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Ho deciso di iniziare questo corso gratuito di scrittura narrativa partendo
dal principio.
In caso contrario ricordati che molti dei blocchi creativi derivano da uno
scarso approfondimento della progettazione narrativa.
Se vuoi davvero scrivere nella vita, non devi trovare scuse o rifugiarti in
un bozzolo alimentato da timori e paure. L’unico modo per diventare
davvero scrittori è sconfiggere la paura e iniziare.
Anche Amelia, essendo alle sue prime armi, era paralizzata dalla paura
di iniziare il romanzo. Diamo all’incipit di una storia un peso troppo
gravoso, in grado di condizionare poi la buona riuscita della storia
intera. E invece, se stai leggendo questa prima lezione del corso di
scrittura narrativa, sappi che stai sbagliando.
Scrivi quelle poche battute con cui dare il via a questa nuova
esperienza. Non saranno perfette. Probabilmente non saranno
nemmeno le parole definitive.
Sono nella lavanderia a gettoni di corso Giulio, dove lavoro. Anzi, dove
sto di base. Non mi occupo di lavatrici e detersivi, sono un investigatore
privato senza ufficio. (Christian Frascella, Fa troppo freddo per morire)
Okay, niente panico. Niente panico. È solo un estratto conto della Visa.
È solo un pezzo di carta con qualche numero scritto sopra. Che paura
può farmi? (Sophie Kinsella, I love shopping)
Noterai che sono quattro delle cinque domande che stanno alla base
della cronaca e della costruzione di un articolo di giornale. Manca il
perché, che è di solito il motivo per cui le storie iniziano, e il dramma
portante della storia. Ma niente panico: hai un intero romanzo per
approfondire il perché e cercare di comunicarlo al lettore.
Un buon incipit, dunque, è alla base di una storia che trascina il lettore.
L’editor è una figura indispensabile in questi casi, perché aiuta molto chi
scrive a sbloccarsi. Io so che il problema principale è iniziare.
Senza l’ansia del “devo fare centro al primo colpo”, Amelia ha sfornato
una serie di prove di incipit davvero interessanti, che ho letto corretto e
analizzato per questo corso.
#2 Incipit delle 4 W
La luce fioca della lampada spezza il buio della sera. Al di là del vetro, un coro di luci
disegna i contorni del porto. Mi piace tenere la finestra aperta quando lavoro,
lasciare spazio allo sciabordio delle onde. Lego i miei lunghi capelli biondi e inizio a
preparare la base per il trucco.
Per cui iniziare il romanzo specificando che siamo in una città di porto
dà alcuni indizi fondamentali al lettore sul tipo di persone che popolano
la città e sulla vivacità degli scambi commerciali di questo luogo
misterioso.
Sappiamo che Fortunata chiama suo padre “signor M.” il che allontana
di molto il concetto di affetto paterno che conosciamo.
Veniamo a conoscenza anche del fatto che il padre non approva le sue
scelte, e cerca di convincere la figlia ad imboccare una strada che lui ha
definito.
Errore #1
Alle 7.00 del mattino la luce che penetrava dalla persiana mi svegliò.
Errore #2
Errore #3
Anche questo è un incipit molto abusato dagli autori alle prime armi.
Questo messaggio non sviluppa nella sua perentorietà nessuna forma
di curiosità da parte del lettore.
Errore #4
Penso che il mondo sia un luogo ingiusto, dove vivono persone cattive e persone
buone che però non trovano il loro spazio. Io sono una persona buona che nessuno
capisce. Perché nessuno mi capisce?
L’incipit perfetto può essere aggiustato e calibrato anche alla fine del
romanzo.
E fare il possibile per far capire al lettore qual è la posta in gioco, se c’è
un conflitto che puoi svelare subito per creare empatia (e suscitare
simpatia).
Dopo questa lunga parte teorica ti lascio con un compito per casa.
Prova a ragionare sui punti di forza e originalità della storia che hai
progettato. Non ragionare troppo e butta giù alcune parole chiave o
situazioni che ti piacerebbe mostrare in apertura della storia.
Vedrai che una volta iniziato non inciamperai più nel blocco dello
scrittore, perché invece di gonfiarti d’ansia per scrivere subito la cosa
giusta ti divertirai a fare delle prove.
Stefania Crepaldi
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