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Incipit.

L’incipit di “Père Goriot” corrisponde alla descrizione della pension Vauquer, che è il palcoscenico della storia, il luogo
che prepara l’azione. Balzac utilizza un atteggiamento cinematografico perché la descrizione passa dal macrocosmo di
Parigi ,al microcosmo della pension e poi addirittura agli interni di questa. In linguaggio cinematografico si parla di
''travelling en avant'' ovvero quando la camera da presa corre verso avanti e restringe sempre di più il campo su
un'immagine più piccola: è questa la sensazione dell'incipit, in cui si parte dalla descrizione di un quartiere, per poi
arrivare alla strada, alla facciata della pension, e infine entrare all'interno per descrivere il piano terra e poi una stanza
in particolare fino agli oggetti presenti, con un evidente passaggio dal generale al particolare, da una prospettiva più
ampia a una più ristretta. Il primo punto di cui Balzac si serve è la caratterizzazione di questa pensione come una
pensione vecchia ,trasandata e sporca, in quanto è convinto che l'ambiente (il milieu) influenzi le persone. Se vuole fare
la critica dei bassifondi criminali di Parigi, ma anche della media borghesia parigina e quindi di tutti i personaggi presenti
nella pensione, innanzitutto deve collocarli in un luogo trasandato che può riflettere la negatività dei personaggi (in
traduzione molte cose si perdono , ci sono delle assonanze in francese che perdiamo in italiano : ''elle pue le service,
l’office, l’hospice'' che tradotto in italiano non ha alcuna assonanza). La prima attenzione della descrizione è sull'odore
del salone, motivo per cui si può parlare di evocazione realista, perché attraverso la scrittura il narratore cerca di
riprodurre ogni minimo dettaglio o sensazione, sembra quasi che il narratore si presenti come uno spettatore diretto di
quello che sta descrivendo; lo fa in maniera magistrale attraverso la riflessione metalinguistica dell'inizio : ''une odeur
sans nom dans la langue'', utilizzando un approccio onomasiologico: la realtà che crea le parole per qualificare quel
determinato odore (riconoscibile e che si associa inevitabilmente a quel luogo). La scelta del condizionale, come
esempio ''qu’il faudrait appeler '', serve a dare l'idea di oggettività, per mettere d'accordo le diverse prospettive di
coloro che possono assistere a questa descrizione. La scrittura usata è anti-idealista perché non idealizza la realtà,
come nei romanzi romantici , ma descrive la realtà vera e cruda , senza limitazioni, c'è, dunque, anche un'estetica del
brutto: il narratore non ha timore di descrivere cose sporche , senza ricorrere a nessuna idealizzazione ma al puro
riflesso della realtà, il che porta ad avere quasi una sensazione fisica del luogo. Quando parla dell'umidità, dello sporco,
suggerisce anche una pessima gestione della pensione; la presenza del grasso sottolinea il cibo poco raffinato che viene
mangiato. L'enunciazione è oggettiva ma, come accade spesso nella scrittura di Balzac, ci sono anche delle intromissioni
del narratore, dovute all'utilizzo di un linguaggio ironico che traduce dunque anche la soggettività del narratore. Il
climax dell'ironia è raggiunto nel momento in cui prima evidenza con un iperbole la sporcizia della stanza, e poi ironizza
affermando che quello non è il peggio. A prima vista queste sequenze descrittive appaiono statiche , momenti statici in
cui la narrazione non va avanti, ma in realtà ciò ha una funzione. Balzac interviene, nonostante l'apparente pausa nella
vera narrazione, perché educa lo sguardo del lettore, gli insegna a decifrare le apparenze. Quindi la descrizione ha un
valore psicologico perché permette di entrare nella psiche dei personaggi. Sempre parlando di descrizioni, per
avvicinarle quanto più alle teorie deterministe, Balzac utilizza un linguaggio biologo. Grande importanza hanno gli
oggetti, trattati come terreno di ricerca sociologico e descritti non in quanto oggetti, ma con lo scopo di far conoscere
la vita intorno a loro, far capire la miseria delle persone che vivono in quell'ambiente. La realtà è anche trasfigurata
attraverso l'immaginazione, con le assonanze e l'ironia. Balzac cerca di decifrare i dati visibili, gli epifenomeni,
proiettandoli in una prospettiva simbolica.

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