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MAUPASSANT

Zola è romanziere che fa ‘opera di verità’, come ha scritto Maupassant, che è suo allievo 
Maupassant (romanziere della ‘scuola’ naturalista, in senso artistico) dirà che nei romanzi di
Zola « le cose, quali che esse siano, sorgono uguali nella loro totale realtà, e si riflettono sulla
pagina narrativa come ingrandite, ma mai deformate (i personaggi di Zola non sono ‘tipi’ bc
non sono deformati; per esserlo, devono avere una loro forma artistica, mentre i suoi personaggi
sono reali): sono ripugnanti o seducenti, indifferentemente brutte o belle, nello specchio
d’ingrandimento sempre fedele e probo che il romanziere porta in sé ».
Questo ‘specchio d’ingrandimento fedele e probo’, noi lo abbiamo visto nelle pagine del
secondo capitolo dell’Assommoir,
dove si inaugura il rapporto fra
• il personaggio narrato (Gervaise)
e
• l’ambiente: l’ambiente operaio
dei sobborghi parigini sotto il Secondo Impero
(il casermone, o grande casa popolare)

In questo rapporto abbiamo trovato la malinconia; la scelta naturalistica di Zola (far ‘opera di
verità’ a tutti i costi, anche raccontando storie ripugnanti) crea pagine di profonda intensità, fino alla
rappresentazione narrativa della malinconia ->INTENSITA’ DELLA MALINCONIA
Leggendo Huysmans, non si percepisce questo: l’intensità di pagine che suscitavano la malinconia
si era perduta in circa un decennio (1877 > 1884) 

Decadentismo →  movimento letterario che si diffonde subito dopo il naturalismo, talmente presto
che è aperto da un allievo della scuola naturalista: Huysmans
Huysman avrebbe dovuto fare opera di fedeltà e di probità rispetto al reale, e invece “tradisce” il
maestro, seguendo un suo percorso.
Il naturalismo arriva ad un capolinea, non si riesce ad andare oltre la descrizione del reale, perché
consuma la lettura.
Confronto tra la lettura di Zola e di Huysman
1. Differenza per la lunghezza delle frasi, quello di Zola è un francese comprensibile invece in
Haysman possiamo sentire delle parole di difficile comprensione.
2. Attraverso la lettura di Zola capiamo che ci troviamo di fronte ad un autore che vuole far un
opera di verità , presentando anche un opera di proibità ma carica di un’intensità di
malinconia. Facendo opere di verità Zola ingrandisce la realtà, questo specchio di
ingrandimento aveva inaugurato un rapporto nuovo tra Gervaise e l’ambiente. Gervaise si
situa nell’ambiente in modo perfettamente personale ed è raccontato da Zola in un romanzo
molto lungo in cui si inaugura il rapporto tra l’ambiente (i sobborghi, la grande casa
popolare ) e il personaggio. L’ambiente distrugge il personaggio, dentro questo rapporto si
instaura la malinconia, noi percepiamo che non è la storia di Gervaise ma il rapporto tra i
personaggi e l’ambiente.. L’ambiente consuma il personaggio anche dal punto di vista
clinico, non bisogna respirare l’odore della calce, altrimenti si rischiava di ammalarsi anche
di tumori, vi erano esalazioni, Zola lo aveva capito ma questo crea una forte
rappresentazione della Malinconia
À Rebour : Controcorrente (1884)
Huysmans è stato un allievo che contraddisse Zola, ma fece qualcosa di più: Zola avrebbe voluto
scrivere una raccolta di racconti naturalistici e ci è riuscito a metà 
Alla sua scuola artistica, chiamata L’École de Médan, radunava i giovani romanzieri che
ammiravano il Naturalismo. Essi vedevano in Zola un capofila di una nuova progettualità letteraria,
e producevano opere che avrebbero dovuto soddisfare il maestro e seguire la sua progettualità,
scrivevano opere che si inserivano nel progetto naturalista di Zola > lui voleva che perseguissero la
sua invenzione e continuassero il suo progetto.
Così, scrisse in una lettera a Henry Céard: «Cosa mi dice? Huysmans ha mollato il suo romanzo in
brossura (rilegatura morbida)! Come è possibile? Un semplice attacco di pigrizia, vero? una
svogliatezza causata dal caldo (siamo in luglio)? Ma occorre che lui lavori, glielo dica. Huysmans
è la nostra speranza, non ha diritto di mollare il suo romanzo ora che tutto il gruppo ha
bisogno di opere».
Zola investe sull’allievo e lo definisce la sua Speranza, mentre Huysmans stava già cominciando ad
abbandonarlo nel 77. 
Zola rispose: “Soltanto con le opere ci affermeremo; le opere chiudono la bocca agli impotenti e
sono le uniche a decidere gli esiti dei grandi movimenti letterari”: dobbiamo scrivere opere
naturalistiche che facciano capire che il movimento esiste e continua.
Huysmans cambia direzione, Zola riesce a leggere le opere di Huysman e percepisce che lui ha
cambaito direzione: Huysman rifiuta completamente l’opera di verità, Huysman pian piano, con
l’andare degli anni arriva fino alla produzione nel 1884, di un'opera che intende riservare totalmente
l’arte all’Ideale (Huysman recupera l'idea di Baudelaire di un uomo calato in una foresta di
simboli), che è irraggiungibile, non esistente, quindi se è inesistente è fuori dal mondo reale e
quindi necessariamente artificiale: è questa la sua scelta letteraria. 
L'Ideale non è un progetto che si può perseguire a livello di sogno, è qualcosa di irraggiungibile,
che non fa parte della realtà e non lo si può rappresentare facendo opera di verità  ( perchè è fuori
dalla realtà quindi non esiste, non fa parte del mondo naturale)
E quindi per rappresentarlo nella scrittura, lo rendiamo concreto: il Decadentismo rende l’IDeale
CONCRETO, in forma artificiale (passo molto avanti rispetto a Baudelaire)
È come se avesse preso il naturalismo e l’avesse usato come mezzo: rappresento qualcosa di reale
ma è l’Ideale, non è la realtà: e siccome l’Ideale non esiste, Huysmans rappresenta l’artificio > ha
un po’ a che fare con l’evoluzione verso il l mondo industriale (L’IDEALE RIDOTTO A
MACCHINA), cioè un oggetto artificiale, che non esiste in natura, ma a questo oggetto artificiale si
arriva tramite un percorso che svia l’arte dalla realtà (si ritorna alla formula che l’arte deve rimanere
libera, come dissero i parnassiani, che è un po’ un passo indietro)
E’ per questo che chiama l’opera à Rebours: controcorrente, a ritroso  torna indietro, recupera
qualcosa del passato, tradendo Zola; e si capisce dunque perché il movimento da lui inaugurato si
chiama decadentismo (decade invece di innalzarsi, di andare avanti)

DECADENTISMO 
Joris-Karl Huysmans (1848-1907)
Movimento che sembra far decadere la figura dell’intellettuale dal grande impegno sociale a
qualcosa di molto circoscritto, e sembra rinchiudere l’arte all’interno di un circuito autoreferenziale
Epoca: Francia, 1880-1900
Situazione storica: Terza repubblica (epoca di politica conservatrice), vi sono episodi di
antisemitismo, George Boulager: assume funzioni politiche un generale ci fa capire che l’epoca è un
epoca molto conservatrice
Massimo rappresentante: Huysmans
SCELTA PRINCIPALE DEL DECADENTISMO è la Scelta estetica dell’Artificiale: collocare
l’arte dentro la sola percezione dei simboli (recuperando la filosofia poetica di Baudelaire: uomo
immerso in una foresta di simboli)/ rappresentare la ricerca dell’Ideale (diventa forma di
venerazione - venerare ciò che è lontano dalla natura), che è impossibile da raggiungere, e le
nevrosi dell’individuo, protagonista letterario 
Collocando l’io narrante nella sola percezione dei simboli, si accetta di rappresentare le nevrosi di
un individuo che diventa protagonista letterario -> 1) l’io narrante è un individuo che si macera
nella percezione dei simboli, non guarda fuori per vedere il reale proprio perchè per lui è solo
suggerimento per essere interpretato, 2) L’individuo che si colloca al di sopra dell’uomo comune, e
vede il reale come suggerimento simbolico, proprio perchè serve per ricavare un oggetto artistico
artificiale, e chiuso nell’artificio, l’io si macera dentro sé stesso, significa essere nevrotici
presentando qualcosa di molto malato
Si definisce Decadentismo  la posizione intellettuale di autori considerati “alla fine”, quindi al
momento della cosiddetta decadenza di una cultura diventata fine a se stessa (non rivolta a una
utilità verso gli altri): inoltre l’artificiale è l’autoreferenza dell’oggetto artistico -> si rappresenta
l’arte fine a sé stessa, non il reale (arte che racconta arte e finisce lì, non produce un’utilità
all’esterno quindi racconto che possa interessare il lettore per sé stesso)
La loro scelta estetica (di qst autori) poggia sull’”artificiale” come oggetto dell’arte, spesso
indicato come un’entità venerabile, con l’iniziale maiuscola: l'Artificiale = significa prendere l’arte,
e farne un oggetto artistico fine a sé stesso > così diventa artificio
E quando l’artificio viene venerato, ci si spinge a una dimensione di chiusura che diventa malata,
morbosa
Aspetto concretizzante del Decadentismo: il Decadentismo prende figura retorica ovvero la
sinestesia e la applica alla narrazione: racconto una sinestesia in termini naturalistici, (ma essa è una
suggestione), ma così si fa un’operazione esagerata nel senso della concretizzazione e finisco
nell’artificio, in qualcosa di tecnico.

LA VITA
•Si chiama George-Charles: figlio di madre francese e padre olandese, negli anni 80 decide di
chiamarsi Joris-Karl (aveva tendenza verso mondo fiammingo)
•Avvia la sua carriera come membro della scuola di Zola, con romanzi di impronta naturalista:
Marthe (1876) e Les soeurs Vatard (1879)
•col racconto Sac au dos, collabora alle Soirées de Médan (volume collettivo che riunisce testi dei
‘discepoli’ di Zola, ospiti della residenza di Médan, uscito nel 1880)
•giunge alla svolta decisiva con À rebours (1884), in cui il protagonista è il duca Des Esseintes
(cognome nobiliare inventato, c’è la radice di essence=essenze trasformazione da Essence a
Esseintes), personaggio ipersensibile, affetto da un’acuta nevrosi. Il personaggio è affetto da un
acuta nevrosi, c’è una forte dominanza di terza persona, un narratore racconta che è un rampollo di
una dinastia aristocratica dove c’era la pratica di endogamia (matrimonio fra consanguinei) fa si che
l’ultimo rappresentante di questa dinastia sia intaccato da un un’acuta nevrosi, la storia
dell’ereditarietà è un elemento naturalista, lui viene dalla scuola naturalista, fa un passo in avanti
rispetto a Zola e fa evolvere la cultura verso una ricerca dell’artificiale mascherato dall’ideale, ma
lui viene dalla scuola naturalista. Des Essentes persegue una ricerca di qualcosa che non c’è, che
concretizza mano a mano in oggetti, in prodotti, macchinari, come se la filosofia dell’uomo di
Baudelaire potesse trovare una realizzazione concreta. All’interno di questo percorso, il duca cerca
una forma continua di uscita dalla noia, dallo Splenen, dalla mediocrità.  La sua ricerca sostituisce,
passo dopo passo, la Natura con il suo contrario, cioè con l’Artificiale: è una ricerca che va ‘a
ritroso’
•Huysmans inclina in seguito, con il romanzo Là-bas (1891), verso un satanismo, e poi verso un
cattolicesimo trasferito in letteratura, nei romanzi En route (1895), La cathédrale (1898), L'oblat
(1903).
Percorso analogico da una sensazione gustativa a una sensazione uditiva fa si che si percepisca il
gusto non per quello che è ma per quello che il simbolo rappresenta, un amaro non è amaro ma è un
simbolo di un suono . Il duca des Esseintes aveva una tartaruga, la tartaruga rappresenta un bene
prezioso della natura e rappresenta l’animale che più è resistente agli agenti esterni perché nel
momento del pericolo si racchiude nel suo carapace. Il duca prende il carapace della tartaruga a e lo
fa incastonare di pietre preziose, associa elemento naturale ( tartaruga) a quello che è qualcosa di
artificiale (il rubino, tirato fuori a mano umano dalla roccia), poi incastonato nel carapace della
tartaruga. Trasformazione di qualcosa che dovrebbe essere simbolico ma che il duca concretizza, è
un opera che quasi denuncia perché chiude il gesto artistico in qualcosa che è solo inutile e
autoreferenziale.
A REBOUR
1. Esce nel 1884 L'editore è sempre Georges Charpentier, il grande editore dei naturalisti (vedi
assommoir), ma pubblica à rebours un po’ ingannato: si è fidato, ma non era un’opera
naturalista. E’ come se avesse voluto perseguire un progetto editoriale destinato a un
successo di vendita, e si era fidato: gli era andata cmq bene perché ha avuto successo ma
non era il progetto intellettuale della casa editrice -> infatti abbandona Huysmans che deve
pubblicare altrove.
2. Le copertine sono molto diverse in relazione all’assommoir: 1) quest’ultimo è riportato
all’interno di un ciclo, perché in cima al frontespizio c’è scritto “les rougon-macquart” , poi
sotto c’è il titolo del romanzo.Il libro di Huysmans invece non fa parte di un ciclo, e la scelta
di decorazione della copertina è formata da foglie ripetute nei 4 angoli della copertina,
riportando a una decorazione “eccessiva”, inoltre, riporta sul frontespizio un passo di
citazione ovvero un exergo che è un enigmistico del fiammingo del XIII secolo di Roese
Broek che diceva: io gioisco al di sopra del tempo, il mondo non sa quello che io voglio
dire. Huysman recupera queste cose molto antiche e strane.
3. À rebours è una sequenza di 16 capitoli, ognuno dei quali percorre un percorso, dalla
natura all’artificiale (percorso dei profumi, pietre preziose, letteratura, pittura) —> come
se il romanzo proponesse solo immagini raccontate in sequenza, mentre la storia non c’è più
(al massimo è la nevrosi dell’individuo, che cerca di trasformare la natura in artificio)
4. Il romanzo propone un serbatoio di immagini, pescate nelle Flores du Mal e impreziosite da
elementi artificiali. Se prendiamo l’immagine del Profumo e gli diamo una connotazione
tecnica, quel profumo che ha un nome ad esempio la Violet, due profumi che si mescolano
insieme non sono più profumi ma hanno un loro artificio, hanno un loro nome. La
pesantezza delle immagini baudelairiane fa si che le immagini di à Rebour possano essere
realizzate da qualcuno che legge. C’è stato un pazzo nel XX che ha letto à Rebour e ha
provato a costruire quello che raccontava quello che veniva descritto in à Rebour.
5. La casa di Des Esseintes a Fontenay-aux-Roses è il luogo per eccellenza dell’Artificiale. La
sala da pranzo, costruita come la cabina di una nave, con tanto di oblò e di odori tipici del
mare, in cui si trova, fra l’altro, una tartaruga la cui corazza è stata incastonata di pietre
preziose che riproducono un disegno floreale giapponese, contiene anche un singolarissimo
«orgue à bouche». -> organo da bocca, macchina in cui, ad ogni liquore corrisponde una
nota musicale > mescolando diversi liquori si percepisce quindi una composizione musicale.
6. Organo a bocca: ad ogni liquore corrisponde una nota, mischiando diversi liquori riesce a
produrre diversi suoni, macchina raccontata nel romanzo e si è provata a costruire. La
costruzione ha dato luogo ad un apparecchio in cui vi sono delle ampolle dovrei, in ogni
ampolla troviamo un liquore diverso, le ampolle hanno delle cannule che vanno dentro dei
bicchieri, ogni bicchierino ha una propria etichetta che delle note musicali e la nota musicale
è stampata nei tiranti, nel cassettino c’è un etichetta che dice suono alto, basso, di viola, di
pianoforte, di contrabbasso. Tirando i piccoli cassettini, il protagonista degusta i liquori e nel
suo palato si crea una musica, noi leggiamo che degusta tanti liquori per comporre una
sinfonia e quindi concretizza la sinestesia baudelairiana. La costruzione ha dato luogo a un
apparecchio sofisticato ma inutile: però il protagonista, mischiando i suoni e tirando i
cassettini, degusta tanti liquore, creando nel palato una musica, una sinfonia (in pratica, si
ubriaca e sente la musica): in sostanza, realizza la sinestesia Baudelairiana

16/11/2021
Nel decadentismo l’uso di un linguaggio pesante va da sé, il lessico di Hausmann è un lessico
distante dalla realtà.
Huysman concretizza il percorso dell’uomo baudelairiano in prosa, non c’è più il canto o la musica
della poesia, non c’è più una storia ma è solo un’associazione di sensazioni da parte del
protagonista, si banalizza l’uscita dallo spleen baudelairiano dalla sinestesia.
Huysman concretizza il percorso dell’uomo baudelairiano che sa leggere la foresta dei simboli ma
questo è un punto di arrivo di un progetto teologico antico. Alla Fine del XV secolo diceva che il
mondo è un libro, ogni creatura dell’universo è una lettera: non cose costruite dall’uomo ma ogni
stella, uomo, donna sono lettere. Il teologo naturale che parte dal mondo delle creature che sono
lettere, e mettendole insieme riesce a leggerle come un libro e riesce a fornire all’uomo comune il
messaggio divino che è il messaggio che arriva dalle creature divine. Questa teologia venne
condannata perché eretica, ha portato anche all’ateismo. La lettura del mondo attraverso le creature
che sono lettere che vanno lette insieme da qualcuno che sappia leggerle ha fatto la sua strada e ha
fondato il pensiero ateo, ma quando Baudelaire presenta il percorso dell’uomo che attraversa la
foresta di simboli si ispira a questo messaggio di teologia naturale, un messaggio che l’uomo
comune non riesce a cogliere perché non ha la sensibilità associativa del poeta, il poeta che riesce
ad associare un profumo con un colore arriva a leggere il mondo perché coglie il simbolo che il
profumo e il colore mettono insieme.
HUYSMANS
Intellettuale che riesce ad associare un sapore di un liquore con una musica produce un messaggio
che deve fornire la mondo? No, ecco la caduta del decadentismo, troviamo una storia teologica che
Huysman banalizza
Il duca des Esseintes percorre lo stesso percorso baudelairiano ma per associare sensazioni diverse (
associare il gusto del liquore che è un prodotto artificiale con una musica come se fossero due
lettere ) produce un messaggio e poi questo messaggio serve a lui. Il percorso compiuto finalizzato
all’arte ovvero che finisce con l’arte non produce un utile per il mondo ma un utilità linguistica
all’interno della letteratura. Huysman Fa compiere alla letteratura francese un passo gigante nella
ricerca linguistica e nella ricerca stilistica ha un significato per l’evoluzione letteraria e culturale
tuttavia la letteratura dei simboli serve solo al duce des Essentes e non ha alcuna finalità per il
mondo ma è un’utilità fine a sé stessa
Personaggio di famiglia aristocratica che vive delle esperienze fine a se stesse, non vive esperienze
comune, non lavora e non ha bisogno di lavorare.

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