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L’”eclisse” dell’autore e la regressione nel mondo

rappresentato
Il passo è tratto da una lettera a Capuana del 25 febbraio 1881 in
cui Verga esprime le sue perplessità riguardo la sua opera "I
Malavoglia". Prima di tutto, l'autore chiarisce che la semplicità
espressiva, l'uniformità dei toni, il dissimulare la drammaticità sotto
gli eventi più quotidiani, erano tutti caratteri che egli stesso aveva
ricercato con lo scopo di destare interesse dall'insieme, una volta
che i personaggi si fossero affermati come persone conosciute. La
confusione che si veniva a creare nel lettore nel corso delle prime
pagine, quando si ritrovava di fronte a personaggi senza alcuna
presentazione, doveva tendere a scomparire man mano che si
procedeva con la lettura. Anche questo era tra gli artifici ricercati
dallo scrittore con il fine di dare l'illusione della realtà. Era per
queste ragioni che Verga esprimeva i suoi dubbi riguardanti l'opera,
in quanto non era sicuro che il pubblico avrebbe dato a il giusto
valore I Malavoglia e a queste intenzioni artistiche ma soprattutto,
era incerto del risultato che avrebbe ottenuto sul lettore.
“Eclisse” dell’autore e regressione
I cinque passi contengono la descrizione più chiara dei
procedimenti in cui doveva tradursi il principio dell’impersonalità
soprattutto l’eclisse dello scrittore e la regressione del punto di vista
narrativo entro la realtà rappresentata. L’obiettivo primario di Verga
è eliminare ogni senso di artificiosità letteraria, dare l’illusione
completa della realtà, l’impressione di assistere direttamente ai fatti,
senza alcun intermediario. Per questo elimina la presenza
dell’autore, quella voce del narratore onnisciente che interviene
costantemente. Il punto di osservazione si trasferisce all’interno
dell’ambiente rappresentato, il narratore assume la mentalità ed il
linguaggio che sono propri dei personaggi.
La narrazione si avvicina al dramma
Ciò dà origine ad un impianto narrativo molto nuovo, persino
sconcertante. Il lettore si trova di fronte ad una folla di personaggi,
senza che essi vengano presentati e descritti e deve imparare a
conoscerli dall’azione stessa. Li conosce attraverso le loro parole e
i loro gesti. Questo è un procedimento che avvicina la narrativa al
dramma. L'avvicinarsi del romanzo al dramma è un tratto
caratteristico della narrativa del secondo Ottocento.

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