Europa del 1100 erano presenti molteplici fonti normative che impedivano la
formazione di un forte potere centralizzato, tipico al contrario dell’Inghilterra.
Per superare i vari diritti locali, il diritto comincia a essere concepito e insegnato come
un modello di organizzazione sociale, che indica ai giudici cosa è necessario fare.
Ad essere concepito come il fulcro della cultura di civil law è proprio il diritto romano
poiché:
I giuristi che hanno maggiormente contribuito alla rinascita e alla diffusione del diritto
romano possono essere riuniti in 4 scuole principali:
1. I GLOSSATORI;
La loro opera tende non alla chiarificazione, ma all’esegesi analitica del testo;
questa li porta a considerare i passi del Corpus nei loro rapporti reciproci, in riferimento
al complesso del sistema giuridico, che concepiscono come un unitario e armonico.
Hanno una concezione autoritaria del diritto romano, che porta al rafforzamento del
concetto di diritto come manifestazione di autorità.
Il culmine dell’opera dei glossatori, ma anche il motivo della crisi del loro metodo, è
costituito dalla Magna Glossa di Accursio, una raccolta di circa 96.000 glosse, che di
fatto sostituisce il Corpus iuris civilis, divenendo il fulcro di ogni insegnamento.
2. I CANONISTI;
3. I COMMENTATORI;
Il rapporto tra diritto romano e iura propria viene ribaltato, in modo tale che al primo
viene attribuito un carattere semplicemente sussidiario.
Il loro obiettivo è quello di restituire al diritto romano la sua portata autentica e il suo
senso originale, sia contenutistico che formale; per questo concettualmente si
contrappongono ai commentatori.
La lex mercatoria, nata come diritto di una comunità particolare, diviene ben presto un
diritto commerciale comune a tutta Europa.
Inoltre, dato che era il miglior diritto esistente secondo il giudizio di autorevoli giuristi,
NON è mai stato imposto, quanto piuttosto recepito come idea.
Accade così che anche sovrani fortemente diffidenti dal vecchio Sacro Romano Impero,
quali quello francese o quelli dei paesi nordici, fecero della compilazione scritta delle
consuetudini un forte strumento di recezione del diritto romano.
Nei paesi latini, dove la giurisprudenza, essendo troppo debole, non è mai riuscita
ad affermarsi; basti considerare che solo nel 1700 i giudici saranno liberi
dall’obbligo di seguire la communis opinio doctorum.
A. sia perché i paesi del nord sono maggiormente fedeli al diritto consuetudinario,
mentre quelli del sud al diritto romano;
B. sia perché il diritto è diverso a seconda dell’ordine con cui si applica: un borghese
si sposa secondo il diritto canonico e conclude contratti secondo il diritto romano.
Durante il 1600 emerge uno Stato assoluto che tende a livellare i particolarismi,
insofferente verso organismi autonomi e la molteplicità delle fonti giuridiche.
Il sovrano, in particolare modo quello francese, vuole raggiungere la razionalizzazione
del sistema giuridico e per farlo deve necessariamente potenziare oltre all’apparato
legislativo, anche il controllo dell’amministrazione della giustizia.
Proprio a tale scopo, in Francia vengono pubblicate le famose Ordinanze di Luigi XIV,
1638-1715, volte a riorganizzare le fonti ed a togliere potere ai giuristi; così la Francia si
svincola da quelle che erano le sue prospettive medioevali ed inverte la rotta:
Tale movimento, fondato sul concetto del soggettivismo, porta avanti gli ideali di laicità
dei diritto, di limitatezza del potere sovrano e di funzione garantista dello Stato.
Il Code Civil costituisce il rifiuto del modo di produrre diritto proprio del droit coutumier:
con esso il diritto non proviene più dal basso, ma si pone dall’alto, assumendo il
carattere di diritto nazionale unico, completo ed esclusivo.
Con il codice, dato che la legge diventa l’unica fonte capace di esprimere la volontà
generale, si passa dal concetto di diritto a quello di legge.
Tale codice non è solo la conseguenza degli eventi rivoluzionari e della volontà di
Napoleone, ma deve essere considerato come il risultato di vari fattori:
A. funzione giurisdizionale;
Tali giudici, ad un certo momento, per concessione del re, iniziano vendere le
proprie cariche ed a fissarne l’ereditarietà: divenendo organi privilegiati e
conservativi. Per queste ragioni dopo la Rivoluzione il ruolo dei giudici in
Francia, sarà trattato con estrema diffidenza.
Tra la prima riunione dell’Assemblea nazionale del 1789 e la presa del potere da parte di
Napoleone nel 1799, in Francia si impose un diritto rivoluzionario, noto con
l’espressione di diritto intermedio, che sconvolse l’ancien regime, sostituendovi la
concezione di una società illuminata centrata sull’individuo e sullo stato.
Una certa impronta di Napoleone sul Codice è evidente, come ad esempio nell’uso di
una terminologia chiara e in un certo disegno patriarcale della famiglia.
2. Una scelta favorevole a regole di ampio respiro, a carattere non casistica, non
frammentario e non provvisorio;
Il Code Civil è redatto in un stile semplice ed elegante, in teoria per poter essere
compreso anche dal non giurista, elemento questo che ha fortemente contribuito alla
sua ampia circolazione.
Lo stile utilizzato influenza anche il modo in cui la norma è formulata: essa si colloca a
metà tra i principi generali e le regole casistiche.
Per quanto riguarda la struttura il Codice si compone di 2281 articoli, distribuiti in:
B. Art.4, che dispone il divieto di non liquet. Il giudice infatti deve sapersi muovere
nelle regole poste dal legislatore, e deve sempre decidere la controversia
2. Secondo libro, che ruota attorno al dogma della proprietà, il valore cardine della
nascente classe borghese vittoriosa sull’ancien regime.
La proprietà è un valore portato dalla scuola del diritto naturale in accordo con l’anima
borghese della Rivoluzione; l’idea della proprietà che ne scaturisce è un diritto assoluto,
tutelabile erga omnes.
Quest’idea di proprietà non si diffonde nella common law, dove la proprietà, soprattutto
quella terriera, è ancora concepita come un fascio di interessi stratificati.
3. Terzo libro, che contiene la disciplina assai poco omogenea di istituti che
sarebbero collegabili dal fatto di essere diversi modi di acquisto della proprietà.
A. il dogma della libertà contrattuale, all’articolo 1134 e 1108; la libertà oltre che
economica è prevista nel codice anche come di credo, di manifestazione del
pensiero; inoltre è anche negativa che ha rilevanza soprattutto in ambito penale.
Bisogna ricordare che il codice rappresenta una sintesi tra esperienza giuridica del
nord della Francia, a base consuetudinaria, e quella del sud, a base romanistica:
ciò facendo, finisce per dare più spazi a elementi di origine germanica di quanto non
faccia il codice civile tedesco, in quanto quest’ultimo fu influenzato dalla pandettistica
tedesca, seguendo quindi la tradizione romanistica molto più fedelmente.
Il Code Civil si presenta come l’archetipo dei codici borghesi del 1800, riflette la
struttura economica e sociale del suo tempo di conseguenza manca ad esempio la
disciplina del rapporto di lavoro.
1. Il Presidente della Corte Costituzionale Paolo Grossi sostiene che questo codice fu
considerato come un mito a livello immediato, ma che è stato mitizzato anche
dopo; si è verificato una sorta di catechismo, testo punto di riferimento assoluto.
Nell’attesa di veder realizzati i progetti di riforma relativi al diritto delle obbligazioni e dei
beni, dei quali nel tempo si avverte sempre più l’immobilismo, molti sono stati gli
interventi adeguatori, che hanno permesso al codice di rimanere, almeno in parte, al
passo coi tempi. Tali interventi sono stati operati:
A. sul diritto di famiglia, riformato per rispondere alle esigenze prospettate dal
nuovo ruolo della donna,
B. Verso la fine del 1800 il quadro muta si sviluppa la scuola della libera ricerca
scientifica, con un’interpretazione che tenga conto delle esigenze della società.
Così come accadde per il diritto romano anche il Code civil, pur avendo inizialmente
conosciuto una diffusione ratione auctoritatis, deve la sua diffusione all’auctoritatis
rationis. Esempi di tale diffusione sono:
• Bolivia e Messico sono per larghi tratti mere traduzioni del testo francese,
• Cile e Argentina, pur basandosi sul modello francese, sono caratterizzati da una
buona dose di originalità;
8. I paesi africani e asiatici colonizzati dalla Francia e dall’Egitto, nonostante non sia
stato dominato dalla Francia.
Storia
Per questo si dovette attendere il 1780 affinché il cancelliere Von Cramer desse inizio
a quel progetto di codice che, dopo 14 anni di rielaborazioni, sfocerà nell’ALR sotto
l’imperatore Federico Guglielmo II.
Struttura e principi
L’ALR, che si presenta nei suoi 17.000 articoli in maniera assai differente dal Code Civil:
è il prodotto più genuino del diritto della ragione che, cercando di prendere in esame
tutte le fattispecie possibili, pretende di disciplinare non solo la materia civilistica del
diritto privato, ma anche il diritto costituzionale ed ecclesiastico.
B. La prima parte, relativa ai diritti reali, disciplina un diritto privato che guarda al
soggetto nelle relazioni con gli altri.
L’introduzione è la parte dell’ALR che contiene i riferimenti più evidenti alla matrice
giusnaturalista, come ad esempio il sancire:
II. Che i diritti degli uomini sono fondati sulla libertà naturale che ciascuno ha di
perseguire il proprio bene senza ledere il diritto altrui;
III. Che i diritti del singolo traggono la loro origine dalla nascita, dal ceto e dagli atti a
cui la legge attribuisce efficacia costitutiva.
Difetti
1. La prima parte individua un soggetto e diritti ed obblighi uguali per tutti, MA
la seconda parte invece moltiplica il soggetto nella famiglia e nei vari ceti.
Influenza e diffusione
Tuttavia il Codice prussiano ebbe un’influenza molto inferiore ai suoi meriti ed al suo
valore intrinseco: l’ALR ebbe infatti vita breve, in quanto fu sostituito dal BGB, ed
ebbe diffusione modesta, dato che al di fuori dei confini prussiani era costretto a
soccombere di fronte ai ben più solidi modelli francese e austriaco.
Ciò fu dovuto anche agli attacchi ricevuti dalla giurisprudenza e dalla dottrina, innescati
proprio dalla volontà dell’ALR di ridurre queste ultime a semplici guardiani della legge.
Storia
II. Nel 1796 l’opera di codificazione proseguì sotto Leopoldo II, grazie a Carl Von
Martini, il cui secondo progetto, diviso in 3 parti e con ampie aperture al diritto della
ragione, fu approvato in via sperimentale in Galizia, ma poi non fu esteso.
III. Di questa sperimentazione tenne conto l’ultima commissione, nominata nel 1801
compose il terzo progetto, influenzata fortemente da Franz von Zeiller.
IV. Respinto e riesaminato tre volte, il quarto, codice fu promulgato nel giugno 1811.
Struttura e principi
II. Diritti sulle cose: diritti reali, in numero chiuso; diritti personali sulle cose; contratti e
responsabilità extracontrattuale, di cui si segnala la clausola generale dell’art.1295:
ciascuno ha diritto di pretendere dal danneggiante il risarcimento dei danni che
questo con colpa gli ha provocato.
Benché diverso, l’ABGB ha tuttavia punti di contatto con il Code Napoleon, come:
A. il principio di statalismo,
È inoltre presente una marcata matrice kantiana, in particolare modo dove si afferma
l’uguaglianza dei cittadini tra di loro e nei confronti dello Stato.
Difetti
• Nonostante venga riconosciuta la libertà della persona come diritto innato, fino al
1848 persiste la servitù della gleba
• Nonostante venga stabilito il principio per cui i rapporti tra i proprietari terrieri sono
regolati dalle disposizioni di legge, sono ancora riscontrati molti privilegi feudali
Sebbene l’ondata rivoluzionaria del 1848 intervenga per sedare queste contraddizioni,
la restaurazione portò ad alcuni passi indietro, specialmente in materia familiare, dove
- il matrimonio dei cattolici torno sotto al regime del diritto canonico e le relative
controversie ai tribunali ecclesiastici,
Influenza e diffusione
La Germania, anche all’indomani del congresso di Vienna del 1815, conserva ancora
le sue caratteristiche medievali che ostacolano la rielaborazione delle consuetudini e la
graduale costruzione di un diritto privato tedesco:
A. Il potere imperiale, ancora debole, comporta che la Germania sia ancora divisa in
39 stati sovrani;
B. NON esiste una giustizia regia forte e di un ceto di giuristi imperiali influente, data
la mancanza di una corte superiore con poteri effettivi e penetranti;
Tale mancanza ha così portato alla naturale e totale romanizzazione del diritto privato
tedesco, di cui la scuola storia è stata poi la dimostrazione.
II. favorita da un’università che è intesa come una comunità di professori e studenti
che circola liberamente in tutta l’area di lingua tedesca.
Secondo la nuova idea romantica, il vero diritto non è il prodotto di una legislazione
nazionale, nozione illuministica, ma della storia di un singolo popolo, espresso
attraverso i giuristi che il popolo stesso ha prodotto.
Questa è la radice della scuola storica, il cui fondatore Carl von Savigny sosteneva
che il diritto NON potesse essere cristallizzato nelle formule di un codice, data la sua
natura fortemente mutevole, prodotto del Volkgeist, ossia dallo spirito del popolo.
La Scuola storica respinge quindi l’arbitrio del legislatore, non crede alla fissità dei
modelli ed attribuisce alla consuetudine il ruolo di fonte primaria.
Il codice è il frutto maturo della pandettistica tedesca, che trova consacrazione nel
libro I, che dà forma legislativa alla dottrina e che costituisce un unicum delle
codificazioni civilistiche.
Qui si trovano le norme generali sulle persone fisiche e giuridiche, alcune definizioni
riguardanti i beni e il concetto di negozio giuridico; tuttavia libri da 2 a 5 contengono
un numero considerevole di eccezioni a tali regole generali.
3. Il 3 libro è dedicato ai diritti sui beni e contiene la disciplina dei diritti reali e della
proprietà, ancora solidamente ancorata alla concezione individualistica;
Il BGB chiude l’epoca delle vittorie del liberalismo, riflette: il dominio della grande
borghesia sulla vita pubblica e del liberalismo sulla vita privata; si tratta di un codice
fortemente conservatore, che rappresenta un mondo in via di dissoluzione.
Il fatto che NON attribuisca alcun compito sociale al diritto privato si riflette su vari
ambiti, dalla struttura patriarcale della famiglia al rapporto di lavoro ignaro del
sindacalismo.
C. Esclusività, l’interprete può riferirsi a precetti diversi dalla legge in casi tassativi.
Pur essendo stato il baluardo borghese del 1800 piuttosto che il preludio del 1900, il
BGB, dopo aver attraversato svariate vicissitudini politiche, è sopravvissuto.
Fino al 1918 è rimasto pressoché intatto, coerentemente con la prassi tipica dei periodi
appena successivi alle codificazioni, ovvero quelli dominati dal positivismo, dalla teoria
pura del diritto e dalla stretta aderenza al testo del codice.
1. La giurisprudenza, grazie alla cosiddetta Scuola del diritto libero, ha fatto largo uso
delle clausole generali per adeguarlo alle mutate condizioni economiche e sociali.
2. Il legislatore, ha dovuto mettere mano, da un lato, alla materia del diritto del lavoro,
e dall’altro alla disciplina della proprietà privata, passando alla concezione de
la proprietà obbliga.
Nel 1933 Hilter viene nominato cancelliere e con ciò si afferma definitivamente il
nazionalsocialismo, movimento totalitario, razzista e rivoluzionario; elementi che
ebbero una forte ripercussione sulla sfera giuridica.
La Costituzione del 1949 costituisce uno dei principali motivi ispiratori della riforma del
diritto tedesco. 2 elementi assumono un’importanza preminente:
La diffusione del BGB è stata modesta e limitata nel tempo, la sua influenza,
principalmente per la parte generale del codice, è risentita dal Brasile al Portogallo,
all’Europa centrale e meridionale, fino all’Estremo Oriente.
Ma l’influenza più profonda e duratura si è avuta in Grecia. Ciò è dovuto al fatto che:
B. Poi con l’ascesa al trono di Grecia del principe Otto Von Wittelsbach,
si comincia a guardare con grande attenzione all’opera dei pandettisti.
La conseguenza è che l’attuale codice civile greco, data la sua evoluzione storica, la
sua sistematicità e il suo contenuto, può essere senza dubbio considerato come
appartenente ai sistemi germanici.
Nel 1400 il territorio elvetico era autonomo dal Sacro Romano Impero e mentre in
quest’ultimo vi fu un’ampia recezione del diritto romano, in Svizzera NON venne meno
la centralità delle consuetudini germaniche.
Quindi, nel corso del 1700, il diritto del territorio elvetico consisteva essenzialmente
nelle consuetudini di origine germanica, applicate da giudici laici elettivi.
La conquista napoleonica portò alla creazione dello Stato unitario svizzero e all’idea di
un diritto privato unitario; poi all’indomani del congresso di Vienna, si diede vita ad un
sistema federale in cui ciascun cantone manteneva la propria indipendenza.
• Nel 1855 il cantone di Zurigo si dotò di un codice che influenzò molto il futuro ZGB,
redatto da giuristi locali formati da Von Savigny.
LA CODIFICAZIONE SVIZZERA.
Il cammino verso un codice unitario del diritto privato svizzero si svolse attraverso
alcune tappe importanti: dall’integrazione nazionale della Confederazione nel 1848 alla
Costituzione federale del 1874 sino alla modifica costituzionale che estende la
potestà legislativa della Federazione a tutto il diritto civile.
Huber era spinto verso il ramo germanistico della scuola storica, ne è la riprova lo ZGB,
che rifiuta il modello del BGB nei suoi aspetti romanistici ed eccessivamente dotti.
Il suo stile tende a seguire la lingua comune, evitando termini tecnici e a non ricorrere
troppo spesso ai rinvii tra vari articoli.
2. Diritto di famiglia;
4. Diritti reali.
A. Di per sé il codice NON va oltre la delineazione dei tratti salienti di ciascun istituto
giuridico, sta al giudice seguendo le linee tracciate elaborare la regola da applicare.
I giudici peraltro sono elettivi e in molti cantoni il giudice di prima istanza è laico.
Il carattere aperto e il ruolo della giurisprudenza sono resi palesi dall’art. 1, comma 2:
Nei casi non previsti dalla legge il giudice decide secondo la consuetudine e, in difetto
di questa secondo la regola che egli adotterebbe come legislatore. Nel fare ciò egli
dovrà ispirati alla dottrina più consolidata e alla giurisprudenza già formata.
Tuttavia la norma non è stata molto utilizzata dalla giurisprudenza elvetica.
Secondo Zweigert e Kötz, il successo dello ZGB e la sua diffusione sono dovuti ai suoi
meriti intrinseci, fra cui rientrano:
1. L’equilibrio con cui Huber seguì una via intermedia tra il concettualismo del BGB e
la chiarezza del Code Civil
Secondo i due autori tedeschi, lo ZGB dovrebbe essere preso in considerazione per un
futuro eventuale codice civile europeo.
Il successo dello ZGB è rilevabile nella circostanza che tutti gli ordinamenti nei quali si è
proceduto a codificare il diritto privato, nel periodo successivo alla sua entrata in vigore,
ne hanno tenuto conto.
Esempio noto è il caso della Turchia, la quale si è rivolta al modello svizzero quando ha
voluto adottare un codice per modernizzare il proprio diritto durante la rivoluzione
culturale guidata da Kemal Atatürk.
Dopo la Restaurazione, grossa parte degli stati preunitari adottarono dei codici civili
fortemente ispirati al Code Civil, eccezion fatta per il Lombardo Veneto, che adottò
l’ABGB, e per lo Stato Pontificio e la Toscana, in cui vigeva il diritto comune.
III. sia perché l’unificazione italiana era stata possibile proprio grazie all’aiuto dei
francesi contro gli austriaci.
Il codice del 1865, che per larghi tratti si presenta come una mera traduzione del Code
Civil, con il fulcro centrale nel concetto dell’individualismo.
Tuttavia a differenza del Codice francese:
Per quanto riguarda la struttura, il codice civile viene suddiviso in tre libri:
2. Il Libro Secondo viene dedicato ai Beni, alla Proprietà ed alle sue Modificazioni;
Manca, come nel Code Civil, ogni regolamentazione effettiva del rapporto di lavoro: la
locazione di opere è nel libro della proprietà.
Il codice del 1865 NON riesce a sopravvivere alla trasformazione economica e politica
che investe l’Italia unificata a cavallo del 1900; per questo nel 1923 il Governo delega
una commissione per la risistemazione dei 3 libri del codice.
Il codice successivo del 1942si compone di 6 libri:
2. Delle successioni.
3. Della proprietà, a livello concettuale, risulta essere il più distante dal Code Civil:
dato che la proprietà è ormai percepita in funzione della persecuzione di un
interesse pubblico.
5. Del lavoro, il più innovativo fra i libri del codice, ma anche quello maggiormente
colpito dall’impostazione del regime.
I giuristi che misero a punto il testo però accorti tanto da riuscire a conservare quella
neutralità che ha permesso al codice di salvarsi nel post regime.
Per quanto attiene ai fattori che hanno influito sul testo successivamente:
La generalità riconosciuta alla norma giuridica fa si che nei paesi di civil law il compito
del giurista sia concepito come compito di interpretazione delle formule legislative e
si svolga prevalentemente in modo nascosto.
3.3. LE COSTITUZIONI
I paesi appartenenti alla tradizione di civil law presentano tutti, al vertice della gerarchia,
costituzioni scritte alla cui disposizioni si riconosce un prestigio particolare, politico e
giuridico, che si riflette nelle previsioni di speciali procedure di revisione e di
controllo di costituzionalità delle leggi.
Le costituzioni rigide si definiscono tali perché per essere modificate sono richieste
procedure aggravate rispetto alle ordinarie procedure legislative.
Le costituzioni non sempre possono essere modificate in ogni loro parte: talvolta si
pongono limiti al potere di revisione, come il limite dei principi fondamentali
nell’ordinamento italiano, ribadito più volte dalla Corte, partendo dall’art. 139 Cost.
Gli ordinamenti con costituzioni scritte e rigide si caratterizzano anche per la presenza
di un sistema di controllo di costituzionalità delle leggi, ossia un sistema di giudizio
della conformità ai principi costituzionali delle leggi ordinarie e delle altre fonti.
A. Un sistema diffuso:
2. Si tratta del modello americano, in quanto realizzato per la prima volta negli
U.S.A. a partire dalla sentenza Marbury v. Madison: il giudice, nella causa,
disapplica le leggi che ritiene in contrasto.
B. Un sistema accentrato:
Sia il modello diffuso sia il modello accentrato si sono imposti in numerosi paesi.
Tuttavia sono molte, le varianti di entrambi; le differenze possono essere le più svariate.
1. C’è una corte costituzionale, ossia sono modelli quasi sempre accentrati;
c) infine permette ricorso individuale diretto da parte dei cittadini, nel caso
in cui ritengano siano stati violati principi e diritti sanciti dalla costituzione;
4. Modalità di accesso alla corte: in Italia le vie di accesso sono 2 la via incidentale e
principale; l’idea europea si caratterizza proprio per l’incidentalità.
Dagli anni ’70 si è assistito ad un cambiamento che è culminato nella riforma del 2008,
questa ha portato il Conseil a proporsi anche come garante dei diritti fondamentali ed
stato introdotto un meccanismo di controllo di costituzionalità delle leggi a posteriori e
in via incidentale affidato al Conseil.
Un’altra fonte fondamentale sono i cosiddetti principi generali desunti dai Trattati o
dalle tradizioni comuni agli stati membri ed enunciati dalla giurisprudenza della Corte
di Giustizia. Infatti in base all’art. 6, par. 3, TUE, fanno parte del diritto dell’Unione in
quanto principi generali.
L’analisi della giurisprudenza della Corte di giustizia diviene poi essenziale per
comprendere come le fonti europee interagiscono con le fonti nazionali.
1. Questo percorso è iniziato con la decisione della Corte di Giustizia delle Comunità
Europee Van Gend en Loos v. Nederlandse Administratie der Belastingen
che ha sancito l’efficacia diretta del diritto dell’Unione.
3. Il passo seguente si ha con la sentenza della Corte Costituzionale 183 del 1973,
ivi la Corte afferma che ragioni di uguaglianza e certezza del diritto suggeriscono le
norme di diritto comunitario NON possono essere caratterizzate né come diritto
internazionale, né come diritto straniero, né come diritto dei singoli stati.
Devono avere pieno effetto ed applicazione diretta in ciascuno degli stati membri
senza la necessità di una legge di incorporazione.
4. Successivamente con la sentenza della Corte Costituzionale 232 del 1975 con cui
questa stabilisce che in caso di contrasto fra una legge italiana successiva ed un
regolamento è presente una patologia e questo poiché la legge italiana successiva
non può contrastare contro una europea precedente.
La Corte individua quale modalità di risoluzione del conflitto l’incostituzionalità della
legge rispetto all’Art.11; tuttavia la Corte di Giustizia non fu soddisfatta poiché la
questione diveniva così tutta nazionale.
5. Decisiva fu la sentenza della Corte di Giustizia Simmenthal del 9 marco 1978, con
cui si è stabilito che: il giudice nazionale, incaricato di applicare, nell’ambito della
propria competenza, le disposizioni del diritto comunitario, ha l’obbligo di garantire
la piena efficacia di tali norme, disapplicando all’occorrenza, di propria iniziativa,
qualsiasi disposizione contrastante della legislazione nazionale, anche posteriore,
senza doverne chiedere od attendere la previa rimozione in via legislativa o mediante
qualsiasi altro procedimento costituzionale. Predica quindi un sindacato diffuso.
Tuttavia la Corte Costituzionale nelle sentenze gemelle nn. 348 e 349 del 2007 ha
fornito alla CEDU la specifica copertura costituzionale dell’art. 117 Cost. Pur non
essendo incorporata nell’ordinamento italiano, la CEDU, come interpretato dalla Corte
di Strasburgo, diviene un cosiddetto parametro interposto di costituzionalità,
collocandosi in posizione intermedia tra Costituzione e legge.
I giudici comuni quindi, non possono disapplicare la legge interna che ritengano non
conforme alla Convenzione. Dovranno infatti sollevare una questione di legittimità
costituzionale dinnanzi alla Corte Costituzionale.
3.6. LE LEGGI
Tra le fonti del diritto, la tradizione legata alla Rivoluzione e la codificazione collocano la
legge al vertice della gerarchia, dove questa resta fino alla stagione delle costituzioni.
Un rapporto analogo si pone, negli ordinamenti di common law, tra common law e
legge, ogni volta che sia necessario tornare a principi non desumibili da quest’ultima.
Può dirsi che la common law sta alla statutory law come il codice sta legge speciale.
3.7. I REGOLAMENTI
Il regolamento, in particolare quello governativo, è la tipica fonte secondaria che nella
gerarchia si colloca al di sotto della legge e non può ad essa derogare.
3.8. LE CONSUETUDINI
Il monopolio acquisito dal legislatore sulla produzione normativa ha relegato la
consuetudine in una posizione marginale.
Ciò è dimostrato dal fatto che è ovunque esclusa ammessa la validità di fonte legale
alle consuetudini secundum legem mentre sono escluse le consuetudini contra legem.
Discussa è invece la validità della consuetudine praeter legem, ossia riguardante cioè
materie non regolate dalla legge.
Il movimento della codificazione segna il passaggio dal diritto alla legge e definisce il
ruolo del giudice come quello di operatore di una macchina progettata dal legislatore.
Quindi la giurisprudenza NON è formalmente fonte del diritto, ossia le sentenze NON
hanno formalmente efficacia al di là dei casi che decidono.
La realtà però è diversa, oggi è evidente il ruolo del diritto giurisprudenziale, il giudice:
Talvolta vi sono addirittura situazioni in cui è forte la tentazione dei parlare di dottrina
del precedente anche nella civil law; i giudici, infatti, tendono a seguire i loro
predecessori e i valori della certezza, della prevedibilità e dell’uguaglianza richiedono
che casi simili siano decisi allo stesso modo.
La giurisprudenza abbia un’autorità fortemente persuasiva.
Tuttavia, bisogna tener conto di alcune differenze importanti presenti tra la dottrina
dello stare decisis e la prassi delle corti:
3. Le corti supreme di civil law difettano poi di quel potere discrezionale che
consente alle corti supreme di common law di decidere poche decine di casi ogni
anno di concentrarsi soprattutto sul proprio ruolo nomofilattico.
4. L’autorità delle decisioni delle corti di civil law è attenuata dal fatto che i loro sono
giudici, all’apice della carriera e che hanno sviluppato capacità tecniche notevoli di
applicazione della norma piuttosto che di emanare pronunce policy oriented.
3. Critiche diffuse della dottrina nei confronti di una norma giudizialmente prodotta
inducono spesso le corti a riesaminarla.
4. Una decisione che può fondarsi su una dottrina condivisa, infatti ha maggiori
possibilità di legittimarsi come precedente rispetto una decisione controcorrente.
Uno dei caratteri della civil law è la presenza di momenti di rottura con il passato.
Questo vale anche per i paesi dell’Europa orientale, che vivono 3 momenti di frattura:
SUDDIVISIONE INTERNA.
La definizione di Europa orientale deve essere intesa in senso lato, ossia comprensiva
di tutta l’area della Mitteleuropa: Europa centrale, a partire dall’Austria, fino agli Urali.
Le soluzioni di continuità hanno creato in questi paesi, molteplici strati nel diritto; il
sustrato è rappresentato dal sistema giuridico precedente al periodo socialista al quale
si ricollega il diritto attualmente vigente.
LE ORIGINI.
A. Da un lato, è importante avere presente i territori inclusi nel Sacro Romano Impero,
Boemia, Moravia, Slovenia e alcune regioni polacche.
Il diritto romano penetrò attraverso università, la più celebre è quella di Praga.
Boemia, la Moravia e la Slovenia fino agli inizi del 1800 fanno parte del Sacro Romano
Impero, tutto ciò che vale per questo, vale anche per i corrispondenti territori, in cui era
applicato l’ABGB; utilizzato anche in Ungheria, fino al 1860.
IL DIRITTO SOCIALISTA.
La Seconda Guerra Mondiale provoca una profonda spaccatura tra la parte occidentale
e quella orientale del continente; il secondo momento di rottura per i paesi orientali è la
sovietizzazione, che allontana questi paesi dalla famiglia di civil law.
Nell’ideologia marxista-leninista, il socialismo è una fase transitoria verso il
comunismo, per questo la concezione socialista del diritto, si fonda su:
A. Il principio della legalità socialista, in virtù del quale i cittadini devono obbedire
alle leggi perché esse sono giuste, in quanto emanate da uno stato socialista.
B. Il principio dell’unitarietà del potere statale, in virtù del quale tutti e tre i poteri
sono affidati al soviet supremo, unico rappresentante del popolo sovrano.
Secondo Lenin tutto il diritto è pubblico. In realtà, però, nel periodo socialista, il
diritto privato NON è scomparso, ma è stato inglobato dal diritto pubblico.
I paesi satellite, questi non hanno mai seguito pienamente l’esempio sovietico di
abrogazione integrale, da un lato perché questi avevano una tradizione giuridica forte.
LA TRANSIZIONE DEMOCRATICA.
La fine del regime deriva da diversi fattori, come: l’inefficienza economica, la perdita
della legittimazione ideologica, la mancata flessibilità del sistema.
È importante distinguere tra: Europa orientale in senso stretto, dove il socialismo è
stato instaurato in via rivoluzionaria, ed Europa centro-orientale, dove il regime è stato
imposto; i secondi avevano un migliore punto di partenza nella transizione democratica.
Tracce di forma
• Nella procedura civile è retaggio il locus standi del pubblico ministero che può
iniziare un processo indipendentemente dalla volontà delle parti.
• Nel codice civile sono sopravvissute le clausole generali dei principi della
convivenza sociale e dello scopo socio-economico.
È ancora più rilevante l’impronta di una concezione socialista del diritto nella mentalità
dei giuristi; si manifesta nei metodi di interpretazione applicati: l’ostilità nei confronti
dell’interpretazione teleologica, riconducibile alla natura dittatoriale del regime; il
metodo teleologico lascerebbe troppo spazio alla discrezionalità dell’interprete.
Anche nei paesi dell’Europa orientale, la Costituzione si pone al vertice della gerarchia.
Nelle varie costituzioni si possono notare tracce residue del modello sovietico,
tuttavia attualmente tutti i paesi hanno una costituzione di stampo democratico-liberale.
La giustizia costituzionale
IL DIRITTO EUROPEO.
11 paesi sono parte dell’Unione Europea, e altri 12 ne sono rimasti fuori. Tutti i paesi,
tranne la Bielorussia, sono firmatari della CEDU e membri del Consiglio d’Europa.
LE LEGGI.
La legge assume lo stesso valore che negli altri paesi di civil law.
La maggior parte delle corti di ultima istanza dell’Europa dell’Est segue il modello
tedesco di revisione, in cui la corte si presenta come un vero terzo grado di giudizio.
CAPITOLO 4° LA TRADIZIONE
GIURIDICA DEI PAESI NORDICI
BREVE RIASSUNTO. PUNTI PRINCIPALI.
1. PREMESSA
Per paesi Scandinavi o Nordici, si intendono: Svezia, Finlandia, Danimarca, Norvegia e
Islanda. Caratteristica peculiare è l’affermazione di un positivismo legislativo molto
marcato pur in assenza di codificazioni nel senso proprio: vi è una differente
ordinazione del materiale normativo; l’elevata continuità storica li avvicina
all’esperienza britannica.
Il pluralismo linguistico non ha posto particolari ostacoli alla circolazione delle idee
ed alla comunicazione tra giuristi.
Dopo il 1809 si avvia una breve stagione in cui appare possibile un rinnovamento del
paese, in un periodo di estrema francesizzazione. Nel 1826 è presentata una proposta
di legge civile generale, ma a causa del suo stampo troppo liberale, venne considerata
dalla Corte Suprema eccessivamente innovativa, parere che bloccò l’opera di riforma.
Il punto di svolta nella costruzione di una dottrina giuridica nordica è l’avvio degli
incontri nordici dei giuristi nel 1872: ogni 3 anni riunivano giuristi teorici e pratici per la
discussione di problemi di comune interesse.
La collaborazione proseguì senza la creazione di alcuna struttura ad hoc, né con la
formalizzazione di vincoli giuridici in trattati internazionali. Importanti sono le leggi in
materia di compravendita di beni mobili, di contratto promulgate tra il 1905 e il 1915.
Si osserva la tendenza a considerare i lavori preparatori come una fonte del diritto
pari ordinata alla legge in senso stretto; senza mai affermarne la vincolatività giuridica.
La forza dei lavori preparatori come “fonte occulta”: le ricadute sulla tecnica legislativa
La fedeltà delle corti alle indicazioni contenute nei lavori preparatori finiva per
consentire un doppio livello legislativo, potendo inserire una norma di dettaglio o nel
testo o nei lavori preparatori. Flessibilità molto utilizzata dai legislatori.
Le clausole di ragionevolezza contenute negli articoli di una legge possono risultare
ingannevoli per l’osservatore straniero: l’ ampia discrezionalità è suscettibile di
trasformarsi in una norma casistica con la lettura dei lavori preparatori.
1. In Svezia la protezione dei diritti umani è stata affidata in via primaria ai trattati
internazionali, a partire dalla CEDU ed ai i documenti costituzionali.
In tutti i nuovi stati inizialmente l'indipendenza NON comportò una censura dal punto di
vista giuridico: rimase in vigore l'ordinamento anteriore costituito dal diritto della
madrepatria e da un corpus di disposizioni speciali dettate per le colonie.
I leader dei nuovi stati indipendenti presero subito in considerazione l'idea della
codificazione; processo che è possibile distinguere 3 fasi:
• La terza fase, inizia intorno al 1860, con l’estensione a tutti gli stati dell’America
Latina: la maggior parte degli stati sudamericani adottarono, seppur con qualche
adattamento, il Codice cileno.
Il Codice messicano, invece, fu ampiamente influenzato dal diritto francese.
Il Codice civile argentino attinse in misura significativa ai modelli preesistenti.
Il progetto di Codice civile brasiliano, redatto dal famoso giurista Augusto Teixeira de
Freitas, risultava chiaramente influenzato dalla Pandettistica tedesca.
I mutamenti sociali, politici ed economici del 1900 hanno reso necessari interventi di
aggiornamento dei codici civili latino-americani, in vari ordinamenti siglate esigenze
hanno portato proprio a nuovi codici; in questa fase un rilievo significativo lo ha
assunto la dottrina italiana, in virtù dell’affinità culturale e dell’essere sintesi delle
diverse tradizioni romanistiche.
Più rapida è stata invece l'obsolescenza dei codici di commercio, a tale fenomeno si è
associata la crescente influenza della common law, dovuta al predominio commerciale
dell'Inghilterra prima e degli Stati Uniti poi; concretizzatasi in buona sostanza
nell’importazione di modelli statunitensi.
In paesi non ancora consolidati sotto il profilo politico istituzionale l'adozione di carte
costituzionali sul modello statunitense o europeo non ha di fatto contribuito in modo
significativo alla stabilità politica, economica e sociale dell'America Latina.
A partire dalla metà degli anni ’80 de secolo scorso, quasi tutti gli ordinamenti
conoscono fasi di transizione costituzionale ma nonostante, quindi, la fine dei regimi
dittatoriali, rimane ancora viva la percezione di un profondo divario tra quanto sancito
sulla carta e quanto realizzato nella prassi applicativa.
Per quanto concerne le procedure di nomina dei giudici superiori. Negli ordinamenti
a maggiore influenza statunitense, i giudici della Corte Suprema sono nominati dal
Presidente con l'approvazione del Senato; altri sistemi vedono invece un maggior
coinvolgimento dell'Assemblea legislativa o dello stesso giudiziario; un numero
importanti di Paesi accoglie, infine, sistemi di nomina misti.
Per quanto concerne infine il diritto processuale, il modello diffuso in tutti i Paesi
dell'area, sia in campo civile sia in campo penale, è quello di civil law, nonostante, sia
stata forte l'influenza degli Stati Uniti.
Nel II secolo a.C., si viene a creare uno stato unitario, che perdura fino al 1911.
A partire dal 206 a.C. l’impero cinese fonda il proprio sistema istituzionale su 2 scuole:
A. La scuola legista; si basa sulla convinzione che l’uomo sia malvagio e che
siano necessarie severe leggi scritte, richiama quindi la certezza del diritto e
l’uguaglianza dei cittadini davanti alla legge.
L’impero cinese vive nella sua versione autoctona prima dell’arrivo delle potenze
occidentali; che all’arrivo si scontrano con un mondo permeato di cultura confuciana.
Con le guerre dell’oppio inizia la storia della Cina moderna; nel 1842 la Cina esce
sconfitta dal conflitto e l’Inghilterra la obbliga a firmare il primo di una serie di trattati
c.d. ineguali al fine di imporre il suo dominio economico.
Viene quindi istituita una commissione per la codificazione il cui progetto finale del
1911, si ispira principalmente al BGB. Inoltre nel 1906 l’impero promulga un editto sulla
preparazione di una costituzione basata sull’osservazione dei maggiori modelli stranieri.
Dal 1927 al 1949 il Partito Nazionalista cinese, dopo aver riunificato la Cina, è l’unico
al governo e percepisce un senso di inadeguatezza del diritto cinese tradizionale.
Inizia quindi una nuova fase di codificazione stimolata dal confronto con la legislazione
delle potenze coloniali.
Ne derivano dal 1928 al 1935 i Sei codici: una legge costituzionale, un codice civile ed
uno penale con i relativi codici di procedura e nella legge sull’organizzazione giudiziaria;
i quali si ispirano principalmente al diritto tedesco filtrato dal diritto giapponese.
La loro reale applicazione è molto discussa in considerazione della effettività delle
disposizioni in materia di famiglia, successioni ed obbligazioni che costituiscono un
insieme di norme estranee alla tradizione giuridica cinese.
Tali codici, rimangono in vigore solo fino al 1949.
A causa del diverso impatto delle nuove leggi fra le città e le campagne, il territorio si
frammento e il Partito comunista controlla alcune zone in base ad un modello diverso di
organizzazione della società segnata dall’imitazione dell’esempio russo-sovietico.
L’ideologia rivoluzionaria guidata da Mao Zedong, che prende il potere nel 1949, data
della fondazione della Repubblica Popolare Cinese, è ostile ai sei codici stranieri.
Il Partito comunista che ricusa il principio della separazione dei poteri: l’organo
supremo è l’Assemblea Nazionale del Popolo, che è determinante anche nella nomina
delle più alte cariche dello Stato. Tutti i tribunali e le facoltà giuridiche vengono chiuse;
l’annientamento della tradizione giuridica continuerà fino alla morte di Mao, nel 1976.
Deng Xiaoping nuovo leader del Partito, approccia il diritto come strumento per il
raggiungimento degli obiettivi del Partito.
La costituzione è stata emendata solo quattro volte: la prima nel 1988, lo Stato
ammette l’esistenza del settore privato dell’economia; viene protetto il diritto d’uso
sulla terra; l’ultima nel 2004 si rafforza la garanzia della proprietà privata e si afferma
che lo Stato rispetta e protegge i diritti umani.
La riforma tocca tendenzialmente tutti i settori del diritto in una continua commistione
di elementi di civil law e di common law.
Per il momento, nell’attesa di un codice civile unitario, il diritto privato è regolare dalla
legge fondamentale del 1986 sui Principi generali di diritto civile.
La giurisprudenza non è fonte del diritto, ma uno dei principali poteri della Corte
suprema è quello di interpretare le leggi emettendo pareri, chiarimenti o normative di
attuazione, fonti del diritto de facto.
La casta dei militari e dello shogun assume gradualmente il controllo effettivo del
paese e produce diritto; l’affermazione definitiva avvenne quando Tokugawa Ieyasu
completò il processo di unificazione nazionale: la sua dinastia si distinse per l’adozione
del confucianesimo come ideologia ufficiale.
Per quanto riguarda i giudici, la loro indipendenza è garantita in modo enfatico dalla
costituzione, che proclama la loro soggezione solo alla costituzione e alle leggi.
Secondo questi la società è stata organizzata in base a categorie sociali, cui il singolo
apparteneva dalla nascita. Alle diverse categorie corrispondeva un diverso dharma,
codice di comportamento.
I primi scritti relativi portano il nome di dharmastrata, sono circa 100 e formano un
precetto unico; le si possono ritrovare nelle diverse consuetudini che venivano
rispettate dagli indù nelle relazioni sociali e nel campo religioso. Il dharma non è una
legge immutabile ma, al contrario, si dimostra sensibile all'evoluzione della società.
Durante il periodo musulmano, dal 1200 al 1800, il diritto islamico sostituì il diritto indù
quale diritto ufficiale; l’altro tuttavia, rimase in vigore in materia di persone e il
contenzioso tra indù continuò ad essere regolato dai notabili del villaggio o della casta.
I britannici insediarono dei giudici metropolitani. Tuttavia, l'operato di questi ultimi portò
ad una distorsione del diritto indù: il giudice inglese credette erroneamente che i
Con il tempo un numero sempre maggiore di decisioni giudiziarie, opera dei giudici
inglesi dei tribunali indiani, venne pubblicato. Si cessò così la redazione di raccolte di
diritto personale e cominciarono a diffondersi raccolte di giurisprudenza.
Tra il 1859 e il 1861 entrarono in vigore il codice di procedura civile, il codice penale e il
codice di procedura penale. I riformatori britannici, ma guardarono anche ad altre
esperienze giuridiche.
Tratto tipico dell'ordinamento indiano è relativo al ruolo del giudice, il quale crea norme
giuridiche se il legislatore è carente; questo può funzionare grazie all’art.141 della
costituzione, che impone la regola del precedente.
Nel periodo post-coloniale l'influenza occidentale ha avuto alla sua base la contrastata
dialettica tra šarīa e siyāsa šar'iyya; la prima è la legge rivelata da Dio e rivolta ai
musulmani per regolare la dimensione interiore della loro vita; la seconda è invece il
diritto emanato dal potere politico.
Le espressioni paesi islamici, paesi arabi e paesi del Medio Oriente sono locuzioni
NON coincidenti tra loro:
A. Per paesi arabi intendiamo tutti i paesi la cui lingua ufficiale è l’arabo;
B. Per paesi islamici intendiamo tutti i paesi la cui religione ufficiale è musulmana;
C. Per paesi del Medio Oriente intendiamo tutti quei paesi (sia arabi che non e sia
musulmani che non), compresi in una regione che va dalla penisola araba all'India.
Il primo incontro del diritto europeo con quello islamico riguardò il diritto commerciale e
penale nel corso del 1800 secolo nell'Impero ottomano attraverso il regime delle
Capitolazioni, sistema con cui i francesi assicuravano ai propri cittadini residenti nel
2. Modello maghrebino: si distinse dagli altri per aver preso in considerazione solo la
disciplina delle obbligazioni e dei contratti; nacque così il Code Santillana.
Il diritto di famiglia
Nonostante la sua origine divina anche il diritto islamico di famiglia ha nel tempo subito
numerose modificazioni NON derivanti dall'influenza diretta dei modelli europei.
A partire dal secondo dopoguerra anche i paesi del Maghreb intrapresero la
codificazione del diritto di famiglia:
1. Tunisia: una prima Commissione tentò la codificazione del diritto di famiglia già
durante il protettorato francese nel 1947; tuttavia, l'opera si ebbe solo a seguito
dell'indipendenza del 1956;
3. Algeria: con la legge della famiglia del 1984 regolò il matrimonio, il divorzio, la tutela
e l'assistenza, le successioni legittime e la donazione;
2. Nel 1990 il rifiuto graduale di modelli occidentali raggiunse il suo culmine nella fase
detta “revivalismo islamico”.
Anche l'organizzazione giudiziaria dei paesi arabo-musulmani nel corso del 1800 ha
subito radicali cambiamenti, influenzati dai modelli occidentali, soprattutto nella
struttura delle Corti e nel ruolo del giudice.
Le riforme del 1800 condussero all'unificazione del sistema sulla divisione francese del
sistema giudiziario in tribunali di prima istanza, Corti d'Appello e Corte di Cassazione
sul modello francese. Le corti sono competenti in materia civile, penale, e commerciale.
Esistono tribunali amministrativi e un controllo accentrato di costituzionalità delle leggi.
La composizione delle corti che dovevano applicare le norme coraniche non solo favorì
in india una maggiore influenza della common law e dell’equità, ma comportò anche la
conseguenza della formazione di un sistema di corti unificato.
Tra i segni dell'incontro del sistema inglese e di quello islamico vi è l'applicazione della
teoria del precedente da parte delle Corti indiane; portò inoltre alla recezione dell'idea
di codificazione del diritto.
I SUNNITI.
GLI SCIITI.
Alla morte del Profeta Maometto, un gruppo di musulmani si radunò intorno ad Ali,
ritenendo che il Califfato e l'Imamato gli spettassero di diritto, in ragione del suo grado
di parentela con il Profeta; poi si sono divisi in diverse sette a seconda degli Imam.
La maggior parte degli sciiti si trova oggi in Iran.