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12 ottobre

LAIS E MARIE DE FRANCE


Lais (/Le/) → acquisisce una valenza artistica grazie a Maria di Francia.
“Lais” sono uno dei generi più importanti della narrativa antica francese breve di rito profano = c’è
una produzione religiosa, ma la prima realizzazione profana della narrativa breve in antico francese
è costituita dai Lais (costituiscono le forme più importanti insieme al fabliaux).
Il metro è il distico a otto sillabe con rima baciata, il metro per eccellenza della tradizione
narrativa antico francese. La lunghezza è variabile, ci sono opere di cento versi e altre di quasi un
migliaio.
Il romanzo invece, aveva molti più versi, in media 7.000.
È un genere importante in quanto è ancora ancorato ad un universo cortese, ha degli aspetti in
comune con il romanzo, ma è meno impegnato e prestigioso.
Lais di Lamballe, ha un incredibile successo, riformulato in cantari italiani come “Pulzella Gaia”,
rielabora la vicenda narrativa di Lamballe (protagonista → cavaliere cortese della tavola rotonda,
ma è in contrasto con la corte).

Come prodotto artistico è più raffinato ed elegante, rispetto ai fabliaux (un genere che riflette una
mentalità borghese e urbana, un genere anche comico).
Il Lais ebbe una ricezione e diffusione molto ristretta, ciò spiega il perché del numero molto esiguo
di esemplari conservati (non sono meno di 40), e hanno una durata breve: ha una durata
cronologica che copre all'incirca I secolo.
Fiorisce verso l’ultimo quarto del XII per esaurirsi nel XIII secolo.
Nel XIII secolo i Lais non vengono più prodotti e si esauriscono quando abbiamo la piena
affermazione di una società e di una mentalità borghese.
Nome di un’autrice legato ai Lais → MARIA DI FRANCIA.
Il suo nome è simbolico, è una sorta di stigma che per certi aspetti ricorda quello di Chrétien De
Troie per il romanzo.
Maria di Francia è una figura importante per questo genere, è una delle scrittrici più autorevoli del
Medioevo, attiva dalla seconda metà del XIII secolo.
Un’altra scrittrice medievale francese importante è Christine de Pizan, la quale opera nel 1400.
La firma di Maria di Francia (il suo nome) lo troviamo in tre opere attribuite alla sua stessa mano,
databili tra il 1160 al 1190.

- “Fable” → Favole. Leggiamo il suo nome nel v 4→ “Io sono Maria, mi chiamo Maria,
sono francese e vengo dalla Francia”.

➔ “Espurr Gauger” → Il purgatorio di San Patrizio: Maria nei versi 297-298 dice → “Io Maria ho
scritto, ho messo in memoria il libro del purgatorio.”

➔ “Lais” (opera più importante) nel prologo del Guigemar al v 3 dice → “Sentite signori cosa dice
Maria”.

La lingua e le materie utilizzate, ci permettono di ricondurre la sua figura alla corte anglonormanna
di Enrico II plantageneto e di Eleonora d'Aquitania.
In questa corte i suoi testi dovevano essere particolarmente apprezzati, abbiamo infatti delle
testimonianze di autori anglonormanni contemporanei a Maria che fanno riferimento a come i suoi
Lais fossero apprezzati alla corte.

Marie è un nome sigla= incarna la femminilità cristiana (madre di cristo).


Il “de France” non indica solo una provenienza geografica, ma ha una valenza simbolica e culturale:
Marie ci dice vuole attuare una translatio studi = vuole trasferire la letteratura e l’arte dal mondo
classico a quello in tema francese ,vuole dare un volto autoctono alla poesia.
Ella, quindi, dà un significato cristiano alla letteratura della Britannia.

LAIS
L’aspetto più vistoso dei Lais è l’argomento breve, l’appartenenza alla mater de bretagne che si
contrappone alla materia di Francia.
I Lais sono un capolavoro della letteratura francese, sono un insieme di 12 racconti brevi definiti
anche come delle “miniature in movimento” proprio per la loro perfezione formale e per la loro
cura artistica, sono talmente belli e curati da essere definiti come miniature.

Si aprono con il prologo che contiene un’importante dichiarazione di autorità sia intellettuale che
femminile.
In questo prologo Marie ci dice di aver avuto due doni da Dio:
- il dono del sapere e della scienza;
- il dono dell’eloquenza.

Ci spiega che per interpretare correttamente i testi antichi “per glossare la lettera” è necessario
studiare, ciò equivale a dover compiere “un’impresa faticosa”.
Ci dice che Scrivere ritiene sforzo e impegno!
Nel prologo ci dice inoltre che a un certo punto si è trovata a dover scegliere che strada seguire:
anziché tradurre qualche bella storia dal latino al volgare, strada già scelta da molti e quindi prova
di originalità e merito, ci dice che ha preferito rivolgere i suoi sforzi a dei lais che aveva ascoltato.
Vuole quindi fissare, attraverso la propria arte nella memoria dei lettori questi racconti, i quali
erano trasmessi solo oralmente (così ci viene raccontato ma non lo è sempre).

La poesia dei Lais è quindi una poesia della memoria, soprattutto della memoria femminile: al
centro di queste 12 storie c’è sempre un personaggio femminile importante, sul quale si rivolge
l’attenzione di Maria.
Importante sono anche i rapporti tra le donne, se c’è alleanza tra le donne c’è il bene.

I lais sono attuali e realistici, sono un incontro di fiabesco e meraviglioso con il mondo cortese→
nei racconti c’è del meraviglioso ma è posto all’interno di un contesto reale e verosimile.
Leo Spitzer (studioso di letteratura medievale), ha definito i Lais di Maria di Francia come “favole
problemi”: perché l’autrice inserisce dei problemi realistici in contesti meravigliosi e fantastici
(attraverso il filtro della favola e del meraviglioso i problemi perdono la loro connotazione/
componente).
Anche se tutto viene raccontato in chiave fiabesca, impostando i vari racconti in questo modo, i
lettori potevano immedesimarsi nei personaggi dei vari Lais.
L’amore è un’altra caratteristica dei Lais: Leo Spitzer lo conferma dicendo che è l’argomento
centrale di ogni lais. Amore visto sempre da una prospettiva femminile.

PROLOGO DI MARIA DI FRANCIA:

Il prologo si apre con una citazione scritturale, riprende la parabola evangelica dei talenti secondo
la quale chi ha delle doti deve valorizzarle e utilizzarle= chi possiede il sapere e ricchezza di
contenuti deve metterle in uso. L’autrice vuole far percepire la propria poesia come una fonte di
autorità.
Per far sì che la sua poesia sia riconosciuta come fonte di autorità cita i classici, menziona in
particolare Prisciano, il quale testimonia come i libri degli antichi erano “oscuri “volutamente =
poco chiari.
Questa oscurità è voluta perché nei testi degli autori antichi, c’è un significato nascosto che i
moderni avrebbero dovuto rivelare attraverso il procedimento allegorico sul quale è incentrato
tutta la poesia medievale.
Attraverso l’allegoria i moderni avrebbero dovuto spiegare il significato nascosto della lettera.

Cita anche i filosofi che erano consapevoli del fatto che più sarebbe passato il tempo, più il senso
dei loro scritti sarebbe diventato sottile e si sarebbero preservati dalla caducità del tempo.
Inoltre, per Marie i filosofi sono i garanti del preservare i testi, poiché per lei il tempo aumenta il
valore di un’opera→ aumenta la sottigliezza e la capacità dell'uomo di penetrare nel significato
nascosto del tempo.
Se qualcuno vuole difendersi dai vizi, deve studiare e applicarsi nel cominciare un'opera faticosa
perché solo così ci si può liberare da un gran dolore.
Maria, inoltre, ci dice che nello scrivere c’è un’utilità sociale: un autore moderno, infatti, se vuole
far fruttare il proprio talento letterario e iscriversi nei classici, deve studiare.
Questo aiuta a liberarsi dai vizi e a non commettere errori

A questo punto lei si trova di fronte a un bivio, può scegliere tra due modelli di scrittura:
1) comporre qualche “bella storia” è il processo della traduzione: cioè trasporre un’opera dal latino
al volgare.
Oltre a tradurla bisogna anche “glossare la lettera” = attuare il processo attraverso il quale si arriva
a una sottolineatura del punto di vista cristiano. Rinuncia però a questa strada poiché la considera
priva di originalità e merito, essendo già stata intrapresa da altri.
2) L’altra strada da poter intraprendere sono i Lais, comporre racconti in versi.
Sono Lais che aveva sentito raccontare, e se non li avesse messi per iscritto sarebbero caduti
nell’oblio/ stati dimenticati.

C’è una forte contrapposizione tra storia e lais: la storia è storia, il lais è fabula.
Il Lais è una non storia, affonda le sue radici nel mito ed è dunque un racconto meraviglioso. Si
basa su fatti finti.
Allo stesso tempo è un prodotto molto più originale rispetto alla storia, perché la storia ha la
necessità di “glossare la lettera”: accompagnare il testo con un commento sistematico, altrimenti
non è comprensibile.
Il Lais invece è un prodotto più naturale: il senso non è nascosto nella lettera, ma nell’evento
stesso.
Fa riferimento ad una prima possibilità, che però viene subito scartata.

Perfezione artistica di queste composizioni che addirittura diventano degni di un Re.


Questi racconti sono degni di essere presentati ad un re: identificabile come Enrico II il
plantageneto, garante dell’autorità letteraria e artistica di Maria.

Il prologo ruota quindi attorno all’antichità e all’autenticità dei racconti.


- Si pone poi una domanda Maria de France: come nasce il lais? Lais→ “canto”, è una
composizione musicale accompagnata da un’arpa o da una viola.
Maria non è la creatrice del Lais ma lo è solo come creatrice di questo genere in quanto è la prima
a metterlo per iscritto.
Nei versi 33-38→ racconta dei lais che aveva ascoltato e dice che i primi che li trasmisero, gli
iniziatori bretoni, li avevano composti e raccontati per perpetuare il ricordo della memoria di
avventure che essi ascoltarono.

Nella formazione del lais si possono riconoscere tre fasi:


1) L’Avventura.
È il fatto meraviglioso, l’evento straordinario vissuto da un cavaliere o da un eroe che vive in un
modo meraviglioso, ma è alle prese con problemi reali ed è l’unico protagonista e testimone
(perché di solito avviene in uno spazio isolato o in una dimensione remota) di questi fatti
meravigliosi.
Se non si perde nella sua avventura, una volta ritornato a corte racconta ciò che gli è successo→
l’attore è anche il primo autore della narrazione.
2) Fase di rielaborazione giullaresca.
Bisogna affidare il compito di conservare il ricordo di un evento meraviglioso ai giullari di piazza o a
chi sta a corte, per far sì che venga tramandato nel tempo.
Maria non è molto chiara nel dirci che forma abbia questa rielaborazione, ma ci accenna a
un’esecuzione musicale (melodia) o narrativa come metodi per raccontare, solitamente prima di
messa, questi fantastici avvenimenti.
3) Fase dell’elaborazione artistica.
Stesura della versione che ci porta al libro.
Maria oppone la glassa della lettera, il compito dell’autore è quello di limare il contenuto del Lais
ascoltato per dargli una dignità artistica.

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