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I reni partecipano ai meccanismi di controllo omeostatici dell’equilibro idro-salino, che hanno come scopo quello di
mantenere dei valori corretti di 4 parametri:
1. I volumi dei liquidi corporei;
2. L'osmolarità;
3. La concentrazione dei singoli ioni, come K+ e Na+;
4. Il pH
Questi parametri devono essere regolati da vari apparati perché contribuiscono al mantenimento dell’omeostasi.
È importante mantenere l’omeostasi perché il rigonfiamento o il raggrinzimento cellulare possono compromettere le
funzionalità cellulari, come disfunzioni della funzione cardiaca o della contrazione muscolare.
Il controllo dell'equilibrio idro-elettrolitico è un processo altamente integrato, dato che coinvolge non solo gli
apparati cardiovascolare e respiratorio, ma anche risposte renali e comportamentali.
− Gli aggiustamenti prodotti dai polmoni e dall'apparato cardiovascolare sono principalmente regolati dal
controllo nervoso e possono essere attuati molto rapidamente;
− Gli aggiustamenti ad opera dai reni avviene più lentamente, perché il controllo dei reni si attua soprattutto
attraverso vie endocrine.
Per esempio, piccoli cambiamenti della pressione arteriosa determinati dall'aumento o dalla riduzione del volume
ematico sono rapidamente compensati dal centro di controllo cardiovascolare, ma se questi cambiamenti sono
prolungati nel tempo entrano in gioco anche i reni.
In generale, la funzione renale si integra con l'apparato cardiovascolare per mantenere la pressione arteriosa
nell'ambito di valori normali e i loro effetti hanno, quindi, si influenzano reciprocamente.
IL BILANCIO IDRICO
Come già visto, la quantità di acqua nel corpo varia a seconda dell’età e del sesso, ma mantenerne un volume
costante è fondamentale.
Mediamente si considerano 42L di acqua in un soggetto di 35 anni che pesa 75Kg.
Per mantenere un volume costante di acqua nell'organismo dobbiamo introdurre la stessa quantità di acqua che
viene escreta:
ACQUA ASSUNTA ACQUA PERSA
Attraverso l’alimentazione e i processi metabolici. Attraverso le feci, la sudorazione e le urine.
In totale, è di circa 2,5L/giorno. In totale è circa 2,5 L/giorno.
NB: I reni hanno un ruolo chiave nel bilancio idrico perché possono rimuovere il liquido in eccesso con le urine, ma
non possono rimpiazzare il volume perso; l’unico modo per ripristinare il volume perso è quello di reintrodurli
dall’esterno.
Il controllo del riassorbimento di acqua nei reni è permesso dal gradiente osmotico che si crea tra le varie parti del
tubulo renale, perché il liquido cambia la sua concentrazione man a mano che lo attraversa:
− Il liquido filtrato dal glomerulo entra nel tubulo prossimale ha un valore di 300mOSM;
− Con il fluire nell’ansa di Henle, il suo valore cala a 100mOSM;
Senza questo gradiente osmotico non si potrebbero avvenire i meccanismi di riassorbimento di acqua per osmosi
nella parte distale del tubulo.
NB: La capacità dei reni di trattenere H2O ha un limite: il valore massimo del gradiente osmotico è di 1400 mOSM.
La capacità dei reni di produrre urine più o meno concentrate è data dalla capacità di modificare la permeabilità del
tubulo contorto distale e del dotto collettore.
Normalmente questa porzione non è permeabile all’acqua e si hanno urine diluite, ma in presenza dell’ormone
vasopressina, l’H2O viene trattenuta nell’organismo e si hanno urine concentrate.
La vasopressina viene prodotta dai nuclei sopraottici e paraventricolare dell’ipotalamo posteriore, e il suo ruolo è
quello di indurre la ritenzione idrica: quando la vasopressina agisce sulle cellule bersaglio, l'epitelio del dotto
collettore diventa permeabile all'acqua, consentendole di uscire dal lume del tubulo.
Dato che l’osmolarità delle cellule del tubulo è più alta rispetto a quella del liquido all’interno del tubulo, l’acqua
fluisce per osmosi.
FOCUS OSMOCETTORI
Gli osmocettori sono recettori sensibili allo stiramento, che aumentano la propria frequenza di scarica quando
l'osmolarità aumenta.
Sono situati nell’ipotalamo e si rigonfiano o raggrinziscono in base alla osmolarità dei liquidi: quando l’osmolarità si
abbassa al di sotto di 280mOSM questi non scaricano e la secrezione di ADH cessa; viceversa, quando l’osmolarità
sale gli osmocettori stimolano il rilascio di ADH.
Un esempio di alterazione ormonale è il diabete insipido centrale, in cui l’ipotalamo non produce l’ADH e quindi non
si riesce a trattenere la quantità di acqua voluta, arrivando anche a perdite consistenti da dover compensare.
Si parla di diabete insipido nefrogenico, quando l’ADH viene prodotta ma i suoi recettori non rispondono ad essa.
Questo fa in modo che il filtrato, alla fine del passaggio nell’ansa, ha un’osmolarità diversa rispetto a quella in
entrata:
→ Quando entra nell’ansa di Henle il filtrato ha un’osmolarità di 300 mOSM;
→ Quando esce dall’ansa di Henle ha un’osmolarità di 100 mOSM.
MECCANISMO
1. Inizialmente tutti i liquidi hanno la stessa osmolarità a 300 mOSM;
2. Il trasporto attivo dei soluti del tratto ascendente nel liquido interstiziale della midollare aumenta la sua
osmolarità e diminuisce quella del liquido nel tratto ascendente;
3. L'aumentata osmolarità dell’interstizio della midollare richiama acqua dal lume del tratto discendente
dell’ansa e aumenta, così, l’osmolarità del tratto discendete;
4. Nel frattempo, altro liquido entra nel tubulo e sposta in avanti il liquido con maggiore osmolarità;
5. Questo meccanismo continua e si ripete fino a quando si stabilisce un gradiente osmotico nella midollare
renale.
NB: L'alta concentrazione dell’interstizio della zona midollare è dovuta solo in parte al NaCl, perché la maggior parte
dei soluti è rappresentata da urea: questo perché nel dotto collettore ci sono dei trasportatori attivi di membrana
che rilasciano urea nell’interstizio.
• È controcorrente: grazie ai vasa recta che accompagnano l’ansa di Henle lungo la midollare.
In generale, i vasa recta formano una specie di forcina in cui il flusso del sangue è opposto a quello del filtrato
nell’ansa di Henle. Così permettono che l’acqua persa nel tratto discendete e i soluti persi nel tratto ascendente,
entrino nei vasa recta.
NON PARTECIPANO ATTIVAMENTE ALLA CREAZIONE DEL GRADIENTE MIDOLLARE, MA EVITANO LA SUA
DISSIPAZIONE MODIFICANDO LA CONCENTRAZIONE DEL PLASMA.
IL RIASSORBIMENTO DI Na+
Nei tratti terminali del nefrone viene regolato il riassorbimento del Na+, attraverso il controllo ormonale
dell’aldosterone.
L'aldosterone è un ormone steroideo sintetizzato nella zona glomerulare della corticale del surrene, e come gli altri
ormoni steroidei possiede dei recettori di intracellulari specifici che porteranno alla sintesi di nuove pompe Na+/K+
ATP-asiche o di nuovi canali passivi di per Na+.
L'effetto globale è l’aumento dell’assorbimento di Na + e della secrezione di K+ da parte delle cellule del tubulo
distale.
NB: Questo meccanismo può essere contrastato per favorire l’eliminazione di Na+, da ormoni antagonisti
all’aldosterone: ACE-inibitori (poco usati perché causano tosse secca) e peptidi natriuretici.
Quando i centri ipotalamici della sete si attivano oltre i 290mOSM, si innesca il riflesso della sete.
Ad esempio, in caso di disidratazione (- volume e + osmolarità) la corteccia surrenale riceve 2 segnali opposti: uno
che dice "Secerni aldosterone", l'altro che dice "Non secernere aldosterone".
Tra queste 2 stimolazioni, quella determinante è la seconda e quindi non viene rilasciato aldosterone.
IL BILANCIO DI K+
Il rene controlla anche l’omeostasi delK +,
perché è bene che bene che la sua concentrazione plasmatica sia
compresa tra 3,5- 5 mmol/L, dato che influenza il potenziale di membrana a riposo di tutte le cellule.
IPERCALEMIA IPOCALEMIA
>5 mmol/L <3 mmol/L
Il K+ nel citoplasma è maggiore e Il K+ nel citoplasma è minore: si
questo porta la membrana più vicino riduce la probabilità che il neurone
al livello di soglia: uno stimolo che generi un potenziale d’azione in
normalmente sarebbe sottosoglia risposta ad uno stimolo che
normalmente lo farebbe.
ora può far partire un potenziale
d’azione.
Il potassio viene assunto con la dieta e la maggior parte viene poi collocato a livello muscolare.
Nel rene viene filtrato nel glomerulo e riassorbito completamente nel tubulo prossimale; a seconda però delle
necessità tramite l’aldosterone si può indurre l’aumento della sua escrezione nel tubulo distale, lasciando aperte le
pompe Na+/K+ ATP-asiche.
(Guarda la differenza dal Na+: la regolazione del sodio è per il riassorbimento, mentre per il potassio è nella
secrezione).
NB: Il bilancio del K+ è strettamente correlato al bilancio acido-base, infatti la correzione del pH plasmatico richiede la
valutazione dei livelli plasmatici del K+ e la correzione dello squilibrio del K + può alterare il pH dell’organismo.
L’EQUILIBRIO ACIDO-BASE
L'equilibrio acido-base, detto anche omeostasi del pH, è una delle funzioni essenziali dell'organismo.
Il normale intervallo di pH plasmatico dell’organismo è compreso tra 7,38 e 7,42 ed è fondamentale che il suo valore
rimanga al suo interno per evitare alterazioni alla struttura terziaria delle proteine e dell’attività del SNC.
• Se il pH diventa troppo basso i neuroni divengono meno eccitabili e il SNC risulta depresso: acidosi.
• Se il pH aumenta troppo i neuroni divengono ipereccitabili e scaricano potenziali di azione in risposta al
minimo stimolo: alcalosi.
NB: Come già detto, le alterazioni dell'equilibrio acido-base sono associate ad alterazioni del bilancio del K+, e questo
è dovuto perché a livello renale si ha un antiporto H+/K + e una pompa H+/K+ ATPasica.
Coloro che rilevano queste variazioni e segnalano ai centri di controllo della respirazione nel bulbo si variare la
ventilazione sono:
− I chemiocettori carotidei e aortici, che rilevano i valori di H+
− I chemiocettori centrali, che rilevano le variazioni di p CO2
NB: La ventilazione permette di compensare il problema rilevato, mentre i sistemi tampone ne limitano solo la
variazione.
Ha però un limite: non compensa completamente la produzione o l’eliminazione dello ione HCO 3-: in questi casi
intervengono i reni.
▪ Alcalosi respiratoria= si verifica quando un’iperventilazione alveolare determina la diminuzione della P CO2;
▫ Acidosi metabolica= si verifica quando la quantità di H+ in ingresso dalla dieta o dal metabolismo supera la
quantità di H+ escreto (ad esempio causate da dissenteria o diete ricche di acidi grassi);
RICORDA COME SOMMARIO: acidosi porta a ipercaliemia perché i trasportatori rilasciano più K+ negli interstizi,
mentre alcalosi porta ad ipocaliemia perché i trasportatori rilasciano più K+ nelle urine.